Contro lo scientismo: perché il darwinismo ci rende stupidi

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boncisera

“Le fedi rendono stupidi” afferma il genetista di fede darwiniana Boncinelli.

 

Pochi sono ossessionati dalla religione come certi atei, e la produzione del prof. Edoardo Boncinelli ne è una conferma. Dopo aver pubblicato ne 2011 “La scienza non ha bisogno di Dio” ritorna sull’argomento religione con “Contro il sacro. Perché le fedi ci rendono stupidi” dell’inizio di quest’anno. L’uscita del libro è stata accompagnata degnamente da un articolo dello stesso Boncinelli su L’inkiesta intitolato “Italiani boccaloni” (compresi quelli che comprano il suo libro? ndr), articolo già recensito su CS in “Sub partes“. “Stupidi”, “boccaloni”, sembra proprio che il nostro sia in preda ad una smania di insultare il prossimo che non condivide la sua fede ateoscientista.

Il libro in oggetto è stato recensito il 25 febbraio sul Corriere della Sera in un articolo del quale andiamo ad analizzare i passi più significativi, a cominciare dal seguente:

Ricerca scientifica e dubbio metodico sono inseparabili: la scienza è profana per definizione, si svolge cioè «fuori dal tempio» (pro fano). Al contrario della religione, che vincola (re-ligare) a un certo numero di credenze indubitabili. Dubbio, dunque scienza (e «scienza, dunque democrazia», come ha mostrato Gilberto Corbellini); credenza, dunque religione, cioè gestione del sacro.

Con un passaggio che di logico non ha nulla si mette in relazione la scienza con la democrazia («scienza, dunque democrazia»), come se regimi dittatoriali come quello nazista non fossero invece fortemente basati sulla scienza come testimoniato dai loro programmi di ricerca nella missilistica, nell’eugenetica e nelle più indiscriminate sperimentazioni mediche (vedi CS “27 gennaio, ricordare tutto: le radici scientiste.“). Certo che però se lo ha mostrato Corbellini…

Poi l’articolo prosegue:

La nostra società vive quotidianamente di scienza (per sostentarci, viaggiare, comunicare e quant’altro) e ampie fasce della popolazione si entusiasmano per le conquiste della ricerca…

Eppure la nostra non è una società secolarizzata: è, anzi, una società in cui il senso del sacro — l’idea di appartenenza, di adesione a un gruppo — appare sempre più forte. E sempre di più le nostre comunità sembrano essere il terreno di coltura ideale per ogni sorta di fondamentalismi. Nel suo ultimo libro Contro il sacro. Perché le fedi ci rendono stupidi (Rizzoli, pp. 233, e 18) Edoardo Boncinelli ci invita a riflettere su questa contraddizione, illustrando i bisogni biologici e sociali che hanno favorito la nascita e la crescita dell’idea del sacro.

L’uomo sente la necessità di avere punti di riferimento (all’interno o all’esterno di una religione costituita): per orientarsi in ciò che non conosce, per agire e per sopravvivere. È forse per noi un’esigenza ineludibile, ma rischia di svilire la nostra stessa natura.

Sembra proprio che Boncinelli si faccia corifeo del pensiero comtiano contemporaneo che vede dunque la religione come uno stadio primordiale del pensiero umano incompatibile con lo svilupparsi del pensiero scientifico incolpando “le nostre comunità” (sic!) di essere terreno di coltura “per ogni sorta di fondamentalismi”.

Fondamentalismi che in definitiva sarebbero frutto della necessità di avere punti di riferimento, di orientarsi in ciò che non si conosce. Ma senza accorgersi che queste caratteristiche sono assolutamente attribuibili alla fede scientista che per sua natura si spinge a dare risposte su ogni aspetto della vita umana, anche quelli che non conosce.

Il culto del sacro, qualunque esso sia, ci porta a escludere l’idea che alcune cose possano avvenire semplicemente per caso, senza una ragione specifica o senza una ragione semplice da individuare.

Per l’autore il culto del sacro porterebbe ad escludere gli eventi casuali, accusa che può facilmente essere girata nel suo contrario, il culto del caso (proprio dei neodarwinisti) porta ad escludere che alcune cose possano avere un fine, e tra i due rischi il secondo è certamente all’origine di conseguenze peggiori. Un’evoluzione che non ci aveva previsti apre ad una concezione dell’uomo come parte di un processo, e non come fine, alla quale si sono abbeverate le funeste ideologie del ‘900.

La convinzione che dietro a ogni cosa ci sia un «agente» ci porta a pensare che esistano sempre dei responsabili (altri da noi) alla base degli eventi. Siamo allora portati a giudicare e a condannare, rifiutando ogni responsabilità. Nel «sonno della ragione» la razionalità si mette al servizio dell’emotività e dell’irrazionalità, e il ricorso all’intoccabilità del sacro favorisce l’ignoranza e conduce all’isolamento.

Nuovi misticismi e rinvigoriti fondamentalismi, conclude Boncinelli, sono un indice puntato contro la nostra innata propensione a fuggire le nostre responsabilità.

Che la religione darwiniana renda stupidi è mostrato in questo passaggio dove a fronte della pubblicazione di uno studio “scientifico” che “dimostra” che non esiste il libero arbitrio vediamo ribaltare contro le religioni l’accusa di “deresponsabilizzazione” di noi stessi per le nostre azioni.

Imploriamo a questo punto di fare pace col cervello: o questo è un organo che non prevede il libero arbitrio (assunto che ci deresponsabilizza) o sono le religioni a deresponsabilizzarci. Ma quest’ultima affermazione appare immediatamente nella sua ridicola ignoranza, anche ai più sprovveduti è noto infatti che le religioni semmai pongono l’attenzione proprio sulla nostra responsabilità nell’agire, il libero arbitrio appunto. Qualcuno dica a Boncinelli e a chi la pensasse allo stesso modo: è lo scientismo a deresponsabilizzare.

Sapere aude!, esortava Immanuel Kant: «Abbi il coraggio di sapere!». Per osare sapere, però, occorre sapere osare. Ci vuole coraggio, perché sapere comporta una disponibilità e una capacità di affrontare rischi ai quali per secoli ci è stato comodo sfuggire. Comporta una responsabilità che, per quanto gravosa, dà sapore al nostro essere umani.

Quali sono i rischi che per secoli ci è stato comodo sfuggire? Questo non ci viene detto, peccato perché sarebbe stato interessante saperlo. Secondo il genetista ‘maître à penser’ del positivismo post moderno, al pensiero religioso era estraneo il desiderio di sapere.

E quindi le fedi rendono stupidi.

Ecco un breve, e largamente incompleto, elenco di persone che credevano in una fede religiosa e che evidentemente erano, per Boncinelli, stupide. E Boncinelli è uomo d’onore…:

Platone, Aristotele, Euclide, Tommaso d’Aquino, Dante Alighieri, Copernico, Galileo, Newton, Keplero, Castelli, Harvey, Spallanzani, Pascal, Boyle, Huygens, Stenone, Johann e Daniel Bernoulli, Eulero, Boscovich, Toaldo, Frisi, Galvani, Lagrange, Herschel, Volta, Lavoisier, Jenner, Dalton, Ampere, Gauss, Brewster, Faraday, de Vico, Schwann, Young Simpson, Joule, Focault, Pasteur, Mendel, Wallace, Stoppani, Kelvin, Maxwell, Gibbs, Mercalli, Tesla, Thomson, Millikan, Carrel, Marconi, Fleming, Eddington, Compton, Lemaitre, Lejeune, Rubbia, Cabibbo.

Tutti stupidi, lo dice Boncinelli, che essendo ateo stupido non è.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

120 commenti

  1. stò cò frati e zappo l'orto on

    Allora occorrerà riuscire a non pensare a “DIO”.
    Dunque resistere “al desiderio”.
    Respingere all’interno della nostra mente alla tentazione di “pensare”questa parola peccaminosa.
    Dio o fondamentalismo?Altro dilemma che ci accompagnerà per i prossimi decenni(?).
    Occorrerà allenarsi,magari incominciando a togliere dalla propia abitazione qualunque oggetto che possa “ricordarci”di aver professato “una fede”.
    Allenarsi,allenarsi.
    Magari perchè no anche con l’aiuto di solerti insegnanti propensi a togliere qualsiasi riferimento a queste vetuste superstizioni.

  2. stò cò frati e zappo l'orto on

    Un tempo era peccato anche solo pensare alle gambe(possibilmente non pelose)di una bella donna.
    Oggi dovrà essere peccato non liberarsi dalla fastidiosa abitudine di pregare un Dio frutto soltanto della nostra illusione.
    Datato.
    E perchè no applaudendo all’unisono.

  3. stò cò frati e zappo l'orto on

    Approfitto essendo solo a quest’ora della notte(quasi all’alba) e scrivo.
    Enzo quando facciamo l’elenco degli uomini di cultura “credenti”(beati loro?) ci dimentichiamo di tutto “l’altro mondo” ovvero l’oriente.
    Bene o male anche loro pregano un Dio (o più) “frutto dell’illusione” secondo una certa fede scientista.

