La manipolazione invisibile della società funziona così

8

Su “Il Giornale”, nel blog “Il cuore del mondo”, Marcello Foa parla di manipolazione sociale facendo riferimento all’ “Ultimo Uomo”.

La manipolazione invisibile della società funziona così

Di Marcello Foa

 

Un tema mi affascina da tempo, anche perché è fondamentale per capire le dinamiche della società di oggi, quello dell’ingegneria sociale, nozione oscura ai più, ma che, in estrema sintesi, racchiude le tecniche usate per influenzare non tanto o non solo i media e l’opinione pubblica, quanto le masse, il loro modo di vivere, i loro valori, i loro gusti, persino – e il tema è più che mai attuale – le loro tendenze sessuali.

Il problema è che quando si affrontano temi come questi si oscilla fra due estremi: saggi suggestivi ma esasperatamente complottisti e quelli rigorosamente allineati all’establishment e tesi a confermare, veementemente e talvolta ottusamente, le verità ufficiali.

Ho appena finito di leggere un saggio che, invece, ha l’approccio giusto, giustamente dubbioso ma che fa parlare i fatti anziché proporre al lettore le prove a sostegno di una tesi precostituita. L’ha scritto un intellettuale che meriterebbe maggior fama, Enzo Pennetta, ma che, come capita a molti pensatori davvero liberi e dunque scomodi, non viene adorato dal mainstream. Il suo bel e notevole saggio si intitola “L’ultimo uomo” ed è edito dal Circolo Proudhon, animato da giovani promettenti e coraggiosi.

Pennetta, autore tra l’altro del blog Critica scientifica, fa quel che dovrebbe fare ogni studioso: costruisce la sua analisi su documenti e citazioni precisi, a cui dà un senso e una prospettiva storica. Ne “L’ultimo uomo” si propone di delineare il collante ideologico e teorico che modella la società di oggi, sempre più destrutturata nell’identità, sempre più tecnologica, sempre più confusa sessualmente, sempre meno religiosa e che tende pericolosamente verso la prossima era, in cui per il tramite delle nuove Divinità, la scienza e la tecnologia, si pretende di sovvertire le leggi della natura.

Non è lungo, raggiunge appena le 200 pagine ed è di piacevolissima e fluida lettura, ma è talmente ricco di contenuti che, quando lo concludi, d’istinto sei portato a rileggere alcuni passaggi, per apprezzare connessioni tanto raffinate quanto illuminanti. Pennetta ripercorre la storia e a suo giudizio le illusioni del darwinismo, spiegando come da una teoria in sé plausibile ma che non può essere considerata definitiva, si sia creato il Dogma in nome del quale si sono giustificate nuove forme di dominio sociale ed economico. In tal senso rivela nessi sorprendenti tra capitalismo e marxismo, spiega l’autentica funzione della Fabian Society, svela le inclinazioni malthusiane veicolate dal femminismo. Quel che colpisce, nella sua analisi, è la capacità di dimostrare le conseguenze sulla nostra società di teorie in apparenza lontane e per molti versi astruse. Il romanzo “Mondo nuovo” di Aldous Huxley è stato profetico e alcune mode dell’era moderna (come la rivoluzione sessuale, quella psichedelica, il New Age) ritentrano in un percorso di modellamento sociale.

Questo libro rischia di essere traumatico sopattutto per il lettore in buona fede di sinistra, quello più moderno, progressista, evoluto. Quello, per intenderci, che legge Repubblica, vota Pd e adora i guru, soprattutto stranieri. Pennetta denuncia, anzi dimostra, come dietro a tali guru, a cominciare da quelli della Silicon Valley, come Bezos, Brin, Zuckerberg, si celino intenti che rappresentano l’antitesi di quello che un tempo era la sinistra, in quanto ultraélitisti e che rispecchiano l’approccio filosofico di Ayn Rand, secondo cui

esiste una differenza antropologica fra gli esseri umani: da una parte gli eletti, gli imprenditori illuminati e dall’altra una massa di personaggi parassitari condannati a vivere degli avanzi dei primi.

Da qui la strumentalizzazione di battaglie apparentemente giuste e in realtà infide dei movimenti che appellandosi a ogni forma di diritto distruggono le fondamenta della nostra società, rendendola totalmente liquida e dunque facilmente manipolabile. Da qui il ruolo di ariete, tutt’altro che innocente, delle Organizzazioni non governative, di partiti come quello radicale, della pretesa di una società unisex come strumento per liquefare la famiglia e l’identità biologica.

