Virus: è utile l’approccio evoluzionista in medicina? -2-

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“Prevedere l’evoluzione del virus dell’influenza” titola Le Scienze riprendendo un articolo di Nature.

 

Ma non si tratta di una vera previsione basata sulla teoria dell’evoluzione, che resta inadatta a farne.

 

La notizia è finita anche su La Stampa in un articolo che inizia nel seguente modo:

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Colonia, Germania, ha sviluppato un modello che predice con successo l’evoluzione delle popolazioni del virus dell’influenza da un anno all’altro. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.  

Un’introduzione non molto diversa da quella che è possibile trovare su Le Scienze:

Analizzando le quasi quattromila mutazioni registrate fra il 1968 e il 2012 nel gene che controlla una proteina chiave del virus dell’influenza, l’emoagglutinina, un gruppo di ricerca tedesco ha messo a punto un modello che permette di prevedere con buona approssimazione l’evoluzione dei ceppi virali, aprendo la strada alla produzione di vaccini annuali più efficaci.

 

La notizia di una prevedibilità nell’evoluzione biologica di un virus rappresenterebbe il superamento ad una delle obiezioni più gravi che si possono fare alla teoria neodarwiniana, quella di non essere propriamente una teoria scientifica in quanto incapace di consentire previsioni. E’ dunque importante verificare cosa si intenda nello studio pubblicato su Nature per “previsione”.

Già ad una prima lettura dell’articolo di Le Scienze si comprende però come più che di una vera previsione si tratti di uno studio su mutazioni avvenute negli anni precedenti:

Per il loro modello evolutivo, Luksza e Lässig hanno usato i dati del National Center for Biotechnology Information a Bethesda relativi a 3944 modificazioni osservate fra il 1968 e il 2012 nelle sequenze del gene per l’emoagglutinina virale – una delle proteine chiave del processo di infezione – che, come una sorta di rampino, permette al virus di agganciarsi e iniettare il proprio genoma nella cellula ospite. 

In base a quanto avvenuto in passato si cerca quindi di calcolare cosa potrebbe avvenire a partire da una data situazione, se certamente si tratta di una previsione è anche vero che non è un vero modello che simula cosa esattamente avverrà, proprio perché si tratta di mutazioni casuali, si tratta più di una casistica che aiuta a capire quale sarà la mutazione più probabile in base alle precedenti esperienze.

Ma questa prevedibilità non assoluta (76%) ottenuta su base statistica viene però pagata a caro prezzo in quanto al tempo stesso si riconosce che con una serie di 3944 mutazioni del gene perl’emoagglutinina virale, sempre emoagglutinina virale si è ottenuta.

Non solo, continuando ad accumulare mutazioni sembra che si finisca in una serie circolare di fenotipi del virus influenzale che finiscono col dimostrare come le mutazioni producano solo microevoluzione e come la selezione che realmente si verifica sia stabilizzante e non direzionale, come la teoria neodarwiniana invece prevede.

Le mutazioni deleterie spingono quindi i virus verso il ceppo originario, quelle vantaggiose si succedono senza però portare ad un vero carattere nuovo: il virus dell’influenza nonostante 3944 mutazioni accertate si ostina a restare un virus dell’influenza.

L’unica previsione certa che è possibile fare sulla base delle passate esperienze è che le mutazioni del virus influenzale, per quanto numerose, non produrranno nei prossimi anni nuove specie di virus, cioè macroevoluzione.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

27 commenti

  1. “L’unica previsione certa che è possibile fare sulla base delle passate esperienze è che le mutazioni del virus influenzale, per quanto numerose, non produrranno nei prossimi anni nuove specie di virus, cioè macroevoluzione.”

    ?????????????????????!!!!!

    Se questa è la conclusione la scienza è messa male,qualcuno mi spieghi che razza di “previsione” è.Come è possibile logicamente proprio fare una previsione del genere,in termini scientifici ed epistemici.Addiritura sarebbe “certa”!!!

    Lo riposto

    http://it.wikipedia.org/wiki/Fallacia_dello_scommettitore

    1)Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
    2)Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché non si è verificato per un periodo di tempo;
    3)Un evento casuale ha più probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;
    4)Un evento casuale ha meno probabilità di verificarsi perché si è verificato di recente;

    ?????!!!!!

    Non ditemi che le mutazioni hanno “possibilità di memoria” ma allora come fanno a essere aleatorie?

