Le canne di Civati e la “Generazione K”

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Una generazione in difficoltà si vede offrire come risposta la liberalizzazione delle canne.

Addormentare il disagio anziché combattere.

 

Due notizie a distanza di quattro giorni, la più recente è del 21 Aprile scorso e parla di un’iniziativa per la legalizzazione dell’uso della cannabis, il nome scelto è stato quello significativo di “Erba voglio”, ed è stata riportata da tutti i principali organi d’informazione, vediamo di seguito come è stata riportata dal Fatto Quotidiano:

Le canne le ho fumate ma non mi fanno molto bene, ho un fisico che reagisce male. Rollare? Sono un imbranato. Ma non siamo qui per me, siamo qui per discutere di legalizzare la cannabis, cosa che potrebbe far bene a tutto il Paese”. Giuseppe Civati spiega così i motivi che l’hanno portato, tramite l’associazione Possibile, ad organizzare un convegno sulla legalizzazione della cannabis a Milano. Sull’onda del dibattito creato dall’intergruppo parlamentare per la legalizzazione fondato da Benedetto Della Vedova, durante la serata sono stati esposti i vantaggi economici che si potrebbero ottenere dalla legalizzazione, oltre a quelli di controllo per una sostanza attualmente reperibile solo tramite lo spaccio, i cui proventi foraggiano mafie e criminalità.

L’On. Civati in posa con una canna.

La cannabis in vendita dal tabaccaio, secondo le tesi portate avanti al convegno, “potrebbe far bene a tutto il paese”, e così mentre si combatte con impegno il fumo da tabacco si vorrebbe promuovere quello da cannabis, bella logica. Forse già si vedono i frutti dell’uso della della cannabis stessa, verrebbe da dire. Del resto è uno studio scientifico pubblicato su PNAS a dire che l’uso della cannabis danneggia il cervello e riduce l’intelligenza, ma Civati e Dalla Vedova dicono che questa cosa “farebbe bene e a tutto il paese” e noi dovremmo credergli perché sono persone d’onore, ma anche perché, a quanto pare, la stessa cosa la dice pure Saviano, e come sappiamo anche Saviano è persona d’onore…

 Il 17 Aprile, qualche giorno prima dell’incontro Erba Voglio sul Financial Times era apparso l’articolo intitolato “Generation K: what it means to be a teen, un articolo dal quale emerge la fotografia di una generazione di adolescenti sradicata dalle tradizioni di chi l’ha preceduta, ossessionata dai social e tormentata da varie paure:

Sono angustiati da un terrore esistenziale. Purtroppo, le loro ansie si estendono ben oltre le ansie tipiche degli adolescenti. Il settantacinque per cento delle ragazze adolescenti che ho esaminato sono preoccupate per il terrorismo; il 66% teme più di tutto il cambiamento climatico; Il 50 per cento ha paura dell’Iran. Inoltre, si sentono senza prospettiva e senza futuro. L’86 % è preoccupato dall’idea di non trovare un posto di lavoro; il 77% teme che dovrà ricorrere ai debiti fin da subito.

Quello che appare è il quadro di una società distopica dove l’immaginario è colmato dalle paure veicolate da un’informazione che riesce a spaventare con la paura di un cambiamento climatico che nessuno vede e con un Iran che spesso non si sa neanche dove sia sulla carta geografica, giovani che si trovano davanti a nemici fittizi o addirittura nemici come l’IS creati e poi alimentati dallo stesso Occidente, si tratta esattamente i meccanismi raccontati da Orwell nel suo romanzo distopico. Ma ovviamente oltre alle paure non possono mancare la disoccupazione e il lavoro sottopagato per rendere gli individui più deboli e manipolabili. Una fragilità drammatica che emerge dalle cifre della ricerca:

Nel 2013, ben il 22 per cento degli studenti delle scuole superiori femminili negli Stati Uniti ha seriamente pensato di commettere suicidio, secondo il Dipartimento della Salute. Nel Regno Unito, uno studio dell’Organizzazione mondiale della sanità ha scoperto un aumento di tre volte del numero di adolescenti che praticano autolesionismo negli ultimi 10 anni. Un mondo di ossessionati da Instagram, alterati da Facebook e a base di austerità si è dimostrato un cocktail particolarmente tossico per i ragazzi e le ragazze.

Ed ecco infine la reazione a questo clima sociale costruito intorno agli adolescenti, l’isolamento, la chiusura in un ultimo possibile rifugio costituito dalla negazione di un futuro da consegnare ad un proprio figlio, da una falsa progettualità che in fondo è una difesa egoistica, una solitudine che si spaccia per unicità e che afferma “voglio essere me stesso”, mentre invece è solo atomizzazione:

La loro sfiducia nelle istituzioni tradizionali tracima in una sfiducia generalizzata verso i costumi tradizionali. Ben il 30 per cento delle ragazze adolescenti sono dubbiose sul matrimonio o non vogliono sposarsi. Ancora più sorprendente, il 35 per cento sono sicure di non fare figli. Questa è una differenza-shock rispetto alle generazioni di prima.

…E questa generazione è sicuramente guidata dall’idea della carriera – il 90 per cento ritiene importante – per avere successo nella vita – possedere un lavoro altamente stipendiato.

… “Per me, si tratta di essere me stessa, non dover pensare come gli altri o vestire come loro. Non si tratta di preoccuparsi di diventare come tutti gli altri.”

Il 90% ritiene importante la carriera e un alto stipendio, quasi tutti resteranno delusi da quest’ultimo traguardo, chi lo conseguirà potrebbe esserne comunque deluso.

Il termine “Generazione K” è stato pensato da Noreena Hertz professore onorario presso l’University College di Londra, la lettera K deriva dal nome di Katniss Everdeen, eroina del romanzo The Hunger Games da cui sono derivati film di successo presso le nuove generazioni.

