Il terreno di coltura è tutto disse Pasteur, e quello liberista è ottimale per qualsiasi epidemia.
Non ci sono molte certezze in questi giorni di epidemia da Coronavirus ma di sicuro si può dire che la gravità delle misure da adottare per contenere il fenomeno è inversamente proporzionale alla quantità di risorse disponibili per affrontare l’emergenza.
L’intensità della minaccia nasce dalla debolezza delle società liberiste, questo è l’elefante nella stanza che si aggira indisturbato, fondendosi con l’elefante in cristalleria, mentre il topolino del virus attira tutta l’attenzione dei presenti.
Il primo punto debole delle società liberiste è il dogma della libera circolazione di ogni cosa, dalle merce ai capitali alle persone e infine anche dei virus, questo principio intangibile, unito ai mezzi di trasporto attuali, implica una velocissima e incontrollata diffusione di qualsiasi microrganismo.
Considerando la teoria dei “sei gradi di separazione” la possibilità che un microrganismo raggiunga in un tempo ragionevolmente breve ogni abitante della Terra è elevata, questo rende in definitiva impossibile circoscrivere un’epidemia che si verifichi in un paese che non sia già in origine fortemente isolato da barriere naturali e sociali.
Che un’epidemia non si possa bloccare una volta superati certi limiti, ma solo rallentare, è stato affermato senza contrasti nel mondo scientifico, la questione è riassumibile nel seguente grafico Apparso su Repubblica.
Quello che determina la gravità dell’epidemia non è quindi il numero assoluto dei contagiati totali ma quanti lo saranno nello stesso momento, la vulnerabilità dei singoli individui non varia ma cambia la capacità del sistema sanitario di farvi fronte.
Ed ecco il secondo punto debole delle società liberiste, la capacità di far fronte all’emergenza dipende dal numero di strutture disponibili, ma in osservanza al principio delle “spending review” e delle privatizzazioni, le risorse della sanità pubblica e il numero dei posti letto sono stati ridotti drasticamente.
Trentasette miliardi di Euro in dieci anni con 43.000 dipendenti in meno sono il “risparmio” ottenuto seguendo le ricette neoliberiste pagate nel frattempo con le innumerevoli sofferenze di larghi strati della popolazione che hanno visto una drammatica riduzione dell’assistenza sanitaria e un logorante dilatarsi dei tempi di prestazione.
In conformità ai principi malthusiani solo i più abbienti hanno potuto mantenere un livello di assistenza adeguato pagandolo presso la sanità privata, tagli e privatizzazioni colpiscono selettivamente le classi più deboli.
Ma il paradosso finale è nel fatto che i soldi “risparmiati” in 10 anni di tagli saranno adesso pagati con gli interessi per via dei danni che l’epidemia gestita in condizioni di inadeguatezza comporta e comporterà al sistema economico del Paese.
In tutto questo la presenza di un dogma socioeconomico neoliberista mette sotto accusa i meccanismi democratici rivendicando l’esautorazione delle autorità locali e mettendo da parte le regole della democrazia.
La diagnosi per i problemi prodotti dal liberomercatismo è sempre che c’è troppa democrazia e ci vuole più libero mercato.
“Il terreno è tutto, il microbo è nulla” viene riferito che abbia riconosciuto Pasteur prima di morire, e se la società può essere considerata un grande organismo, quella liberista, intrinsecamente indebolita e depressa, è un terreno ideale per ogni genere di patologie e di infezioni.
Il caso del COVD19 conferma quindi drammaticamente alcune cose:
– il sistema del libero mercato è autodistruttivo e implica emergenze sistemiche
– le politiche di spending review indeboliscono la società
– il dogma neoliberista impedisce di vedere le cause dei problemi da lui stesso causati
– l’informazione è incapace di vedere e denunciare i problemi reali
– ogni problema viene strumentalizzato come prova di un fallimento del sistema democratico
Ma la conferma più importante è che il liberismo è un sistema autodistruttivo che prima di collassare su sé stesso eroderà ogni realtà circostante.
Quel che si può fare è fronteggiare il più possibile le crisi generate dal dogma neoliberista e le sue ricadute sui singoli, proteggersi dalle conseguenze di quella banalità del male per ora impossibile da sconfiggere e sin da ora mettersi a lavorare per preparare quel ‘dopo’ che inevitabilmente arriverà.
31 commenti
Spero tanto anch’io che il virus insegni: dove investire risorse pubbliche nel futuro, come salvaguardare non solo a parole le categorie deboli, come riacquistare entusiasmo in modo virtuoso dopo una crisi di questo genere.
