Darwin, passo falso della Turchia: vietato l’insegnamento. Ma in fondo anche in Occidente…

29

 

La decisione turca di non insegnare più la teoria di Darwin è un grande errore.

Ma a ben vedere non viene insegnata neanche da noi…

La notizia tutto sommato ha fatto meno scalpore di quanto si potesse immaginare, infatti l’annuncio della Turchia di voler escludere la teoria dell’evoluzione dall’insegnamento delle scuole superiori ha occupato uno spazio modesto sui media.

Pikaia ha dedicato alla cosa un rassegnato articolo intitolato “La Turchia dice addio a Darwin” in cui ricorda una serie di altri articoli che affrontavano l’antievoluzionismo anatolico. Assai modesta anche la reazione sul Corriere che ne parla in un telegrafico articolo “Turchia, via Darwin dai libri di testo a scuola” a firma di di Monica Ricci Sargentini, tanto stringato che è possibile riportarlo per intero:

Darwin addio. Nelle scuole secondarie di primo e secondo grado della Turchia non si insegnerà più la teoria dell’evoluzione “perché troppo controversa e difficile da capire”. L’annuncio è stato dato dal ministero dell’Istruzione. Il capito “L’inizio della vita e l’evoluzione” sarò cancellato dai testi scolastici di biologia e sarà a disposizione solo agli studenti che decideranno di fare l’università.

“Siamo consapevoli che se  i nostri studenti non hanno le conoscenze per capire le premesse e le ipotesi – ha detto Alparslan Durmus, il capo della commissione educativa nazionale – o se non hanno le conoscenze e la struttura scientifica richiesta, non potranno capire alcuni temi controversi, quindi li abbiamo lasciati fuori dal programma”.

La decisione ha creato scalpore nelle università dove è stata duramente criticata dai docenti laici. L’unico altro Paese a escludere l’evoluzionismo dalla scuola è l’Arabia Saudita con cui Ankara non va di certo a braccetto.
I creazionisti cristiani e musulmani contrappongono alle teorie di Darwin quella di un disegno divino. Molti di loro ritengono l’evoluzionismo corrosivo per la fede religiosa nei più giovani. Anche nelle file dell’Akp, il partito filoislamico guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan diffida dell’evoluzionismo che il vice primo ministro Numan Kurtulmus ha definito “vecchio e putrefatto”.
Se fosse ancora vivo Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna, inorridirebbe.

Non molto diversamente va sulla Stampa:

La teoria dell’evoluzione di Darwin rischia di scomparire dai programmi delle scuole superiori della Turchia. E il principale partito di opposizione, il laico Chp, promette battaglia contro il piano del governo che vuole mettere al bando Darwin dalle scuole pubbliche. Per Alpaslan Durmus, funzionario del ministero dell’Istruzione a capo del dipartimento che si occupa dei programmi scolastici, la teoria di Darwin è troppo «complicata» e «controversa» per i giovani ed è per questo che va esclusa dai programmi.

La riforma avrebbe il via libera del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e potrebbe essere pubblicata la prossima settimana sulla Gazzetta Ufficiale. La questione suscita le preoccupazioni degli attivisti e alimenta il dibattito sulla laicità in Turchia. Per il numero due del Chp a Istanbul, Baris Yarkadas, «eliminare dai programmi quella che è una teoria dimostrata significa mettere da parte la scienza». «Il governo dell’Akp la sostituisce con un programma che prevede i principi della sharia», ha tuonato Yarkadas in dichiarazioni all’agenzia di stampa Dpa. Il Chp promette un ricorso ufficiale se il governo non farà marcia indietro.

