Evoluzione. Un trattato critico

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Nel 2007 veniva pubblicata la traduzione italiana di un testo tedesco sull’evoluzione che affrontava l’argomento in modo critico.

 

Ecco la recensione che ne fece Andrea Bartelloni sul Corriere del Sud

 

 

Evoluzione. Un trattato critico

Andrea Bartelloni

Il Corriere del Sud, n.18/2007 – 30 dicembre

 

“Le radici del pensiero evoluzionista sono da ricercarsi in filosofie e concetti religiosi antecedenti al cristianesimo. L’avvento delle idee darwiniste ed evoluzioniste nelle discipline biologiche avvenne principalmente grazie alla concausa di due fattori: da una parte la cultura di quei tempi, fortemente influenzata dai principi illuministici; dall’altra il ricco repertorio di ritrovamenti di Darwin e di altri naturalisti, che vennero però interpretati secondo un’ottica parziale.

Errata è comunque la tesi che i dati scientifici di Darwin imponessero la formulazione di una teoria macro-evolutiva e falsa è anche la concezione che attraverso le osservazioni di Darwin la teoria creazionista sia stata confutata. Confutate vennero solo determinate idee creazioniste.

Come possiamo giudicare oggi il panorama dei fatti? La risposta la lasciamo allo spirito critico di ciascuno.” (pag.25)

Con questi presupposti inizia il libro dei biologi Reinhard Junker e Siegfried Scherer dal titolo significativo: Evoluzione. Un trattato critico. Certezza dei fatti e diversità delle interpretazioni che l’editore Gribaudi di Milano ha pubblicato nel mese di settembre del 2007 (pp. 334, € 30,00)

Il volume,vede la collaborazione di dodici esperti di varie discipline, dalla paleontologia alla chimica, dall’informatica alla botanica e all’antropologia ed è curato, per l’edizione italiana, da Fernando De Angelis.

Ciò che lo rende unico, è che la discussione è aperta a interpretazioni filosofiche che non si limitano ad una visione ristretta all’ateismo metodologico, visione che è alla base di tutti i manuali scolastici, dalla scuola elementare all’università.

Pertanto, chi non si riconosca in quel tipo di visione della vita, può trovarvi sconfinamenti (così vengono chiamate le finestre che nel testo separano i dati oggettivi dalle interpretazioni anche filosofiche) nel campo, appunto, della filosofia dove si prendono in considerazioni altre visioni del mondo.

Il testo, di spessore universitario, è suddiviso in VII parti e  16 capitoli nei quali si introduce il lettore alla filosofia della scienza portandolo poi a conoscere i fondamenti della biologia dei “tipi base” e di quella evoluzionistica. La III parte è dedicata alla ricerca delle cause dell’evoluzione, allo studio (parte IV) sulle cause dell’evoluzione stessa e alla ricerca storica attraverso la biologia comparata. La VI parte è dedicata all’interpretazione dei fossili e all’origine dell’umanità. Il volume si chiude con un capitolo dedicato agli sconfinamenti che sono inevitabili: “le dottrine sulle origini non possono esimersi dall’operare degli sconfinamenti, se vogliono fare delle affermazioni sulla storia della vita nella sua globalità. Ciò vale per il naturalismo (…), come per le dottrine della creazione” (pag.5).

L’ultimo capitolo del libro (pag. 306) è dedicato all’esposizione del concetto del Disegno Intelligente dopo che gli autori si sono occupati delle critiche alle ipotesi evoluzionistiche e hanno evidenziato le difficoltà per arrivare a conoscere nella loro pienezza i meccanismi della macroevoluzione e dell’origine della vita sul nostro pianeta. Difficoltà che debbono essere uno stimolo per i ricercatori “e non una giustificazione obbligata per un’altra concezione delle origini della vita, come può essere quella creazionista” (pag. 306).

Con questa ultima affermazione gli autori dimostrano, ove ve ne fosse bisogno, la loro massima apertura alle scoperte della scienza sempre attenti, però, a non confondere i dati empirici con le interpretazioni dettate spesso da preconcetti o visioni ideologiche.

Il grande successo avuto dal volume in Germania (6 edizioni, oltre 40mila copie vendute) le molte traduzioni nelle principali lingue (quella in lingua inglese è in preparazione) contrasta con l’assordante silenzio dei critici che forse sta ad indicare che questa è la strada giusta da percorrere:

quella dello studio critico del quale non vi è traccia nella manualistica scolastica italiana. Niente fa vacillare la certezza che tutto si evolve, che l’esperimento di Miller sia più che provato, che la farfalla Biston betularia sia la dimostrazione dell’evoluzione all’opera, che l’ontogenesi ricapitoli la filogenesi, che i fossili dimostrino l’evoluzione e cosi via.

Ecco finalmente un manuale che espone anche i rilievi critici che finora sono stati tenuti nascosti agli studenti e li espone spiegando anche il retroterra filosofico e ideologico che spesso si nasconde dietro a molte affermazioni.

Andrea Bartelloni

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6 commenti

  1. Jacques de Molay on

    Leggere il libro che si va a recensire non va più di moda, si direbbe. A questo indirizzo infatti, è possibile trovare una “recensione di spessore notevole”, a cura del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Milano.

    Notare l’accostamento all’altro libro.

    Da quel che ho ormai capito, comunque, la cosa non dovrebbe sorprendere…

    • Grazie, la recensione di andrea tintori del Dipartimento di Scienze della Terra A. Desio – UNIMI è veramente vergognosa.

      Tintori salta direttamente a pag. 291, quindi non una parola sulla parte tecnica, e poi di quello che legge non capisce un tubo.

      Un’altra prova della mancanza di argomenti di certi personaggi, oltretutto su una pagina dell’università di Milano.

  2. Giuseppe Cipriani on

    Amici buongiorno, ho trovato in biblioteca comunale il libro “L’evoluzione del vivente” di Pierre-P. Grassé, contro il darwinismo… Mi interessava il vostro parere riguardo alle tematiche sviluppate… Ci troviamo dinanzi a uno studio attuale o superato? Vale la pena di leggerlo o meno? Grazie e un caro saluto.

    • Non credo esista un libro che non valga la pena di leggere…
      Meglio ,potendo,leggerne uno di più che uno di meno.
      Grassè,se non erro,postula che il meccanismo di necessità-utilità non debba venire considerato il proincipale nell’evoluzione dei viventi(inteso come trasformazione dei )vede l’evoluzione qualcosa di non necessario e vincolato da vincoli esterni,ma invita piuttosto a ricercare il meccanismo in dinamiche interne ai viventi..
      Grassè a mio avviso passa per la metafica e sfocia nel Lamarchismo e pertanto,a mio avviso,questo libro deve aggiungere riflessioni su problemi che presenta la teoria darwiniana(neodarwiniana)nello specifico fossili e meccanismo evolutivo in questo caso.
      A qualche anno da quel libro Grassè dichoarò comunque di essere d’accordo col pensiero evoluzionista,che l’embriogenesi dava utili informazioni a riguardo etc etc..
      spiegando che Lamarck,che patriotticamente cerca di identificare,magari a ragione,come il padre della tdE,potrebbe venir considerato,cioè la sua teoria potrebbe essere considerata , un modo di pensare, di comprendere la natura, piuttosto che una dottrina rigida interamente orientato verso la spiegazione dell’evoluzione.
      Insomma Grassè in buona sostanza,magari da quel libro non può ben comprendersi,puntualizza che dietro l’evoluzione ci sono meccanismi importanti non chiari.Anche questo con le 2 cose di cui sopra son cose importanti su cui riflettere dalla lettura di quel libro.

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