Il “Jaffe Memo”, un’agenda nera per le politiche famigliari di Planned Parenthood

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Il memorandum del vicepresidente della Planned Parenthood scritto nel 1969 rivela le tattiche che saranno attuate in seguito, fino ad oggi, per forzare la popolazione inconsapevole verso il controllo delle nascite. 

Ecco i punti fondamentali di questa agenda nera.

 

Frederick S. Jaffe (1925–1978) è stato il vicepresidente di Planned Parenthood, la nota organizzazione no-profit specializzata nella “salute riproduttiva” delle donne e in aborti (finita alcuni mesi fa anche al centro di uno scandalo dovuto alla vendita di parti o tessuti di feti abortiti). Secondo Jaffe, il controllo delle nascite riguardava sia la salute e che i diritti umani, e fu anche grazie a lui che i programmi di pianificazione famigliare oggi ricevono fondi federali.

Nel 1969 Janne inviò un memorandum   a Bernard Berenson, capo del Population Council, che conteneva tutta una serie di proposte per tenere sotto controllo l’aumento della popolazione. Il memorandum, reso pubblico di recente, ha dato ovviamente origine a molte discussioni, poiché ci si è chiesti fino a che punto Planned Parenthood appoggiasse, intendesse mettere in pratica o avesse già messo in pratica tali proposte.

Forniamo qui una traduzioni parziale del memorandum, con particolare rilievo alla tabella finale.

Questo memorandum è in risposta alla tua lettera del 24 gennaio, in cui cercavi idee utili alla creazione di politiche relative alla popolazione, definite come “misure legislative, programmi amministrativi e altre azioni governative destinate ad alterare i trend della popolazione, o che già li alterano”.  […]

A parte l’astrazione che, nel lungo termine, una crescita della popolazione pari a zero sarà inevitabile, gli argomenti avanzati per giustificare delle politiche statunitensi volte a fissare uno specifico limite universale circa l’ampiezza della famiglia fanno capo a due affermazioni:

  • Negli USA, la continua crescita della popolazione causerà inevitabilmente un deterioramento della qualità della vita di questa e delle future generazioni; questa può essere descritta come la posizione ecologista.

  • Negli USA, delle politiche esplicite che incoraggiano o obbligano a famiglie di ridotte dimensioni sono necessarie affinché il nostro governo possa incoraggiare o costringere le nazioni in via di sviluppo a muoversi in direzioni simili; questa posizione riguarda le relazioni pubbliche internazionali.

Il memorandum elenca quindi cinque aree di ricerca che dovrebbero essere affrontate in modo da capire se davvero gli USA hanno bisogno di adottare politiche circa la natalità.

  1. Gli usi e i limiti dei contraccettivi

  2. Chiarificare i termini del discorso

  • Valutazione dell’impatto di altre politiche pubbliche sull’andamento della popolazione
  1. Valutazione dell’effettività dell’educazione della popolazione nell’influenzare le preferenze di fertilità

[…]

In quest’area, sembra particolarmente importante distinguere tra educazione e indottrinamento. Quali che possano essere i meriti e l’effettività di un autentico sforzo educativo, una campagna di indottrinamento potrebbe avere solo effetti trascurabili sulla fertilità, ma potrebbe fornire un involontario sostegno alla costruzione di un’opinione pubblica che richieda un controllo della fertilità obbligatorio e legale per  determinati gruppi (in particolare chi vive di welfare).  

  1. Valutazione delle conseguenze di politiche di popolazione alternative in una società stratificata

Finora, negli USA il dibattito è proseguito senza che nessuno riconoscesse esplicitamente il fatto che la società statunitense è economicamente e razzialmente stratificata. Tuttavia, è chiaro che non possiamo aspettarci che le politiche proposte in alternativa alla pianificazione famigliare tocchino allo stesso modo tutti i segmenti della popolazione. La tabella di seguito riassume le principali misure discusse, a seconda che il loro impatto sia universale o selettivo. Ad esempio, delle politiche che abbiano soprattutto degli effetti economici (tasse, incentivi o disincentivi) non possono avere lo stesso impatto sul comportamento della classe media e medio-alta e quello delle famiglie a più basso reddito. Altre proposte (come ad esempio l’aborto obbligatorio per gravidanze extramatrimoniali) possono essere applicate solo su gravidanze visibili, e questo ha delle connotazioni razziali. La stratificazione sociale, quindi, ci porta a sollevare la questione “Chi avrà l’ultima parola sulle gravidanze, e per quali propositi?”