Non c’è molto da dire, in fondo la decisione turca non fa che confermare l’immagine di uno Stato che va radicalizzandosi e quindi una deriva “creazionista” rientra nel frame andando anzi a confermarlo e rafforzarlo.
Ma volendo osservare la vicenda da un punto di vista critico nei confronti del darwinismo, la conclusione è che si tratta di un grande errore, non vero infatti che si una teoria troppo complicata e infatti si può spiegare benissimo ai ragazzi di ogni età.
Il vero errore sta nel fatto che anziché vietarla si sarebbe dovuto insegnarla per davvero, spiegandola cioè per come essa è veramente e come è stata nella versione iniziale. Solo spiegandola veramente bene, come da sempre ho sostenuto sulla pagine di CS, gli studenti possono vedere quanto essa non sia soddisfacente. Negandone l’insegnamento si rischia invece di farne una teoria “martire” che potrebbe essere facilmente idealizzata realizzando una sorta di eterogenesi dei fini.
Ma voglio concludere dicendo una cosa che apparirà sorprendente e che lo è solo per chi non conosce approfonditamente le realtà di cui si parla: la teoria darwiniana non viene insegnata neanche in Italia e in tutto l’Occidente. Parlo specificamente del caso italiano che conosco bene, come vado dicendo da anni  sui testi scolatici alla voce “evoluzione” corrisponde una macchietta caricaturale o un cervellotico giro di parole che confonde le idee su quella che è la vera teoria. Conclusione: nessuno viene messo in grado di vedere quanto la teoria non spieghi in realtà nulla, al massimo la microevoluzione e non certamente l’origine delle specie come la intendeva Darwin.
E allora ecco che la Turchia si allinea paradossalmente al resto del mondo: la teoria viene vietata o spiegata male e così viene sottratta alla critica razionale degli studenti.
La decisione turca rappresenta quindi una sconfitta dell’autentica critica al darwinismo. 

.

.

.

Share.

Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

29 commenti

  1. Simon de Cyrène on

    Al di là delle prese di posizione ideologiche circa le motivazioni del governo turco, personalmente non penso che sia una una cosa cattiva in sé non insegnare a livello infra-universitario la favola darwinista.

    Non si dovrebbe mettere nella testa di persone che forse non avranno mai una formazione scientifica l’idea che la legge della conservazione dell’energia non è valida, che da un insieme che non contiene informazioni queste possano essere create, che dal caos possa sorgere una struttura, che un cadavere possa risorgere per virtù propria: perché questo è l’essenza la più profonda del darwinismo.

    Hanno ragione di dire che è molto disturbante in un mondo che ha scientificamente provato che la legge della conversazione dell’energia è sempre valida, che l’infomazione si perde sempre ma non si guadagna mai, che è dalla simmetria e non dal caos che l’universo discende ed evolve, e che un cadavere finisce sempre putrefatto e non vivo, venir su presso menti fresche e non educate al discorso scientifico serio e fondato con teorie darwinistiche che violentano alla grande tutti questi concetti.

    Secondo me, il darwinismo nell’evoluzione, con la sua adorazione religiosa del caos, dovrebbe essere insegnato alla stessa stregua delle teorie tolemaiche in astonomia o, ancora in modo più pertinente, della ricerca della pietra filosofale degli antichi alchimisti: ma nulla di più.

    • Enzo Pennetta on

      A pensarci bene è questo che accade insegnando il darwinismo per come veramente è, lo si mostra come una teoria che provato a spiegare l’evoluzione ma ha fatto il suo tempo alla stregua di quella di Lamarck.
      Così come la teoria tolemaica restava in piedi a costo di una serie di aggiunte e toppe, allo stesso modo il neo-darwinismo viene imposto a costo di una serie di aggiunte e toppe.

