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    Contro il Nobel

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    By Enzo Pennetta on 22 Ottobre 2019 Informazione e spin

    Un premio negativo per la scienza e la cultura ma anche troppo spesso al servizio di interessi politici.
    E’ tempo di sottrarsi a questa specie di venerazione positivista.

    Il premio Nobel non è stato mai criticato neanche da Sartre 1964 che lo rifiutò perché non accettava nessun tipo di premio ma che lo lodò comunque. Si tratta di un riconoscimento negativo per i seguenti motivi:
    Crea riferimenti personali “ipse dixit”
    Monetizza la cultura 
    Inchina al re

    Conferisce potere ad una giuria  arbitraria che di fatto sminuisce le ricerche non premiate, inoltre ha una forte valenza politica come anche sulle stesse colonne del Corriere è stato riconosciuto, inoltre nel caso degli ultimi Nobel per l’economia e la letteratura si è avuto immediatamente un uso di pressione politica e promozione di metodi economici da neocolonialismo.

    Si tratta in definitiva di un premio che indica temi da porre in agenda e che crea influencer al servizio del pensiero politicamente corretto, il Nobel è quindi un frame da respingere, come fece Bob Dylan nel 2016 che senza polemizzare alla notizia della vincita disse “grazie ma non ho tempo…”

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    13 commenti

    1. FRANCESCOM on 23 Ottobre 2019 00:25

      Concordo su tutto.

      Il Nobel è una delle principali occasioni con cui il Sistema di Potere globale si autocelebra. Fanfare e cotillons.
      Sottolineerei questo aspetto: l’uomo è idolatra per natura; il Vitello D’oro è un ente archetipo mutaforma, che attraversa le epoche, sempre uguale nella sostanza, sempre prigione per l’Intelletto, prodotto perfetto per le grosse e primitive esigenze dell’uomo-massa. I sacerdoti farisaici di allora sono gli scienziati allineati do oggi.
      Su questo dato, a parer mio primigenio e fondante, si innescano, con perfetto incastro, tutte le tue considerazioni.
      Di Dylan non ne si abbastanza; ma Sartre lo conosco piuttosto bene. Il rifiuto del Nobel fu determinato dalla sua sconfinata vanità, quella particolare ed inconfondibile puzzetta al naso della Gauche caviar, smascherata, paradossalmente, proprio di caviarista d’eccellenza, Nanni Moretti:
      “…Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”
      Ad ogni modo, sia mai il mondo dovesse tornare alla normalità, si farà giustizia di tutto questo pattume.
      Quel giorno aprirò una vecchia bottiglia di Pittyvaich 25 vecchio, all’imbottigliamento.

    2. Giuseppe Cipriani on 23 Ottobre 2019 07:12

      Più o meno con gli stessi ragionamenti chissà quanti altri premi e riconoscimenti potremmo chiedere di abolire… A partire dai premi letterari e finanche al festival della canzone italiana. Io credo che come tutte le istituzioni umane soggette alle pressioni umane il premio nobel vada preso per quel che è, non demonizzato. I premiati delle varie categorie sono citati a destra e a sinistra a seconda delle convenienze (“lo ha detto il premio nobel tal dei tali…”), ma se scorro solo l’elenco dei premi nobel per la medicina, ci trovo molto di buono (e il piacere di vedere alla ribalta del popolo quel tipo di studi e risultati) e chi lo negasse sarebbe a mio avviso vittima di un pregiudizio molto inquietante.

      • Rag. Giovanni Diabolik on 23 Ottobre 2019 23:00

        Come il Nobel ad una neurolaga italiana, fanaticamente vivizesezionista (pratica del tutto anti scientifica, oltre che sadica e criminale), comprato da un ex ministro della Sanità inquisito per tangenti ?

        • Giuseppe Cipriani on 24 Ottobre 2019 06:51

          Mi farebbe piacere saperne di più…

          • Rag. Giovanni Diabolik on 24 Ottobre 2019 11:48

            I nomi sono saliti alla ribalta oltre una ventina di anni fa…
            La neurologa, che vinse il Nobel con ricerche condotte sui topi (sic !!!) nel frattempo è morta causa vecchiaia.

