Londra – New York in un’ora: dobbiamo berle proprio tutte?

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Sui quotidiani una notizia semplicemente assurda.

 

Purtroppo siamo stati abituati a credere di tutto.

 

Nel fallito test dell’X51 A, ampiamente reclamizzato su tutti i media, doveva essere sperimentato un innovativo propulsore “scramjet” che grazie ad una particolare forma dovrebbe consentire delle prestazioni ipersoniche (teoricamente fino a mach 15).

File:Scramjet operation it.png

Schema di un motore scramjet


Il test era stato presentato dal Corriere della Sera con il titolo “In volo il super aereo da 7.242 Km/h. Si tratta di un velivolo militare senza pilota. Potrà percorrere la distanza tra Londra e New York in un’ora“.

E sulla Repubblica con l’articolo “Londra New York in un ora: il velivolo del futuro è ipersonico“.

Sia da quanto si può capire leggendo gli articoli che da quanto emerge in seguito ad un elementare approfondimento sull’immancabile Wikipedia, per poter entrare in funzione il motore scramjet deve essere portato alla velocità di circa mach 4,5 il che si può ottenere solo a due condizioni:

1- accelerare il velivolo con un motore a razzo

2-operare ad alta quota per problemi di attrito

 

Queste condizioni sono state raggiunte agganciando il prototipo sotto le ali di un bombardiere B-52 che giunto alla quota di 16.000 metri lo sgancia, dopodiché entra dunque in azione un razzo che accelera il mezzo fino ai richiesti 4,5 mach raggiunti i quali finalmente lo scramjet può essere acceso.

 

 

A questo punto chiunque è in grado di capire che tutto ciò con un possibile impiego commerciale ha ben poco a vedere, anche quando sarà possibile raggiungere i mach 4,5 costruendo velivoli con ben tre tipi di reattori funzionanti nelle diverse zone di accelerazione, uno come quello dei jet militari attuali fino a mach 2,5, uno intermedio che giunga ai richiesti 4,5 e infine lo scramjet che giunga fino ai mach 6 o 7, i costi di costruzione e di esercizio per lo sfruttamento a fini commerciali di trasporto di persone o cose sarebbero tanto stratosferici quanto le quote di esercizio di un siffatto mezzo.

Ma il nuovo mezzo è stato invece presentato nei titoli come un progetto principalmente civile, insistendo sull’ingannevole esempio di un volo Londra-New York.

All’interno degli articoli si intravedeva però ben altra realtà, ad esempio in quello sul Corriere leggiamo:

Chiudi gli occhi. Li riapri. E sei arrivato. Un veloce battito di ciglia in un motore. Oggi è il giorno del futuro per la Difesa americana: verrà testato l’aereo ipersonico X-51 Waverider, un velivolo con un motore “scramjet” che potrà raggiungere i 7.242 chilometri orari. Per intenderci, Londra New York in un’ora. Ha la forma di un missile ed è stato progettato per fini militari: anche se forse in un futuro potrà essere utilizzato anche per il trasporto di merci o persone.

A parte la nostra incondizionata ammirazione per chi ha calcolato la velocità in esattamente 7.242 Km/h, leggasi “settemila-duecento-quaranta-due”, non “quarantuno” o “quarantatré” (peccato che con calcoli così precisi il prototipo sia caduto ingloriosamente in mare), quello che non può sfuggire è che nell’articolo si parla prima di un volo Londra-New York, poi si parla di fini militari: ma che per caso l’Inghilterra e gli USA dopo aver bombardato mezzo mondo vogliono bombardarsi tra loro? Questa sì che sarebbe una notizia…

Poi si conclude ipotizzando comunque dei possibili sviluppi commerciali. Insomma il messaggio è “tranquilli, stiamo sviluppando nuove armi ma voi pensate a quando potrete volare a New York in un’ora”. La domanda dunque diventa: e perché tutta questa fretta? Per la stragrande maggioranza delle persone non cambia nulla se arriva a New York in un’ora o cinque. Mi spiego, se ho un appuntamento a New York alle 17, parto la mattina e non mi cambia molto invece di poter stare a Roma fino all’ora di pranzo e partire dopo con l’aereo ipersonico che mi costa almeno dieci volte di più.

