Il 25aprile è una festa da abolire, per più di un motivo.

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Enrico Mattei

Il 25aprile è una festa da abolire per più di un motivo.

A 70 anni di distanza l’unico scopo è quello di tenere in piedi la contrapposizione tra fascisti e antifascisti creando un effetto di distrazione del dissenso dai veri temi della politica in un paese dove il fascismo non esiste più.
E’ una data che rinnova e celebra la spaccatura degli italiani in una triste guerra civile che deve essere definitivamente superata.
Ma soprattutto perché serve ad instillare l’idea di un’Italia che deve dipendere dalla “protezione” degli Stati Uniti perché da sola combina solo guai.

E per completare il messaggio la festa andrebbe sostituita con quella del 26 ottobre, in memoria dell’assassinio di Enrico Mattei, avvenuto in quel giorno del 1962, che da ex partigiano perseguì il progetto di completare gli ideali della Resistenza affrancando l’Italia anche dalla sudditanza verso il blocco dei liberatori trasformati in occupanti.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

3 commenti

  1. GIUSEPPE CACIOPPO on

    Più che la festa della liberazione a me sembra la festa dell’ ipocrisia per qualche buona ragione. Intanto viene fatta passare, sotto sotto, la ridicola storiella che l’ Italia l’ abbiano liberata i partigiani. Gli italiani almeno fino a quando la guerra non è apparsa perduta, hanno aderito in gran parte al fascismo, in parte perché questo aveva messo dato ordine ad un paese strutturalmente anarchico e in parte perché gli italiani vengono generalmente presi da forte amore nei confronti di coloro che hanno il potere.
    Così a guerra perduta e nel primo dopoguerra ci siamo trovati improvvisamente con milioni di partigiani ferocemente antifascisti!
    Fortunatamente l’ Italia è stata liberata dagli americani, che hanno lasciato nei nostri cimiteri alcune decine di migliaia di giovani. Strano che il 25 aprile nessuno se lo ricordi!
    Dico fortunatamente, sono stati gli americani, perché se fossero stati i partigiani, dato che la componente comunista era la più risoluta e determinata, avremmo sostituito ad una dittatura una incomparabilmente peggiore!
    Altro che liberazione!!!

  2. Ai motivi per abolire questa festa mi si consenta di aggiungere il vile assassinio del Maggiore Adriano Visconti. Freddato il 29 aprile insieme al sottotenente Valerio Stefanini con una raffica di mitra alle spalle dagli eroici partigiani con i quali era stato raggiunto l’accordo per la resa. L’assassino fu un russo che faceva da guardia del corpo ad Aldo Aniasi, successivamente sindaco di Milano e parlamentare nelle file del PCI.
    Se serve un giorno per festeggiare la liberazione dalle dittature suggerisco il 18 aprile 1948.

  3. Già oggi sul Corriere si parlava di troppi “ponti” che abbasserebbero il PiL dello 0,1%, anche se poi il fenomeno veniva ridotto ai dati di breve periodo. Ci aveva già provato Berlusconi, che ha costruito il suo impero economico sul tempo libero degli italiani, a parlare di ridurre le feste per aumentare il PIL. Trovo queste proposte assurde, perché basate sulla contabilità stretta e tutti gli abusi che si fanno in suo nome (come il famoso 3% del rapporto deficit/PIL a livello europeo), infatti se un’economia va bene non avrà di questi problemi dello “zerovirgola” anche perché già nell’anno o addirittura nel trimestre successivo recupererà il “maltolto” dei ponti. Lasciamo quindi il 25 Aprile o al massimo sostituiamolo con analoga festività, anche se credo che la cosa sia improponibile a tutt’oggi e lo sarà ancora per parecchio tempo, anche dopo la scomparsa degli ultimi partigiani (si veda il 4 Novembre, per la cui commemorazione non dovrebbe esserci oramai da anni nemmeno uno dei “ragazzi del ’99”).

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