    Che diavolo vuol dire “passate esperienze” quindi si “verificherà o non si verificherà”?

    • Quella conclusione,che è quella con cui Enzo tira le somme, è invece sensata e scientifica ed attinente ad i fatti.
      Direi che visti i numeri esprimere una determinata certezza è più che corretto..o credi Roberto che da quanto si può prevedere in base ai fatti esistono probabilità concrete di una macroevoluzione dei virus attraverso mutazioni?
      Io concordo assolutamente con Enzo.

      • Non è questo, è la conlusione dello studio,che parte da un modello matematica che ricalcola le probabilità con un modello che basa l’assunto su variabili dipendenti e non indipendenti.

        “In base a quanto avvenuto in passato si cerca quindi di calcolare cosa potrebbe avvenire a partire da una data situazione”

        Relativamente allo studio,è lo studio che è privo di significato,perchè l’unico modo per fare un’affermazione simile è sapere già quali sono tutte le mutazioni possibili e poi escludere quelle “già uscite.”

        E quindi delle due una:

        O tali eventi sono dipendenti ma allora non sono aleatori o sono aleatori ma allora devono essere indipendenti.

        • Allora il commento precedente non c’entra ‘niente’.Ok.
          In riferimento al nuovo invece ovviamente lo studio non è privo di significato.
          È un comune modo di studiare fenomeni aleatori(che si possono studiare benessimo)mendiante la statistica e la probabilistica.

          Infine questo periodo è semplicemente non valido in generale:
          “O tali eventi sono dipendenti ma allora non sono aleatori o sono aleatori ma allora devono essere indipendenti.”

          Dipendente non è sinonimo di deterministico.
          Si possono tranquillamente realizzare modelli per studiare fenomeni aleatori dipendenti sia da alcuni paramentri anch’essi aleatori o anche no.
          Ci sono diverse distribuzioni che partono da parametri osservati e danno in risultato una percentuale di probabilità.

          • Affermi:Allora il commento precedente non c’entra ‘niente’.Ok.

            La referenza della conclusione è allo studio quindi c’entra.

            Affermi:È un comune modo di studiare fenomeni aleatori(che si possono studiare benessimo)mendiante la statistica e la probabilistica.

            Ma questi possono essere studiati solo fissando variabili dipinendenti quindi a priori di qualsiasi fenomeno aleatorio,dunque non sarebbero preditibili,nella stessa maniera in cui tu non sai che gruppi di combinazioni usciranno nei prossimi 9 anni all’enalotto.

            Affermi:Dipendente non è sinonimo di deterministico.

            Non è una mia affermazione non ho affermato che è deterministico,ma che è impreditibile.Mentre aleatorio implica indipendente

            Per aleatorietà (dal latino alea, dado) si intende la caratteristica di un evento il cui verificarsi non dipende da nulla di ben definibile.

            “Ci sono diverse distribuzioni che partono da parametri osservati e danno in risultato una percentuale di probabilità.”

            Dove hai osservato tutti gli eventi possibili delle mutazioni?Perchè comunque è necessario darmi l’insime degli eventi possibili.

            Nel caso del dado da 1 a 6,nel caso delle mutazioni qual’è l’insieme degli eventi possibili?

      • La conclusione è evidentemente la mia.
        Lo studio non dice espressamente in nessuna parte che l’unica previsione certa è che il virus dell’influenza resterà un virus dell’influenza, questo lo deduco dal fatto che nessuna delle previsioni lascia aperta la possibilità che non serva un vaccino antinfluenzale perché il virus nel frattempo è diventato un’altra cosa.

    • Penso che la ‘previsione’ ottenibile dallo studio delle serie precedenti abbia la stessa valenza delle previsioni del tempo che si possono provare a fare con una database di situazioni analoghe, fermo restando che trattandosi di fenomeni caotici al variare anche minimo delle condizioni iniziali la divergenza nel tempo sarà elevata.

      Non si tratterebbe quindi (sempre che io abbia bene interpretato lo studio) di prevedere eventi aleatori sulla base di una presunta ‘memoria’ degli eventi già verificati, ma di restringere il ventaglio di situazioni che si possono verificare a partire da una determinata situazione iniziale.

      • Guardo prof pennetta che assenza di memoria,magari ho usato un termine formale ambiguo, e restringere quel ventaglio di probabilità è la stessa cosa.

