La filosofia deve morire: Boncinelli propone un manifesto del totalitarismo scientifico.

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Ormai siamo al confronto aperto, non si fa neanche più finta di dialogare sui rapporti tra scienza e società, la prima è dichiarata come unica fonte di verità e quindi sarà obbligatorio uniformarsi ai suoi dettami.

“La farfalla e la crisalide” si intitola l’ultimo libro del genetista Edoardo Boncinelli, la farfalla che nasce dopo un lungo periodo di preparazione sarebbe la scienza che ormai sarebbe matura per prender il volo abbandonando alle spalle una inutile e superata filosofia.

Curiosamente Boncinelli ignora che la farfalla è destinata a morire presto, la sua similitudine non sembra quindi molto beneaugurante. Da quello che scrive Daniela Mengazin e riportato su Pikaia, per Boncinelli la filosofia sarebbe ormai solo una “inutile zavorra”:

l’avvento del metodo sperimentale ha segnato l’irreversibile rivoluzione che avrebbe liberato la farfalla della scienza dalla sua storica incubatrice, rendendola pienamente autonoma. La farfalla, non più gravata da un’inutile zavorra, può ora librarsi nei cieli della razionalità, perseguendo il progresso scientifico e tecnologico. Ma i funerali della filosofia, da tempo annunciati per l’anacronismo e l’inefficacia dei suoi metodi, non sono ancora stati celebrati. È il sintomo più eloquente di uno storico equivoco

La filosofia sarebbe inefficace, un’affermazione che si scontra con il fatto che la scienza non può legittimare sé stessa con i propri metodi, l’epistemologia studia i fondamenti della scienza osservandola dall’esterno.

La scienza si basa su assunti indimostrabili col metodo scientifico:

1- la realtà è sempre comprensibile all’intelletto umano 

2- la realtà si basa su delle leggi

Inoltre la scienza ha dei limiti, non può occuparsi delle finalità delle cose e non può occuparsi di ciò che è immateriale come il bene e il male, il bello o il brutto o l’arte.

In tempi più onesti un grande nome come Jacques Monod disse chiaramente nel suo celebre “Il caso e la necessità” che la scienza ha dei limiti ricordando ad esempio il “postulato di oggettività” che afferma:

il rifiuto sistematico a considerare la possibilità di pervenire ad una conoscenza vera mediante qualsiasi interpretazione dei fenomemi in termini di cause finali, cioè di progetto. Il postulato di oggettività è consostanziale alla scienza e da tre secoli ne guida il prestigioso sviluppo. E’ impossibile disfarsene, anche provvisoriamente, o in un settore limitato, senza uscire dall’ambito della scienza stessa.

L’affermazione che non si possa ipotizzare un progetto nella natura e che la ricerca della conoscenza deve prescinderne è dunque riconosciuto come “postulato”, non un fatto dimostrabile scientificamente, la scienza stessa quindi secondo Monod si è data dei limiti e lo ha fatto con una scelta filosofica.

Monod poi continua:

Porre il postulato di oggettività come condizione della scienza vera rappresenta una scelta etica e non un giudizio di conoscenza in quanto, secondo il postulato stesso, non può esservi conoscenza vera prima di tale scelta arbitraria.

L’affermazione della ‘scienza’ secondo la quale non esiste conoscenza al di fuori di quello che è indagabile come pura correlazione causa-effetto è dunque una scelta arbitraria e quindi una posizione filosofica.

Alla luce di queste premesse appare in tutta la sua erroneità di petizione di principio (concetto filosofico) quella con la quale si afferma che la filosofia non può far avanzare la conoscenza:

se l’obiettivo è far avanzare la conoscenza, una delle due risulterà più efficace dell’altra, una progredirà realmente mentre l’altra no (o sembrerà farlo solo in apparenza), una si dimostrerà capace di uno sguardo lungimirante al futuro, l’altra rimarrà incatenata a una sterile autoreferenzialità.

