Darwinismo: un criterio di falsificabilità

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Si è spesso dibattuto sulla mancanza di un criterio di falsificabilità per la teoria neodarwiniana.

 

Da Srinivasa Aiyangar Ramanujan, un matematico vissuto un secolo fa, deriva l’ “efetto Ramanujan”, qualcosa che può mettere seriamente in crisi il ruolo della selezione naturale.

 

Questo argomento è stato affrontato in un articolo intitolato “Effetto Ramanujan”: un argomento fisico contro il darwinismo pubblicato sul sito UCCR dal prof. Giorgio Masiero e dal prof. Michele Forastiere.

 

Come è noto la teoria evoluzionistica di Darwin è cambiata rispetto alla sua formulazione originale del 1859, non c’è più l’uso e il disuso con l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, all’origine dei nuovi caratteri adesso sono poste le mutazioni casuali. Ma questo aspetto non è falsificabile, per definizione non è infatti dimostrabile che una “possibilità” non “possa” verificarsi.

Sulla mancanza di reperti fossili che testimonino i passaggi evolutivi (ex anelli mancanti) non è possibile fondare una confutazione, infatti una prova mancante, in quanto tale,  non può deporre in nessun senso.

Della teoria originale di Darwin oggi resta solo la selezione naturale che è anche l’unico elemento falsificabile. Togliendo anche quest’ultimo elemento non avrebbe neanche più senso denominare la teoria “neodarwinismo“. Darwin riguardo alla “selezione” era stato onesto e aveva indicato con molta chiarezza come essa avrebbe dovuto agire:

As natural selection acts solely by accumulating slight, successive, favourable variations, it canproduce no great or sudden modification; it can act only by very short and slow steps.  Hence the canon of  ‘Natura non facit saltum,’ which every fresh addition to our knowledge tends to makemore strictly correct, is on this theory simply intelligible.

Charles Darwin, On the Origin of Species – Cap. XIV

La selezione naturale agisce dunque “accumulando lievi, successive, favorevoli variazioni… ‘Natura non facit saltum’ “. Se la selezione naturale doveva essere il motore dell’evoluzione non avrebbe potuto agire su grandi cambiamenti, essi sarebbero stati incompatibili con la teoria, per Darwin infatti un adattamento premia in relazione al grado di “perfezione” :

As natural selection acts by competition, it adapts the inhabitants of each country only in relation to the degree of perfection of their associates…

Il carattere gradualistico della selezione naturale fu oggetto di grande interesse da parte di Alfred Russel Wallace (il coautore della teoria insieme a Darwin), il quale solo pochi anni dopo la pubblicazione dell’Origine delle specie, giunse alla sorprendente conclusione che proprio  il meccanismo gradualistico della selezione naturale non era applicabile all’Uomo. Infatti il cervello della specie Homo sapiens era comparso già nella sua forma attuale, con alcune capacità che non potevano essere state selezionate gradualmente:

Ma esistono altre facoltà umane che non riguardano i rapporti con i nostri simili, e che non possono, pertanto, essere spiegate nel suddetto modo (la selezione naturale N.d.r.). Queste sono le capacità di formare concetti astratti di spazio e tempo, di eterno e di infinito -la capcità di provare un’intensa emozione artistica per la forma, il colore e la composizione- e la capacità di elaborare le nozioni astratte di forma e di numero che rendono possibile la geometria  e l’aritmetica.

Come sono riuscite tutte queste facoltà, o anche solo alcune di esse, a emergere la prima volta in un’epoca in cui non sarebbero state di alcuna utilità per l’uomo nella sua primitiva barbarie?

F. Focher, L’uomo che gettò nel panico Darwin – B.Boringhieri, pag. 189

Ma che il cervello umano sia nato direttamente con le sue capacità attuali (come sostenuto da Wallace) è stato recentemente confermato da uno studio pubblicato su Le scienze, ed è partendo proprio da questo punto che Giorgio Masiero e Michele Forastiere hanno sviluppato un ragionamento che conferma le conclusioni di Wallace.

