Studi sull’omogenitorialità: guida per i (giustamente) perplessi

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Il Gender avanza a furia di paradigmi che non sono scientificamente confutabili.

Ancora una volta una serie di prese di posizione e di studi a favore della teoria si dimostrano essere dei pregiudizi.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente articolo di Andrea Pinato che tratta degli studi di genere e delle prese di posizione che vanno diffondendosi riguardo la questione.

Gentile direttore,

Il 17 maggio scorso si è celebrata la giornata nazionale contro l’omo-bi-trans-fobia. L’informazione ne ha dato ampio risalto; il dibattito sulla stepchild adoption, nuovi diritti e omogenitorialità si è riacceso. Fra i molti articoli che ho avuto modo di leggere navigando sul web questo mi ha particolarmente colpito per il titolo: Gli studi sull’omogenitorialità: una guida per i perplessi, di Giuseppina La Delfa ex presidente di Famiglie Arcobaleno. Io gran parte degli studi li ho letti: ero e rimango molto, molto perplesso. Vediamo perché.

Ridefinizione della genitorialità

            Il primo documento che ho letto è stata Carta Etica Famiglie Arcobaleno1

“La maternità si basa su tre pilastri: i geni, la gestazione, e l’adozione. Ma tutti i figli del mondo per essere figli davvero devono essere adottati psichicamente dai loro genitori: nessuna genetica e nessuna gravidanza farà di te una madre se non hai adottato il bimbo che porti in grembo e che nasce da te”(carta etica Famiglie Arcobaleno)

Colpisce l’enfasi sulla “adozione psichica”, quasi a voler dire che se lo immagino e lo desidero allora concepisco un figlio. E’ un cambiamento di paradigma antropologico epocale che spezza l’identità e le radici dei figli in favore “dell’adozione psichica” degli adulti e nega l’importanza di offrire due figure genitoriali complementari quali maschio e femmina. Questa tesi ormai non è solo sostenuta da Famiglie Arcobaleno, ma si sta pian piano insinuando nella politica, fra gli intellettuali e i professionisti della comunicazione.

E’ una tesi antropologica che percorsa interamente porta inevitabilmente ad affermare che

“.. Esiste invece il diritto a non essere discriminati. E se la capacità biologica di fare figli non è più l’unico criterio per la genitorialità, la legge ha il dovere di non istituire discriminazioni all’accesso che non siano giustificate da serie ripercussioni sul minore.” 2

(articolo blog stradeonline)

 

Questo clima culturale avrà come logica conseguenza la rimozione di ogni cautela e perplessità etica sulla fecondazione eterologa, l’utero in affitto e la rimozione della figura di padre e madre.

“La festa della mamma e la festa del papà, che diverse realtà educative territoriali hanno da tempo abbandonato, è un rituale educativo che perpetra le premesse di una sola forma di relazione famigliare possibile, inserendosi quindi nell’insieme delle pratiche sociali che dalla più tenera età vanno a strutturare il pregiudizio eterosessista ed omofobico.” 3

(lettera agli educatori del gruppo di psicologi che segue Famiglie Arcobaleno)

 

“Sì, perché poi ci sono grosse spese mediche, soprattutto negli Usa, spese legali, compensi d’agenzia. Però non è una scelta solo per super ricchi. C’è chi fa un mutuo… Certo non è per tutti e questa è un’ingiustizia. Idealmente, secondo me, dovrebbe essere una cosa sostenuta dallo Stato, dalla mutua, ma so di parlare di sogni.” 4 (intervista a Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti realizzata da Barbara Bertoncin)

Ridefinizione dell’omofobia

Eterosessista e omofobo è la nuova epitome che viene appiccicata ad ogni voce dissenziente: nessuna ragione viene concessa a chi dissente argomentando. Questa negazione delle ragioni si spinge fino in territori in cui razionalità, logica e metodo scientifico dovrebbero farla da padrona.

Nello studio del 2015 Italian Validation of Homophobia Scale HS 5 di Ciocca e alt. omofobo non è solo chi per ignoranza, paura, odio ha preconcetti irrazionali sugli omosessuali. No, fa alzare anche l’indice omofobico chi si oppone con le proprie ragioni a questo cambiamento.

Vediamo infatti come è fatta questa scala di valutazione dell’omofobia e quale sia il focus della ricerca.

Si tratta della validazione6 di un questionario tramite test statistico coefficiente alfa cronbach. Validazione non significa che la definizione è oggettiva in assoluto: significa che i ricercatori hanno in testa una certa idea di omofobia, costruiscono un questionario a scala likert, individuano sotto aree della omofobia, sottopongono il test a un campione poi calcolano il coefficiente cronbach per capire se gli item afferenti a una certa area indagata sono coerenti.

domande critiche del questionario impiegato:

  1. I gay meritano quello che ricevono. E’ ambigua e sotto intende chissà che. Ve lo immaginate un test di “cattofobia” che chiede se “i cattolici meritano quello che ricevono?
  1. Mi piace stare in compagnia dei gay. Non si capisce per quale motivo se rispondo 3 (opinione neutra sulla scala likert) il mio indice omofobico debba alzarsi. Non giudico il godimento della compagnia di una persona in base a chi va a letto con chi.
  2. Il matrimonio tra omosessuali è accettabile. Ecco, ci siamo. Per matrimonio io intendo matrimonio. Con adozione, con reversibilità, con stepchild. Senza contare il fondamento giuridico reale del matrimonio su cui non mi dilungo. Ma se sono contrario il mio indice omofobico si alza.
  3. Penso che non ci si possa fidare di una persona omosessuale. La mia risposta è 3, neutro. Non misuro l’affidabilità di una persona dai suoi gusti sessuali. Ma, ancora una volta, l’opinione neutra alza l’indice omofobico.
  4. Le organizzazioni che promuovono i diritti dei gay sono necessarie. Io conosco solo Famiglie Arcobaleno che auspica la retribuzione della gestazione per altri e il compenso per il commercio di gameti1 Per tacer del Circolo Mario Mieli di cui diffido solo pensando a chi è intitolato.

 

C’è poi una considerazione di tipo qualitativo (per carità, non quantitativo: io da solo non faccio campione statistico). Il mio indice omofobico è 26 sono proprio le domande 3) e 5)  farmi discostare dalla media nazionale.

Non picchio nessuno, non insulto nessuno, però quando discuto di queste cose mi danno dell’omofobo. Non ho fatto corsi di “educazione sessuale, affettiva” ma rispetto tutti.

La media nazionale è poco sopra 22. Forse la ricerca stessa (campione realmente random, ampio, statisticamente significativo!) prova che in realtà non esiste un’emergenza omofobia?

I 70 studi

La principale fonte di raccolta degli studi sul benessere dei figli di coppie omogenitoriali è il What We Know Project7 della Columbia Law School. Il board di questo portale web è composto da militanti pro LGBT principalmente specializzati in diritto e “nuovi diritti”. Un’altra raccolta di studi, parzialmente sovrapponibile per titoli, è proposta dal sito di Famiglie Arcobaleno 8 .

E’ da questa lista, con integrazioni fatte nel 2015, che si è partiti per arrivare al corpo degli studi consegnati ai Senatori della Repubblica il 9 febbraio 2016.

Partiamo dal portale del What We Know. Prima di leggere gli studi (o, meglio, gli abstract) è bene soffermarsi sulla pagina in cui indicano criteri di raccolta ed eventuali criticità.

La prima, più evidente, è sul campionamento statistico. I campioni sono piccoli, non randomizzati (ne riparlerò più avanti), costruiti usando il reclutamento volontario nel mondo dell’associazionismo LGBT. Queste criticità sono parzialmente ammesse nello stesso portale.

Un’altra criticità è che sono pochi gli studi longitudinali (quelli che seguono negli anni la crescita dei ragazzi). Ma quella più grande e non immediatamente percepibile a una frettolosa lettura, è a chi vengono somministrati i test psicometrici: rispondono gli adulti sul benessere dei ragazzi. Ragazzi spesso in età adolescente e preadolescente all’epoca in cui i genitori sono stati sottoposti ai test.

Ora diamo una occhiata alla lista degli studi consegnata ai Senatori su cui farò una cernita basata su questo criterio:

Verranno presi in considerazione solo gli studi che riguardano il benessere dei ragazzi.

Qui è in gioco il benessere dei ragazzi: poco importa se cresce l’autostima, cala l’omofobia interiorizzata, se il desiderio genitoriale sia di stessa intensità fra etero e omo. No, prendiamo in esame solo gli studi che si concentrano esclusivamente sul benessere dei ragazzi.