  2. LUIGI MOJOLI on

    “Non c’è molto da dire, in fondo la decisione turca non fa che confermare l’immagine di uno Stato che va radicalizzandosi … ”
    Purtroppo è così e le conseguenze saranno molto gravi. La Turchia si sta radicalizzando religiosamente e politicamente, perdendo l’impronta laica di Mustafa Kemal Atatürk.
    Si ripeterà la parabola dell’Irak che ai tempi di Saddam, prima della guerra con l’Iran, fu uno Stato arabo realmente laico. A Baghdad c’erano anche cristiani, con la loro brava chiesetta. E nessuno li toccava. Poi Saddam, armato ed anche istigato dagli USA, provocò l’Iran ed infine fu guerra. Quella guerra che gli USA non ebbero il coraggio di fare in prima persona, quando fu invasa la loro ambasciata a Teheran. Durante la guerra con l’Iran, guerra che si trascinava malamente, Saddam fu costretto a concedere molto alla fazione religiosa maggioritaria. Vidi la società cambiare costumi nel giro di un anno. Un regresso parallelo a quello dell’Iran. Ricordo bene Teheran prima della rivoluzione. E mi guardai bene dall’andarci dopo, astinenza senza merito, dato che non avevo più motivo. Non che prima della guerra Saddam fosse un angioletto: guai a far politica contro di lui. E guai ad avere qualche pretesa di autonomia, vedi villaggi kurdi tranquillamente sterminati col gas.

  3. gianfranco56 on

    Professore, Le chiedo umilmente scusa ma questa volta, non sono d’accordo con Lei. La teoria dell’evoluzione, essendo a mio modesto avviso, una boiata pazzesca, non dovrebbe rientrare negli insegnamenti pubblici. La Verità, NON può essere democraticizzata. ( si può usare questo termine? ) O è vera e allora andrebbe difesa a spada tratta, oppure e falsa e allora è perfettamente inutile insegnarla. Quando non dannosa per i “piccoli”. ( tra cui il sottoscritto ).

    • Enzo Pennetta on

      Buonasera Gianfranco, credo che se legge la risposta che ho dato all’intervento di Simon vedrà che forse abbiamo solo due approcci diversi condividendo però il fine che è quello di mostrare che la teoria non funziona ed è superata, proprio come quella di Lamarck.

    • LUIGI MOJOLI on

      Se vado al mercato con soldi miei in tasca decido io cosa comprare per me e per il pupo. Se mi hanno preso i soldi e in cambio mi indirizzano alla mensa comunale mangio la minestra che mi danno. E la do pure al pupo, altrimenti me lo tolgono. Però in cambio mi rilasciano un certificato di sana e robusta costituzione (leggasi titolo di studio timbrato e bollato). Il pupo è rachitico, ma ogni rachitico è bello a papà suo. L’operaio oggi spende per la scuola più del conte Leopardi per Giacomino suo, solo che non lo sa. Facile fargli credere che siano i ricchi a pagare. Peccato che se pagassero loro non sarebbero ricchi.

    • Enzo Pennetta on

      Domanda giusta. Se lasciamo che sia solo lo stato a decidere i programmi corriamo il rischio di imporre un’ideologia di stato come in URSS.
      L’unica possibilità è accettare i rischi di un pluralismo che offra una diversità di offerte, in questo caso il rischio sarebbe quello di corsi di studio improbabili, ma in questo caso credo che la selezione darwiniana funzionerebbe egregiamente.

      • Evidentemente nei prossimi decenni l´insegnamento subirá grandi cambi, si dovrebbe scegliere sempre le soluzioni che aumentano le liberta degli individui. La benedetta sussidiarietá sempre dimenticata.