Ma nella distopia di Hunger Games la speranza è nella ribellione dei giovani al sistema di oppressione, Katniss è una combattente, si muove nella foresta e rifiuta il Giardino delle delizie che la società offre ai vincenti, la sua arma è l’arco con le frecce. Katniss non pensa che la soluzione ai problemi sia farsi una canna.

Generazione K sarebbe una vera speranza, una generazione che finalmente cominciasse a combattere, una generazione che si presentasse al convegno “L’erba voglio” e dicesse a tutti gli Onorevoli, i promotori e i convenuti, che possono tenersi quella fogna terminale. Generazione K sarebbe una realtà in grado di produrre una Katniss che lotti e insegni a lottare, che indichi chiaramente ai presenti, dai  parlamentari ai semplici convenuti, cosa possono farci delle loro canne.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

87 commenti

  1. Parlando di commenti poco lucidi, l’ultimo tuo commento sugli zoo umani non si puo’ che leggere come poco lucido. Tu dici che il libro di Viviano Domenici testimoni che “gli zoo con esseri umani siano figli del positivismo ottocentesco”.
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    Nell’articolo si fa cenno, fra l’altro, a:
    Aristotele (384 BCE – 322 BCE): “Con i Greci comportati da stratego, con i barbari da padrone, e curati degli uni come di amici e familiari, mentre gli altri trattali come animali o piante” (Lo sanno tutti che Aristotele e’ un figlio del darwinismo);
    Marco Polo (1254 ? – 1324 ?): “Angaman è un’isola, e no ànno re. E’ sono idoli, e sono come bestie salvatiche. E tutti quelli di quest’isola ànno lo capo come di cane e denti e naso come di grandi mastini” (Lo sanno tutti che Marco Polo e’ un figlio del darwinismo);
    il canonico di Magonza Bernhard von Breitenbach (1440-1497): pelosissimi uomini-scimmia nudi con tanto di coda (Lo sanno tutti che Bernhard von Breitenbach e’ un figlio del darwinismo);
    Edward Tyson (1651-1708): i pigmei come sarebbero in realta’ scimmie «perché avevano i nasi schiacciati e una statura piccola» (Lo sanno tutti che Edward Tyson e’ un figlio del darwinismo);
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    Proprio vero, se non fosse stato per quel terribile razzista mangiabambini di Darwin, nessun avrebbe mai pensato di mettere qualche persona in uno zoo. Gia’.

    • Giuseppe Cipriani on

      L’è proprio vero che il prof. Pennetta è bravissimo e intelligentissimo quando si tratta di portare acqua al SUO mulino. Tra l’altro fustiga sempre i quotidiani e i giornalisti che non sanno divulgare il SUO verbo, tranne usarli a SUO pro quando sembrano dargli ragione. In questo caso ha voluto concludere la discussione, che prosegue qui per ovvie ragioni, citando un pezzo che la dice più lunga, come noti tu.
      Darwin non è l’accusato, dice sempre il prof., l’accusata è la sua teoria e se il mondo va a rotoli è solo per quella, che è stata usata (io direi abusata/violentata) per fini beceri.
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      E allora a strumentalizzare sono bravo anch’io: lo diceva anche San Paolo che gli schiavi devono aver rispetto dei loro padroni, e se lo diceva lui dalle pagine della Bibbia, beh, perché cavolo si lamentavano quegli schiavi che venivano esibiti dai loro padroni negli zoo umani? Ma non è colpa di San Paolo ma…

      • Alèudin - preghierecorte on

        @cipriani

        bè questa di s.Paolo potevi risparmiartela, basta leggere bene quella parte per capire che quello che voleva era la conversione sia dello schiavo che del padrone infatti L’Apostolo chiede a Filemone di trattare come un fratello il servo Onesimo

        Ora chiediamoci qual è la religione grazie alla quale è stata sconfitta la schiavitù….

        a già, il cristianesimo.

        http://www.tracce.it/default.asp?id=266&id2=346&id_n=41540

        • “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28)
          Questo è S. Paolo e il cristianesimo, cose che il laicismo ci ha messo circa 2000 anni giusto per balbettarle.
          Quanto agli “zoo umani” mostravano tutti gli “anelli mancanti tra uomo e scimmia” come quello di cui si discute qui ? Erano tutti darwinisti ante-litteram ? No, quelli di prima non lo erano, l'”anello mancante” è infatti l’ossessione degli eredi di Darwin.
          Quanto alle canne di Civati si tratta della solita contraddizione della sinistra, nata quando 40 anni fa questa cercava di conciliare l’obbedienza alle severe e rigide dittature marxiste con la ricerca di consensi tra il ribellismo giovanile, provando a tenere insieme le marce a passo marziale sulla piazza Rossa con gli sballati urbani e suburbani del Macondo. Civati è l’erede di quella cultura della doppiezza, Cosa non si fa per conquistare l’agognato potere, ossia per prostrarsi continuamente ai piedi di uno dei grandi idoli di chi non riconosce Dio.