Per gli scettici basta cliccare sul link e potete esaminare per conto vostro la lista completa e valutare se la mia cernita è stata quantitativamente corretta.

Cosa succede alla lista dopo la cernita e che caratteristiche ha:

  1. da 70 si passa a 24 studi favorevoli, 4 contrari
  2. in 15 studi viene dichiarata l’età dei figli: in 9 casi si tratta di preadolescenti (meno di 12 anni)
  3. in uno studio italiano l’età media dei figli è 28 mesi, in un altro (non lo dichiarano ma lo leggeremo) è di 40 mesi.
  4. Inevitabilmente rispondono i padri sul benessere dei figli (ed è ai genitori  infatti che vengono somministrati i test psicometrici) e questa è una costante negli studi pro LGBT
  5. gran parte degli studi non ha campioni di controllo
  6. solo in 10 casi si ha un campione con più di 50 membri di cui 4 con 100, 1 con 130, 1 con 315 e 1 con 500; quello di 500 è di Sullins D. P. ed è randomizzato ovvero estratto da un campione di 200.000 bambini dal database National Health Interview Surveys (NHIS) e fa parte degli studi contrari
  7. quante di queste ricerche interrogano figli ormai adulti? 0, ovvero zero.
  8. Quante di queste ricerche hanno come focus principale se e come la negazione delle proprie origini, il prender coscienza di come sono stati concepiti, la mancanza di una figura genitoriale maschile o femminile abbia loro causato un disagio? 0, ovvero zero
  9. Quante di queste ricerche considerano come unico fattore di rischio lo stigma sociale? 24, ovvero tutte quelle favorevoli.

Come è fatta una ricerca tipo: lettura di uno studio italiano

            La scelta è Lesbian Mother Families and Gay FatherFamilies in Italy: Family Functioning, Dyadic Satisfaction, and Child Well-Being 9 2015, di Biaiocco et alt. E’ evidenziata in verde ( verde: particolarmente significativa) nella lista consegnata ai Senatori e compare anche fra gli studi selezionati dal What We Know Project.

  • Focus

verificare se il funzionamento familiare, l’adattamento diadico 10 e il benessere psicologico e sociale dei bambini allevati da genitori omosessuali è differente dai bambini allevati da genitori eterosessuali.

  • Il campione statistico

40 famiglie omogenitoriali di cui 32 di Famiglie Arcobaleno, 8 indicate dalla stessa associazione Famiglie Arcobaleno, 40 famiglie eterosessuali come campione di controllo. Un campione così costruito  viene detto di “convenience sampling”: è una pratica comune in statistica, tuttavia quando questa metodologia viene applicata alla psicometria 11,  il rischio di Bias, ovvero pregiudizio o preconcetto nel rispondere è alto. Nella tabella consegnata ai Senatori la provenienza del campione statistico non è indicata e questo è significativo: ma chi ha avuto la pazienza di leggere direttamente le ricerche o tutti gli abstract inseriti nel What We Know Project sa che questa è prassi comune fra gli studiosi pro LGBT quando devono comporre i campioni statistici 12 . Il tasso di mancata adesione alla ricerca è 85% famiglie etero contro 66%13

fig.1s

Figura 1

  • La metodologia

Somministrazione questionari autovalutativi ai genitori

  • Questionari

Dyadic Adjustment Scale Short Form DAS-7

The Family Adaptability and Cohesion Evaluation Scale FACES IV

Aree soddisfazione di coppia e funzionamento familiare

Emotion Regulation Checklist ERC

The Strengths and Difficulties Questionnaire SDQ

Area interazioni e benessere psichico prole

  • Risultati

 

Figura 2

            Alcuni commenti:

 Non c’è dubbio, i risultati fra famiglie etero e omo sono assolutamente analoghi. Hanno la stessa capacità genitoriale e vien da chiedersi se non sia la stessa che si avrebbe con un campione di bambini cresciuti dai nonni o da zii premurosi. Questa è una costante implacabile degli studi eseguiti in tutti questi 30 anni: non ci aiutano a capire cosa succederà quando quel cambiamento di paradigma di genitorialità fluida, senza radici sarà completo.

Questo, lo ribadisco, non è mai oggetto di ricerca. Ce lo dicono anche Baiocco et alt:

“Keywords Child health .Same-sex parent family .Gay parent family . Lesbian parent family . Sexual stigma”

“Due to Italian culture and its social sexual stigma regarding nonheterosexual identities

and same-sex families we hypothesize higher levels of peer relationship problems reported by LG parents”

“However, as already underlined, same-sex couples in Italy have to face several prejudices as well as feelings of rejection due to cultural and religious influences.”

 

Se ci sono problemi è sempre e solo correlato allo stigma sociale. Se poi esista questo stigma e in cosa consista è un problema tutto da discutere: stigma per i ricercatori è anche il solo semplice fatto che io non accetto l’introduzione di un matrimonio egualitario? E’ accettabile definire così lo stigma? Si può definire un indice scientifico di livello di stigma?

Bias in Recruited Sample: i campioni di convenienza e influenza sui risultati.

Abbiamo visto che la gran parte degli studi pro LGBT usano campioni reclutati. La risposta tipica a questa obiezione è la difficoltà di intercettare le coppie omogenitoriali specie in quei paesi in cui non vi è un riconoscimento legale. E’ certamente vero per il caso italiano e non stupisce quindi che la ricerca di Baiocco et alt. costruisca il suo campione appoggiandosi all’associazione famiglie arcobaleno. Ma ove la legislazione è favorevole e il matrimonio egualitario riconosciuto da tempo i ricercatori sono più prudenti nella costruzione dei campioni? Pare di no e porto due esempi:

Anna Leddy, Nanette Gartrell & Henny Bos (2012): Growing Up in a Lesbian

Family: The Life Experiences of the Adult Daughters and Sons of Lesbian Mothers

questo è uno studio longitudinale focalizzato sui figli di famiglie omogenitoriali in età adulta. Come è stato costruito il campione? Parlano i ricercatori:

“This study consists of an open-ended questionnaire administered via the Internet to individuals 18 years or older N = 35 (35 partecipanti!).

Participants were solicited through advertisements posted on the online

networking Web site Facebook (www.facebook.com), and through flyers

posted throughout the University of California Berkeley campus.”(il sottolineato è mio)

Nel 2012. E non credo ci sia da aggiungere altro. E gli studi recentissimi? Aprile 2016:

Bos, H. M. W., Knox, J. R., van Rijn-van Gelderen, L., Gartrell, N. K. (2016). Same-Sex and Different-Sex Parent Households and Child Health Outcomes: Findings from the National Survey of Children’s Health

lasciamo parlare ancora gli autori:

“Methods: Parental and child characteristics were matched for 95 female same-sex parent and 95 different-sex parent households with children 6 to 17 years old. One parent per household was interviewed by telephone. Multivariate analyses of variance and multiple linear regressions were conducted.”

Intervista telefonica al genitore 1, che risponde sulla coppia anche per il genitore 2 oltre a rispondere sul benessere dei figli 1, 2, 3,..,n.

Fatte queste doverose puntualizzazioni passiamo al “bias”.

E stato indagato l’effetto del “bias”? Effettivamente si. Lo studio che propongo,

Bias in Recruited Sample Research on Children with Same-Sex Parents Using the Strength and

Difficulties Questionnaire (SDQ) 2015 Paul Sullins, non compare nella lista consegnata ai Senatori e  analizza criticamente studio uno Crouch (evidenziato in verde nella lista consegnata ai senatori, quindi indicati come particolarmente significativi).

L’autore si concentra sui risultati del questionario psicometrico SDQ15 applicato ad un campione ampio, random estratto dal National Health Interview Survey e li confronta con i risultati dello studio Crouch ottenuti da un campione di convenienza.

Le conclusioni sono:

“Conclusion: Evidence suggests strong bias resulting in false positive outcomes for parentreported SDQ in recruited samples of same-sex parents.”

Mi preme evidenziare che non è tanto la critica al singolo studio ad essere rilevante, quanto la critica alla metodologia. Ad essere sotto esame è l’uso dei “convenience sampling” nell’ambito della psicometria ed invito i lettori a verificare quanti studi adottino questa tecnica di campionamento statistico.

Dimmi cosa chiedi e ti dirò dove vai a parare.

Gli strumenti statistici sono fondamentali in queste ricerche: di uguale importanza sono però anche i questionari psicometrici e la loro scelta fra quelli a disposizione.