    • gianfranco56 on

      Bella domanda. La risposta è : il Ministro dell’Istruzione ( senza istruzione) Valeria Fedeli.
      Questo volevo dire quando difendevo il Sultano. Se la Democrazia è questa, allora meglio il sultanato di Erdogan. Il problema è proprio nella scelta del sistema di governo.La Democrazia.Parafrasando il grande scrittore Berdjaev, ” la democrazia, come idea astratta ed autosufficiente, non subordinata a niente di superiore, è una divinizzazione dell’uomo e una negazione delle fonti divine del potere. In democrazia, “il potere basta a se stesso e la sua volontà diventa il principio supremo della sua esistenza, indipendentemente da quello a cui tale volontà tende, da cosa voglia e da quale sia il suo contenuto”. Voglio che ci sia quello che voglio.Questa è – in definitiva – la formula massima della democrazia, del potere popolare. Il professore, nella sua replica, cita – giustamente l’URSS come modello da evitare. Ma la Russia comunista, al pari di altri regimi totalitari attuali, è stata un regime visibile, manifesto. Non a caso c’erano i campi di concentramento. La nostra democrazia è subdola e dominata dal pensiero unico non manifesto. Com’è possibile che un paese come l’Italia, culla del diritto e della civiltà, dalla storia bimillenaria, che custodisce il più grande patrimonio culturale, artistico, archeologico, che tutto il mondo ci invidia, sia governata da analfabeti funzionali?
      Com’è possibile che siamo caduti così in basso da meritarci una maestra d’asilo a capo del ministero dell’istruzione?
      Per ercole, ci sarà pure una ragione? Siamo sicuri che all’estero sappiano queste cose?

      • GIUSEPPE CACIOPPO on

        È il “primato” della politica! Che tradotto in soldoni significa: non importa che sei un incompetente, non importa che sei un ignorante, è la tua appartenenza politica che conta! Quella, l’ unica qualità che ha valore!
        Questa logica, tipica di tutti i totalitarismi, viene largamente adottata nella nostra Italia sia da una parte sia dall’ altra, oggi da quel partito che, pur avendo cambiato nome, è l’ erede nei fatti e nei comportamenti del vecchio partito comunista !!!
        C’ è da osservare però che durante il fascismo al ministero dell’ istruzione andò un certo Giovanni Gentile, oggi i compagni ci hanno dato, senza alcun pudore, la Fedeli !

        • gianfranco56 on

          Magari il primato fosse della politica. Forse se ne potrebbe discutere. Invece, come dimostrano i fatti, il primato è della finanza. Come disse qualcuno: i politici sono i servi ( sciocchi ) dei Banchieri. Ma quì andiamo aut. In ogni caso e, per tornare al quesito iniziale del Post, aggiungo ancora una cosa. Tutto il pensiero filosofico è nato si è sviluppato ed è ancora tutt’ora incentrato a conoscere l’Essere. Non voglio insegnare niente a Lei ed a nessuno ma le tre domande prìncipe erano e sono : Chi sono, da dove vengo e dove vado. Su queste tre domande si è sviluppata tutta la dialettica passata e recente. Tutta la storia della Filosofia dalla Grecia in poi, si interroga sull’Essere. Orbene, da queste risposte sono nate le ideologie moderne. Una di queste è il Modernismo oppure se vogliamo, chiamiamolo razionalismo filosofico. Ma, come Lei certamente saprà, la nostra etica e morale, poggia proprio su questi postulati mai dimostrati. Il principale è il materialismo ovvero il naturalismo. L’etica positivista e, per esempio, il diritto, pone le sue basi proprio sul razionalismo e naturalismo. Orbene, se questo postulato mai dimostrato e come leggo di difficile spiegazione viene spiegato nelle scuole, io mi chiedo il perché.Per quale motivo un uomo per votare deve avere 18 anni, per guidare la macchina pure, tutte attività prive di significato e per sapere CHI E’ deve apprenderlo erroneamente ( aggiungo) quando frequenta le scuole medie? O elementari?
          La cosa – se non fosse ideologica – sarebbe assurda.
          E’ semplicemente assurdo che gli scienziati (concediamogli la buona fede) dibattono per sapere da dove viene l’uomo, senza trovare risposte definitive e quì si vorrebbe che questa “materia” venisse insegnata ai bambini. Ma io dico, siamo fuori di testa?
          Dove sta la logica di questo ragionamento? [ scusate lo sfogo ]

  4. Certo è che in europa-usa-canada se l’alternativa è:I 6000 anni della terra e arca di noe con tutti gli animali possibili eccetera eccetera di sicuro molto meglio la teoria darwiniana.Questo per esempio è preferita da una chiesa cattolica(con l’attuale pontefice non certo con Benedetto 16°) in cerca di “consensi” nel cosiddetto,vastissimo e indecifrabile(a chi non ne fa parte) Mondo Laico o “moderno”. Mi aspetto comunque un nuovo tentativo di colpo di stato da parte del Progressista Mondo Occidentale.