Il turbo capitalismo…il tempo, la leva speculativa, la terra sferoidale, l’ entropia.
L’ alternativa è la cellula e il suo steady state.
Aggiungerei la possibilità opportunistica di utilizzare il virus per spargere il panico nella popolazione disinformata per far passare leggi antidemocratiche ed antipopolari. Sono sicuro che dopo l’approvazione del MES e del 5G, la nomina dei dirigenti delle aziende ancora (per poco) controllate dallo stato italiano del coronavirus i media non ne parleranno più lasciando cadere ogni interesse. Il governo reclamerà per sè il merito che il virus sia stato rapidamente sconfitto senza ulteriori danni. Essendo effettivamente poco più di una influenza invernale l’arrivo del caldo porterà via il coronavirus ma nel frattempo le leggi distruttive del tessuto economico degli italiani saranno state introdotte con danno irrecuperabile del welfare dei cittadini inoltre nessuno verrà a riferire che il numero dei morti per suicidio o disperazione delle partite iva, piccoli imprenditori commercianti artigiani sarà stato superiore al numero dei morti di coronavirus. Poi a causa della recessione ineluttabile provocata dal rallentamento economico imposto per legge il debito pubblico risulterà tale che gli aiuti finanziari come previsto dal MES saranno concessi con l’intervento della TROIKA. Sono tristemente note le conseguenze degli interventi finanziari della troika per cui a parte i tagli ulteriori alle strutture pubbliche ( anche gli ospedali ) e la svendita forzosa delle ultime ricchezze degli italiani da ENI ENEL FINMECCANICA e forse anche della CDP per i pensionati arriverà un drastico taglio delle pensioni esattamente come accaduto in Grecia ed i tiket dei medicinali un ricordo nel senso che le medicine dovranno essere pagate integralmente. Non sono belle prospettive ma purtroppo andrà a finire così. Il tradimento delle Elites quello che addirittura un liberista come RAMPINI denunciò gia sette-otto anni addietro sarà arrivato a cogliere il frutto delle sue infami diaboliche macchinazioni. Risalire la china sarà durissimo, forse anche Padoa Schioppa (economista neoliberista del partito socialista postcraxiano) avrà nella tomba la sua soddisfazione, disse infatti con un certo rammarico qualche tempo prima di morire che i lavoratori italiani avevano perso la capacità di soffrire.
Lucidissima, quanto foriera di tenebre, la sua analisi. La condivido in toto. Queste sono prove generali di controllo e dominio; chi tira le fila sta tastando il terreno, per verificare fino a che punto ci si può spingere nello stringere la garrota.
Conculcate le libertà fondamentali! Stamane, ho trovato il mercatino rionale deserto; file ai supermercati; dappertutto musi lunghi, occhi bassi. La gente, per la prima volta ha scollato le pupille dagli smart, e si è guardata attorno attonita. Ma seguitano a non capire!
A un tizio che si lamentava, mentre ascoltava la radio, ho detto di spegnerla, tornare a casa, e prendere a martellate la TV. Mi ha guardato come fossi pazzo, invitandomi a farmi gli affari miei.
Vulgus vult decepi, ergo decipiatur. (Cardinale Carafa)
Scrivo dalla zona arancione, e, questa mattina 09 marzo, si lavora tranquillamente come se nulla fosse.
Io lavoro da casa (lo faccio da anni a prescindere dalla situazioe contingente). Ma nel palazzo vanno e vengono operai per un trasloco. Li vogliamo incolpare perchè stanno portando a casa la pagnotta?
Ma l’aspetto più “interessante” è che, nel mio piccolo, facendo due chiacchiere tra colleghi ed in questi giorni con gli amici, è tristissimo percepire che non esiste più una minima coscienza di classe, non esiste più una visione del sociale. Mi sento il famoso marziano che sbarca sulla Terra.
Finita l’emergenza chi è rimasto sotto sarà stato sfortunato, chi è “sopravvissuto” avrà solo passato un momento di spavento. E tutto tornerà alla normalità.
Analisi come sempre pulita, lucida, grazie!
Mi permetto di segnalare il seguente articolo come interessante spunto di riflessione:
https://clarissa.it/wp/2020/03/01/uno-studio-dei-militari-su-come-affrontare-le-epidemie-chi-lha-letto/
Leggo quotidianamente “Epochtimes.it”e anche nell’edizione inglese e spagnola.E’ un sito non governativo specializzato in avvenimenti cinesi.Direi attendibile.
