Psicopatici di Stato

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mit brain

 

Il MIT ha comunicato che sono stati avviati esperimenti finanziati dai militari per il controllo elettronico delle emozioni.

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Ogni giorno in media 22 reduci di guerra USA si tolgono la vita, la risposta sarebbe nel privarli delle loro reazioni naturali.

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Se la notizia non giungesse da una delle fonti più autorevoli del panorama scientifico internazionale andrebbe presa con le dovute cautele, ma essendo stata pubblicata il 29 Maggio 2014 sulla MIT Technology Review con il titolo “Military Funds Brain-Computer Interfaces to Control Feelings“, è bene occuparsene per approfondire di cosa si tratti.

Il ricercatore Jose Carmena, che ha lavorato sull’azionamento mentale dei computer impiantando elettrodi nei cervelli di scimmie, ha ricevuto la somma di 70 milioni di dollari per leggere e controllare le emozioni delle persone “malate”. Si comunica inoltre che l’agenzia DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) ha stipulato due contratti con il Massachusetts General Hospital e la University of California, San Francisco, per la realizzazione di dispositivi che consentano di “curare” sette disturbi mentali tra cui la depressione, dipendenze e disturbi borderline. Ma qualche riga sotto capiamo il perché dell’interessamento dell’US Army:

Gli Stati Uniti affrontano un’epidemia di malattie mentali tra i veterani, compresi i tassi di suicidio tre o quattro volte superiori a quelli di altri soggetti. Ma i farmaci e la psicoterapia sono di uso limitato, motivo per cui i militari si stanno rivolgendo ai dispositivi neurologici, dice Justin Sanchez, direttore del programma DARPA, noto come Subnet, Systems-Based Neurotechnology for Emerging Therapies.

I gravi disturbi da cui sono affetti i reduci di guerra degli Stati Uniti sono un problema che si tende a nascondere anche se non del tutto ignorato, come dimostra ad esempio l’articolo “Why suicide rate among veterans may be more than 22 a day” pubblicato dalla CNN lo scorso Novembre.

Esiste però anche uno studio per la riduzione dell’attività conscia nell’esecuzione di un compito, la tecnica nasce come mezzo per apprendere più velocemente o per mantenere più a lungo l’attenzione ma si basa sull’inibizione della corteccia prefrontale associata al pensiero conscio (e che quindi potrebbe essere impiegata anche per far agire i soldati come automi), se ne è parlato lo scorso 3 Giugno sul sito della BBC nell’articolo “Brain stimulation: The military’s mind-zapping project“:

McKinley e il suo team hanno aggiunto una cambiamento: dopo la stimolazione, usano tDCS  (Trans-cranial direct current stimulation ndr) in senso inverso per inibire la corteccia prefrontale dei volontari, che è coinvolta nel pensiero cosciente. Il giorno dopo la stimolazione, i volontari sono sottoposti ad un nuovo test. “I risultati che stiamo ottenendo sono fantastici”, dice McKinley.

La coscienza intesa come principio morale che guida le azioni umane è vista come un ostacolo per i combattenti del XXI secolo, un difetto da eliminare.

Neanche Heinrich Himmler avrebbe sperato di poter disporre un giorno di uomini così tra le sue Schutzstaffeln.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

24 commenti

  1. LawFirstpope on

    Poi qualcuno ti dice che la legge morale che l’uomo percepisce è solo un costrutto sociale derivato da un certo tipo di educazione.

    Io comunque vedo tanto riduzionismo anche qui…

    • Giorgio Masiero on

      Lei, LawFirstpope, scrive di “vedere tanto riduzionismo anche qui…”. Di questa presenza io invece non mi sono accorto. Potrebbe farmi un esempio? Grazie.

      • LawFirstpope on

        Certamente,
        Io in queste azioni, provvedimenti vedo la negazione di ogni aspetto metafisico della mente: non ci si chiede mai se i suoi disagi sono dovuti a una non corrispondenza tra l’agire e il “sentire morale” dell’uomo, ma questi [i disagi] diventano una semplice appendice eliminabile con la conoscenza delle leggi di causa-effetto, “prendi la pillola e tutto passa”.
        Spero di essermi spiegato, non sono un addetto ai lavori, purtroppo e quindi mi vorrà correggere, prof. Masiero, se ho detto qualche sciocchezza…

        Se ci fossero equivoci, con “qui” non intendevo “su CS” ma “in questi esperimenti”.

  2. Ogni giorno in media 22 reduci di guerra USA si tolgono la vita

    Prima che qualcuno ne approfitti per screditare tutto l’articolo, ma siamo sicuri di una simile statistica?
    Sarebbero circa 8000 militari all’anno!!! Quasi una divisione!
    Non sara’ al mese, o all’anno?
    Oppure sono “tentativi” di suicidio??
    Non me ne capacito.