Questa dinamica era già stata drammaticamente sperimentata con la fallimentare  messa in linea del Concorde che già negli anni ’70 rappresentò uno sfizio per pochi. L’aereo che poteva superare il muro del suono era molto più stretto dei Boeing 747, la minor durata del viaggio comportava dunque un posto molto più scomodo della classe economica dei Jumbo, e il prezzo del biglietto non era assolutamente competitivo. Nessuna compagnia aerea eccetto quelle dei due paesi costruttori (Francia e GB) comprò mai il Concorde.

Il Concorde

Ma adesso ci si dice che in futuro potrebbe essere realizzato un mega-Concorde che riproporrebbe moltiplicati i difetti del primo.

Certo che invece per lanciare missili cruise da un continente all’altro, per realizzare caccia intercettori in grado di coprire zone grandi come un continente, o per realizzare bombardieri in grado di colpire in poche ore ogni angolo del mondo, lo scramjet è un’ottima soluzione.

E allora non mettiamo la rotta Londra – New York nei titoli…

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

4 commenti

  1. Senza contare l’addestramento e l’attrezzatura che dovrebbero avere gli ipotetici passeggeri per resistere alle tremende accelerazioni.
    Tutti con una tuta anti-g?

  2. In realta’ si tratta del rimaneggiamento di un vecchio progetto, almeno dei primi anni ’80, di un bombardiere ipersonico, alternativo agli ICBM con testate MIRV, che erano suscettibili di intercettazione al rientro in atmosfera da parte dei radar russi.
    Se ci pensate, ha senso solo in quest’ottica, del bombardamento multiplo (naturalmente atomico) del suolo sovietico.
    Che senso avrebbe infatti, impiegarlo per bombardare la, per esempio, Serbia, che dopo tre secondi l’ha gia’ attraversata tutta?
    Invece attraversare il suolo sovietico, ad altissima velocita’, lanciando lungo il cammino (non prevedibile come una traiettoria balistica, e percio’ piu’difficile da intercettare) le varie testate, ha un senso.
    Un altro amo nella bocca degli lucci che abboccano.

    Una curiosita’: chissa’ se nello studio dei vari direttori del Corriere, Repubblica, ecc ecc, ci sia un tabellone che, ogni volta che pubblicano notizie del genere, riporta la sagoma di un luccio? 😀

    • Grazie Piero,
      non sapevo di questo progetto degli anni 80, le tue considerazioni sul tipo di territorio che necessiterebbe di un tale mezzo d’attacco mi sembrano poi molto corrette e interessanti.

      Riguardo al luccio, temo che ormai molti lucci siano gli stessi giornalisti ormai incapaci di filtrare criticamente un comunicato Reuter.

      • In realta’, l’idea originaria e’ molto piu’ vecchia, direi intorno agli anni ’60, quando ancora il Saturn V (e la controparte militare, vorrei ricordare che il Saturn V non era altro che un ICBM) era ancora una bomba sulla rampa di lancio.
        In un certo senso (se non si parlasse di strumenti di morte) e’ divertente conoscere la storia delle armi.
        L’idea, come ho detto, era di un missile che viaggiasse molto velocemente (con i problemi pero’ della velocita’ supersonica), molto vicino alla superficie terrestre (per eludere i radar) che lungo un cammino a zig zag (per orientarsi si faceva uso di mappe stellari e del territorio) “depositava” le testate atomiche lungo il territorio sovietico.
        Come mai non e’ stato portato a compimento?
        Perche’ l’idea era talmente ben congegnata, il progetto era cosi’ micidiale che c’era stato il serio timore che, se l’URSS avesse saputo del progetto tramite le sue numerosissime spie, sentendosi indifesa, avrebbe potuto scatenare uno strike nucleare prima del completamento del progetto. Quindi nell’ideazione di nuove armi si poteva procedere solo a piccoli passi, come due cowboy che si sfidano a duello e che fanno solo movimenti lenti per non scatenare la reazione del nemico.
        Infatti subito dopo si procedette a definire un accordo sulle difese antimissile (cioe’ in pratica “evitiamo di elaborare difese antimissile cosicche’ siamo ambedue vulnerabili completamente ad un attacco nemico, cosa che ci assicura che nessuno attacchera’ per primo”).

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