      • Giuseppe, Gvdr ha scritto alle 4 del mattino, ma tu potevi aspettare un po’ per sentenziare, magari prendere prima un caffè…
        Il mio riferimento quando prendo delle notizie è principalmente il Corriere della Sera in quanto primo quotidiano nazionale (e quello con il sito online migliore), poi cito anche altri in base a quanto spazio hanno dato alla notizia, poi in questo caso specifico non ho espresso critiche all’articolo ma al fatto in esso riportato, quindi che c’entra la tirata che hai fatto all’inizio del tuo intervento sul fatto che io giudichi i quotidiani? Niente.
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        Secondo, ho già detto che dopo tre giorni i commenti si chiudono automaticamente, quindi l’accusa di aver volto chiudere la discussione te la potevi risparmiare. L’articolo del Corriere che ho riportato è di ieri alle 12,06, io l’ho trovato leggendo il Corriere on line ieri sera, quando dovevo segnalarlo?
        A meno che tu non pensi che mi sia messo d’accordo con la redazione del Corriere di mettere l’articolo ieri a mezzogiorno per fregare te e Gvdr… sai al Corriere sono molto desiderosi di farla a voi due.
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        Inoltre per entrambi:
        Se viene fissato un limite ai commenti non si deve invadere un altro spazio per aggirare il limite.
        Inoltre, visto quello che avete scritto avreste fatto meglio a rispettare quel limite che vi avrebbe protetto…

        • Giuseppe Cipriani on

          Prendo atto che finiti i commenti in uno spazio devono essere finiti del tutto. E spero che la regola valga per tutti.
          Solo per questo lascio perdere una replica sui contenuti di quanto replicato a Gvdr sul razzismo. Fine della discussione.

        • Già, solo i tuoi sodali possono fregarsene delle regole (nell’ultimo post Lutman ha commesso lo stesso peccato). Vedi, Enzo, se vuoi dare una parvenza democratica e scientifica al tuo blog di apologia cattolica, devi imparare ad accettare che non tutti accettino compitamente i tuoi ipse dixit…

    • @Gvdr,
      sono abbastanza sorpreso per questo commento, a conti fatti devo pensare che la poca lucidità sia tutta da parte tua, forse la tarda ora in cui è stato scritto può aver influito.
      Io ho parlato del “positivismo ottocentesco” e tu rispondi come se io avessi parlato del darwinismo. Le due realtà sono figlie della stessa società ma non sono la stessa cosa, quindi posso parlare di positivismo in casi avvenuti prima del 1859.
      .
      Io ho parlato di zoo umani, non di razzismo in genere, e nell’articolo non se ne fa menzione fino appunto all’800. Quindi dov’è l’errore?
      .
      Riguardo al passato ho detto che esisteva in realtà un’attrazione-repulsione verso il fantastico, con narrazioni fatte per impressionare la gente, come nel caso di Marco Polo, ma nessuno zoo. Quindi dov’è l’errore?
      .
      Inoltre quegli sparuti riferimenti riportati sono semmai la prova che il razzismo non esisteva essendo infatti confinato in pochi e stravaganti racconti.
      .
      La verità è che in passato si combattevano culture e dominazioni diverse, non razze diverse: romani contro barbari, egiziani o giudei ecc…, non contro ariani o semiti, e questo fa una bella differenza.
      Il razzismo è figlio del positivismo ottocentesco, e questo vostro tentativo di nascondere la storia dietro un dito non fa che rendere ancora tutto più evidente.

      • Enzo, puoi imputare tutto a Darwin, ma non il fuso orario. Vivo a dodici ore di distanza da voi…
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        La razze esistevano da ben prima dell’ottocento. Al punto che alle altre popolazioni si negava lo status di essere umani. Altro che fini disquisizioni scientifiche.
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        E le “esposizioni” di altri essere umani come “animali rari” anche. Come abresti potuto scoprire leggendo qualcuna delle citazioni che avevo fornito.

        • Peccato, l’orario almeno forniva un’attenuante.
          Ti è stato dimostrato che lo status di esseri umani non veniva negato negli ultimi 2000 anni.
          Avere organizzato la presenza di un gruppo di diverse etnie non è per niente come averli classificati come animali e messi in gabbia, che è invece quello che hanno fatto esponenti di spicco della scienza otto-novecentesca.
          Ripeto che ti conveniva approfittare del termine scaduto anziché insistere su questo argomento.

          • Enrico Lutman on

            @ GVDR e Pennetta

            Mi scuso se intervengo rispetto questi commenti che sono collegati ad interventi su un thread precedente:

            Io non capisco come mai lei, GVDR, si accalori tanto se sia vero o meno che la teoria darwninana abbia fatta da sponda a interpretazioni razziste o eugenetiche.
            Anche se questo fosse vero, la validità di una teoria scientifica si misura nel campo delle grandezze misurabili e quantificabili, e non nelle sue ripercussioni metafisiche.
            In generale l”800 era, diciamo, un secolo in cui il razzismo ed una visione di superiorità di “razze” o “nazioni” era piuttosto comune, lo stesso per gli inizi del ‘900.
            Non deve destare meraviglia se la teoria darwiniana abbia fatto da sponda a queste Weltanschuung, e questo non dimostra nè che la teoria sia vera nè che la toria sia falsa.
            Tanto per fare un esempio, tempo fa vidi un documentario, non so citare le fonti, in cui si trattava di come scienziati tedeschi dell’inizio novecento pagassero per procurarsi corpi di aborigeni australiani alla ricerca di “ipotetici anelli mancanti”.
            Ma penso che siamo tutti d’accordo che questi comportamenti non dimostrano nè che la teoria sia vera, nè che sia falsa.
            Detto questo mi permetto solo di ricordare che nella famosa disputa di Valladolid, fu la Chiesa a difendere la piena umanità degli indios, attraverso il vescovo Bartolomeo de las casas, in contrapposizione con gli umanisti del tempo.

    • Questo articolo rivela solo che la prospettiva in cui questa gente guarda le cose sono unicamente i soldi.
      In pratica dovremmo sostenere la liberalizzazione per permettere alla Philiph Morris di guadagnare i soldi al posto della Mafia, per quel che mi riguarda sono sullo stesso piano.
      Nessun riferimento all’aumento della diffusione dell’uso in quell’articolo e ai danni della cannabis, poi invece sempre così solerti a condannare i danni del tabacco che sono molto minori.

