Il gattino non c’è più

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Nel 1960 Enrico Mattei spiegò il rapporto tra l’italia e le potenze vincitrici con il racconto del gattino tra i cani da caccia. Adesso al posto del gattino c’è qualcosa di nuovo, presto sapremo che animale è.

Gli avvenimenti dei giorni che hanno preceduto la formazione del Governo Lega/M5S non possono essere decifrati con i dati del presente ma solo ricorrendo ad una lettura di lungo periodo. La similitudine dell’ENI (e dell’Italia) con quella del gattino ucciso dai cani da caccia usata da Enrico Mattei.

Bisogna partire da quella Seconda Guerra Mondiale persa e che è stata poi raccontata come fosse stata vinta, infatti la vittoria delle formazioni partigiane, di cui faceva parte anche Enrico Mattei, non fu vista dalle potenze vincitrici come l’affermazione di un paese cobelligerante ma come quella di fazioni all’interno di una pese perdente rivelatesi utili e da utilizzare ancora per il seguito di quella guerra. E il proseguimento di quella guerra comprendeva l’isolamento della Russia dall’Europa secondo le idee geopolitiche poste all’inizio del ‘900 dal britannico Sir Halford John Mackinder e dal tedesco, poi ideologo del Terzo Reich, Karl Haushofer, che dal versante inglese e quello tedesco individuarono nella saldatura tra le potenze euroasiatiche, e quindi in primo luogo tra la politica tedesca e quella russa,  il nuovo centro del potere della politica mondiale identificato come l’Heartland.

Non solo la Seconda Guerra Mondiale ma anche la Prima Guerra Mondiale e la Guerra Fredda altro non sono state se non lo scontro per impedire la costituzione dell’Heartland che avrebbe di fatto reso marginali e impotenti le potenze marittime rappresentate dagli USA e dalla GB.

Mattei fu ucciso sia perché nei suoi progetti l’Italia si sottraeva al ruolo subordinato di paese sconfitto sia perché con le sue aperture commerciali all’URSS di fatto proponeva il superamento della Cortina di ferro e apriva alla possibilità che si realizzasse proprio l’Heartland. Successivamente fu la volta di Aldo Moro che  non solo riproponeva un ruolo dell’Italia come paese di pari dignità con le nazioni vincitrici ma che con l’idea del Compromesso Storico apriva nuovamente alla possibilità che si superasse la logica della divisione tra Europa e blocco Russo asiatico.

Dopo la caduta dell’URSS il ruolo dell’Italia e la sua importanza per gli interessi USA – GB venne meno, l’ex URSS stava diventando nelle mani de corrotto Boris Eltzin una colonia, a quel punto la saldatura dell’Heartland avrebbe consegnato le chiavi dell’impero alle stesse potenze marittime (talassocratiche) che se ne erano impadronite semplicemente comprandolo. La globalizzazione presentata come un processo spontaneo altro non era che una colonizzazione globale da parte del binomio USA – GB. In quello scenario la Germania avrebbe potuto rapportarsi con la Russia senza costituire alcun pericolo.

Ma arrivò l’mprevisto sotto il nome di Vladimir Putin e gli oligarchi furono messi in riga mentre il partito filo atlantico costretto a cedere l’iniziativa a forze che si potrebbero definire populiste e nazionaliste. A quel punto la Germania aveva nuovamente un interlocutore con cui realizzare una pericolosa fusione dell’Heartland ed ecco quindi che le potenze talassocratiche si trovarono di nuovo a fronteggiare una minaccia e nel bisogno di colpire i due paesi in grado di realizzare l’incubo di una fusione eroasiatica e cioè la Germania e la Russia.

Ecco così spiegato l’inizio della campagna di isolamento della Russia culminata con il colpo di Stato in Ucraina e l’inizio della campagna contro la Germania, in questo caso politica e commerciale, accusata di “flirtare” proprio con la rinata Russia.