Curiosa l’accusa di autoreferenzialità rivolta alla filosofia e sostenuta in virtù di un postulato che rende la scienza, questa sì, autoreferenziale.

E sulle fondamenta di questo errore logico che solo la filosofia può affrontare, nell’articolo si lancia una sentenza mortale nei confronti della filosofia, una disciplina che non dovrà più essere tollerata:

Quella appena descritta è l’iconografia dell’alternativa tra pensiero scientifico e filosofico. E chiede di schierarci: o dalla parte di esperimenti e misurazioni, o da quella della razionalità aprioristica e dei modelli teorici. Tra il laboratorio e la poltrona non si danno terze vie, né fantasiosi appelli a reciproci benefici. C’è posto per una sola fonte stabile di conoscenza, l’alternativa ne rappresenta al più un freno o un danno.

A sostegno della sentenza di morte per la filosofia vengono riportate le parole di nomi celebri della scienza, quasi dei nuovi profeti, due esempi per tutto Stephen Hawking e Richard Dawkins:

Per la filosofia la diagnosi finale è notoriamente arrivata con le parole dell’astrofisico Stephen Hawking, nel saggio pubblicato a quattro mani con Leonard Mlodinow “The Grand Design” (2010): “La filosofia è morta”. E sarebbe stata spodestata delle sue tradizionali domande intorno all’origine del mondo, da dove veniamo e perché siamo qui…

Il biologo evoluzionista e divulgatore Richard Dawkins, che al saggio di Krauss ha dedicato una generosa postfazione (paragonandone il potenziale impatto a quello dell’ “Origine delle specie” di Darwin!), si è dimostrato altrettanto critico nei confronti della filosofia. Tra le pagine del “Gene egoista” (1976) si chiese perché la “filosofia e le materie cosiddette «umanistiche» venissero ancora insegnate quasi come se Darwin non fosse mai esistito”?

Tutte queste posizioni, sulle quali si schiera anche Boncinelli con il suo libro, a dispetto dei nomi altisonanti che le sostengono sono conseguenza di una evidente ignoranza dell’argomento trattato, non è una battuta dire che se tutti costoro avessero studiato filosofia avrebbero evitato di cadere in errori tanto grossolani.

L’unica alternativa all’ignoranza è che l’uccisione della filosofia sia un atto consapevole, un gesto del tipo di quello compiuto dal burattino Pinocchio nell’uccidere il grillo parlante perché gli diceva la verità, quella che lui non voleva sentire.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

29 commenti

  1. Richard Dawkins stated in an interview: “What’s to prevent us from saying Hitler wasn’t right? I mean, that is a genuinely difficult question.”
    “ Cosa ci impedisce di dire che Hitler non si era sbagliato? Credo che questa sia una domanda sinceramente difficile. “

    Ah, e poi c’e’ Hawking, quello che ha dedicato la vita alla descrizione di immaginari universi paralleli irraggiungibili e assolutamente intangibili.

  2. Fabio Vomiero on

    L’argomento è molto interessante e ovviamente anche molto complesso e difficile anche soltanto da avvicinare, in poche battute. Non ho letto il libro di Boncinelli, anche se ne sono tentato, tuttavia considero il suo pensiero seriamente, anche perchè una certa esplicita critica nei confronti della filosofia è stata sostenuta anche da molti altri scienziati oltre ai citati Hawking e Dawkins, vedi per esempio Krauss, Mlodinow, Weimberg o l’astrofisico Tyson. Il problema principale secondo me è che nell’ottica generale dell’evoluzione di tutte le cose e quindi anche della conoscenza e dell’epistemologia, in cui alcune discipline si sovrappongono, slittano o conferiscono in altre, resta ancora da chiarire come la filosofia definisca oggi sè stessa, come eventuale disciplina autonoma e come intenda collocarsi a fronte di una inevitabile, evidente, riconosciuta e legittima pervasività della scienza e dei suoi metodi. Per esempio anche in questo articolo, una posizione per certi versi condivisibile o quantomeno lecita come quella di Boncinelli e molti altri, viene definita intellettualmente ignorante, senza però, come spesso accade, spiegarne adeguatamente i motivi e le ragioni. E’ questo secondo me il problema principale, e anche per evitare i veri o presunti fraintendimenti occorre quindi che la filosofia definisca bene sè stessa prima di tutto, il suo ruolo attuale, i suoi metodi e le sue ambizioni come eventuale disciplina autonoma o interconnessa ad altre, in un panorama epistemologico che, comunque sia, è inevitabilmente mutato rispetto a secoli o millenni fa.