      • Grazie del commento di risposta, prof.. Ti faccio notare il sofisticato ” È il momento di porre il tema della legalizzazione come battaglia di legalità e contrasto all’economia criminale e sottrarlo al seppur necessario e controverso dibattito morale.”
        che tradotto in italiano significa “chi se ne frega che la droga faccia male e quindi legalizzarla sarebbe un controsenso, dobbiamo battere la Mafia”; inoltre devi sapere che
        “Proprio chi è contro ogni tipo di droga deve sostenere la legalizzazione.” è una specie di autocitazione di Saviano perché in passato disse una cosa formalmente simile: “Chi è a favore della vita deve essere a favore dell’eutanasia”

      • Da siciliano sentire mettere sullo stesso piano la Mafia con una industria legale che tral’altro non è inserita in nessun business della canapa nonostante in olanda sia legale dal 1975 mi indigna, ma questa è questione di punti di vista. Irrita molto di più, in un blog che si chiama Critica Scientifica, veder confondere legalizzazione con liberalizzazione e sentir sostenere che una sostanza come il tabacco che causa nel mondo la morte di 6milioni di persone ogni anno provochi danni molto minori della canapa che non ha mai ucciso nessuno nella storia.

        • Cos’è hai a cuore la Philip Morris che non vuoi sentirla chiamare in causa? Che un’industria sia legale e faccia profitti facendo ammalare milioni di persone non la rende migliore delle narcomafie, poi da siciliano non ti sentire monopolista della mafia, ormai è un prodotto internazionale.
          E che poi sua P. Morris o un’altra società “legale” a fare soldi con la cannabis che differenza fa?
          Non me ne importa niente che chi vive alle spalle dei tossicodipendenti sia uno con la scoppoletta o con la bombetta.

  2. Possibile che mai a nessuno (nemmeno – e soprattutto – a sinistra) venga in mente lo scempio delle guerre dell’oppio? …oggi probabilmente la Cina siamo noi!

    • Ottima osservazione Eugen…
      E a proposito, benvenuto!
      Ricordiamo che l’Inghilterra impose l’oppio alla Cina per arricchire la Compagnia delle Indie, adesso le nuove compagnie delle Indie vogliono riprendersi il loro business.

    • Non solo è possibile, è quantomeno logico, visto che in un caso si parla di oppio, e nell’altro di canapa, inutile far notare quanto le due cose siano differenti. Poi l’arricchimento è molto relativo visto che l’autoproduzione di canapa ricreativa è una pratica semplicissima e renderebbe il prodotto praticamente gratuito per chi decidesse di farlo.

  3. Legalizzare la cannabis sarebbe un atto di civiltà in un paese dove più di due milioni di persone “si fanno” legalmente di psicofarmaci ed almeno dieci milioni “si fanno” di alcol. Se si vuole proibire ogni sostanza che alteri la percezione o che causi stati d’ebrietà, la prima cosa da fare sarebbe logicamente proibire queste sostanze. Ma ipocritamente non si fa. E la ragione la conosciamo…

    • L’abuso di psicofarmaci è un vero problema, l’acolismo almeno è più evidente, quello che però non si mette sotto accusa è il modo do vivere che rende le persone infelici.

      • Infatti è proprio questo il punto: continuare a fornire alla gente vie di fuga invece di fermarsi a capire da cosa si fugge.

        Creare i presupposti sociali per cui la gente non senta più la necessità di drogarsi o bere, questa è l’unica via per risolvere il problema.

        Cioè creare gente matura e responsabile ma vuoi mettere quanto è meglio addormentarli.

        In pratica quelli che chiedono la liberalizzazione stanno chiedendo la libertà di imprigionarsi da soli, altro che atto di civiltà.

        • Legalizzando alla gente non si fornisce proprio nulla, la cannabis in italia c’è già in 200 dosi annue a testa, inclusi neonati e ultracentenari secondo i dati forniti dalla DNA, bisogna solo decidere se lasciarli in mano alla mafia o darli in tutela allo stato. Inoltre secondo quale logica Alèudin difende il proibizionismo se ha ammesso anche lei di averne fatto largo uso… Il proibizionismo l’ha tenuta lontano dalla cannabis? e se lo difende sostiene che avrebbe fatto bene l’eventuale poliziotto che le avesse rovinato la vita con un soggiorno in carcere e una denuncia? Non si può essere proibizionisti fino a quando vengono beccati gli altri, ed è ipocrita pretendere sanzioni per le persone a causa di un comportamento che si è stati i primi a reiterare

      • Ma la maggior parte di quelli che “si fanno” di alcol non sono alcolisti, non hanno sviluppato una dipendenda e non causano problemi sociali.
        Il problema poi della solitudine della gioventù è legato al carattere della società moderna e tecnologizzata, non a la maggior libertà di cui dispongono, le droghe c’entrano poco con questo problema, infatti sono sempre esistite, le usavano i nostri nonni, i nostri bisnonni ed anche gli antichi romani, nessuno è passatoquindi indenne dal consumo di sostanze psicoattive.

  4. stò cò frati e zappo l'orto on

    On.Civati che onore poter comunicare con Lei!
    Mi permetta di tirare “in ballo” uno dei cinque più grandi studiosi di Filosofia vissuti in questo Paese negli ultimi settantanni:Prof.Del Noce.
    E’ infatti probabile che la sua teoria “del grande partito radicale,in sostituzione del partito sovietico “sia sempre più attuale.Ma è anche probabile la creazione passo dopo passo di una(definiamola pure cosi mi sia concesso)Democrazia Cristiana di “sinistra”,cioè un mega(progetto destinato alla stanchezza e all’esaurimento, prima o poi, di un elettorato sia di “destra”sia di “sinistra”)Contenitore.E il piano degli strateghi della nuova dc incomincia ad essere tangibile:il Dott.Renzi succhia voti sia a “destra”sia al “vecchio centro sinistra”,Civati cercherà di togliere voti “alle sinistre”……manca l’arruolamento di Landini….

