Giochi “massonici” per il piccolo Darwin

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La Freemason’s Hall di Londra, dove tutte le logge inglesi si incontrano, sulla facciata la data di fondazione della massoneria moderna precede quella della celebrazione del 250 anniversario.

L’ultimo contributo per la ricorrenza del Natale darwiniano non poteva che essere un gioco, uno dei  preferiti del piccolo Charles, come riportato alla mostra del 2009 per il bicentenario della nascita.

Un gioco semplice, un cifrario massonico che evidentemente circolava per casa.

 

 

Quando nel 2009 fu organizzata a Roma la grande mostra sul bicentenario della nascita di Charles Darwin “Darwin 1809/2009” e del 150 anniversario della pubblicazione dell’Origine delle specie, mi recai al Palazzo delle Esposizioni.

I curatori, una formidabile triade costituita da Niles eldredge, Telmo Pievani e Ian Tattersall, avevano allestito un percorso che si snodava attravesrso diverse sale, ma il tutto risultava nel complesso abbastanza deludente, dal punto di vista culturale non aveva infatti un particolare valore la ricostruzione della stanza di Darwin o di un tratto di viale dove amava passeggiare. Ma qualcosa di originale era esposto, si trattava di alcune pagine autografe provenienti da vari scritti che l’autore aveva elaborato fin dall’infanzia.

E proprio davanti ad una di quelle pagine la mia attenzione fu attratta da un foglio con degli strani segni. La didascalia relativa spiegava che il piccolo Charles era molto interessato ai codici segreti e che amava inventarne personalmente. Ma quei codici mi ricordavano qualcosa che avevo già visto da qualche parte. Col cellulare scattai allora delle foto, la qualità non risultò particolarmente buona ma l’immagine era sufficientemente chiara:

 

Sapevo già che tipo di scrittura fosse quella che avevo fotografato.

Quando potei fare un confronto con dei documenti ebbi la certezza che si trattava di un alfabeto massonico.

In particolare si trattava di un codice derivato dal cifrario detto della “Royal Arch“, un grado la cui presenza in Inghilterra è documentata dal 1730 .  Su una cosa la didascalia aveva ragione, il piccolo Darwin amava “rielaborare”, e infatti i segni mostrati al Palazzo delle esposizioni mostravano dei cambiamenti la cui entità si può constatare facendo un confronto con l’alfabeto originale riportato sul numero 1 del 2003 della rivista HIRAM del Grande Oriente d’Italia:

 

Come è inoltre possibile notare, oltre alla corrispondenza delle lettere dell’alfabeto, anche lo schema di derivazione usato da Darwin ricalca quello riportato sulla rivista HIRAM:

“Derived from this” affermano le parole scritte da Darwin sopra lo schema.

Ma è possibile che nella casa di Charles Darwin circolasse del materiale massonico?

Con una breve ricerca è facile giungere ad una risposta positiva. Sul sito della Grand Lodge of Columbia and Yukon, vengono infatti riportate le biografie dei più celebri iscritti alla massoneria, tra essi è possibile trovare proprio un profilo dedicato al nonno di Charles, Erasmus Darwin:

 

Nella famiglia Darwin era dunque una tradizione l’iscrizione ad una loggia massonica, e quindi è comprensibile che il piccolo Darwin potesse trovare in giro per casa i cifrari con i quali poi si dilettava.

Ed allora, per questo Darwin Day 2012, il nostro regalo ideale al piccolo Darwin è proprio il numero di HIRAM riportato nell’articolo, un numero all’interno del quale Charles avrebbe potuto trovare altro e interessante materiale per giocare ad inventare nuovi e misteriosi alfabeti segreti…

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

9 commenti

  1. Auguri Charles!

    Credo un poco il discorso si ricolleghi in qualche modo a quanto si osservasse qui:
    http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/02/darwin-fu-un-grande-scienziato-seconda-parte/

    Di una qualche curiosità,in tal proposito è un’affermazione fatta da Aldo Mola (http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Alessandro_Mola):