In questo mutato quadro il ruolo dell’Italia che aveva perso interesse strategico dagli anni ’90 tornava ad essere importante per il binomio USA – GB, il primo segnale arrivava nel 2014 quando con il libro di Alan Friedman si denunciava il colpo di Stato, permesso e favorito dal Presidente Napolitano (golpe che aveva avuto come mandante proprio la Germania irritata dal nostro rifiuto di pagare per le banche tedesche esposte per via delle loro politiche spregiudicate in Grecia, cosa confermata recentemente in una conferenza dall’allora ministro Tremonti). Delle mutate condizioni ne parlai l’11 febbraio 2014 in “Napolitano: un siluro made in USA?“. L’operazione era chiaramente una dichiarazione che l’Italia era ancora una zona di interesse USA e che quindi per tale motivo le azioni di sottomissione da parte della Germania sarebbero state limitate.

Ecco dunque che il tentativo targato EU a trazione tedesca di imporre all’Italia un governo tecnico senza maggioranza (salvo poi imporla sotto gli attacchi dello spread, vedi articolo di Marcello Foa) e di impedire un’alternativa alle regole vessatorie di un’Europa strumento di un’egemonia germanica, si è andato a scontrare con l’intenzione USA-GB di indebolire la Germania stessa allentando, tra le altre cose, la sua presa sull’Italia. L’attacco a colpi di spread previsto da Foa è stato infatti contrastato da un’inattesa iniziativa partita da Wall Street, come riportato da Claudio Antonelli su La Verità:

Martedì sera, mercoledì e pure ieri. I grandi fondi americani hanno dato il via ad acquisti massicci di titoli di Stato italiani. A far scattare il «buy» sono stati inizialmente gli algoritmi che hanno letto lo sfondamento della soglia al ribasso e hanno azionato le operazioni automatiche.

Bridgewater, Aqr, Glg e Ahl sono in prima fila, ma a ingrossare il gruppo, dopo gli avanposti, di Citi e Jp Morgan, si sono messi nella giornata di ieri Blackrock, Pimco, Prudential e Dodge & Cox.
Tutti fondi pronti a entrare nella fase due degli acquisti: attendere che la volatilità si stabilizzi al ribasso per fare man bassa di titoli a prezzi scontati.
Per chi operino, soprattutto le banche d’ affari come Citi e Jp Morgan, non è dato sapere.
Sono infatti dealer primari che si muovono per conto di terzi.
Certamente interessati al nostro debito deprezzato ci sono i fondi pensione americani, ma anche quelli inglesi. Il primo effetto dell’ ingresso massiccio americano è stato quello di bilanciare i rendimenti e di mitigare al ribasso l’ andamento dello spread sul bund tedesco.

Ben 4 miliardi di Bot su un paniere di poco superiore ai 5 scriveva ieri Il Messaggero sarebbe finito a Citi e Jp Morgan. Ma a indicare che oltre al fattore prezzo c’ è anche un segnale politico è il prosieguo del trend e ancor più l’ intenzione di entrare con posizioni lunghe e di medio termine.

A confermare le intenzioni di oltreoceano è giunto a Roma anche Steve Bannon facendo arrivare anche alle orecchie più dure che alla Casa Bianca si vuole il governo Lega-M5S, come riferisce Il Giornale:

L’ex membro del Consiglio per la sicurezza nazionale di Trump in una recente visita a Roma, il 28 maggio, si era espresso a favore del patto giallo-verde, usando parole durissime contro il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che in quelle ore poneva il veto sull’ingresso al governo di Paolo Savona per la guida del ministero dell’Economia.

Tra Lega e Bannon c’è un rapporto consolidato, che ora punta a rafforzarsi con l’ingresso dei Cinque stelle. E pare che già prima delle elezioni lo stratega americano abbia messo in campo la propria diplomazia per gettare le basi di un accordo tra M5S e Carroccio.

A questo punto lo svolgersi dei fatti appare chiaro, dopo l’intervento di Wall Street l’attacco sullo spread è apparso non più praticabile e i “mercati” avrebbero dunque detto di preferire un governo politico a quello tecnico, come abilmente dirà anche Cottarelli. Al Presidente Mattarella non è restato quindi che tornare sui propria passi e riaprire al Governo Lega_M5S salvando la faccia con lo spostamento di Savona al ministero delle politiche UE.

