Neuroni specchio: esistono veramente?

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La vicenda dei neuroni specchio dimostra quanto sia difficile giungere a conclusioni univoche nelle neuroscienze.

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In un recentissimo articolo pubblicato sul sito del MIUR il Prof. Paolo B. Pascolo solleva dubbi sulla loro effettiva esistenza.

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Paolo B. Pascolo, Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale presso l’Università degli Studi di Udine, ha da sempre invitato alla cautela riguardo la scoperta dei “neuroni specchio” seguita agli studi condotti nel  1992 dal “gruppo di Parma” del Prof. Giacomo Rizzolatti, come riassunto nell’articolo “Neuroni specchio, questione aperta?“:

Era il 1992 quando i ricercatori del “gruppo di Parma” del Prof. Giacomo Rizzolatti osservarono nel cervello della scimmia un fenomeno nuovo e molto interessante. Alcuni neuroni della corteccia premotoria si attivavano non soltanto durante l’esecuzione di un movimento da parte dell’animale, ma anche quando questo osservava i movimenti del ricercatore.

Queste cellule nervose identificate nel primate vennero chiamate “neuroni specchio” proprio per le loro peculiari caratteristiche. Negli anni le pubblicazioni e gli studi sui “mirror” si sono moltiplicati a vista d’occhio e molti ricercatori hanno ragionato sulle diverse ipotesi che li volevano ad esempio alla base anche delle capacità empatiche umane, tentando poi di spiegare non pochi disturbi con un danno o una disfunzione del “sistema mirror”, con ricadute interessanti anche in ambito clinico.

Ne seguì una discussione, a volte intensa, fra ricercatori di diverso orientamento, di cui il presente lavoro interdisciplinare vuole fare il punto, portando nuovi contributi al dibattito scientifico.

L’articolo segnalato è stato pubblicato su Progress in neuroscience con il titolo ““Mirror neurons: still an open question?“, un articolo che segue il precedente pubblicato su Rivista Medica nel 2008 le cui tesi sono state sostenute anche in un intervento su Nature.

In sintesi le principali obiezioni del Prof. Pascolo si basano sia su considerazioni di ordine teorico che metodologico.

Dal punto di vista teorico viene fatto notare che l’attivazione di neuroni durante l’atto di osservare qualcuno compiere un’azione non necessariamente dimostra che quell’azione viene ripetuta mentalmente nell’osservatore ma potrebbe trattarsi di un’anticipazione mentale di quello che sta per accadere, tale ipotesi venne presa in considerazione dallo stesso Rizzolatti ma subito scartata:

Pascolo ritiene che esistano invece elementi per riprenderla in considerazione:

Viene poi fatto l’esempio dei pugili:

L’attitudine a predisporre una reazione quando si osserva un simile compiere qualche azione, e non la sua riproduzione mentale, potrebbe dunque essere il motivo dell’attivazione neuronale nelle scimmie che osservano altre compiere qualche azione.

Sotto il punto di vista metodologico invece si muove principalmente la critica all’interpretazione dei dati ottenuti negli studi sull’Uomo, e in particolare il riferimento è alla tecnica dell’analisi del segnale BOLD (Blood Oxygenation Level Dependent):

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L’esame BOLD, si fa osservare, rileva una diminuzione della desossiemoglobina e non direttamente un’attività neuronale che è solo desunta dalla prima. Come potrebbero pochi neuroni comportare un così vistoso effetto emodinamico? E poi l’effetto emodinamico non è immediato e il fenomeno correlato può essere accaduto diversi secondo prima, non solo, l’esame non consente di stabilire con la sufficiente precisione dove esattamente sia avvenuta l’attività cerebrale, infatti esso si colloca tra due circonvoluzioni attigue. Vista la diffusa attività emodinamica correlata, l’attività attribuita ai neuroni specchio potrebbe quindi essere dovuta ad un circuito neuronale generico e non ad uno specifico centro nervoso.

La scoperta dei neuroni specchio resta dunque ancora tutta da confermare, e tale vicenda dimostra come nella scienza debba prevalere la prudenza e la corretta verifica sperimentale delle teorie.

NB Si ringrazia il Prof. P. Pascolo per la gentile collaborazione cui dobbiamo il materiale impiegato in questo articolo. Per un’esposizione più approfondita degli studi in questione si rimanda alla lettura completa degli articoli qui segnalati.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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