    “Fulcro polemico dell’evoluzionismo, la trionfale rivendicazione della stretta parentela tra gli uomini e le scimmie sconvolgeva gli orizzonti etici, culturali e scientifici, ancora imperniati su un antropocentrismo (vale a dire un restaurato geocentrismo radicato nel preteso rapporto privilegiato tra l’Uomo e Dio e, quindi, tra la Terra e Dio), passato pressoche’ indenne attraverso l’affermazione della fisica classica e l’avvento di paleontologia, biologia e della meccanica celeste di Immanuel Kant e del napoleonico marchese Pierre Simon Laplace.La “vulgata” dell’evoluzionismo divenne presto uno dei punti d’incontro di certi massoni che, anche senz’avere una precisa cognizione dei contenuti scientifici del darwinismo e delle sue possibili implicanze socio-politiche[…] deducevano ch’esso fosse comunque un buon compagno di strada, se non verso la ‘Vera Luce’ almeno per dissipare le tenebre piu’ fitte; e che dalla sua diffusione sarebbe scaturita la definitiva liberazione dai lacci dell’ignoranza e dall’occhiuta “clerocrazia cattolica”.
    (Aldo A. Mola, “Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni”, Bompiani, Milano, 1992, p. 104)

    Il che rimanda a questo:
    http://en.wikipedia.org/wiki/X_Club

    E’ sbalorditivo come possa sembrare che più che una teoria scientifica sia stato costruito un dogma pro-certa ideologia.La storia delle origini della teoria è composita anche da collegamenti con determinate cerchie ideologiche,ma come si comportano gli scienziati,e come si comportarono in merito a questa cosa?
    Una cosa è certa,tanti cercano di mettere del loro nella teoria neo-darwiniana ,che,come si è visto è ben accetta a inglobare qualsiasi cosa non la contraddica,i vari evluzionisti si contendono fette di ‘gloria’ nel campo della tde,dividendosi in mille rivoli,cercando di ‘colmare’,sviare sui vari buchi,problemi etc della teoria.però poi sono prontissimi,quando si tratta di difendere la teoria,ma non scientificamente,dal cui dibattito si discostano,insistendo affinchè sia visto come qualcsa di assurdo ed indesiderato ,ma proprio di difenderne il carattere dogmatico,allora si radunano come una testuggine romana dove attacco non riesce a penetrare,essendogli precluso ogni pertugio, e così avanza schiacciando i nemici senza che essi possano contrattaccare…

    • Leonetto,
      i documenti che hai segnalato contribuiscono a fare luce su un retroterra nel quale risiede la spiegazione della specificità del fenomeno darwiniano.

      Spiegare perché la teoria non funziona deve essere accompagnato dal perché e da chi essa venga difesa in modo così ostinato.
      Va detto anche chiaramente, che la stragrande maggioranza di coloro che si schierano sul fronte pro-teoria, sono anch’essi inconsapevoli di tutto questo.

  2. E’ vero prof, ma credo che si debba puntualizzare anche il fatto che molti di quelli che sostengono questa teoria in realtà non la conoscono bene,(mio fratello è un esempio che ho in casa ed anche mio cugino Tiziano con il quale ha scambiato qualche veduta sul suo sito).

    • Riccardo, sono talmente d’accordo con te che stavo proprio pensando di parlare prossimamente di questo!

      P.S.
      Ecco perché sostengo che l’evoluzionismo neodarwinista debba essere insegnato obbligatoriamente a scuola… ma bisogna insegnarlo bene!