  5. Visto che questo è un articolo che parla di giovani mi sento direttamente tirato in ballo.

    Ieri o ieri l’altro ho letto anch’io l’articolo sulla generazione K e la mia reazione è stata più o meno la stessa del prof Pennetta; se queste sono le paure delle nuove generazioni, significa proprio che non hanno capito una mazza di come funziona la realtà odierna (non che io mi vanti di essere un esperto ma almeno so che il terrorismo islamico è sintetico e che perfino il Mossad ha smentito l’ipotesi di un nucleare iraniano utilizzato a scopi bellici).
    Riguardo la questione della carriera e dei soldi, che posso dire…come disse Groucho Marx «I soldi non fanno la felicità, ma ce la mettono tutta» 😀 Il matrimonio, i figli, sono tutte idee vetuste (ecco il termine corretto), antiche, stantìe, sarebbe ora di introdurre i pacs alla francese, il cosiddetto concubinato. Riguardo il suicidio, anch’io mi diverto spesso a pensarci e in certi momenti mi pare molto allettante, dopotutto la vita è così noiosa, fastidiosa e priva di significato…taedium vitae direbbero i romani. Anch’io, come i giovani dello studio, sono molto solitario, perché non trovo alcun punto in comune con i miei coetanei.
    Per quanto mi riguarda legalizzerei immediatamente la cannabis, senza regolamentazione. Chiunque potrebbe coltivarla e farci quel che gli pare, mi soprende prof che lei abbia linkato un paio di studi mentre dovrebbe sapere che la cannabis è una delle piante più studiate al mondo (anche grazie al dibattito scatenatosi attorno ad essa) e se uno cerca potrà sicuramente trovare studi che dicono il contrario di quanto affermato in quelli postati in questo articolo. Il vantaggio principale della cannabis non sta certo nel fumarsela ma nella possibilità di farci carta, vestiti, farmaci, cibo, combustibile ecc…
    Inoltre l’attenggiamento del potere nei confronti delle droghe è ambivalente: da un lato permette, dall’altro proibisce, forse perché memore della rivoluzione psichedelica degli anni’60-’70 quando lo status quo si trovò in grave pericolo.

    • alessandro giuliani on

      Caro Luca da padre di due figlie posso dirti dopo piu di venti anni di esperienza sul campo che fare figli e crescerli è la cosa meno tediosa del mondo e che la famiglia è la vera avventura il resto è roba veramente moscia al confronto da qui la paura e le scappatoie codarde tipo pacs e simili ti auguro di cuore di accorgertene presto. .è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare

    • @Luca

      la cannabis ben venga come materia prima o medicina se serve.

      Il resto del tuo commento lo trovo decisamente puerile ed immaturo, in una parola: sciocco.
      Mi permetto di dirlo perché avrei potuto scriverlo io un tempo, ho passato 20/25 anni a fumare erba suonando in giro punk/hardcore nichilista pensando fosse figo.
      Bè mi sbagliavo e di grosso.
      Anche io come Giuliani tengo famiglia e non trovo nulla di più avventuroso che fare il padre e il marito.
      Spero e prego che tu abbia il coraggio di cercare altre strade oltre a quella in cui ti crogioli adesso.

      • Se tu hai vissuto una cattiva esperienza o se non sei stato capace di fare un buon uso delle droghe, non significa che per tutti debba esser così, sarebbe come voler proibire il poker perchè c’è qualcuno che in questo s’è bruciato tutti i suoi averi.
        Sono invece d’accordo sul fatto di non confondere i diversi usi della cannabis, io sono a favore della più completa legalizzazione, ma penso sia un grande errore difendere la legalizzazione perchè la pianta offre anche molti altri usi utili. Oltretutto per questi usi esistono anche varietà di canapa senza THC, quindi il ragionamento è doppiamente fallace.

        • ho parlato di brutte esperienze? No (io sono stato fortunato, altri no), ho affermato che ho scoperto che esiste di molto ma molto meglio che vivere nell’illusione. Tu vuoi continuare? Liberissimo di farlo, anzi no, credi di essere libero ma ne sei schiavo e ti autoconvinci che sia una tua scelta libera; buon proseguimento. E sia chiaro che non sto tentando di convincerti ma solo portando la mia esperienza, al che tu dirai: “bè se non andava bene per lui non è detto che non vada bene per me.” soliti trucchetti mentali indotti dalla paura di guardare in faccia la realtà.

          • Si, hai parlato di una brutta esperienza perchè pensavi di esser “figo”, ma poi ti sei accorto (dopo 20/25 anni!) che così non era. Ora io non ti conosco e non sono certo la persona che si mette a giudicare gli altri, però le tue parole sono abbastanza inequivoche. Nessun trucchetto mentale quindi, solo una semplice constatazione.

          • Come no. La verità vera è che prima si smette meglio è.
            Se una persona si droga o si sbronza lo fa perché ha paura di affrontare un problema, se stesso o la realtà. Per affrontare ciò da cui fugge deve smettere di stordirsi. Questo è quanto, non c’è altro da dire, il resto è ideologia da immaturi.

          • Invece ci può essere un uso consapevole delle droghe, com’è ad esempio il caso di milioni d’italiani che si fanno due bicchieri di vino chiaccherando e ridendo con gli amici, senza per questo indurre i propri figli al suicidio e senza per questo andare a scippare le vecchiette o sommergersi nel nichilismo più profondo.
            E tu sei liberissimo di vivere una vita al 100% all’insegna della salute, ma pretendere che gli altri facciano come te (obbligandoli addirittura per legge) la dice lunga sulla concezione di rispetto e libertà che alcuni hanno.