    • Bettini Giovanni Luigi on

      Signor Fabio Vomero quando lei dice mi fa` sospettare che lei non abbia letto o forse capito le obbiezioni del Signor Pennetta, nel nocciolo assolutamente decisive. Gliele ripeto io anche se non cosi bene e decentemente come Pennetta. Negare il pensiero e la filosofia mentre si premettono e perpetuano una mezza dozzina di pensieri e filosofie agli antipodi del precedentemente strombazzato unico, vero, razionale etc. ” metodo scientifico ” e` una contraddizione identica a negare le gambe mentre si cammina. Se poi Boncinelli a livello personale, come sembra, non se ne avvede questa e` sua soggettiva incapacita`autocritica. Se poi Boncinelli ( ed altri ) insiste con queste facezie, come in effetti insiste da lungo tempo, questo lo rende ridicolo. Ma Boncinelli ha almeno il pregio di farci vedere 2 cose. La prima e` che Aristotele aveva ragione quando diceva che ” la filosofia si puo` negare solo con un altra filosofia “. La seconda e` il livello scadente dei catechismi atei.

      • Fabio Vomiero on

        Guardi, sig. Bettini, di solito io non ho grandi difficoltà nella comprensione dei testi e nemmeno dei più sottili pensieri e/o intenzioni sottesi e non espressi esplicitamente da chi li scrive. Ma fino a che, ripeto, la filosofia non ridefinirà con una certa chiarezza sè stessa, il suo ruolo, la sua ambizione, i suoi limiti, e come intende approcciarsi alla scienza in uno scenario epistemologico che, secoli o millenni dopo, è profondamente mutato, molte delle critiche come quella di Boncinelli e di moltissimi altri, sia chiaro, sono più che legittime. E purtroppo, come sospettavo, devo prendere atto, ancora una volta, che nessuno infatti, nemmeno in questa occasione, ha risposto in maniera soddisfacente alla mia richiesta di chiarimento.

        • È vero però che tutte le critiche di Boncinelli alla filosofia sono “critiche filosofiche”, mica matematiche o fisiche o biologiche. Anzi tutto il libro di Boncinelli, dalla prima all’ultima parola è un libro di filosofia.
          Per questo la filosofia è insuperabile: perché per criticarla, bisogna usarla! A me, la filosofia di Boncinelli hanno insegnato al liceo che si chiama positivismo e non ha nulla di originale rispetto al Comte di 150 anni fa.

          • Fabio Vomiero on

            A parte che io non conosco esattamente i termini della critica di Boncinelli perchè non ho ancora letto il libro, certamente Wil, e infatti io credo sia proprio questo il punto. La scienza moderna E’ anche filosofia, lo deve essere per necessità, così come ogni altra attività umana, e come io e lei che stiamo discutendo. Dietro ogni ricerca, lavoro o teoria c’è sempre un pensiero anche filosofico, un’intuizione, una valutazione. Sono soltanto i filosofi umanisti che non conoscono la scienza a non capirlo, secondo me.

