Due o tre cose sulle mascherine

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Semplici informazioni che però non si trovano

Le mascherine sono obbligatorie in tutti gli ambiti della vita sociale ma quale sia la loro effettiva funzione ed efficacia non viene spiegato con chiarezza. Per farne un corretto uso è necessario però sapere quali sono i limiti di quelle più diffuse, si tratta di un’informazione di base che però non si trova comunemente, in questo video si colma questa lacuna.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

19 commenti

  1. ilBuonPeppe on

    La mascherina non serve a rassicurare le persone.
    La mascherina serve a mantenere visibile il pericolo. Se le persone vanno in giro libere, dopo un po’ si dimenticano del virus e smettono di avere paura. Ma la paura è fondamentale per garantire il controllo sociale, quindi è necessario ricordare continuamente che c’è un pericolo di cui avere paura: la mascherina h24 rende visibile un pericolo altrimenti invisibile. Che poi il pericolo sia in gran parte fittizio è irrilevante.
    La paura è la chiave di lettura fondamentale.

  2. Per fortuna che avevo deciso di autocensurarmi…
    Portare la mascherina contro i virus respiratori serve, lo dimostra il crollo delle influenze tradizionali che a detta del mio medico di base questo inverno non hanno avuto i soliti alti numeri. Certo, portarle sempre e ovunque si potrebbe evitare, ma se cominciamo a fare troppi distinguo va a finire che si perde la loro efficacia mediana dovuta al fatto che le portiamo tutti. E se portare tutti la mascherina fa star meglio tanti pavidi, portiamola acciderbolina, amiamo la loro paura e facciamola nostra con un poco di sforzo compassionevole. Ché ci sono cose ben peggiori di una mascherina in volto.
    Un secondo appunto riguarda il medico che dichiara che i! direttore di un quotidiano ha proibito al suo giornalista di intervistare. Dove starebbe il problema? Un direttore ha tutto il diritto di decidere chi far apparire o meno sul suo giornale. Mancata intervista non è sinonimo di censura, che vada a farsi intervistare altrove se ha qualcosa di significativo da dire. Con analogie forzate e strumentali come questa si rischia di dare la corda ai paventatori di tirannidi, quelli che si dimenticano di vivere il tempo presente in tutta la sua valenza di piccoli fatti di positività, che così purtroppo per loro perdono l’occasione di apprezzare.

    • Gentile Giuseppe, è terribile vedere come la sua prontezza ad accettare qualsiasi prepotenza sia inferiore solo alla sua sicumera nell’attribuire scarsa importanza a tutto ciò che è sinonimo di libertà, autodeterminazione e autonomia nel giudizio. Le persone come lei sono quelle che urlano dalla finestra che “andrà tutto bene”, quando invece siamo sull’orlo del disastro. Persone come lei che, con ogni probabilità, stanno bene e hanno lo stipendio garantito, non si curano di chi sta veramente male, di chi non può lavorare e di chi, pur essendo più preparato di lei – vedi Pennetta – viene umiliato dalla sua incorreggibile stupidità. Eh già, perché è di stupidità che si tratta: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita (Cipolla, M. (1988). Allegro ma non troppo. Le leggi fondamentali della stupidità umana. Il Mulino. Bologna, p. 58). Le persone come lei sono quelle che non capiscono niente di economia e debito pubblico ma insistono sulla necessità di indebitarsi con dei banchieri privati. È proprio lo stesso tipo di stupidità, fatta di un misto di ignoranza, creduloneria e boriosa arroganza intellettuale che, non solo reca danno a tutta la comunità, ma pure alla propria esistenza, non foss’altro per il fatto che ,non capendo niente e mettendo in ridicolo chi sta lavorando anche per lei, rende questo gravoso lavoro ancora più difficile. Le persone come Pennetta stanno lottando anche per i suoi diritti, primi fra tutti il diritto di pensare e avere un’opinione; le persone come lei, però, non sanno cosa farsene di questo diritto, e non fanno altro che ripetere parola per parola quello che sentono in televisione. Vede: non tutti hanno questa indole da schiavo, da servo. Alcuni vogliono ancora essere liberi; alcuni, al contrario di lei, si preoccupano anche degli altri e della comunità. Quindi ci lasci lavorare e si tenga per lei commenti fatti di pura vigliaccheria; se non vuole leggerli, basta che torni a fare quello che fa di solito: guardare la televisione, il Grande Fratello!.