  3. Alessandro Giuliani on

    Non mi stupisce molto che Darwin potesse essere legato ad ambienti massonici e tutto sommato non mi sembra neanche una cosa di cui vergorgnarsi. Questo poi non giustificherebbe neanche l’uso di Darwin in senso anti-religioso (la massoneria anglosassone non era per nulla atea, a differenza di quela francese dello stesso periodo).
    Poi figurimoci, ognuno ha le sue idee e non ha senso censurarle, il punto se mai è un altro e merita di essere discusso a lungo e si tratta della rilevanza delle idee e delle convinzioni personali degli scienziati nella formulazione delle loro teorie scientifiche. Il caso del Darwinismo è piuttosto semplice e tu, Enzo ce lo spieghi bene nel tuo libro, in quanto è stato semplicemente ‘acquisito’ all’interno di un dichiarato progetto filosofico e politico, ed è stato acquisito in maniera consapevole e palese. Nulla quaestio quindi, il punto è un altro, e cioè se nella formulazione dell’opera scientifica in quanto tale si può individuare una particolare matrice filosofica, di convincimenti personali, che indirizza l’autore verso una spiegazione piuttosto che un’altra, oppure se invece l’opera in qualche modo viva di ‘vita propria’ indipendente dal pensiero di chi l’ha eseguita che a questo punto risulterebbe del tutto irrilevante.
    Ieri ero a visitare la bellissima mostra ‘Roma ai tempi del Caravaggio’ che consiglio a tutti che si svolge a Roma a Palazzo Venezia (dura fino ai primi di marzo, affrettatevi dunque !).
    Tra le altre bellissime opere spiccava la ‘Madonna di Loreto’ (meglio nota come ‘Madonna dei Pellegrini’) di Caravaggio che finalmente si poteva ammirare da vicino con un’ illuminazione sapiente. E’ un’opera di una complessità incredibile in cui è stratificato tutto il meglio della teologia della Riforma Cattolica (da Maria ‘Janua Coeli’ fino al carattere di ‘scoria’ dei valori mondani (i famosi piedi sporchi del pellegrino che in reatà è il ricchissimo marchese che commissionò l’opera non un pveraccio come ci ha voluto far credere una certa critica abborracciata, il significato del pellegrinaggio….) tutto questo è comprensibile a chi voglia andare a fondo dei rimandi, ciònonstante l’opera vive ‘di luce propria’ ed anche una persona totalmente a digiuno di teologia ne rimane affascinata. Ma la profondità teologica NON E’ UN DI PIU’,anzi sono proprio le convinzioni personali di Caravaggio (intriso dell’ambiente oratoriano di Filippo Neri) che permettono allopera di ‘parlare da sola’. Osservando altri quadri della mostra (alcuni veramente brutti ma è importante siano esposti anche questi) si nota che dove la profondità manca anche il quadro è brutto (l’Arte per l’Arte non esiste , significa solo che l’Arte è inutile). Lo stesso identico discorso vale per la Scienza che dell’Arte è sorella minore: solo la profondità dell’analisi della realtà può generare, quando veramente assorbita in tutte le fibre dell’essere dell’autore (pittore o biologo non importa), qualcosa di veramente innovativo e VERO, e quindi le convinzioni personali DEVONO ENTRARE NELLA TEORIA. Ma se queste convinzioni sono veramente profonde e sentite esse diventano naturali e non c’è bisogno di esplicitarle ed il contenuto veritativo (del quadro o della teoria scientifica)emerge ed è evidente anche a chi ‘non conosce i retroscena’. Questo è ad esempio il caso della tavola periodica degli elementi di Mendeleev che è una diretta filiazione della sua preparazione musicale e del far parte del giro Borodin, Rimsky-Korsakov, Mussorgski.., riconoscere le ottave nel susseguirsi dei gruppi chimici è un piacere ulteriore dell’anima ma anche senza saperlo la tavola funziona ed è stupenda (quasi) quanto la Madonna dei Pellegrini.
    Quando invece l’ideologia è ‘appiccicata’ e non profondamente vissuta il quadro è brutto e la teoria scientifica pure…nel caso di Darwin la sua teoria non è particolarmente sgradevole dal punto di vista estetico, tutt’altro,direi anzi che si lascia guardare benissimo ! Però non è certo la Tavola Periodica o il campo elettromagnetico di Maxwell, il neodarwinismo e la neuroetica sono invece delle insopportabili croste…

    • Ciao Alessandro,
      sono d’accordo con te sul fatto che se una teoria o una scoperta scientifica è stata ispirata da un’ideologia, da una religione o, come nel caso della struttura della molecola del benzene, da un sogno questo non significa nulla ai fini della validità.
      Il metodo ipotetico-deduttivo tiene conto solo della capacità esplicativa e delle evidenze sperimentali, non dell’origine dell’idea.

