Avaaz e il metodo Cambridge Analytica

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Avaaz torna ad intervenire nelle elezioni del nostro Paese ma dopo lo scandalo Cambridge Analytica il metodo usato è ritenuto lesivo dei metodi democratici.

Lo scandalo di Cambridge Analytica è stato indicato nel 2018 come una delle più gravi manipolazioni del voto democratico operata da Steve Bannon, all’epoca delle ultime elezioni USA il braccio destro di Donald Trump (ne ho parlato su Byoblu: https://www.youtube.com/watch?v=DNMdn… ). Il sistema sotto accusa era quello dell’appropriazione indebita di indirizzi e profili, tramite Facebook, di utenti che in base agli interessi potessero essere potenzialmente elettori di Trump per raggiungerli con messaggi mirati che potessero convincerli e quindi spingerli al voto.

Nel caso di Avaaz l’appropriazione degli indirizzi verso cui operare l’azione di convincimento è avvenuta e ancora avviene, al momento dell’adesione ad una petizione che può essere sui più vari argomenti. Al momento della firma, l’informativa non dice però che all’indirizzo registrato verranno inviate comunicazioni politiche di parte finalizzate ad ottenere il voto per i partiti e i candidati sostenuti da Avaaz. Se i modi impiegati da Bannon con Cambridge Analytica sono stati ritenuti inaccettabili, lo stesso dovrebbe valere per Avaaz, che oltretutto recentemente ha fatto chiudere 23 pagine Facebook con milioni di followers.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

5 commenti

  1. L’iscrizione a Facebook è gratuita…. il ‘prezzo che paghi’ è la schedatura sulle tue preferenze, gusti e opinioni; dati che poi FB rivende ad aziende per campagne mirate.
    Se ciò non ti sta bene, sei sempre libero di non usare FB; non vedo quindi il presunto scandalo di ‘Cambridge Analytica’….. a meno che non abbiano usato tali dati per puntare il fucile alla schiena agli elettori di Trump, durante le ultime presidenziali.

    • Lo scandalo consiste nella diffusione di dati e preferenze di alcune persone senza la loro autorizzazione: non dimenticare che anche facebook prende impegni con i suoi utenti e se Zuck è stato costretto a riferire al congresso probabilmente una violazione c’è stata. Da qui in poi la questione se sia giusto ottenere qualcosa con un messaggio pubblicitario efficace che non avresti ottenuto senza è tutt’altra storia. Ma anche qui, fa un esperimento mentale: tua nonna sta male e tuo nonno non riesce a pagare le cure perché si gioca tutti i soldi della pensione alle slot e ai giochi online. Non ti darebbero fastidio gli spot continui sul “vincere facile”)

  2. Feisbuc e simili piattaforme sono l’estensione digitale e globale dei ballatoi e dei cortili delle nostre comari d’un tempo. Con alcune importanti differenze, che ne fanno uno strumento di controllo e dominio mai prima visto nella Storia.
    La memoria delle comari era limitata, quella dei server va oltre la compresione umana.
    E’ virtualmente perenne.
    I dati sono selezionati, organizzati, e finalizzati ad un solo scopo: realizzare il progetto di Edward Bernays, ossia la manipolazione profonda delle coscienze, la creazione del suddito perfetto; devoto, focoso e lubrico amante delle proprie catene e del proprio padrone.
    Non mi dà scandalo né Cambridge Analytica, né Avaaz; fanno il loro mestiere, sporco quanto lo sono i tempi. Semmai, potrebbe infastidire il raglio del solito asino, nel dare del cornuto al bue.

  3. Uno può usare le armi del nemico fino a quando queso se ne accorge e se le riprende. Bisogna sviluppare canali propi non controllabili dallo stato. Ma in quelli vanno anche terroristi e pedofili.

  4. Alfredo Traversi on

    Avaaz è ancor peggio di Cambridge Analytica. Cambridge Analytica, di proprietà della famiglia Mercer maggior finanziatrice della campagna di Trump, ha agito quasi allo scoperto e le informazioni le ha dovute acquistare da Zuckerberg, prima di poterle usare. Quelle informazioni furono poi importanti per dare ai temi della propaganda di Trump una precisione chirurgica, consapevole delle preferenze dell’elettore americano stratificato per età, ceto, territorio e chissà quante altre variabili.
    Considerando i guai che ha passato Zuckerberg nel mondo della sua elite finanziaria, è difficile immaginare che quell’operazione sara ripetibile.

    Avaaz, invece, possiede già autonomamente una grande mole di informazioni e dati personali, e può tranquillamente elaborarli “al coperto”. Formalmente, la titolarità di Avaaz è affidata a un prestanome (anche se, come dici tu, chi ci sia dietro è il segreto di Pulcinella), tuttavia questa opacità gli permette di operare senza essere accostata ad alcuna forza politica. E usa dati e credibilità per fare propaganda politica attiva e diretta, in nome dei soliti diritti umani che ormai pervadono la galassia delle ong e di altre componenti della “società civile”. Non solo Avaaz è condannabile non meno di Cambridge Analytica, ma si direbbe che, nel rapporto tra i due soggetti, l’attenzione mediatica sia inversamente proporzionata alla gravità dei comportamenti di immorale ingerenza perpetrati.

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