Università di Bristol: un errore dare l’acqua agli africani

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The Telegraph: l’acqua ai villaggi purtroppo ha permesso la sopravvivenza di molti africani.

 

 

Chi tra coloro che hanno più di 40 anni non ricorda il concerto del 1985  non ricorda il concerto “Live Aid” organizzato da Bob Geldof per sensibilizzare sul problema della fame in Africa?

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Ebbene quel concerto fu un errore, questo è quanto affermato sul Daily Telegraph del 15 novembre scorso in un articolo intitolato How charity makes life worse for Africans, nel quale possiamo infatti leggere la seguente conclusione:

In 1985 Bob Geldof brought the plight of millions of famine-struck Africans to the attention of the West by staging the Live Aid concert.
The concert and charity single raised an estimated £150 million, which provided access to safe, clean water for millions of rural Africans — many of whom now live in rural slums.

Il “problema” sarebbe quindi che con la cifra raccolta fu possibile dare l’acqua a milioni di africani, e che adesso molti di loro vivono nei bassifondi delle città.

La notizia si basa su uno studio dell’Università di Bristol pubblicato su PlosOneRural to Urban Migration Is an Unforeseen Impact of Development Intervention in Ethiopia.

 Questa ventata di neomalthusianesimo non è passata inosservata sulle pagine di Tempi, dove un’ottimo articolo di Rodolfo Casadei, dal titolo Per l’Università di Bristol esiste un modo semplice per sconfiggere la fame in Africa. Non far bere i poveri, non ha mancato di fare delle giuste osservazioni sul rapporto tra malthusianesimo e darwinismo:

Thomas Malthus è il tizio che avanzò la sbagliatissima teoria secondo cui la popolazione in un dato territorio aumenta sempre più rapidamente della produzione alimentare necessaria a sostenerla, e che sarebbe grazie alle carestie e alle malattie che si riesce a mantenere l’equilibrio fra popolazione e risorse. In Italia questo settecentesco teorico della sovrappopolazione non è mai stato popolare.

Ma Darwin invece sì: guai a chi non riconosce a priori la fondatezza della sua teoria sull’origine evoluzionistica delle specie, portata sugli scudi da ignorantissimi che, digiuni di metodo scientifico, ne fanno un dogma. Peccato però che, oltre ad essere un geniale naturalista, Darwin fosse a sua volta di opinioni malthusiane e che la sua teoria sia stata usata come base dell’eugenetica.

Scrive nel suo L’origine della specie: «Dal momento che vengono prodotti più individui di quanti ne possano sopravvivere, deve esserci per forza una lotta per la sopravvivenza, un individuo con un altro della stessa specie o con individui di specie diverse, o con le condizioni fisiche della vita. È la dottrina di Malthus applicata con una forza diversa all’intero regno animale e vegetale».

 

Non c’è molto da aggiungere, se non fare i complimenti a Rodolfo Casadei e sperare che siano sempre più numerosi coloro che segnalano questa realtà.

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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