          • Non sono d’accordo, Vomiero: la scienza moderna è una cosa, che si insegna in certi dipartimenti specializzati, la filosofia un’altra che si apprende in altri dipartimenti. Quando Boncinelli faceva il genetista, faceva una cosa, usava metodi condivisi dalla comunità dei genetisti ed anche i filosofi umanisti, che conoscessero o no la genetica, ne rispettavano il lavoro.
            Quando invece Boncinelli fa il filosofo, come in questo libro, tutti gli uomini, che siano scienziati o filosofi o di qualsiasi altro mestiere, possono condividere o meno il suo pensiero.
            La critica al filosofo Boncinelli? Confonde la sua filosofia (positivismo) con la scienza, quando la scienza è un patrimonio di tutti (anche dei non positivisti) mentre la sua filosofia è una scelta personale (non condivisa anche da tanti scienziati).
            Infine, quando da filosofo (laureato) e scrittore di libri di filosofia critica la filosofia in generale, si macchia di ridicolo.

        • Bettini Giovanni Luigi on

          Signor Fabio Vomiero probabilmente lei deve essere uno scienziato. Lo deduco dal fatto che questi di solito o parlano di ” filosofia ” come un qualcosa che dovrebbe stare sempre a ridefinirsi, aggiornarsi, adattarsi ai nuovo paradigmi, oppure ( Boncinelli ) come una fantasticheria da buttare dalla finestra senza le gentili opportunita` di ” ridefinire se stessa ” etc. che la sua generosa magnanimita` concede alla filosofia. A quanto pare lei non vede che non servono per niente ” ridefinizioni ” di nessun tipo per sgamare contraddizioni ontologiche basiche. Se lei non ha non vedo come sia possibile alla sua intelligenza sorvolare sul fatto che Boncinelli nega la filosofia degli altri con un`altra sua filosofia. Risponda lei finalmente A QUESTA COSA evidente ed alle chiare prese di posizione ONTOLOGICHE del Signor Pennetta o a quanto dice Monod tipo: . Sa` falsificarlo questo lei ? E` LEI che qui` salta sempre di palo in frasca e non vede la chiarezza e non gli altri che gliene devon fornire di ulteriore. La capisco pero´ … dopo 3 secoli di prosopopee su scienza e ragione non sono molti gli scienziati che riescono ad ammettere che l`inspiegabile precede le spiegazioni. Sembra mostruosamente mistico…

          • Fabio Vomiero on

            Sì signor Bettini, sono un biologo. Io infatti non nego che Boncinelli attaccherebbe (ripeto che non ho ancora letto il libro) certa filosofia, utilizzandone altra; ho risposto proprio qui sopra a Wil, sostenendo che la scienza moderna non può che essere, per certi versi, anche filosofia. Però le faccio una domanda: secondo lei come fa generalmente la filosofia (tranne qualche eccezione) a “controllare” la scienza, come mi pare si autocandidi a fare, se non sa nemmeno che cosa sia e come funzioni la scienza stessa? Badi bene che ho detto scienza, non applicazioni tecnologiche della scienza a scopi sociali.

  3. Uffa! Ma ancora ?? Chi dice che bisogna abolire la filosofia ? Qualche c………? Ma,se comunque,la sinistra di questi signori,per esempio,quando parla di clandestini NEPPURE HA LETTO UN RIGO DEL FILOSOFOSO(nel ’68 tutti si prostituivano per avere uno sguardo di luce,da LUI !) MARX…….patetici !

    • Non comprendo… che intendi dire ?
      A me invece sembra che l’immigrato sia il nuovo proletario; così come Marx individuava in quest’ultimo quello che a fine ‘800 avrebbe dovuto fare la rivoluzione comunista, adesso è l’immigrato.
      Alla fine credo sia del tutto coerente con chi si ispira a questo (pseudo)pensatore tedesco.
      PS: Non so se sbaglio, ammetto di aver fatto qualche lettura molto raffazzonata sul comunismo come filosofia.

