Uno studio pubblicato su Nature cerca di legare le emissioni di CO2 alla mortalità, ma si tratta di quella dovuta ad altri inquinanti.
Un’operazione scorretta ripresa e amplificata su Le Scienze.
Più elementi vengono portati contro la teoria del riscaldamento climatico dovuto alle emissioni di CO2 derivanti dalle attività umane (teoria dell’AGW), e più il “partito” della criminalizzazione delle emissioni di CO2 si sforza di trovare motivi per continuare ostinatamente nella sua caccia alle streghe. Un’ostinazione manifestata ai massimi livelli, tanto che il Presidente Obama se ne è più volte fatto portavoce negli ultimi mesi, se ne è parlato su CS in Global Warming: nuove prove scagionano la CO2 (ma Obama le dichiara guerra…), e in Clima: Obama continua a proporre politiche ingiustificate.
E anche gli ultimi dati continuano a non confermare il rapporto causa-effetto tra CO2 e riscaldamento, alla fine dell’estate infatti i dati sull’estensione dei ghiacci polari testimonia una crescita nell’Artico, finora il grande malato, come riferito su Climate Monitor:
Siamo infatti probabilmente al giro di boa per l’estensione del ghiaccio marino artico, con l’NSIDC che a breve confermerà il termine della stagione di scioglimento.
Una stagione con bilancio in positivo perché il ghiaccio, pur mantenendosi ben sotto la media di riferimento, ha fatto segnare una notevole ripresa rispetto al minimo storico della stagione estiva 2012, con un’estensione rimasta praticamente per tutto l’anno, ma soprattutto in queste ultime settimane comodamente dentro le due deviazioni standard.
E viene anche confermata la buona salute dei ghiacci Antartici:
In attesa di mettere il punto al Polo Nord, registriamo anche un altro anno in cui il ghiaccio marino antartico è rimasto saldamente sopra la media di riferimento, confermando un trend di segno opposto a quello del ghiaccio marino artico…
Nell’articolo di SD (Science Daily ndr) così come nel paper leggiamo che il ghiaccio marino antartico cresce nonostante il riscaldamento globale. Bene, il punto, nella fattispecie, è che il riscaldamento NON è globale, perché l’Antartide, fatta eccezione per Penisola Antartica che è però ben fuori dalle particolari condizioni ambientali del continente, NON si è scaldato.
E così, dopo oltre un decennio di stasi delle temperature, si registra un segnale di inversione nella riduzione dei ghiacci artici che da molti venivano dati per scomparsi entro pochi anni. Questa situazione confrontata con l’andamento della concentrazione della CO2 mostra un evidente disaccoppiamento che risulta incompatibile con una connessione causa effetto tra concentrazione di CO2 e aumento delle temperature:
L’andamento crescente della concentrazione della CO2
L’effettivo andamento delle temperature
La curva della CO2, se mai seguirà quella delle temperature, lo farà in ritardo, mostrando eventualmente che la CO2 liberata nell’ambiente è una conseguenza del riscaldamento e non la causa.
Sembra quindi che la CO2 si stia incamminando sulla buona strada per essere scagionata dall’accusa di essere la causa di disastri climatici e ambientali di ogni genere, ecco allora che in una specie di slancio persecutorio alcuni ricercatori cercano di dimostrare che se proprio non fosse colpevole sarebbe comunque complice di altri colpevoli. Un reato minore ma almeno più facile da dimostrare. Ed ecco così che viene pubblicato su Nature lo studio intitolato “Co-benefits of mitigating global greenhouse gas emissions for future air quality and human health” che mostra come la limitazione delle emissioni di CO2 possa portare alla contemporanea riduzione delle emissioni di altri inquinanti.
Lo studio è stato ripreso e pubblicato con un titolo decisamente fuorviante su Le Scienze che lo ha infatti presentato nel seguente modo: “Meno gas serra, meno morti, più salute“, lasciando così intendere che i gas serra siano la causa di danni alla salute e persino di decessi:
Centinaia di migliaia di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico potrebbero essere evitate ogni anno già a partire dal 2030 se si riuscisse ad abbattere le emissioni di gas serra nella misura auspicata dall’IPCC. E nei decenni successivi i benefici sarebbero ancora maggiori.
Nell’articolo si parla di cifre che vanno dalle 300.000 alle 700.000 vittime da qui fino al 2030 e dalle 800.000 agli 1,8 milioni fino al 2050, cifre che prendiamo per buone senza ulteriori approfondimenti. Solo a metà articolo si spiega comunque che la causa dei decessi non sarebbe la CO2 (che per essere letale dovrebbe essere in concentrazioni tali da causare soffocamento) ma gli altri inquinanti che spesso vengono emessi insieme alla CO2:
I vantaggi della riduzione della CO2 sono legati in primo luogo alla diminuzione degli altri inquinanti (come le polveri sottili e l’ozono) emessi in concomitanza con la produzione di gas serra…
E così l’innocua CO2, quella che emettiamo dai nostri polmoni ad ogni respiro, deve comunque essere perseguitata perché spesso “si accompagna” a frequentazioni poco raccomandabili.
I ricercatori che hanno pubblicato su Nature sembrano ignorare tutti quei dispositivi che eliminano le polveri sottili e gli altri residui della combustione, sembra che non abbiano mai sentito parlare di marmitte catalitiche delle auto e dei dispositivi che abbattono gli inquinanti nelle moderne centrali a carbone (sistema di bruciatori per la diminuzione degli NOx; denitrificatori; desolforatori; precipitatori elettrostatici che servono per realizzare l’abbattimento delle polveri).
Tra le cose che ci si sarebbe aspettati di vedere in questo inizio di XXI secolo nessuno avrebbe potuto immaginare la persecuzione di un gas naturale.
Forse un giorno la questione della CO2 e dell’AGW finirà sui libri di testo come esempio di cattiva scienza. Sarà il tempo a dirlo, e probabilmente non bisognerà neanche aspettare troppo.
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4 commenti
Più che come esempio di cattiva scienza mi auguro che finirà sui libri di storia a mo’ di barzelletta, tutta questa storia è veramente ridicola ( a livello scientifico, a livello politico-economico sappiamo bene i motivi che ci sono dietro a questa farsa )
Forse finirà davvero come barzelletta, ma per ora sono più le persone del Terzo mondo che la teoria dell’AGW fa piangere.
Comunque anche il Corriere del 19/9 ha ammesso l’uso ideologico che si era fatto dei dati allarmistici pubblicati in passato:
“un approccio meno ideologico, fondato su dati meno catastrofici e sul fatto che in questo secolo la temperatura media globale non è aumentata[…]
la temperatura media globale del pianeta non aumenta dal 1997[…]
la temperatura media non cresce da 17 anni e probabilmente non crescerà per altri quattro.[…] Sta insomma affermandosi un approccio meno ideologico, più fondato su metodologie di ricerca differenziate. Avere un quadro meno orientato dall’allarmismo a priori non può che essere positivo. Potrebbe spingere a politiche sul clima meno polarizzate e più realiste di quelle recenti.”
Nelle previsioni per il decennio dal 2007, si è passati da +0,2° a ben +0,05° C…
Vedremo cosa pubblicheranno a Stoccolma dal 27 in poi.
La data del 27 porterà gli ultimi dati e delle indicazioni di cui certamente ci occuperemo.
Restiamo quindi in attesa.