Dico solo questo 1) i primi sintomi di una “nuova forma di polmonite” si sono manifestati a metà novembre 2019(e anche prima)senza un’efficace intervento statale.2)Dopo l’allarme le autorità ordinavano di “tenersi alla larga dal mercato di frutti di mare(e direi anche di animali selvatici,cani,gatti,topi ecc,ecc,) di Huanan.Ma certo su un miliardo e trecento milioni di esseri umani in Cina cosa possono rappresentare 3000 o più morti ?
Mi chiedo anche come un paese che si ritiene moderno(tecnologicamente l’ho è)possa tollerare ancora la “medicina tradizionale cinese”.In buona parte nemica della scienza!Ma nella realtà il “Mondo Cinese” è e rimane un Mondo Confucianesimo e “deve” tollerare come sua componente culturale la “medicina tradizionale”!?ps.Provo molta ammirazione verso Confucio e comprendo pienamente la Sua Cultura.Per noi occidentali abbastanza complicata.
Mi spiace davvero, Sig. Maurizzio, di essere costretto a rilevare che nel suo post convergono tutti luoghi comuni di quella cultura che, esplosivo paradosso di cui non s’avvede, per ogni altro verso lei mostra di condannare.
Primo punto: l’uso che lei fa del termine “moderno” (e con lei tutti coloro che ne fanno lo stesso uso) è incomprensibile, e lo è perché non c’è un contenuto da comprendere. E’ un contenitore privo di contenuto, se non del tutto tautologico e privo di informazione. “Moderno, in altri termini e parafrasando, è tutto ciò che è andato accadendo, a partire da un certo periodo, così definito dagli storiografi di professione, i quali, si faccia attenzione, così definiscono questo periodo della Storia umana, proprio muovendo dalle categorie culturali che ne hanno formato (cioè condizionato) il pensiero. Non fosse chiaro, sto cercando di evidenziare che questi storiografi NON sono parte terza, non descrivono con obbiettività ciò che accade o è accaduto; ma, piuttosto, definiscono, a partire dalle categorie da cui LORO STESSI sono stati definiti. Il termine “moderno” e qui sta precisamente il punto, è tutt’altro che storiograficamente neutrale, ma è, al contrario, capzioso, tendenzioso e persino settario. Più che una categoria storiografica, reca una notazione antropologica; il moderno si contrappone al non moderno, alla stessa precisa stregua con cui l’opacità e l’approssimazione si contrappongono alla limpidezza e alla precisione. Ho già altre volte cercato di mostrare l’errore di una tale pretesa, ci torno brevemente. A rigor di logica e di buon senso, si possono comparare e contrappore cose e processi della stessa natura; se comparo o contrappongo pere con banane, vuol dire che gli occhiali che indosso (i filtri culturali) sono tali da uniformare ogni cosa a pera o banana.
L’uomo (de)formato da una tale cultura – quella che ci inoculano per endovena con la scuola dell’obbligo, che a questo serve – immagina che tra le vari fasi di sviluppo (o inviluppo) dell’umanità esista una certa continuatività, una specie di processo migliorativo che, dalle brumose irrazionalità del mito, ha portato gradualmente alla chiarezza irresistibile della razionalità, il cui coronamento è la Scienza.
Errore macroscopico e fatale, con cui la “modernità” sta distruggendo chi l’ha inventata.
Tralascio il significato di mito (che non è da confondere né con leggenda, né con fiaba, ma di cui qui non c’è spazio per parlare). L’uomo antico conosceva perfettamente la razionalità, e il suo strumento più appuntito, che è la logica. Tralasciando Aristotele, bisogna avere la pece sugli occhi per sostenere che i sistemi di logica indù e buddista furono formulati da culture che vedevano il mondo in modo “opaco”, a causa del fatto che, simultaneamente, fondavano le radici nell’atemporalità del mito. Se l’uomo “moderno” non è capace di comprendere cosa sia il mito, è solo perché ha perduto la dimensione della profondità, non solo dell’orizzonte della Storia, ma della sua stessa natura.
Punto secondo: lei si stupisce come la Cina (moderna) possa tollerare la propria medicina tradizionale; che, a suo dire, sarebbe nemica della Scienza. Non mi dilungo. La cultura cinese, malgrado la gelata comunista, non patisce la stessa degenerazione della nostra. In essa, tanto per dire, specie lontano dai grossi agglomerati, permane (immane scandalo!!!) il culto degli antenati e degli anziani. Non come da noi, che gli antenati sono neppure mucchietti di ossa, e gli anziani – gloriosa conquista della modernità – sono carne da sacrificare, notizia recentissima, nella graduatoria della sopravvivenza al VAIRUS.
