Scientocracy

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In “New Atlantis” di Francis Bacon, veniva proposta una società guidata dagli scienziati.


“Scientocrazia” è un termine coniato per indicare un popolo i cui cittadini decidano liberamente… ma in base a quello che dicono gli scienziati (anche conosciuti come “tecnici”).

Questo dovrebbe dirci qualcosa.

 

Se andiamo a cercare il termine “Scientocrazia” su un motore di ricerca non troveremo molti risultati, ma si tratta invece di un vocabolo che faremmo bene ad imparare ad utilizzare e diffondere il più possibile, si tratta infatti di qualcosa che esprime meglio di qualunque altra analisi socio-politica la realtà del nostro mondo.

Si tratta di una visione socio-politica che ha le sue origini in Francis Bacon, che in “Nova Atlantis“, un’opera postuma pubblicata nel 1627, prefigurava una società ideale che veniva governata in base alle indicazioni di una “casta sacerdotale” composta da scienziati.

Se andiamo a cercare su wikipedia (nella versione inglese perché non esiste nulla in italiano) troviamo che tale termine venne coniato nel 1877, quando in uno scritto del semisconosciuto scrittore Florence Caddy venne proposto per la prima volta. Il senso originario era positivo, nasceva dalla convinzione, di evidente natura positivista, che una volta che gli uomini fossero stati informati “scientificamente” non avrebbero potuto che agire bene.

Più recentemente la parola “Scientocracy” è stata riproposta dal medico e scienziato behavorista Peter Ubel, in un articolo del 2009 intitolato “Scientocracy: Policy making that reflects human nature“, in cui possiamo leggere:

Quando parlo di Scientocrazia, allora, non sto parlando di un mondo governato dagli scienziati comportamentali, o qualsiasi altro tipo di scienziati.

Invece, sto immaginando un governo del popolo, ma informato dagli scienziati.

Qualcuno potrebbe ritenere saggia e intelligente una posizione come quella espressa dal prof. Ubel, ma chi conosce un po’ il comportamento umano (e il prof. Ubel dovrebbe…), chi conosce i problemi e le derive della democrazie,  può facilmente comprendere a cosa potrebbe portare la “Scientocrazia”. Anzi, più che altro può cominciare ad osservarlo guardandosi intorno.

Cosa può infatti significare “un governo del popolo, ma informato dagli scienziatise non un governo in cui il popolo non abbia altra scelta che uniformarsi a quello che dicono gli  “scienziati”?

E tra chi frequenta queste pagine è molto chiaro il fatto che questa visione idealizzata degli “scienziati” è molto lontana dalla realtà, è molto chiaro che gli “scienziati” sono influenzabili, che spesso vanno a costituire una vera “casta” dalla quale si può essere cacciati se si prendono posizioni critiche rispetto a quelle dei personaggi più in vista.

Chi erano ad es. gli “scienziati” quando spendendo ingenti somme e mettendo a rischio la salute dei cittadini, con vaccini non sperimentati secondo i protocolli, si procedeva alla vaccinazione di massa verso l’innocua influenza H1N1?

Chi sono gli “scienziati” quando si tratta di stabilire quando ha inizio la vita umana?

E ancora, chi sono gli “scienziati” quando si tratta di prendere pesanti misure economiche per abbattere le emissioni di CO2. Sono per caso quelli che boicottavano altri colleghi con mezzi scorretti e che furono smascherati da una fuga di e-mail?

Ma la conoscenza scientifica non si limita certo a quella relativa alle scienze naturali. La scienza baconiana è quella da cui prenderà origine la deriva delle tecno-scienze, e la Nova Atalantis è l’opera da cui prenderà vita, nel 1660, la Royal Society.

Quello che non molti sanno, è che con la nascita della Royal Society nascevano anche le “scienze” per il governo dello Stato, con la figura di uno dei fondatori William Petty, veniva intrapresa la strada per giungere ad un metodo “scientifico” per governare l’economia e gli stati.

Ed eccoci giunto al tempo attuale, in un momento in cui le decisioni che riguardano le nazioni vengono prese da “tecnici”, da figure le cui affermazioni, proprio grazie alla loro “sacralità”, non possono essere messe in discussione.

Concludiamo con una frase di Aldous Huxley, un uomo che sapeva bene quale strada stesse prendendo la società e che nel 1932 scrisse “Il Mondo Nuovo” un romanzo che per molti versi è la continuazione della Nova Atlantis di Bacon:

«Sotto un dittatore scientificol’educazione funzionerà davvero e di conseguenza la maggior parte degli uomini e delle donne cresceranno nell’amore della servitù e mai sogneranno la rivoluzione.

Non si vede per quale motivo dovrebbe mai crollare una dittatura integralmente scientifica».