        Qualora la probabilità di taluni eventi è non indipendente, la probabilità di eventi futuri può variare sulla base degli eventi già verificatisi. Formalmente, in tali casi il sistema si dice essere dotato di memoria. Un esempio di questo è l’estrarre delle carte da un mazzo senza rimetterle nel mazzo dopo averle estratte. È vero che una volta che un jack è stato tolto dal mazzo, alla prossima estrazione c’è una minore probabilità di estrarre un jack e una maggiore probabilità di estrarre una carta dotata di un altro numero. Infatti, la probabilità di estrarre un jack, assumendo che questa sia stata la prima carta estratta e che nel mazzo non ci siano jolly è scesa da 4/52 (7.69%) a 3/51 (5.88%), mentre la probabilità che si estragga una carta appartenente ad un altro numero è salita da 4/52 (7.69%) a 4/51 (7.84%). Ma ciò è perché la prova (l’estrazione della carta) ha alterato lo stato del sistema (il mazzo).

        Non “ha memoria” se invece rinserisco lo jack nel mazzo.

        • Ma questo come si dice vale proprio per la stastica classica,quindi significherebbe affermare che il sistema è dotato di memoria,è cioè proprio quello che affermo che hanno ristretto i campi sulla base di eventi già verificati e che non “dovrebbero teoricamente verificarsi”.E quindi il sistema sarebbe dotato di memoria,che di certo non è una questione oggettiva,ma soggettiva che dipende dal ricercatore e dall’averlo stabilito a priori.

  2. “Mentre aleatorio implica indipendente”

    Falso.Già spiegato sopra.

    “Per aleatorietà (dal latino alea, dado) si intende la caratteristica di un evento il cui verificarsi non dipende da nulla di ben definibile.”

    Sì intende dove?Non in scienza..
    Che l’uscita possa assumere un numero finito o infinito di valori non cambia la natura aleatoria che può avere un fenomeno.
    È così se non è deterministico.Non c’è dubbio su questo.

    Fallacie logiche di giocatori del lotto o simili non c’entrano nulla con questo esperimento, che fornisce possibilità di avere una casistica anche con il suo margine d’errore stimato etc..tutto normale.
    Si parte da considerazioni sulla fitness,sulle modifiche di epitopi adattativi,sulla frequenza di mutazioni deletere e si giunge ad una probabilità di vedere certe mutazioni.
    Ha perfettamente senso.Ciò che è anche importante e che Enzo vuol sottolineare con l’articolo è:

    -Comprendere bene cosa si intenda con predittività in questo caso
    -Osservare che si è nuovamente di fronte ad un qualcosa che va contro la possibilità di una macroevoluzione per mutazioni.

    P.S.
    Torno a ribadire anche che il primo commento è non-sense,sembra derivare da un non aver compreso il senso dell’articolo e forse anche dello studio.C’è una inequivocabile contestazione alla conclusione che come ho detto ha invece perfettamente senso,poi nell’ultima parte c’è un errore di fondo che si vede meglio negli altri due commenti e a cui ho risposto con questo commento.

    • “Mentre aleatorio implica indipendente”

      Falso.Già spiegato sopra.

      http://it.wikipedia.org/wiki/Indipendenza_statistica

      E’ evidente che anche nei modelli stocastici si parla di aleatorietà come variabile indipendente.

      Dunque la deffinizione generale fornita ovvero :

      evento il cui verificarsi non dipende da nulla di ben definibile

      E preassunto anche nei modelli stocastici anche se si parla di variabile casuale che viene assunta come indpendente ma che è comunque casuale a sua volta.

      • Risposto giù.
        Come detto confondi più cose giungendo a conclusioni e facendo affermazioni errate.
        Cosa c’entra questo che scrivi?
        Una causalità in riferimento a ciò che è accaduto prima è un’altra cosa…non c’entra.

  3. Qua non stiamo parlando di “fatti” ma di eventi passati che non si dovrebbero rifericarare il che implica che le variabili sono dipendenti e non indipendenti,ovvero si parte dall’assunto che non SONO INDIPENDENTI,allora ha senso,ma non se sono indipendenti come fanno a essere aleatorie?.E la stessa differenza che ci passa in un sachetto di 10 palline rosse e 10 nere,estrarne una e non rimetterla nel sachetto,o estrala e rimetterle sempre nel sacchetto e riestrarre.

