Richard Dawkins “imbarazzante”: si dimentica il titolo dell’opera di Darwin

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Richard Dawkins, da qualcuno soprannominato il “levriero di Darwin“.

 

Dopo non aver saputo indicare un solo caso di evoluzione con aumento d’informazione verificata sotto i nostri occhi, adesso non sa citare il titolo dell’opera principale di Chrales Darwin.

 

 

Eppure la scarsa conoscenza del Nuovo Testamento era stata da lui portata come prova della poca attendibilità di coloro che si definiscono cristiani.

Come infatti riportato dal Daily Mail del 15 febbraio 2012, la Richard Dawkins Foundation for Reason and Science nella sua attività di ricerca avrebbe “dimostrato” che:

…poche persone sono veramente cristiane e così le loro credenze non dovrebbero avere parte nelle scuole o nella macchina dello Stato.

A sostegno di questa tesi Dawkins ha affermato, nel corso dell’intervista, che un cristiano su sei non ha mai letto la Bibbia, e che inoltre:

Molti di loro non vanno in chiesa e che un sorprendente numero non saprebbe dire qual è il primo libro del Nuovo Testamento.

E’ stato a questo punto che Giles Fraser, ex canonico della St Paul’s Cathedral, ha posto al prof. Dawkins  una domanda che ha dato inizio al seguente scambio:

Fraser- Richard, se ti chiesessi qual è il titolo completo dell’Origine delle specie, sono sicuro che potresti dirmelo.

Dawkins- Sì, potrei

Fraser- Avanti allora

Dawkins- On The Origin Of Species… Uh. Con, o Dio. On The Origin Of Species. C’è un sottotitolo riguardo la conservazione delle razze favorite nella lotta per la vita.

Fraser- Sei il Papa del darwinismo… Se avessi fatto alla gente che crede all’evoluzione questa domanda e fossi tornato dicendo che il 2% ha risposto bene, sarebbe stato terribilmente facile per dire che dopo tutto non ci credono. Non va bene fare questo tipo di domande. Loro si identificano come cristiani e penso che dovresti rispettarli.

 

La risposta corretta era “On The Origin Of Species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life”.

A questo punto possiamo provare a fare un’ipotesi: Fraser sperava in un piccolo errore di Dawlins, ma probabilmente si attendeva una risposta corretta per poi poter affermare che anche un sacerdote conosce l’autore del primo libro del Nuovo Testamento, ma che forse anche i sostenitori del darwinismo non conoscono l’intero titolo dell’opera principale di Darwin.

E invece è accaduto qualcosa d’imprevedibile: Richard Dawkins, il “levriero di Darwin“, non ha saputo dire il titolo completo dell’opera principale di Charles Darwin. L’episodio è avvenuto nel corso di una registrazione radiofonica che è possibile ascoltare qui di seguito minuto 1,50 circa):

 

E a questo punto esclama anche un surreale “Oh Dio…” aumentando, secondo i metodi della sua Fondazione, la percentuale delle persone credenti nel Regno Unito.

Evidentemente questo nuovo silenzio di Dawkins ha un primo effetto immediato: le argomentazioni della Richard Dawkins Foundation for Reason and Science, sulla non attendibilità delle percentuali di cristiani tra la popolazione vengono a cadere.

Ma esiste anche una seconda importante conseguenza del silenzio di Dawkins.

Se il più grande difensore del darwinismo, riconosciuto tale anche dagli altri sostenitori, scienziati e non, non conosce il titolo dell’opera fondamentale di Darwin, come possiamo ritenere che ne conosca bene il contenuto?

 

Forse è per questo che continua a strumentalizzarla contro la religione

 


(Articolo pubblicato anche sul sito UCCR)

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

12 commenti

  1. Tartagliando,”volendogli bene”,ha detto:

    On The Origin Of Species [….] the preservation of favoured races in the struggle for life

    Ha dimenticato clamorosamente “by means of natural selection”(che non è esattamente un sottotitolo)il che mi pare la cosa più sconcertante..

    e poi quell”OR’ che è abbastanza importante.

    In ogni caso,al di la dell’esser contro il nozionismo,non conoscere il titolo completo dell’opera sula quale ha speso libri,conferenze etc..mi sembra ridicolo.Tanto più che il titolo completo è una buona sintesi del contenuto,se vogliamo.

    L’altra cosa interessante,ma che non mi stupisce,è che il 2% degli intervistati(anche se non si conosce la grandezza del campione)non conosceva la risposta come il prof.Dawkins.
    Questo permette nuovamente di richiamare l’attenzione sul fatto che molti che sostengono l’evoluzionismo neo-darwinano sono all’ignaro di concetti,meccanismi etc riguardanti la teoria,come specie,selezione naturale,speciazione,collo di bottiglia,mutazioni positive,aumento di informazione,deriva genetica,evoluzione etc etc etc..

    “Molti di loro non vanno in chiesa e che un sorprendente numero non saprebbe dire qual è il primo libro del Nuovo Testamento.”

