Clima: tutto e il contrario di tutto. Ma guai a dissentire.

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Il dibattito sul clima, a differenza delle temperature del meteo, è infuocato.

Un articolo sulla Bussola Quotidiana.

 

Aumenta la CO2, caccia al colpevole che non c’è

 

Aumenta la CO2, caccia al colpevole che non c’è
di Stefano Magni24-08-2013

Il 2 agosto scorso, il sito di GreenReport pubblicava l’articolo/appello: “Non tagliate i vecchi alberi: assorbono la metà della CO2 delle foreste pluviali”. L’articolo si basa su uno studio pubblicato su “Global Ecology and Biogeography”. Una ricerca che, secondo gli autori: «Si annuncia importante fin dalla partecipazione di decine di ricercatori di 40 istituzioni scientifiche e mantiene le sue promesse». Il titolo già dice tutto. I vecchi alberi, le vecchie foreste, trattengono più anidride carbonica, dunque servono a combattere meglio il fenomeno del “riscaldamento globale”. « … i grandi alberi nelle foreste tropicali stoccano fino alla metà della biomassa fuori terra (Above ground carbon – Agc), ribadendo la loro importanza per contrastare il cambiamento climatico. I dati provengono dallo studio di quasi 200.000 alberi in 120 siti di foresta pluviale di pianura in Africa, Asia ed America Latina. Lo stoccaggio di carbonio nei grandi alberi varia tra le diverse regioni che ospitano foreste tropicali, ma è importantissimo in tutte le foreste naturali». Anche quelle in Europa, si intende.

Nemmeno tre settimane dopo, il 19 agosto, veniva “strillata” da tutte le agenzie un’altra notizia sulla CO2: le vecchie foreste (dunque: i vecchi alberi di cui sopra), in Europa, sarebbero prossime alla saturazione. Non riescono più ad assorbire la CO2. Lo rivela uno studio pubblicato sull’autorevole “Nature Climate Change”. Dunque, per combattere al meglio il riscaldamento globale, si deduce che occorra far piazza pulita di vecchi alberi e piantarne di nuovi. Ringiovanire le nostre foreste. Ed è quello che suggerisce uno degli autori dello studio, Gert-Jan Nabuurs dell’università olandese di Wageningen, in un’intervista alla Bbc. Pur suggerendo di preservare le vecchie foreste nel nome della tutela della biodiversità («Le vecchie foreste sono necessarie e i responsabili delle politiche nazionali ed europee devono privilegiare la tutela della biodiversità in quelle regioni dove le foreste forniscono habitat di grande pregio»), ai fini della lotta al riscaldamento globale suggerisce che: «In altre regioni, tuttavia, forse è tempo di tornare a concentrarsi sulla produzione del legno e sul ringiovanimento delle foreste. In questo modo si può garantire la crescita delle foreste e la loro funzione di assorbimento di carbonio, insieme a un flusso continuo di legname». Mano all’ascia, dunque. Serve legna e, al tempo stesso, alberi giovani che impediscano l’aumento della temperatura.

Per un profano che legge queste due notizie, a meno di tre settimane l’una dall’altra, può sembrare che i due gruppi di ricercatori stiano dicendo l’uno l’opposto dell’altro. E in effetti è così. Non c’è alcun malinteso. Gli uni sostengono che i vecchi alberi siano il migliore antidoto al “global warming”, gli altri dicono che, per lo meno in Europa, si dovrebbe farne legname. A meno di non preservarli nei parchi naturali, dove e quando è possibile.

Ma chi non si ritiene sufficientemente confuso sappia che, fra queste due notizie, ne era uscita una terza, a metà agosto, secondo cui l’aumento della CO2 ha un’altra causa ancora: eventi climatici estremi. Secondo una ricerca, pubblicata su “Nature”, del gruppo coordinato da Markus Reichstein, dell’Istituto tedesco Max Planck per la Biogeochimica a Jena, sono i lunghi periodi di siccità, le ondate di calore, forti piogge e tempeste violente, a causare l’anomalia. A causa di questi fenomeni, secondo questo studio, gli ecosistemi terrestri (fra cui le foreste) assorbono circa 11 miliardi di tonnellate di CO2 in meno ogni anno rispetto a quanto dovrebbero. Abbattiamo i vecchi alberi o li preserviamo, allora? Che siano vecchi o giovani, gli alberi non cambiano lo scenario, non c’entrano nulla: se sono sottoposti a eventi estremi svolgono meno il loro lavoro di “spugne” della CO2. In questo scenario l’uomo può fare ben poco. Per sicurezza, lo studio pubblicato su “Nature” ritiene che si debba evitare la deforestazione.