          • si certo “rispetto e libertà”, oggigiorno li si usa al posto di “fatti i cazzi tuoi che io mi faccio i miei”. Il rispetto invece consiste proprio nell’essere sinceri e avvisare gli altri del pericolo e la libertà significa scegliere ciò che è vero e non l’illusione.

          • Giuseppe Cipriani on

            Diamine. mi tocca essere d’accordo: se ognuno è libero di farsi male con le proprie mani, è pur vero che indicare la via riguardo all’uso improprio di vino, fumo, droghe e altre cazzate che fanno solo male sia sacrosanto.

          • Giuseppe Cipriani on

            La domanda mi pone delle difficoltà… Da genitore ti dico che proibire può essere necessario, anche se l’ideale sarebbe solo educare, insegnare a volersi bene fin che si è in tempo,..

    • Buonasera,
      mi volevo permettere di chiedere all’utente Luca M. che età avesse, sperando di non apparire inopportuno con questa richiesta.
      .
      Curiosa questa dizione di “generazione K”. Se non erro, vi potrebbero rientrare i giovani nati tra il 1995 e i primi anni duemila, ovvero appunto la parte di popolazione giovanile a cui si rivolge l’industria di Hunger Games. Curiosa serie di romanzi (e pellicole) quella di Hunger Games: una serie di tematiche altamente importanti (la distopia, il potere dei media, la violenza) che fanno da vacuo contorno a tematiche stantie quali il triangolo amoroso e l’amicizia adolescenziale.
      Mi chiedo se siano veramente positivi i presupposti fondanti Hunger Games: mi chiedo ovvero se il fatto di concepire la distopia politica nelle sue varie manifestazioni come una simpatica ambientazione per una futile storiella non sia segno del fatto che la società abbia ormai sviluppato una sorta di “immunità” verso la concezione di distopia e le atrocità della politica della classe dirigente (in tal senso, si potrebbe inserire nel cosiddetto, sarcastico filone del “gombloddismo”, uh…).

      • Buonasera,
        mi volevo permettere di chiedere all’utente Luca M. che età avesse, sperando di non apparire inopportuno con questa richiesta.

        Nessun problema. Ho 24 anni, compiuti (purtroppo) ieri. Sto invecchiando, mi conviene riprendere gli esperimenti di Aleksandr Bogdanov.

  6. La tutela delle nuove generazioni passa anche dalla non criminalizzazione di un comportamento comune e ampiamente accettato dalla maggioranza di essa. Passa per uno stato credibile, e non talmente ipocrita da minacciare manganelli e manette per chi utilizza qualcosa che potrebbe secondo alcuni portare alla riduzione del QI solo dopo decenni di abuso iniziato in adolescenza, e nel frattempo vendere liberamente e pubblicizzare sfacciamante qualcos’altro molto più psicotropo che può ucciderti in mezzora con il coma etilico. Passa per leggi che non costringano 4milioni e mezzo di italiani che non hanno mai torto un capello a nessuno, cittadini di uno stato che muore di criminalità, a doversi guardare e allontanare dalle forze dell’ordine. La tutela delle nuove generazioni passa per la vendita di una sostanza consumata almeno una volta nella vita da un 3 giovani su quattro in dispensari controllati e vietati ai minorenni, anzichè dentro le scuole da gente che in una mano tiene la canapa e nell’altra eroina e pasticche. La tutela delle nuove generazioni passa da uno stato che ti garantisce la inalienabile libertà di essere l’unico a decidere cosa fare sul tuo corpo dandoti gli strumenti per esercitarla, quella libertà, come la cultura costantemente sfregiata da un terrorismo mediatico volto a giustificare un fallimentare proibizionismo che ha avuto l’unico effetto di ingrassare le mafie che gli stanno depredando il futuro. La generazione K l’avete creata voi, e reiterando gli errori che l’hanno creata non può far altro che peggiorare

    • @Lillo
      l’uso della cannabis non è criminalizzato, è disapprovato così come in fondo lo è il fumo, è lo spaccio che è criminalizzato, secondo lei la tutela delle nuove generazioni passa attraverso quella gli spacciatori?
      Al contrario di quello che pensa dire chiaramente che fumare canne è nocivo, e che quindi per tale motivo è un comportamento disapprovato, è un atto educativo e di tutela.
      .
      Non facciamo del vittimismo, come detto sopra le manette sono per gli spacciatori, e non raccontiamo storie che tutti sanno non essere vere, i danni delle canne si vedono subito, una mia ex studentessa oggi laureata in psicologia mi disse “ad un certo punto ho dovuto scegliere tra lo studio e le canne”.
      .
      E non mettiamo sullo stesso piano l’acol e il THC, poi se proprio vogliamo ci si può fare male anche con un’indigestione o andando sui pattini, non è dei casi limite che si parla ma dell’utilizzo tipico.
      .
      L’inefficacia della lotta alla criminalità dovrebbe secondo lei autorizzarci tutti a compiere azioni di microcriminalità, ma che logica è? E poi che scena meravigliosa questi dispensari controllati, è questo quello che chiedete per voi, lo spacciatore in camice bianco?
      .
      Il diritto di fare quello che vuoi con il tuo corpo lo avrai quando rinuncerai alle spese che la società dovrà accollarsi per i disturbi che dovrà curarti, per gli investimenti sulla tua educazione mandati in fumo, ma invece no, volete il diritto all’istruzione e la sanità pubblica poi la comunità dovrebbe autorizzarvi a sperperare tutto.
      .
      La vera generazione K sarebbe una generazione di ribelli, magari riuscissimo a crearla!
      Invece vedo solo una generazione che chiede di essere pecora e domanda che le si lasci la sua erba… poi chiama tutto questo “libertà”.

      • – in Italia vengono castigati i consumatori e sorpassare la cosiddetta quantità minima, e quindi essere accusati di spaccio, è veramente molto facile.