    • Rag. Giovanni Diabolik on

      Portare la mascherina contro i virus respiratori serve,

      Peccato che si sia dimostrata efficace solo contro i virus sbagliati… che scalogna !!!!
      🙂

      • Caro Ragioniere, al di là della battuta, spero concordi che non avremo mai la prova provata di come sarebbe andata senza mascherine… A buon senso temo che sarebbe andata ben peggio di come sta andando.
        Nel mio piccolo, da immunodepresso e quindi fragile, per quel che vale, testimonio che è il primo inverno da anni che ho trascorso senza patologie respiratorie.

        • Rag. Giovanni Diabolik on

          Ed invece la prova provata l’abbiamo avuta, in Svezia per esempio dove il numero di morti (ovviamente rapportato per abitanti) è stato nettamente inferiore a quello italiano.
          E per favore non mi tiri in ballo la minore densità media, perché città come Uppsala, Goteborg, Stoccolma e Malmoe hanno densità abitativa paragonabili (se non superiore) a Torino, Milano e Roma.
          Tra l’altro nessuno, nemmeno lei, è riuscito a spiegarmi per quale motivazione la mascherina filtri così bene certi tipi di virus e con altri fallisce…. soprattutto nessuno è ancora riuscito a spiegarmi come un semplice pezzo di stoffa possa filtrare particelle submicrometriche come i virus.
          Misteri della scienza !!!!

    • Joe Mendola on

      Purtroppo il tuo commento e’ chiaramente una dissonanza cognitiva, dovuta con molta probabilita’ ad un eccessivo uso della televisione.
      L’obbligo di mascherina e’ una violazione grave di uno dei diritti piu’ importanti, che sono consacrati nella Costituzione, ovvero il diritto alla liberta’ personale (art.13). La mascherina e’ un trattamento sanitario, e il trattato di OVIEDO ci impone di dare il nostro CONSENSO INFORMATO, per qualunque tipo di trattamento sanitario. Tale trattato internazionale e’ stato ratificato dalla legge 145 del 2001.
      I trattamenti sanitari sono VIETATI sia dal trattato di Oviedo, sia dall’ articolo 32 della Costituzione, ma anche dalla legge 219 del 2017.
      Per poter obbligare una persona ad indossare la mascherina servirebbero:
      1) una prescrizione medica
      2) il consenso informato, alla luce di un colloquio con un medico, il quale dovrebbe essere in grado di spiegare sia i benefici sia le eventuali controindicazioni.

      Chiunque imponga l’uso di indossare la mascherina, si sta sostanzialmente sostituendo ad un medico, con una serie di implicazioni gravi, in quanto decide a tutti gli effetti di esercitare ABUSIVAMENTE la professione medica.

  3. Io rispetto la paura in buona fede degli uomini, ma proprio non la amo.

    Amo, piuttosto cose come questa:

    “Libertà va cercando ch’è sì cara/come sa chi per lei vita rifiuta” (Dante, Purg. I.71-72)

  4. Riguardo al diritto di proibire l’intervista, il suo argomento mi sembra un sofisma, perché qui non è in gioco la libertà del direttore di non fare l’intervista, ma quella del suo giornalista di fare il proprio mestiere. Visto che deve portare a casa lo stipendio, sarà costretto probabilmente a non fare quello che in coscienza si sentirebbe di fare per svolgere bene il proprio mestiere.

    Colgo l’occasione per invitarLa a continuare ad intervenire in questo blog. Mi sono fatto l’idea che Lei sia una persona perfettamente in buona fede e pertanto i suoi ragionamenti, per quanto dal mio punto di vista, molto discutibili, anzi, proprio in quanto tali, ci permettono di testare un ottimo spaccato di quei processi mentali che rendono possibile che soprusi e irragionevolezze di vario genere passino come perfettamente normali per molta gente.