      • Davide come tu dici:”ammetto di aver fatto qualche lettura……”.Nessun problema ognuno può avere l’opinione che meglio crede.Trattasi,propio,e comunque di Opinione Personale.ps.il “problema” è immensamente più complicato(anche se in effetti dovrebbero essere i Popoli Africani a fare la Rivoluzione)ma qui stiamo parlando dell’abolizione della filosofia(come anche Oddifreddi affermava).

      • Enzo Pennetta on

        L’immigrato è più propriamente l’esercito industriale di riserva, un proletario impiegato contro altri proletari per portare lo scontro tra di loro, abbassare il costo del lavoro e quindi favorire il capitale.
        Lo ‘pseudo pensatore’ che in gioventù non apprezzavo molto ha molto da insegnare, forse oggi più che mai.

        • Stessa identica situazione.Nella mia gioventù Marx lo imponevano con la prepotenza e la forza(anche dei massacri;in giro nel mondo).Oggi finalmente liberi di poter apprezzare tanti aspetti(su alcuni si può sicuramente discutere) del tutto positivi ,del suo Pensiero.Rinunciando in ogni caso alla violenza cieca dei suoi falsi estimatori.ps.Come si possa parlare di fine della filosofia in un mondo cosi appiattito è sicuramente un grande “mistero”.

  4. Compagni! Prima di abolire TUTTI i filosofi ricordate che la Vostra Fede non può mettere in dubbio il Vangelo secondo La Rivoluzione:”L’Immigrazione……..E’ il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere.E questa classe capitalista ne è perfettamente cosciente “.
    Volete indovinare chi ha scritto queste belle parole?
    1) Uno “scienziato” ?????
    2) Un filosofo(in via di abolizione) ?
    A Voi la risposta .

  5. Paolo da Genova on

    L’intero libro in questione vale molto meno della semplice frase “non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”, contenuta nel libro “Il Piccolo Principe”, che in una sola riga, comprensibile a tutti, condensa quello che anima tutti gli uomini di tutti i tempi, frase che evidentemente non è di contenuto scientifico, ma che pure è vera in modo innegabile e impareggiabile, e che quindi rende ridicoli certi libri e i loro autori.

  6. Prima l´autore dovrebbe rispondere chi ha definito il metodo scientifico. E perché propio quel metodo sarebbe l´unico valido.

    • Forse perché, a differenza della filosofia (e della religione), è sottoposto al processo di falsificabilità….
      I.E.; posso dimostrare se quanto uno afferma sia vero o falso.
      Ovviamente sorvolando sull’uso strumentale che, sopratutto oggigiorno, si fa della scienza e che qui, giustamente, viene denunciato.

  7. colonna federico on

    leggo su wikipedia su Bonincelli …

    “Il 29 gennaio 2016 ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa in Scienze Filosofiche presso l’Università di Palermo.[4]”

    forse quella laurea ad honorem voleva essere uno scherzo?!?!?

  8. Boncinelli, chi? Quello che si dichiara darwinista e poi scrive che gli anelli mancanti non si trovano perché erano “deboli”?

  9. Fabio Vomiero on

    Mi potrebbe spiegare allora Wil cosa intende per “si apprende la filosofia?” Perchè poi è proprio questo il punto, e quanto chiedevo nel mio primo commento, e tenga presente che il settore di applicazione che mi interessa è la scienza. Se, studiando l’evoluzione biologica, il biologo evoluzionista inferisce sostenendo che praticamente tutti i dati a disposizione fanno pensare ad una serie di processi che portano a differenziazione e trasformazione delle specie, apparentemente senza un fine ultimo, non sta facendo filosofia? E se non la fa allora chi conosce la ricerca e la scienza, chi la deve fare, un letterato con nemmeno un esame di biologia? Che poi il Boncinelli esageri in una filosofia positivista personale, questo a dir la verità mi interessa molto meno, ammesso che il Positivismo, termine inventato proprio da una certa filosofia, così come lo scientismo, esistano veramente.