        – i danni a livello di consumatore medio sono assolutamente paragonabili a quelli dell’alcol. Nei casi invece di forte dipendenza l’alcol, a differenza sempre della cannabis, causa enormi problemi sociali (violenza e famiglie letteralmente distrutte) e sicuramente maggiori problemi fisici, che portano molto spesso direttamente alla morte (20.000 decessi/anno).

        – molte persone incarcerate per motivi legati alle droghe sono piccoli spacciatori che di “criminale” hanno ben poco (gente ad esempio a cui non è stata sequestrata nemmeno un’arma) oppure tossicodipendenti che hanno commesso delitti con il fine di procurarsi la sostanza.

        – stessa cosa si dovrebbe dire di chi pratica sport di rischio, di chi fuma sigarette o di chi segue una dieta squilibrata. Perchè lo Stato non proibisce quindi anche tali pratiche?

        • – E voi non sorpassate la quantità minima, che avete paura di restare senza?
          – L’uso comune dell’alcol non provoca nessun danno, quello dalla cannabis sì, e lo si vede proprio negli studenti. Non può essere fatto un paragone con l’acolismo che non rappresenta un uso normale.
          – i piccoli spacciatori sono comunque spacciatori, che cosa vorrebbe dire che per i piccoli furti si dovrebbe chiedere l’impunità?
          – per chi pratica sport a rischio vengono comunque stabilite delle norme che lo minimizzino (caschi e attrezzature omologate), per la cannabis e il tabacco (che vieterei allo stesso modo) è diverso.
          .
          E infine, e anzi soprattutto, questi sono argomenti secondari di fronte alla vostra triste volontà di farvi fregare da un sistema che vi spilla soldi (mafia o corporations non cambia niente), io vi dico di ribellarvi, di dire a chi vuole una generazione di accannati che non si ribelleranno mai a niente che le loro canne gliele farete mangiare spingendogliele giù a forza in gola!
          Vi invito ancora, basta mendicare canne, ribellatevi!
          PS una sana lettura di Brave New World e vi sarà tutto più chiaro.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Mi ricordo quando una mia conoscente(frequentratrice dei “salotti bene” di Roma)mi invitò per un giro dalle mie parti,a bordo della sua auto.
            Dio!
            Si era fumata non so quante canne!
            E mostrava con orgoglio,anche ad un cretino come me che poco capisce questo genere di sballo,un tocco enorme di pakistano.
            Ha messo in moto la sua macchinina ma dopo qualche centinaio di metri ci siamo fermati sull’orlo di una scarpata.
            ps.Siamo nel paese del” Me ne frego!”figurati a certi cervelli cosa interessano le nostre prediche.

          • Vedo che ha risposto solo con evasive alle questioni da me sollevate e nell’unico punto in cui ha cercato una risposta nel merito, ha preso una cantonata enorme: anche il consumo moderato di alcol (quello che rientra nel livello consentito per la guida di un veicolo) causa danni cerebrali, non lo dico io ma studi pubblicati su riviste come Neuroscience. Se vuole quindi criminalizzare tutti i principi attivi tranne l’alcol trovi degli argomenti veri, altrimenti finisce con lo scadere nella solita ipocrisia che caratterizza i benpensanti di casa nostra.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Dietro la coltivazione di cannabis c’è un colossale affare(interi paesi sopravvivono e si sviluppano sempre più)per esempio i paesi del nord africa!
            Gli stessi oppositori “dei crociati”si finanziano con la coltivazione di droghe;nel martoriato Afganistan.
            In Colombia la coltivazione di coca produce redditi da capogiro,non parliamo del Messico e decine di altri “emergenti”.
            Tutto a spese dei giovani(e meno giovani)occidentali…ma putroppo anche di molti ragazzi Russi…
            Che in Italia ci siano dei personaggi pronti stupidamente a cavillare sulla differenza tra l’alcool e le droghe è il prezzo che dobbiamo pagare alla mentalità ultraborghese-ultraprogressista di certi uomini di “cultura”.

          • Caro Enzo, ho trovato ad esempio questo: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306452212008457 , le sarà comunque facile trovare altre informazioni che confermino questi dati. I benpensanti poi non sono quelli che vogliono “farsi male” (non ci si fa male vivendo una volta ogni tanto stati d’ebrietà), ma quelli che “fanno male” cavalcando battaglie ideologiche spacciandole per battaglie scientifiche.

            Caro Stò cò.., personalmente non sono a favore della legalizzazione per togliere un businness alle mafie, anche perchè un discorso del genere non reggerebbe. Il togliere spazio alle mafie ed alla criminalità è solo un valore aggiunto, quindi un beneficio ulteriore della legalizzazione.

          • Secondo lo studio “However, “moderate” amounts of alcohol include drinking 3–4 alcohol beverages in a day”, cioè 3 o 4 drink al giorno… e quello lo chiamiamo un uso moderato?

          • The drinking regime resulted in an average blood alcohol concentration of approximately 0.08%, which is comparable to the human legal driving limit in many countries.

            La fallacia della sua osservazione è comunque confermata dal fatto, al di là dell’effettivo danno, che l’assunzione di una lattina di birra, del classico “quartino” di vino o del vermuth dell’aperitivo, provoca già stati di alterazione sensoriale, quindi anche a questi dosaggi sono da considerare sostanze psicoattive. Ma lei afferma di no, a differenza degli stessi effetti procurati della cannabis. Quando si dice il rigore scientifico…

          • Farsi tre o quattro birrette al giorno sono già sintomi di alcolismo, e anche quello è sintomo di un malessere sociale che non si risolve favorendo la diffusione delle sostanze.
            Bottiglie di birra a cui ci si attacca per strada fin dal pomeriggio, canne o i più americani “drink” sono tutti segni di una popolazione che addormenta il proprio malessere con la chimica.
            Una popolazione che non lo capisce merita di essere schiava e vivere da gregge. Contenti voi.