  4. Giuseppe Cipriani on

    Dopo il nottambolo Stò, amico sincero, dico solo poche cose:
    1) strano, originalissimo, e parziale, parlare di un libro e del suo autore attraverso una recensione terza su un quotidiano
    2) probabilmente molti dei punti deboli evidenziati attraverso la lettura della brevissima recensione sono reali, e pure sarebbe utile approfondire/verificare/capire leggendo il libro. Ma non è saggio, a mio parere, spendere denaro per un libro così schierato, con un titolo tanto stupido
    3) chiarissimo che la religione e la fede non rendono stupidi, stupido è l’uomo che le strumentalizza. Per questa ragione, al pari è anche vero che essere darwinisti (religiosi del darwinismo?) non rende stupidi come pregustato da Enzo in un passaggio che vorrebbe fare da contraltare alla questione religiosa tirata in ballo. E potremmo fare un elenco di nomi di darwinisti illustri che tutto sono tranne che stupidi.
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    Concludo che è legittimo e doveroso dissentire dal Boncinelli, che in terza età sta diventando sempre meno genetista e sempre più tuttologo divulgatore di terza serie, ma è anche legittimo dissentire dal taglio dell’articolo qui sopra, che non si è limitato a mettere in luce contraddizioni (coi limiti del mezzo usato per mediare la conoscenza dei contenuti tutti del libro), ma ha voluto andare oltre commettendo (quasi) lo stesso peccato. Peccato

    • 1- per scrivere del libro di Boncinelli sarebbe bastato solo recensire la copertina, il resto è ininfluente.
      2- concordo, e confermo quanto detto sopra, e cioè che per fare delle considerazioni pertinenti spendere soldi per comprare il libro e approfondire sarebbe stato superfluo (mai inutile).
      3- non concordo. Confermo che il darwinismo rende stupidi.
      Non ho detto la teoria darwiniana ma proprio “darwinismo” inteso come ideologia. Un esempio di darwinista è Dawkins e un esempio di darwiniano era S.J. Gould.
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      Aggiungo che Boncinelli non va interpretato come un caso isolato ma come uno dei rappresentanti di un’ideologia scientista che svilisce la scienza asservendola ad una propria ideologia, gli esempi sono diversi, oltre al citato Dawkins, Dennett, Peter Singer, tutte persone che non hanno fatto una scoperta scientifica in vita loro ma che hanno una vasta ricaduta sull’opinion pubblica.
      E, delenda carthago, esempio di quesata visione ideologizzata è la presenza del sito degli “spaghetti volanti” tra quelli consigliati dal portale dell’evoluzione Pikaia.

      • Giuseppe Cipriani on

        1-Noto solo, Enzo, che spesso il titolo è puro editing voluto dalla casa editrice per sfondare sul mercato. Spesso l’autore non ha manco voce in capitolo o chiude un occhio…
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        2-Una recensione senza lettura approfondita è, comunque, parziale e rischia di essere poco seria, frutto di pregiudizi.
        Altro discorso è una lettura solo personale e che il titolo non invita una persona seria ad acquistare il libro. E per seria intendo una persona che dà rispetto e pretende rispetto e per questo rinuncia legittimamente a comprare/leggere quel tomo con quel titolo.
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        3-Apprendo allora con piacere che la teoria darwiniana non rende stupidi.
        Si tratta, come per la religione e la fede, di una questione di cattivo uso e di strumentalizzazione delle stesse. Io intendevo proprio quello, anche perché trovo poco utile confrontarsi sugli -ismi che trasversalmente ci riguardano tutti. E dovremmo disfarcene se vogliamo far fare la parte del padrone al dialogo, al confronto costruttivo.
        Sarà mai possibile?

        • 1- nessuno è obbligato ad accettare un titolo, a maggior ragione se hai un nome spendibile. Questa spiegazione non è accettabile. Io non accetterai mai compromessi di questo tipo.
          2 – poiché la maggior parte dell’effetto di questa operazione commercial-culturale è proprio nel titolo (oltre il quale la maggior parte non andrà) esso giustifica già una replica. Ritengo inoltre che la recensione del Corriere non sia un fraintendimento del libro e quindi un spunto buono per parlarne.
          3- non capisco perché sarebbe poco utile confrontarsi sugli -ismi, allora non è utile parlare di fascismo, comunismo e capitalismo?
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          Per disfarsi delle ideologie bisogna affrontarle e mostrarne gli errori.

          • Giuseppe Cipriani on

            Va bene, ma non credo saresti contento, come autore, che uno ti giudicasse dai titoli, recensisse i tuoi libri senza averti letto, solo giudicando come la pensi in generale…
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            Io non giustifico il titolo in questione. Ho solo manifestato un desiderio: che una recensione sia classica. Se a te basta cosi, basta lo spunto, comunque va bene. Del resto, volevi solo uno spunto per sparlare del darwinismo… Sempre lì pari.
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            Sono d’accordo che bisogna disfarsi degli -ismi parlandone, ma bisognerebbe che ciascuno, allora, accettasse di mettere in gioco anche quelli suoi, senza credersi il redentore di quelli altrui.
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  5. Giorgio Masiero on

    È vero che la ricerca scientifica, in tutte le scienze, si fonda sul dubbio, sulla consapevolezza della nostra ignoranza. Altrimenti perché “cercare” se si fosse già trovato? Boncinelli però trasmette “certezze”, l’incrollabile stato di chi non ha nulla da cercare, perché ha già tutto trovato.
    Per questa situazione contraddittoria, provo pietà per lui: ha una fede molto più fondamentalista di molti di quei cristiani che irride, i quali non smettono ogni giorno di dubitare e cercare. E per giunta ha una fede “insensata”, perché predica il non senso di tutto.
    Infine, è gente come lui a svilire il darwinismo molto più di quanto possa fare ogni altra critica, perché lo trasferisce dal livello di ipotesi scientifica a quello di dogma metafisico: ricordate la sua affermazione che Einstein è dubitabile, Darwin no?

  6. Da questa recensione “terza” si continua ad evincere come Boncinelli abbia interiorizzato e meditato la fede e la religiosità ad un livello che definire superficiale è il minimo, nonostante lui sia un lettore di Agostino e via via. Evidentemente non ha mai veramente messo sè stesso in gioco sotto questo aspetto, per cui non lo conosce.
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    Sembrano quasi discorsi di uno che ha paura di ciòdi cui parla.
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    Il problema è che ne parla come se ne sapesse.

  7. ‘La Chiesa disprezza il più bel dono che Dio ha fatto all’uomo: IL DONO DELLA RAGIONE’
    Thomas Paine, padre fondatore degli Stati Uniti D’America

      • Thomas Paine era un teista…. Si, ma cosa ha prodotto San Tommaso D’Aquino ?
        La ‘Summa Teologica’ ma qual’è stato il suo contributo all’elevazione umana concretamente ?
        Qual’è il contributo dei messaggi fotocopia di Medjugorie ?
        Sinceramente come conquista intellettuale vedo piuttosto l’Illuminismo (con tutte le sue immense lacune) e Voltaire, grazie ai quali possiamo contraddistinguerci dagli islamici.

        • Ti do’ una notiziona: i massoni sono teisti! Ma restano massoni!
          Cosa ha prodotto Tommaso d’Aquino?
          Si vede che sei proprio Ingegnere!!! 😀
          Nulla, solo (tra le altre cose) tutto il sapere fino a quel momento!
          Che poi non abbia prodotto uno scolmatore del grasso, o un grattaschiena meccanico, solo un ingegnere se ne puo’ rammaricare!
          I messaggi di Medjugorje sono come gli avvisi della mamma che ti ricorda di mangiare, di coprirti con il freddo, di non sudare! 😀
          Tu ce l’hai ancora la mamma?
          Curioso come Paine non abbia notato che tutto il mondo in cui ha vissuto e che ha reso possibile quello che lui ha fatto l’ha creato (direttamente o indirettamente) la Chiesa Cattolica. Altrimenti forse il padre lo avrebbe venduto (come facevano i Romani) per rimediare qualche soldo, o sfruttato fino alla morte in qualche miniera di sale.
          L’Illuminismo ha prodotto la Persecuzione Vandeana, i giacobini e la ghigliottina.
          Voltaire commerciava in schiavi e era tutto fuorche’ tollerante (con le opinioni degli altri…)

          • E se fortunatamente aborriamo la pedofilia lo dobbiamo al cristianesimo, visto che era una pratica ampiamente diffusa ed accettata nel mondo pagano….
            Guarda che pur essendo ateo, non vedo tutto nero nell’avvento del cristianesimo anzi come avrai capito, a differenza dell’ormai 99% degli atei condivido appieno le obiezioni di voi cristiani all’aborto e guardo con estrema preoccupazione e tristezza alla distruzione della famiglia intesa (come dovrebbe essere) come un’unione tra un uomo ed una donna… nello stesso identico modo di voi.
            Però bisogna anche riconoscere che conquiste come la libertà di opinione, espressione e religione che sono alle fondamenta della nostra moderna civiltà, siano state ottenute contro il cattolicesimo, in quanto tale idee, assieme a quelle democratiche, comparivano ancora nel Sillabo di Pio IX

        • @Davide

          Ad esempio ha (ri)scoperto il principio di economia prima di un altro celebre frate (parte I, questione 103, art. 6.2 della Somma).

