Come funziona la disinformazione: il caso del clima

2

La propaganda viene attuata ogni giorno e la grande maggioranza non se ne accorge.
Attraverso un caso reale che riguarda il riscaldamento globale possiamo constatare come essa agisca.

Attraverso il recente caso della petizione sul clima firmata da un centinaio di docenti di varie discipline scientifiche, inclusa ovviamente la climatologia, è possibile avere una prova pratica di come funzionino determinati meccanismi di manipolazione dell’informazione e precisamente quelli che dichiarando di fare un’informazione neutrale censurano alcuni fatti e danno rilevanza a quelli contrari.

Nel caso specifico abbiamo assistito a due petizioni del tutto equivalenti come argomento e come rilevanza dei firmatari, ma di segno contrario come contenuto, una di queste è stata del tutto ignorata mentre l’altra ha avuto il massimo della visibilità.

Un caso da riportare nei futuri testi di storia dell’informazione e della propaganda, un meccanismo da tenere presente ogni volta che si ascolta un notiziario o si legge un quotidiano.

Share.

Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

2 commenti

  1. Giuseppe Cipriani on

    Orientare l’opinione pubblica, concordo, è diventato un esercizio raffinato su mille fronti. Noto solo che chi è dotato di un minimo di spirito critico e indagatore ha oggi molti elementi per farsi anche un’opinione più allargata. Se è vero, nel caso in oggetto, che i principali media hanno consapevolmente (o inconsapevolmente?) dato notizie unilaterali, è pure vero che la prima petizione non è passata del tutto inosservata: provate a cercare con google inserendo le parole “petizione clima” per averne conferma. Certamente non basta e rimane la “censura” da parte dei media più in vista, ma la vedo in questo caso più una cieca fede nel pensiero dominante che una deliberata scelta di occultamento.

  2. Diciamo che mangiare meno carne sarebbe molto più salutare per noi; ma la campagna ‘Less meat = Less heat‘ non ha certo queste finalità.

Exit mobile version