  5. In fondo i massacri di milioni di islamici(che per esempio rifiutano la fede nel darwinismo) Somalia,Siria,Afganistan,Iraq,Yemen,ecc,ecc, è anche il voler imporre lo Stile(fallimentare)di una certa cultura “occidentale”.Mentre ringraziando Dio la Scienza(quella libera) in silenzio(ma non troppo) avanza in tutti i campi dello scibile.ps.Attaccare la Turchia(con uno degli eserciti più forti al mondo probabilmente è impresa non facilissima).

  6. paolo magris on

    E’ evidente che vietare, per motivi religiosi, di parlare di darwinismo a
    scuola, o nelle università, è una immensa schiocchezza.
    E’ altrettanto vero
    tuttavia che il modo con cui il darwinismo viene insegnato oggi, è completamete sbagliato, a andrebbe assolutamente corretto.
    Per prima cosa andrebbero tolte
    tutte le bufale che purtroppo infestano ancora i libri di scuola, come i
    famigerati embrioni di Haeckel, le ricostruzioni fantasiose di ominidi mai
    trovati, le frottole sul melanismo delle farfalle etc. etc. , tutta la panoplia
    di menzogne- smontate scientificamente da decenni – ma che vengono
    artificialmente tenute in vita e spacciate a giovani ignari che, giustamente, ci
    credono.
    In secondo luogo andrebbe fatta la “declassificazione ” del
    darwinismo da “teoria” a mera “ipotesi”, in quanto mancante del requisito della
    spiegazione plausibile, per l’incapacità di dare risposte a mille obiezioni che
    sono state e che vengono sollevate ogni giorno, e di cui i libri di testo nulla
    raccontano, a cominciare dalle risultanze fossili, totalmente catastrofiche per
    il darwinismo.

  7. Sono d’accordo con lei, l’insegnamento della teoria dell’evoluzione andrebbe migliorato in Italia! Bisognerebbe spiegarla con un approccio storico, partendo dalla sua versione iniziale, raccontando poi le sue prime critiche, l’incontro con la genetica, la nascita del neodarwinismo, il programma adattazionista, la critica strutturalista, le innovazioni degli anni ’70 e ’80, la Sintesi Estesa, la teoria gerarchica, la teoria degli olobionti e via dicendo. Sottolineando le basi scientifiche che hanno accompagnato ciascun passaggio.
    Solo così si potrà far capire agli studenti una serie di cose importanti:
    – la teoria dell’evoluzione è controintuitiva e complicata (e qui, mi spiace, lei ha torto), come è lecito che sia visto che cerca di spiegare un tema altamente complesso come l’evoluzione della vita;
    – la teoria dell’evoluzione è scientificamente solida, e produce predizioni testabili e falsificabili;
    – la teoria dell’evoluzione non è un dogma immutabile da più di 150 anni ma un programma di ricerca nel quale hanno spazio anche le critiche più radicali, a patto che siano basate su dati e osservazioni scientifiche, ovviamente;
    – che cosa significa veramente caso in biologia, per evitare facili confusioni e fraintendimenti.
    Rimarranno comunque delle forme di resistenza su questi temi, a prescindere da quanto bene venga spiegata la teoria. Come dimostrano molti studi di comunicazione e sociologia della scienza, l’accettazione di una serie di dati e prove scientifiche non dipende solo dal livello di istruzione ricevuto su un certo argomento, ma anche dalle resistenze dovute a una serie di fattori — filosofici, politici, valoriali, ideologici — che non c’entrano nulla con la scienza. Ma di certo migliorarne l’insegnamento sarebbe un grande passo avanti.