“L’ultimo uomo” rischia, però, di essere traumatizzante anche per il lettore liberale-conservatore, che crede sia nel libero mercato sia in una società tradizionalista, perché si accorgerà che quel liberismo non è solo meritocratico ma ha finalità sconvolgenti di ingegneria sociale.

E’, insomma, un saggio per lettori che vogliono capire, aperti di spirito. Mira a far nascere una nuova consapevolezza, ad aprire gli occhi su dinamiche che restano invisibili ai più ma che trasformano la nostra esistenza, rendendo sempre più vicina una società talmente avveniristica e scientifica da poter fare a meno persino di te, caro lettore, e di me. Di noi tutti. In ultima analisi dell’Uomo stesso.

.

.

.

 

Share.

8 commenti

  1. gianfranco56 on

    Mi sa che dovrò comprare il libro. L’avevo messo nel ” cestino” degli acquisti di Amazon per posticipare il quibus perché avevo in mente di farmi una Porsche, alla faccia dei rossi ma, dovrò ritornare sulle mie idee. Una critica però, mi sento di farla. Liquidare il pensiero della Rand in quel modo è una Fake news. Anche quì, invito chi vuole approfondire il pensiero della filosofa russa, di documentarsi, magari leggendo il suo saggio : “La virtù dell’egoismo” che dice l’opposto di questo striminzito parere. Difende la virtù degli uomini contro il parassita ed il ladro. La morale della Rand è quella – per dirla in modo semplicistico – Aristotelica. E, per essere più precisa, nel suo saggio ” Etica a Nicomaco ” che, si può leggere quì : http://www.webethics.net/testi/Aristotele_Etica_Nicomachea.pdf
    Inoltre, non si può capire la Rand senza aver prima storicizzato i suoi saggi. Saggi che sono stati scritti da una filosofa scappata dall’URSS bolscevica dove tutto è stato e, l’individuo non esiste.
    Su Wikipedia c’è un discreto ritratto della Rand ma incompleto di un saggio: https://it.wikipedia.org/wiki/Ayn_Rand e, questo saggio è forse il migliore per capire il suo pensiero filosofico: il titolo è ” Antifona” . Per una descrizione del suo contenuto, rimando quì :https://www.ibs.it/antifona-libro-ayn-rand/e/9788885140585?gclid=COPV6vmHhtUCFVQaGwodM3wLmA [ anche wikipedia può fare errori ]

    • Enzo Pennetta on

      Caro Gianfranco, la ringrazio perché come potrà facilmente immaginare la sua decisione farà sì che la Porsche sia a poterla acquistare, solo la invito a fare presto che le vacanze si avvicinano e il concessionario ha i suoi tempi… 🙂
      Riguardo la Rand (della quale si parla molto limitatamente in una pagina del saggio) credo che su determinati aspetti del suo pensiero ci si potrebbe ragionare a lungo, ma dico solamente che anche sul link a Wikipedia da lei indicato si conferma che la sua visione è riconducibile ad una minarchismo che è l’idea di uno stato molto limitato e di una competizione pressoché senza regole. Tanto interessava ed era importante nella trattazione.

      • gianfranco56 on

        Grazie Professore, già che siamo in argomento libri, Le posso dire che veramente ho provato a comprare “L’ultimo uomo” su Amazon ma risulta “Attualmente non disponibile”. La cosa è molto strana ma, tanté, così stanno le cose.

        • Enzo Pennetta on

          Buonasera Gianfranco, ha ragione, ma la cosa che veramente non mi sarei aspettato è che l’efficientissima Amazon avendo un prodotto che vende e che ha dimostrato di raggiungere la prima posizione nella categoria, abbia dei tempi lunghissimi per rifornirsi quando lo esaurisce.
          Mala tempora currunt, non ci si può fidare neanche più del desiderio di guadagno dei capitalisti…

  2. Paolo da Genova on

    Egr. prof. Pennetta,
    A lei i miei vivi complimenti per la lusinghiera recensione del suo libro sul blog di Marcello Foa, giornalista di cui ho grande stima. Nella mia personalissima lista di libri da regalare, il suo “Ultimo uomo” è in pole position.

Exit mobile version