Il neodarwinismo è morto, ma non si può dire

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Dopo la fine della teoria originale anche la Sintesi Moderna ha fallito.

 

Lo si è detto con la formulazione della Sintesi Estesa, ma si vuole sostituire la teoria non valida con un’altra già confutata.

 

 Qualcosa sta accadendo sul versante della teoria neodarwiniana, se anche su Pikaia, il portale dell’evoluzione di cui è responsabile Telmo Pievani, si comincia ad ammettere che qualcosa proprio non va, che c’è bisogno di rivedere quella teoria che sinora si era difesa con tanta ostinazione. Proprio sul sito Pikaia è infatti recentemente apparso un articolo intitolato Teoria dell’evoluzione, versione 3.0, nel quale è possibile leggere quanto segue:

Non stiamo certo parlando di rinunciare all’evoluzione naturale! Ma da più parti è stata espressa l’opinione che l’attuale impianto della teoria dell’evoluzione, conosciuto come “sintesi moderna”, non sia più da ritenersi sufficientemente adeguato

Roba da non credersi, sembra proprio di leggere un articolo su Critica Scientifica, l’unica differenza è la presenza di quel “più” che lascia intendere che la “sintesi moderna” sia stata in passato adeguata, su CS avremmo detto che essa non è mai stata adeguata.

E così, dopo averci ricoperto di invettive di ogni genere, su Pikaia ci danno finalmente ragione?

Nella sostanza sì, ma nelle dichiarazioni no, infatti il brano sopra riportato precede le seguenti parole:

Si sta così affacciando alla scena della biologia teorica una nuova versione della teoria dell’evoluzione, da alcuni etichettata come “sintesi evoluzionistica estesa”.

Cosa sia la sintesi estesa è spiegato in un altro articolo apparso su Pikaia nel luglio 2011: Dan Brooks e la Sintesi Evoluzionistica Estesa, un articolo nel quale si spiega appunto cosa si intenda con tale termine:

…la visione della Sintesi Evoluzionistica Estesa, recentemente illustrata in un articolo della rivista Evolution: Education and Outreach, pubblicato online il 25 gennaio scorso e intitolato significativamente “The Extended Synthesis: Something Old, Something New” (e scaricabile qui).

Il concetto centrale espresso in questo contributo può essere sintetizzato in una frase: “dobbiamo riportarci indietro nel tempo per recuperare aspetti importanti del darwinismo che sono stati messi da parte, e quindi persi, durante il neo-darwinismo, per poi protenderci in avanti oltre il neo-darwinismo a inglobare nuovi dati e concetti.” E’ questo il senso in cui l’autore intende il termine “estensione”: un allungamento metaforico nel tempo, sia indietro che in avanti, da parte degli studiosi, a riconoscere e includere rivoli finora considerati insignificanti, e che invece potrebbero portare preziosa acqua al mare magnum della teoria dell’evoluzione.

 Altro che “Evoluzione 3.0” qui si propone di tornare al darwinismo 1.0!

Quello che viene proposto nella “sinesi estesa” è l’abbandono della sintesi moderna, cosa che, si scusi l’insistenza, è il cuore delle nostre critiche, per recuperare degli aspetti del darwinismo originario. Quello di cui si parla nell’articolo sono dei “rivoli” del darwinismo originario, peccato che quali siano questi rivoli proprio non sia chiaro.

L’unica cosa che del darwinismo originario che era stata abbandonata nella sintesi moderna era l’ereditarietà dei caratteri acquisiti, la teoria secondo la quale i caratteri potevano essere acquisiti con le interazioni con l’ambiente e trasmessi alla discendenza, teoria che Darwin chiamò “pangenesi“. Ma la teoria della pangenesi venne prima confutata con gli esperimenti di Weismann e poi definitivamente sepolta con la riscoperta delle leggi di Mendel.

Se la sintesi estesa vuole dunque recuperare qualcosa del darwinismo originario dovrà orientarsi ad un’epigenetica forte, altro che recuperare dei “rivoli”.

Dovendo ammettere la morte del neo-darwinismo, della teoria dell’evoluzione per “caso e necessità”, i sostenitori del darwinismo si vedono costretti a cercare di resuscitare la teoria originaria che era stata sepolta all’inizio del ‘900.

