La morte di Charlie Gard sarà un razionale atto politico. Inizia ufficialmente il post-umano.

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La sentenza omicida che condanna il piccolo Charlie Gard è un atto politico e come tale va affrontato.

La società del post umano si presenta  col suo volto ferino senza più bisogno di maschere.

La decisione della Corte europea dei diritti umani è che Charlie Gard, un bambino di meno di un anno, essendo nato il 4 agosto 2016, deve smettere di essere alimentato e deve morire perché non esiste al momento una possibilità di guarigione dalla sua malattia. Inutile l’opposizione dei genitori e la raccolta di oltre un milione di sterline per tentare una terapia alternativa negli USA, come riporta in un articolo con chiara sintesi Federico Cenci.

L’ostentata indifferenza della politica, del mondo della cultura e di ogni persona o soggetto di un qualche rilevanza, sono anch’essi messaggi inequivocabili. A fugare ogni possibile dubbio la vicenda parallela del cane “Iceberg” per la cui salvezza dalle leggi danesi ha smosso una “gara di solidarietà”.

 

Le due notizie messe a confronto sul medesimo quotidiano (La Stampa) rendono con immediata chiarezza e sintesi l’idea di una società che nell’animalismo ha equiparato uomini e animali per abbassare i primi al livello dei secondi, Charlie deve essere trattato come un cucciolo di cane che il veterinario sopprime non perché la morte è comunque imminente o per le grandi sofferenze (il caso dell’eutanasia), ma perché pur potendo vivere non può guarire, e al ‘padrone’ così non serve.

Il padrone non sono ovviamente i genitori ma non è neanche lo Stato, che semmai è inesistente, ma il Mondo Nuovo con la sua ideologia regolata dalle materialistiche leggi del mercato applicate ad una popolazione di uomini-animali.

Ed ecco quindi il messaggio trasmesso con la sentenza Gard:

1- La vita umana è quantificabile economicamente e vale quanto essa può produrre.

2- La vita umana deve quindi essere terminata immediatamente qualora non possa produrre.

3- La vita umana deve essere quindi essere terminata in ogni caso qualora il costo del suo mantenimento risultasse troppo elevato e non remunerativo.

4- La vita umana non è nella disponibilità del singolo o dei genitori, nel caso di minori, ma di appositi tribunali che sentenziano la condanna a morte. Tale condanna non è più comminata in nome di un principio di colpevolezza ma in nome di un principio di inutilità e dispendiosità.

5- L’eugenetica si avvia ad essere oggetto di giurisprudenza in quanto una “cattiva genetica” sarà considerata un onere per la società e quindi un’inammissibile passività.

6- Non serve più dissimulare questi obiettivi in quanto sono stati metabolizzati dall’opinione pubblica. Allo stesso tempo quella parte di essa che vi si oppone non ha accesso ai media né la capacità di organizzare proteste in grado di produrre effetti.

E’ l’ingresso ufficiale nell’era del post umano, un’era iniziata decenni fa camuffandosi e proponendosi sotto buoni propositi necessari per carpire il consenso, oggi in una società sempre più distratta e ripiegata ne proprio egoismo, la sentenza Charlie Gard dichiara che questa fase è conclusa.

Adesso il volto ferino è scoperto, la maggioranza della popolazione ne è in ipnotica adorazione, dei restanti nessuno sembra in grado di opporsi con efficacia.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

64 commenti

  1. Pingback: Charlie Gard verrà fatto morire. – preghiere corte

  2. In questo argomento mi pare che il mondo cattolico sbagli. Dopo aver letto il riassunto della prima sentenza in un giornale inglese che ora non posso linkare, mi pare di aver capito che la corte chiede di sospendere l´aiuto respiratorio(intendo staccare il respiratore) proibisce il trattamento sperimentale e raccomanda terapie paliative (intendo che includono idratazione ed alimentazione)
    Se é cosi non é nemmeno per sogno eutanasia ne soppressione di una vita ma evitare l´accanimento terapéutico ed in fondo accettazione della morte.

    • Aggiungo che per indignarsi per un fatto del genere non occorre essere cattolici, ma solo UMANI.

    • Se il respiratore è accanimento terapeutico… In quanti saremo condannati a morte? Basta lodare l’invenzione del polmone d’acciaio, per esempio. E ciò non toglie che i genitori vorrebbero portarlo in USA a tentare una cura sperimentale e altri – giudici, dottori, non chi l’ha messo al mondo – risponde: no, lui sta qua e lo facciamo morire perché tanto finirebbe comunque così. E allora lasciate che siano i genitori a decidere.