    • Simon de Cyrène on

      Beh, in effetti, portando avanti un discorso sugli olobionti ci si allontana sempre di più dal cretinismo darwinista introducendo una forte componente lamarkiana.
      Se poi andiamo ancora aldilà dell’olobionte http://www.lescienze.it/news/2015/04/27/news/simbionti_endosimbionti_trasformaione_specie_unica-2580774/
      allora vediamo che proprio il caso ed il caos non c’entra più nulla visto che il nuovo organismo è il risultato della perdita di informazione di due organismi precedenti che si uniscono, senza creazione di nuova informazione dal nulla caotico come credono religiosamente sia possibile i darwinisti, veri “scientifici” di paccotiglia.

      • Quella che lei definisce “cretinismo darwinista”, con tanto di creazione di informazione dal nulla caotico, è una versione caricaturale della teoria dell’evoluzione. Il che conferma quanto scritto da Pennetta: la teoria andrebbe insegnata meglio, così magari queste versioni banalizzate e ipersemplificate circoleranno sempre meno. Io per primo criticherei una teoria del genere.
        Per fortuna non è su questa caricatura che ci si basa per formulare ipotesi e condurre ricerche. Per fortuna chi si occupa di biologia evolutiva ha ben presente la differenza fra casualità e caos puro, e sa bene che l’evoluzione non è un processo puramente e totalmente casuale.
        Per quanto riguarda gli olobionti, andrei cauto nel parlare di lamarckismo (termine che viene sempre tirato in ballo come sinonimo di eredità non genetica) e faccio notare che la teoria evolutiva dell’ologenoma non rinnega l’importanza di variazioni, selezione e deriva genetica, ma — semplificando molto — mette in discussione l’unità su cui agisce la selezione e aggiunge nuove fonti di variazione su cui essa può operare.

    • CineMagris - Independent movie on

      Gentile Greylines, dove vede queste forme di “resistenza” su questi temi, proprio non capisco. Non c’è una teoria scientifica che, come l’evoluzionismo, si sia inserita ( in Europa) cosi profondamente nel subconscio delle persone, tanto da diventare una posizione istintiva, aprioristica, automatica, addirittura ovvia. Va detto che uno dei grandi vantaggi dell’evoluzionismo è che “suona bene”: convince e corrisponde all’esperienza comune che le cose nascano e si evolvano piano piano, cosi come fa un bambino, una civiltà, un’ azienda; ovviamente si tratta di mero antropomorfismo che nulla c’entra con la attendibilità scientifica. Vedo inoltre che, tra le cose che lei suggerisce di aggiungere all’insegnamento, non inserisce la spiegazione delle obiezioni e dei buchi della teoria ( e ce ne sono a iosa) , cosa che ha fatto Darwin stesso, che ha dedicato un intero capitolo ai punti deboli della sua teoria. Su questo, evidentemente, sono più darwinista io di lei.

      • Gentile Magris,
        Il fatto che più del 40% degli adulti americani creda che l’uomo e gli altri esseri viventi sono stati creati così come sono, senza evoluzione, mi pare una forma di resistenza ben radicata non solo al darwinismo, ma anche al concetto stesso di evoluzione. Per non parlare della notizia stessa della Turchia, che conferma l’esistenza di opposizioni politico-ideologiche all’accettazione della teoria. Esistono anche obiezioni di natura filosofica, che comunque non hanno a che fare con i contenuti scientifici. L’Europa è di certo messa meglio rispetto a queste situazioni, ma movimenti di opposizione ideologica esistono comunque. Insomma, questa egemonia del pensiero darwinista non mi pare così dilagante. Certo, in ambito scientifico la teoria è accettata, ma questa non è egemonia; anche la teoria della relatività è largamente accettata e nessuno parla di egemonia.

        Non è vero che l’evoluzionismo “suona bene”, è una teoria complessa e spesso controintuitiva, a meno che non la si spieghi in maniera caricaturale ed estremamente banalizzata. La teoria dell’evoluzione vera è decisamente lontana dall’antropocentrismo, tanto che è spesso attaccata proprio per questo.