Risulta urgente, quindi, che le politiche più utili proposte dai punti da I a IV siano analizzate alla luce di una società stratificata. Un’analisi del genere dovrebbe stabilire quali politiche attuare in maniera universale e quali invece potrebbero avere un impatto differenziato sui vari segmenti della popolazione. Le conseguenze politiche di tale differenziazione dovranno essere esaminate, in modo da fornire risposte a domande come:

  • Ci si può aspettare che la società accetti politiche che limitino la fertilità in maniera universale, o forse è più realistico aspettarsi che quelli che hanno potere favoriscano e adottino politiche che avranno conseguenze prima di tutto su chi di potere ne ha poco o per niente? Un tale trattamento differenziato è politicamente attuabile?
  • È possibile proporre e giustificare delle politiche universali di controllo della fertilità senza rinforzare e legittimare (politicamente, filosoficamente e ideologicamente) le opinioni di chi, per ragioni che non hanno nulla a che fare col problema della popolazione,già richiede un controllo della fertilità obbligatorio per chi vive di welfare e per le minoranze?

Questo studio sarà necessario per rispondere alle domande principali che riguardano un’esplicita politica della popolazione negli USA, e cioè:

Abbiamo davvero bisogno di politiche dl genere? E quando?

Il vantaggio che se ne trarrà giustifica i costi?

 

Traduzione della tabella finale

 

MISURE PROPOSTE PER RIDURRE LA FERTILITA’ NEGLI USA, CON IMPATTO SIA UNIVERSALE CHE SELETTIVO

Impatto universale

Vincoli sociali:

Ristrutturazione della famiglia:

  1. Posporre o evitare il matrimonio
  2. Alterare l’immagine della grandezza della famiglia tipo

Educazione obbligatoria dei bambini

Incoraggiare l’aumento dell’omosessualità

Educare alla limitazione della famiglia [per numero di figli]

Immettere nell’acqua sostanze che influenzano la fertilità

Incoraggiare le donne a lavorare

 

Impatto selettivo a seconda dello status socio-economico

Deterrenti e incentivi economici

Modificare la politica delle imposte:

  1. Introdurre una forte tassa sul matrimonio
  2. Tassa sui bambini
  3. Tassare chi è sposato più di chi è single
  4. Rimuovere l’esenzione della tassa sui genitori
  5. Ulteriori tasse sui genitori che hanno più di uno o due bambini a scuola

Ridurre/eliminare il congedo di maternità retribuito o i benefici

Ridurre o eliminare gli assegni familiari o per nucleo familiare

Bonus per chi si sposa tardi o fa intercorrere più tempo tra un figlio e l’altro

Pensione per donne di 45 anni con meno di N bambini

Eliminare il welfare dopo i primi due bambini

Depressione cronica

Fare in modo che le donne debbano lavorare e fornire pochi asili

Limitare/eliminare l’assistenza sanitaria pubblica, borse di studio, case popolari, prestiti e sussidi alle famiglia con più di N bambini.

 

Controlli sociali

Aborto obbligatorio per gravidanze fuori dal matrimonio

Sterilizzazione obbligatoria per tutti quelli che hanno due figli, eccetto alcuni che potranno averne tre

Limitare la gravidanza solo a un ristretto numero di adulti

Necessità di certificati e permessi per poter avere figli

Politiche abitative:

  1. Scoraggiare l’acquisto di case di proprietà
  2. Cessazione dell’assegnazione di case popolari a seconda dell’ampiezza della famiglia

 

Misure identificate in base a motivazioni già esistenti per prevenire gravidanze indesiderate

Pagamenti per incoraggiare la sterilizzazione

Pagamenti per incoraggiare la contraccezione

Pagamenti per incoraggiare l’aborto

Aborto e sterilizzazione su richiesta

Distribuzione senza ricetta di contraccettivi non nocivi

Miglioramento della tecnologia contraccettiva

Fare in modo che i contraccettivi siano accessibili a tutti

Miglioramento dell’assistenza sanitaria per gestanti e neomamme, con al centro la pianificazione familiare

 

Se queste affermazioni possono risultare scioccanti, forse lo sembreranno un po’ meno se si vede chi è la fondatrice di  Planned Parenthood. Si tratta infatti  dall’attivista per i diritti femminili Margaret Sanger . Sebbene la Sanger fosse contraria alla legalizzazione dell’aborto, preferendo la contraccezione (ed è quindi un’ironia che oggi la Planned Parenthood sia il maggior provider di aborti negli USA), essa era una sostenitrice dell’eugenetica. Tra le altre cose, riteneva che occorresse ridurre la riproduzione degli “inadatti” e  sterilizzare i “ritardati”.