      • Sottomettere un neonato a cure sperimentali é lecito? Non é usare il bambino come cavia? Chi decide per un terzo incapace di cedidere? Se poi i parenti staccano la spina é i giudici non fanno niente ci lamentiamo anche?

        • 1. Sì, è lecito se è l’unico modo per salvarlo.
          2. Per i minori decidono i genitori, a meno che non si va contro la legge.

          • 1. Le regole deontologiche dicono che no, specialmente senza il consenso del paziente. Poi da quello che si puó capire la probabilitá che la cura sia efficace non sono alte.
            3. Chi decide quando si va contro la legge?

          • Il consenso lo hanno dato i genitori perché il bambino è un minore e non può parlare! Ma lo capisci sì o no?

          • GIUSEPPE CACIOPPO on

            Anno 1939, Hitler emana l’ ordine ad un gruppo di medici di ” concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l’ umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia”.

          • Paolo da Genova on

            Blas,
            poniamo che Charlie fosse suo figlio e che lei volesse curarlo. Troverebbe giusto che un tribunale le togliesse la patria potestà e decidesse che il miglior interesse di suo figlio è morire?

          • Da le informazioni che si hanno sul caso di Charlie io non vorrei curarlo. Come cattolico credo che se Charlie é battezzato verra accolto da Dio nella Sua Gloria. La sua vita terrena é un dono di Dio che lo da e lo toglie quando vuole a sua maggior gloria. Mi farei consigliare da un buon teologo o esperto in etica medica se é corretto o no staccare il respiratore. Poi accetterei la volontá del Signore.

          • SE lei è cattolico sa benissimo che: DIO da’ la Vita e Lui la toglie: non gli uomini che a Lui si vogliono sostituire.

          • Da cattolica io credo che Dio da’ la vita e noi abbiamo il dovere di conservarla e viverla perchè è un dono. Ed è solo Dio che la può togliere. I cattolici nel cuore e nell’anima e non solo nelle parole credono in questo e professano la Vita. Non ci sono ne’ se ne’ ma. Non si può essere cattolici a metà o tre quarti. E un cattolico sa che anche il dolore è dono di Dio che uno lo creda o meno. Dio accoglierà anche il piccolo Charlie perchè è un piccolo martire: martire di questa società che ha deciso che non va bene. quel “se è stato battezzato” mi dice che lei non è convinto di quello che dice: di essere cioé cattolico. Mi scusi ma rilegga bene ciò che scrive perchè si contraddice e non riesce a convincere nessuno di essere un cattolico vero. Ma uno a suo modo.

          • Stai dicendo che è meglio farlo morire direttamente che dargli una cura che potrebbe salvarlo? Davvero sono costretto a sentire queste m**chiate disumane?

        • Santo cielo, ma lei ha mai sentito di patria potestà? Se non sa cosa sia probabilmente su Wikipedia troverà la voce relativa.

          • Se due genitori veri vogliono fare un cambio di sesso al suo figlio minorenne lei diffenderebbe la patria potestá? Tutti i diritti hanno i suoi limiti secondo la legge.

          • gianfranco56 on

            Il problema è che anche la legge deve avere un limite, altrimenti accadono casi proprio come quelli descritti da lei : http://www.liberoquotidiano.it/gallery/sfoglio/12425522/shiloh-pitt-terapia-ormonale-11-anni.html Quando gli uomini di fanno dio ( avvero si fanno le loro leggi in spregio a ciò che sta sopra di loro ) può succedere di tutto. Questo è appunto il caso del piccolo. Forse un senso di pietà e di accompagnamento alla fine più sensibile alle esigenze dei genitori, sarebbe stato più auspicabile. Lei non crede? D’altronde, non mi risulta che i malati terminali di cancro, vengano uccisi.

          • Francesca M. on

            Mi spiace Blas, ma lei proprio non capisce. Se una persona si trova in uno stato disperato ha comunque il DIRITTO di tentarle tutte, TUTTE! Ha ragione su una cosa sola: il piccolo Charlie non ha voce in capitolo e quindi non sappiamo cosa voglia fare lui. Ma perché il legittimo diritto dei genitori a decidere cosa è meglio per Charlie non viene rispettato? Cosa c’entrano i cambi di sesso? Qua si parla di vita, di continuare a sperare finché c’è vita. E mi spiace, ma se tutti ragionassero come lei, non ci sarebbe proprio Speranza per nessuno di vivere.
            Ultima considerazione, un po’ cinica: perché impedire ai genitori di figli affetti da malattie rare di sottoporre i loro figli a questi clinical trials, per i quali è difficilissimo arruolare pazienti in virtù della rarità della malattia? Perlomeno se i bimbi muoiono, possono contribuire a salvarne altri in futuro.