        Infine, lei mi accusa di non aver incluso le critiche alla teoria nei miei suggerimenti. Se però legge con maggiore attenzione il mio precedente commento, ho esplicitamente citato la critica strutturalista, che ha svolto un ruolo fondamentale nel percorso scientifico e storico della teoria, e ho fatto riferimento alle critiche radicali che sono state mosse. Critiche seriamente scientifiche, s’intende.

        • Gianni Zero on

          Mi preoccupa molto di più quello che crede il restante 60 % degli americani.

          • Michele Bellone on

            Il restante 60% ritiene che ci sia stata evoluzione, guidata da un’entità superiore o da processi biologici. Questo la preoccupa?

          • Gianni Zero on

            Una parte del restante 60 % crede a un’evoluzione guidata dai un’entità superiore, e quindi non ha capito nulla del neodarwinismo e può essere assimilata ai creazionisti. Il rimanente crede a un’evoluzione dovuta a “processi biologici”, che è un modo elegante per dire che è determinata da un insensato caso. (Tu non pensi veramente che il cittadino medio vada oltre questa superstizione, vero Bellone?) E’ questa la parte di popolazione che preoccupa, perché particolarmente esposta alle ideologie di matrice nichilista che, parallelamente alla devastante esperienza storica del comunismo, alimentano i vari progressismi necrofili che stanno condannando a morte la nostra civiltà.

          • Mi scusi ma ci sono alcune imprecisioni.
            I creazionisti negano l’evoluzione, quindi chi ritiene che ci sia stata evoluzione guidata da un’entità sovrannaturale non rientra in quella categoria. Dopotutto la posizione ufficiale della chiesa cattolica, e anche di quella anglicana, riconosce la spiegazione darwiniana dell’evoluzione, sebbene al principio vi sia comunque l’intervento divino.
            Dire che l’evoluzione è guidata da processi biologici non significa che è determinata da un “insensato caso” (qualunque cosa ciò voglia dire). Dal punto di vista scientifico, l’evoluzione è il risultato di una serie di dinamiche, alcune casuali (che non sono prive di spiegazione e totalmente caotiche) e alcune deterministiche.
            Questa è la posizione scientifica, che non è espressione di quei progressismi necrofili di cui parla lei.

        • Io mi chiedo invece come si possa oggi ancora “credere” a una qualsiasi teoria scientifica, quando sono tutte ipotesi in attesa di falsificazione!

          • Michele Bellone on

            Non è proprio corretto. Teorie e ipotesi sono due cose diverse, scientificamente parlando. È vero che sarà sempre possibile falsificare una teoria, che sia quella dell’evoluzione, quella della relatività, o qualsiasi altra le venga in mante, ma ciò non significa che tale teoria non è valida. Finché non viene falsificate e sostituita da un’altra più efficace, una teoria resta valida. Può anche restare valida in alcuni ambiti e venir superata in altri. Di certo può venir integrata con le nuove scoperte, come avviene normalmente nella scienza.
            Una teoria scientifica non è una verità assoluta né un dogma intoccabile, infatti non è corretto parlare di “credere” in una teoria.

          • Appunto, “non è corretto ‘credere’ in una teoria”, per quanto sia scientificamente valida. Mi pareva di aver letto che Greylines “crede” nell’evoluzionismo, ma mi sarò sbagliata.

          • Credere purtroppo è una parola ambigua, perché può essere intesa sia come “aver fede” sia come “ritenere”. Al netto di questa possibile confusione lessicale, dove ho scritto di credere (nel senso religioso del termine) alla teoria dell’evoluzione?
            Quello del “credere” nel darwinismo è un argomento talvolta usato per criticarlo ma che non trova gran riscontro nella realtà dei laboratori e dei congressi scientifici di biologia evolutiva.

Exit mobile version