“In The Morality of Birth Control, un discorso del 1921, divise la società in tre gruppi: la classe “educata e informata” che regolava le dimensioni delle loro famiglie, gli “intelligenti e responsabili” che desideravano controllare le loro famiglie malgrado gli mancassero i mezzi o le conoscenze e le “persone irresponsabili e sconsiderate” i cui scrupoli religiosi “impediscono loro di esercitare il controllo sul loro numero”. Sanger conclude: “non c’è dubbio nelle menti di tutte le persone pensanti che la procreazione di quest’ultimo gruppo debba essere fermata”.

Infine, per quello che riguarda i “permessi” per fare figli, c’è già chi comincia a rifletterci su.   Se le famiglie che vogliono adottare vengono sottoposte a un’attenta analisi, perché non si fa lo stesso anche con tutti gli altri? In questo modo si potrebbero evitare violenze e abusi sui bambini. Nel caso di gravidanze accidentali, i genitori dovranno richiedere un permesso e, qualora venisse negato, il bambino verrà affidato allo Stato.

Il fatto che qualcuno, anche se solo per amor di discussione, abbia iniziato a parlare della cosa, probabilmente vuol dire che la finestra di Overton si è aperta.

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Laureata in Lingue presso l'Università per gli studi di Perugia, lavora come traduttrice dall'inglese e da alcuni anni studia pedagogia.

21 commenti

  1. Errate corrige: trattasi di Bernard BereLson, non BerNson.

    Vorrei comunque portare all’attenzione che sempre nell’anno ’69 il Gay Liberation Front redigeva una “Dichiarazione di Intenti (Statement of Purpose)” in cui si legge

    «We are a revolutionary group of men and women formed with the realization that complete sexual liberation for all people cannot come about unless existing social institutions are abolished. We reject society’s attempt to impose sexual roles and definitions of our nature.»

    Coincidenze, nevvero?

    • Beh è chiaro che è tutto collegato. Ma la cosa assurda è che queste cose le scrivono nero su bianco e o passano inosservate o la gente non le prende sul serio.

      • Dovrebbe essere assurdo. In una società in cui vi siano precisi valori a far da collante però, non certo in una marchiata dal nichilismo (assiologico in special modo) dilagante…

        • Ormai va di moda negare la realtà. Oltre al nichilismo c’è anche il relativismo…

      • Voce nel deserto on

        Si può prendere sul serio qualcosa solo se si è in grado di operare una distinzione fra ciò che è importante e ciò che non lo è, operazione che si può fare solo con un sistema valoriale solido alle spalle che ti da le guideline per stabilire la differenza.
        In una societá atea, relativista e secolarizzata ciò non può avvenire…
        In più i ritmi della vita e le distrazioni fornite dal sistema folle nel quale viviamo scoraggiano pesantemente la riflessione in toto.

  2. Ennesima conferma di quel che sto leggendo a riguardo, peccato che trovo sempre qualche sapientino da due soldi sui social che mi accusa di ogni quando tratto certi argomenti salvo eclissarsi davanti ai documenti.Grazie Emanuela

    • De nada! Cerca anche gli altri articoli perché penso ce ne siano molti che ti possono interessare. 🙂

    • Martin se cerchi documenti cerca su internet articoli sul libro “After the Ball : How America Will Conquer Its Fear and Hatred of Gays in the ’90s” di Hunter Madsen e Marshall Kirk. Si tratta di un libro (purtroppo di difficile reperibilità) che spiega tutte le strategie per convincere i “cisgender” ad accettare gli LGBTSPQR. 🙂 Se non sbaglio ne parlarono anche la Perucchietti e Marletta in Unisex.

      • Guarda Emanuela sto proprio leggendo l’ultima fatica letteraria della Perrucchietti in cui vi è descritta una panoramica di queste politiche promosse dalle èlite da anni. Unisex non l’ho ancora letto ma è in lista di attesa 🙂

        • Governo globale? Io quello ancora non ce l’ho, ma di recente ho letto False flag. 😉

          • Esattamente, la nuova edizione aggiornata di Governo globale!Un ottima ricerca ed analisi della nostra società. Straconsigliato! Anche False flag devo leggere ma il tempo è poco, ci vorrebbero giornate da 48 ore!