          • Simon de Cyrène on

            I TdG sono contro le trasfusioni di sangue. Se un figlio loro ne ha bisogno per vivere, i medici hanno il diritto oppure no di farla questa trasfusione?

          • Francesca M. on

            Mi scusi, ma ritengo che i casi siano alquanto diversi. Qua si parla di tentare un’ultima possibilità, cosa costa? Se deve morire, per lo meno i genitori avranno in cuor loro la certezza di averle provate tutte. Peraltro Charlie era stato accettato nella clinica americana dove studiano la sua malattia, quindi in realtà si tratterebbe anche di un conflitto tra medici inglesi e medico americano che studia questa nucleoside-therapy, per cui si è deciso di dare ragione ai medici inglesi a discapito dei genitori ma ANCHE di un altro medico.
            Il caso dei testimoni di Geova è ben diverso: si parla di rifiutare trasfusioni per motivi religiosi che mettono a repentaglio la vita del paziente (quindi è esattamente l’esempio opposto: qui si rivendica un diritto a non fare nulla, rischiando una morte che invece potrebbe essere il più delle volte facilmente evitata). Trovo più che comprensibile il fatto che un medico tenti di opporsi e anche che cerchi di imporsi, dopotutto ha fatto il giuramento di Ippocrate, dovrebbe essere la sua missione quella di salvare la vita degli altri.

          • Simon de Cyrène on

            Francesca … quindi in certi casi è possibile sottrarre i figli alla patria potesta.
            q.e.d.

          • Santo cielo, ma ci sei o ci fai? Tu per caso conosci casi di medici che hanno fatto a forza trasfusioni ai TdG? Francesca ha detto che TROVEREBBE COMPRENSIBILE che un medico si opponesse alla decisione, e non che il medico DI SUA SPONTE deve togliere la patria potestà ai TdG. Ma lo capisci l’italiano?

          • Ma dove l’hai letto? Il mio gatto capisce l’italiano meglio di te. Vattene a trollare da qualche altra parte.

          • Simon de Cyrène on

            Vedo che la tua assenza di contrargomenti ti rende volgare cara Emanuela….

          • Francesca M. on

            “Poco importa la ragione”? Ma invece credo che importi eccome, dato che lei accosta due situazioni che sono totalmente antitetiche. Qual è la sua argomentazione? Quella che siccome ai testimoni Geova dovrebbe essere tolta la patria potestà perché rifiutano un trattamento sanitario salvavita ai loro figli allora è giusto toglierla anche ai genitori di Charlie che invece lo vogliono salvare con un altro trattamento sanitario?
            In quest’ultimo caso poi, come ho già scritto nel commento precedente, non è solamente una questione di conflitto medici-genitore del paziente, ma anche medici inglesi-medico americano. Quindi, mentre nel caso dei testimoni di Geova è ragionevole ritenere che TUTTI i medici siano contrari alla loro scelta di non far vivere i loro figli grazie alle trasfusioni (che peraltro sono relativamente semplici da attuare, con ampio margine di successo), nel caso di Charlie così non è stato: semplicemente si è scelto di dare ragione ad un certo gruppo di medici.

          • Simon de Cyrène on

            @disqus_qI61kJ1TNM:disqus
            Il punto in comune è che nei due casi i medici cercano il meglio di quel che è per il bambino.

            Quanto al fatto che i medici USA siano di opinione contraria a quelli inglesi, questo lo dici tu perché non ti sei data la pena di andare nel testo che Blas ed io i abbiamo consigliato di andare a leggere per formarti un’opinione più equilibrata.

            Orbene in quel testo vi leggerai:

            “the doctor in the USA said the following: ‘Seeing the documents this morning has been very helpful. I can understand the opinions that he is so severely affected by encelopathy that any attempt at therapy would be futile. I agree that it is very unlikely that he will improve with that therapy. It is unlikely. …. There is unanimity among the experts from whom I have heard that nucleoside therapy cannot reverse structural brain damage. I dare say that medical science may benefit, objectively, from the experiment, but experimentation cannot be in Charlie’s best interests unless there is a prospect of benefit for him.”
            (grassetti miei)