Ebbene, lei si stupisce perché, non trovo altra spiegazione, non ha la minima idea di cosa consista la medicina tradizionale cinese. Fossi al suo posto, e dovessi pensare che “noi moderni” siamo i primi della classe, penserei lo stesso. Ovviamente, non è questa la sede per fare il minimo accenno a questo tema. Se ha voglia di capire perché e dove sbaglia, le suggerirei di leggere, meglio studiare, i saggi del sinologo John Blofeld (peraltro, virtuoso di penna, e ultimo viaggiatore della Cina ante Mao), e almeno il saggio principale, Scienza e Civiltà in Cina, di Joseph Needham, che visse intensissimi 95 anni, e fu un eccelso storico della Scienza, biochimico, e sinologo britannico. Se lo farà, ho certezza che vedrà la nostra questione in maniera del tutto diversa.
Ci sarebbero altri punti da sviluppare, ma ho delle virgole che mi chiamano altrove.
Mi perdoni la franchezza.
Nessun problema; ma forse fraintende il mio entusiasmo per quel regime;Il solo fatto che sia un lettore quotidiano di Epochtimes.it ed edizione americana+spagnola le farebbe(mi perdoni) capire che in realtà le mie sono solo note(tratte dall’ultima edizione della rivista sopracitata) relative al coronavirus(made in China).No,continuo a non capire come una immensa civiltà (Impero Celeste?) possa ancora considerare,dopo il massacro di almeno 40 milioni di cinesi (“i retrogradi”?) gli altri Esseri Viventi degli esseri senza dolore e sofferenza.A questo mi riferivo considerando la Medicina Tradizionale(escludo a priori in un elenco negativo l’agopuntura): qualcosa di retrogrado e mi consenta non del tutto “scientifica”(in specialmodo a riguardo i problemi sessuali,principalmente maschili).Da Uomo Evoluto vedere le foto di decine di cani e gatti spellati,pieni di sangue ecc.attaccati a dei ganci nelle loro “macellerie” mi riporta ad un passato che pure in Cina potrebbe tranquillamente finire.Ps.Discorre con Lei è per me un piacere immenso(mi ricorda direttamente quel grandissimo uomo di scienza e cultura che è il Prof.G.Masiero,di cui mi vanto essere stato un buon lettore.ppss.Non mi sono dilungato nei particolari del mio commento.Lo farei ben volentieri se ce ne sarà l’occasione.
La ringrazio dell’apprezzamento, e mi associo alla mancanza delle note del Prof. Masiero.
Lei solleva un tema a me carissimo, e se potessi direi carissimissimo: quello della crudeltà verso gli animali; ed ha ragione nel rilevare la stridente contraddizione che vive dentro una cultura, quella cinese, tra le vette della speculazione, e mi riferisco al taoismo, e talune consuetudini etniche che, sfuggendo alla trappola di un inspido relativismo culturale, non possono essere definite se non anti umane.
Sotto un profilo simile, si riscontra qualcosa di analogo presso la cultura giapponese; ossia, una distanza siderale tra la purezza e la celeste sensibilità delle vette, e la crassa crudeltà delle valli.
E’ un tema di grande interesse (si figuri che parlo più di frequente con gatti e alberi, che con umani); ma di sicuro non adesso, che il buon Enzo ha già la bacchetta sull’OT.
A proposito, complimenti a Enzo per l’articolo. Come sempre il nostro ospite centra il punto (non dirò mai “focus”), con chiarezza e perfetto bilanciamento tra analisi e sintesi.
Per non entrare nella “zona rossa di OT-Fuori tema”non mi dilungo.Ma oggi e ancora di più come affermava mesi fa il Prof. aspettiamo un suo articolo su Critica Scientifica….con calma e quando è possibile.Ps.Parlare di Taoismo-Confucio e non solo è uno dei miei sogni da molto molto tempo…..
precedente commento
Non voglio uscire dal tema e occupare spazio di altri commentatori.Ma pensi un po’ cosa le dico:Sabato su TV2000 rubrica televisiva Soul ho ascoltato l’intervista al Sinologo Maurizio ScarpaRi,il quale,sicuramente molTo ben informato affermava il “ritorno”(possibilissimo) del Confucianesimo in Cina(certo non trionfalmente….)ma anche il Sinologo affermava che il Confucianesimo non pone particolare riguardo “alla presenza di Dio”! Ma piuttosto se si intende in senso Cattolico questo può essere corretto,ma in “senso cinese” ciò è sbagliato !……
Spero che Enzo non mi sgridi, ma mi parrebbe scortese non rispondere ai suoi post.
