Radio Globe One sabato 27 settembre: Darwinismo e potere economico

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Quando la stessa sussitenza di molti è a rischio occuparsi di darwinismo può sembrare superfluo.

E questo è un errore, per capire il presente bisogna capire il darwinismo economico.

 

Come abbiamo avuto modo di vedere politica ed economia sono soggette al paradigma evoluzionista; in una situazione di crisi economica come quella in cui siamo piombati quanto ha a che fare con il neodarwinismo? L’economia è un mezzo sviluppato dall’uomo… o uno strumento funzionale ad una strategia certamente più ampia?

Ecco la risposta data a questa domanda su Inchiesta sul darwinismo, ed. Cantagalli, E. Pennetta, 2011:

“Che la teoria di Darwin sia consistita nel trasferimento della teoria di Hobbes, della “teoria borghese della concorrenza” e della teoria di Malthus dalla società alla natura vivente e che questo sia la premessa per la trasmissione inversa di queste teorie dalla natura alla società, come osservato da Engels, trova conferma in un articolo dell’economista Robert H. Frank, della Cornell University, apparso 12 luglio 2009 (anno darwiniano) sul «New York Times».
L’articolo di Frank, dal titolo L’invisibile mano fatta trionfare da Darwin? inizia nel seguente modo:

«Se domandassi di identificare il fondatore intellettuale della loro disciplina, la maggior parte degli economisti oggi probabilmente citerebbero Adam Smith. Ma questo cambierà… Se ponessimo la stessa domanda tra 100 anni, la maggior parte degli economisti citerebbero invece Charles Darwin».

L’articolo, facendo riferimento alla crisi economica del periodo, dichiara che, a causa di questi evidenti fallimenti, il modello di Smith che prevede un vantaggio per tutti (tramite la «mano invisibile» del mercato) dovrà essere soppiantato da qualcosa di più adeguato, la teoria di Darwin: «Allora all’interno della intelaiatura darwiniana, la mano invisibile di Smith sopravvive come un interessante caso particolare.La competizione certamente a volte guida il comportamento individuale verso vie di cui beneficerà la società nell’insieme. Ma non sempre. Gli interessi individuali e di gruppo sono quasi sempre in conflitto». Ma se gli interessi individuali sono in conflitto con quelli della società, la dinamica che si affaccia è quella malthusiana, che prevede l’eliminazione dei meno adatti. La logica della competizione si riafferma dunque in modo meno ottimistico rispetto a quanto ipotizzato da Smith in natura, e quindi in economia è inevitabile che qualcuno soccomba nell’interesse della società: «Le forze competitive che influenzano il comportamento negli affari sono come le forze della selezione naturale che influenzano l’alce [esempio citato precedentemente nell’articolo N.d.A.]. In entrambi i casi vediamo degli esempi di condotta sociale. Ma in nessun caso possiamo sicuramente presumere che gli interessi sociali e individuali coincidano» (http://www.robert-h-frank.com/PDFs/EV.07.12.09.pdf).”

 

Di questo si parlerà in diretta su www.radioglobeone.it sabato dalle 12-30 con Fabrizio Fratus e Enzo Pennetta

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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