 

 

 

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

9 commenti

  1. Ciò mi fa pensare anche a Tecnocracy,fra l’altro legato anch’esso alla nuova atlantide…

    “un governo del popolo, ma informato dagli scienziati”

    In questa visione ‘utopica’ che sa un po’ di Zeitgeist movement,di ‘comunismo new-age’,si vede una scienza totalmente estranea ad ideologie che informa la popolazione su possibilità,rischi,risorse,livello di conoscenza,che trasmette le basi per comprendere e aiuta a formare scientificamente le persone,in maniera oggettiva ed obiettiva.In virtù di questo poi, le persone ,con una democrazia ,che mai esistette, ma con questa specie di tecnocrazia si formerebbe dal nulla magicamente,in base a questo potrebbero democraticamente e consciamente decidere sul dafarsi.
    Anche molto bello,futuristico,affascinante..quello che si vuole,se non che dietro nasconda,purtroppo,il costituire “una vera “casta” dalla quale si può essere cacciati se si prendono posizioni critiche rispetto a quelle dei personaggi più in vista.”che tiene in piedi un “governo in cui il popolo non abbia altra scelta che uniformarsi a quello che dicono gli ”scienziati””.
    Qualsiasi ideologia,qualsiasi cosa legittimata a sproposito dalla scienza è millemila volte più pericolosa e più dura a morire.Si vveda anche solo il razzismo..

  2. alessandro giuliani on

    Cari amici, esiste un diffuso pregiudizio che vede negli scienziati dei campioni di una certa serie di virtù morali e di superiore acume che li porterebbero ad essere il gruppo di persone più ‘adatto’ a governare con equità il mondo. A parte che tale gruppo ideale non esiste e che qualsiasi attitudine umana che pretendesse di esere ‘migliore delle altre’ per governare sarebbe patetica (nei suoi pensieri Pascal scrive cose geniali su questo concludendo giustamente che solo la forza militare ha dei ‘validi argomenti’ per aspirare a ciò ma non per il fatto che sia la virtù più adatta ma per forza di cose), ma gli scienziati, visti da vicino, non hanno affatto le caratteristiche che da fuori gli si assegnano. Intanto non ho mai trovato tra di loro tracce di ‘intelligenza superiore’ (non in maggior misura che in altre persone almeno) ma neanche ho trovato delle eccelse virtù morali che ho invece nella mia piccola esperienza notato in vari altri gruppi (ad esempio i sacerdoti che ho conosciuto, le suore…), quanto all’intelligenza, direi che i commercianti e gli artigiani veramente bravi in genere ne hanno di più e sono anche più flessibili..
    Se mai gli scienziati hanno dalla loro un certo entusiasmo adolescenziale (che simula molto bene l’intelligenza superiore ed anche l’idealismo) e dalla loro (questo sicuramente è una bella cosa ma si sta estinguendo il che mi preoccupa) una certa semplicità di base che porta ad un fiuto per le ‘parti importanti’ di un discorso cosa che manca di solito ad altro tipo di intellettuali e li rende quindi spesso pateticamente insopportabili). Dal lato negativo invece gli scienziati sono vanitosi, egocentrici ed infantili, insomma un governo ‘ispirato dagli scienziati’ sarebbe simile ad un governo ‘ispirato da liceali sbruffoni’ ..non certo un bell’affare direi…

    • Alessandro, la realtà che descrivi con grande chiarezza ed efficacia è quella che le persone di buon senso dovrebbero intuire anche da sole, ma è anche una realtà che non deve essere percepita in questi termini se si vuole fare una “Scientocrazia”.

      Quando Francis Bacon immaginava la Nuova Atlantide non credo che volesse esaltare la scienza in sé, ma la scienza come “instrumentum regni” (termine che anche tu citi in un un tuo libro!), ed ecco che allora dare un’immagine di scienziato come esponente illuminato dell’umanità diventa indispensabile.

      Ed ecco perché, come dice Leonetto, un’ideologia legittimata dalla scienza è molto più pericolosa di una che non fa ricorso ad essa.

  3. Sono d’accordo professor Giuliani, ma se mi permette la mia opinione è anche più estrema: io credo che i vari Dawkins,Odifreddi, Atkins etc cerchino la polemica per ottenere un successo ed una notorietà che altrimenti sarebbe stata negata loro.

  4. “Ti benedico, o Padre, Signore del Cielo e della terra, perchè hai tenuto
    nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perchè così è piaciuto a Te.[..]”

    A me basta questo per rendermi diffidente verso un governo di scienziati o tecnocrati.

  5. alessandro giuliani on

    Infatti questo passo del Vangelo, oltre ad essere tra i miei preferiti, ci permette di individuare la bella scienza (che è quella che mantiene la freschezza e l’apertura sul mondo dei piccoli) da quella brutta ed arrogante (che pretende di sapere tutto e si erge a giudice di ogni cosa).

  6. Pingback: Critica Scientifica – di Enzo Pennetta » Blog Archive » Scientocracy 2: la democrazia in pericolo?

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