Punto primo, il confucianesimo in Cina non ha mai cessato di essere presente, neppure durante quella psicopatia di massa che fu la “rivoluzione culturale”. Proprio a causa ed in virtù del suo spirito, (il confucianesimo) si è occultato – paziente, silente, anodino – ed adesso sta riemergendo, ed affronta una minaccia ancora peggiore del crasso e grosso comunismo. Parlo del capitalismo, ovviamente, del quale non può darsi una versione che non sia anti umana. Cosa sarà, a noi piccini non è dato sapere, certo è che la verità del detto “motus in fine velocior” si sta appalesando tanto abbagliante, quanto più tragico è l’orizzonte.
Punto secondo: il confucianesimo non pone riguardo, come lei dice, alla presenza di Dio, perché la sua prospettiva non concerne il piano spirituale (per quanto da questo essa venga fatta dipendere); ma quello, se così mi posso esprimere, intermedio tra il morale ed il sociale. Il confucianesimo non tratta dei Principi Ultimi, né di cosmologia, né di metafisica; indica il “retto sentiero” all’uomo terrestre.
Oltretutto il concetto di Dio (locuzione che uso, avendo cura di specificarne la provvisorietà, e persino la contraddittorietà; posto che Dio non è concettualizzabile, non essendo, categorizzabile) è tipico esclusivamente della prospettiva delle tre religioni abramitiche: Ebraismo, Cristianesimo, Islam, ciascuna delle quali non può non essere in rapporto di opposizione nei confronti delle altre; almeno sul piano delle forme, ossia quanto all’aspetto exoterico.
Metafisica e cosmologia, nella Cina Tradizionale, furono sviluppate dal Taoismo, il quale, grossomodo, poco dopo la predicazione di Gesù (coincidenza curiosa), fu parecchio influenzato dalla penetrazione del Buddismo nella forma Mahayana, che portò alla formazione di sette scuole Chan (in giapponese Zen).
Non si fidi di Wikipedia, o siti generalisti, dovesse leggere che il confucianesimo è una religione; così come non lo è neppure il Taoismo. Ultima nota: il Taoismo (come il buddismo) non è ateo, semplicemente non è teista; ed in tal modo, pur riferendosi alla medesima Realtà Ultima e Sacra, evita, almeno in una certa misura, di doversi confrontare con una serie interminabili di aporie derivanti (ne ho accennato prima) dal tentativo di concettualizzare “Dio”, oppure, detto in termini non teologici, ma metafisici, di descrivere l’Infinito nei termini del finito, e l’Assoluto nei termini del relativo.
Scritto sotto la mannaia della sintesi, me ne perdoni.
Le vorrei semplicemente rispondere ma sono conscio di entrare in Fuori Tema dall’articolo sul coronavirus.Le assicuro ammiro la sua lezione ma avrei dei punti da far risaltare.Non so se ne avremo la possibilità ma in una situazione meno grave di questi giorni saprò ricordare il Suo scritto e puntualizzare alcuni particolari.ps.Non consulto per principio wikipedia se non per informazioni particolari.Per siti generalisti tantomeno.Piuttosto da decenni appassionato ricercatore(ho avuto anche una oramai vecchissima tessera dell’associazione Italia Cina…) del Mondo Estremo Oriente,pur non avendo un età freschissima, anelo ad approfondire la Conoscenza Culturale.
@Marcello Frigieri
Lucidissima, quanto foriera di tenebre, la sua analisi. La condivido in toto. Queste sono prove generali di controllo e dominio; chi tira le fila sta tastando il terreno, per verificare fino a che punto ci si può spingere nello stringere la garrota.
Conculcate le libertà fondamentali! Stamane, ho trovato il mercatino rionale deserto; file ai supermercati; dappertutto musi lunghi, occhi bassi. La gente, per la prima volta ha scollato le pupille dagli smart, e si è guardata attorno attonita. Ma seguitano a non capire!
A un tizio che si lamentava, mentre ascoltava la radio, ho detto di spegnerla, tornare a casa, e prendere a martellate la TV. Mi ha guardato come fossi pazzo, invitandomi a farmi gli affari miei.
Vulgus vult decepi, ergo decipiatur. (Cardinale Carafa)
A lei non basta, dunque, sentire il dato delle terapie intensive prossime alla saturazione in Lombardia per capire che qualcosa sta accadendo, ma legato a un virus nuovo che oggi fa morire il 6% della popolazione colpita… O semplicemente non crede ai dati che ci forniscono? Crede che un Borrelli ci prenda tutti in giro o che sia egli stesso preso in giro da qualcun altro? Sono dati manipolati? Lo dica! Li nega? lo dica!