  8. Paolo Magris on

    Boncinelli, come tanti biologi purtroppo digiuni di matematica, parla di “caso” senza sapere che cosa sta dicendo. Il “caso” è studiato dai matematici con rigorose formule matematiche , e sappiamo , ad esempio, che un evento con probabilità inferiore a 1 alla 50sima potenza, è “impossibile “, ossia ha probabilità zero di verificarsi, indipendentemente dal numero di tentativi o dal tempo. I darwinisti si rifiutano ossessivamente di fornire i numeri dei loro calcoli e la attendibilità statistica che i loro invocati eventi casuali possano costruire macchine biologiche complesse, o dire quante probabilità ci sono che una cellula si formi dall’assemblamento random di materiale inorganico preesistente. Tacciono sui numeri, e una scienza che non tira fuori i numeri è solo e semplicemente una fede religiosa.

    • Giorgio Masiero on

      “… sappiamo che un evento con probabilità inferiore a 1 alla 50sima potenza, è “impossibile“, ossia ha probabilità zero di verificarsi, indipendentemente dal numero di tentativi o dal tempo” : non è così, Magris. Un evento con probabilità diversa da zero, per quanto piccola, può realizzarsi, è “possibile” in qualsiasi momento ed anche in pochi tentativi. Questa è la matematica.
      La scienza naturale è un’altra cosa, invece, e su tutto il resto Le do ragione.

      • Paolo Magris on

        Si sbaglia Masiero. E ben vero che nel mondo astratto dei numeri un evento con probabilità diversa da zero ha una teorica probabilità di avverarsi, ma nel mondo fisico è tutta una altra questione, dove anche gli atomi hanno un numero limitato, per quando grande. Per questo i matematici ritengono che su “scala cosmica” un evento con probabilità inferiore a 1 alla 50sima potenza è da considerarsi impossibile. Si chiama legge di Borel.

        • Giorgio Masiero on

          Penso che sia Lei a sbagliare, e sul lato matematico (1 alla 50 o alla 500 fa sempre 1), e sul lato scientifico (la “legge di Borel”, nel senso di P < 10^(-100), non è una legge scientifica, ma una norma di buon senso).
          Lei come falsificherebbe la "legge di Borel"?!

          • Paolo Magris on

            qua le do ragione….dovevo scrivere ” 1 su 10 alla 50esima”…sulla falsificabilità basterebbe assistere alle famose scimmie che scrivono la divina commedia battendo a caso sulla tastiera..il problema vero è che i darwinisti dovrebbero darci i numeri e la teoria da testare ..ma finchè non lo fanno…finchè non ci dicono ” secondo i nostri calcoli la probabilità di un processo evolutivo di un essere vivente sottoposto a random mutations / natural selection è pari a…” e poi completare la risposta, cosa che non fanno mai. Quindi cosa falsifichiamo??

          • Giorgio Masiero on

            Sul darwinismo Le do ragione, Magris. È sulla “legge di Borel” che abbiamo posizioni diverse. Essa non è né matematica, né scientifica, ma rappresenta solo i gusti di Borel. Per parte mia, quando gioco a carte, io ritengo “impossibile” già un evento con P < 10^(-2).

    • viaNegativa on

      ” un evento con probabilità inferiore a 1 alla 50sima potenza, è “impossibile “, ossia ha probabilità zero di verificarsi, indipendentemente dal numero di tentativi o dal tempo”

      La soglia di impossibilità assoluta del verificarsi di un evento chimico/biochimico mi risulta essere 1/10^100 (Salet). Ora io non sono in grado di esprimermi sulla bontà di tali calcoli, quello che noto tuttavia è che essi sono dipendenti dal tempo.

      • Giorgio Masiero on

        1 alla 50ma potenza fa 1, ViaNegativa. Quindi con P = 1, trattasi di evento necessario (certo). Tutti gli altri eventi, anche quelli probabilissimi e quasi certi hanno probabilità minore di 1. Ovvio. Matematica.
        Per gli eventi impossibili la probabilità è P = 0. Matematica. Ovvio.
        Se un evento ha P diversa da zero, per quanto piccola, è possibile. Per definizione. Quindi non è impossibile. Ovvio.

        • viaNegativa on

          Non sono un matematico, Masiero, ma non credo ci sia bisogno d’esserlo per capire che 1^50 fa uno, ed infatti io rispondevo a Magris (le prime righe del mio intervento sono il copia/incolla di quanto egli ha scritto nel suo primo) che probabilmente stava facendo riferimeto alla soglia di impossibilità del Salet, calcolata per quanto ne so proprio a partire dalle speculazioni di Borel.

          Valore, quello, che tra l’altro tirò in ballo anche Lei – assieme a Forastiere in un passato articolo – per affermare che “la comparsa di una singola proteina, è da considerarsi un evento impossibile, se inquadrato esclusivamente nell’ambito del neodarwinismo”. Quindi con quello che ha scritto in questo ultimo commento, in tutta onestà, mi confonde non poco…

          • Giorgio Masiero on

            1. Certamente! Non ho mai pensato che Lei non sapesse!
            2. “… da considerarsi impossibile”: Lei, ViaNegativa, è molto più raffinato di me sul piano logico da saper distinguere senza possibilità di “confondersi”, anche meglio di me, ciò che è “matematicamente” impossibile (P=0) da ciò che “si può considerare”, sul lato pratico, impossibile (P<1/10^100), una volta rapportato ai tempi e al numero degli eventi fisici occorsi. Sono anche sorpreso, Glielo dico con sincerità, che Lei conosca miei passati articoli anche meglio di me!

          • viaNegativa on

            Allora credo di aver capito dove sta l’inghippo: io pensavo che Salet, con i suoi calcoli (ammessane la bontà), avesse stabilito con P<1/10^100 l'impossibilità fisica per un fenomeno chimico di realizzarsi in una sola prova.
            Lei invece mi fa notare che trattasi di impossibilità pratica, che è una forma più debole di impossibilità. Una “impossibilità”, diciamo (logicamente/fisicamente possibile, ma estremamente improbabile).

          • Giorgio Masiero on

            Perfetto, ViaNegativa. Se Borel, Salet & Co avessero dimostrato l’impossibilità fisica, avrebbero stabilito che P=0 (ciò che nessuno – a quanto mi risulta – è riuscito a dimostrare per l’evento “comparsa della vita terrestre”), non che P è minore del numero (inventato da creature terrestri di 10 dita) 10^(-10).

      • Buonasera Prof. Cordani e benvenuto.
        Parole chiare. Peccato che Boncinelli, come altri, non aprirà mai un confronto sulle contraddizioni e sulle criticità della parte matematico-statistica della Sintesi Moderna.

    • Giorgio Masiero on

      Non mi risulta, Lucio, che Boncinelli sia mai stato “uno scienziato di livello”, ed è famoso solo (come per la Hack) per essere stato portato alla ribalta a cagione della sua divulgazione scientista e ateista, espressa in una filosofia da 4 soldi. O mi è sfuggita qualche scoperta scientifica di Boncinelli?

      • Non sono un genetista, Prof. Masiero, quindi non le so dire se Boncinelli abbia scoperto qualcosa di scientificamente importante. Sono solo al corrente del fatto che e’ uno dei genetisti piu’ noti in Italia e mi auguro, quindi, che lo sia per motivi validi…
        Cordiali saluti!

      • Oggi giorno caro Giorgio si reputano “scientifiche” molte “””scoperte””” che son a ben vedere meri pregiudizi idioti.
        Che la fede renda stupidi ne è un esempio lampante, di livello pari all’esperimento scientifico che dimostrerebbe l’assenza del libero arbitrio…
        AH AH AH!
        Punto.

        • Giorgio Masiero on

          E io che credevo che la scoperta si dovesse attribuire ai 3 premi Nobel del 1995, Edward B. Lewis, Christiane Nüsslein-Volhard ed Eric F. Wieschaus, per il loro lavoro, precedente a quello citato da Boncinelli nella sua voce su Wiki.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Surprise!!! Colossale direi.
            E’ nato nel ventre materno del Vesuvio,culla di menti eccelse oppure a questi altri signori la scoperta che porterebbe a dimostrare che anche l’autore del libro ha prodotto lavori scientificamente riconosciuti.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Perdonatemi la fretta,credo di aver commesso dei piccoli errori dunque riscrivo la nota.
            Surprise!!!!!Colossale direi.
            E’nata nel ventre materno del Vesuvio,culla di menti eccelse oppure al contrario è da attribuire a questi altri signori la scoperta che porterebbe a dimostrare che anche l’autore del libro ha prodotto lavori scientificamente riconosciuti ?

    • Sembra molto interessante…. purtroppo non so se, da buon ingegnere, sia in grado di leggerlo visto che mi sembra non sia proprio allla portata di tutti (men che meno mia).
      Grazie della segnalazione.

  9. Boncinelli è proprio terra-terra, vetero-scientista ottocentesco, comtiano. Probabilmente non ha mai neanche sentito parlare di Pierre Duhem, a me spiace che al giorno d’oggi ci si possa occupare di scienza e filosofeggiare su questa senza ricordare questo scienziato e storico francese, figura eccezionale che in un’opera voluminosa ha praticamente dimostrato che la scienza per cui stravede Boncinelli è un risultato del Medio Evo cristiano. Duhem, benché boicottato dopo morto dalla establishment culturale laicista, fu personaggio di rilevanza mondiale e morì giusto un secolo fa (14 settembre 1916). Boncinelli è indietro di almeno un secolo e mezzo.