Ma oltre alla conferma dell’obiezione di Wallace, in questo lavoro di Masiero e Forastiere, è presente qualcosa che è del tutto nuovo rispetto al passato, sono le considerazioni che legano l’origine darwiniana della mente umana alla rinuncia di poter comprendere mediante tale strumento la realtà stessa:

In conclusione, è estremamente improbabile che il darwinismo possa spiegare l’origine di H. Sapiens Sapiens; e, se si crede che possa farlo, o risulta irrazionale credere che l’uomo potrà un giorno trovare una giustificazione scientifica al naturalismo, o si cade in un’insanabile contraddizione logica.

Le conclusioni di questo articolo sono automaticamente anche una domanda posta ai sostenitori della teoria neodarwiniana, sarebbe bello che qualcuno di loro volesse rispondere e confrontarsi con le conclusioni di un docente universitario di fisica e di un docente di fisica di scuole superiori.

Si tratta di una richiesta legittima, non di una provocazione.

 

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

20 commenti

  1. Nel saggio “Gli errori di Darwin” di fatto la selezione naturale è più che largamente trattata e si mostra veramente inequivocabilmente ed insindacabilmente bene come sia inefficace a spiegare tutto ciò che secondo il neodarwinismo dovrebbe spiegare..essendo al più un fattore evolutivo non certo il più importante e fondamentale.
    Fra l’altro sempre Palmarini e Fodor sostennero,mi pare, che l’evoluzione del cervello non fosse neodarwiniana

    Detto questo..

    “Ma esistono altre facoltà umane che non riguardano i rapporti con i nostri simili, e che non possono, pertanto, essere spiegate nel suddetto modo (la selezione naturale N.d.r.). Queste sono le capacità di formare concetti astratti di spazio e tempo, di eterno e di infinito -la capcità di provare un’intensa emozione artistica per la forma, il colore e la composizione- e la capacità di elaborare le nozioni astratte di forma e di numero che rendono possibile la geometria e l’aritmetica.
    Come sono riuscite tutte queste facoltà, o anche solo alcune di esse, a emergere la prima volta in un’epoca in cui non sarebbero state di alcuna utilità per l’uomo nella sua primitiva barbarie?”

    A questo, in verità,credo che,banalmente, un neodarwinista obietterebbe dicendo che per esempio la caratteristica di selezione sarebbe stata il bipedismo e che il cervello con quelle capacità una fortuita conseguenza.Uno sviluppo del cervello e delle facoltà mentali in conseguenza al bipedismo mi pare lo trattasse da qualche parte Boncinelli…
    Di fatto mi pare questo i neodarwinisti l’abbian detto in più occasioni,una caratteristica che permetta in un certo momento di superare il filtro di selezione potrebbe portarsi dietro alcune altre cose apparentemente inutili,che potrebbero diventare utili per futuri filtri di selezione come restare inutili per ogni filtro di selezione che si presentasse…
    Praticamente,da quanto ho compreso leggendo diversi neodarwinisti,la comparsa di un nuovo carattere potrebbe portare come conseguenza inevitabile la comparsa di altri caratteri o una importante trasformazione di alcuni già presenti,conseguentemente a ciò che avviene a livello del genotipo.
    Così quel nuovo carattere,un secondo formatosi come concatenazione di questo o uno vecchio trasformatosi,potenziatosi.. sempre in concatenazione al primo permetterebbe il superamento del filtro di selezione,o di più filtri di selezione.
    Il bagaglio che ne deriverebbe di conseguenza sarebbe quindi qualcosa di assolutamente inaspettato ed anche impressionante,meraviglioso sorto per fortuite casuali contingenze…
    Questo per dirla abbastanza ‘brutalmente’,sperando di aver reso il concetto.

    • Enzo Pennetta on

      Insomma, per i neodarwinisti continua a non esserci nessun criterio di falsificabilità.

      Possibile che debbano essere ritenute soddisfacenti delle risposte fatte di “sarebbe”, “avrebbe”, “potrebbe”…

      Ma come si può accettare questo tipo di spiegazioni?