    Ovviamente se prima ho estrato una pallina rossa,e l’ho messa da parte è un conto e ho riestrato c’è una variabile dipendente,un’altra è rimetterla nel sachetto e tornare a estrarre.

    La seconda è aleatoria indipendente da qualsiasi estrazione precedente,la prima no dipende dalle estrazioni che ho fatto in precedenza.

    • Come dicevo replicando sopra, non credo che si tratti di prevedere l’uscita aleatoria di un numero partendo da un’uguale probabilità per tutti, come nella tombola.

      Quello che si può fare è restringere il numero delle possibili modifiche funzionali che possono verificarsi a partire da una determinata proteina iniziale, e in questo i precedenti possono aiutare.

      • Se non sono equiprobabili significa che si sà già e si da per scontato che nessuno dei casi precedenti può riverificarsi,e che quindi esiste una variabile dipendente,
        cioè quelle precedenti.E tuttavia non aiuta grachè visto che in qualsiasi modello stocastico e data per assodata l’indipendenza statistica.Magari nella Biologia si preassume una variabile dipendente non casuale.

        “In verità con un numero abbastanza elevato di cambioni si può avere una buona stima statistica anche per il lancio di dadi.”

        Tipo? visto che a quanto pare l’independenza statistica (PREASSUNTA in qualsiasi modello statistico) non la stai prendendo in considerazione.L’affermazione è generale.

      • E’ la stessa cosa si tratta di restringere il campo,e di dire che dato un ventaglio di eventi possibili (non si sà per giunta quanti)escludo una certa rosa di quelli che già avvenuti in passato perchè non si presume non si verificheranno più.

        a)Quante sono le possibili modifiche funzionali di una x proteina.
        b)Escludo le possibilità già avvenute

        E io non ho detto che non lo si può fare ma solo che cosi non può essere aleatorio.

    • Stai proprio facendo una gran confusione su cose distinte e differenti.Oltre evidentemente al fatto che non hai chiarissimo cosa contraddistingua un fenomeno aleatorio.
      La tombola,il superenalotto & co non sono gli unici e soli processi “aleatori”.
      Modelli simili si usano in campi differenti e danno risultati.Ovviamente.per esempio lo studio di problemi connessi al monitoraggio e alla misura di un parametro.
      Conoscere un background storico,avere una casistica eccome se aiuta nello studio di fenomeni aleatori.
      In verità con un numero abbastanza elevato di cambioni si può avere una buona stima statistica anche per il lancio di dadi.Non può esistere una idealità infatti.
      Spero Enzo te l’abbia fatto capire meglio di quanto evidentemente non sono riuscito a fare.

      • “Stai proprio facendo una gran confusione su cose distinte e differenti.Oltre evidentemente al fatto che non hai chiarissimo cosa contraddistingua un fenomeno aleatorio.”

        caso aleatorio (o stocastico): si ottiene ogni volta un risultato differente. Ad esempio il lancio di un dado.

        http://it.wikipedia.org/wiki/Indipendenza_stocastica

        Analogamente, quando si afferma che due variabili casuali X e Y definite sullo stesso spazio campionario H sono INDIPENDENTI si afferma che conoscere qualcosa riguardo al valore di una di esse non apporta alcuna informazione circa il valore dell’altra. Per esempio, il numero che appare sulla faccia superiore di un dado la prima volta che viene lanciato e il numero che appare la seconda volta sono indipendenti.

        Dubito allora che dipendente o indipendente significhino la stessa cosa.

        L’indipendenza stotcastica distingue un evento aleatorio da cio che non lo è.

        “In verità con un numero abbastanza elevato di cambioni si può avere una buona stima statistica anche per il lancio di dadi.Non può esistere una idealità infatti.”

        Vorrei proprio l’esempio sui dadi,visto che tale affermazione contradice l’indipendenza stocastica.

