Ballon d’essai per Papa Bergoglio

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Jorge Mario Bergoglio sulla rivista Focus online

 

Quando Jorge Mario Bergoglio è diventato Papa ha inceppato la macchina del fango che era all’opera contro Josef Ratzinger.

 

Da alcuni segnali si intuisce che si cerca un nuovo punto su cui colpire, si cerca di saggiare le sue reazioni o, forse, di provocarlo.

 

 Si è già detto in un articolo apparso su CS di come all’indomani dell’elezione di Papa Francesco si sia subito parlato positivamente del suo interesse verso le scienze prendendo come spunto i suoi passati studi di chimica. Un riconoscimento che appare da subito come un “boccone avvelenato”, infatti affermare che qualcuno “ami” la scienza solo perché da giovane ha studiato da perito chimico, sa un po’ di presa in giro, come se nella Chiesa cattolica questo fosse il massimo che ci si può aspettare nel campo della scienza.

 Come esposto nell’articolo precedente di CS, il 13 marzo l’autorevolissima rivista Scientific American a lanciare i primi segnali con un articolo in cui si affermava:

 E ‘probabile che il punto di vista del nuovo papa sulla scienza sia piacevolmente moderno e riflessivo, ma è anche probabile che sia perfettamente in linea con quello dei suoi predecessori. Per quanto ne sappiamo, le sue opinioni su aborto o l’evoluzione potrebbero essere contrarie a tutto ciò che sappiamo di scienza. Il nuovo Papa è un gesuita e un chimico, ma è anche un essere umano che deve conformarsi alle opinioni di più di un miliardo di suoi seguaci in tutto il mondo.

 Come si vede un articolo pieno di errori grossolani, come quello che l’aborto avrebbe chissà quale giustificazione scientifica, da notare poi l’abbinamento con l’evoluzione. Agli errori scientifici si aggiungeva poi quello dottrinale che dipinge un Papa succube di una specie di “Auditel” per cui le sue decisioni sarebbero dettate dalle opinioni dei seguaci.

 A questo primo passo è seguito poi quello dell’antica e rispettata Nature, che il 19 marzo pubblicava un secondo articolo su Papa Bergoglio:

Inoltre, recenti papi hanno aumentato notevolmente gli sforzi per avviare un dialogo con gli scienziati su una serie di questioni, dalla ricerca sulle cellule staminali embrionali e le colture geneticamente modificate, alla fecondazione in vitro, l’aborto e l’eutanasia – e in futuro senza dubbio si incrementerà quello sui progressi nel campo delle neuroscienze e della genetica, tra cui lo screening prenatale.

Gli scienziati che hanno preso parte a tali discussioni raccontano di dibattiti stimolanti e costruttivi, con la Chiesa aperta a alle idee e spesso al cambio di dottrine come risultato. Un’eccezione dannosa è la sua lunga data opposizione all’uso del preservativo per prevenire la diffusione del virus HIV, e si può solo sperare che il Papa Francesco avrà un approccio più illuminato.

 L’articolo di Nature riportava da pare sua delle evidenti inesattezze inducendo a pensare che la Chiesa cattolica sia aperta al “cambio di dottrine” su principi non negoziabili come quelli legati alle staminali embrionali, l’eutanasia, l’aborto e, dulcis in fundo, l’uso del preservativo.

 Ed ecco che a questi due passi il 4 maggio se ne è aggiunto un ulteriore, sempre da parte della rivista Lancet, la quale ha avanzato la proposta di un’intervista a Bergoglio sul tema dell’AIDS, un’intervista che però, nonostante l’incipit, non sembra davvero partire col piede giusto:

La richiesta era sincera. Nel corso di una conferenza internazionale sull’AIDS tenutasi nel 2012 a Washington D.C. era stata svolta una seria e ponderata discussione circa il ruolo della Chiesa nella cura della salute. Le esclamazioni alla Richard Dawkins contro la religione, non importa quanto profondamente possano apparire basate sulla scienza, non sono state di particolare aiuto. Per il fatto che la Chiesa cattolica è la più grande organizzazione sanitaria non governativa al mondo…

Da quanto riportato all’inizio dell’articolo, secondo la rivista Lancet le posizioni contro la religione, come quelle del noto cattofobico Richard Dawkins, potrebbero anche essere scientificamente fondate, ma con la Chiesa bisogna confrontarsi perché si tratta della più grande organizzazione sanitaria al mondo. Ma con tali premesse la proposta di intervista offerta a Bergoglio si sarebbe facilmente trasformata in una specie di interrogatorio sulle sue posizioni contro l’aborto e altri temi legati alla bioetica.

L’invito è stato formulato in un modo tale da mettere comunque in dubbio l’immagine filo scientifica di Papa Francesco, infatti se egli avesse accettato sarebbe stato messo in difficoltà sui principi non negoziabili, se non avesse accettato, come di fatto è stato, si è quantomeno messo in dubbio quell’amore per la scienza col quale Papa Francesco è stato presentato dai media.

 Per ora siamo alle schermaglie tattiche, ma sembra proprio che da parte di settori ideologizzati del mondo scientifico si stiano studiando le mosse di Francesco I, e forse cercando di preparare il terreno a future critiche. Al riguardo la situazione sembra convergere con quella descritta recentemente su L’Espresso da Sandro Magister:

Questa benevolenza dei media nei confronti di papa Francesco è uno dei tratti che caratterizzano questo inizio di pontificato.

La soavità con cui egli sa dire le verità anche più scomode agevola questa benevolenza.

Ma è facile prevedere che prima o poi essa si raffredderà e lascerà il passo a un riaffiorare delle critiche.

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Dice Magister: “è facile prevedere che prima o poi essa (la benevolenza) si raffredderà e lascerà il passo a un riaffiorare delle critiche“, questa è dunque la previsione.

E l’atteggiamento di Lancet e Nature conferma che esistono dei segnali in tal senso.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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