Nel leggere i titoli che vengono citati negli articoli giornalistici bisogna sempre esercitare la massima cautela nell’accettare i risultati proposti e chiedersi “che domande hanno fatto”, “cosa hanno realmente indagato”?

Un esempio è il già citato Growing Up in a Lesbian Family: The Life Experiences of the Adult Daughters and Sons of Lesbian Mothers.

Cosa hanno chiesto, quale il focus?

  • What do the adult daughters and sons of lesbian mothers perceive as the most positive aspects of being raised in a lesbian family?
  • Do they believe that society discriminates against lesbians?
  • How did their peers react to learning about their lesbian family?
  • Were they stigmatized because of their mothers’ lesbianism?
  • What mechanisms did they employ to cope with the stigma they faced?

 

Se chiedono gli aspetti positivi è lecito aspettarsi che indaghino anche quelli negativi. Questo aspetto invece non è nel focus: ampio spazio viene dato però allo stigma sociale.

Prima di chiedersi se sia scientifico tale modo di procedere viene da chiedersi se sia onesto. Quante volte nei giornali affermano che ci sono “centinaia di studi”? Quante volte si legge “sono anche più di 70!”

Ma lo studio più significativo per capire la mentalità che pervade certi ricercatori in bilico fra attivismo e ricerca è questo: The Rainbow Families Scale (RFS): A Measure of Experiences Among Individuals with Lesbian and Gay Parents Charlotte J. Patterson et alt. 2011

Qui i ricercatori avevano carta bianca: si sono costruiti il loro test psicometrico da zero perché, come affermavano,

“Still, there are gaps in the literature regarding social experiences specific to offspring of lesbian and gay parents.”

 

vediamo la scelta degli item da indagare per costruire il questionario:

Factor Loadings for the Adulthood Subscale of the RFS. Item


Teachers regarded me differently

Thought about family’s queerness

Others teased me

Easy to talk about parent

Difficulty telling romantic partners

Nervous bringing new friends over

Closer to my parents

Hid evidence of L/G parent

Lifelong friends

No one to talk to

Nervous about harassment

Did not have to follow norms

Kept parent’s sexuality secret

Parent’s sexuality embarrassed

Comfort in L/G community

Family faced threats

Uncomfortable talking to parents

Had to protect my family

Others judged my family

Had to be on best behavior

Did not know families like mine

Sensitive to other minorities

Stressful family gatherings

Questioned my sexuality

Participated L/G community

Feel good about how I was raised

Accepting of sexual minorities

Difficult childhood

Missed not having nuclear family

HIV concerns

Struggles

Friends not allowed to visit

Pressure not to be L/G

Hanno fatto la loro scelta.

Il “gap da colmare” in letteratura riguarda UNICAMENTE la socializzazione e lo stigma. Se sia mancato ai ragazzi avere due figure genitoriali complementari, maschio e femmina, se e in che modo il non conoscere le proprie origini, la propria identità, li abbia influenzati o abbia recato loro disagio o sofferenza questo non era il gap da colmare16.

Parlano gli esperti (e mi danno ragione)

Naturalmente in chi legge può sorgere il dubbio che le mie argomentazioni siano dettate unicamente da una omofobia malcelata. Quella che propongo ora è la lettura di alcuni passi significativi di una intervista al dottor Lombardo Alessandro, presidente dell’ordine dei psicologi Piemonte,  rilasciata al blogger Niccolò Carradori.

L’intervista ha il sobrio titolo Basta stronzate: l’Ordine degli psicologi su “utero in affitto” e famiglie arcobaleno

Figura 3

Ecco i passi significativi:

domanda:

 Cosa vi ha spinto a prendere una posizione ufficiale in merito ai presunti disturbi psicologici a cui i figli di coppie omosessuali andrebbero incontro? La recente presentazione del dossier al Senato per la discussione della Cirinnà?

risposta:

 Diciamo non in particolare. Con l’ordine del Lazio siamo in stretta collaborazione, e conoscevamo da tempo il contenuto del dossier che sarebbe stato presentato al Senato: da diverso tempo stiamo lavorando sulle questioni LGBT, e visto che vengono tirati in ballo presunti danni psicologici quando si parla di figli cresciuti in famiglie omogenitoriali noi ci teniamo a rettificare che le evidenze degli studi smentiscono queste ipotesi.

Quindi il dottor Lombardo Alessandro è stato direttamente coinvolto nella preparazione del dossier inviato ai Senatori, conosce gli studi. Ma ecco il punto cruciale:

domanda:

Passando infine al dibattito sull’utero in affitto e della maternità surrogata—che comunque riguarda in modo trasversale sia famiglie etero che famiglie omogenitoriali—pensa che la situazione sia più complicata? Potrebbero esistere delle problematiche legate al modo in cui il bambino—o comunque quelli che vengono chiamati “cryokid”— ha coscienza di essere stato concepito e all’impossibilità di risalire a una parte della propria storia? Perché è l’altro grande tema di cui si sta discutendo dopo il caso Vendola.

risposta:

Io sul tema della maternità surrogata ho dei dubbi, sono in una posizione di sospensione. Però partiamo dai dati. In Italia è vietata, ma la situazione in altri paesi è molto variegata e lascia da pensare: in Canada e negli Stati Uniti le normative sono molto particolareggiate, c’è una contrattazione economica ma la donna è tutelata. In altri invece, come ad esempio l’Ucraina, ci sono meno tutele e il lato economico può prevalere, con tutto quello che può comportare.

 

Resta poi la questione dell’identità del donatore, anche quella molto variegata: io non sono in grado di esprimermi in merito agli eventuali problemi che una situazione del genere può comportare, ed è lì che nascono i miei dubbi—può darsi che ci siano eventuali problematiche legate alla particolarità della nascita, e al fatto che comunque il bisogno di individuare le proprie origini è una componente molto forte dell’essere umano.

Faccio fatica, però, a pensare che proibire sia la soluzione: io credo che ci sia da interrogarsi in modo approfondito per trovare una soluzione consapevole. Tenendo presente appunto che non sono sicuro sia possibile legiferare riguardo a quello che viene fatto in un paese straniero. Sono temi che son vent’anni che son lì, e stanno scoppiando adesso, questo forse è il problema.

 

Dopo 30 anni di studi non è in grado di esprimersi! Vale la pena ripeterlo e incorniciarlo, gridarlo ogni volta che si sbandierano i 70 studi, ogni volta che si parla di utero in affitto ed eterologa, ogni volta che ci dicono che siamo omofobi, ogni volta che si difende la famiglia naturale, vale la pena ricordarlo a intellettuali, giuristi, associazioni LGBT, vale la pena tenerlo a mente e ricordarlo ai politici che prenderanno decisioni di esiziale importanza culturale:

1 http://www.famigliearcobaleno.org/it/associazione/statuto-e-carta-etica/

2 http://stradeonline.it/diritto-e-liberta/1866-adozioni-e-maternita-surrogata-ottimi-genitori-cattivi-regolatori

3 Festa del papà e della mamma, che problema c’è? http://www.famigliearcobaleno.org/it/news/news50/

4 Intervista a Tommaso Giartosio, Famiglie Arcobaleno http://www.unacitta.it/newsite/intervista.asp?id=2209

5 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4599558/

6 I fondamenti statistici per la costruzione di scale psicometriche. Pietro Giorgio Lo vaglio

7 http://whatweknow.law.columbia.edu/

8 la rassegna originale è stata curata dalle dottoresse Silvia De Simone e Jessica Lampis dell’Università degli Studi di Cagliari le integrazioni effettuate nel 2016 sono curate dalla dr.ssa Paola Biondi

9 ARTICLE in SEXUALITY RESEARCH AND SOCIAL POLICY: JOURNAL OF NSRC · FEBRUARY 2015

Impact Factor: 0.87 · DOI: 10.1007/s13178-015-0185-x

10 l’adattarsi, il venire in contro e relazionarsi alle esigenze del compagno

11 da Wikipedia: la psicometria è il campo di studio della teoria e della tecnica della misura in psicologia, incluse la misura della conoscenza, delle abilità, degli atteggiamenti e delle caratteristiche della personalità.

