Ig-Nobel, una farsa che nasconde la verità sulla scienza

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La prima cosa ignobile degli Ig-Nobel è il video promozionale


Il termine Ig-Nobel è dovuto alla pronuncia che in inglese suona come “ignoble”, cioè “ignobile”, spregevole. Si tratta di un premio che la rivista Annals of Improbable Research assegna in una cerimania che si tiene presso l’università di Harward.

 

I premi vengono assegnati a 10 ricerche che fanno ridere, quest’anno si va dal premio per la Matematica a chi ha provato  a prevedere la fine del mondo, a quello per chi ha stabilito che l’impellente bisogno di urinare fa calare l’attenzione, a quello per la pace assegnato al sindaco della città lituana di Vilnius per aver risolto il problema della sosta vietata passando con un carro armato sulle auto anziché rimuoverle con un carro attrezzi.

E proprio da quest’ultimo si potrebbe partire per considerare come l’Ig-Nobel in realtà anziché infangare chi lo riceve attribuisca una patente di serietà al resto della comunità scientifica.

Infatti, se si fosse voluto veramente assegnare in premio “Ignoble” per la pace, si sarebbe dovuto dare a qualcuno che in nome della pace ha promosso un o più guerre, e allora il vero Ig-Nobel per la pace sarebbe stato da attribuire per chiaro merito al Presidente Obama.

Ecco allora che si comincia a capire come in realtà i premi che vengono attribuiti alle ricerche inutili distolgono dai veri problemi che affliggono la scienza, gli “Ignobili” sarebbe molto meglio assegnarli alla “cattiva scienza“, a quelle ricerche che alterano la verità per favorire degli interessi industriali, finanziari e/o politici: uno, come già detto, a chi promuove la pace con le bombe, un Ig-Nobel anche a chi ha falsificato i dati sul clima (vedi Climategate), uno a chi nel 2009 ha lanciato il falso allarme pandemia per l’H1N1, uno a chi disegna un atlante con la Groenlandia libera dai ghiacci per avallare il Global Warming, uno a chi propone di dare una droga ai bambini vivaci, ecc…

Ma, come è facile immaginare, questi argomenti non saranno mai toccati dalle parti di Harward.

Quella è scienza cattiva… non ridicola.

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

3 commenti

  1. Gentile dott. Pennetta,
    apprezzo molto questo post. Complimenti.
    Le volevo chiedere pero’ una cosa: in molti blog per cosi’ dire “razionalisti” si sottolinea piu’ volte che le indagini sul cosiddetto “”climategate” si siano concluse tutto sommato con una censura e nulla piu’, senza che siano state provate queste falsificazioni dei dati (che oltretutto sarebbero detenuti solo da loro, ma non dovrebbero essere divulgati a tutti, se no che razza di “scienza” e’?).
    Cosa mi puo’ dire a questo proposito?
    Grazie.

  2. Gentile Piero,
    possiamo dire che se le indagini si sono concluse con una “censura”, significa in ogni caso un’ammissione che qualcosa di sbagliato è stato fatto.
    Possiamo anche dire però che il grado della condanna dipende anche dai giudici, a noi basta rileggere alcune della mail incriminate. Nessuno potrà mai alterarne il significato per chi non è disposto a chiudere gli occhi:

    “Ho provato con sforzo a bilanciare le necessità della scienza e quelle dell’IPCC, che NON sono sempre le medesime.”

    “Permettetemi di dire che non mi interessa cosa hanno messo nel sommario per i decisori politici, se c’è un consenso generale.

    Tuttavia una discussione generale deve essere valutata…dimostrare che questo rappresenti la verità è un problema difficile”
    “Il fatto che non si può spiegare ciò che sta accadendo nel sistema climatico rende ogni azione di geoingegneria (come la riduzione delle emissioni) quasi senza speranza non saremo mai in grado di dire se è efficace o no!”

    “Non posso vedere nessuno di questi articoli all’interno del prossimo rapporto dell’IPCC. Io e ****** li terremo fuori in qualunque modo anche se dovessimo ridefinire che cosa sia la letteratura peer-review!”

    ecc…

    Già questo basterebbe per un IgNobel.

    (Per approfondimenti vedi Climate Monitor)
    http://www.climatemonitor.it/?s=climategate

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