Ma l’appoggio USA non è gratis, il segno dello scotto da pagare è in un “dettaglio” largamente passato sotto silenzio e cioè nella rimozione dalla lista dei ministri di Luca Giansanti che era a favore di un’apertura con la Russia in favore di una sostituzione con il filo atlantico Enzo Moavero Milanesi, la manovra era stata segnalata da un attento Sebastiano Caputo sul Giornale il 28 maggio scorso:

Così mentre tutti i mezzi di informazione hanno posto l’attenzione sul veto del Quirinale a Paolo Savona all’Economia (che poi si è preso gli Affari Ue) si è perso di vista chi doveva essere il ministero degli Esteri, che non a caso è stato l’unico a saltare nelle nuove trattative: Luca Giansanti, ex ambasciatore italiano a Teheran, uomo di grande cultura, e intenzionato a ricostruire il dialogo con Russia e Iran nelle grandi questioni internazionali.

Alla luce di questi fatti l’Italia sembra essere scampata alle politiche di colonizzazione interna volute dalla Germania ma solo in virtù di una funzione anti tedesca e anti russa voluta e sostenuta da USA e GB. L’imposizione di Moavero Milanesi marca la libertà limitata di cui possiamo disporre ma il momento di contrasto tra i grandi soggetti del confronto globale può essere sfruttato a vantaggio nostro se intelligentemente gestito. Mai come in questo momento la consapevolezza dei cittadini riguardo le dinamiche sopra esposte può essere alta, i mezzi della libera informazione hanno permesso la costruzione di un consenso prima non immaginabile, per una sorta di eterogenesi dei fini gli strumenti pensati per attuare le finte rivoluzioni colorate adesso hanno permesso la “rivoluzione italiana.

Mentre i cani da caccia si stanno aggredendo tra loro il “gattino” di Mattei sembra non esserci più, tutto lascia pensare che stia diventando qualcos’altro. Se sarà ancora una specie di gatto, ‘felis domesticus’, o se invece stia aprendo una nuova fase diventando un ‘felis leo’ ce lo dirà il futuro.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

22 commenti

  1. Se per guadagnare un po’ di potere contrattuale verso l’Europa ne devo concedere un po’ di più agli Usa, vuol dire che contiamo in politica estera anche meno di prima . E se, come subito Salvini ha fermato il ministro cattolico Fontana su un’affermazione che dovrebbe essere ovvia per tutti, i cosiddetti “diritti civili” o la legge Cirinnà non si toccano, per non scontentare i 5*, temo che questo governo del cosiddetto cambiamento non cambierà nulla nemmeno in politica interna.
    Speriamo che il gattino non abbia solo cambiato il colore del pelo.

    • Enzo Pennetta on

      Direi che siamo tornati ad una situazione non autonoma ma migliore del controllo UE-Germania, gli USA hanno storicamente consentito dei margini superiori rispetto alla UE.
      Poi, come lascio intendere nel finale dell’articolo, bisogna sfruttare la situazione per liberarsi anche del controllo dei liberatori.

    • concetta tagliamonte on

      d’altra parte noi dobbiamo sottostare ai trattati 1943 1947
      per l’ eternita’

  2. Eccellente analisi, Professore, trovo di gran pregio l’introduzione della nozione “Heartland”, ignota a molti, ma non a grandi pupari come Brzezinski e Kennan, autorevolissimi suggeritori di quattro Presidenti USA.

    Ha purtroppo ragione anche sul siluramento di Giansanti per Moavero Milanesi, a proposito del quale mi piacerebbe sapere da chi ispirato e imposto. Magari, Lei che talvolta prende il caffè con “esponenti qualificati”, potrebbe chiedere e riferire.
    Credo di fare una facilissima previsione, affermando che questo Governo sarà oggetto di una campagna contraria massiva e ossessiva, non escludendo moti di piazza, la resurrezione dei sindacati, e perchè no, una neo-strategia della tensione su base razziale e omosessuale. Soprattutto la pseudo questione dei “diritti civili”, e quelle serissime di etica sociale, come eutanasia e genetica, saranno sfruttate ricorrendo a tutti i mezzi di manipolazione psichica di massa.
    Sono certissimo che sarà questo il cuneo, e per neutralizzarlo, Salvini avrà bisogno di consultare qualcuno espertissimo nelle tecniche di condizionamento collettivo, al fine di prevenire, ribattere e ritorcere; diversamente, non durerà. Occorre capire che l’inversione di tendenza è stata causata dalle tasche vuote delle persone, N-O-N dagli orrori e dalla laidezza etica dell’azione politica dei passati Governi. Spero che ora ci governa abbia questa consapevilezza, sennò ci risveglieremo presto con la faccia di cartapesta di Fiano.