          • Francesca M. on

            Sono stata semplicistica ed imprecisa, ma solo perché lei per primo mi ha incalzato con la domanda, altrettanto semplicistica e fuori luogo, sui testimoni di Geova e sul loro diritto alla patria potestà.
            Ho dato per scontato che fossimo tutti d’accordo sul fatto che il caso di Charlie fosse disperato, non ho mai detto che Charlie sicuramente guarirà con il trattamento degli States, so benissimo quello che hanno detto i medici americani. Il conflitto cui facevo riferimento sopra riguarda il cosiddetto “accanimento terapeutico”, non la possibilità di guarigione di Charlie, di cui pure i genitori sono consapevoli. I medici americani, dietro pagamento, avrebbero permesso a Charlie di avere un’ultima possibilità, per quanto labile che fosse. Quello che i genitori del bambino chiedevano ai medici inglesi era di prolungare la ventilazione per permettere a Charlie di andare negli USA. L’ospedale inglese che si è opposto, adducendo come motivazione l’accanimento terapeutico, che però non è un fatto oggettivamente determinabile. La ventilazione è accanimento terapeutico? Ho i miei dubbi. Charlie soffre? Boh. Se sì, quanto? La cosa veramente disturbante di tutta questa faccenda è il fatto che l’ospedale si sia imposto in maniera autoritaria, mentre di solito è paziente che rifiuta i trattamenti. L’inusualità della vicenda è stata peraltro sottolineata anche da uno dei giudici.
            Non ho la pretesa di sapere che cosa sia meglio per Charlie, ho i miei dubbi che si è agito per il miglior interesse del bambino.
            Ho solo detto che tutti, per quanto disperati, hanno il diritto di provarle tutte (primo commento). Se questa per lei non è un’opinione equilibrata, non so che altro dirle. Se mai ci trovassimo a discutere di nuovo, inviterei lei a prendersi la briga di leggere bene quello che ho scritto, dall’inizio, non ad appigliarsi a quello che vuole lei, ignorando tutto il resto.
            P.S. Che ci creda o no, ho una storia familiare che dimostra che non sempre quello che viene detto dai medici è oro colato, per fortuna che molti di questi ne sono consapevoli (ed è grazie ad uno in particolare, dopo che moltissimi hanno detto NO, che mio papà vive e siamo potuti nascere io e i miei fratelli).

            Le auguro buona giornata.

          • Simon de Cyrene e Blas ahi hai… peccato che quanto sopra riportato tra virgolette non sia completo. Ma prosegua dicendo:

            ………
            “The US doctor also confirmed during this telephone conversation that he had never treated with nucleoside therapy anyone who had encephalopathy, therefore he was unable to indicate from any scientific basis whether a patient with encephalopathy would respond positively.
            ……..

            andate a leggere l’articolo per intero che prosegue in maniera approfondita. e meditate.

            http://www.dailymail.co.uk/news/article-4400432/Charlie-Gard-s-today-live-die.html

          • viaNegativa on

            Prova a immaginare, Simon, lo stesso caso Charlie Gard a parti invertite, dove i genitori vorrebbero staccare la spina per evitare di prolungare le sofferenze del figlio mentre il giudice sentenzia che invece no, bisogna continuare a mantenerlo in vita etc etc. Dici che chi in questa sede invoca la potestà (“genitoriale”, perché – almeno qui in Italia – la “patria” potestà è stata abolita assieme alla potestà maritale ai tempi della riforma del diritto di famiglia) continuerebbe a fare altrettanto? Avrà invocato il diritto di potestà anche nel caso, ad es., di Eluana Englaro? Io credo di no. Ma allora tanto basterebbe a rendere ragione di quello che volevi far vedere: la potestà non è un diritto assoluto, irrevocabile, anche perché i figli (ma, più in generale, le persone) non “appartengono” a nessun altro essere umano: nessuno può vantare su altro uomo diritto di proprietà, nemmeno i genitori nei confronti della prole.

            Allora, posto che la questione non è SE PUÒ venire meno la potestà genitoriale, perché può venire meno, de jure e de facto, il discorso dovrà vertere sul QUANDO DEVE venire meno.
            Ma per rispondere alla domanda, ritengo sia necessario PRIMA affrontare e risolvere la questione (bio)etica, la quale è logicamente precedente a quella giuridica. E purtroppo vedo, dai commenti precedenti, che c’è chi ha mescolato i piani, cosa che non ci porterà molto lontano…

    • Enzo Pennetta on

      Mondo cattolico in errore?
      Cavoli, si vede che Radio Maria deve aver acquistato il Fatto quotidiano che titola così:
      Charlie Gard, la sentenza della Corte di Strasburgo: “Londra può decidere di non tenere più in vita il bambino”
      E addirittura l’Huffington Post che titola così:
      “Il piccolo Charlie può morire”: la Corte europea dà ragione ai medici che chiedono di staccare la spina
      .
      Non è che è lei ad essere in errore Blas?