        • Ultimo tentativo.
          Come ho detto la causalità legata a ciò che si è verificato prima per il futuro risultato è una cosa che non c’entra.
          La probabilità ‘matematica,la probabilità classica è una cosa ma la probabilità con cui i possono studiare fenomeni reali aleatori,la probabilità statistica sono cose differenti.
          Semplicemente in eventi in cui non si puo’ applicare la probabilita”classica”, risulta utile operativamente (ed è scientifico),potendo fare numerose prove rigorose, considerare la frequenza degli eventi gia’ accaduti come probabilita’ per gli eventi dello stesso tipo che potranno accadere.
          Questo è un fatto e non trova applicabilità solo in biologia,la trova in geologia,ingegneria,metereologia ,in medicina umana e veterinaria,psicologia etc…
          Se si studiano per esempio infezioni o malattie a livello di popolazione si possono raccogliere dati indispensabili per rispondere a quesiti che coinvolgono la probabilità statistica. Ad esempio su che probabilità ci sia che un animale affetto da una certa malattia sopravviva se non si effettua nessuna terapia.Che probabilità c’è che piante o animali venga coinvolto in una epidemia..
          Si realizzano, e danno risultati, metodi statistici,modelli statistici basati sulla probabilità a posteriori.
          Ovvio che in questi casi sono estremamente importanti lo studio delle condizioni e dell’errore,ossia brutalmente matematizzare in modo corretto il problema reale.
          Cosa si intenda in scienza con fenomeno aleatorio l’ho già detto,non serve ribadirlo.
          Poi ognuno è libero di pensare ciò che vuole,ma le cose stanno così.

          Enzo era già stao a mio avviso più che chiaro:
          “Non si tratterebbe quindi (sempre che io abbia bene interpretato lo studio) di prevedere eventi aleatori sulla base di una presunta ‘memoria’ degli eventi già verificati, ma di restringere il ventaglio di situazioni che si possono verificare a partire da una determinata situazione iniziale.Quello che si può fare è restringere il numero delle possibili modifiche funzionali che possono verificarsi a partire da una determinata proteina iniziale, e in questo i precedenti possono aiutare.”

          • Che sono i modelli Baysiani,ma che dipendono semplicemente dal fatto che partendo dal dato a posteriori io creo dei modelli statistici aventi certe frequenze preassunti da una variabile casuale,di cui non si può sapere a sua volta l’esito con certezza.

            Inerentamente alle piante è inutile affermare che le condizioni fitopatologiche nob dipendano da dati raccolti un 10 anni fà (passati),piutosto che dati raccolti in loco e valevoli per certi intervalli di tempo,ma assolutamente indipendenti da quelli raccolti un anno fà.

            Dunque questa affermazione anche nei modelli statistici baesyani o a posteriori rispettano ugualmente l’indipendenza stocastica:

            Dato un gruppo o un campione che sto prendendo in considerazione per elaborare un modello statistico di popolamento,è una variabile indipendente sapere per stimarlo,tutti gli altri modelli di 50 anni fà sono variabili indipendenti,visto che questi sono eventi indipendenti

            Semplicemente in eventi in cui non si puo’ applicare la probabilita”classica”, risulta utile operativamente (ed è scientifico),potendo fare numerose prove rigorose, considerare la frequenza degli eventi gia’ accaduti come probabilita’ per gli eventi dello stesso tipo che potranno accadere.

            Che si raccolgano dati è palese per elaborare un modello “reale” raccogliendo dati è ovvio a posteriori; è un’altro paio di maniche ,affermare che le distribuzioni di popolazione di 10 anni fa (passate) dicano qualcosa sul modello che io ho partendo dai dati raccolti di 10 anni dopo.

            Se tu intendi a posteriori dei dati che stai rilevando è scientifico,se tu affermi dei dati dei popolamenti hai 10 anni fa è solo una fallacia.

            “Come ho detto la causalità legata a ciò che si è verificato prima per il futuro risultato è una cosa che non c’entra.”

            Dove?

            Ancora leonetto non mi hai fatto l’esempio dei dadi posto che hai affermato esplicitamente

            “In verità con un numero abbastanza elevato di cambioni si può avere una buona stima statistica anche per il lancio di dadi.”

  4. Puoi al più dire su due dadi che tutte le combinazioni la cui somma è 7 sono le più frequenti ma mica puoi dire che questo dipende dal fatto che prima (in senso temporale) è uscito 2 o 12 allora la frequanza con cui escono le combinazioni la cui somma e 7 dipenda dal fatto che prima è uscito 12 (6+6) e o 2 (1+1).

    Ma semplicemnte che la distrubuzione gaussiana (per n lanci che tendono all’infinito) lancio dei due dadi ha come frequanza più alta tutte le combinazioni con somma 7 non perchè prima era uscito 12,ma perchè il numero delle combinazioni che portano per somma 7 e maggiore della somma delle combinazioni di altri numeri,INDIPENDENTEMENTE da quello che è temporalmente accaduto prima.