    Se non si passa subito al contrattacco, capillarmente, con cultura e informazione, precipiteremo più in basso di prima.

    • Enzo Pennetta on

      Buonasera e grazie Francesco, pensando ad Enrico Mattei e Aldo Moro è inevitabile preoccuparsi della reazione dei poteri esclusi con la formazione dell’attuale governo.
      Sono già iniziati attacchi mediatici dopo il fallimento di quelli speculativi, dovremo aspettarci di tutto e, perché no, anche il terrorismo, però questa convergenza di interessi con gli USA lascia ben sperare, credo che in questo momento siamo con la parte vincente.
      Bisogna da subito capire come non restare intrappolati nuovamente nella colonizzazione USA.

  3. Alessandro on

    Come leggiamo dunque l’intemerata odierna dell’ormai famigerato Soros contro Matteo Salvini, accusato proprio di collusione con Putin? O Soros ha perso i contatti con il governo-ombra neocon/ebraico/massonico degli USA, oppure è a conoscenza di qualcosa che non sappiamo…

    • Enzo Pennetta on

      Soros è da sempre dalla parte della globalizzazione, è il nuovo governo USA ad aver rotto gli schemi che hanno visto tutte le ultime amministrazioni schierate su quel versante.

  4. E’ evidente che la scelta possibile era fra un cappio ed una gabbia, il cappio ci avrebbe strozzato e reso definitivamente schiavi, la gabbia ci lascia una illusione di libertà, cioè una libertà limitata.
    E’ stata fatta l’unica scelta possibile, quella del minore dei mali. la gabbia ci dà sopratutto una cosa preziosissima: tempo. nel tempo variano sia le dinamiche interne che quelle esterne e le due dinamiche non sono indipendenti ma nemmeno rigidamente legate l’una all’altra, credo che i links fra le due possa essere rappresentato da una serie di elastici che collegano le due macchine in diversi punti, più qualche link rigido.
    Una situazione difficilissima da analizzare e quindi ancor più da interpretare e da gestire. Non credo che la ragione e la logica possano dare soluzioni con un alto grado di affidabilità, anche se pur sono necessarie, mi sono convinto che qui entra in gioco con forza il fiuto, l’istinto, l’intuizione e la capacità immaginativa tenute assieme da una buona quantità di coraggio ed il giusto equilibrio fra follia e prudenza; insomma bisogna tornare a far politica e spero che in questo governo ci siano delle persone adatte.
    A me sembra incontestabile che, condizione necessaria ma non sufficiente, per liberarci anche della gabbia sia necessario appropriarsi di una piena sovranità il che, secondo me comprende la nazionalizzazione della Banca D’Italia, il rientro di tutto l’oro, la facoltà di stampare moneta, la ri-nazionalizzazione del 100% del debito. Fino a che ciò non sarà realizzato saremo sempre in qualche modo a guinzaglio, più o meno lasco, di qualcuno,
    Può essere che il risultato che otteniamo sia semplicemente una gabbia più ampia, sarebbe comunque qualcosa.
    Personalmente ritengo che vadano ripristinate le Partecipazioni Statali, l’Iri, e nazionalizzate tutte le attività strategiche e di criticità sociale , lasciando al privato tutto il resto, liberandolo da farraginose e illogiche zavorre legislative: più liberizzazione ma nello stesso tempo più socializzazione, insomma la ormai mitica terza via.
    Non sarà una cosa facile e non sono nemmeno sicuro che questo governo abbia le stesse visioni ma spero che almeno inizi a camminare su questa strada.

