Transumanesimo e liberismo

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Video e testo dell’intervento a Montefalco

Domenica 27 marzo a Montefalco si è svolto un incontro introdotto da Moreno Pasquinelli in cui ho parlato del rapporto stretto tra transumanesimo e liberismo.

Qui di seguito il video e il testo con i contenuti dell’intervento.

L’intera società del mondo occidentale è in un stato di sofferenza del quale non comprende l’origine, singoli problemi vengono affrontati in ordine sparso e frustrante perché non viene fatta una lettura d’insieme che permetta di individuare l’ideologia dominante ma ancor più non si ritiene che esista un’ideologia di riferimento perché questa è stata nascosta facendo credere che si tratti di una legge di natura.

Questa operazione ha le sue radici nel lavoro di Darwin che elaborò per sua stessa ammissione la sua teoria dell’evoluzione per elezione naturale sul modello della teoria di Malthus, ma che indubitabilmente incorpora anche quelle di Adam Smith e Thomas Hobbes, così la descriveva Marx:

È interessante osservarecome Darwin riconosca presso gli animali e le piante la propria società inglese, con la sua divisione del lavoro, la sua concorrenza, le sue aperture di nuovi mercati, le sue invenzioni e la sua malthusiana lotta per la vita. È il bellum omium contra omnes di Hobbes.

Parafrasando Baudelaire l’ultima astuzia del liberismo è stata quella di far credere di non esser un’ideologia, ciò che era avvenuto nell’800  è stato ripetuto in tempi più recenti con il ‘there is no alternative’ che Margaret Thatcher pronunciò negli anni ’80.

Ed è a questo che faceva riferimento Francis Fukuyama quando nel 1989 pubblicò un saggio nel quale sosteneva che il liberismo era uscito vincitore dal confronto con le ideologie del Novecento e quindi la storia era arrivata ad un epilogo, il mondo nella sua visione era giunto ad una stabilità definitiva. 

Questa ideologia è invisibile ad un’intera classe politica ed intellettuale contemporanea che è frutto di una decapitazione avvenuta nel nostro paese con l’episodio di Mani pulite e la nascita dell’antipolitica, a livello globale le classi dirigenti vengono infiltrate con una generazione definita ‘Young global leaders’, elementi formati dal World Economic Forum di Davose e che per questo motivo o soni incapaci di comprendere quanto sta accadendo o ancor meglio sono stati formati affinché non lo capissero, una classe politica che è incapace di pensare anche solo l’ipotesi che il liberismo possa essere un’ideologia alla quale, in quanto tale, si può opporre necessariamente una o più alternative e che quindi il contrasto al liberismo passa attraverso la formulazione di un’altra ideologia che va individuata e sviluppata.

Per questo motivo è di vitale importanza che persone qualificate e motivate si pongano questi quesiti e agiscano di conseguenza.

Veniamo dunque al Transumanesimo che viene da molti intuito come prodotto del pensiero moderno ma del quale sfuggono le motivazioni profonde e a maggior ragione i legami con l’ideologia nascosta, a maggior ragione è importante illuminare queste connessioni. 

Il liberismo è una visione della società, e quindi antropologica, che si basa su un modello di essere umano che nella realtà non esiste, l’homo oeconomicus, che coinciderebbe con l’Homo sapiens della classificazione biologica, un essere che è governato esclusivamente dalla ricerca del proprio vantaggio e che opera scelte razionali. Ma l’essere umano non è questo o comunque è molto altro, l’antropologia liberista per attuarsi si trova quindi nella necessità di cambiare la natura umana per adattarla all’ideologia di riferimento che punta ad istituire una società basata sulla riduzione dell’essere umano alla sola componente animale, passaggio necessario per poter istituire una sociobiologia.

Parafrasando Hegel ‘se i fatti non si adattano alla teoria tanto peggio per i fatti’, emerge allora che dietro la promessa di realizzare un ‘superuomo’, termine che fa pensare ad un’elevazione verso un livello superiore, si nasconde un potenziamento di sole facoltà fisiche che fanno di lui non un superuomo ma una super macchina sociobiologia che ha il principale scopo di eliminare l’importanza delle componenti non materiali.

Il termine transumanesimo come sappiamo fu coniato da Julian Huxley e si riferisce all’uomo che trascende se stesso realizzando le sue potenzialità ma restando umano, si tratta però di una definizione ingannevole, infatti etimologicamente “transumano” è ciò che va oltre l’umano e quindi non più umano. 