      • Lei a letto la sentenza della corte britannica? Mi spieghi cosa é sbagliato sull´originali no su giornali italiani.

        • Giovanni Camesasca on

          Da quanto emerge dall’articolo inglese Charlie può respirare solo tramite ventilazione, togliendola morirebbe subito. Il regime palliativo temo sia solo una terapia antidolorifica. Quello che mi chiedo è perché forzare i tempi basandosi sul fatto che tanto presto morirà comunque, quando ogni essere umano è candidato allo stesso destino

          • Bene d’accordo. Ma allora non é l’inizio del post umanesimo. É un dilema morale risolto in base a dati oggetivi é senza seconde intenzioni manifeste dai giudici. Alla sua domanda perché lasciarlo morire subito si puó perfettamente rispondere perché mantenerlo in vita forse soffrendo per un po di tempo in piú?

          • Enzo Pennetta on

            Lei, Blas, con i suoi interventi è già post umano, della tipologia collaborazionista modello Vichy che cerca di convincere gli altri che sì, in fondo l’invasore nazista non è poi così male come lo si dipinge.

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  4. Di tutto e di più per difendere la vita di un neonato.Dal momento in cui questo povero esserino è arrivato a noi dobbiamo,abbiamo il dovere di fare qualsiasi gesto,azione, per tentare di salvarlo.Senza dimenticare che donare la vita,tramite una donna e un uomo ,è Opera di Consapevolezza e non un “ordine” imposto da religioni,poteri politici,poteri economici(come attualmente”va di moda”).ps.Il paragone con gli animali….Dio perchè sempre quest’odio ?

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  6. Saverio GPallav on

    Neppure la Germania nazista è giunta a emanare sentenze del genere. Pur essendo, non a caso, il primo Stato al mondo ad introdurre l’eutanasia rendendosi arbitro delle vite che meritavano o meno di essere vissute, crimine di cui guarda caso si parla poco, non arrivò, malgrado il tentativo di manipolare l’opinione pubblica, a pubblicizzare la sua politica di eutanasia passiva o attiva di bambini e adulti che, proprio come nel caso del bambino inglese, ‘non meritavano di vivere ‘. Ovviamente, come ora, tutto ciò fu giustificato prendendo a pretesto la pietà verso i malati. Lasciarli morire o aiutarli a morire o sopprimerli per il bene loro e della società. Il programma di eutanasia, tuttavia rimase segreto e fu anche in parte sospeso perché, una volta trapelato, fu l’unica azione criminale nazista che provocò proteste diffuse in Germania e l’inizio della guerra sconsigliò il regime di rischiare di perdere consenso insistendo con un programma impopolare sebbene perfettamente congeniale all’ideologia nazista. Quasi ottanta anni dopo l’Europa, autodefinitasi democratica e ovviamente antinazista, inizia a comportarsi allo stesso modo con i suoi malati incurabili. Quel che appare incredibile è l’imposizione di questa politica criminale da parte non di un regime tirannico ma democratico anche se tendente al totalitarismo ideologico, la pubblicità della vicenda e della sentenza, l’assuefazione dell’opinione pubblica che non reagisce neppure con le proteste – uniche nel loro genere – che vi furono in Germania e la incessante propaganda dei media favorevoli prima all’eutanasia volontaria e al suicidio assistito, ora all’uccisione per sospensione di cure di persone senza più neanche il pretesto della loro volontà. Questa sentenza di morte è coerente con un’Europa senz’anima e con la sua decadenza materiale e spirituale

  7. Simon de Cyrène on

    È molto importante fare la distinzione tra terminare un accanimento terapeutico e procurare eutanasia (sic) che è sempre da condannare in qualunque circostanza in quanto “moralmente inaccettabile” (CCC 2276).

    L’accanimento terapeutico è definito nel CCC al punto 2278 come quell’insieme di ” procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi”: rinunciando ad esse ” Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire”.

    Il nutrire non è curare: il bere ed il mangiare non sono in nulla e mai procedure mediche straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi.

    Solo l’uso di procedure onerose, pericolose, straordinarie che nella situazione concreta data e nel contesto delle nostre consocenze mediche non hanno nessun impatto circa un meglio essere del paziente possono essere considerate accanimento terapeutico.