    • Stefano S. on

      Complimenti e grazie al prof. Pennatta (ma anche agli altri partecipanti a questa discussione) per il taglio elevato di questa analisi politica.
      Da un altro punto di vista, la domanda potrebbe anche essere: per quanto e in che misura la Lega potrà rappresentare ciò che per il momento rappresenta, cioè un kathékon per l’Italia?

      • Enzo Pennetta on

        Giusta domanda alla quale nessuno può rispondere, personalmente posso solo constatare che negli ultimi tempi ha fatto un’evoluzione molto interessante che di fatto l’ha resa un kathékon.

        • Sì e no, se lo guardiamo da un puro punto di vista politico sono d’accordo ma purtroppo se introduciamo anche le posizioni e le scelte morali i dubbi mi assalgono. Credo che se la politica si basa esclusivamente sul buon senso derivato dall’evoluzione storica culturale manchi di prospettiva e sia destinata a subire ciò che tutte le cose subiscono: invecchiamento, consunzione, perdita di energia, morte.
          Insomma, la politica senza una base forte di filosofia morale ha il respiro corto.
          Dire che questo è il miglior governo possibile come ha detto Blondet, o dire che la scelte fatte dalla lega l’hanno resa un kathékon mi trova d’accodo, ma certamente è diverso dal dire che questo è il governo migliore e che la lega è il kathékon.
          E’ kathékon perchè ha fatto la cosa giusta ma la domanda è, questa è stata veramente la cosa giusta o solamente l’unica scelta possibile?
          E’ stata davvero una scelta oppure una via obbligata?
          Probabilmente un mix delle due, ma mi viene una riflessione:
          Conosco abbastanza bene l’elettorato leghista che è composto da contadini, compreso il sottoscritto se non di fatto almeno in spirito, operai (quasi tutti figli o nipoti di contadini), piccoli imprenditori, quasi tutti ex operai o figli o nipoti di ex operai e quindi di contadini, ciò che intendo dire è che l’elettore leghista affonda le sue radici nella civiltà rurale che trova il suo collante, la giustificazione e la sopportazione della durezza della vita contadina nel pensiero Cattolico e pur tra profluvi di bestemmie (specialmente quì in Friuli che credo contende il triste primato alla Toscana) in fondo in fondo è lì che si và a parare, magari con manifestazioni più simili alla superstizione che alla fede ma comunque quella è la morale di riferimento.
          Non conosco l’elettorato pentastellato, probabilmente anche per loro possiamo risalire ad un’origine rurale, tutta l’Italia era rurale, ma storicamente la posizione del contadino del nord e del centro nord ha vissuto, grazie a comuni, signorie e repubbliche una evoluzione diversa dal contadino del sud legato ancora a concetti feudali fino a non troppo tempo fa; mi sembra appunto che il passaggio repentino da un’economia di tipo feudale alla modernità, abbia prodotto in qualche modo un trauma che ha portato ad identificare il quanto valoriale cristiano con il feudalesimo e a rifiutarlo in blocco; infatti il M5S sembra assai meno critico, quando non addirittura simpatizzante, verso le punte di diamante della distruttiva macchina malthusiano capitalistica: aborto, eutanasia, famiglia.
          E’ una mia impressione naturalmente, potrei e vorrei sbagliarmi.
          Ammettiamo però che non sbagli: è davvero la scelta giusta allearsi con chi difende tale deriva morale?

          • Capperi se ha ragione!!! Ha parlato del passaggio da un mondo fondato sull’umano (a sua volta fondato sul Divino), a quello fondato sulle macchine, le quali non sono altro che moltiplicatori di oggetti, materia, fantasmagorie tecnologiche finalizzate al controllo mentale. E’ questa la linea di discrimine: se vivi per il finito, se oltre a questo non sei capace di concepire altro, allora ne consegue, ineluttabilmente e di necessità, che devi abbracciare e adorare Mammona, che del finito è regina.