Il transumanesimo non è aumentare le capacità fisiche dell’individuo così come avviene con la tecnologia, a meno di non intendere che l’invenzione della ruota, della lancia o dei vestiti fossero già transumanesimo, si tratta di modificare il corpo stesso dell’essere umano in quanto ritenuto difettoso o incompleto.

Quel che può sfuggire è il fatto che tra le caratteristiche ritenute difettose dell’essere umano c’è la capacità di pensare e di progettare modelli sociali attraverso il linguaggio, per il liberismo non esistono sistemi sociali da progettare ma solo un modello naturale da assecondare esattamente come avviene per le società biologiche. 

Quello che l’ideologia transumanista propone è quindi un andare oltre il modello di uomo che conosciamo ma se facciamo riferimento ad Aristotele l’essere umano è un animale politico, uno zoòn politikòn, un essere che si distingue proprio per progettare e costruire relazioni sociali l’esatto contrario che assecondare un modello naturale, e solo in due casi non c’è bisogno di essere animali politici: o ci si proclama dei o si diventa animali.

Nella società del transumanesimo in realtà avvengono entrambe le cose, una élite si autoproclama dio e il resto dell’umanità viene ridotta ad animale, tecnologico ma animale.

Un aspetto fondamentale del riduzionismo liberista è che tutto deve essere quantificabile e misurabile per mezzo di un’unità di misura unificante, la nuova unità di misura del tutto deve essere il denaro.

Solo quando tutto avrà un prezzo la società basata sulla competizione e la selezione potrà essere completata, deve così avere un prezzo la vita umana nascente e la vita da curare e salvare, tutto deve essere quantificato, anche quel che non è quantificabile come la giustizia, il bene e il male, la bellezza, ecco quindi intervenire l’invenzione dell’Intelligenza Artificiale i cui algoritmi forniscono risposte su tutti questi argomenti, l’AI non è altro che rendere computabile quello che non lo è, fornire risposte a questioni umane in base a criteri statistici e ottimizzazioni, con l’AI anche la giustizia, la bellezza, i gusti personali e le questioni etiche vengono ridotte a calcolo.

L’ultimo passaggio è quello in cui deliranti quanto costosi programmi do ricerca promettono l’immortalità inserendo la ‘coscienza’ in supporti informatici, l’impresa è palesemente impossibile ma il vero risultato è quello di far pensare che sia possibile, che quella cosa indefinibile che chiamiamo autocoscienza sia trattabile con supporti materiali informatici e quindi anche essa in definitiva computabile.

Con il transumanesimo la riduzione dell’essere umano a pura materia viene compiuto, l’essere umano viene adeguato all’antropologia liberista rendendo quest’ultima vera.

La battaglia finale contro il liberismo è una battaglia per l’essere umano come esso è sempre stato finora, con il suo irrisolvibile mistero, tra il cyborg e quello che descriveva Chesterton: 

Il signor Shaw non riesce a capire che ciò che è prezioso e degno d’amore ai nostri occhi è l’uomo, il vecchio bevitore di birra, creatore di fedi, combattivo, fallace, sensuale e rispettabile. E le cose fondate su questa creatura restano in perpetuo; le cose fon­date sulla fantasia del Superuomo sono morte con le civiltà morenti che sole le hanno partorite”.

Questi i termini della questione, il primo punto da acquisire è che abbiamo di fronte un’ideologia disumana e disumanizzante, quella descritta da Pasolini in Salò o le 120 giornate di Sodoma che ha come componente non casuale e non accessoria la violenza e l’abbrutimento.

È un’ideologia e come tale va affrontata, il che significa contrapporre un’altra visione ideologica che deve essere forte, supportata scientificamente come l’altra lo è in modo fallace, e condivisibile da tutte le culture e tradizioni.

Questa visione è possibile.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

6 commenti

  1. FRANCESCOM on

    Il transumanesimo è una novità nella forma, ma è antico quanto l’uomo nella sostanza. I veri tesori di sapienza dei greci, a mio parere, non si rinvengono tanto nella loro filosofia, ma nella mitologia, che, ancor più in estensione e in profondità, ha sondato la natura terrestre e cosmologica dell’uomo; cosa quasi del tutto assente nell’intera produzione filosofica successiva, Medioevo compreso, e poi riapparsa nelle modernità con esisti quasi sempre aberranti.