    • Hai ragione Piero,si tratta di cifre sconvolgenti, se ogni cadessero sui campi di battaglia 22 sodati si parlerebbe di una guerra molto sanguinosa, invece si tende a nascondere questa realtà.

      Le cifre sono confermate da dati ufficiali del Governo:
      http://www.va.gov/opa/docs/suicide-data-report-2012-final.pdf

      Quel che colpisce è che il numero era già alto dal 1999 dove la cifra è di 20.
      Eppure in quel momento c’erano meno situazioni di guerra.

      • Quindi l’esercito americano ha perso (a casa) 8 divisioni in 10 anni?
        O_O
        mamma mia!! A questo punto, a che serve fare la guerra? E il Pentagono che dice?

        • Che bisogno c’è di nemici con una situazione come questa? Sembra proprio che il più temibile nemico siano loro stessi. Il Pentagono a quanto pare ritiene di non sbagliare nulla e che sia l’essere umano ad essere difettoso come combattente.

          • Resta da chiedersi pero’ PERCHE’ questo succeda, al netto delle passioni politiche…
            Voi dite perche’ combatterebbero una guerra per puri scopi commerciali? Ma perche’, cambierebbe qualcosa se fosse una “guerra di difesa”? Anzi, proprio di questo sono convinti la maggior parte dei militari.

            Per le atrocita’ che commettono (consci o non consci i loro superiori)? Ma perche’, quando i vietcong torturavano gli americani poi si suicidavano?

          • Giuste considerazioni Piero, mi viene da pensare che non si tratti solo delle atrocità della guerra, ma di un conflitto interiore che nei soldati occidentali si verifica a differenza di altri come ad es. i Vietcong o i quaedisti.
            In poche parole, se quello che si fa in guerra va fortemente in contrasto con quello che ha formato la propria moralità e i propri ideali, la psiche ne viene ferita in modo grave e a volte diventa insopportabile convivere con questa contraddizione. Se invece la violenza viene inserita e vissuta in un quadro non contraddittorio della persona, o addirittura ideologizzato per un “bene superiore”, allora le spinte autopunitive o comunque autodistruttive non vengono originate.
            Ovviamente è solo una mia ipotesi.

          • ma la “guerra tecnologica” l’hanno fatta per questo no?
            I droni ci sono per questo no?

            Non credo che i superiori istighino alla estrema ferocia nell’infierire sul nemico, non avrebbe nessun vantaggio tattico, anzi avrebbe lo svantaggio strategico di aizzare ancora di piu’ le popolazioni locali contro di essi.
            E poi diciamoci la verita’: gli episodi di ferocia hanno visto protagonisti pochi esaltati alla Tackleberry, che per lo piu’ poi non si sono affatto pentiti, tanto meno suicidati.
            Per quelli ci vuole lo strizzacervelli.

          • Io ci aggiungerei anche un fattore chimico: questi soldati sono imbottiti di sostanze fornite dall’esercito, vaccini particolari, farmaci per aggressività, potenza muscolare, resistenza alla fatica etc etc Non escluderei anche certe droghe, uranio impoverito etc.

            Insomma un cocktail chimico non certo innocuo a lungo andare.

  3. davvero inquietante questo articolo, se fosse possibile manipolare veramente la mente umana e le emozioni, riuscireste comunque a vedere l’uomo anche come essere “spirituale” e non solo materiale?

    • Buonasera davide,
      la manipolazione della mente umana renderebbe l’essere umano innaturale, se vogliamo sarebbe come reso prigioniero dentro il proprio corpo da un dispositivo, ma questo non ne cambierebbe la vera natura.
      Quindi direi che la risposta sia no, non cambierebbe la visione che ne abbiamo.

  4. Mh, che dire, parliamo ancora del problema antropologico “morale”, come afferma sempre il professor Pennetta.
    Vogliamo piantare elettrodi nel cervello di quattro soldatucci impazziti, oppure vogliamo piantarcela un attimo di bombardare e mettere in pessima luce internazionale paesi già di per sé abbastanza complessati . . . ?

    • Smettere di intervenire negli altri paesi stabilendo dall’esterno chi sono i buoni (da armare) e i cattivi (da bombardare) sarebbe un primo passo.

      • adesso pero’ non illudiamoci che i nemici (veri o presunti) dell’America siano dei santarellini. Se solo potessero metterebbero una testata nucleare in ogni citta’ degli USA e finirebbero a colpi di kalashnikov i pochi superstiti rimasti.
        Gli attentati sventati a vari livelli di organizzazione saranno parecchi al giorno…

        • Certamente dividere il mondo in buoni e cattivi sarebbe una semplificazione che non aiuta a capire.
          A mio parere applicherei un’interpretazione modernizzata del “cuius regio eius religio”, si chiama anche autodeterminazione dei popoli.
          Invece quali sono i risultati di 14 anni di guerra ad Al Quaeda?
          In Libia non c’era e adesso c’è.
          In Siria non c’era e adesso c’è.
          In Iraq non c’era e adesso domina.