    Quindi smettere di nutrire un paziente e farlo morire di fame e sete è un orrore cacotanasico: smettere un ventitalore, una chimioterapia, un trattamento clinico come San Giovanni Paolo il Grande, che è un mezzo straordinario e oneroso può essere eticamente accettabile assenconda delle circostanze concrete.

    Bisogna quindi tentare di avere uno sguardo pacato circa la questione di Charlie: stiamo parlando di eutanasia o di accanimento terapeutico? Personalmente e anche in base all’articolo citato da Blas penso che siamo di fronte ad un caso di accanimento terapeutico.

    Rimane ancora da sapere chi può decidere di cessare l’accanimento terapeutico e qui il CCC 2278 è molto chiaro: “Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”. Si noterà la nozione di chi ne ha “legalmente“ il diritto, il che, ovviamente, cambia con le legislazioni e può essere in opposizione a chi ne ha “naturalmente” il diritto.

    • gianfranco56 on

      Secondo me, manca un pezzo del CCC da Lei citato e, segnatamente il n° 2279 che stabilisce : ” 2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d’ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.”
      Ora la domanda è : perché i medici inglesi vogliono staccare subito il respiratore? Perché non accompagnare l’eventuale morte incontrovertibile magari con l’uso di analgesici?
      Perché c’è questo accanimento dei medici che ritengono di dovere staccare subito il macchinario che lo tiene in vita?
      Secondo me, ne fanno una questione in punta di diritto escludendo la questione morale.
      Secondo quanto ho capito – leggendo i giornali – la morte è assicurata data la malattia rara ed incurabile. Ma, perché anticipare la morte? Perché non accompagnarla?

      • Simon de Cyrène on

        Non lo so se i medici vogliono “accompagnare” o no continando a nutrire il bambino e ad aiutarlo a non avere da soffrire: se non fosse il caso saremmo di fronte a pura crudeltà.

        Quanto allo staccare il respiratore esso può rientrare nel caso di cessare un accanimento terapeutico, specialmente se si prevedesse che l’uso di questo metodo straordinario non condurrà a nessun miglioramento.

        • Gianantonio Spagnolin on

          L’uso di un respiratore non è costoso: basta l’apparecchio (riciclabile una volta che la persona non lo usa più) e l’elettricità per farlo funzionare. La sua programmazione chiede qualche minuto.
          Ho conosciuto decine di persone che vivono in ventilazione controllata, nessuno soffre per questo. Certo, non migliorano, ma vivono!
          Se il bimbo non soffre e i genitori lo vogliono con loro anche in condizioni di disabilità gravissima, che mi pare un atto d’amore, perché farlo morire?

          • Simon de Cyrène on

            Costoso non è solo l’apparecchio ma anche tutta l’infrastuttura necessaria: certo che se il bambino può vivere a casa sua con una tale apparecchiatura la problematica del costo non entrerebbe in linea di conto.

            Comunque il caso non è cosi semplicistico: consiglio davvero di leggere per intero il link seguente già proposto da Blas prima di fare affermazioni perentorie: http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/charlie-gard-ruling-read-full-10202972

          • Gianantonio Spagnolin on

            I bambini con SMA (atrofia muscolare spinale) di tipo 1 e altre condizioni disabilitanti simili vivono da decenni in casa ventilati 24/24.

          • Simon de Cyrène on

            Ottimo.
            Adesso si legga l’articolo linkato e mi dica se il caso degli SMA corrsponde al caso in questione.
            Grazie

          • Gianantonio Spagnolin on

            Non vi corrisponde, purtroppo ha prognosi ben peggiore. E leggendo la sentenza si evince che la cura sperimentale non avrebbe possibilità sostanziose di essere efficace, a detta degli stessi propugnatori.
            Un punto importante mi pare sia il determinare se Charlie stia o meno soffrendo: nel primo caso, la somministrazione di antidolorifici sarebbe doverosa anche se accorcerebbe la sua vita, nel secondo no. In ogni caso, perché sospendere la ventilazione?

      • I genitori vogliono portare il figlio in America dove un medico ha ottenuto buoni risultati su altri bambini con la stessa malattia. E’ una cura sperimentale, ma da quando in qua le cure sperimentali sono vietate? E soprattutto, qualcuno mi può spiegare perché la patria potestà di questi genitori è stata cancellata? E cmq quel bambino italiano con la stessa malattia di Charlie è vivo e vegeto e, come dimostra il video postato più su, fa il pittore.