            Socialismo e capitalismo sono le due ganasce che hanno imprigionato l’uomo, dall’istante in cui si è consegnato al mondo e ha rinunciato al Cielo. Scusate, SE TUTTO E’ QUI, mi si dia una sola ragione per cui non debba arraffare quanto più posso, a qualsiasi costo, senza guardare in faccia nessuno! In effetti, non c’è una sola ragione per non farlo, ed è infatti un gioco dialettico da ragazzi dimostrare l’artificiosità e l’infondatezza di qualsiasi morale laica. Lo denuncia da profeta Dostoevskij-Karamazov (Ivan): “…se Dio non c’è, tutto è permesso”; che ha come corollario: “se Dio non esiste, l’uomo deve farsi divino”. E per diventarlo, essendo l’uomo finito, non può che cercare di trasformare la sua natura finita in infinita; il che è, con precisione assoluta, l’essenza del satanismo.
            Questo è il punto.

          • Dostoevskij e Tolstoj per me sono due profeti più che due grandi scrittori, e devo dire che io giudico la civiltà russa una civiltà forte, non necessariamente vincente sul breve ma sicuramente sul lungo a differenza della degradazione della civiltà occidentale che è lo stato attuale della nostra che è debole e vincente sul breve ma inesorabilmente destinata a perdere sul lungo.
            A chi interessasse c’è un articolo molto interessante da leggere che per fortuna hanno tradotto, io l’ho letto nella versione originale e mi è costato più di una goccia di sudore:
            http://sakeritalia.it/sfera-di-civilta-russa/la-filosofia-di-putin/

          • Scusatemi ma mi accorgo adesso che non si tratta dello stesso articolo che ho letto in inglese, il tema era lo stesso e le considerazioni sembrano simili, ma questo articolo mi accingo adesso a leggerlo anch’io.

          • Grazie, Valentino, per l’interessante link. Non è questa la sede per elencare ed argomentare i miei punti di assenso e dissenso con l’articolista, i principali dei quali sono il giudizio su Platone (sostanzialmente negativo, per l’autore), e quelli (per l’autore) di massima positivi su Hegel e Kant. Per me vale esattamente il contrario. Non sfioro neppure la tastiera, perchè andrei dritto fuori tema.
            Rilevo, tuttavia, che quasi tutti i filosofi russi citati – stando ad un certo metro d’ortodossia, che recentemente mi ha fatto guadagnare la qualifica di eresia, da parte di un utente – misurati con lo stesso metro sarebbero considerati eretici anch’essi; cosa che, se avessi bisogno di conforto, mi conforterebbe.
            Importante rilevare, comunque, come un Capo di Stato della statura e dell’importanza di Putin, limitando il numero dei citati, legga Berdjaev. Ecco, questo, sì, mi conforta.

          • nemmeno io mi trovo in totale accordo ma ammetto la mia inadeguatezza per contestare compiutamente, diciamo che vado di pancia. Ma l’articolo è interessante sopratutto perchè innanzitutto mette in evidenza che la filosofia russa non nasce con gli autori citati ma nasce e viene portata avanti dalla chiesa ortodossa, credo non sia semplice per chi non frequenta i Russi comprendere quanto siano impregnati dal pensiero religioso, atei compresi. Anche i filosofi citati e gli scrittori, anche “l’anti ortodosso” Tolstoj era in verità ortodosso filosoficamente. Il secondo punto che mi interessa è il confronto impietoso fra la nostra classe politica e Putin, a quale mai dei nostri politici verrebbe mai in mente di regalare dei libri di filosofia? E se qualcuno fosse folgorato da questa idea, cosa regalerebbe? Croce e Gentile? Credo proprio di no, probabilmente regalerebbe Kant e Hegel, la cosa non è di secondaria importanza, perchè mentre in Russia si cerca di riflettere su sè stessi con la propria testa e facendo leva sulla propria storia e tradizione, da noi si cercano sempre giustificazioni esterne. Siamo irrimediabilmente pervasi da un complesso di inferiorità nefasto.

    • Enzo Pennetta on

      Devo essere monotono: non solo sono d’accordo con Valentino ma il commento completa quello che avrei voluto dire.