  2. Giorgio Masiero on

    Ringrazio Enzo per aver citato l’articolo che ho scritto insieme a Michele Forastiere.
    Alla “replica” che Leonetto mette in bocca ai neodarwinisti del tipo “Il bagaglio matematico deriverebbe da un nuovo carattere adattativo che si porterebbe come conseguenza qualcosa di assolutamente inaspettato ed anche impressionante, meraviglioso sorto per fortuite casuali contingenze…”, Pennetta ribatte giustamente rilevando la non scientificità di tale risposta. Io vorrei soltanto aggiungere che all’arricchimento d’informazione nel genoma, che in questo modo si postula dovuto al caso, corrisponde per l’equazione di Shannon una crescente improbabilità. Come dire che il vecchio paradigma darwiniano caso E necessità si trasforma, man mano che si sale nella complessità delle specie, nel nuovo paradigma neodarwiniano caso CONTRO necessità.

    • Michele Forastiere on

      Mi associo a Giorgio nei ringraziamenti! In effetti la difesa a oltranza del paradigma darwinista appare sempre più irragionevole, sia dal punto di vista scientifico sia da quello filosofico. Il ricorso sempre più massiccio al “potere creatore” del Caso (o, come giustamente dice Leonetto sotto, della Contingenza – vedi Pievani e Boncinelli!) sa tanto di capitolazione della scienza: si può “dimostrare” qualsiasi cosa mediante un’opportuna “narrazione selezionista”… tanto, chi potrà falsificarla?
      Un cordiale saluto e auguri di buona Pasqua a tutti! 🙂

    • Giorgio,
      questa della crescente improbabilità sembra essere una questione che non vuole essere presa in considerazione dai neodarwinisti.

      Il loro ragionamento è: “se un evento non è impossibile, poiché non sono presenti alternative, deve essersi verificato”, un ragionamento la cui fallacia è nel non aver formulato così la frase “poiché per il momento non sono presenti alternative…”.

      Posta in questi termini la questione non spinge ad accettare l’evento improbabile come vero, ma a cercare una soluzione alternativa.

      • “Posta in questi termini la questione non spinge ad accettare l’evento improbabile come vero, ma a cercare una soluzione alternativa.”

        Ragione vorrebbe che fosse così..sarebbe interessante vedere quindi perchè non sia così.
        Tornando per l’ennesima volta a chiedersi se sia possibile solo ed esclusivamente sulla base di omologie,senza prove convincenti,senza neanche una prova convincente ma con molti e sempre più elementi a sfavore essere così certi della certezza della Sintesi Moderna..
        Che l’abiogenesi non sia avvenuta con meccanismi neodarwiniani,bene o male è riconosciuto però direi che Dawkins ne esprime bene il concetto in The blind watchmaker ,dove in ‘sostanza’ dice che “chi se ne importa,tanto ,giacchè siamo qui a parlarne la vita è apparsa”.
        Che sia avvenuta grazie anche a qualcos’altro o a soli meccanismi neodarwiniani,ma non possiamo dire come,o se si sia verificata quella folle probabilità richiesta o altro non è rilevante poichè è certo che è apparsa.Partendo così da quel assioma si può costruire tutto l’albero secondo la sintesi moderna.
        Così l’abiogenesi di fatto è stata placidamente amputata dal neodarwinismo che va a considerare tutto ciò che è partito da li.
        La selezione naturale non è sufficiente a fare ciò che le era richiesto?Beh perchè ci sono delle contingenze..
        Insomma si posson fare mille modifiche,come dice Forastiere:
        “si può “dimostrare” qualsiasi cosa mediante un’opportuna “narrazione selezionista”… tanto, chi potrà falsificarla?”
        Così a titolo d’esempio..si può falsificare questo?:
        http://www.youtube.com/watch?v=AJOVUF-HaDw
        Bisogna pensare che possa esser vero?
        Quindi o come è avvenuto per l’abiogenesi perderà un pezzo dopo l’altro senza che resti più nulla,o in altri termini come dicono Palmarini e Fodor si allargherà fino a scoppiare,oppure resterà così senza crollare mai buttando la cose pressapochiste che contengono più mi sembra di una visione profetica..