    Tre, sopra tutti, i grandi miti archetipi di ciò che oggi, in abito scientista, viene definito transumanesimo:
    il Mito di Icaro;
    il Mito di Prometeo;
    Il Mito di Sisifo (come coronamento e sintesi).

    La riserva di cui parlavo concerne questo: la contrapposizione di una posizione ideologica ad un’altra; seppure, quella “buona”, fondata su una visione della Scienza “non fallace”, e condivisa da tutte le culture. Ecco, limitandomi al tuo brevissimo testo (due righe) fondare una cultura sulla Scienza (anche la meno fallace possibile) è come fondare qualsiasi attività sull’ordine (di uno) dei mezzi, anziché sull’ordine dei fini. La Scienza, difatti, non ci potrà mai dire nulla sul vero fine dell’uomo, e quindi, nessuna antropologia, e nessuna “disciplina delle cose ultime” potrà mai derivare da essa.
    In ogni caso e come che sia, possono essere contrapposte cose (o processi) che stanno sullo stesso piano. La verità e la falsità NON lo sono.

  2. C’è sicuramente da incoraggiarsi del fatto che, in interventi come quello qui presentato dal prof. Pennetta, il problema essenziale, o, almeno, il più immediato, sia stato lucidamente individuato. Adesso, invito tutti ed il prof. Pennetta in particolare, a riflettere ancora su questo: ridurre l’essere umano e, più in generale, l’organismo vivente ad un algoritmo,, dire, secondo l’efficace e diabolica formulazione di Harari “organism is algorithm”, significa negare alla radice la sua unicità, quella realtà inesauribile e mai interamente attingibile da qualsiasi formula, che è anche all’origine di quella misteriosità, che il prof. Pennetta così brillantemente richiama nella sua lezione. Si confronti quanto sto scrivendo con quello che afferma Max Weber in Wissenschaft als Beruf, sul calcolo come strumento di potere.
    Anche il discorso sul linguaggio è interamente coinvolto in questa prospettiva: si rifletta sul significato ed il senso (elementi costitutivi del linguaggio), come collocazione di un oggetto in una totalità ed in una visione del Mondo, significato e senso che vengono invece sacrificati nell’univocità e sistematicità del calcolo. Infine, lo spazio libero ed unico dell’ otium, richiamato dal professore, ripropone il rapporto inesauribile con l’unicità e l’indicibile concretezza del tempo vero, a fronte del tempo meccanico e sospeso del mondo moderno. Spero che il professor Pennetta, abbia tempo e modo di leggere questo mio intervento e possa liberamente trarne le proprie convinzioni e conseguenze.

  3. Approfitto di questo spazio per tornare ad insistere sul punto fondamentale che lega tutte le crisi contemporanee. Ribadisco che serve a poco, e magari a niente, focalizzare l’attenzione sul come determinati aspetti strategici della guerra contro l’umano viene mossa. Non sto dicendo che questa dimensione della questione non abbia una sua relativa importanza; ma che questa importanza si riduce a zero, se non si tiene sempre presente che la vera matrice del pandemonio in atto non è di carattere politico, ma spirituale. E, quindi, è da questo livello causale che si deve partire per mettere in atto delle misure efficaci.

    Per intanto, ritornando alle letture giovannee, mi è saltata all’occhio un’evenienza sconcertante, che ciascuno potrà valutare da sé, sulla base della propria sensibilità.
    Il primo cavaliere, bianco è la pestilenza;
    il secondo cavaliere, rosso, è la guerra;
    il terzo cavaliere, nero, è la carestia;
    il quarto cavaliere, verde, è la morte.
    Il primo l’abbiamo visto; il secondo è in corso; il terzo è alle porte; il quarto è conseguenza dei primi tre.

    Chiusi quella lettura con questo passo:

    Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo,
    vide sotto l’altare le anime di coloro che
    furono immolati a causa della Parola di Dio
    e della testimonianza che gli avevano resa.

    Giovanni (Apocalisse, 6, 9)

    • Grazie, grazie e ancora grazie. Stavo cercando da alcuni giorni un video o documento che spiegasse bene tutta la storia dietro a questa guerra, e questo è una luce in questo momento buio per tutti, spero possa essere visto (e compreso senza pregiudizi) da più persone possibili.

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