Radio Globe One: Darwin Day?

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Origine e significato dei Darwin day.

 

Qual è oggi l’eredità di Darwin?

 

 

Ogni anno si celebra Cherles Darwin e con lui la sua ipotesi, lo studioso viene esaltato come l’uomo che ha rivoluzionato la scienza e l’interpretazione della nostra origine e del nostro sviluppo. 

 
La verità, però, è un’altra e oggi, infatti, la sua ipotesi è stata rimaneggiata, cambiata, ridimensionata senza però essere confermata dai dati sperimentali… Perchè viene così esaltata la sua figura?
 
in diretta su www.radioglobeone.it dalle 12.30 alle 13.30 Fabrizio Fratus e Enzo Pennetta si divertiranno a spiegare le motivazioni per cui ancora oggi si elogia l’inglese di  Shrewsbury

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

11 commenti

  1. Giorgio Masiero on

    Darwin continua ad essere celebrato per lo stesso motivo per cui si continua ad insegnare, dopo un secolo di relatività, il sistema di Copernico come se fosse “vero”, e non invece per quello che è: un’utile descrizione matematica (derivante dal fatto che il Sole è grosso rispetto agli altri corpi). E il motivo comune per cui si insegna un inutile Darwin ed un sorpassato Copernico è filosofico, naturalistico, anti-umanistico: scalzare l’uomo dalla sua posizione nel centro dell’Universo.

    Questi neanche si accorgono che, più alzano la voce per convincerti, più si contraddicono mostrando di essere “umani”, cioè unici, nonostante la loro illogicità.

    L’uomo è il centro ed il culmine dell’Universo, come ha mostrato in pagine stupende Pascal, perché batte l’Universo che nemmeno sa di esistere, perché ne è l’autocoscienza, quel vertice del cosmo intero in cui la natura prende coscienza di sé. “L’uomo è quel microcosmo che tiene insieme l’intera creazione” (J. Milbank). Cambierò idea sulla centralità dell’uomo quando incontrerò una specie aliena razionale. Ma “se ci sono, perché non sono già qua?” (Fermi).

  2. Gentile Giorgio,
    seguendo la sua interessante riflessione, se è vero che l’uomo è’ il centro dell’Universo allora perché sono sbagliate le teorie geocentriche? Verrebbe da supporre il contrario. Non trova?

      • p.s.
        l’antropocentrismo comunque ha ben poco,in verità, a vedere con il geocentrismo..

    • Giorgio Masiero on

      Caro Francesco, dal punto di vista della relatività (e quindi della fisica), le teorie geocentriche non sono più “sbagliate” di quanto non siano quelle “eliocentriche” o con centro in Giove o in Alfa Centhauri o in SN1994D. Né le une sono più “vere” delle altre. E’ solo questione di comodità matematica nella scelta del sistema di riferimento (O,x,y,z,t) per descrivere dinamicamente una regione Z dell’Universo. Secondo Lei, che “teoria”, cioè che sistema di riferimento, scelgono i piloti aerei o i ragazzi quando giocano a battaglia navale?!
      Dal punto invece della cosmologia e dell’astronomia, nel nostro Universo osservabile di 14 mld di anni di età e di raggio uguale a 14 miliardi di anni luce, “noi” stiamo esattamente al centro: come mai?

      • LawFirstpope on

        Però professore, mi corregga se sbaglio (o se sono impreciso), ho sempre avuto questo dubbio al riguardo: non ci sono dei “limiti” nella scelta di questo sistema di riferimento?
        Se io per esempio scegliessi come s.r. la terra e considerassi questa fissa con il resto dell’universo che gira intorno, le stelle più lontane da noi non supererebbero (in termini di velocità relativa) la velocità della luce? Come si risolve in termini fisici (o forse matematici?) il ‘problema’, in questo caso?

    • Carissimo Francesco, non so se ho ben capito la domanda, comunque provo a rispondere.
      Quello che posso dire è che da un punto di vista dello spazio non esiste un centro, quindi non ha più senso parlarne, mentre da un punto di vista filosofico l’essere umano essendo l’unico osservatore cosciente (fino a prova contraria) è di fatto l’unico osservatore in assoluto e quindi può considerare la propria posizione il centro.

  3. Enzo e Giorgio,
    grazie per le risposte, entrambe interessanti anche se non coincidenti. Enzo dice infatti che non esiste un centro nello spazio, mentre Giorgio sostiene, se ho ben capito, che noi siamo nel cento esatto di un raggio di 14 miliardi di anni luce. Non ho competenze scientifiche in materia, per questo mi interessava il vostro parere sulla possibilità di una, in qualche modo, “coincidenza” tra centralità filosofica e centralità cosmologica (o astronomica) dell’uomo rispetto all’Universo.

    • Giorgio Masiero on

      No, Francesco, non c’e’ differenza tra me ed Enzo. Lui parlava di assenza di centro geometrico, ed io confermo: il punto O nel sistema di riferimento (O,x,y,z,t) e’ sempre convenzionale. Io ho detto che ci troviamo al centro dell’Universo OSSERVABILE, e questa e’ un’ovvieta’ derivante dall’evidenza filosofica che, come diceva Enzo, noi siamo l’unica specie che fa osservazioni scientifiche!

  4. Giorgio,
    quindi, se ho ben capito, possiamo dire che la terra è al centro dell’Universo Osservabile nel senso che noi umani siamo l’unica specie, sino ad ora, ad osservare. In questo ragionamento mi sembra risulti così decisivo il “punto di vista”. Che però nel nostro caso, cioè di noi umani, non è una convenzione, bensì una evidenza non confutabile (almeno sino a quando non scopriremo altre forme di vita intelligenti).
    Ho ben compreso?

    • In astronomia si assume il principio cosmologico secondo il quale l’universo è isotropo, cioè l’aspetto non deve dipendere dalla posizione dell’osservatore. Questo sarebbe possibile ipotizzando che l’universo sia analogo alla superficie sferica (a cui si riferiva l’intervento di Leonetto).
      Se infatti ci poniamo sulla superficie terrestre non esiste una città che sia il centro del mondo, ma al tempo stesso da ogni punto della terra possiamo dire di essere al centro dell’orizzonte osservabile.
      Non è quindi il luogo a renderci centrali geograficamente, ma è il fatto di essere degli osservatori che rende centrale per noi il nostro riferimento.

      Dire in conclusione che la vecchia diatriba sulla centralità o no della terra, semplicemente non aveva senso in quanto basata su una concezione errata dell’universo e del concetto di osservatore.

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