12 riporto solo due esempi, ma potrei farne altri cinquanta volendo: ACHESS – The Australian study of child health in same-sex families: background research, design and metholodgy 2012  Recruitment: Initial recruitment will involve convenience sampling and snowball recruitment techniques that have been successful in other survey-based Australian studies of same-sex attracted populations including the Work, Love, Play Study and the Lesbian and Gay Families Study [59,60]. This will include advertisements and media releases in gay and lesbian press, flyers at gay and lesbian social and support groups, and investigator attendance at gay and lesbian community events. Discussion pieces and interviews with mainstream media outlets will help target families not engaged with the gay and lesbian community, as well as rural and remote families. Primarily recruitment will be through emails posted on gay and lesbian community email lists aimed at same-sex parenting. This will include, but not be limited to, Gay Dads Australia and the Rainbow Families Council of Victoria. Any parent over the age of 18 years, who self-identifies as being same-sex attracted, lives in Australia, and has children under 18 years of age will be eligible to participate in the study. Children aged ten years or over will also be asked to complete a questionnaire.

Growing Up in a Lesbian Family: The Life Experiences of the Adult Daughters and Sons of Lesbian Mothers Anna Leddy a , Nanette Gartrell a & Henny Bos 2012 Recruitment: Participants were solicited through advertisements posted on the online networking Web site Facebook (www.facebook.com), and through flyers posted throughout the University of California Berkeley campus

13 è difficile pensare che tale differenza sia a causa di un pregiudizio verso gli sperimentatori: Baiocco è responsabile di 6 come 6, SERVIZIO DI CONSULENZA SULL’ORIENTAMENTO SESSUALE E IDENTITÀ DI GENERE, partecipa a numerosi convegni pro LGBT ed è fra i firmatari del documento pubblicato sul portale di Famiglie Arcobaleno in cui si denuncia lo “strutturamento del pregiudizio eterosessista ed omofobico attraverso la celebrazione di Festa del Papà e Mamma” di cui si è già parlato.

15 www.sdqinfo.com

16 questo è il questionario finale: Section One

The following questions refer to your experiences growing up with a lesbian or gay parent. Please

read each statement and decide how strongly you agree with it in consideration of your daily experiences

growing up with a lesbian or gay parent.

  1. My teachers regarded me differently than other students because of my parent’s sexuality.
  2. I thought about my family’s queerness.
  3. Others teased me because of my parent’s sexuality.
  4. It was easy to talk to my teachers / administrators about my family.
  5. I had difficulty telling my romantic partners and significant others about my parent’s sexuality.
  6. Bringing new friends home to meet my family for the first time made me nervous.
  7. I was closer to my parents than my friends were with their heterosexual parents.
  8. My childhood friends who knew about my parent’s sexuality have proven to be lifelong friends.
  9. When I was growing up, I had no one to talk to about my feelings concerning my parents.
  10. When I was growing up, I felt nervous that I may face harassment due to my parent’s sexuality.
  11. I felt like I did not have to fit into gender norms.
  12. When I was growing up, I felt comfortable in the gay community.
  13. My family faced verbal and / or physical threats because of my parent’s sexuality.
  14. I felt uncomfortable talking to my parents about my concerns regarding gay / lesbian harassment.
  15. When I was growing up, I felt like I had to protect my family with regards to issues about sexual

orientation.

  1. People judged my family because of my parent’s sexuality.
  2. I felt like I had to be on my best behavior because my parent’s sexuality placed us under constant

scrutiny.

  1. I didn’t know many other families with gay or lesbian parents.
  2. Because of my parent’s sexuality, I was sensitive to the difficulties faced by other minorities.
  3. Extended family gatherings (holidays, weddings, etc.) were stressful because certain relatives

do not / did not accept my parent’s sexuality.

  1. My parents participated in the queer community.
  2. When I look back on my childhood, I feel good about how I was brought up.
  3. My childhood was more difficult than most because of my parent’s sexual orientation.
  4. I missed not having one mom and one dad.
  5. HIV was a concern for me and my family.
  6. My parent’s sexuality caused struggles for me.
  7. I had friends whose parents did not allow them to come over to my house because of my parent’s

sexuality.

  1. I felt pressure NOT to be lesbian or gay when I was younger.

Section Two

The following questions refer to your current feelings about and experiences with your family. Please

read each statement below and decide how strongly you agree with it in consideration of your current

feelings about your family.

  1. I continue to feel nervous that I may face harassment due to my parent’s sexuality.
  2. I feel fortunate to have been raised outside of the “norm.”
  3. I worry about telling romantic partners and significant others about my parent’s sexuality.
  4. I worry that my parents face harassment and discrimination and do not tell me.
  5. Today, I feel comfortable and at home in the gay community.
  6. I am anxious when introducing friends to my gay / lesbian parents for the first time.
  7. My parent’s sexuality embarrasses me.
  8. Because of my family, I have grown to understand romantic relationships better than most people.
  9. Because of my family, I am open and accepting of all types of diversity.
  10. I feel comfortable talking with my friends about my parent’s sexuality.
  11. Due to the stress of living in a minority family, I feel like my family has come to be particularly close.

Note sull’autore: mi chiamo Andrea Pinato. Non sono laureato in psicologia o psichiatria ma in ingegneria meccanica.

Ho iniziato a leggere questi studi circa sei mesi fa. Il perché l’ho fatto è inusuale: sono un lettore di  Tempi.it; un commentatore assiduo, favorevole al matrimonio egualitario e alla gestazione per altri secondo legislazione canadese, iniziò a postare i titoli di questi studi. Ogni volta che io sollevavo un dubbio lui mi citava un altro titolo e io andavo a leggerlo. Siamo andati avanti così per mesi ed a un certo punto ho voluto leggere anche tutti i documenti pro LGBT.

Volevo comprendere, anche dal punto di vista umano, tutto: perfino la scelta della gestazione per altri che io, credo sia chiaro, non condivido nemmeno a titolo assolutamente gratuito.

Probabilmente vorrete sapere se sono pure cattolico: si, lo sono, anche se il più improbabile e “adulto” che ci sia.

Comunque ho preso la scala omofobica, trasformata in “cattofobica” e ho fatto il test: sono più cattofobico (33) che omofobico (26). Sembra uno scherzo17, però è una cosa su cui riflettere quando si pretende di definire scientificamente l’omofobia.

17

Scala Italiana Omofobia di Ciocca et alt.: Scala Italiana Cattofobia di Andrea Pinato:
1 I gay mi rendono nervoso.

2 I gay meritano quello che ricevono.

3 Per me l’omosessualità è accettabile.

4 Qualora scoprissi che un amico è gay metterei fine alla nostra amicizia.

 

5 Penso che gli omosessuali non dovrebbero lavorare con i bambini.

6 Rivolgo commenti offensivi ai gay.

7 Mi piace stare in compagnia dei gay.

8 Il matrimonio tra omosessuali è accettabile.

9 Rivolgo commenti offensivi quali “frocio” o “finocchio” a persone che sospetto siano gay.

10 Non mi importa se i miei amici sono gay o eterosessuali.

11 Non mi infastidirebbe venire a sapere che un mio amico stretto è omosessuale.

12 L’omosessualità è immorale.

13 Derido e prendo in giro i gay.

14 Penso che non ci si possa fidare di una persona omosessuale.

15 Temo che gli omosessuali facciano avance sessuali nei miei confronti.

16 Le organizzazioni che promuovono i diritti dei gay sono necessarie.

 

17 Ho danneggiano proprietà di persone gay, ad es. “ho graffiato con le chiavi” le loro macchine.

18 Mi sentirei a mio agio se avessi un gay come compagno si stanza.

19 Picchierei un omosessuale se cercasse di sedurmi.

20 Il comportamento omosessuale non dovrebbe essere punibile.

 

21 Evito i gay.

22 Non mi disturba vedere due omosessuali insieme in pubblico.

23 Quando vedo una persona gay penso “Che spreco”.

24 Quando incontro qualcuno cerco di capire se è gay.

25 Ho relazioni consolidate con persone che sospetto siano gay.

1 I ciellini mi rendono nervoso

2 I cattolici meritano quello che ricevono

3 Per me il cattolicesimo è accettabile

4 Qualora scoprissi che un amico è ciellino metterei fine alla nostra amicizia

5 Penso che i preti non dovrebbero lavorare con i bambini

6 Rivolgo commenti offensivi ai ciellini

7 Mi piace stare in compagnia dei preti

8 La castità prima del matrimonio religioso è accettabile

9 Rivolgo commenti offensivi quali “pedofilo” o “bigotto” a persone che sospetto siano cielline

10 Non mi importa se i miei amici sono cattolici o atei

11 Non mi infastidirebbe venire a sapere che un mio amico stretto è ciellino

12 La chiesa è immorale

13 Derido e prendo in giro i ciellini

14 Penso che non ci si possa fidare di una persona ciellina

15 Temo che i ciellini mi invitino a scuola di comunità

16 Le organizzazioni che promuovono il diritto alla vita contro l’aborto sono necessarie

17 Ho danneggiano proprietà di persone cattoliche, ad es. “ho graffiato con le chiavi” le loro macchine

18 Mi sentirei a mio agio se avessi un prete come compagno si stanza

19 Picchierei un prete se cercasse di battezzarmi

20 L’obiezione di coscienza sul matrimonio gay non dovrebbe essere punibile

21 Evito i ciellini

22 Non mi disturba vedere un prete predicare in pubblico

23 Quando vedo un Memores Domini penso “Che spreco”

24 Quando incontro qualcuno cerco di capire se è ciellino

25 Ho relazioni consolidate con persone che sospetto siano cielline

 

Punteggio: 1 assolutamente d’accordo 2 d’accordo 3 neutro 4 contrario 5 assolutamente contrario

Come calcolarlo:

·          Invertire i punteggi delle domande 1, 2, 4, 5, 6, 9, 12, 13, 14, 15, 17, 19, 21, 23, 24, 25 (es: 1=5, 2=4, 3=3, 4=2, 5=1).

