Scientific American: giochetti spacciati per scienza

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Come a volte accade, la realtà supera l’immaginazione. Era solo un paio di mesi fa che su CS veniva proposto un video che simulando un effetto “passaparola” intendeva proporre una “metafora” dell’evoluzione.

 

L’articolo suscitò una lunga polemica nei commenti perché non sarebbe infatti stata una vera metafora dell’evoluzione.

 

Adesso su Scientific American appare qualcosa di ancor più discutibile.

 

Era per l’esattezza il 5 febbraio quando su CS appariva l’articolo intitolato “Un’illuminante metafora dell’evoluzione…“, in realtà si trattava di un titolo che a sua volta faceva riferimento ad un altro articolo apparso su un sito che proponeva un “gioco” grafico come metafora dell’evoluzione.

Quello che veniva proposto era il seguente filmato nel quale una linea veniva ricopiata successivamente da diversi disegnatori che introducevano di volta in volta degli errori portando ad un risultato profondamente cambiato rispetto all’originale:

 

Il fatto, da me definito “una riedizione del gioco del “passaparola” nel quale la parola detta dal primo partecipante è sussurrata all’orecchio dei seguenti per vedere come arriverà deformata all’ultimo” suscitò una serie di obiezioni che vertevano sul fatto che un simile gioco non poteva essere considerato una metafora dell’evoluzione.

Personalmente tra l’altro concordo sul fatto che un siffatto gioco non rappresenti l’evoluzione, ma in realtà rappresenta l’dea che il neodarwinismo ha dell’evoluzione. Coincidenza ha voluto che adesso un articolo apparso su Scientific American e intitolato “An Evolution Animation Unlike Any You’ve Seen Before…” ci dia ragione, Tyler Rhodes, uno studente di un corso di animazione (neanche di biologia) della Virginia Commonwealth University, ha inventato quella che proprio su SA viene definita come “una versione del telefono senza fili”, le stesse parole usate su CS per descrivere il gioco di cui si parlava a febbraio.

Il gioco consiste nel far disegnare a dei bambini delle copie di un disegno originale (quello posto in apertura di questo articolo), sui disegni realizzati poi l’insegnante, simulando l’azione della selezione naturale, sarebbe intervenuto scegliendo i sopravvissuti.

Il risultato di questo processo è poi stato inserito in un filmato che ha suscitato gli entusiasmi dei darwiniani, dalla prestigiosa Scientific American a Richard Dawkins:

 

Drammaticamente però questo “giochetto” viene esaltato per la sua alta capacità di rappresentare l’evoluzione, tanto da essere proposto come metodo didattico nelle scuole: “Il telefono senza fili dell’evoluzione“.

Insomma, non solo avevamo ragione noi, ma la realtà ci ha superato dimostrando che, semmai, eravamo stati troppo cauti.

 

Giovedì prossimo a Verona si parlerà dell’insegnamento della biologia, altri sembrano voler insegnare le favole.

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

4 commenti

  1. Alessandro Giuliani on

    Che noia, veramente, che noia, ma è possibile mai che ci si debba baloccare con queste cose ? D’altronde se lo scopo è il puro indottrinamento vale tutto…

  2. E anche la mia collezione di “Scientific American” finisce nel cestino…

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