Perchè proporre l’Asino d’oro a Dario Fo?

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Il premio Asino d’oro non è uno strumento goliardico ma un mezzo per segnalare errori reiterati e comportamenti non aperti alla critica.

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E il caso della Biston betularia è uno dei più segnalati e reiterati, ma cosa ancor più grave, insegnato nelle scuole. 

 

Una breve esposizione del perché fu istituito il premio Asino d’oro è stata recentemente fatta dal prof. Paolo Diodati sul blog L’universo in clessidra del giornalista scientifico Andrea Macco, ne riportiamo un passaggio:

… inserirei nella Storia che stai allestendo, una voce tipo “Perché fu istituito un premio come l’Asino d’oro”. Le ragioni le ricorderai, perché fui io a contattarti, prima che il premio fosse istituito. In tale voce si darebbe a Cesare quel ch’è di Cesare. Non vorrei appropriarmi di meriti non miei perché, con l’aggiunta della recentissima nomina avuta da Battiston a Presidente della Commissione, tali eventuali meriti non corrisponderebbero alla realtà dei fatti.

Il merito, infatti, fu nell’ordine, di Odifreddi, dell’allora direttore Enrico Bellone e di Marco Cattaneo, allora, credo, vice-direttore. Se questi due ultimi avessero provveduto a fare il loro dovere scientifico e morale, rettificando gli strafalcioni scritti in Sette volte sette, come inizialmente promesso da Cattaneo (conservo la corrispondenza), non mi sarebbe mai venuta in mente una simile iniziativa. Ma le correzioni furono vietate dall’autore che non voleva s’incrinasse la sua papalina fama d’infallibile.

 Il fine e lo spirito dell’iniziativa è dunque quello di portare all’attenzione quei casi in cui vengano fatte dell dichiarazioni scientificamente errate che, anche dopo ripetute segnalazioni, non vengono rettificate. Nel caso della farfalla Biston betularia siamo di fronte ad una di quei casi paradigmatici che vengono riportati come esempio di selezione naturale ma che troppo spesso vengono fatti passare per casi di evoluzione, proprio come è capitato a Dario Fo.

E correlata a questo fatto, va segnalata l’erronea definizione di evoluzione come  un cambiamento delle frequenze alleliche in una popolazione attraverso le generazioni“, erronea in quanto jn cambiamento delle frequenze alleliche in assenza delle comparsa di nuovi caratteri non può portare a qualcosa che non fosse già presente nella popolazione iniziale:

E così, proprio mentre vengono organizzate iniziative sulla correttezza dell’insegnamento (Scienza e pseudoscienza a scuola. Incontro nazionale a Orvieto) non si vogliono affrontare le inesattezze ripetute su innumerevoli edizioni dei libri di testo pre e post riforma.

Ecco dunque che un personaggio come Fo, un Nobel per la letteratura, diventa lo strumento di amplificazione di un errore che difficilmente verrà rimosso dal retroterra culturale di intere generazioni. La responsabilità di un premio Nobel verso la società è alta e non ci si può permettere di diffondere errori.

E qui interviene lo spirito dell’Asino d’oro che, come abbiamo visto, è principalmente quello di riparare agli errori che per inerzia, ostinazione o cattiva volontà non vengono corretti anche dopo ripetute segnalazioni

L’attribuzione del premio consentirebbe quindi di richiamare l’attenzione sulla questione della confusione sui libri scolastici, un problema che non si vuol vedere.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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