A me Cipriani sembra invece che come al solito manchi qualcosa:Il genio organizzativo,non ereditato,a quanto sembra dai nostri presunti antenati di più di 2000 anni fa.Ovvero perché,e questo per rendere un pochettino più tranquilla la Gente mancano milioni di mascherine? Tutte sparite o su internet ha prezzi allucinanti.Si vedono in giro troppe persone o senza mascherina o con mascherine di foglio usa e getta(e domani se non ci sono in vendita chi te le regala?).Amen
Voci dagliambienti sanitari toscani:I cinesi inviano in Italia 5000000 di mascherine. Vero?E notizia delle notizie smetteranno di mangiare cani,gatti,pipistrelli e compagnia varia. Vero?
Il vaccino è in preparazione negli Usa e in Israele……..si ma non dopo 18 mesi !!
@Giuseppe Cipriani.
Sono lietissimo che, Sig. Cipriani, stando all’esubero di energia che ha trasmesso al suo post, lei goda buona salute. Mi spiace solo, un po’ e moderatamente, per il sovraccarico di adrenalina.
Provo a risponderle.
Il solo aspetto che non mi chiaro, in tutta la nostra vicenda, è quello strettamente virologico. Chiarissimi mi sono, per converso, quello politico e quello che potrei collocare in un dominio in cui la linea di confine tra psicologia e antropologia si sposta continuamente.
Quanto al primo aspetto, non essendo uno scienziato, ma un umanista, devo ricorrere a fonti che, per consolidata certezza, so essere molto qualificate e attendibilissime. Si tratta di due medici, i cui nomi non posso fare, circostanza che, voglio sperare, non sminuirà la mia testimonianza. In ogni caso, a soccorrermi, oggi, è stato il caso, per tramite di una intervista video fatta da Claudio Messora, al Prof. Giulio Tarro, che vinse un Nobel all’epoca in cui la mano lunga dei padroni del mondo non era ancora arrivata in Svezia (link in calce).
Ecco il punto: questi miei due referenti, e il Nobel Tarro, fatte salve sfumature che non incidono sulla sostanza, dicono le stesse cose. Si goda il video, così risparmiamo spazio.
Mi chiede:
“…semplicemente non crede ai dati che ci forniscono? Crede che un Borrelli ci prenda tutti in giro o che sia egli stesso preso in giro da qualcun altro? Sono dati manipolati?…”.
Qui, il credere non ha pregio; io credo ad alcune preposizioni (alcuni le chiamano “Verità” di Fede), a fronte della certezza, logica, che non sono formulabili e comprensibili nel linguaggio umano. Ma qui, nel nostro caso, appunto non si tratta di credere, ma di sapere. Nel caso di specie so (con certezza assoluta, e condivisibile da tutti coloro che, ad esempio, conoscono il pensiero di Machiavelli, Guicciardini, per tacere Cornelio Tacito, e altri), che il Potere mente sempre. Non si pecchi di ingenuità, nel credere che mente ad ogni singola locuzione; anzi, il mentitore di talento tende mentire il meno possibile, nel dettaglio; nella certezza, che il “discorso”, nel suo complesso, risulterà menzognero. Questo, almeno, una volta. Nell’epoca della propaganda scientifica (si considerino Le Bon, Bandler e Grinder, per non tralasciare i sempre attuali 11 principi della propaganda di Goebbels), tanta cura non è necessaria. Basta disporre del pulpito!!!
Un virus che, tra le 150 (circa) nazioni del pianeta, ne infesta, prevalentemente tre: Cina, Iran e Italia (con epicentro in Lombardia).
Un virus che ha in Germania il paziente zero, ma che, nel continente, saltando Svizzera ed Austria, esplode in Italia.
Un virus che vede, e da subito, un solo Paese (lascio a lei quale) fare dieci volte più tamponi di tutti gli altri messi assieme.
Un virus che se ne frega di Shengen, e si incaponisce a fermarsi alle frontiere.
Un virus “uscito” da un laboratorio cinese, in cui sperimentavano scienziati dell’OMS (mai spiegato che ci facessero), e degli scienziati francesi (a che scopo, turismo?).
Un virus che demolirà, tramite la putrescenza che ci governa e ci vende, quello che resta di ciò che un giorno fu la mia Patria.
Grazie della sua attenzione, Sig. Cipriani.
https://www.youtube.com/watch?v=PV-KeNKjQ9k
Ah, chiedo scusa, dimenticavo:
https://www.youtube.com/watch?v=WyZ1MlPVGi4
Insomma un virus “intelligente” che colpisce su commissione… Fantascientifico direi. Ho sentito Tarro che non dice nulla di nuovo e sconvolgente e anzi non nega che il virus sia pericoloso la dove si diffonde e vada presa in seria considerazione la quarantena. Intanto dal momento dell’intervista la letalità è arrivata al 6%…
No, Sig. Cipriani! Mi sono espresso con chiarezza:
1°, non ho detto che questo virus sia acqua fresca.
