Bill Gates vuole un condom 2.0 (nascono ancora troppi africani…)

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Non contento di sfornare continuamente nuove versioni dei suoi software, Bill Gates adesso vuole anche il condom 2.0.

 

Sembra infatti che con quelli attuali nascano ancora troppi esseri umani, soprattutto africani.

 

 

 Meno di un anno fa la Gates Foundation decideva di risolvere i problemi della povertà inondando di profilattici i paesi del Terzo mondo, come segnalato su CS-Asse del male: Governo britannico e Gates Foundation, ma evidentemente l’iniziativa non deve aver dato i risultati attesi, tanto da convincere il boss in persona della necessità di ricorrere a nuove tecnologie.

 E così, come prontamente riportato sul Corriere della Sera del 24 marzo nell’articolo “Bill Gates, 100.000 dollari a chi inventa  il preservativo che fa venire voglia di usarlo“, Gates ha deciso di istituire un premio per chi inventi una nuova versione del condom con caratteristiche innovative tali da rendere desiderabile il suo non gradito regalo. L’impresa non sarà facile, non sembra infatti credibile che l’impiego di nuovi materiali come il grafene o altri ritrovati della NASA possano cambiare di molto la situazione, chissà, qualcuno  potrebbe studiare il modo di fare una “App” per gli smartphone che applichi automaticamente lo scomodo dispositivo anticoncezionale (ma attenti a non farla partire inavvertitamente mentre siete al lavoro, se no sai che imbarazzo), oppure qualcuno potrebbe proporre di integrare in qualche modo il condom con Windows 8, sperando che non si impalli tutto…

 Ma lasciando agli inventori il compito di trovare una soluzione, l’unica cosa che emerge da questa notizia è la conferma dell’impegno malthusiano di una delle realtà economicamente più potenti del pianeta, anche se pubblicamente Gates ha sempre cercato di negare questa sua attività, come affermato in un’intervista a Forbes nel novembre 2011:

 Bill Gates’ plan to eradicate disease stems from a bold concept: The demographic theories of Thomas Malthus, generally accepted for the past two centuries, are wrong. Specifically, that subsistence eventually translates into population growth, and population growth eventually translates into misery.

Gates dichiara dunque che la teoria malthusiana, secondo la quale l’assistenza ai poveri si traduce in aumento della popolazione, e che questa a sua volta generi altra miseria, è errata. Bene, non può che farci piacere.

Ma cosa propone Gates per superare la “ricetta” malthusiana? Lo troviamo sempre nell’intervista su Forbes:

So in 1997, when he and Melinda first ventured into public health—their eponymous foundation would come into being in two years—they focused on birth control, funding a Johns Hopkins effort to use computers to help women in the developing world learn about contraception. 

Quindi la soluzione che Gates propone per andare oltre il paradigma malthusiano è malthusiana!

Gates vuol far credere che il malthusianesimo consista solo nel negare l’assistenza ai poveri, cosa che oggi sarebbe assolutamente impopolare anche se di fatto attuata, e confidando su una generale ignoranza dell’argomento al limite dell’insulto all’intelligenza, vuol far credere che il controllo delle nascite non sia una soluzione malthusiana.

E per togliere ogni dubbio basta leggere ancora l’articolo del Corriere della Sera:

La Bill and Melinda Gates Foundation, che dispone di circa 29 miliardi di dollari, si chiede perciò: è possibile sviluppare un preservativo di prossima generazione che aumenti il piacere e il comfort? Uno che gli uomini utilizzano con più acutezza? Se sì, i benefici per la salute globale sarebbero enormi, in particolare nei paesi dell’Africa e dell’Asia. Il concorso è stato lanciato nell’ambito del «Grand Challenges in Global Health», iniziativa che prevede finanziamenti a coloro che «esprimono idee audaci, altamente competitive e con un approccio non convenzionale per portare significativi progressi alla salute nel mondo e, in particolare, ai Paesi in via di sviluppo».

E così il condom 2.0  servirà a portare la ‘salute’ specialmente in Asia, Africa e nei paesi del Terzo mondo in generale.

Ma basta tradurre questa “neolingua” per vedere la verità, la “salute” è infatti un termine simile a quello impiegato nelle “missioni di pace”: quello che porta la Gates Foundation nei paesi poveri sta alla “salute” come gli M16 dei marines in Iraq e Afghanistan stanno alla “pace”.

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 La politica di cui si fa alfiere Gates limitando le nascite impedisce ai paesi poveri di raggiungere quella “massa critica” di popolazione indispensabile per uno sviluppo economico.

La Gates Foundation, come molte ONG, fa a tutti gli effetti politica attiva in paesi esteri, un’attività che va denunciata come un’ingerenza non democratica negli affari interni di Stati che dovrebbero essere sovrani.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

2 commenti

  1. Matteo Dellanoce on

    Neocoloniasmo mascherato da buonismo!
    Matteo Dellanoce

    Di tutte le tirannie, quella esercitata per il bene delle sue vittime può essere la più oppressiva. Meglio vivere sotto i baroni ladri che sotto onnipotenti e moralisti ficcanaso. La crudeltà del barone ladro può talvolta assopirsi, la sua cupidigia può ad un certo punto essere saziata; ma quelli che ci tormentano per il nostro bene ci tormenteranno senza fine, perchè lo fanno con l’approvazione della loro coscienza.
    C. S. Lewis ” The Humanitarian Theory of Punishment” in Walter Hooper, God in the Dock; Essays on theology Ethics, Erdemans publishing comapny, 1970, pg 292

    • Grazie Matteo, non conoscevo questo passo di Lewis.
      Da profondo conoscitore della società del suo tempo, in cui prendeva forma il darwinismo sociale, ne ha visto e denunciato i pericoli, in questo senso un’opera fondamentale è stata svolta anche da Chesterton di cui non si raccomanderà mai abbastanza la lettura.

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