Potenziamento cognitivo: prospettive post-umanistiche?

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Il Grupppo di Neurobioetica dell’Università Regina Apostolorum ha affrontato l’argomento dei progetti transumanisti.

 

Il resoconto dell’incontro del 29 novembre.

 

Dal Sito Neuroetica e Neuroscienze.

 

di Alberto Carrara, LC
 
Introduzione al Seminario del Gruppo di Neurobioetica (GdN) svoltosi ieri, 29 novembre 2013, presso l’aula tesi dell’Ateneo Regina Apostolorum di Roma: Il potenziamento cognitivo: prospettive post-umanistiche?
Una delle questioni neurobioetiche forse più avvincenti riguarda proprio il tema del nostro Seminario di oggi, intitolato: Il potenziamento cognitivo: prospettive post-umanistiche? Nel quale interverranno due esperti del campo: il dottor Andrei Hrisman della Cattedra UNESCO in Bioetica e Diritti Umani che si è occupato nel suo lavoro di tesi dottorale proprio di quest’argomento e l’amico professor Padre Paolo Benanti, docente di Neuroetica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. 
Un breve video tratto dal progetto colossale “2045” del milionario russoDmitri Itskov, risveglia un sogno antico quanto l’essere umano: renderci tutti immortali!
Una vita sola non basta più, entro il 2045, anno limite del progetto, secondo Itskov e i suoi scienziati, attraverso l’impiego di cyborg, sistemi di digitalizzazione del cervello e ologrammi, potremmo diventare immortali. Sembra una follia, si chiedono molti, ma all’interno della comunità scientifica alcuni iniziano a prenderlo sul serio, per lo meno in quanto a possibilità economica per ciò che riguarda finanziamenti e disponibilità di ricerca.
La ricetta per l’immortalità esisterebbe e i robot ne sarebbero un ingrediente fondamentale.
Non sembra più science-fiction, ma realtà! È il sogno fantascientifico di un imprenditore russo, al secolo Dmitry Itskov, il quale ha già messo nero su bianco la tabella di marcia che ci porterà, di qui al 2045, a perdere la nostra goffa carrozzeria di carne e ossa per diventare intelligenze artificiali immortali capaci di manifestarci attraverso ologrammi.
Se vi state chiedendo se il tizio in questione è un folle col portafogli troppo gonfio, la risposta è no. Dmitry Itskov è il co-fondatore di New Media Stars, una media company russa che negli ultimi quindici anni gli ha permesso di scalare la vetta del successo diventando un milionario di 32 anni abbastanza influente da potersi permettere di investire montagne di denaro in progetti che molti altri liquiderebbero come dispendiosi spari nel buio.
Ecco la sua ipotetica tabella di marcia.
Anno 2020
Verrano perfezionati cyborg privi di sistema nervoso centrale, avranno il nostro aspetto e potremo comandarli a distanza, un po’ come i surrogati de Il Mondo dei Replicanti, sarà come prendere il comando dei sensi di un corpo che si sposta a chilometri di distanza dal nostro. Itskov si dice sicuro che i primi sviluppi di questa tecnologia saranno già visibili entro i prossimi tre anni.
Anno 2025
Il corpo biologico ha fatto il suo tempo, è un ingombrante appendice che ci ancora a una vita di sofferenza, deperimento e calvizie incipiente, tanto vale isolare il solo cervello, estrarlo dal resto del corpo insieme a un po’ di spina dorsale e trapiantare il tutto in un supporto vitale artificiale (sempre uncyborg dalle fattezze umane, possibilmente), nel quale potrebbe continuare a funzionare ben oltre la normale aspettativa di vita dell’individuo biologico.
Anno 2030-35
È il passo più cruciale dei quattro, quello che segnal’abbandono di ogni residuo biologico: creare una replica digitale del proprio cervello e caricarlo su un computer, che è un po’ quello che aveva immaginato Richard K. Morgan nel suo romanzo Bay City .

Il fondamento neuroscientifico risiederebbe nel fatto che già un ricercatore di nome Theodore Berger è riuscito a sostituire l’ippocampo di un topo con un chip e a dimostratre che i topi a cui questo chip viene impiantato sono in grado di avere una memoria senza bisogno del tradizionale supporto biologico preposto a quella funzione.