    Discutere con Lei forse non servirà mai a convincerLa delle mie posizioni e probabilmente nemmeno Lei potrà convincere me. Però avrà il pregio di metterci di fronte a questa incredibile evidenza: che molte cose che risultano a me evidenti non lo sono per Lei e, all’inverso, ciò che Lei può affermare con estrema tranquillità a me pare assurdo. Eppure, siamo due esseri umani che parlano, per di più, la medesima lingua! Ci sono, dunque, barriere invisibili che ci collocano in due mondi differenti, di qua e di là di un limite di cristallo, trasparentissimo, ma invalicabile?

    Credo che sia così, ma conoscere queste barriere, potrebbe essere una via di liberazione…

    • Grazie, mi ha fatto sentire cavia da laboratorio e mi presto volentieri… E grazie riguardo alla buona fede che mi attribuisce. Se continuo a essere ospite su questo blog probabilmente è per il gusto che provo a leggere i commenti, al di là dei diversi modi di pensarla, ed essendo mosca bianca qui mi sento anche un po’ uomo in trincea.
      Devo però contraddirla riguardo all’idea che lei ha delle gerarchie redazionali. Il direttore responsabile si confronta, certo, ma a decidere quel che va pubblicato è lui. Un giornalista redattore può proporre ma deve sottostare alle decisioni del “capo”. Non so che lavoro faccia lei, magari è un capo che non deve rendere conto a superiori, ma se è un subalterno immagino che debba anche lei sottostare alle regole gerarchiche. Funziona così, non si può negarlo.

      • Rag. Giovanni Diabolik on

        Il direttore responsabile si confronta certo, ma a decidere quel che va pubblicato è lui.

        Se ne deduce che il responsabile della censura non è tanto il redattore ma il direttore;
        Ok !!!
        Ma è proprio quanto scritto qua sopra da @ANONIMO.

        • Se intende che la decisione legittima di un direttore responsabile che stabilisce quali notizie o interviste pubblicare sul suo giornale, in base alla lineare editoriale, sia censura allora censura sia. Una domanda: se chiedessi a Pennetta di pubblicare un’intervista a un personaggio non in linea col suo blog (una sorta di marchetta pro poteri forti) e lui, per ovvie ragioni, non volesse pubblicarla, la chiamerebbe ancora censura?

          • Rag. Giovanni Diabolik on

            Osservazione intelligente la sua….
            In tutta sincerità non credo che il Prof. Pennetta sia la persona che rifiuta il contradditorio; penso che sicuramente la pubblicherebbe se questa è comunque interessante e ben argomentata, corredata ovviamente da sue osservazioni

          • Rag. Giovanni Diabolik on

            Comunque visto che “La Scienza deve essere ascoltata”, per quale motivo il boicottaggio di una persona indubbiamente esperta del settore ?

  5. Gentile Giuseppe, ecco già da questa discussione, emerge l’utilità di confrontare visioni del mondo completamente diverse (il che non significa che Lei faccia da cavia, ma che tutti coloro che discutono in questo modo mettono alla prova reciprocamente i propri modi di vedere).
    Perché pubblicare un’intervista con una tesi contraria dovrebbe essere un problema per qualcuno? Lei ad es. sta pubblicando su questo blog le Sue tesi contrarie alle mie. Io però non voglio che non siano pubblicate, anzi pretendo che lo siano, per potere fare valere contro di esse le mie ragioni e non in un discorso unilaterale, ma in un dialogo che permetta di mettere alla luce fino in fondo le diverse argomentazioni. Certo se io fossi in aperta mala fede e temessi, che con i suoi argomenti Lei potesse svelare le mie truffe alle persone che voglio ingannare, agirei diversamente. Cercherei allora di non far sapere ai lettori di questo blog nemmeno che certe tesi, per me scomode, esistono o, almeno, di non fargliele conoscere nei dettagli.
    Il Direttore responsabile ha anche lui qualcuno a cui rendere conto: i suoi lettori, e può decidere di non pubblicare una notizia rilevante di cui sia o possa essere in possesso solo se la ritiene sicuramente e evidentemente falsa, altrimenti non è un giornalista, ma un imbonitore. Ed anche se è il “capo”, come qualunque capo, può dirigere i propri collaboratori, ma mai pretendere che vadano contro la propria deontologia professionale.
    Quindi, il Direttore di un giornale che impedisce di fare un’intervista ad un riconosciuto esperto, non è un giornalista ma qualcuno che cerca di nascondere i fatti ai propri lettori, cioè un agente della propaganda. E costringendo un proprio collaboratore a non fare quello che ogni giornalista vero dovrebbe fare, tradisce due volte il proprio compito. Faccio fatica ad immaginare qualcosa di più spregevole!

