Asino d’oro 2012: accolta la candidatura proposta da CS

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Nella foto il premio assegnato a Piergiorgio Odifreddi nel 2009

 

Riprende sul sito di Andrea Macco la selezione per il celebre premio “Asino d’oro”.

 

Tra le prime candidature il premio Nobel Dario Fo, segnalato tempo fa su CS 

 

 Dopo due anni di fermo il premio verrà nuovamente attribuito a chi si è maggiormente distinto con affermazioni degne di quelle degli illustri vincitori degli anni precedenti. Lo ha comunicato direttamente il prof. Paolo Diodati intervenendo con un articolo intitolato “Ecco come verrà assegnato l’Asino d’oro 2012” pubblicato sul sito L’universo in clessidra di Andrea Macco:

 Per i premi, siamo stati fermi due anni. La sosta era forse inevitabile e facilmente prevedibile. Le asinate di Odifreddi , spaziando dall’ottica  alla musica, dalle dimensioni e unità fisiche alla genetica, avevano fatto di Odifreddi l’irraggiungibile Mozart  della stecca.

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 Il comitato organizzatore ha deciso di estendere le candidature oltre l’ambito dei personaggi strettamente legati alla scienza e al di fuori delle pubblicazioni scientifiche. Con tale estensione è stata dunque presa in considerazione anche la candidatura del Nobel Dario Fo lanciata dalle pagine di CS poco più di un anno fa “Asino d’oro 3: Dario Fo” per via di una sua affermazione sull’evoluzione:

…nel corso di un monologo all’interno di “che tempo che fa”, il Nobel per la letteratura Dario Fo ha raccontato la vicenda della farfalla nota come “Biston betularia” proponendola come esempio di evoluzione, dichiarando “che cosa significa evoluzione? Vi faccio un esempio: avete mai setito parlare della falena che da bianca diventa nera…

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Che sia la volta buona che si smetta di riportare il caso della Biston betularia come esempio di evoluzione? 

Se il premio venisse assegnato a questa “asineria” potrebbe davvero avere ricadute positive su un’innumerevole folla di studenti che ogni anno si sentono ripetere a sproposito questa storiella. Ma chissà, il solo fatto di essere stato riconosciuto motivo valido per una candidatura potrebbe dare risultati positivi.

Ringrazio il comitato organizzatore del premio Asino d’oro per aver accolto la mia segnalazione, e mi riprometto di partecipare al dibattito che si svolgerà sul sito.

E che vinca il “migliore”…

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

10 commenti

  1. Bella notizia prof.! Le stavo giusto proponendo di istituire anche lei, su questo sito, una specie di premio del genere, per il “migliore” – cioè il peggiore – intervento sui temi da lei trattati, magari con due sezioni, una per gli specialisti (scienziati, giornalisti e personaggi celebri) e una per i non-specialisti (commenti in rete, come quello sparito da New Scientist come le raccontavo qualche tempo fa)…

  2. A proposito di insetti volanti, vorrei un aiuto (ironico) ad uscire da un paradosso in cui mi sono imbattuto nella vita reale che io ho chiamato “il paradosso della zanzara”.
    A casa mia entrano delle zanzare, animali dal ciclo riproduttivo molto più breve di quello umano ma che necessitano di sangue per le larve, ed io non voglio che mi pungano, quindi, le ammazzo.
    Siccome non sono in grado di sterminarle sempre, e comunque mai tutte, qualcuna riesce nel suo intento di pungermi (e riprodursi).
    Si può dire che solo le zanzare migliori sfuggono alla mia selezione, per cui la situazione paradossale è questa:
    SE continuo a combatterle, i collaudati meccanismi neodarwiniani faranno in modo che un giorno si presenterà nella mia camera una nuova specie di zanzara mostruosa del tipo quella del film “Jumanji” http://img177.echo.cx/img177/9472/071zq.jpg
    SE non le combatto esse si riprodurranno senza particolari evoluzioni ma ciò contrasta col mio desiderio di non soffrire delle loro punture.
    Prego S.Darwin che almeno mi evolva anche io.

    • Carissimo, ecco una risposta ironica ma anche seria al tuo interessante quesito.

      Direi che puoi tranquillamente continuare a sterminare i fastidiosi ditteri ematofagi che disturbano le tue notti, infatti essendo parte di una grande popolazione è presente un continuo scambio e il loro pool genico non si sposterà di una virgola.

      Se invece sei su una nave lontano dalla terraferma il loro pool genico varierà ma hai buone possibilità di giungere all’estinzione di massa.

      Morale della favola: la teoria neodarwiniana quando la applichi alla realtà non funziona! 🙂

        • Ehm..al di là delle correttissime considerazioni di Enzo che ovviamente condivido,a occhio,dando per buono che la tua stanza rappresenti un buon motivo di isolamnento per una comunità di zanzare, più che zanzare mostruose e giganti prevarrebbero zanzare microscopiche.Se fuggono alla tua caccia non saran certo grosse…e comunque sarebbe microevoluzione.
          Ovvero la teoria dell’adattamento con la lotta per la sopravvivenza funzionerebbe,ma non c’è necessità di ‘vera evoluzione’.
          Anche involontariamente,anche ironicamente non si può non constatare che l’elefante nella stanza continua a ballare indisturbato.
          Certo,come scrive G.Sermonti:
          “Il punto di partenza di Darwin fu l’osservazione che
          la selezione artificiale operata dall’allevatore è, come disse Youatt, « la bacchetta magica per mezzo della quale egli può chiamare in vita qualsiasi forma e modello desideri». La legge di Malthus (sull’accrescimento delle popolazioni rispetto alle risorse naturali), applicata a tutto il regno animale e vegetale, gli fece intuire che anche in natura operasse una selezione (a favore del più adatto nella lotta perla vita). Così Darwin pose la bacchetta magica di Youatt in mano a una natura malthusiana.”
          Però la selezione naturale non ha poteri magici ma seleziona,il più adatto,che può essere una varietà oppure potrebbe essere una forma che presenta una novità,solo nel secondo caso si parlerà di evoluzione.
          Dov’è la novità nella popolazione di zanzare,che nello specifico le rende salve dalla tua caccia?
          Hanno assunto la capacità di mimetizzarsi con le mura della stanza?O cosa?
          Ze una zanzara ti ronza nell’orecchio e accesa la luce non si ha che silenzio e non si vede nulla…altro che sonni tranquilli….
          🙂