    • Che cosa si apprende dalla filosofia? Io parlo per me e al liceo ho appreso da quella materia ciò che ritengo di gran lunga più utile per la mia formazione: lo spirito critico e la correttezza nel ragionamento (la logica). Per questo non scambierei il liceo classico con nessun’altra scuola ed ho indirizzato i miei figli al liceo classico e alle materie umanistiche.
      Un principio della logica è quello di non contraddizione: non posso sostenere X e non X allo stesso tempo, per esempio dire che Cesare ha passato almeno una volta il Rubicone e insieme dire che Cesare non ha mai passato il Rubicone. Eppure Boncinelli commette proprio questo errore quando afferma che la filosofia è un’inutile zavorra e per affermarlo… usa la zavorra della (sua) filosofia.
      PS. Un biologo evoluzionista che sostenga l’assenza di un fine ultimo nell’evoluzione deborda dal metodo scientifico e così filosofa a suo piacimento, perché non esiste esperimento che possa escludere che un Dio abbia guidato la serie dei processi di differenziazione e trasformazione. Per definizione filosofica di Dio, Dio è fuori della portata dei laboratori e per definizione filosofica di scienza, ciò che è fuori della portata dei laboratori non è scientifico. A me la presenza di un’evoluzione guidata da un fine ultimo appare evidente, come 2+2=4, ma mi guardo bene dal sostenere che ne ho le prove scientifiche, propri per i limiti della scienza.

      • * … proprio per i limiti della scienza, che sono la forza del suo metodo (di accrescimento di conoscenza), ma anche la debolezza del suo ambito (il mondo dei fenomeni misurabili).

  10. Fabio Vomiero on

    “Che cosa si apprende dalla filosofia? Lo spirito critico e la correttezza nel ragionamento (la logica).” Caro Wil, questa frase l’ho sentita dire decine di volte, anche se nessuno ancora è mai riuscito a dimostrarmene il suo valore, è questo il problema. E se le chiedessi del greco e del latino sono sicuro che mi risponderebbe che servono per aprire la mente, quando invece in realtà tutto serve ad aprirla, dallo studio della musica, dell’arte o di un’altra lingua viva come per esempio il tedesco. Dalla scienza, invece, le posso garantire che si apprendono esattamente le stesse cose, e questo è dimostrabile proprio dall’analisi dei suoi metodi, come la mettiamo? Solo che la scienza, in più, mi offre anche mille altri strumenti di conoscenza affidabile, concreta e che serve poi nella vita di tutti i giorni, è per questo che io invece ho indirizzato i miei figli per il liceo scientifico. Mi pare di capire quindi, che anche lei, che mi pare di capire abbia una formazione prevalentemente umanistica, ritiene che la scienza non sia nulla di più di quel poco che si può misurare, scienza galileiana, dimostrazioni matematiche e niente più. Visione direi un pò superata, per fortuna, altrimenti non esisterebbe nemmeno l’aspirina. Ne approfitto della sua disponibilità e le chiedo: quali sarebbero allora, se ci sono i limiti della filosofia?

    • Enzo Pennetta on

      Mi sa trattare scientificamente il bene e il male, l’arte, la giustizia, l’affetto, il senso delle cose?
      Sono tutti aspetti che fanno di una specie del genere Homo un “Uomo”.
      PS un suggerimento, per trattare scientificamente le prime 5 deve prima trovare delle unità di misura, per l’ultima la definizione di Monod afferma che proprio la scienza la esclude a priori.

  11. Fabio Vomiero on

    Sono d’accordo con lei, prof.Pennetta, questi che cita sono campi in cui la scienza solitamente non ha tanto da dire, anche se ogni tanto può capitare che si possa fornire qualche dato scientifico utile alle riflessioni. Però le mie considerazioni riguardavano altro, e in particolare l’interfaccia, le connessioni e/o divergenze che definiscono il rapporto tra filosofia e scienza. Peraltro penso anche di essere stato abbastanza chiaro e puntuale nella mia posizione critica, anche se non ho ricevuto le risposte richieste.

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