2″, ho detto, e mi pare impossibile che non lo abbia capito, che ad essere intelligente NON è il virus (affermazione falsa, ma che lei mi attribuisce), ma la propaganda.
3, temo che lei mi abbia risposto senza aver letto, o aver letto con troppa fretta, il mio post.
4, dacché ricordi, non c’è sia stato anno in cui non si sia stato di moda questo ritornello: “c’è mezza Italia a letto con l’influenza”. Solo che non partiva il lavaggio del cervello mediatico.
5, al t. 1,20, viene mostrata una dichiarazione di Tarro (letta dalla giornalista), con la
quale lo scienziato afferma a chiarissime lettere che la presente è una comune influenza.
6, se ha voglia, mi risponda con argomenti; MA NON non ripetendo dati che sente in TV. Le ho spiegato come e perché la TV è uno strumento di propaganda, il cui scopo è il controllo sociale.
7, se lei seguita a darvi credito, non ha senso continuare a parlare. Non la prenda come una scortesia, anzi, ma come un cordiale invito a risparmiare il tempo breve della nostra vita.
Solo una domanda e poi mi fermo: Lei ritiene che i dati UFFICIALI di contagiati totali, deceduti, guariti e malati siano non veri, della categoria mediatico-manipolatoria degli sprovveduti come me che, a suo avviso, non hanno spirito critico? Io invece li reputo reali ed è proprio per questo che, se prima pensavo anch’io che questa fosse come una influenza comune, ora riconsidero la cosa. Ribadisco che la mortalità in Italia per coronavirus è triplicata in poche settimane, ed è aumentata di almeno due punti dal giorno dell’intervista al virologo… Basta saper far di conto una virtù!
Vorrei aggiungere una sola cosa, gentile Prof. Pennetta, che credo Le sia sfuggita:
Quando hanno detto, nel fine settimana scorso, che a causa della saturazione dei posti disponibili in terapia intensiva, è passata la direttiva di privilegiare prima le persone più giovani, rispetto a chi ha già una certa età… non credo sia necessaria una forte dose di malizia, per capire che stiano approfittando di questa occasione per far passare il messaggio che le persone anziane siano sacrificabili; solo il pensare ancora con la propria testa.
Mi meraviglia che ciò le sia sfuggito, Prof.
@Giuseppe Cipriani
Sig. Cipriani, non vorrei essere stato frainteso; io ho piacere di parlare con lei, ci mancherebbe! Rilevavo solo, proprio per amichevole rispetto, l’inutilità di interloquire ove, una delle due parti porti come fonte la Voce del Padrone (ossia il mainstream9. I conti con la virulenza di un’influenza, non lo dico io, ma fonti definite “ufficiali”, come l’OMS (m a lo dice soprattutto il buon senso), si fanno una volta fuori dalla stagione fredda. Se non sbaglio, la data convenzionale è dalla seconda metà di Aprile.
Ergo, se vogliamo ragionare coi numeri, dobbiamo aspettare da un mese a un mese e mezzo.
Qualcosa, nel mentre possiamo già dirla. Date le circostanze che illustrerò appresso, non potrei escludere che questa influenza rechi più danni delle precedenti (ma potrei, spero sbagliare).
Rispetto alle influenze degli scorsi anni, ci sono due elementi oggettivi ed indiscutibili (giacché si tratta di fatti) che differenziano quella attuale:
1°, pare che tutti (salvo Giulio Tarro ed il sottoscritto) sottovalutino l’impatto negativo, ed in taluni casi devastante, della pandemia d’ansia che sta flagellando il Paese. So di persone che si sono barricate in casa, dopo aver svuotato i supermercati. So dell’aumento esponenziale delle richieste di aiuto ai CPS (sta per centro psico sociale). Da ieri, esattamente, dalla comparsata di Giuseppi, vedo un’Italia svuotata, diffidente, paranoide; le poche persone che si incontrano hanno lo sguardo spento e assente, di chi è stato di colpol strappato dal sonno smartfonico. Ieri, uscendo di casa, mi sono imbattuto in una innocua donna di servizio, che urlava di voler tagliare la gola alla sua ”signora”, perché l’aveva rimandata a casa. Mi segua: niente soldi -niente cibo, niente cibo-niente vita. Ed infatti la poveretta, urlava che non avrebbe potuto far mangiare i suoi figli. Oggi, ho incontrato due persone, solitamente cordiali, che, al vedermi, hanno abbassato gli occhi e cambiato marciapiede. Mi creda, Sig. Cipriani, non sono affatto brutto.