E così constatiamo che la teoria darwiniana 1.0 è morta, che anche la teoria 2.0 è morta, e che infine la dichiarata 3.0 è uno zombie.

L’unica differenza tra noi e il darwinismo rappresentato da Pikaia è che noi dichiariamo le cose come stanno, senza credere agli Zombie.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

7 commenti

  1. Gentile Enzo,
    lo dicevo già alcuni mesi fa che la sola definizione di “Sintesi Estesa” è un ossimoro, una contraddizione in termini. Sia da un punto di vista logico, che linguistico, che concettuale.
    A questo punto appare chiaro che (e bisogna ammetterlo) se non esiste ancora una teoria alternativa al darwinismo, non esiste nemmeno una teoria darwinista chiara, logica e comprensibile. Ad oggi, come recitava il Piccolo Principe,”l’essenziale è invisibile agli occhi”.

    • Ciao Francesco,
      molto efficace il tuo intervento.
      Il fatto che la “sintesi estesa” sia un ossimoro è un’acuta osservazione che non dove essere sottovalutata o considerata come una semplice curiosità.
      A pensarci bene non dovrebbe sorprenderci che vengano utilizzate parole contraddittorie senza che nessuno veda la contraddizione, si tratta di un’applicazione reale del “bipensiero” di orwelliana memoria, di quel meccanismo che consente in un clima totalitario di far accettare come razionale qualunque cosa sia in linea con l’ideologia al potere.

      Ed è altrettanto vero che, come dici, che “se non esiste ancora una teoria alternativa al darwinismo, non esiste nemmeno una teoria darwinista chiara, logica e comprensibile”, che cioè, mentre i sostenitori del daarwinismo ci accusano di non portare una teoria alternativa, in realtà distolgono l’attenzione dal fatto che neanche loro portano una vera teoria ma solo una serie di speculazioni che non spiegano affatto la realtà su cui teorizzano.

      Grazie

  2. ducadegliabruzzi on

    Visto che si parla di Darwinismo 2.0 o 3.0 quello che si rileva e che a fallire e’ il “Sistema Operativo” su cui si basano tali teorie. Secondo me questo “Sistema Operativo” ha come punto di partenza l’ateismo o se vogliamo la demolizione del concetto di Dio, cosi’ facendo pongono un fine alla loro ricerca che non e’ piu’ la “scoperta dell’origine della vita”.
    Comunque, per chi non lo sapesse ancora, oggi su Radio24 alle ore 21, c’e’ un’interessantissima trasmissione sulla profezia Maya con il “Filosofo della Scienza” Telmo Pievani.
    Per finire, auguro Un Buon Natale a tutti voi.

    • Perfettamente d’accordo, come giustamente detto altre volte, in particolare da Leonetto, non è che la teoria neeo-darwiniana sia difettosa, il punto è che non funziona proprio.

      Rifacendomi a quanto da te detto, l’unica cosa per la quale ha funzionato egregiamente è stata la promozione del materialismo. Un fine ideologico, come si diceva, non scientifico.

      Riguardo alla diretta su radio24, è troppo lunga per ascoltarla tutta, in questo momento sto ascoltando un passaggio in cui parla Gramellini che dice che il concetto di amore espresso nel Simposio di Platone non è mai stato più uguagliato.
      Ma questo qui l’ha mai letto il Vangelo?

      Chiedo scusa ma non ce la faccio ad ascoltare oltre… mi sembrano più seri i Maya.

  3. Di questo aggiornamento se ne parlava già dal 2008-2009:

    http://pos-darwinista.blogspot.it/2008/09/consertando-teoria-da-evoluo-darwin-30.html

    http://pos-darwinista.blogspot.it/2009/08/nomenklaturea-cientifica-elaborando-o.html

    http://pos-darwinista.blogspot.it/2010/11/darwin-30-super-darwin-so-em-2020.html

    Questo mi porta a pensare che i sostenitori della nuova sintesi già da parecchio facessero finta di nulla nel sostenere la sua stabilità e la presenza di prove inconfutabili (prove indirette e quindi interpretabili).

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