        P.S.
        “Se ogni spiegazione di un evento storico concreto richiede una massiccia ed inevitabile aggiunta di dati CONTINGENTI e di processi idiosincratici,possiamo ancora dire che quella è una teoria valida?Possiamo dire che è una teoria?”

        M.P.Palmarini.

  3. Boncinelli poneva una certa importanza dell’evoluzione sui geni “master”,nello specifico diceva che,dal momento che, il gene master Otx1 controlla lo sviluppo della laringe,orecchio interno,reni,genitali esterni e spessore corteccia cerebrale,si può ipotizzare che pressioni selettive sensibili a cambiamenti nelle funzioni dei reni,conseguenti al bipedismo,come anche alla variazione dell’assunzione ed escrezione di liquidi per innondazioni o periodi di siccità,come anche fissazione di schemi sessuali diversi possono avere avuto significativi effetti secondari sull’espansione della corteccia cerebrale e della laringe.Quindi cognizione e linguaggio potrebbero essere qualcosa di secondario,terziario e il considerarli fattore primario per la selezione potrebbe essere sbagliato.
    Certo sembra emergere una considerevole indeterminabilità del processo evolutivo neodarwinano.Negli ultimi tempi si è avuto modo di notare anche qui su CS ,come si sia fatta strada fra “caso e necessità” un’altra parola,un altro concetto..quello di contingenza..
    Il fatto è che la selezione naturale dice ed offre ben poco per legittimare una trasformazione macroevolutiva,Fodor Palmarini l’hanno smontata più che soddisfacentemente,non credo esista qualche neodarwinista che lo obietti,Pievani,per esempio,continua ad affermare che ,seppur vada ampiamente rivalutata la selezione naturale ,essa rappresenta comunque il fattore principale del cambiamento evolutivo…che sembrano parole un po’ non-sense anche perchè veramente non si capisce in virtù di cosa a questo punto sia possibile dire ciò..
    Si arriva di fronte ,sicuramente, proff.Masiero ad un livello di indeterminazione e di improbabilità fuori dall’umana comprensione,
    per cui pare che la sintesi moderna arrivi a postulare che un mutamento evolutivo sia frutto di un connubio fra casualità di genoma e contingenze esterne che poi sistema la selezione naturale..e che la perdita di ‘qualcosa’ che si aveva in precedenze giustifichi l’acquisizione di quel qualcosa di nuovo..
    Sembra calzare a pennello ciò che Palmarini e Fodor dicono circa la sintesi moderna,ossia che questa stia allargando sempre più se stessa per cercare di salvarsi rischiando sempre più di scoppiare..

  4. “corrisponde per l’equazione di Shannon una crescente improbabilità.”

    Scusi proff.Masiero,una domanda..
    Ora,io ricordo ‘Shannon’ per quanto mi è servito saperne circa i segnali aleatori e la trasmissione digitale.
    Non ho ben compreso come si integra con il calcolo della probabilità di Bayes…

    ed un’altra cosa..
    Per calcolare P(Sp|D) è corretto:

    [P(D|Sp)*P(Sp)]/P(D) ?

    E poi circa Ramanujan(che ricorda vagamente il piccolo Gauss),era certamente un bambino prodigio,un genio della matematica,ma studiò molto concentrandosi solo su matematica e trigonometria in particolare mostrando anche grande intuizione senza occuparsi minimamente di studiare il resto(fallendo così gli altri esami.),ed avento comunque delle basi su cui iniziare i suoi studi autodidatti.
    Non è che si tratti di un Mowgli che ha tirato fuori la teoria relativistica..
    Il lavoro fatto circa la probabilità suo e del proff.Forastiere,er quanto interessante ed ingegnoso mi pare viziato dal fatto che le proposizioni oggetto dello studio siano sicuramente discutibili.