Tutti questi studi, oltre che essere approfondimenti della conoscenza scientifica in sé, hanno uno scopo pratico ben preciso: suggerire ai politici cosa fare per evitare il riscaldamento globale. Ma un politico cosa dovrebbe mai imparare? Di preservare i vecchi alberi, anzi no: tagliarli. Anzi no: non ci puoi fare niente, perché sono eventi climatici eccezionali che stanno aumentando le emissioni di CO2. La scienza, per sua stessa ammissione, procede per tentativi ed errori.

Su una sola cosa sembrano tutti d’accordo: il riscaldamento globale è in atto. Ecologisti e scienziati impegnati, schiumanti di rabbia, suggeriscono di incarcerare chi nega questa “verità”, equiparando il negazionismo del Global Warming a quello dell’Olocausto. Chiunque provi a dire il contrario, su un qualsiasi forum di Internet, viene sommerso di insulti. Per esempio, nel 2007, Timothy Ball, un ex professore di climatologia all’università di Winnipeg in Canada, ha ricevuto cinque minacce di morte via email da quando ha reso note le sue perplessità sul grado in cui l’uomo starebbe contribuendo al cambiamento climatico.

Eppure in Russia (che ormai è terra di bastian contrari su tutto: sull’omofobia, sulla Siria, sulle tasse …) si sta affermando, negli ambienti scientifici locali, la tesi del Global Cooling: andiamo verso il raffreddamento globale.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

6 commenti

  1. a proposito di tim ball
    1) è un geografo, non un climatologo
    2) le sue uniche pubblicazioni piu o meno affini al tema su riviste scientifiche sono degli anni’80
    3)qui una chicca sul personaggio che serve a inquadrarlo al meglio, che ha costretto il direttore del giornale a scusarsi con lo scienziato che era stato attaccato dal buon Tim (a proposito di dissentire):

    http://www.desmogblog.com/canadafreepress-apology-weaver

    Da allora tutti i suoi articoli sono stati cancellati dal giornale canadese.

    ps: scienziati come Mann, Jones e Hansen ricevono centinaia di minacce di morte e di insulti quotidianamente. Sono stati perfino citati in giudizio per frode da noti repubblicani ultraconservatori, salvo poi aver sempre vinto davanti al giudice. Bufala del climategate compresa
    Saluti

    • Grazie per le notizie su Tim Ball.
      Le vicende personali di Ball sono comunque un aspetto secondario della questione, molto più rilevante il fatto che sia stata fatta, nientemeno che sulla rivista Science e dal climatologo dell’IPCC Michael Mann (che lei indica come vittima), la richiesta di considerare come un crimine il “negazionismo” climatico, cioè le posizioni di chi contesta le conclusioni dell’IPCC.
      http://www.enzopennetta.it/2012/05/critiche-allagw-dal-negazionismo-ai-crimini-contro-lumanita/

      Resta quindi valido il fatto che ci sia un’intimidazione nei confronti della critica.

      E restano validi gli argomenti contenuti nell’articolo e sui quali infatti neanche lei solleva obiezioni.

      Saluti

      • scusi la pignoleria…

        1) Mann sembrerebbe aver affermato che è da criminali (contro l’umanità è probabilmente esagerato) entrare nella posta privata di scienziati e pubblicarne il contenuto. Non che lo scetticismo sia un crimine
        2) Lei parla della rivista Science….dove Science avrebbe affermato ciò? Non è che sta confondendo la rivista di divulgazione scientifica dell’Espresso con la rivista scientifica Science?

        • Nessuna pignoleria, giusto precisare…
          le dichiarazioni di Mann sono sul furto di email, ma è anche abbastanza evdente che non può essere il reatodi furto di corrispondenza a meritare l’accusa di “crimine contro l’umanità”, è proprio l’aver reso pubblico lo scandalo climategate e quindi le manipolazioni sul “consenso” il crimine contro l’umanità. Che poi lei reputi il climategate una bufala può essere oggetto d controversia, ma questo non toglie in ogni caso che per Mann aver diffuso dati contro la tesi dell’AGW è un crimine contro l’umanità.

          Giusta precisazione quella su Science, leggasi “Le Scienze”. Chiedo scusa per la svista.
          Una rivista che è comunque la versione italiana di Scientific American e facendo capo al gruppo Repubblica l’Espresso non è esattamente un giornalino di quartiere.

          • Sulla rivista era pura pignoleria, da scienziato rompiscatole. Concordo che “Le scienze” sia cmq rivista importante, anche se solo di divulgazione.

            Sul climategate non lo dico io (che pure molte di quelle mail le ho lette e ho un mio parere che sostiene la tesi della bufala, quantomeno per le note faccende del “trick” e dell'”hide the decline”), ma diverse commissioni di inchiesta.

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