    • La scienza moderna è il risultato del rigetto del principio di autorità, ad opera principalmente di Galileo, non nel Medioevo cristiano, ma nel 1600.
      Fosse stato per l’inquisizione cristiana (cattolica nella fattispecie, ma anche i protestanti non sono certo secondi in quanto ad integralismo) saremmo ancora fermi alla concezione geocentrica; visto e considerato che fu costretto all’abiura (sotto la minaccia del rogo) dal Sant’Uffizio.
      Tutto ciò Duhem lo sà ?

      • Bruno Cordani on

        Questa è la solita interpretazione sbagliata della diatriba tra Galileo e la Chiesa, basata sull’erronea convinzione che l’eliocentrismo sia un fatto (come ad esempio la rotondità della Terra). Non esiste nessuna osservazione che permetta di falsificare la teoria geocentrica, almeno quella nella versione di Tycho Brahe. Sarà solo quando Newton (parecchi decenni dopo) creerà la sua teoria fisica, postulando uno spazio assoluto, che l’eliocentrismo diventerà “vero”. Si noti però che la Relatività parte proprio dal rigetto di questo postulato, per cui ogni osservatore ha il diritto di dichiararsi immobile, il che era proprio quanto sostenuto dal cardinale Bellarmino. La teoria cinematica geocentrica e quella fisica eliocentrica sono incommensurabili. E tutto questo Duhem lo sapeva benissimo, tanto da sostenere (esagerando) che Galileo aveva torto e Bellarmino ragione.

        • Giorgio Masiero on

          Sono ovviamente d’accordo con Lei, Cordani, sia nel sostenere che Galileo non aveva alcuna “pistola fumante” per sostenere ai suoi tempi l’eliocentrismo, sia soprattutto che questo si sostiene solo in una teoria gravitazionale, a sua volta fondata su altri postulati incontrollabili. Sarà difficile comunque metterlo in testa alle anime belle che, oltre ad ignorare la fisica, ignorano anche gli elementi di epistemologia.
          Tommaso d’Aquino, ancora 350 anni prima, ebbe a scrivere: «Ci sono due modi diversi di render conto di una cosa. Il primo consiste nello stabilire con una dimostrazione sufficiente l’esattezza di un principio da cui la cosa deriva […] Il secondo, non dimostrando il suo principio con una prova sufficiente, ma mostrando come gli effetti si accordino a un principio precedentemente posto. Così, in astronomia si rende conto degli eccentrici e degli epicicli per il fatto che, con queste ipotesi, si possono salvare le osservazioni relative ai moti celesti; ma non è questo un motivo sufficientemente probante, perché questi moti apparenti si potrebbero salvare per mezzo di un’altra ipotesi» (Summa Theologiae, parte I, questione XXXII, art. I). Certamente Bellarmino conosceva Tommaso.
          Le chiedo: Lei non crede che, in questi termini puramente operativi e convenzionali, Bellarmino si espresse in termini modernissimi quando consigliò Galileo di considerare l’eliocentrismo solo una descrizione matematicamente più utile, in assenza di altre prove, e che si doveva rinviare ad altri tempi, in presenza di prove consistenti, una revisione dell’interpretazione letterale delle Scritture (Giosuè, ecc.)?

          • Masiero, apprezzo la sua premura e tempestività del suo intevento delle 10.08, ma non sono io La Storia , né tantomeno un suo pezzo come le vite di grande valore (artistico, scientifico, poetico etc) diversamente bruciate, o condannate o messe ai margini (tanto come all’opposto quelle mitizzate, vedi la questione specifica che dibattevate).
            Se ho parlato in nome loro, non è stato perché presumessi una sua intenzionale omissione, come già scrivevo a Davide, ma le parole sono macigni e bisogna essere più che “rigorosi” (tanto più se si pretende la cristallinità dell’altro) proprio in nome della stessa ” sostanza” scientifica su cui argomentavate, affinché non corresse il rischio di fraintendimento alcuno. Questo è uno spazio pubblico aperto e vi può leggere qualsiasi passante, addetto e non addetto ai lavori, ingegnere o meno, poeta o meno, casalinga di Voghera inclusa.

            E’ ( anche) su questi dettagli, sia da una parte che dall’altra e dall’altra ancora, che si viene strumentalizzati, e in questo caso come per altri, posso immaginare, anche da non addetta ai lavori, i conflitti ( produttivi e improduttivi distruttivi ai più come le guerre) fra scienziati e relativi poteri riferimento.

            un caro saluto

          • Bruno Cordani on

            Bellissima citazione di San Tommaso fatta da Masiero. Non la conoscevo (ignoranza mia) ma in futuro, se mi capiterà ancora una discussione su questo argomento, la userò. Va da sé che a mio parere la risposta all’ultima domanda debba essere positiva.

        • solo ‘esagerando’ ?
          Dire che le sue sono esagerazioni (ed anche molto grossolane), è solo un eufemismo.
          Non parliamo poi dell’ultima sua ‘perla’… (sic !!!).
          Ovviamente il processo a Galileo fu ‘equo e giusto’, per dirla alla ‘Ratzinger’….. vero ?

          • Davide, sta in tema. Nessuno parla qui del processo (che va contestualizzato ai tempi) e comunque di cui la Chiesa ha chiesto scusa. Qui si sta parlando di geocentrismo e eliocentrismo, e di chi a quei tempi avesse ragione. Per spiegare a persone come te come stanno le cose sul lato scientifico…

          • Si, anch’io,Davide, sento necessario e urgente, almeno almeno il chiarimento da parte di Masiero ( con una bella integrazione a marcia indietro di condanna di tutti i poteri, Chiesa/Vaticano compresi, che hanno interferito, con roghi diversi fino ad oggi, al di la della sostanza scientifica o meno, del condannato ).

            In caso contrario, anche ai non addetti ai lavori(scienziati), corre lo stesso rischio, opposto e concorde, alle pattinate o scivolate di coloro a cui si oppone, per mancanza di rigore e/o per capacita manipolatorie stile il Boncinelli di turno.

            Non potendo pensare , per ora, che sia così, sono certa che Masiero non intendeva indirettamente sostenere ciò che ci è risuonato in ogni suddetta stonatura.

          • Giorgio Masiero on

            Lei vuole da me, Rò, la condanna degli abusi di tutti i poteri? Gliela concedo volentieri, con tutta sincerità.
            Ma, come giustamente ha messo in evidenza Wil, non era sull’ingiusto processo a Galileo che Cordani aveva ribadito a Davide, bensì sulla questione epistemologica eliocentrismo vs geocentrismo. Su ciò Cordani ha mille volte ragione e, forse, l’ingegner Davide qualcosa da imparare dal fisico Cordani.

          • @CORDANI @MASIERO:
            Fuori tema siete voi, infatti l’eliocentrismo si dimostrò talmente tanto fallace che, dopo Galileo nessun scienziato serio osò minimamente metterlo in discussione.
            Chi lo mise in discussione furono uomini che, basandosi su San Tommaso (come dite voi), costrinsero Galileo alla pubblica abiura sotto la minaccia del rogo.
            Cerchiate di avere un minimo di onestà intellettuale e non arrampicarsi sugli specchi per difendere l’indifendibile.
            Detto da chi ha sulla coscienza il martirio di Ipazia e venera il suo assassino come santo …..

          • @RO: o di assassini di esponenti della cultura pagana di allora, come ‘San’ Cirillo Alessandrino….
            Fossimo rimasti all’Inquisizione e all’Ipse Dixit (motivo per il quale il Sant’Uffizio costrinse Galileo all’abiura, sotto la minaccia del rogo) saremmo ancora anni luce distanti dal transistor… checché ne dica Duhem.

          • Duhem è stato un grande fisico -matematico, Masiero è un fisico, Cordani un fisico-matematico con la cattedra all’università di Milano in meccanica celeste. Non ti sorge il dubbio, Davide, di non aver capito minimamente la questione di cui parlano?!

        • viaNegativa on

          Personalmente mi sono fatto l’idea che buona parte dei fraintendimenti circa la questione epistemologica legata al “caso Galilei” siano dovuti (anche) al mancato o insufficiente inquadramento storico della soluzione di Bellarmino (=trattare come ipotetiche le teorie fisico-matematiche), la quale riprendeva quella di Gemino (II sec. a.C) che cercava la conciliazione delle misurazioni astronomiche di Ipparco in contraddizione con la teoria delle sfere omocentriche con la terra al centro.

          Soluzione che tanto gli aristotelici dell’antichità quanto quelli rinascimentali piegarono ad un uso ideologico, riducendo le ipotesi a mere finzioni mentali (=matematiche) senza alcun fondamento reale a partire da un’interpretazione (volutamente?) errata della frase usata in quel contesto da Gemino “salvare i fenomeni”. [E infatti, più tardi, Newton si rifiuterà di sottostare a quello che gli pareva esser il “compromesso” di Gemino-Bellarmino a cui dovette invece piegarsi Galileo.]

          Non ho ancora letto il Suo libro, Cordani, ma spero che almeno Lei abbia fatto ivi riferimento alla questione anche solo accennadovi. È più che evidente che a tuttoggi oggi la stessa è avvolta da nebbie che non accennano a diradarsi, come ci si può accorgere dallo straparlare insensato che continuo e puntuale emerge ogni volta che la si ritira fuori.
          Di far chiarezza ce n’è davvero bisogno.

