1° Maggio: resta solo un rito tribale

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L’anno scorso abbiamo parlato della dipartita del 1° Maggio, oggi se ne sono accorti in molti.

 

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Dopo il funerale siamo adesso al rito tribale, sperando che lo spirito del defunto intervenga in aiuto dei lavoratori.

 

Concerto del 1° maggio: una marcia funebre per il sindacato, così era intitolato un anno fa l’articolo sul 1° Maggio su CS, la morte dei sindacati era evidente per una serie di fatti:

Il sindacato è morto.

Il sindacato in realtà muore ogni giorno, muore quando rinuncia a difendere i più deboli, muore quando ad esempio, proprio il giorno prima della festa del 1° maggio, si dichiara contrario all’abolizione dell’IMU, una battaglia condotta in nome di una politica di presunte priorità che appare figlia di un trip allucinogeno… 

Ma questo è solo l’ultimo episodio di un tradimento perpetrato da un sindacato che ha rinunciato da anni a difendere i più deboli, che non è stato capace di dire nulla in difesa dello stato sociale, che ha permesso che una concorrenza sleale, figlia della globalizzazione ultraliberista, togliesse posti di lavoro tutelato da diritti degni di un paese civile creandone invece nei paesi dove il lavoro si chiama sfruttamento.

Il sindacato da anni è muto, da anni non ha saputo e voluto alzare la voce contro l’elitocrazia europea che costruiva un’Europa delle banche, che realizzava una moneta unica che sarebbe diventata lo strumento per sottrarre sovranità agli Stati e creare colonie interne da parassitare.

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Oggi negli stessi termini si esprime anche uno come Paolo Barnard che sul suo sito interviene con un articolo intitolato “DOVE E’ SEPOLTA LA SALMA DEL PRIMO MAGGIO.“, che la morte del sindacato e con esso dei lavoratori sia cosa già avvenuta sembra dunque che si sia in più d’uno ad essere d’accordo:

Oggi sono in grado di rivelare per la prima volta a milioni di lavoratori e al mondo politico dove è stata sepolta la salma del Primo Maggio.

La stanno cercando disperatamente 30 milioni di disoccupati/sottoccupati europei, e il 42% dei vostri figli senza lavoro e senza speranza di trovarne uno…

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Che senso ha dunque quel carrozzone che oggi in Piazza S. Giovanni sparerà i suoi watt nell’aria tra panini con la porchetta, canne, birra e cessi chimici?

Il festeggiato è morto e un rito tribale farà finta che sia ancora vivo chiedendogli un miracolo che non può compiere, migliaia di persone penseranno che con le note di quattro cantanti si possano cambiare le cose, penseranno di fare qualcosa contro il sistema mentre invece faranno quello che quel sistema vuole da loro: che si sfoghino, che arrivino alla sera stanchi e spompati, e che domani tornino a prendersela in quel posto senza creare problemi. Quello che dovrebbe accadere se le persone fossero normali lo dice ancora Barnard nella conclusione del suo articolo:

Domani primo Maggio, in un mondo sano, dovrebbe scoppiare una guerra civile in Europa.

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Povera generazione disorientata e ingannata, resa incapace di capire cosa succede, e così anziché protestare veramente si accontenta di un misero concertone, suoni, balli nella speranza di cambiare le cose, proprio come quelle tribù che facevano la danza della pioggia sperando che servisse a far terminare la siccità e la carestia.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

5 commenti

  1. E aspettiamo la prossima sparata contro i cattolici, che sono quelli che non permettono di fare tutto quello che gli passa per la testa…

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