        • gianfranco56 on

          Come ho scritto sopra, la questione – a mio avviso – è stata affrontata esclusivamente in punta di diritto. Nel senso di stabilire se l’ospedale avesse o non avesse il diritto di “staccare la spina”. Secondo la giustizia è difficile dare torto al giudicato. L’ospedale ha i mezzi e, decide anche i fini. Fermo restando quanto si e detto fin’ora, ovvero che la morte del piccolo sarebbe comunque imminente. Detto questo, la disputa finale è incentrata esclusivamente nel riconoscere a chi spetta il diritto di staccare la spina: ospedale o genitori? Vista così, considerato che il piccolo è nella mani dell’ospedale, la sentenza era scontata. Secondo me, nulla vieta ai genitori, anche con le somme raccolte dalle donazioni ( dicono 1,25 milioni di sterline ) di portare il figlio dove vogliono. Immagino che però, ciò comporti il distacco dell’apparecchio che lo tiene in vita. Da quanto ho appreso sui media, pare però che dopo la vicenda – che ha scosso il mondo intero- l’ospedale abbia dichiarato che ” non ci sarà alcuna fretta nel cambiare le cure di Charlie e ci saranno attente pianificazioni e discussioni”: Insomma, forse si apre uno spiraglio. Sono convinto che la mobilitazione internazionale avrà il suo effetto positivo.

        • Ma qui allora il discorso cambia, i medici hanno sbagliato diagnosi? Hanno ingannato i giudici per risparmiare? É la stessa malattia? Nella sentenza si parla di danno cerebrale é veramente cosi? I giudici lo sanno?
          Purtroppo la blogosfera cattolica non ha riportato medici che chiariscano queste domande.

  8. Paolo da Genova on

    Tristissima storia e tristissimo constatare che per i media la vita di un cane vale più di quella di un bambino.

  9. Mobilitarsi per un animale va incontro allo spirito del tempo, mentre farlo per una vita umana sa di cattolico quindi meglio evitare per non andare contro il medesimo spirito del tempo.
    In tutto questo la cosa stonata sono le leggi danesi sui cani (che tutti i possessori di cani sanno che sono inconcepibilmente severe) e che vanno decisamente contro quello spirito dei tempi (leggi cultura dominante) che nei Paesi del Nord dovrebbe essere da più tempo accolto in pieno da istituzioni, leggi e popolazioni al seguito (in compenso in UK i cani sono molto più rispettati e tutelati, il tutto in coerenza con la cultura dominante…)

  10. GIUSEPPE CACIOPPO on

    Contattata l’ estrema gravità della malattia del piccolo, stante il fatto che i genitori sono in grado di proseguire le cure a spese proprie, non vedo quale diritto abbia un qualsivoglia giudice a sostituirsi al padre e alla madre. Non si capisce che in questo caso è in ballo un principio che, se violato, porta diritto allo stato totalitario ?
    Lo stato non può impossessarsi della patria potestà! Nessun giudice deve avere il potere di decidere sulla altrui vita. L’ accanimento terapeutico, nei casi dubbi, deve tenere conto in primo luogo del parere dei genitori, in secondo luogo deve comunque avere dei paletti insormontabili, ad esempio la nutrizione non deve essere considerata un cura ma una somministrazione fisiologica che non può essere interrotta. Se lo stato si arroga il diritto di vita e di morte sugli esseri umani, specie i più deboli e indifesi, allora vuol dire che la nostra civiltà, così come ancora la concepiamo, è al tramonto!

  11. Ho l’impressione che Bias e tutti quelli che la pensano come lui non abbiano ben chiaro il concetto di PATRIA POTESTA’, come ben dimostra il fatto che finora non hanno mai risposto a chi ha sollevato questa quesione.
    I figli appartengono AI GENITORI e la patria potestà può essere revocata solo in casi di violenze fisiche o psicologiche. Il fatto che ora ci siano delle persone che vogliono far passare delle CURE (palliative o meno, sperimentali o meno) per una violenza significa o che queste persone sono dei troll (peraltro pessimi) o che hanno il cervello in pappa e non si rendono conto che quello che oggi è successo a Charlie domani potrà succedere a tutti noi, come peraltro sta già succedendo in Belgio e Olanda (lo avete capito l’articolo di Enzo o siete pure analfabeti?).
    Domani Charlie verrà ucciso e hai genitori è stato vietato persino di PORTARLO A CASA per farlo salutare dai nonni! Se questo vi sembra normale, allora siete peggio di Stalin.