    Questa mi pare grossa ancor più del non aver risposto alla domanda…
    Ora io veramente mi sento abbastanza sicuro nell’afferamre che decisamente sarebbe superiore la percentuale ad un 2% di quelli che sanno che il primo evangelista del N.T.sia Matteo,credo che poi anche qualsiasi cattolico,anglicano,neoapostolico,avventista lo sappia,è un affermazione veramente grossa che non so su cosa si basi,quantomeno avrebbe dovuto fornire qualche dato in più,non so..
    Ad ogni modo cade miseramente dopo questa uscita..anche se l’accostare l’opera di Darwin alla Parola mi pare un poco assurdo,anche se permette appunto di porre ancora una volta l’attenzione su un punto importante.

    Però dai,preso nel modo giusto,è anche simpatico alla fine Dawkins…

    • Leonetto, ma sai che stavo pensando la stessa cosa?
      Dawkins mi sta diventando simpatico con tutte queste sue gaffes… alla fine sembrerebbe quasi che faccia il doppio gioco screditando il suo schieramento!

  2. proff ma è vero che nel recente confronto con l’arcivescovo di canterbury, dawkins non ha negato l’esistenza di dio parlando in termini di agnosticismo?

  3. ecco svelato l’arcano, effettivamente sarebbe stata una bella contraddizione dopo tutta la propaganda antiteista e le critiche all’agnosticismo

  4. Credo sinceramente che non avrebbe mai dovuto essere messo in discussione il fatto che Dawkins sia una persona assolutamente nella norma, vale a dire, con una cultura generale tipica di un individuo medio europeo. Magari qualcuno avrebbe fatto bene a sottolineare quanto sia evidente tutto questo, specialmente dopo aver letto la prefazione alla seconda edizione di “God delusion”, nella quale l’autore ammette serenamente di non aver mai letto nulla di Tommaso d’Aquino, aggiungendo però che non c’era bisogno di farlo per controbattere i suoi argomenti: secondo Dawkins, infatti, poiché Dio non esiste, tutto ciò che ne segue è falso… quindi leggere un trattato di teologia è inutile, essendo illusorio il contenuto. Intervenne anche PZ Myers a sostenerlo, scrivendo che non c’è bisogno di essere intenditori di moda e tessuti per gridare che “il Re è nudo”…

    Inadeguatezza della metafora a parte, non ho mai avuto bisogno di altri elementi per sostenere la mediocre preparazione culturale del noto biologo. Forse perché parlando proprio delle vie di Tommaso d’Aquino, afferma: “che argomento è quello dei gradi di perfezione? Se io chiamassi Dio l’essere più puzzolente dell’universo, poiché esistono gradi di puzza, questo esisterebbe necessariamente?”… ecco, prof. Pennetta e amici, io gradirei sapere perché, di fronte a un’oscenità concettuale di questo livello, ci sono stati filosofi, scrittori e affini che non solo non hanno cercato di spiegare meglio le cose a Dawkins, ma addirittura ne hanno esaltato l’ironia e l’originalità? Sarà vero che questi propagandisti di bassa leva preferiscono avere tra le loro fila di cultori della “Scienza” degli adepti ignoranti, ma orgogliosamente atei e arrabbiati, piuttosto che persone umili e di più ampie vedute, correndo il rischio di registrare adesioni tra i credenti?

    • Daphnos, la questione che sollevi è assolutamente corretta, personalmente più di un anno fa la sollevai sul sito Libertà e Persona.
      Credo che, tristemente, la risposta sia quella che hai dato tu, si è scelto di fare leva su una “massa” che si ritiene istruita ma che alla fine ripete solo frasi fatte, si è preferito agire sulla “pancia” più che sul cervello.
      Solo così si spiegano personaggi come Dawkins e Odifreddi.

      • Il quale Odifreddi scrisse una prefazione al libro, indicandolo come “una delle menti più brillanti…” (già, brillanti, come i “brights”, gli atei organizzati americani, che vorrebbero essere così chiamati visto che gli omosessuali sono riusciti a farsi chiamare “gays”).

        Chiaramente la mia è solo un’ipotesi, un po’ cattiva forse, non voglio avanzare accuse di complotto. Solo che, effettivamente, è umano cercare di minimizzare gli errori dei propri compagni. Dico questo anche per evitare il parallelismo con lo stesso Dawkins, che dieci anni fa lanciò l’appello alla classe dirigente americana reclamando un “coming out” di massa da parte degli atei, che nella sua visione alquanto marxiana si fingerebbero religiosi per ottenere l’appoggio del popolino…

      • “…si è scelto di fare leva su una “massa” che si ritiene istruita ma che alla fine ripete solo frasi fatte, si è preferito agire sulla “pancia” più che sul cervello.”

  5. Michele Forastiere on

    Povero Dawkins, umanamente comincia a farmi un po’ pena. Speriamo che tutte queste umiliazioni siano utili per cominciare a fargli aprire un po’ gli occhi…

      • Mmmmh… non penso che ci siano le condizioni… finché continuerà a parlare di “probabilità” di Dio, non ci saranno le basi “culturali” per fare un passo indietro; ci sono sempre i miracoli, ma preferisco astenermi dal parlarne in questa sede.

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