          • Leonetto,
            vedo con piacere che, nel riportare cose giuste, scherzi pure tu; ma tornando seri, pensi davvero che la B. Betularia sia stato l’unico lepidotteri a caricarsi il neodarwinismo sulle ali?
            Una volta stavo chattando con uno studente che aveva appena finito un corso sull’evoluzione, gli chiesi un esempio di mutazione genetica che ne abbia causata una vera, documentata, allora mi rispose:
            “Uno su tutti, tra l’altro da uno studio di un italiano: Ostrinia Nubilalis, parassita del mais evolutosi da Ostrinia Scapulalis, parassita dell’artemisia, in seguito allo sviluppo di un differente stereoisomero del principale ferormone femminile. (Calcagno et al. Proc. R. Soc. B,
            2010 vol. 277 pp. 2703-2709)”
            Quando andai a documentarmi su Pikaia, pensai “Basta con queste farfalline!”
            ma il ragazzo non si riferiva a quello che diceva Pikaia, ma disse che: “Il meccanismo di isolamento riproduttivo instaurato tra le due specie, scrive l’articolo originale, è l’utilizzo di un differente stereoisomero del ferormone femminile. In altre parole una mutazione a carico del gene che produce il ferormone ha reso incapaci le due popolazioni di riconoscersi come partner e ha isolato le due specie.”
            Insomma un evento drammatico: partner che non si riconoscono!
            Aveva detto “uno su tutti”!!

          • Su sapere.it si legge:
            “L’evoluzione in atto: a conferma della continuità del processo evolutivo basterebbero alcuni esempi di modificazioni di specie osservati in brevi intervalli di tempo. Per esempio, la rivoluzione industriale ha favorito le specie che si sono adattate a un nuovo ambiente, più ricco di fumi inquinanti (melanismo industriale); l’uso dei pesticidi ha favorito gli insetti resistenti; l’uso degli antibiotici la resistenza di alcuni ceppi batterici.”

            Questo argomento che hai introdotto Achille sarà parte degli argomenti della prossima recensione-approfondimento dell’ultima puntata di “evoluzionismo:un’ipotesi al tramonto?” che ha trattato proprio l’argomento speciazione etc..
            Ci sarà quindi ben modo di spiegare alcuni concetti importanti.
            Se definiamo con il termine evoluzione, il progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti morfologici, strutturali e funzionali negli organismi viventi stiamo andando troppo nel generico perchè appunto includiamo insieme processi inversi!L’isolamento è importante,ma cosa distingue quando questo avviene portando a varietà,sottospecie,estinzioni etc..da quando magari dovrebbe portare ad una evoluzione?
            La presenza di nuova informazione,l’aumento della complessità. Delle drosophilae,zanzare,biston betularia,ostrinia,heliconius etc.. varie nessuno mette in dubbio la possibilità che avvengano o che siano avvenuti vari processi ‘microevolutivi’ e che si abbiano varietà(specie biologiche se si vuole..)che non possono più incrociarsi.
            E’ ovvio che se amplio il concetto di evoluzione inserendoci anche il suo contrario,l’involuzione,e poi con casi di questa vado a dimostrare l’evoluzione trovo che questa sia vera.
            Ma è un’illusione che deriva dalla definizione che ho ‘truccato’. Ovvero se due creature si incrociano illimitatamente saranno sicuramente un’unica specie ma non vuol dire che se non lo facciano non lo siano..non è duale.
            Lo è se definisco specie in un certo modo.Come prima era lo stesso per evoluzione.
            Però se le mutazioni o quel che sia non porta qualcosa di nuovo che possa poi venire selezionato,non compare niente di nuovo.
            Questa è l’altra caratteristica che deve per forza verificarsi in una supposta trasformazione graduale da un meno complesso a un più complesso.
            Non è la sola come non lo era l’isolamento,ma è quella che manca.Senza l’evoluzione non può esserci.E di casi non ce ne sono.Informazione presa in prestito,’rimescolata’,’scambiata’,’danneggiata’,selezionata,’rielaborata’,ma senza che compaiano minime nuove funzioni se non in casi dove ciò venga fatto artificialmente.
            es.’non buono’ di evoluzione in atto:
            http://www.pikaia.eu/EasyNe2/Notizie/L%E2%80%99infezione_da_parte_di_Escherichia_coli_Un_esempio_di_evoluzione_in_atto.aspx
            Lo studente ha anche ragione,nell’ottica in cui gli è stato presentato i pacchetto,il punto è capire però cosa ci sia da intendere con specie e con evoluzione. Allora la risposta dello studente diventa vuota.

            A monte è prima di tutto una questione di logica..

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