·          Fare la somma e sottrarre 25 al totale: 100 è omofobia massima, 22,54 media italiana

·          Sottoarea disagio: somma (dopo le inversioni!) punteggi domande1, 2, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 22 poi sottrai 10. 8,15 media italiana

·          Sottoarea aggressività: somma (dopo le inversioni!) punteggi domande 12, 13, 14, 15, 17, 19, 21, 23, 24, 25 poi sottrai 10. 8,08 media italiana

·         Sottoarea ignoranza: somma (dopo le inversioni!) punteggi domande 3, 8, 16, 18, 20, poi sottrai 5. 6,31 media italiana

 

 

 

 

 

 

 

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73 commenti

  1. A questo punto resta da chiarire sei il “reato di opinione” che si voleva introdurre nella famosa legge contro l’omofobia sia incostituzionale ( ved. articolo 21 della Costituzione). O meglio, quali scenari possibili si possono immaginare se al posto di opinioni (diritto sancito in qualunque stato libero) si censurino dati di carattere scientifico?
    Esempio banale: c’è il rischio di essere accusati di omofobia se scientificamente si dimostra che due omosessuali non possono procreare? E’ forse la scienza omofoba? Oppure la scienza odia gli omosessuali? O peggio, dobbiamo accusare la natura di omofobia?

    • luigi mojoli on

      Sì. La natura (umana) è omofoba perché non permette la procreazione tra omologhi. No. La scienza non è omofoba perché porrà riparo permettendo di tutto e di più. Però mi fa paura (la scienza) perché da ragazzino ho letto sette manuali di sessuologia. Ne ho ricavato quarantanove anni di confusione.
      Per fortuna la natura pone termine ai suoi errori, tra cui il sottoscritto.
      Dovete sbrigarvela tra di voi, e non vi invidio.

  2. Luisa Fontana on

    Da cattolica devo dire che certe trattazioni a me ricordano quelle dei settori tradizionalisti che volevano escludere le donne dai ruoli di responsabilità, vuoi per motivi storici o “biologici”. Tutte quelle argomentazioni ovviamente caddero in un sacco vuoto ed oggi non farebbero altro che strappare un sorriso a chi le leggesse. Sono infatti convinta che se quest’articolo, ed altri di questo tono che ho avuto occasione di leggere in questo blog, sopravvivessero al passare del tempo, tra venti, trenta o quarant’anni strapperebbero quello stesso sorriso a chi li leggesse.

    • Buon giorno Sig.ra Fontana, potrebbe gentilmente fornire un esempio degli articoli di cui lei parla?
      PS probabilmente tra 20 o 30 anni saranno gli articoli pro gender a fare lo stesso effetto che fanno oggi quelli di propaganda stalinista o nazista. Non lo dico da cattolico.

      • ‘PS probabilmente tra 20 o 30 anni saranno gli articoli pro gender a fare lo stesso effetto che fanno oggi quelli di propaganda stalinista o nazista’….
        Spero tanto che abbia ragione gentile Prof. Pennetta; lo spero tanto ma la mia paura è che “l’orizzonte degli eventi’ sia stato inesorabilmente superato

    • C’è da dire che ha molto più senso parlare dei legami della biologia col fare e col crescere i bambini, che col guidare la macchina o dirigere un’azienda….

    • Andrea Pinato on

      “L’omofobia e la transfobia peggiore è non prevederci, dare per scontato cose e situazioni che scontate non sono! E chiedere al ragazzo se ha la fidanzata senza pensare che magari sogna un altro principe come lui.”

      E già sentirmi chiamare omofobo perché non mi viene naturale e istintivo chidere “hai la morosa?” non mi fa ridere.

      Ecco invece cosa mi fa piangere:

      “Oggi mi insorgo a nome dei bambini che questi discorsi fallaci intendono proteggere. Chi difende i diritti del bambino che è differente? I diritti del bambino che ama indossare il colore rosa? Della bambina che sogna di sposarsi con la sua migliore amica? I diritti del bambin* queer, frocio, lesbica, transessuale, transgenere? Chi difende i diritti del bambino di cambiare genere se lo desidera? I diritti del bambino alla libera autodeterminazione del genere e della sessualità? Chi difende i diritti del bambino a crescere in un mondo senza violenza sessuale, senza violenza di genere?”

      Tratto da Articolo di Beatriz Preciado* pubblicato su Libération (Francia) il 14 gennaio 2013, traduzione di Sara Garbagnoli, dottoranda in Sociologia alla Sorbona di Parigi

      Capito Luisa? Bambini queer trans froci etc. Ma un minimo di prudenza da parte di psicologi e sociologi no eh?

      Bambini, con psiche ancora in formazione. Vuoi il corso obbligatorio “prego e’ tutto normale” o un minimo di prudenza e amore verso i ragazzi?

      Luisa, credo che la vera differenza fra te e me e’ che io ho cercato di capire fino in fondo cosa dicono certi psicologi e attivisti.

      Per la cronaca i passi citati sono di G. La Delfa articolo Huffington post per la giornata 17 maggio contro omofobia.

      Io inizialmente non volevo scrivere a Pennetta: ho scritto a Lucia Annunziata direttore Huffington post pregandola di dare spazio alla voci non dico contrarie, ma ALMENO a quelle che chiedono prudenza e buon senso.

      L’assenza di qualsiasi replica dalla redazione dell Huffington Post per me è già una risposta che dice tutto.

    • @Luisa
      dal suo commento il cattolicesimo sembra una corrente politica e filosofica che viaggia con i tempi, a mio avviso invece il cattolicesimo ha a che fare con la realtà, che se ne frega di qualsiasi tempo moda e opinione, a questo proposito legga il primo commento in alto di JONIOBLU1.

      • ‘ il cattolicesimo sembra una corrente politica e filosofica che viaggia con i tempi’…. piaccia o meno sembra essere proprio così (e da non credente la cosa mi addolora sempre più ogni giorno)… basti pensare a certi preti alla Don Aldo Antonelli o Don Alessandro Santoro (e mi fermo qua unicamente per non rischiare il ban totale da questo blog).
        Buona giornata

          • Ok, ma gli incaricati di portare avanti Vangelo e Tradizione avrebbero il dovere di redarguire i suddetti, non i partecipanti al ‘Family Day’.

          • ma gli incaricati di portare avanti Vangelo e Tradizione avrebbero il dovere di redarguire i suddetti, non i partecipanti al ‘Family Day’.

            Oh ptresti cominciare da Roma a ricordarlo ai suddetti! (e ci vediamo nel plonk!) 😉

          • @PIERO: Perdonami l’irriverenza ma credo che a questo punto sia indispensabile un intervento diretto dai ‘piani alti’.
            E lo spero sinceramente.
            Buona nottata.

  3. andrea pinato on

    E vorrei aggiungere una cosa: se ho sbagliato una citazione io al massimo rischio una presa in giro su FB.

    Se a Pennetta e’ sfuggito un dettaglio prima di pubblicarlo invece rischia la gogna: del senso della lettera, dello sguardo di insieme di come certi psicologi e attivisti si pongono e agiscono non rimarrà nulla.

    Io di questo coraggio e fiducia posso solo essere grato.