    • GIUSEPPE CACIOPPO on

      Già non ha nemmeno il diritto di morire a casa sua ! Questo assomiglia molto alla “pietà” nazista ! Questa Europa masso-progressista, d’ altro canto così sollecita e sensibile ai diritti dei cani, personalmente mi fa venire il vomito.

  12. GIUSEPPE CACIOPPO on

    Mi sentirei di eccepire, prof. Pennetta, sul termine di post umano. Se questo deve intendersi in termini temporali, società post-umane o inumane ne abbiamo sperimentate parecchie in passato. Inserirei in questa categoria la rivoluzione francese, il nazismo, tutte le realizzazioni di tipo comunista. Attualmente studiare attentamente: Corea del Nord, Vietnam, Cina ecc. ecc.
    Direi che tutte le ideologie che hanno portato a questi risultati hanno come comune denominatore l’ anticristianesimo militante.
    Se c’è qualche analogia con il tempo presente allora parlerei, per il nostro continente, di …post cristianesimo!

  13. Premettendo che il discorso relativo all’evidente volontà di traghettare l’uomo dall’umano al post-umano sia da me percepito come pienamente meritevole di un dibattito serio e profondo, poiché (parlando laicamente) scorgo qualcosa di demoniaco in un simile processo e nel fatto che venga fomentato ammantandolo di propositi “emancipativi” e di libertà (vedasi utero in affitto ecc.), mi piacerebbe leggere un suo parere, Sig. Pennetta, sulle parole di questo medico di cui conosco solo le iniziali (si tratta di un post riportato su di un social network da una conoscente a sua volta medico):

    “Penso che le condizione del bimbo siano tali che non consentirebbero di
    staccarlo dalle macchine che lo supportano per consentire ai genitori
    di trasportarlo a casa propria. Il piccolo a seguito della
    encefalopatia, a quanto leggo, ha un danno cerebrale irreversibile e le
    terapie sperimentali erano state proposte per la sua malattia prima che
    avesse questo danno. Come accade purtroppo in altre situazioni, questo
    bimbo è stato colpito da una malattia mortale, per la quale non vi è una
    cura specifica. La tecnologia oggi ci consente di far sopravvivere una
    persona che altrimenti naturalmente morirebbe, solo perché
    artificialmente supportiamo il suo respiro e il suo cuore e sempre
    artificialmente la nutriamo. Queste stesse terapia di supporto che sono
    fondamentali e dovute per evitare o tentare di evitare la morte in
    patologie in cui c’è una possibilità di cura sono un’arma a doppio
    taglio li dove per causa naturale o per un altro evento la possibilità
    di guarigione non c’è; prolungarle vale solo a prolungare
    contemporaneamente la sofferenza del paziente, esercitare un trattamento
    non utile, prolungando la quantità dei giorni di vita non la loro
    qualità. In questi casi la persona non si può “guarire” ma si può
    continuare a curare, o meglio a prendersene cura migliorando non la sua
    qualità di vita ma la qualità del suo “fine vita”, eliminando
    sofferenza, dolore con quelle che vengono chiamate cure di fine vita o
    palliative. Purtroppo a volte i media non ci informano davvero sui fatti
    ma si limitano a estrapolare commenti o frasi d’effetto con il solo
    scopo di fare sensazionalismo e suscitare solo sdegno, rancore,
    aggressività contro qualcuno o qualcosa, perché questo tira ed è facile
    da fare. Non penso in questo caso sia stato facile decidere da parte
    delle istituzioni preposte, ma una decisione è stata presa. In Italia,
    manca ancora l’informazione necessaria e queste decisioni la politica
    non ha il coraggio ancora di discuterle e di prendere posizioni chiare.”
    Dott. C.C.

    • Santo cielo, ma perché nessuno riesce a vedere l’elefante nel salotto? A questi due genitori è stata tolta la PATRIA POTESTA’. Non erano le “istituzioni preposte” a dover decidere, ma LORO, perché il figlio è loro. Tutti stanno a cavillare sul fatto che il bambino ha una malattia incurabile e nessuno (o pochi) riesce a scorgere il fatto davvero demoniaco che è accaduto, e cioè uno Stato che si è fatto boia e ha deciso di uccidere un bambino CONTRO IL VOLERE DEI GENITORI, facendoci credere che ulteriori cure fossero equiparabili a una violenza. Possibile che nessuno abbia niente da ridire su una cosa del genere? Vi pare così normale?
      PS: se hai letto l’articolo di Enzo, dovrebbe esserti chiaro come la pensa sul commento che hai riportato.

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