      Detto questo, in un’ottica kuhniana, capire il clima culturale in cui una teoria è stata elaborata permette di comprendere da che parte verranno le resistenze ad una sua messa in discussione.
      La massoneria inglese era (ed è) teista, ma anche se in teoria non dovrebbe essere atea è sicuramente, sin dalle sue origini nell’Inghilterra elisabettiana, fortemente anticattolica, ed è per la sua influenza sul clima culturale inglese che bisogna tenerne conto.
      E bisogna anche tenerne presente l’influenza sulla Royal Society (che in realtà è nata come espressione diretta delle logge) e sullo stesso Darwin.

      Ricordiamo inoltre che, nonostante le smentite di alcuni aderenti ed esponenti, la massoneria di ogni obbedienza è fondamentalmente anticattolica, tanto che ancor oggi gli appartenenti sono esclusi dal sacramento dell’Eucarestia.

      Sarebbe bello parlare solo di scienza, ma nel caso del darwinismo rischieremmo di occuparci solo dell’epifenomeno e trascurare la complessa fenomenologia che lo riguarda.

      • “la massoneria anglosassone non era per nulla atea, a differenza di quela francese dello stesso periodo”

        L’ateismo nella massoneria non esiste.L’ingresso nelle varie ‘logge’,l’ingresso nelle varie società è di fatto precluso a chi non ha un qualche credo,sia esso pagano,teista o altro.
        Ci sarebbe molto da dire sul presunto ateismo che potrebbe sembrare legato a questi ambienti,si può semplicemente dire che,qualora anche exotericamente appaia ateismo,esotericamente non lo è.E’ proprio qualcosa lontano da quegli ambienti.
        Il problema è tutto nel comprendere l’ideologia ‘new-age’ che lo accompagna.
        E’ proprio uno spostare l’asse dal pensiero cristiano,porre l’uomo al posto di Dio e creazione al posto di Creatore,vi sono dietro idee di questo genere e tutta un’altra serie di cose..ma il discorso è molto articolato.

        Con la teoria di Darwin vengono gettate delle basi ,delle fondamenta su cui costruire e rafforzare un’idelogia,non è il fatto di distinguere o di criticare in base a quale ispirazione l’abbia partorita.E’ una constatazione delle origini e dei tempi successivi…
        Non è neanche disquisire sul fatto che le convinzioni personali debbano o no entrare in una teoria e in che modo..
        E non è neanche che si vada a discutere la teoria su queste basi anzichè su quelle scientifiche..
        E’ invece come scriveva su il proff.Pennetta:
        “Spiegare perché la teoria non funziona deve essere accompagnato dal perché e da chi essa venga difesa in modo così ostinato”
        Il discorso quindi è proprio tutto un altro,e merita attenzione..

        P.S.
        “Ricordiamo inoltre che, nonostante le smentite di alcuni aderenti ed esponenti, la massoneria di ogni obbedienza è fondamentalmente anticattolica, tanto che ancor oggi gli appartenenti sono esclusi dal sacramento dell’Eucarestia.”

        Si beh di sicuro ufficialmente e al pubblico il vaticano si è pronunciato secondo queste idee.

        • Ah beh,le considerazioni di Alessandro penso possano essere interessanti,affascinanti e condivisibilissime,quanto detto non è certo a ‘attaccare’ ciò semplicemente ritengo che il fenomeno in esame porti a tutt’altra analisi e richieda l’osservazione di certe tematiche e certi aspetti se si vuole andare a osservare il fenomeno nella sua interità,nella sua completezza..

  4. Alessandro Giuliani on

    Grazie Leonetto ed Enzo,

    mi avete chiarito molti punti…che ginepraio comunque. Ogni tanto mi viene da pensare che noi che abbiamo letto troppi libri facciamo un macello enorme a cui devono mettere una pezza i semplici…
    In poche parole questo è il ruolo dei santuari mariani.

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