Anno 2045
Il traguardo finale scelto da Itskov consiste nell’eliminazione di qualsivoglia tipo di fisicità, consentendo all’individuo di sopravvivere unicamente nella dimensione digitale, senza bisogno di un corpo artificiale, e di manifestarsi all’occorrenza attraverso un’ologramma che raffiguri le ormai scomparse fattezze biologiche.
L’utopia delineata da Itskov promette di porre fine a una serie di problemi che l’uomo si trova ad affrontare sin dall’alba dei tempi: l’invecchiamento, ogni tipo di disabilità, le malattie cardiovascolari, la stanchezza fisica… la morte. Per realizzare questo “sogno” Itskov ha creato la 2045 Initative , una sorta di movimento che ha come obiettivo concentrare il maggior numero di cervelli (e di investimenti) nella realizzazione dell’immortalità digitale.
“A un certo punto della mia vita, ho realizzato che per quanti soldi potessi avere, per quanto bene potessi vivere, non sarei mai stato felice limitandomi a lavorare e a spnedere denaro.” Ha dichiarato Itskov “Sarei invecchiato e alla fine sarei morto. Ho pensato che ci dovesse essere un obiettivo più profondo.”
Così, all’età di 25 anni, il miliardario russo ha avuto una precoce crisi di mezza età che gli ha fatto comprendere che una vita da semplice umano non gli bastava, bisognava puntare all’immortalità. Del progetto 2045 si parla già da qualche tempo , e in passato ha già incontrato il favore di alcune personalità di spicco (tra cui il Dalai Lama), ora però sembra essere riuscito a conquistare nientemeno che la creme della comunità scientifica.
Alla Global Future 2045 World Conference, lo scorso weekend, erano presenti ricercatori di Harvard, di Berkley e del MIT, che hanno colto l’occasione per intervenire e dare il proprio contributo intellettuale al progetto. C’era anche Ray Kurzweil, uno dei più acclamati geni della storia dell’informatica e delle intelligenze artificiali, che da qualche mese lavora nei laboratori più segreti dei campus Google.
“Tra 10 o 20 anni registreremo enormi passi avanti nel campo della scienza medica” ha dichiarato Kurzweil, noto da tempo per le sue azzeccate preconizzazioni “Esistono già terapie straordinarie che consentono di curare disturi cardiaci, cancro e qualsiasi disturbo neurologico, basate sul concetto di riprogrammazione dei software. Sarà possibile intervenire sul corpo umano come si farebbe con un software.”
Se Itskov, Kurzweil e l’assortimento di cervelli che ha partecipato alla conferenza del progetto 2045 hanno anche solo in parte ragione, di qui a vent’anni il mondo sarà un posto completamente diverso rispetto a quello in cui viviamo da secoli. Surrogati controllati a distanza, cyborg con cervelli umani, cervelli digitali ed eterni, malattie curate attraverso la riprogrammazione di cellule e la stampa 3D organica.
Certo, la visione di Itskov è interessante, e se esiste qualche chance che sia realizzabile, siamo sicuri che Itskov rimarrà su questo pianeta più a lungo di chiunque altro finora. 
Rimane da capire quante persone, nel 2045, si potranno permettere la tecnologia necessaria a digitalizzare la propria esistenza, e se non si creerà una pericolosa frattura tra individui immortali digitali e mortali biologici.
Guarda il qui Video:

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L’intera conferenza è stata registrata ed è qui visionabile:
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http://www.youtube.com/watch?v=HqfbxuGfajg

 

 

 

 

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2 commenti

  1. Giorgio Masiero on

    Non si sa ancora cos’è la vita, per non parlare di replica artificiale di un batterio e questi parlano di costruire macchine coscienti e intelligenti. Buon per loro che c’è un gonzo miliardario ad ascoltarli…

    • Giorgio, come ho commentato in un altro articolo, ci troviamo davanti a persone ‘diversamente credenti’, non hanno ancora capito cosa sia la vita e giocano a travasare la coscienza.
      Passare l’eternità in un circuito elettrico, imprigionati senza via di scampo, sarebbe un finale romanzato adeguato al romanzo di fantascienza che vanno vagheggiando questi alchimisti dei giorni nostri.
      E intanto si potenziano le droghe per essere più efficienti, consigli a tutti di guardare il video della relazione (riguardo quast’ultimo tema quello di Paolo Benanti) si tratta di un’oretta ben spesa.

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