Spazio, ancora un annuncio infondato: “trovati i precursori della vita”

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La vera scienza si promuove anche contrastando gli annunci ad effetto ma infondati, come l’ennesimo sull’origine della vita.

 

Una riflessione sulla cattiva e la buona scienza, in attesa della pubblicazione, domani 15 gennaio, della prima parte della risposta alla lettera aperta del prof. Pievani

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 Lo studio è del National Radio Astronomy Observatory di Charlottesville, ed è stato reso pubblico nel corso della 221° meeting annuale della American Astronomical Society: in una regione a circa 1000 anni luce dalla Terra sono state trovate “tracce, ancora incerte, di una sostanza chimica che rappresenta un precursore chimico degli elementi costitutivi della vita” come riferito in un articolo pubblicato sul Foglio e intitolato “Spazio: trovati forse precursori vita in nube di gas stella“.

E quale sarebbero questi precursori della vita? Lo dice sempre la notizia ripresa dal Foglio:

Il segnale proveniente dalla molecola, l’idrossilammina, costituita da atomi di azoto, idrogeno e ossigeno, deve ancora essere verificato in via definitiva.
Se confermato, gli scienziati avrebbero scoperto una sostanza chimica che potrebbe potenzialmente gettare il seme della vita su altri mondi e potrebbe aver giocato un ruolo importante nell’origine della vita sul nostro pianeta circa 3,7 miliardi di anni fa

 

Insomma queste tracce, presunte, di precursori della vita sarebbero da individuare nella presenza dell’idrossilammina, una molecola che solo per il fatto di essere costituita da azoto, ossigeno e idrogeno diventa un “precursore della vita”:

Chiunque abbia un minimo di conoscenze di biologia e di chimica organica può immediatamente rendersi conto di quanto sia fuori luogo un’affermazione di questo tipo.

Sul sito Live Science poi ci si è spinti a dire che quest’insignificante molecola potrebbe addirittura “seminare la vita” su altri mondi:

 The signal from the molecule, hydroxylamine, which is made up of atoms of nitrogen, hydrogen and oxygen, still needs to be verified. But, if confirmed, it would mean scientists had found a chemical that could potentially seed life on other worlds, and may have played a role in life’s origin on our home planet about 3.6 billion years ago.

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Questo annuncio segue a breve distanza quello, anch’esso non scientifico, del ritrovamento di precursori della vita su Marte, del quale ci eravamo occupati il 29 novembre scorso: “Vita su Marte: persa un’occasione per tacere“.

 Che delle semplici molecole di chimica organica possano essere dei veri precursori della vita può essere ritenuto plausibile solo da chi si sia formato su programmi scolastici che propongono ancora come riferimento l’esperimento di Miller che nel 1952 ottenne degli amminoacidi in laboratorio.

E che dallo spazio possa essere giunta la vita, è una conseguenza della forte inadeguatezza delle spiegazioni attuali sull’origine della vita stessa (esperimento di Miller compreso).

Quando la scienza non sa pronunciare un semplice e umile “non lo so”, ecco che nascono scoperte deboli che vengono fatte passare per determinanti.

E in seguito crescono generazioni disposte a credere a qualunque cosa, purché venga detta in nome della scienza.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

2 commenti

  1. Michele Forastiere on

    Naaah…! Se ho capito bene gli autori dello studio hanno captato un segnale debolissimo, anzi da confermare, che potrebbe indicare la presenza di una molecola che potrebbe essere correlata con gli amminoacidi, se si imbattesse in composti come l’acido acetico (non effettivamente osservato, però, a quanto pare)…? E tutto questo per sostenere la teoria della litopanspermia?
    Che dire: a me, personalmente, la prudenza suggerirebbe di aspettare ad avere in mano delle prove scientificamente più concrete, prima di trarre qualunque conclusione…

    • La prudenza sembra essere una virtù sempre più rara, quel che ad alcuni importa è fare annunci clamorosi e attirare l’attenzione, che poi la notizia corrisponda a qualcosa di effettivamente dimostrato e significativo passa in secondo piano.

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