      • Enzo Pennetta on 23 Ottobre 2019 23:10

        E infatti Giuseppe non ho detto che si dovrebbe abolire, ma il video l’hai visto?

      • Giuseppe Cipriani on 24 Ottobre 2019 06:55

        L’ho visto e mi spiace averti frainteso in modo tanto barbino, ma ribadisco la sostanza del mio intervento riguardo alla liceità del premio.

        • Enzo Pennetta on 24 Ottobre 2019 22:55

          Certamente la liceità non può essere in discussione, ciascuno è libero di dare un premio a chi vuole, possiamo concordare che la questione è il peso che dalla comunità scientifica e politica viene dato a questo.

    3. FRANCESCOM on 23 Ottobre 2019 16:14

      Ciò che non va, basicamente, in istituzioni come il Nobel è l’aspetto idolatrico, o, più precisamente, autolatrico (tutto il resto è conseguenza). Come scrivevo, fanfare, cotillons, e medaglie. L’uomo moderno, inchiodato al suo orizzonte esclusivamente terreno, si estasia nell’autoreferenzialità della celebrazione di se medesimo.
      Cerimonialità come la Festa della Repubblica (con la gran parata di pavoni e tacchini in alta uniforme, impettiti ed impalati in manici di scopa); il 1° Maggio, il 25 Aprile, o se si vuole il 37 Ottobre, ecc… procedono dal medesimo spirito. Che ha una data precisa di inizio e una Nazione, da cui raramente è venuto qualcosa di buono. Raggiunse il suo culmine tra il 1792 e il 1794, per poi sfociare nel suo ineluttabile compimento: il Terrore. Sincretismo del peggio, i vaneggiamenti di Voltaire, di Diderot, di Rousseau, ed altri, che, alla fucina del giacobinismo, trovarono prassi nella mente psicotica di Robespierre. Il Terrore, appunto.
      E’ da lì, curioso che davvero pochi lo abbiamo notato, che nascono tutte le cerimonialità neopagane (Nobel compreso). Lo scrivevo nello scorso post; è nella natura dell’uomo stare prostrato davanti ad un altare. Cambia solo il tipo di divinità cui si tributa il culto, ma l’altare rimane sempre.
      Altra cosa, ma questa nessuno, che io sappia, l’ha mai notata, né qui né altrove, è nella Parigi di allora, giacobinismo imperante, che nasce quella particolare forma di violenza linguistica che, circa due secoli dopo, avrebbe preso la specie del “politicamente corretto”. La peste sa come trovare i suoi untori. Il giacobino mutaforma non manca mai l’appuntamento.

    4. Enzo Pennetta on 23 Ottobre 2019 23:12

      Questa è la volta mia di concordare su tutto.

    5. Paolo da Genova on 24 Ottobre 2019 09:05

      Bob Dylan però non mi pare un modello, non ha rifiutato il premio Nobel, bensì lo ha fatto poi ritirare da un suo incaricato, dimostrando in pratica di essere più snob degli snob. Sul contenuto dell’articolo comunque concordo, personalmente trovo comico che ai vincitori di premi Nobel (soprattutto di fisica, la materia più tecnica) si riconoscano competenze non solo tecniche ma pure metafisiche, per cui pare che costoro sappiano meglio degli altri se Dio esista o no, se una cosa sia giusta o no, se la vita abbia senso o no, ecc.

      • maurizzio on 24 Ottobre 2019 13:04

        Bob Dylan doveva essere utile per rilanciare anche tra i giovani(e nel mondo quotidiano)il Premio Nobel:Completo fallimento.
        Come non dovrebbe essere considerato “vangelo”tutto quello che sta intorno a questi signori.
        Su i fisici potremmo dire,che dopo Eistein difficilmente si potrà negare il diritto d’opinione(provatissimo nel suo caso).Infatti anche il Re degli Atei,tale Hawking(pur senza Nobel,per ovvi motivi) non può che confermare il lavoro del suo Maestro(aggiungendo molto,comunque).ps.Interessante la nota del Rag.Diabolik:andrebbe evidenziata.

    6. maurizzio on 24 Ottobre 2019 13:15

      Come direi al signor Paolo da Genova:Chi oggi si occupa di Metafisica,e non soltanto di Charitas ?Di certo non il clero!

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