  3. Voce nel deserto on

    Scusate l’off-topi ma sono stato impegnato e non ho avuto tempo di rispondere a Simon de Cyrene nell’articolo su Lutero mentre parlavamo di moneta.
    Gli rispondo qui.

    Il denaro è ANCHE un simbolo econometrico.
    Se si riferisce all’as is, certo… ma è qui l’errore…
    La moneta dovrebbe essere SOLO un simbolo econometrico.

    Ma la sua [della moneta] rarità non è artificiosa ma necessaria alla sua stessa definizione
    Questa è un’assurdità bella e buona.
    A parte che io non ho parlato di “denaro abbondante” ma “l’abbondante” me l’ha messo in bocca lei: la quantità di moneta in circolazione deve essere scientificamente controllata e mantenuta in correlazione con il valore delle ricchezze reali che il sistema produce e può produrre. Non deve essere ne abbondante ne scarsa, deve essere giusta, cioè commisurata alle ricchezze reali esistenti.
    E oggi grazie al sistema telematico non è nemmeno complicato regolarla in real time…

    Tutta la lotta contro un’inflazione eccessiva consiste quindi ad assicurarsi che esso sia abbastanza raro (ma non troppo) così da aver un certo valore.
    Questo è un ragionamento sbagliato che si fonda sull’errore/orrore monetario attuale perchè non avrebbe senso se la moneta fosse riportata ad essere, come dovrebbe, solo un simbolo econometrico e il suo “valore” consisterebbe solo nell’essere il mezzo simbolico convenzionalmente accettato per simboleggiare il valore delle ricchezze reali all’unico scopo di facilitare gli scambi commerciali.
    La moneta in sè non vale niente. Dovrebbe servire solo a misurare il valore dei beni e servizi reali e basta.

    sapere se sia possibile […] pensare un mondo senza denaro
    Se non si vuole tornare al baratto e all’età della pietra no…
    Il denaro in sè una grande invenzione se viene usata nel modo corretto e non ne viene snaturata la natura originale e corretta.

    • Enzo Pennetta on

      Grazie per la segnalazione, al momento però con Chrome non riscontro problemi.

  4. Il documento in effetti impressiona ma il problema della sovrappopolazione esiste, capisco entri in conflitto con il “crescete e moltiplicatevi”…ma esiste ed in qualche modo si dovrà affrontarlo.

    • Non mi pare che la sovrappopolazione riguardi l’occidente, dove è abbastanza noto che non si fanno più figli, tant’è che si vogliono importare “risorse” dall’Africa per “pagarci le pensioni”. Tra l’altro mi pare che Enzo da qualche parte abbia detto che il problema dei paesi poveri non è la sovrappopolazione, ma il contrario.
      E chi ha parlato di “crescete e moltiplicatevi”? L’hai visto scritto da qualche parte nell’articolo?

      • Nonostante io commenti il suo articolo non è che ogni singola cosa io dica debba riferirsi necessariamente a qualcosa di espressamente contenuto nel suo articolo.
        Quindi prenda serenamente il mio “capisco entri in conflitto con il crescete e moltiplicatevi” come un’affermazione ironica non riferentesi direttamente a quanto da lei scritto.
        Prendo atto che il problema della sovrappopolazione non esiste da nessuna parte del mondo e che non è minimamente questione possa porsi in futuro.

        • Enzo Pennetta on

          Esattamente così, non esistono paesi sovrappopolati altrimenti i primi a porsi il problema dovrebbero essere i giapponesi e gli europei stessi (densità per Kmq molto più alta dell’Africa), ma agli europei viene detto che il loro problema è la denatalità e abbiamo bisogno di immigrati, quindi dove sta la sovrappopolazione?
          Per il futuro poi tutti i grafici danno la popolazione in declino.

  5. Prose Improbabili on

    Tutto ciò non verrà applicato in Europa, che è sotto controllo dei Sauditi o dei loro amici (leggi Erdogan) che spingono alla proliferazione islamica, almeno 5 figli per coppia. A livello mondiale non sembra ci siano tendenze evidenti di un arresto a breve della “sconsiderata riproduzione”. Fra l’altro la Cina ha recentemente sospeso il diktat che imponeva un massimo di 2 figli per donna. il Partito Comunista Maoista si aspetta un futuro scontro con la demografia araba? Grazie a Emanuela per il suo impegno editoriale gratis, veritiero e coraggioso.

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