    @PinatoAndrea

  4. Sì, grazie molte a Pinato per il prezioso lavoro: siamo messi molto peggio di quanto immaginassi.
    Il futuro non è già scritto, non dipende da analogie più o meno azzeccate con questioni passate e di solito è pieno di sorprese. In Occidente stanno imponendo l’ideologia gender, ma l’Occidente sta per essere sommerso dal resto del mondo che questa ideologia non la può vedere, più facile quindi che tra alcuni decenni si rida di questa ideologia piuttosto che di coloro che oggi le si oppongono (si pensi anche al caso recente del socialismo-comunismo, era considerato “progresso” e il futuro avrebbe dovuto essere solo suo…).

  5. Giuseppe Cipriani on

    Che volete farci? Io sono nato ottimista…
    Se è la biologia a farla da padrone, come pensate voi e la penso anch’io, che cosa temete?
    Sta bene che si denuncino certe affermazioni demenziali, soprattutto quelle che riguardano i bambini, ma da lì a figurarsi un’apocalisse del sesso xx e xy (o di quel caspita che intendete voi) ne corre… Certe paure mi danno l’idea della mancanza di logica, frutto anch’esse di un lavaggio di cervello profondo prodotto dagli antigender che ingigantiscono il “mostro” (ho in mente certi spottoni che fanno a pugni con l’intelligenza di base).
    Forza, coraggio, l’ho scritto in passato e lo riscrivo: il mondo andrà avanti alla stessa maniera di sempre, fra cento anni si discuterà di questo e di quello che volete e nulla del sesso che porta alla riproduzione coi crismi sarà andato perduto… Così la penso, dichiaro e sottoscrivo.

    • Anche io credo nell’Amore e in tante altre belle cose, devo quindi starmene in parte ad attendere? La denuncia di ciò che si crede vero è doverosa altrimenti si è colpevoli quanto quelli che sbagliano.

    • Le faccio solo una domanda Sig. Cipriani: le piacerebbe che a qualcuno dei suoi nipotini alla scuola d’infanzia praticasse ‘il gioco del dottore’ ?
      In caso affermativo, allora comprendo il suo ottimismo….
      Buona giornata.

    • Se anche non fosse evidente la mutazione antropologica che viene veicolata con il gender, mi unisco a Davide e aggiungo: se la lotta fosse anche solo per evitare che nascano bambini orfani programmati (utero in affitto), non sarebbe questo già un fatto abbastanza grave e non ne varrebbe la pena?

      • In tutta sincerità credo che il dott. Mengele, tra un turno e l’altro nelle miniere infernali di Belzebù, non potrà che compiacersi di aver trovato negli ‘stimatissimi’ medici del Tavistock, allievi così degni.
        Mentre i deliri dei vari ‘intellettuali’ che parlano di ‘bambini queer’ (o transgender) non fanno che portarmi alla mente ‘i volenterosi carnefici di Hitler’, magistralmente descritti dalla Arendt.
        Ecco perchè, gentile Sig. Cipriani, non me la sento affatto d condividere il suo ottimismo.

  6. ‘visto che vengono tirati in ballo presunti danni psicologici quando si parla di figli cresciuti in famiglie omogenitoriali noi ci teniamo a rettificare che le evidenze degli studi smentiscono queste ipotesi.’…
    Quindi secondo il dottor Alessandro Lombardo non ci sarebbero sostanziali differenze tra figli di famiglie eterogenitoriali e i ‘figli’ di ‘famiglie omogenitoriali’…. right ?

    • andrea pinato on

      Dimmi cosa chiedi e ti dirò dove vai a parare.

      Io ho tagliato tantissimo. Non ho parlato del filone “niente padre e madre, ma figura di contenimento e accoglimento interscambiabile”.

      Puro gender non verificato e validato con test psicometrici. Sempre che si possa farlo, perché queste affermazioni grondano di scientismo.

      Non ho trovato ricerche specifiche sui figli dell’utero in affitto: non sanno nemmeno che madre gli e’ stata negata: quella biologica o quella gestante?

      Non ho parlato della genitorialità condominiale descritta da Chiara Lalli in un suo libro sulle nuove famiglie.

      Non ho riportato un testo che è stato cancellato dal sito di FA di Giartosio sempre sul filone condominiale.

      Capacità genitoriale e’ propria anche di zii e nonni che tirano su figli orfani. Ma zii e nonni rimangono e sui possibili rischi della omogenitorialita io non vedo ancora certezze scientifiche che li escludano.

      Qui è il concetto di genitore, di maschio e femmina che viene distrutto.

      E poiché non è naturale e istintivo questo nuovo paradigma per farlo accettare devono entrare nelle scuole e inculcarlo fin dall’asilo. Non sono lezioni di scienze ma “il quarto d’ora di rieducazione”

      La cosa che mi fa sonoramente incazzare e’ che loro lo sanno che è così. Loro collaborano con le associazioni lgbt e sanno benissimo cosa intendono per “contrasto all’omofobia”. Lo sanno benissimo e scrivono le letterine sull’etero sessismo che struttura pregiudizi. Lettera inviata anche agli educatori dei nidi.
      Mi viene in mente Mario Mieli: non esiste etero, ma criptochecche. Quindi io non sono etero, ma diversamente omosessuale. l’omosessualità diventa norma, l’etero sessualità eccezione.

      E mi fa incazzare che scrivano ai senatori ma quando la delfa scrive nel già citato articolo

      “ma anche la copulazione naturale, è una costruzione sociale che cambia costantemente nel tempo e nello spazio

      stanno zitti.

      Danno autorevolezza scientifica a queste associazioni, dicono che il gender non esiste e fanno passare in cavalleria queste boiate.

      Vogliono intervenire da esperti nel dibattito pubblico?

      Lo facciano, ma con scienza e coscienza, con amore per la verità fino in fondo.

      • È che pensavo di aver inteso che tu avessi citato il dott. Lombardo per nulla favorevole alle ‘famiglie arcobaleno’ e poi invece riportavi quel comunicato in cui contraddiceva quanto detto poco sopra.
        Quindi i casi sono due:
        1-) O è un sintomo dell’Alzheimer precoce
        2-) O ho letto male e frettolosamente il testo.

        • andrea pinato on

          Lui è favorevole alle tesi pro lgbt.

          Il fatto è che a furia di parlare viene fuori quello che pensano veramente ma non hanno il coraggio di dire chiaro e tondo.

          Hai presente la Miriano che incalza e il tizio che risponde “mamma e’ solo un concetto antropologico?”

          L’ultima schizofrenia l’ho trovata oggi: sul sito di FA c’è un comunicato ass. Culturale pediatri.

          Sviolinata pro stepchild, ma poi si palesa il problema: non ci sono evidenze sullo stato di salute globale (quindi anche psichico) degli ADULTI cresciuti in famiglie omogenitoriali. Giusto tre righe annegate in una lenzuolata prolgbt.

          Ecco perché mi fanno arrabbiare!

          • Comprendo appieno la tua arrabbiatura, che alla fine è lo stesso identico senso di sconforto che mi prende praticamente ogni giorno, esattamente la stessa cosa che proverei se le strampalate teorie della ‘Flat Earth Society’ venissero prima spacciate per scienza e progressivamente accettata da una fetta crescente della popolazione occidentale; ovviamente accusando di ‘piattofobia’ chi, come noi, cercherebbe invece di portare prove ed argomentazioni in favore della sfericità terrestre.
            Credimi anche a me tutta questa continua e massiccia propaganda LGBT che non si limita più ai giornali e alla TV, ma oramai sta invadendo anche il mondo dell’editoria per ragazzi (hai presente Frozen e Star Wars ?) non fa che ricordarmi sempre più l’angosciante mondo di ‘1984’ descritto da Orwell.
            Ma come il protagonista Winston Smith, dobbiamo cercare di reagire, dobbiamo vivere la nostra vita nel miglior modo possibile; crearci degli interessi, degli amori, degli obiettivi da inseguire e sopratutto permettere il meno possibile ai nostri nemici di avvelenarci in continuazione la nostra esistenza, non solo faremmo unicamente il loro gioco ma siete voi stessi cattolici a ricordarmi che buttare la vita in questo modo è forse il più grande torto che si potrebbe fare a Dio Padre Onnipotente.
            Mi rendo conto che è abbastanza facile digitare queste parole su una tastiera ma quando poi parlare una deputata spagnola di si sente una parlamentare spagnola di ‘bambini con vagina e bambine con il pene’ (e soprattutto vedere i suoi colleghi applaudirla invece di internarla con un TSO d’urgenza) ci si rende poi pienamente conto di quanto sia difficile metterlo nella pratica; ma dobbiamo farlo per noi stessi e per mantenere una necessaria lucidità mentale.
            PS: En passant, ma hai notato che in ‘1984’ la famiglia serviva unicamente per fornire le nuove leve al partito e che in ‘Mondo Nuovo’ di Huxley tale concetto è del tutto inesistente ? Chissà forse non c’entra nulla, forse il mio cervello si sta sempre più spappolando dall’Alzheimer precoce, ma in questi ultimi tempi riesco fare a meno di notare un inquietante parallelismo tra queste distopie e il virulento attacco che si sta conducendo contro la famiglia.
            Buona notte.