          • Bruno Cordani on

            La questione è in realtà molto semplice: il sistema geocentrico (almeno quello nella versione di Tycho Brahe) è dal punto di vista cinematico totalmente e completamente indistinguibile da quello eliocentrico, cambia solamente l’osservatore. La domanda quindi è: esiste un osservatore privilegiato? Newton lo postula, chiamandolo “spazio assoluto”. La costanza della velocità della luce, due secoli più tardi, mostrerà però l’insostenibilità di questo postulato. La meccanica Newtoniana è quindi una teoria concettualmente errata che funziona perché “asintoticamente” corretta.

          • viaNegativa on

            Nel mio commento, Cordani, facevo specificamente riferimento agli errori storico-teoretici legati alla questione, quindi all’uso ideologizzato della filosofia della natura scolastica che anche i teologi (quelli appartenenti alla frangie più integraliste della Chiesa) fecero nell’opporsi a Galileo.

          • Giuseppe Cipriani on

            A quei tempi la Chiesa, forte in teologia, era ancora poco avvezza al metodo scientifico che si affacciava al mondo… Possiamo dire che confondeva abbastanza le acque? E che i richiami alla prudenza nei confronti di Galileo erano una difesa a spada tratta del potere religioso che cominciava a temere per se stesso?
            Galileo ha fatto bene ad abiurare, bisognava essere realisti e lui lo è stato: salvava la pellaccia e poteva al contempo continuare i suoi studi da timorato di Dio quasi intoccabile.

          • viaNegativa on

            Ecco che io ho parlato di alcune frange retrive e integraliste all’interno della Chiesa e subito si coglie l’occasione per far di tutta l’erba un fascio. No, “la Chiesa” non confondeva nulla, piuttosto alcuni teologi utilizzarono in modo ideologico la filosofia della natura (e i filosofi naturali laici fecero altrettanto se non peggio), che per inciso fu confusa con la scienza moderna nascente per molto tempo a venire: dire “[la Chiesa] era ancora poco avvezza al metodo scientifico che si affacciava al mondo” rientra in quello straparlare insensato a cui accennavo sopra.

          • Giuseppe Cipriani on

            Erano frange di integralisti? Per fortuna il testo dell’abiura di Galilei lo possiamo leggere tutti e farci un’idea precisa al riguardo.
            E allora ho certo esagerato riguardo alla scarsa dimestichezza i tali integralisti con il nascente metodo scientifico, nel senso che la dimestichezza degli stessi era probabilmente uguale a zero.
            Rimango del parere (ma è una certezza) che se Galileo si fosse stupidamente intestardito a volerla pensare liberamente saremmo qui oggi a celebrarlo come un’altra vittima passata per il camino. In barba alle nostre speculazioni che mirano a salvare capra e cavoli.

          • Giorgio Masiero on

            Poco avvezza al metodo scientifico la Chiesa? Le sfugge, Cipriani, il piccolo particolare che Bellarmino aveva ragione e Galileo torto, in base alle risultanze dei tempi!
            Il processo è invece un altro problema, storico. O parliamo di processo, e posso darLe ragione, o di risultati scientifici, e Le do torto, Cipriani.

          • Giuseppe Cipriani on

            Masiero, io so che la nascita del metodo scientifico vien fatta risalire a Galileo, non a Bellardino… Un altro paio di maniche è il processo, d’accordo.

          • Giorgio Masiero on

            Anche se fosse vero che il metodo scientifico risale a Galileo, con la stessa nettezza per cui risale a Colombo la scoperta dell’America – ciò che a mio parere non è vero -, si da proprio il caso che col geocentrismo Galileo non ha applicato il metodo scientifico!

          • viaNegativa on

            Come dicevo, di tutta l’erba un fascio…

            In ogni caso i suoi argomenti, Cipriani, centrano nulla con il discorso che stavo portando avanti. Lei ha letto Chiesa e Galileo e non s’è lasciato sfuggire l’occasione d’elargire a piene mani lo solita insipienza stantìa. Ma non è un dialogo di mio interesse questo, anche perché in primo luogo non è un dialogo.

          • Giuseppe Cipriani on

            Ho semplicemente esposto il mio pensiero in merito alla questione Chiesa/Galileo, per quel che sento in cuore, e per quel che ne sono capace. Qual è il problema?

      • Anche lei Davide non conosce Duhem ? Altrimenti non potrebbe mai fare questa domanda. Duhem visse in Francia alll’epoca del ballo Excelsior (quello contro l'”oscurantismo”) e con questo ho detto tutto…

        • In modo scontato prevale la vulgata storica laicista che è stata imposta negli ultimi secoli, benché molti storici recenti l’abbiano perlomeno rivista. Lo so che non è il massimo linkare qualcosa senza argomentare, ma personalmente sono un po’ stanco di argomentare su queste cose.
          Dico solo, a proposito di “democrazia” , che è sempre opportuno ascoltare anche l’altra campana, sopratutto se è quella a cui è stata messa la sordina. Se si ascolta sempre la solita campana non si è in grado di farsi un giudizio personale su queste vicende storiche:
          http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3000
          Ovviamente per approfondire si consiglia la lettura almeno del libro “Il caso Galileo” di Cammilleri.
          Quanto alla “martire” Ipazia, molti hanno visto giusto un film:
          http://www.ilgiornale.it/news/ipazia-martire-usata-clava-contro-i-cristiani-barba-storia.html
          (per capire davanti a che “bufala” ci si trovi, basta pensare che nel film Ipazia è una giovane attraente, mente al momento dei fatti aveva una settantina d’anni, e questo è solo l’inizio di quanto ci hanno voluto dare a bere…e che molti si sono bevuti tutto d’un fiato per poi rigurgitare in discussioni come questa).

          • Giuseppe Cipriani on

            Vorrei essere concreto… Concordi o no che se Galileo non avesse abiurato, sottomettendosi alla Chiesa (e lasciamo perdere che Bellarmino avesse più ragioni di lui, che c’entra un fico secco), sarebbe passato per il camino?

    • Caro MInstrel, forse, anche in questo caso, vale un famoso detto: “ignoranza ed arroganza vanno sempre di pari passo”.

    • @Cipriani
      Una buona norma per lo storico serio è quella di non fare la storia con i “se”.
      Di fatto non ci possiamo giurare che sarebbe finita così, anche perché quel tipo di condanne erano piuttosto rare, è la storiografia laicista che ha fatto credere che fossero la regola.

  10. Adesso me la prendo con Boncinelli….
    ‘scienza dunque democrazia’ mi fa venire in mente le seguenti considerazioni:
    -) Mi sembra che la parola ‘democrazia’ sia un po’ come il prezzemolo…. la trovi dappertutto oramai.
    -) Siamo veramente sicuri che la parola democrazia sia veramente il miglior sistema politico assoluto ?
    La domanda mi sembra retorica, visto che oramai la si esporta anche a suon di bombe, ma veramente il popolo è sempre e comunque in grado di ‘fare la scelta giusta’ ? Veramente il consenso non può mai essere viziato ?
    -) Premesso che ‘democrazia’ e ‘scienza’ si pongono su due piani completamente diversi; la scienza mi sembra comunque all’antitesi della ‘democrazia’, non posso pretendere rispetto scientifico se sostengo che due cariche di segno uguale sì attraggono.
    Già questo mi basta ed avanza per NON comprare il suo libro.

    • Assolutamente vero, la scienza è all’opposto della democrazia.
      La verità scientifica non si metta a maggioranza. Anche se poi è quello che qualcuno vuol far passare ad esempio sull’AGW.

    • La scienza infatti non funziona per voto (o almeno non dovrebbe),funziona per confutazioni e dimostrazioni.Però ci tengo a precisare che non sarebbe “la scienza” ovvero il metodo di per suo,bensì,il ragionamento umano a priori che fonda lo stesso metodo.

      Uno dimostra in maniera vera fino a dimostrazione contraria qualcosa a prescindere dalla quantità delle persone che lo sostengono,nel senso che la categoria “quantità” di individui che sostengono una congettura ipotesi,teoria non nè dimostra nè la validità nè la ragionevolezza,nè l’invalidità nè l’irragionevolezza.

      E quindi quel criterio è un criterio di giudizio della ragione che fonda un metodo scientifico.

      Molte persone possono avere ragione o anche solo una persona può avere ragione,nè si deduce che il numero degli individui qualunque esso sia non stabilisce la certezza,validità,verità di una teoria.

      Assolutamente si, la scienza non puo essere manipolata,ma quando parli di scienza parli di un metodo,mentre lo scienziato è assolutamente manipolabile perchè soggetto alle stesse debolezze di un essere umano,anzi se butti l’occhio nella storia vedrai un manipolo di scienziati che sono semplicemente stati corrotti da sistemi di potere ideologici,di cui non sono vittime ma carnefici,non è quindi la scienza,come metodo di indagine sul campo della natura che non è credibile, ma lo scienziato corrotto da questa o da quella ideologia,da questa o quella economia.

