Sulla rivista PlosOne è apparsa una ricerca sulla correlazione tra la credenze religiose e i tassi di criminalità.
Solo che non si capisce su quale religione abbiano indagato.
Certamente nessuna di quelle attualmente note.
Browsing: brutta scienza
La frase “Dove sono tutti quanti?” è in realtà di Enrico Fermi che così esprimeva la propria perplessità sull’esistenza di civiltà extraterrestri.
Oggi su Le Scienze il fisico del progetto SETI, Paul Davies, dice la stessa cosa… ma arrivando a conclusioni opposte.
Solo pochi giorni fa si commentava la notizia della composizione di una “musica darwiniana”.
Un’assurdità che sembrava avere come attenuante quella di non essere stata presa in considerazione dai grandi organi d’informazione.
Ma l’illusione è durata poco.
In questi giorni viene pubblicizzato un Master in comunicazione della scienza.
Nei giorni in cui vengono annunciate inondazioni di New York nell’anno 2300, in cui si ritoccano le cifre sull’influenza A, e in cui si annuncia il sorpasso della scimmia sull’uomo, aggiungiamo anche una conferenza sull’evoluzione della moralità .
Emerge con evidenza che nel corso di comunicazione della scienza però manca ciò di cui ci sarebbe maggiormente bisogno: un corso di critica della scienza.
“Ogni anno la ricerca fa nuove scoperte sul mondo dei primati. Con un’unica certezza: prima o poi ci raggiungeranno”
Con queste parole si conclude la presentazione di un articolo apparso su Repubblica riguardo le abilità delle scimmie.
Si tratta di un’affermazione che farebbe inorridire qualsiasi scienziato serio, solo che gli scienziati seri sembrano essere un specie in via d’estinzione.
La scienza manca ormai di serietà, manca di metodo, manca di prudenza, manca di ogni qualità, c’è un “deficit” di tutto questo, per dirla alla latina.
Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) si interessa anche di evoluzione, non a caso infatti il suo sito è linkato sulla homepage di Pikaia, il portale dell’evoluzione.
Un anno fa il CICAP organizzava una discutibile conferenza sul “creazionismo”, in occasione dell’anniversario faremo opera di “debunking” al riguardo.
La notizia è stata pubblicizzata anche sul sito Pikaia: i ricercatori del Max Palnck Institute si sono accorti del fatto che le scimmie tendono ad imitare i comportamenti. E chi l’avrebbe mai detto?
I ricercatori non esitano a definire questo comportamento “culturale”, adesso finalmente capiamo cosa intende qualcuno per “cultura”.
Web più veloce studiando la «muffa intelligente», così leggiamo su un articolo pubblicato in questi giorni.
Dovremmo rivedere i nostri modi di dire e adottare l’espressione “intelligente come una muffa”?
Ma andando a vedere di cosa effettivamente si tratti scopriamo che di intelligenza, la muffa, non dà proprio segni.
La notizia, apparsa sul Daily Mail, e in seguito riportata da La Repubblica, è di quelle clamorose: scoperta una scimmia “genio”.
E così, mentre i critici del darwinismo minano la cultura scientifica, i veri scienziati ottengono importanti successi…
Di Alessandro Giuliani.
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Il ricercatore dell’ISS A. Giuliani, interviene su un preoccupante articolo di Nature.
Infatti, secondo l’autorevole pubblicazione, quasi la metà di noi sarebbe malata di mente.
Le possibilità sembrano essere due: o la malattia mentale è diventata una pandemia, o la normalità viene ritenuta una patologia da curare.
In ogni caso si tratta di un problema serio.
Il termine popolare “piacione” sta ad indicare colui che si ritiene irresistibilmente attraente, e che quindi immagina che ogni donna che incontra non possa fare altro che essere sedotta dalla di lui avvenenza.
Ebbene, uno studio dell’Università di Austin, nel Texas, ha dimostrato che il “piacione” altro non è che un prodotto dell’evoluzione.
Sarà dunque questa la prima vera prova dell’evoluzione per selezione naturale?
Con un articolo del 10 gennaio 2012 su National Geographic è stata data la clamorosa notizia: una luna del pianeta Kepler 16-b forse è abitabile.
Ma esiste solo in una simulazione computerizzata.
Complessità e semplicità sembrano a prima vista poli opposti eppure, come spesso accade all’approssimarsi di un nuovo paradigma, il primo sguardo potrebbe essere fallace.
“Umane, fin troppo umane, le scimmie così simili a noi.”
Così titolava La Repubblica il 10 gennaio.
Ma sono loro ad essere simili a noi o saremo noi a finire classificati come loro?
Secondo la teoria del multiverso potrebbero esistere degli altri “noi stessi” in qualche altro universo.
E allora perché in uno di essi non potremmo essere Capitan America?