      • Caro Andrea, se volessi fare degli altri articoli con le parti che hai tagliato sarò felice di pubblicarlo.
        Intanto ti informo del fatto che questo sta avendo moltissime letture e viene rilanciato molto su FB e Twitter.
        Grazie a nome di tutte queste migliaia di persone.

  7. Di recente ho letto un libro intitolato “Paper Genders” di Walt Heyer, un “ex transessuale” che spiega le ragioni del “sentirsi” di un sesso diverso dal proprio e cosa c’è dietro questa moda di far cambiare sesso alle persone. La triste verità è che la maggior parte dei trans continua a star male anche dopo l’operazione, per il semplice motivo che il loro problema non è quello di essere nati nel corpo sbagliato. Molti di loro arrivano persino a suicidarsi, ma di queste cose non si parla. I dati vengono nascosti, o si dà la colpa del loro disagio alla discriminazione. E per quello che riguarda i “bambini queer” penso semplicemente che tutti quelli che mettono le mani sui bambini, sia dal punto di vista fisico che pscologico, andrebbero rinchiusi in una gabbia con un paio di leoni affamati dentro.

    • luigi mojoli on

      Lei è molto cattiva: prima affama quei poveri leoni e poi li avvelena.
      Forse è OT ma io ricordo quando Aldo Busi sostenne in televisione che i bambini che non hanno avuto esperienze omosessuali con adulti “non sanno cosa si perdono”. Nessuno disse niente. Storia vecchia: rapporto paideutico.
      Non vedo la modernità, ma è un limite mio.

      • Evidentemente non sei un ‘progressista’ ma solo un retrogrado oscurantista medievale…. esattamente come lo sono io.

      • Ti faccio presente che sulla pagina di Wikipedia dedicata a Busi non compare nulla di ciò….. sicuro che lo abbia veramente affermato o si tratta di una ‘leggenda metropolitana’ ?

  8. Giuseppe Cipriani on

    Trovo, in tutta sincerità che sia molto vero sostenere:

    “La maternità si basa su tre pilastri: i geni, la gestazione, e l’adozione. Ma tutti i figli del mondo per essere figli davvero devono essere adottati psichicamente dai loro genitori: nessuna genetica e nessuna gravidanza farà di te una madre se non hai adottato il bimbo che porti in grembo e che nasce da te”

    Viene detto chiaramente che “la maternità si basa su tre pilastri: i geni, la gestazione, e l’adozione”.
    Davvero è così, e vien detto. Non si negano geni e gestazione, si aggiunge l’adozione… Altro vero pilastro.
    .
    Trovo fuorviante e davvero malefico sostenere:
    .
    “Colpisce l’enfasi sulla “adozione psichica”, quasi a voler dire che se lo immagino e lo desidero allora concepisco un figlio. E’ un cambiamento di paradigma antropologico epocale che spezza l’identità e le radici dei figli in favore “dell’adozione psichica” degli adulti e nega l’importanza di offrire due figure genitoriali complementari quali maschio e femmina.”
    .
    Quando mai? Davvero una madre biologica che non accetta il figlio che porta in grembo, non lo adotta, potrà essere madre biologica ma non madre completa. Dove sta il problema? Come si fa a sostenere che si tratta di “un cambiamento di paradigma antropologico epocale”?
    Mi pare che non si neghi l’importanza di offrire due figure genitoriali… Non leggo questo in quella sacrosanta affermazione.
    .
    Ammetto che il mio giudizio si basa su quelle uniche righe riportate, che avrei anche lasciato perdere, tanto sono ovvie. Solo che l’enfasi con cui sono state contestate mi ha disturbato… “cambiamento di paradigma antropologico epocale”, della serie analoga agli spottoni che vogliono terrorizzare i genitori che hanno figli a scuola che ti partono al mattino maschi e ti tornano alla sera femmine… Ma fatemi il piacere, va!
    .
    “Cambiamento di paradigma antropologico epocale” solo perché si è detto, scontatissimo, che una è madre solo se adotta psichicamente il frutto del concepimento che gli cresce in pancia, il figlio che sarà suo davvero solo se sarà convinta di accettarlo in toto… Mah!?

    • Ma tutto questo affanno a sostenere una questione che riguarda lo 0,3 % della popolazione a te che dice?
      Il cambiamento epocale io e molti altri lo vediamo e tu non lo vedi, pazienza.
      Il Candid di Voltaire in confronto a te era uno smaliziato.
      .
      PS non hai risposto sugli orfani programmati. Sei d’accordo?

      • Giuseppe Cipriani on

        Ancora non hai inteso, Enzo, che io sono per padri e madri che generano i propri figli in modo del tutto naturale?
        Quante volte dovrò ripetere che persino il desiderio di adozione di una coppia etero, se è parossistico (egoistico), non lo considero del tutto giusto? Figuriamoci tutto il resto… Ma il mondo è vario, e l’ingenuo sarei io.

        • E’ proprio in quel “il mondo è vario” che sta tutta la differenza.
          E’ fuori luogo su questo argomento come lo sarebbe stato nel ’38 dire di fronte alle leggi razziali “il mondo è vario”…
          NB i veri discriminati e danneggiati in questo caso sarebbero i bambini orfani programmati.

          • Giuseppe Cipriani on

            Intendevo dire che non posso pretendere che tutti la pensino come me, Enzo. Sei tu che con le crociate alla don Chisciotte o alla viva il parroco perdi credibilità… Soprattutto quando non ti rendi manco conto di quel che avevo scritto giudicando la reazione eccessiva a quel passo sacrosanto.
            Sarebbe interessante sapere da te se il concetto di adozione psichica del concepimento da parte di una madre è o non è importante… Sai quante donne violentate non hanno nemmeno voluto vedere il bambino che hanno partorito proprio per la mancanza di quell’adozione? Questo intendeva quel passo e questo intendo io, ma tu preferisci glissare sui contenuti per portare avanti la battaglia generale contro il gender, a rischio di far passare passaggi poco equilibrati come quello dell’epocale. Dai, su, per una volta ammetti che sei fuori tema.

    • andrea pinato on

      Ma certo che e’ un cambiamento epocale.

      Chi va negli usa si giustifica così.

      Ma le coppie che intraprendono il percorso dell’adozione pensi che non adottino psichicamente? Pensi che non siano pronte ad accogliere?

      Guarda che a loro viene detto che non basta. C’e’ un cammino fatto di assistenti sociali, visita a casa.. etc.etc.

      Non è loro diritto ottenere l’adozione in virtù di una adozione psichica.

      E il resto del codice etico da cui estraggo il passo lo hai letto? Hai seguito il link? Per te è tutto ok e liscio?

      • Giuseppe Cipriani on

        Ho scritto che mi sono limitato a giudicare la esagerata reazione a quel passo che reputo del tutto giusto nei contenuti.
        Io credo che certe lotte avranno credito se passeranno attraverso giudizi equilibrati.

    • Dunque, l’omosessualità nel mondo greco romano, prima dell’avvento del cristianesimo era ampiamente diffusa e tollerata; fu solo dopo l’avvento del cristianesimo che gettò ampio discredito su chi la praticava, condannando comunque anche la pratica della pedofilia anche questa fino ad allora tollerata.
      In altre culture e civiltà, che non riguardino il mondo occidentale non ne sono al corrente; posso comunque essere ragionevolmente certo che mai e poi mai si sia parlato, prima d’ora, della presunta esistenza di ben 58 generi sessuali, mai e prima d’ora si è parlato di ‘bambini transgender’ (faccia pure una googlata con ’58 generi sessuali’ o con ‘transgender children’ e vedrà che non le compare nessun sito di stampo cristiano integralista, anzi), mai prima d’ora si è discussa (ed approvata) una legge che consentirà di avere ‘bambini con la vagina e bambine con il pene’ a discapito dell’opinione dei loro genitori (e ciò non fa che ricordarmi il sistema vigente a Sparta nel quale i bambini a 7 anni venivano sottratti al controllo dei genitori ed affidati alla città stato)…
      Ancora non mi sembra che nel blog del prof. Pennetta siano mai comparsi terrorizzanti ‘spottoni’ che vogliono terrorizzare i genitori…… ma bensì critiche serie e ben argomentate contro la delirante e criminale (per il semplice fatto di coinvolgere i bambini già nella più tenera età) teoria gender che già da sola farebbe acqua da tutte le parti semplicemente analizzandola con un minimo di raziocinio e senso critico, senza scomodare psicologi, biologi e pediatri.
      PS: se veramente reputa di livello così scadente il blog del prof. Pennetta, cosa lo frequenta a fare ?
      Intendiamoci, liberissimo di frequentarlo ed intervenire come e quando lo ritiene più opportuno; solo che personalmente giudico il mio tempo troppo prezioso per sprecarlo in una cosa che a mio modesto avviso la ritengo di mediocre qualità.

