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    Global Warming: dati imbarazzanti dal ‘600

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    By Enzo Pennetta on 29 Marzo 2012 Clima

    File:Portrait Ferdinando II de Medici.jpg

    Ferdinando II de’ Medici, Granduca di Toscana dal 1621 al 1670.

    Nella controversia sul riscaldamento globale interviene uno studio del CNR di Padova che recupera dei preziosissimi dati raccolti nella Firenze del ‘600.

     

    Si tratta di una “finestra” di soli 16 anni, ma è una finestra dalla quale si scorge un panorama poco piacevole per i sostenitori dell’AGW.

     

    Come riferisce un articolo intitolato Nel Seicento la temperatura era simile a oggi apparso sul Corriere della Sera del 27 marzo scorso, a Firenze, pochi anni dopo l’invenzione del termometro (avvenuta nel 1641) venne istituita una rete di rilevamento delle temperature, una rete che per volontà dei Medici avrebbe raccolto dati da diverse città europee:

    Ora, inaspettatamente, si è scoperto che i dati meteorologici rilevati da quella rete, voluta dal granduca Ferdinando II, di cui Galileo Galilei era il pupillo, sono di grande affidabilità, tali da consentire il confronto con quelli odierni. E gli studiosi hanno potuto concludere che, a distanza di tre secoli e mezzo le variazioni non sono così rilevanti. Le temperature medie estive a Firenze (che presenta la serie più lunga di dati dal 1654 al 1670) sono rimaste pressoché invariate, mentre si osserva che d’inverno in media c’era un grado in meno.

    Come già detto anche se si tratta di dati parziali, a cui il CNR attribuisce una buona affidabilità, se ne dovrà tenere conto nella ricostruzione del clima del passato e nel confronto con i dati odierni. Questa ricostruzione dice che il clima era molto vicino a quello di oggi, per la precisione risultava un po’ più freddo d’inverno e quasi identica d’estate:

    «Dai dati di Firenze si evince che nel periodo 1654- 1670 la temperatura media estiva era di 0,18 °C inferiore rispetto a quella del trentennio 1961-1990.

    Questa, anche se piccola, differenza sembrerebbe essere comunque un punto a favore della tesi del riscaldamento globale (anche se non a favore della sua origine antropica), ma in realtà non è esattamente così.

    Il periodo preso in esame, con gli inverni “appena un po ‘più freddi” di adesso, non è un periodo qualsiasi, viene infatti a trovarsi nel pieno di quel periodo che viene definito “la piccola era glaciale” e dovrebbe quindi risultare molto più freddo rispetto ad oggi, come mostrato dal seguente grafico:

    File:2000 Year Temperature Comparison.png

    La “piccola era glaciale” era in atto a metà del ‘600, quando furono fatti i rilevamenti voluti da Ferdinando II (fonte wikipedia).


    Risulta quindi un fatto abbastanza imbarazzante per i sostenitori dell’AGW che le temperature di quella che fu definita “la piccola era glaciale” risultino essere molto vicine a quelle attuali, di quando siamo cioè in pieno “global warming”.

     

     

     

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    4 commenti

    1. Piero on 29 Marzo 2012 11:12

      Toh!
      Quanto vogliamo scommettere che una notizia del genere non verrà pubblicizzata ne’ dai telegiornali (i soliti del “Questa e’ la prima volta, dal 1989, 1977, 1962, 1955, che le temperature sono cosi’ alte”), ne’ tantomeno da Mario Tozzi o da blog che adorano la Dea Scienza in tutto il suo splendore (ogni riferimento al blog di Attivissimo e’ puramente voluto)?

    2. AlBello on 29 Marzo 2012 14:16

      0,18° in meno d’estate e 1° in meno d’inverno fanno, più o meno, 0,6° meno della media attuale. Se guardiamo il grafico di wikipedia il -0,6° fitta perfettamente la curva. A parte il titolo sballato del Corriere, non mi sembra ci sia da dire dati imbarazzanti. O no?

      • Enzo Pennetta on 30 Marzo 2012 14:44

        Sul fatto che gli articoli dei quotidiani siano forzati per attirare l’attenzione siamo perfettamente d’accordo, sullo scarto la questione è un po’ più ingarbugliata.

        Purtroppo, come si vede proprio dal grafico tratto da wikipedia, le differenze che si vanno a misurare sono molto variabili e dipendono dal dato che si sceglie come significativo, se ad es utilizziamo quest’altro grafico realizzato dall’Università di Edimburgo (http://www.newscientist.com/data/images/ns/cms/dn11648/dn11648-2_726.jpg)
        vediamo che la differenza tra i periodi che abbiamo confrontato (prendendo un valore medio del minimo medievale) sale a circa 1,2°(incompatibile con le misurazioni dei Medici), che è poi un valore del 100% superiore a quella differenza di 0,6°che lei indicava.

        Direi che in definitiva è molto difficile affermare che sia chiaro cosa stia o no accadendo al nostro clima, e soprattutto che le attività umane possano al riguardo giocare un ruolo significativo.

    3. Piero on 3 Aprile 2012 09:19

      http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-contrordine-non-fa-pi-cos-caldo-4981.htm

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