    • concetta tagliamonte on

      ma non era anche nel pensiero del prof. Savona il ripristino di un IRI?
      svenduta nel 1992 dopo gita sul Britannia

  5. @Stefano,
    gentile Stefano, definirebbe esattamente il significato di Katékon, nel contesto? Con ogni probabilità non ho capito la Sua domanda, dato che nella Lega non trovo alcuna influenza di carattere stoico, nè vedo come potrebbe esservene una. E’ un movimento di popolo, nel senso che questo termine aveva prima di essere ridotto a massa (dalle culture liberal-socialiste), una reazione e una difesa – direi sanamente biologiche – alle lordure ideologiche dilagate dal ’68 in poi. Quello che manca, semmai, è proprio una ispirazione di fondo, un solido agganciamento dottrinale, una visione chiara del passato che orienti la costruzione del presente; salvo un vago – e temo superficiale – richiamo a “Dio, Patria, famiglia”, che è meglio di niente, ma allo stesso tempo è tutto e niente.

    @Valentino,
    gentile Valentino, concordo con la Sua analisi; essere cotti a bagnomaria è meno peggio che essere grigliati, almeno, nella speranza di uscire definitivamente dal piano cottura. La forza per riappropriarsi della sovranità monetaria piena, che gli Stati europei hanno perso da due secoli e mezzo, poi, può sorgere solo da una presa di coscienza collettiva (o almeno da parte di larghe fascie della collettività), che “non di solo pane vive l’uomo”. E questo mi riporta alla questione del katèkon accennata con Stefano: un’azione politica non guidata dallo Spirito, non può che essere soggetta a Mammona; ciò che fa la storia degli ultimi secoli.

    • Stefano S. on

      Il kathékon, nel linguaggio paolino, come è noto, è colui che argina il disordine, che ferma l’anticristo.
      Non è lui il Cristo, è solo un baluardo.
      Rispetto alle tendenze degli ultimi governi italiani (anche solo in merito alla farsa dei diritti “civili”) mi sembra che la Lega sia oggi l’unico movimento di massa in grado di svolgere la funzione di argine.
      Sono d’accordo con Valentino che con ogni probabilità questo è solo un retaggio e non una funzione cosciente, ma è — credo — il meglio che ci possiamo permettere oggi.
      E sarà nostro dovere, come da tempo fa il prof. Pennetta, tentare di valorizzare ogni scintilla che luccica in questo movimento politico, nella speranza che accenda un fuoco quanto più duraturo.

      • Gentile Stefano,
        il concetto di Kathekon precede di almeno tre secoli la rivisitazione e l’appropriazione paolina in una chiave a cavallo tra la teologia politica e la metafisica della Storia. Da qui, la mia domanda, non essendo affatto scontato, nè implicitamente noto, che Lei si riferisse alla formulazione paolina.

        Questo concetto, per inciso, è presente presso tutte le religioni (pur se con sfumature diverse), sia nell’accezione originale stoica, sia in quella paolina.
        Come che sia, limitatamente al nostro tema, come tutti quelli che hanno trattato di metafisica della Storia, San Paolo risulta o troppo ellittico o (stando alla Prima Lettera ai tessalonicesi) viene smentito dai fatti. Così come sono sempre stati smentiti tutti i millenaristi che, prendendo spunto proprio da Paolo, sono stati lì a tirare per la giacchetta il Padreterno, perché facesse “maturare i tempi” secondo la loro personale misura.
        Se poi la Lega abbia abbia a che vedere col Kathekon, mi pare una pia forzatura. Come ho già scritto, la quasi totalità degli elettori leghisti ha votato spinta dal portafoglio (vuoto), e dalle minacce alla propria sicurezza; non certo pensado – neppure incosciamente – al Kathekon (paolino) e all’Anticristo.
        Buone cose.

  6. concetta tagliamonte on

    grazie per l’analisi

    ma abbiamo ancora il Cottarelli che si aggira nei vari studi televisivi , non dobbiamo abbassare la guardia
    inoltre penso che il governo Cottarelli era gia’pronto da prima dell’elezioni e che non si aspetasso altro che una scusa qualsiasi per rifilarlo agli italiani , solo che per questa volta e’andat male

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