  11. Non ho letto , né leggerò questo testo(testo?). Già il titolo è sufficiente a scartarlo su due piedi senza troppi ragionamenti. Il senso del sacro è tutto tranne qualcosa che abbia a che fare con questo o quell’impianto / bisogno/necessità o altro meglio noto con la parola fede. L’unico mistero ( di quest’ennesimo filone editoriale, ma filone in tutti i sensi del drittone) è se il soggetto che ha preso e scritto questo libro dandogli quel titolo, sia in mala o buona fede. Propendo di più , ma è solo una mia opinione, che appartenga al catalogo della prima ipotesi, ovverosia scientemente manipolatorio fin dall’apertura, con ‘sto popo di titolo esca, per fedeli oddifreddiani, hackiani e chi più ne ha ne metta. Seppelliscono da tempo Psiche per il trionfo di Techne. Il tutto in nome o sotto la (falsa) bandiera di un millantato progresso per esprimere chissà quale civiltà.

    p.s.
    Tutti i gruppi umani hanno avuto cosmologie, rappresentazioni dell’universo, del mondo e della società che hanno proposto ai loro membri dei riferimenti per conoscere il proprio posto, sapere cosa è possibile e impossibile, quello che è permesso e che è vietato. Questi punti di riferimento possono materialmente inscriversi nello spazio (per esempio sotto forma di statue, santuari, prati, rovine, luoghi naturali caratteristici), imprimersi sugli utensili e gli strumenti della vita quotidiana, a volte anche sulla carne, per esempio sotto la forma di scarnificazione. I miti sviluppano le cosmologie e i riti le mettono in opera: le vite individuali si ordinano essenzialmente sul modello così disegnato. Quanto più è forte stata l’adesione a questo modello, tanto meno libertà si sono concessi gli uomini, tuttavia è stato presente tanto più senso; gli individui non hanno voglia di fare altro da quello che gli è consentito, proposto o imposto: sanno cosa devono fare ed anzi sanno meglio ancora cosa non devono fare. Il loro mondo è stato senza libertà ma impregnato di senso.
    Perché viviamo, Marc Augé

    • Bello il pezzo di Augé. Anche i Boncinelli hanno i loro miti, le loro cosmologie e i loro riti, anche se pensano di non averli.
      E quanto più pensano di non averli tanto più ne sono prigionieri e diventano intolleranti.

      • Buona giornata, Enzo 🙂
        sono contenta che gusti sempre i piccoli pensieri che ti/vi lascio; è un mio modo di dirti GRAZIE, quindi in attesa anche del tuo/vostro racconto diario della serata di venerdì scorso, ti lascio quest’altro pensiero,sempre in tema alle tue considerazioni di iersera sullo stato di prigionia della gens Boncinelli e similia: credo non ci voglia un genio, né uno potenza intepretativa del mito quale rimane Karl Kerenyi insieme ad altri, per ravvedere nel “fuoco” che vorrebbe dare Boncinelli ( e analoghi) la condanna della (co)scienza di Prometeo, laddove anzichè scaldare gli umani con vari ferri del mestiere, rischia di bruciarli poiché credeva di essere più di potente di Zeus, degli dei, dei misteri, della creazione stessa e quindi , suo malgrado, di tutti gli altri uomini. Nemmeno la storia dell’immenso Chirone (asteroide o vero e proprio pianeta, scoperto in fin dei conti pochi decenni fa) , che regalò a Prometeo incatenato, la sua immortalità (in cambio, infatti, di una sua ascensione fra la materia che brilla in cielo) , è servita di faro ai porti della scienza e della coscienza successiva al suo mito.

        Altri e altri ancora hanno continuato ad ammalarsi della sua storia in tutte “le arti” fra cui ovviamente le scienze. Tanto come la sua malattia- delirio di potere colpì la stessa chiesa nei suoi periodi più oscuri , ora al rovescio, altri templi (fra cui il dio denaro, il dio libro, il dio media etc etc) ne generano gli stessi sintomi.
        Ci vorrebbe proprio un’Asia, non nel senso delle scienze made in Tao o in est, ma di una sposa capace di liberare (rispetto a Pandora) dalla malattia che fa così male all’uomo comune e, in primis, a chi, come te e altri che leggo, ne sanno più dell’uomo comune e che vengono pertanto ben più offesi nel loro spirito scienziato, rigoroso, autentico, scevro dalle malattie dei secoli e del proprio tempo, che riducono il fuoco buono di Prometeo, il quale voleva solo scaldare e schiarire almeno un poco d’ombre con tutti i ferri del mestiere senza alcun altro condizionamento ( di propria onnipotenza o di altrui occupazione, di per sé impropria, causa i soliti giochi di potere e di controllo) e con grande spirito di sacrificio (vedi l’aquila e il suo fegato, sicuramente un po’ assenti negli scienziati che diventano medium- mediatici)
        p.s.
        Le nature grandiose soffrono diversamente da come si immaginano i loro ammiratori. Nel modo più duro soffrono per i bassi, meschini ribollimenti di certi brutti momenti, insomma per il loro dubbio circa la loro grandiosità, – ma non per i sacrifici e martìri che il loro compito esige da loro. Finché Prometeo ha pietà degli uomini e si sacrifica per loro, è felice e grande in sé; ma quando diventa invidioso di Zeus e degli omaggi che i mortali gli tributano, – allora soffre!
        Friedrich Nietzsche, La gaia scienza

  12. Che dire…..
    Non mi sono mai identificato in nessuna religione; men che meno nel cristianesimo, nonostante abbia permeato a fondo la cultura e la civiltà nella quale mi ci sono riconosciuto e sia decisamente migliore delle altre due religioni abramitiche.
    Ho rifiutato (e tuttora) rifiuto qualsiasi religione perché aborro ogni forma di fanatismo e fondamentalismo.
    Ma, dalla storia che da una rapida analisi dei tempi moderni; non posso che concludere che aderendo all’ateismo non abbia fatto altro che cadere dalla padella nella brace….. chissà forse il teismo alla Thomas Paine……
    In un importantissimo punto riconosco la superiorità del pensiero teista: la constatazione della presenza di valori assoluti di fronte ai quali non è possibile derogare.

    • “Ho rifiutato (e tuttora) rifiuto qualsiasi religione perché aborro ogni forma di fanatismo e fondamentalismo.”
      Non credo che tutte le religioni siano fanatiche e fondamentaliste, specialmente nel nostro secolo (terrorismo islamico a parte): lei cosa intende per “fanatismo” e “fondamentalismo”?

      • In questo secolo solo l’ISLAM e l’induismo sono fanatiche e fondamentaliste…. non si può negare che nei secoli passati lo sia stato anche il cristianesimo nelle sue varie forme; ad esempio idee come quelle liberali, la democrazia, ed il concetto di liberta di religione’ erano ancora condannate nel ‘Sillabo’ di Pio IX.
        Forse solo il Buddhismo è stato esentato dal fondamentalismo e fanatismo; ma probabilmente è solo a causa della mitizzazione che mi sono fatto di questa religione, conoscendola pochissimo.

  13. Fabio Vomiero on

    Io credo che una critica seria all’operato di Boncinelli dovrebbe essere fatta in primo luogo sulla base della lettura di questo libro, come di quella di perlomeno altri suoi libri, di natura sempre prettamente divulgativa. Io per esempio non ho letto l’ultimo, ma ne ho letti diversi altri, fra i quali il citato “la scienza non ha bisogno di Dio” e quindi qualcosa sul suo pensiero in generale forse sarei in grado di dire, sempre naturalmente dal punto di vista del mio personale filtro cognitivo. In secondo luogo, la critica dovrebbe essere fatta da chi di scienza se ne intende ovviamente, non conosco Gattei ma mi sembra sia un filosofo, e non so quindi se nella sua attività quotidiana si occupi veramente e concretamente di scienza. Detto questo, sono d’accordo sul fatto che forse l’ultimo Boncinelli tenda un po’ a sconfinare in una pericolosa logica scientista. Tuttavia, nei suoi numerosi saggi, molto interessanti e di facile lettura si parla di biologia, di medicina, di scienza come esperienza interiore e modo di pensare e di agire, e riguardo alla religione non c’è nessun attacco esplicito (alla Odifreddi per esempio), ma ci si limita giustamente a ribadire la natura laica della scienza. C’è qualcosa di male in questo? Forse l’ultimo Boncinelli appare anche un pò amareggiato da come viene trattata la ricerca e la formazione scientifica in Italia, e da come, nella società odierna sia ancora diffuso, oltre ad una scarsa alfabetizzazione scientifica generale, anche un clima di perverso scetticismo, profondo e non soltanto prudente, nei confronti della scienza e dei suoi metodi, peraltro in modo paradossale, visto che poi è sempre la scienza che ci fa progredire, ci permette di risolvere i problemi e ci fa guarire dalle malattie, per esempio. Un punto di vista oltretutto condiviso oltre che da me, anche da tutta una serie di scienziati divulgatori come Rovelli, Wilson, Redi, Boero, e dal sempre lucido Corbellini (si legga “scienza” per esempio) tanto per fare degli esempi. Quindi in sostanza mi sembra una critica che potrebbe essere per certi versi limitata da quanto detto sopra. Al di là di qualche possibile errore semantico o di espressione di Boncinelli e di questa moda, prevalentemente filosofica, di volere sempre etichettare e schematizzare il pensiero e il lavoro dello scienziato sotto neologismi dal significato ambiguo come scientista, positivista, relativista, neodarwinista e via dicendo. Magari in altra occasione parleremo anche di evoluzionismo ed esporrò eventualmente una mia critica invece, che avrei già pronta, al pensiero del dott. Fratus nella conferenza di Roma… altro che Boncinelli.
    Saluto cordialmente.