Ecco, moltiplichi questo per ogni angolo d’Italia, ed avrà magari una pallida idea di ciò che accadendo.
In condizioni del genere, se non mi crede si informi, si una ha drastica caduta delle difese immunitarie, e, ad un abbassamento di queste, persino un peso massimo cade come passerotto. Tarro lo ripete più volte, ed io qui lo sottolineo con forza.
2°, lo stato precomatoso nel quale le politiche genocide neo liberiste hanno fatto sprofondare la sanità pubblica italiana. Ho già degli appunti, proprio qui, che testimoniano della catastrofe che tutta la fanfara mainstream nasconde, o sottace, o al massimo sussurra. Al momento mi manca il tempo per elencare questi dati e concludere. Se non troverò i commenti chiusi lo farò tra non molto.
Qui,nel non rispetto del Buon Senso e nel non confronto con i “vecchi”(per questo tipo di capitalismo sconclusionato sono troppi e costano troppo in pensioni) c’entra a capofitto “una forma filosofica di selezione naturale”.Incubo degli incubi del materialismo capitalistico.E leggere e sentire quello che gli apparati sanitari nazionali dichiarano dimostra la totale stupidità di certe ideologie: e cioè i giovani che iniziano a lavorare a 40 anni(o anche mai) sono forse più “utili” degli anziani che si sono fatti un m…..o tanto…..in tutta la loro vita lavorativa;per pochi euro mensili?
Consiglierei per chi non l’ha già fatto di leggere l’articolo “Gli Eventi che hanno portato l’epidemia di coronavirus in Cina”. Online su Epochtimes.It
Segue da post precedente.
Se le influenze degli anni passati fossero state affrontate con le risorse sanitarie di oggi, più si andasse indietro nel tempo, e peggiore sarebbe stata la situazione. Ecco perché. Rispetto alle esigenze della nostra popolazione, oggi mancano circa 16.000 medici e quasi il doppio di personale paramedico. Tralasciando la chiusura di moltissimi ospedali e piccole strutture sanitarie. Per la fine del 2021, e a causa del molto minore apporto di nuovi medici (causato dalla depressione della formazione universitaria di nuovi medici, unito alla corsa al pensionamento dei vecchi), si calcola mancheranno 45.000 medici e un numero quasi pari di paramedici. Per quanto non sia così bravo a far di conto, fanno 90.000 unità, circa. Credo che tali numeri non abbiano necessità di commento, tranne due, brevissimi.
1°, ricordo e sottolineo che di questa catastrofe non sono responsabili gli astri, ma le politiche di austerità volute, sostenute e imposte dagli europeisti, col supporto fondamentale della grande stampa e TV. Salvo rarissime eccezioni, si è fatto credere agli italiani, che, comunque, si sono prestati a crederlo, che tutto ciò fosse ineluttabile, “ce lo chiedono i mercati”, alla stregua dell’elettromagnetismo. Chiamasi, lavaggio del cervello. Chiamasi pure, nelle conseguenze, GENOCIDIO.
2°, allo scopo mettere una pezza a questo sfacelo, si è pensato di integrare il personale medico con specializzandi del secondo anno!!! (Più punti esclamativi a piacere). Aggiungo che nella sola area di Roma, il 56% dei medici con età maggiore di 50 anni (cioè quelli con maggiore esperienza), a causa delle suddette regole di austerità che ne penalizzano la professionalità, ha deciso di lasciare il pubblico e passare al privato.
Conclusione: secondo lei, secondo chiunque mi stia leggendo, secondo chiunque non abbia definitivamente portato il cervello in lavanderia, in tali condizioni è possibile affrontare un’influenza? Una di quelle, come scrivevo, di cui tutti i santissimi anni si è detto: “c’è mezza Italia a letto con l’influenza”. Perché lo spirito della domanda risulti ancora più chiaro: “Con 90.000 unità di personale sanitario in meno sul territorio, l’influenza di uno qualsiasi degli anni passati, quanti morti in più avrebbe fatto?”
Per la risposta, Sig. Cipriani, ringrazi i “ce lo chiede l’Europa” ed il loro personale di servizio del mainstream.
P.s.
Tra 5 giorni, mentre si dibatte di virus, i loro firmano il MES. Tutto andrà perduto.
Analisi, come sempre, ineccepibile riguardo il disastro governativo italiano (presente e passato), professor Pennetta.
Mi auguro (e spero) che segua un altrettanto utile e chiarificatore articolo che riporti l’effettivo stato delle cose, cioè la fascia d’età più vulnerabile al contagio, con altrettante proporzioni di guarigioni e decessi.