          Agli islamici non importava più nulla di noi dal tempo dell’assedio di Vienna del 1683. Non sono santarellini, questo è sicuro, ma se si voleva una convivenza pacifica si è sbagliato quasi tutto.
          Ma non siamo ingenui, lo aveva detto Huttington che L’Occidente non avrebbe tollerato differenze culturali, servivano i conflitti lungo le linee di faglia, serviva lo “scontro di civiltà”.
          E adesso ce l’abbiamo lo scontro di civiltà.

          • Agli islamici non importava più nulla di noi dal tempo dell’assedio di Vienna del 1683

            Su questo non ci giurerei…
            http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3302
            Diciamo che il sentimento di rivalsa c’e’ sempre stato, alimentato dalla diversita’ di civilta’, ma ancor di piu’ da certo terzomondismo (fomentato anche, duole dirlo, da certa “Teologia della Liberazione”) e dall’Internazionale Socialista (basta vedere che ideologia di riferimento ha il partito Baath al potere li’).

            n Libia non c’era e adesso c’è.
            In Siria non c’era e adesso c’è.
            In Iraq non c’era e adesso domina.

            Certamente la storia non si fa con i se e con i ma, ma non possiamo escluderlo, in virtu’ del motto “il nemico del mio nemico e’ mio amico”.
            Il problema e’ complesso, e me la potrei cavare parafrasando Fermat, dicendo che ho la soluzione ma non ci sta nello spazio dei commenti di un blog, ma sarebbe una stupidata. 😀
            “Basterebbe” (e quanto pesa quel “basterebbe”) che tutti avessero la VOLONTA’ di trovare un accordo senza danneggiare gli altri.
            E’ questo il difficile.

          • Riprendo dal link:
            “Bill Clinton dopo l’11 settembre. Clinton sosteneva, infatti, che gli islamici non avevano mai dimenticato l’oltraggio loro inflitto dalle Crociate. Discorso analogo fece Gad Lerner in suo libro di qualche anno dopo”

            Bene, se lo hanno detto questi due campioni del pensiero umano si può stare certi che è una panzana!

            Confermo che a nessun islamico gliene importava niente delle crociate (le hanno pure vinte loro!) è che a Clinton faceva comodo metterla sulla religione per nascondere i veri motivi del conflitto.

  5. Da gente che si esprime così ci si può aspettare di tutto:

    Obama:
    “La nostra possibilità di formare l’opinione pubblica mondiale ha contribuito a isolare immediatamente la Russia”. E poi ha continuato il discorso parlando di propaganda russa…

    Sempre lui, l’immarcescibile:
    “L’America rispetto al resto del mondo non è mai stata così forte. Gli Stati Uniti sono pronti a usare la forza militare unilateralmente. L’America è l’unica nazione insostituibile. La domanda per l’America non è se essere un leader, ma essere leader in nome di cosa? Non solo per il bene della nostra tranquillità e il nostro benessere, ma per diffondere la pace e la prosperità in tutto il mondo. L’America è obbligata ad essere leader nel mondo. Oltre a noi nessun altro può esserlo. Io credo nell’eccezionalità dell’America, con ogni fibra della mia anima. Ci rende eccezionali non la nostra capacità di calpestare il diritto internazionale, ma la prontezza di realizzarlo”.

    Dal manuale di Psichiatria di A.V. Snezhnevsky, alla voce “parafrenia”. Diagnosticata più di cento anni fa dallo psichiatra tedesco Emil Kraepelin:
    “Sindrome parafrenica. Una condizione che unisce una fantastica mania di grandezza a deliri di persecuzione. I pazienti si dichiarano potenti della Terra e dell’Universo. Nelle loro mani si trova il destino del mondo e dell’umanità; dal loro desiderio, dipende il fatto se ci sarà la guerra o il benessere eterno. Parlando del proprio potere, usano fantasiosi e grandiosi paragoni. Tipicamente, i pazienti non cercano di argomentare le loro dichiarazioni, in quanto per loro l’indiscutibilità delle loro asserzioni è ovvia”.
    (Da un articolo di Dmitry Kiselev)

    Ancora neolingua in azione: seminano morte e distruzione, calpestando il diritto internazionale, muniti di propaganda mondiale per loro stessa ammissione, e si definiscono paladini della libertà, portatori della pace, prosperità e diritto!

    Bè, altro che psicopatici di Stato!

    • Ciao frank, nel discorso di Obama ho provato a sostituire “America” con “Germania” e a immaginare un tono più da anni ’30, il risultato è impressionante.
      Anche di quell’altro personaggio si afferma comunemente che fosse un pazzo (argomento certamente riduttivo), ma all’epoca nessuno avrebbe osato dirlo. Come oggi.

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