      • Giuseppe Cipriani on

        Gli spottoni non li ha prodotti Pennetta, mai detto.
        Se frequento le discussioni è perché ritengo siano di livello, e se per me c’è qualche stonatura lo dico. Come nel caso dell’esagerata critica al concetto di adozione psichica che è sacrosantemente vero. Sa quante donne abortiscono proprio per questa mancanza? A far l’amore e a concepire son state capaci, la biologia le ha supportate, ma a portare avanti la gravidanza non son state capaci abbastanza (e non sindaco sui motivi). Senza dimenticare quelle che partoriscono e il figlio manco vogliono vederlo (penso alle vittime di stupro che possono legittimamente avere una reazione di rifiuto).
        Dunque non divaghiamo troppo, questo criticavo: considerare una stronzata gender sostenere l’importanza dell’adozione psichica, che vale anche per il maschio padre, naturalmente. E scusate se è poco.

        • Concordo che sia abbastanza facile trovare su qualche sito di cristianesimo integralista gli ‘spottoni’ di cui parla e le riconosco il pieno diritto di critica, comunque argomentate, al Prof. Pennetta su posizioni che lei ritiene di non condivide….
          prendo quindi atto di averLa frainteso, almeno in buona parte e,
          oltre a cospargermi umilmente il capo di cenere per questo, non posso che prenderlo come un preoccupante segno di una demenza senile precoce che temo mi stia prendendo il cervello.
          Spero che concorderà con me comunque che altrettanti esempi eclatanti di ‘spottoni’ di propaganda LGBT si possono trovare a iosa, e praticamente ogni giorno, non sui bollettini del circolo Mario Mieli, ma su quotidiani che hanno la pretesa di essere seri, prestigiosi e autorevoli come “Il Corriere” e “La Repubblica”; tanto per fare alcuni nomi.
          Relativamente all’adozione affettiva posso darle pienamente ragione; un figlio alla fine è solo di chi lo cresce !!!.
          E’ mia opinione comunque che mentre un figlio non possa mai essere considerato come un diritto egoistico preteso da chicchessia, quanto piuttosto il frutto di un atto d’amore tra due persone di sesso diverso, viceversa OGNI BAMBINO deve avere il diritto di crescere, per quanto possibile, con un un riferimento paterno e materno (al limite anche adottivo) , essendo diverse e complementari le due figure… non con un ‘genitore1’ e ‘genitore2’.
          Ammetto che questa mia opinione sia da considerarsi ‘omofoba’ (qualsiasi cosa questo termine della neolingua voglia significare); pazienza magari avrò la fortuna di poter incontrare di persona il Prof. Pennetta (o qualcuno altro conosciuto virtualmente in questo blog) nella stanza 101 del Ministero dell’Amore, ma non sarà certo questa la motivazione per la quale cambierò opinione.
          Prima di augurarLe un’ottima giornata, gentile Sig. Cipriani, mi permetta di chiederLe di accettare le miei più sincere scuse se qualche volta l’ ho offesa scrivendo che i suoi occhi sono foderati con fette di prosciutto spesse almeno 10cm; Le prometto che non accadrà più in futuro.
          Solo che mi chiedo sinceramente per quale ragione non riesce la visualizzare la portata di tutti questi cambiamenti epocali che stanno avvenendo attorno a noi e dei quali ‘la teoria gender’, pur essendo un aspetto parziale, ne costituisce comunque parte integrante e decisamente importante…… a volte mi viene da chiederLe quali sono gli IP che usate su Alpha Centauri 🙂
          Ancora vivissimi auguri di buona giornata.

          • @Davide,
            quando ci incontreremo nella stanza 101 avrò il piacere di conoscerti di persona, sai che chiacchierate con Winston!
            Certo che i topi daranno un po’ fastidio ma che vuoi che sia… 😀

  9. Non capisco l’esigenza di volere essere percepiti a tutti costi come non-omofobi. Affermare che il matrimonio tra due persone non è accettabile è discriminante. Se il motivo per cui non si accetta quel matrimonio è riconducibile all’orientamento sessuale di queste due persone mi sembra logico che si tratti di omofobia.

    • Nessuna omofobia Elena.
      Il termine “matrimonio” deriva da “mater monium” o secondo altri da “mater munus”, in ogni caso si può rendere con “incarico di essere madre”.
      La biologia mi insegna che con due maschi (XY) o due femmine (XX) non è possibile adempiere al compito di diventare madre.
      Ora poniamo il caso che una persona con orientamento sessuale “omo” si accoppi con l’altro sesso il termine “matrimonio” sarebbe appropriato, e allora dov’è l’omofobia?
      Come vede l’orientamento sessuale non c’entra niente (anche una lesbica può essere madre o un gay padre, purché si accoppino con sesso opposto), c’entra molto invece la biologia.

    • E non far pilotare ad un cieco l’aereo su cui tu sali, cos’e’, “ciecofobia”?

    • andrea pinato on

      Matrimonio e’ matrimonio.

      Con annessi r connessi.

      Se e’ matrimonio la questione genitorialità non puoi farla fuori.

      Senza contare il fondamento giuridico.

      Se tu basi su articolo 2 “formazioni sociali” e il paradigma “l’amore crea una famiglia” allora potrei sposarmi con la squadra di calcetto. Come lo misuri l’amore? Perché dovresti negarmelo?

      Sei squadradicalcettofobica?

      • Giuseppe Cipriani on

        La questione genitorialità non puoi farla fuori…
        Dovrò dirlo a Carlo e Bruna che non si sono mai sposati e che pure hanno fatto tre figli ormai grandi…

        • C’è un errore logico in questa tua affermazione.
          Qui si afferma che nel “matrimonio” la questione genitorialità non puoi farla fuori, nessuno ha invece detto che se c’è genitorialità non puoi fare a meno del matrimonio.

          • Giuseppe Cipriani on

            Pensavo fosse la solita puntata bigotta…
            Adesso ho inteso. Dunque non fuori del matrimonio, ma fuori del sistema tradizionale di concepire. Sono d’accordo!
            Chiedo scusa.

          • Che dire… fino ad Novembre 2014 non ritenevo fosse necessario dire il fatidico ‘sì’ davanti ad un sacerdote o a un ufficiale di stato civile per amare veramente una persona…..
            poi l’8 Dicembre 2014 fui io a chiedere ufficialmente la mano alla donna che adesso è la mia dolcissima moglie.

            PS per Cipriani: spesso e volentieri rimarco la mia posizione ateistica unicamente per non essere tacciato a torto di bigottismo.

    • Ma cosa vorrebbe significare ‘omofobia’ ?
      Facendo una rapida analisi etimologica significa ‘paura dell’uguale’…. Non so se se ne rende conto.

      • Osservazione molto giusta, concordo che “omofobo” è chi ha paura dell’uguale, etimologicamente il termine esatto sarebbe “omosessuofobo”.
        Ma in una comunicazione di massa e spiccia è un termine troppo lungo, un po’ come il nome “Massimiliano” in “Ricomincio da tre”.

    • andrea pinato on

      Elena, mi sono scordato di rammentarti che in parlamento c’è il ddl Scalfarotto sull’omofobia pendente.

      Sai come ho trovato la ricerca di Ciocca et alt.? Al mio affezionato interlocutore che continuava a darmi dell’omofobo avevo chiesto la definizione scientifica di omofobia.

      La risposta che mi ha dato la conosci.
      O questa, o quella proposta da G. La Delfa.

      A te quale piace?

  10. Cacciatrice di stelle on

    Il punto 15 della checklist omofobia e il suo parallelo cattofobico. Sto ancora ridendo, grazie, davvero 😀 😀

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