    • Salve Fabio,
      dal momento che lei scrive che “nella società odierna sia ancora diffuso, oltre ad una scarsa alfabetizzazione scientifica generale, anche un clima di perverso scetticismo, profondo e non soltanto prudente, nei confronti della scienza e dei suoi metodi, ”
      può farci degli esempi di scetticismo nei confronti della scienza?
      Grazie.

      • Fabio Vomiero on

        … industria farmaceutica, scienza del clima, scienza della nutrizione e medicina, OGM per esempio, oltre a credenze popolari che la scienza sia sempre corrotta e manipolata dai mercati, che gli scienziati facciano la vita da nababbi ecc. Mi sembra sia anche diffuso un certo bipolarismo “non so niente di scienza e va bene così” oppure “mi bevo qualsiasi cosa dicano gli scienziati”, il che ancora una volta fa emergere la dissonanza cognitiva che esiste purtroppo tra scienza e società. Secondo me. Htagliato, se lei non ha queste percezioni nel sociale di tutti i giorni, beato lei. La saluto cordialmente

        • A dire la verità, negli esempi che lei ha fatto, credo che si manifesti quella che per molte persone è più una sfiducia verso la “scienza in mano alla politica” che verso la scienza in sé. Non è una sfiducia verso il contenuto di una pubblicazione scientifica, per esempio, o di uno studio di una scena del crimine.
          In questo Boncinelli, a causa del suo modo di vedere il metodo scientifico (veda il mio articolo nel link http://www.enzopennetta.it/2016/01/sub-partes/) non aiuta a valorizzare i meccanismi della scienza.

          • Giuseppe Cipriani on

            Chiedo: verso la scienza in sé (la scienza pura) chi potrebbe essere il folle ad avere sfiducia?
            Mi pare, Htagliato e Vomiero, che sia inevitabile che se sfiducia c’è, è solo verso il modo di fare scienza, presentarla, manipolarla, strumentalizzarla… Che poi, umanamente parlando, vale sempre in quanto lo scienziato perfetto puro e crudo a questo punto credo che manco esista.
            Diciamo, vorrei sentire in quanti sono s’accordo, che lo scienziato migliore è quello che fa meno inciucio con la sua personale visione del mondo.

          • @CIPRIANI: quando è vincolata ad interessi politici economici, a me da moltissima sfiducia.

          • Giuseppe Cipriani on

            E, allora, Davide, aggiungo anche… “lo scienziato che fa meno inciucio con la visione del mondo del suo datore di lavoro, sia esso pubblico o privato”

          • @ CIPRIANI:
            Ovviamente sono d’accordo con lei, è con Vomiero che non sono d’accordo.

          • @CIPRIANI: credevo fosse sotto inteso; ad ogni modo concordo appieno.
            Buona giornata.

        • Quindi a suo avviso gli OGM sarebbero ‘cancer free’ ?
          Liberissimo di mangiarli; in tutta sincerità preferisco cibi molto più naturali, sani e genuini; almeno fintantoché avrò la possibilità di mangiarli.
          E la medicina completamente libera da qualsiasi interesse politica ed economico, right ?
          Ovviamente….

    • stò cò frati e zappo l'orto on

      Ha evocato il nome del Dott.Fratus ma ho il dubbio che non prediliga le lettere al dialogo diretto.
      Però probabilmente accogliere una critica, se ben elaborata ,potrebbe arricchire la platea attenta dei lettori di Cs.
      Come anche credo che a Viterbo il pubblico avrà fatto presente al Dott.Fratus eventuali “falle”alla sua critica al Pensiero Ufficiale.

    • Giorgio Masiero on

      Condivido pienamente, Vomiero, il Suo rispetto per la scienza naturale e le Sue preoccupazioni per l’ignoranza ancora molto diffusa sulla sua utilità. Ritengo però che molto discapito, piuttosto che beneficio, le apportino proprio autori come Boncinelli ed altri da Lei citati, che la confondono con il loro naturalismo. Quando si mischia, in ogni pagina, la fisica di tutti con la metafisica di Democrito, la biologia di tutti con l’epistemologia di Comte, l’astronomia di tutti con la futurologia gnostica, ecc., ecc., non si aiuta la scienza naturale, ma la si minaccia come dal lato opposto fanno chiromanti, astrologi e ciarlatani. Separare il grano dal loglio è il compito, prima di tutto a favore della scienza naturale, che CS si è data.

    • “Forse l’ultimo Boncinelli appare anche un pò amareggiato da come viene trattata la ricerca e la formazione scientifica in Italia, e da come, nella società odierna sia ancora diffuso, oltre ad una scarsa alfabetizzazione scientifica generale, anche un clima di perverso scetticismo, profondo e non soltanto prudente, nei confronti della scienza e dei suoi metodi, peraltro in modo paradossale, visto che poi è sempre la scienza che ci fa progredire, ci permette di risolvere i problemi e ci fa guarire dalle malattie, per esempio.”
      .
      Se è così mi sembra che intenda spegnere il fuoco con la benzina.

      • Mi perdoni professor Pennetta … finalmente ho trovato una prova intelligente riguardo la teoria dell’evoluzione:

        • Concordo Jonioblu, questa spiegazione mi sembra molto più convincente della SM.
          Almeno tutti noi l’hanno sperimentata prima o poi! 😀

          • Adesso finalmente ho capito cosa intendono gli evoluzionisti per “pressione evolutiva” … guardando l’immagine che ho postato però mi sembra più “pressione psicologica” …

  14. Retoricismo.

    Se ..”L’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessa è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’Illuminismo” allora (sembra che abbiano detto “qualcosa di nuovo”)
    …allora posso fare a meno di vagliare qualcosa con la guida di Kant in maniera necessaria o non è vero che l’illuminismo è lo stato di uscita di minorità e uso della propria intelligenza se bisogna averne ossequio prescindendo dal proprio intelletto.

  15. Fabio Vomiero on

    Però è anche vero che nell’impresa scientifica, così come nell’arte o in ogni altra attività creativa, non è sempre così facile distinguere l’esito dall’intenzione, ossia nel nostro caso, il lavoro scientifico dallo scienziato che lo sviluppa, così come nell’arte non è possibile separare un dipinto come “l’Annunciazione” da Caravaggio. C’è sempre un processo di forte corrispondenza biunivoca che lega l’osservato all’osservatore, così come la scienza agli scienziati. Tuttavia lo scienziato rimane pur sempre anche un essere umano, figlio dei tempi e del contesto sociale, anche se necessariamente sintonizzato verso una particolare “forma mentis” che generalmente è difficile trovare in chi non ha avuto una solida formazione scientifica o una concreta esperienza sul campo (questo riferito ai grandi numeri, poi le eccezioni ci sono sempre). Voglio pensare che la scienza così intesa, e gli ambienti di ricerca che frequento e che ho frequentato me lo confermano, non sia soltanto quella parte degenerata (secondo me una minoranza) a cui si fa riferimento. Inoltre volevo chiedere al prof.Masiero, ma se Boncinelli e gli altri che ho citato non dovessero essere all’altezza del loro ruolo di divulgatori (anche se personalmente non sono molto d’accordo) a chi o a che cosa dovremmo affidare il difficile compito della divulgazione scientifica in Italia? Tolti i media generalisti che fanno solo danni e la letteratura specialistica, in quanto l’italiano medio (non parlo degli esperti utenti di CS) in genere non ha gli strumenti adatti a farne un buon uso. Concludo rispondendo a Davide che la questione degli OGM, come ben saprà, in realtà è molto più complessa di come l’abbiamo grossolanamente citata, e condividendo infine l’intervento del prof.Pennetta su un Boncinelli maldestramente scomposto, entrato forse troppo a gamba tesa. Ringrazio per le eventuali risposte e saluto sempre cordialmente.

    • Giorgio Masiero on

      Non nego, Vomiero, che Boncinell, Rovelli, ecc., siano dei buoni divulgatori. Del resto, attribuisco proprio a ciò, prima che alle loro scoperte scientifiche (che tutti ignoriamo), la loro notorietà. Dico solo – e Lei è troppo intelligente per non comprendere il mio pensiero – che si comportano contraddittoriamente quando da un lato lamentano giustamente l’ignoranza e la sottovalutazione diffuse della scienza naturale, e dall’altro concorrono ad allargare questa ignoranza e disistima, inserendo nella loro divulgazione scientifica tutta una serie di storielle e giudizi, che essi fanno passare come scientifici mentre sono soltanto loro opinioni e credenze personali.

      • Bruno Cordani on

        Io invece mi permetto di negare che Rovelli sia un buon divulgatore. Ho letto “Sette brevi lezioni di fisica” e “La realtà non è come appare” e nego che qualcuno che ignori la relatività e la meccanica quantistica possa apprenderne i principi fondamentali leggendo questi libri. Per quanto riguarda le “scoperte scientifiche” è vero che Rovelli non ne ha fatta alcuna ma non per colpa sua, occupandosi di un problema estremamente difficile (a mio modestissimo avviso addirittura impossibile) come quello dell’unificazione fra le due teorie suddette.