    Non c’è il rischio di confondere crescita del sapere umano con crescita delle capacità cognitive umane?

  5. Giorgio Masiero on

    Quando non si sapeva che l’Universo aveva avuto un’origine, tutti gli scettici (da Hume a Russell) dicevano: che bisogno di spiegare il mondo c’è? l’Universo è lì, e questo è tutto!
    Mi è venuto in mente il parallelo leggendo le spiegazioni che i darwinisti danno a tutto ciò che non sanno spiegare fuori del loro binomio caso & necessità, e che per tutti i problemi più grossi si riduce al monomio caso: è del tutto improbabile che si sia formata la vita? che importa, è lì! Non si spiega il cervello dell’uomo? E’ lì!
    In effetti, ha ragione Enzo a dire che queste non sono spiegazioni scientifiche e in questo modo si blocca la ricerca su linee alternative. Hanno però ragione anche i darwinisti (almeno quelli in buona fede) a rispondere: che altro si può immaginare?!
    Io non so niente di biologia, e tutto quello che so lo devo alla lettura di questo sito. Ma vorrei sottoporvi un’idea “propositiva”, se non è una cavolata.
    La risposta di considerare l’arte, la filosofia o la capacità astrattiva e matematica umana come un derivato collaterale casuale (un regalo inaspettato) di un nuovo carattere adattativo non può essere considerata una spiegazione scientifica, A MENO DI NON RIUSCIRE A DETERMINARE IL MECCANISMO FISICO (NECESSARIO) DELLA CORRELAZIONE TRA I DUE CARATTERI. Si tratterebbe allora, come possibile linea d’integrazione/correzione del paradigma darwiniano, di riequilibrare attraverso l’eventuale legge fisica di questa correlazione il gioco del fattore necessità su quello del caso, dimostrando la possibilità di superare la forza contraria dell’entropia determinata dall’equazione di Shannon. Insomma, invece di un binomio caso & necessità sbilanciato sul caso, avremmo un trinomio caso & necessità & legge fisico-chimica di correlazione di caratteri X.
    Ha senso?

    • Enzo Pennetta on

      Giorgio, mi sembra che la tua conclusione sia molto chiara e condivisibile: “Insomma, invece di un binomio caso & necessità sbilanciato sul caso, avremmo un trinomio caso & necessità & legge fisico-chimica di correlazione di caratteri X.”

      Dove, diciamolo, il fattore veramente importante sarebbe la legge fisico-chimica.

      Ai darwinisti in buona fede che dicono “che altro si può immaginare?!”, si può rispondere che quando Newton propose la gravitazione universale, i fisici in buona fede obiettavano che un’azione a distanza ricordava troppo la “magia”.
      Che fare allora? Avrebbero dovuto tenersi le sfere cristalline su cui i pianeti erano incastonati per non cadere sulla Terra, e che erano largamente insoddisfacenti, solo perché l’azione a distanza ricordava troppo la magia?

      Mi viene da pensare che se Newton si fosse trovato davanti alla resistenza dei nostri neodarwinisti staremmo ancora cercando di individuare le sfere cristalline…

      • Secondo me

        “Insomma, invece di un binomio caso & necessità sbilanciato sul caso, avremmo un trinomio caso & necessità & legge fisico-chimica di correlazione di caratteri X.”

        Sarebbe una cosa lecita a questi punti,condivisibile e certamente migliore che accrescere sempre più l’apporto del fattore caso.
        Fra l’altro al di la di Boncinelli,un certo Gould e un tal Lewontin se non erro affrontarono già il problema in “The spandrels of S.Marco & the Panglossian Paradigma”
        dove praticamente si dice senza tanti giri di parole che teorie adattamentiste su alcune caratteristiche siano delle vere e proprie storie proprio così(come le strisce delle zebre su cui si parlava tempo fa su CS) e che siano dei free-riders,che quindi non si eve confondere il fagtto che una struttura sia utlizzata in un certo modo con la ragione evolutiva primaria della sua esistenza e conformazione.Questo potrebbe essere il caso del cervello umano.
        Però giustamente allora ci deve essere a sostegno qualcosa come quello che lei proff.Masiero giustissimamente(almeno in mia umile opinione)sostiene.