    • In questo caso sono io a ritenerla un puro in buona fede. Il principio come da lei esposto non fa una grinza, ma allora mi chiedo se ha mai letto e confrontato i quotidiani in edicola, e se ha mai privilegiato un quotidiano piuttosto di un altro proprio perché in fondo rispecchia il suo sentire del mondo e perché da quel giornale si aspetta quel che è in linea col suo sentire. E in ogni caso resta un parere suo che quella decisione “censoria” del direttore non sia stata motivata in modo ragionevole ed eticamente accettabile.

  6. Non mi sembra che sia come Lei dice.
    Per prima cosa, occorrerebbe distinguere fra le opinioni ed i dati più vicini alla realtà oggettiva. Se un giornale mi pubblica un articolo che contraddice le tesi dell’esperto in questione, ma la notizia me la dà, posso pensare che si tratti di linea editoriale, se la nasconde no.
    Che tutti i giornali main stream facciano il contrario è solo la prova che siamo nella patologia grave della democrazia.
    Non è un’opinione il fatto che le notizie vere bisogna darle e non c’è dubbio che la notizia di un esperto riconosciuto che mette in dubbio delle cose che vengono date per assodate con rilevanti effetti per la popolazione, fosse anche solo l’illusione di un rimedio che non è tale, è una notizia vera e rilevante e non c’è motivazione ragionevole ed eticamente accettabile per una simile omissione, più di quanto ce ne possa essere per una rapina a mano armata.

    Se per essere in linea con il mio sentire un giornale dovesse nascondere la verità, il mio sentire sarebbe quello di un bugiardo.

    • Fermiamo la nostra discussione sulel dinamiche di redazione… In fondo la penso come lei e se Prodi avesse davvero qualcosa di importante e nuovo da dire andrebbe ascoltato. OK.
      In realtà, se vogliamo dirla tutta, il prof. Prodi fa delle affermazioni molto prudenti e non sostiene affatto l’inutilità delle mascherine. Trovo per esempio in rete che afferma: “… adesso che si parla di ripartenza, non possiamo pensare che siano sufficienti divisori in plexigas, mascherine e distanze tra le persone. Bisogna considerare quanto dice la fisica dell’aerosol: il virus resta sospeso nell’aria e ne segue le vicissitudini. Pertanto, se si vuole riaprire in sicurezza, non bastano tamponi ed esami del sangue, bisogna testare la presenza effettiva del vibrione in atmosfera almeno in diverse situazioni tipiche (centro urbano, periferie aree rurali, e anche a diverse altezza dal suolo)». La mascherina «è utile, ma la sua efficacia non è totale. È in grado di fermare le goccioline e le particelle più grandi, che trovano in essa un ostacolo immediato, ma non quelle piccole, le quali possono attraversarla e restano nell’ aria con la loro carica contagiosa».
      Ne dedurrei che strumentalizzarlo per sostenere che le mascherine siano pressoché inutili non sia un esercizio corretto. Senza dimenticare che le sue affermazioni possono risultare anche inquietanti e potrebbero fomentare paure ancora più grosse presso larghe fasce della popolazione.

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