  16. Fabio Vomiero on

    E su questo infatti concordo prof.Masiero, anche se credo che questa problematica possa essere riscontrabile in ogni forma di comunicazione… e in ogni caso penso anche che fare della buona divulgazione scientifica, proprio per alcune premesse che abbiamo fatto, non sia affatto facile. Grazie e buona giornata.

    • stò cò frati e zappo l'orto on

      Sono uno dei lettori assidui di questo sito.
      Sono passate delle ore e nessuno le risponde dal Campo Avverso,cioè dal Campo del Dott.Fratus.Mi chiedo se la sua nota relativa ad una circostanziata critica alle parole del citato Dottore(che mi sembra avere molto l’aspetto corposo di un pamphlet)rimanga una minaccia sospesa nell’aria oppure si possa tradurre in fatti concreti.
      Non ci lasci nel dubbio.Aspettiamo una concreta occasione?

      • Fabio Vomiero on

        STO’, se si riferisce al mio riferimento a delle critiche che avrei da fare alla relazione del dott.Fratus, non le ho riportate in questa occasione semplicemente perchè in questo contesto mi sarebbero sembrate OT. Non mancherò non appena si tornerà a parlare di teoria dell’evoluzione, di creazionismo, di antievoluzionismo ecc., spero presto in corrispondenza di eventuale materiale documentativo relativo alla recente conferenza di Viterbo, nella quale, non credo che la prospettiva del dott.Fratus cambierà di molto. Non si aspetti chissà che però…

  17. “Contro il sacro”, è un testo di apolegetica ateologica non certo di scienza,ringrazio quindi Bonicelli per l’apologetica ateologica non di certo per le sue presunte dimostrazioni scientifiche sulla scientificità non scientificità del “sacro” o di che cosa un essere umano reputa sacro/non sacro in maniera scientifica.
    “Fede” ,peraltro,non è qualcosa soggiace solo al piano religioso (fede religiosa),m anche un processo di fiducia inerente alla psicologia umana e lo si ha a prescindere proprio dalle religioni.

    Comunque penso si siano capiti certi criteri moderni, oramai, non ha nessuna importanza scrivere sciocchezze o meno in un testo,l’importante è se il consumatore le compra o meno fosse anche solo per contestarlo,il che, non mi meraviglia nemmeno un pò se “l’utile è sacro prima del vero o almeno dello sforzo che comporta il dirlo”.

    • Sai cosa avrebbero fatto alcuni greci e alcuni filosofi da certe persone che li citano?Avrebbero dato i soldi corrispettivi al libro senza volere nulla in cambio,non perchè ovviamente non viviamo anche per mangiare sarebbe ipocrisia,ma perchè ,dopotutto non si vive solo per mangiare.

  18. stò cò frati e zappo l'orto on

    Aspettami ed io tornerò ma aspettami con tutte le forze.
    Aspettami quando le gialle pioggie t’ispirano tristezza.
    Aspettami quando infuria la tormenta.
    Aspettami quando c’è caldo quando più non si aspettano gli altri,obliando tutto ciò che accadde ieri.
    Aspettami quando da luoghi lontani non giungeranno mie lettere.
    Aspettami quando ne avranno abbastanza tutti quelli che aspettano con te.
    Aspettami ed io tornerò,non augurare del bene a tutti coloro che sanno a memoria che è tempo di dimenticare.
    Credano pure mio figlio e mia madre che io non sono più,gli amici si stanchino di aspettare e,stretti attorno al fuoco bevano vino amaro in memoria dell’anima mia….aspettami.E non t’affrettare a bere insieme a loro.
    Aspettami ed io tornerò a onta di tutte le morti.E colui che oramai non mi aspettava dica che ho avuto fortuna.
    Chi non aspettò non può come tu mi abbia salvato in mezzo al fuoco con la tua attesa.Solo noi due conosceremo come io sia sopravvissuto:Tu hai saputo aspettare semplicemente come nessun altro.Ro’ ti dedico questa piccola poesia scritta da mio amico Kostantin nel 1941 e da me a te e a Nietzsche inviata Sperando anche che il filosofo riposi nel Paradiso dell’Oblio Eterno certamente non accanto al mio caro Kostantin( che viva piuttosto in un Paradiso luminoso)

    • ‘Sto figlio di Omero, cosa mi ha cantato!!! se addirittura una casalinga di Voghera ri-conosce e danza e saltella su quel canto dell’immenso geopoeticopolitico , tu immagina gli altri come stanno bagnando il lor giardin spirito
      Commmossamente grata, nel nome di una madre grande grande fino al nostro amico Kostantin Simonov, della sacra patria dei più noti(?) Tarkovsky , ti abbraccio al riparo, sotto la solita mantella di Gogol’, da Kiev, a san Pietroburgo fino a Mosca e ancora.

      • stò cò frati e zappo l'orto on

        Mi potevo meravigliare?Ci sei riuscita.
        Cosa scegliamo? Il Paradiso dell’Oblio Eterno o il Paradiso Luminoso o pretendiamo un Paradiso con poca folla,poco rumore,tutto nostro?
        Se hai tempo rispondimi.Nel frattempo pure io ti abbraccio.Stò

        • stò cò frati e zappo l'orto on

          Immagino il suo sconcerto.
          Non si allarmi è tutto sotto controllo.
          Solo che dopo aver citato Nietzsche e il Taoismo(materia di mio interesse ma che mai posso affrontare il questa “vetrina”)mi intrigava capire di cosa stesse parlando.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Comprendere gli esseri umani è intelligenza,comprendere se stessi è saggezza.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Premetto di “capire” Nietzsche e anzi il suo percorso,la sua strada interrotta mi affascina, pur rimanendo attaccato al mio albero.Propio perchè la piena del suo pensiero può rischiare di travolgere tutto e tutti.

          • Mio caro ‘Sto, sei uno spirito poeticamente assetato, da intendersi completamente fatto di sete e intendiamoci su quali , continuando a darci del tu ( perché sei passato al lei? temi che mi preoccupi su questo tipo di non distanza? 🙂 ).

            Credo tu sia con una radice di gelsi a me simile. Spero dunque che questo filato produca pazienza e benevolenza in chi ci legge attonito o meno, rapito o disgustato dal nostro fuori tema, perlomeno tecnico.

            Ti risponderei, in questa mia, più direttamente sulla prima ipotesi che, infatti, come hai quasi dedotto, (ri)scarto con buona pace del nostro Friedrich per via dell’oblio eterno.
            *
            Io sento (credo?fede?) un luogo che registra tutta la memoria del mondo (etere, suoni, cronache, di Storia e altro che componga la bobbina o il nastro di ciò hanno voluto chiamare Akasha) .

            Dentro e fuori il giardino, non vi è più divisione come qui (da un parte i vivi e dall’altra i morti et cetera et cetera di tutti i relativi cataloghi).

            Conviene, però, abitare l’unico giardino che chiami luminoso, possiamo tuttavia trovarci un angolino, ce n’è molti più che qui e ti esprimo il mio perché.

            Se un uomo di grande spirito, di grande semina, fatiche, passione, coltiva il suo giardino , di neve e di fango, di nebbia e di sole, tanto da renderlo rigoglioso, colorato, profumato di frutta e di fiori, prima o poi se lì nel suo luogo sacro non si appoggia una piuma, un’allodola, un picchio, usignolo, un canto.. un’altra mano, il giardino si spegne.

            Anche nel nostro luminoso vale la stessa cosa e ogni volta c’è da imparare qualcosa, di una dimora a fianco o più lontana, oltre il nostro angolino gia dimora..lacustre, pensile,sotterranea, fluviale, labirintica, tropicale,alpina, aerea, lunare e di ogni tipo che conosceremo e ogni volta portremo a dimora, nella nostra.

  19. stò cò frati e zappo l'orto on

    Ennessimo I am sorry!!!
    E nnessima dimenticanza:correggo………Chi non aspettò non può capire come tu……

  20. Oggi un 15 enne ha abdotto una scoperta sulla posizione di alcune città di maya con dei calcoli rispetto alle costellazioni (ricalcando la visone filosofica dei maya),ha scoperto che dalle posizioni degli astri e delle città note è possibile con una certa probabilità risalire a altre città non ancora scoperte.Dall’abduzione ha prodotto un ipotesi,ben diverso da “abdurre” dal nulla e fare ipotesi.

    Solo come facciamo a dire che il suo metodo è scientifico?non ha mai postato lavori in merito su altro in precedenza.E mi sembrava un po strano che il numero (sempre quantità) delle pubblicazioni non stabilisse comunque un autorità di campo o avallasse quelle future.Il controesempio:

    “The lancet nel 2006 definì la più grande truffa condotta da un singolo scienziato, l’oncologo norvegese Jon Subdo inventò i dati di ben 900 pazienti. ”

    Forse qualcosa da meditare,sempre più scienziati scrivono castronerie perchè c’è il classismo degli idioti,tolto il classismo, non rimangono che idioti.

  21. Giuseppe Cipriani on

    Muggeridge, ho aprezzato la tua equilibrata precisazione, e ci sta. Diciamo che io cerco di portare acqua al mulino della critica laica, tu a quello della (contro)storia di matrice religiosa, abilissima nell’intessere difese col senno di poi…
    Questo OT lo chiuderei qui, ben sapendo che come sono andate realmente le cose, e le diverse sfumature della faccenda, non le conosceremo forse mai. Ciao

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