        “Hanno però ragione anche i darwinisti (almeno quelli in buona fede) a rispondere: che altro si può immaginare?!”

        Sono perfettamente d’accordo con quanto dice Enzo..

        Beh,diciamo che se si vuole che una specie A si trasformi in n passi graduali in un altra specie B servirà nuova informazione.
        Per forza di cose l’A con nuova informazione è un mutamento di A.
        Se non è possibile una trasmissione dei caratteri acquisiti e se non è possibile che ciò avvenga con mutazioni casuali ,in effetti ,la conclusione non può che essere una ed è evidente che rifiutano categoricamente quella conclusione.
        In verità non vi sarebbe bisogno di tanti rigiri per trovare confutazione della sintesi moderna.
        Non si è mai vista,ne si sa come potrebbe fare una specie ad adattarsi fuori dalle possibilità della specie stessa,a formarsi quel qualcosa con nuova informazione insomma;ne è mai stata trovata una testimonianza di tale ‘trasformazione’.
        Quindi ..
        c’è poco da domandarsi :
        “che altro si può immaginare?!”
        andando poi a ipotizzare scenari tragicomici da storie proprio così per spiegare questo e quello…
        li va bene immaginare storielle favolistiche?
        Se non si sa cosa immaginare si può rispondere un bel “boh” tre lettere,veloce…fintanto che non ci sia qualcosa di sostenibile ,come lo è stato fino a tempo fa ,sicuramente, il neodarwinismo…

  6. Giorgio Masiero on

    @ Leonetto
    1) L’equazione di Bayes riguarda il calcolo delle probabilità e quindi è utile ogni volta che si ricerca una probabilità condizionata al verificarsi di un certo evento. L’equazione di Shannon stabilisce, in generale, il legame tra un contenuto informativo I e la sua probabilità P. Se il contenuto informativo della parola “Leonetto” è di 64 bit e quella di “Giorgio” è di 56 bit, il rapporto tra le probabilità che il vento scolpisca sulla roccia Leonetto piuttosto che Giorgio è 2^(-64+56)=2^(-8)=1/256.
    2) Per calcolare P(Sp|D) è corretto: [P(D|Sp)*P(Sp)]/P(D)? Sì, è corretto, ma banale.
    3) Secondo G.H. Hardy, il matematico che ha ospitato Ramanujan a Cambridge, i teoremi di Ramanujan erano“tutti appartenenti alle più avanzate indagini matematiche del mondo […] Mi lasciarono stupito; non avevo mai visto niente che gli si avvicinasse prima di allora”.
    4) Tutte le proposizioni del nostro studio sono discutibili, certamente, e siamo qui per discuterle. Ma crediamo di aver evitato “di confondere crescita del sapere umano con crescita delle capacità cognitive umane”.

    • Grazie per le risposte proff.Masiero,mi accorgo solo ora di aver accidentalmente saltato la lettura di “- quelle capacità hanno comportato “per necessità” delle leggi fisiche un aumento d’informazione del genoma”
      Per il resto invece , P(SP|D)<< 1 ,per essere una stima ragionevole oltre appunto a quanto appena detto e quindi in virtù del t.di Shannon,dovrebbe essere vero che "le citate elevatissime capacità di astrazione matematica non costituivano allora un tratto adattativo, capace di migliorare la fitness evolutiva (perché sono semplicemente neutre dal punto di vista darwiniano, e quindi furono dovute alla sola contingenza)"
      E quindi legittimo arrivare alla confutazione della premessa D.
      Quindi se fosse corretta la visione di Boncinelli cadrebbe il primo punto e il conto non avrebbe più senso e non si potrebbe confutare D,quindi riguardo a quello andava tutto bene.
      Su Ramanujan,come ho già detto,non intendo certo sminuirne la straordinarietà o la genialità,semplicemente è ovvio pensare che sia uno sopra la media e molto,questo fa si che mal funga da qualche esempio allo stesso modo di uno abbondantemente sotto la media.Tutto qui..
      Credo abbia ragione anche circa il fatto che,in fin dei conti, non vi sia il il rischio di confondere crescita del sapere umano con crescita delle capacità cognitive.