    • “Se tu intendi a posteriori dei dati che stai rilevando è scientifico,se tu affermi dei dati dei popolamenti hai 10 anni fa è solo una fallacia.”

      “Puoi al più dire su due dadi che tutte le combinazioni la cui somma è 7 sono le più frequenti ma mica puoi dire che questo dipende dal fatto che prima (in senso temporale) è uscito 2 o 12 allora la frequanza con cui escono le combinazioni la cui somma e 7 dipenda dal fatto che prima è uscito 12 (6+6) e o 2 (1+1).”

      No.Fai ancora confusione…Mescoli cose differenti e hai un concetto di aleatorio che non è quello a cui si fa generalmente riferimento nelle scienze.
      Non c’entra una “dipendenza” di quel tipo con la probabilità statistica.
      10 anni fa?..cosa c’entra?Non son cose così aprioristiche.
      Tu consideri solo un vincolo temporale, ma non è quello che viene fatto.Riporti tutto a esempietti da calcolo combinatorio con biglie,lotterie etc etc..e poi è ovvio che prendi lucciole per lanterne.
      Come detto sono modelli questi che si usano nelle varie scienze,con risultati.
      Non esiste in questi nessuna delle fallacie logiche a cui hai fatto riferimento.
      Non c’è neanche da spenderci parole,basta vedere come è stato condotto lo studio si capisce che quelle fallacie non c’entrano nulla.Dovrebbe essere evidente a chiunque,e spero che così sia,salvo veramente poche pochissime eccezioni.

      Per sapere che la somma dei risultati del lancio di due dadi hanno più probabilità di dare un 7 che non un 2 o un 12(che richiedono per forza due uno o due sei,mentre il 7 ha 6 possibili combinazioni)non serve ovviamente applicare la probabilità statistica,è un problema combinatorio banale..Oltretutto è un problema di carattere generale e non particolare.

      P.S.
      Per quanto riguarda il dado,ammettiamo di aver costruito un dado col cartoncino,come si faceva alle elementari
      http://www.disegnidacoloraregratis.it/disegni_misti/dettagli.php?id=19896
      A quel punto si fanno un po’ di lanci e si registra…per esempio con un istogramma o semplicente con una tabella o tacchette..
      Il dado non è equo,non è regolare(ovviamnete)..nastro adesivo ,tagli non precisi etc..si registreranno magari un 30% che esca un 5,un 10 che esca 2 etc..
      È aleatorio però?Certo,assolutamwnte sì,è un fenomeno aleatorio.
      Benché ogni lancio faccia storia a sé, cioè la nuova uscita non è influenzata dalla precedente,avere una conoscenza di lanci effettuati precedentemente può aiutarmi in una eventuale “scommessa”.
      Quì si conoscono tutte le possibili uscite,ma si può applicare anche considerando le uscite potenzialmente infinite.
      Questo è un esempio semplice,brutale ma rende l’idea e permette,forse,di capire come poi il metodo risulti utile su altri fenomeni assai differenti da uesto tipo di eventi..come appunto quello del virus influenzale.
      Un fenomeno aleatorio può dipendere da diversi fattori che possono essere individuati,come no,restando sempre aleatorio e si può avere un’idea sugli esiti di quell’evento aleatorio attraverso uno studio probabilistico statistico sulla base di ciò che è avvenuto precedentemente.
      Nulla di strano.

      Non voglio dire altro su questa cosa.

      Le cose su cui voleva porre l’attenzione l’articolo erano due cose e sarebbe bene comprenderle.
      Ovviamente se si mal comprendono queste cose poi anche quelle due si comprenderanno male…

  5. Giorgio P. on

    Boh? Io ho inviato due mail richiedendo di poter commentare sul sito, è passato tempo ormai ma non ho avuto alcuna risposta.

  6. Pingback: COMITATO ANTIEVOLUZIONISTA | Darwin Day/Mendel Day su Radio Globe One. Approfondimento di Leonetto.

  7. Leggo su Pikaia:

    “Interessante e liberamente accessibile speciale di Nature sull’elaborazione dei vaccini: la medicina evoluzionistica è in prima fila in questo processo”

    Dall’indice non si capisce quali siano i vantaggi della medicina evoluzionistica, qualcuno si è letto Nature e sa dirne qualcosa?

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