      • Giorgio Masiero on

        La proposta di Boncinelli, per avere valore scientifico, non puo’ ricorrere un’altra volta al caso anche per giusticare l’emergenza di un carattere “gregario” (l’abilita’ matematica) come conseguenza dell’emergenza casuale di un carattere adattativo (per es. il bipedismo), ma deve essere corroborata da una legge fisica che dimostri la correlazione tra i due caratteri. Ecco allora che al binomio caso & necessita’ del darwinismo occorre ricercare una terza componente X (una legge fisica di correlazione forse) che non faccia sistematicamente del caso il god of the gaps della sintesi moderna.

        • sisi ..come ti ho risposto sopra sono perfettamente concorde su questo.
          Come del resto anche Gould sembrava esserlo e come ognuno dovrebbe ragionevolmente esserlo.
          Il punto era che quindi ciò che va visto è se è possibile descrivere..individuare.. una simile legge per confutare in toto il neodarwinismo;cosicchè non ci sia modo di spiegare il sorgere le citate elevatissime capacità di astrazione matematica quando non costituivano un tratto adattativo, capace di migliorare la fitness evolutiva.

          P.s.
          Giusto per precisarlo non sono assolutamente neodarwinista.

          • Giorgio Masiero on

            Che non fossi neodarwinista, Leonetto, l’avevo capito!
            Personalmente, io non sono convinto dell’esistenza di questa legge fisica capace di superare la pressione contraria dell’entropia, nel caso di un tale incremento di informazione (e quindi di improbabilità) da compararsi con il breve arco temporale in cui questo miracolo sarebbe accaduto. Però l’esperienza della vita mi ha insegnato a non chiudere mai in un angolo gli avversari, con le spalle al muro e senza via d’uscita; ma di offrirgli onorevoli momentanee scappatoie, alla fine delle quali possano, se in buona fede, capire i vicoli ciechi in cui si sono avventurati…

          • “Personalmente, io non sono convinto dell’esistenza di questa legge fisica capace di superare la pressione contraria dell’entropia, nel caso di un tale incremento di informazione (e quindi di improbabilità) da compararsi con il breve arco temporale in cui questo miracolo sarebbe accaduto. ”

            Direi che condividiamo la stessa convinzione.

            Però l’esperienza della vita mi ha insegnato a non chiudere mai in un angolo gli avversari, con le spalle al muro e senza via d’uscita; ma di offrirgli onorevoli momentanee scappatoie, alla fine delle quali possano, se in buona fede, capire i vicoli ciechi in cui si sono avventurati…

            E’ sicuramente un buon modo di procedere.Auspico che vi sia quella buona fede.Staremo a vedere.Non nascondo che ho alcuni dubbi in proposito

  7. Come sempre tutto molto istruttivo.

    Io credo sempre che il problema stia nella debolezza umana e nei suoi meccanismi di difesa “automatici”: tendenza ad ignorare le informazioni che contraddicono le nostre idee, speranze o aspettative e ad accettare tutto ciò che corrobora la nostra posizione.
    Paura dell’ignoto o pigrizia che sia, in questo mondo in cui sempre più “Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri” è un atteggiamento comprensibile anche se non scusabile, sopratutto da parte di chi si dichiara “scienziato”.
    Certo è che i “grandi” della storia (senza analizzare se siano stati dei grandi positivi o negativi) da Nabucodonosor a Erode, da Alessandro a Cesare, da Giotto a Merisi, da Galileo a Ghandi (sono molti di più naturalemnte) sono stati tutti capaci di rompere questo meccanismo.
    Evidentemente questa epoca non favorisce chi canta fuori dal coro (ma è mai esistita una tal condizione nella storia?) o più probabilmente la tempra morale scarseggia.
    Buona Pasqua a tutti

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