          • Non so cosa dirle, se io le parlo degli effetti di una lattina di birra e lei questo numero lo moltiplica magicamente per tre o per quattro, c’è poco da discutere…

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Caro Flavio lei è sicuramente una persona che cerca di capire.
            Un tema immenso,apparentemente banalissimo.
            Per quanto mi riguarda da laico aggregato a validissime associazioni cattoliche e alla laica Ronda della Carità(Dio benedica il Suo ideatore)ho constatato che molti troppi “duri”finiscono i loro giorni sopra le panchine di una stazione ferroviaria(questo è il mio “settore”di competenza)oppure in luoghi ben più squallidi.
            Flavio le assicuro che quando vedo giovani distrutti dalla droga una parte di me muore.Piango un pianto che solo io so percepire.Orribile.
            Ma propio pochi minuti orsono mentre tornavo dalla mia “terra”ovvero il Chianti,parlando per alcuni minuti dell’argomento droghe con mia moglie(nativa della Danimarca.A proposito ricorda l’esperimento Cristiania?)lei ha affermato che prima o poi anche in Italia legalizzeranno al 100 per cento la cannabis………staremo a vedere se questo disgraziatissimo paese sarà governato da imbecilli o da Persone Normali e non Disonesti SUPER Men.Con sincero affetto signor Flavio.

          • No Flavio, io ho fatto riferimento all’articolo da te segnalato, e quello non parla di una birra, di quello parli tu.
            Dallo studio di Elsevier:
            “Men who drink 14 drinks a week and women who
            drink 7 are considered at-risk drinkers by the National
            Institute for Alcohol Abuse and Alcoholism. Moreover,
            binge drinking is defined as when blood concentrations
            reach 0.08% or above.”

            Già si è considerati bevitori a rischio con una media di due drink al giorno, qui si parla dei danni di chi beve 3 o 4 drink al giorno.
            Sei tu che vuoi vedere quello che ti fa comodo.
            E comunque ripeto, contento lei di fare il suddito innocuo.

          • Caro Enzo, giri la frittata come vuole, non ci mettiamo certo ora a discutere se 14 bicchieri alla settimana sono un comportamento a rischio oppure no. Io le ho fatto notare che uno studio ha dimostrato che anche il consumo moderato causa danni nell’ippocampo, poi potremo parlare della distruzione di neuroni, ma non voglio aggiungere più benzina al fuoco. Infatti, per farle un discorso molto più terraterra le ho ricordato che l’alterazione della percezione (l’ebrietà) si ha già bevendo un vermuth, un vino o una lattina di birra. Lei neghi quello che vuole, mi dica (nel caso sia bevitore) che non ha mai provato senso d’ebrietà o mi dica che uno spinello condiviso in tre persone in un dopopranzo è divastante rispetto a una bottiglia di vino divisa tra le stesse persone.
            Entrambi sappiamo come stanno le cose, le consiglio quindi di cercare altre scuse se vuole difendere a l’alcol e crimininalizzare la cannabis, perchè quella di cui sta facendoci partecipi ha tutto il gusto di essere una battaglia culturale ed ideologica e non scientifica.

            PS: o meglio ne riparleremo quando Giovanardi proporrà la vendita di vino in monodosi da 125ml. e non più di una al giorno per persona.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Flavio non si crucci troppo vedrà che ti questo passo con l’alcolismo giovanile-infantile arrivato al livello di guardia,con migliaia di ragazzi alcolizzati è molto probabile che(per esempio un governo “socialdemocratico”)similarmente alla sviluppatissima civiltà svedese si adottino le loro stesse leggi proibendo di fatto la libera vendita dei superalcoolici.Con negozi stabiliti per la vendita, convenzionati e controllati dallo stato.Stiamo trasformandoci sempre più in una colonia culturale unites states!!!!Viva il progresso.ps.Personalmente, vivendo parte dell’anno in Dk ho visto tanti svedesi ubriachi salire su i traghetti diretti in svezia!!

          • Flavio, che questa fosse principalmente una battaglia culturale o meglio antropologica l’ho detto sin dal principio, non ho fatto altro che dire che vorrei che i giovani fossero ribelli e non mansuete pecorelle annacquate dalla cannabis.
            Sei tu che hai voluto buttarla sul dato clinico che oltretutto non supporta le tue tesi.
            Non hai altra arma che fare un confronto con l’alcolismo, bella battaglia a chi sta peggio.

  7. Ancora con sta’ storia che fumare uno spinello e bere é la stessa cosa…
    .
    La verità é che fumare (a cominciare dal solo tabacco) dovrebbe essere vietato e basta, se non altro perché é impossibile che il “vizio” non abbia conseguenze (dirette o indirette) anche sulle persone che stanno vicine e sull’ambiente circostante.
    .
    Un paio di bicchieri di vino quando si mangia non fanno danni sicuramente agli altri e il fisico é SEMPRE in grado di smaltire l’alcool se le quantità sono ragionevoli. Al contrario il fumo anche in piccole quantità (ammesso sia possibile e abbia senso rimanere nelle piccole quantità…) causa danni all’ambiente e alle persone intorno (fumo indiretto, aumento dell’inquinamento, ecc.) e soprattutto contribuisce giorno dopo giorno a PEGGIORARE la situazione del fisico. In altre parole con il fumo, anche modico, lo “stato fisico” può solo peggiorare, anche se in modo infinitesimo, mentre con l’alcool é solo un problema di quantità.
    .
    Ci sarebbe poi da tirar “dentro” sul ragionamento i comportamenti “maleducati” ricorrenti e recidivi di quasi tutti i fumatori (buttare le cicche per strada e in acqua nelle spiagge…), ma forse questo e’ un altro discorso.
    .
    In ogni caso l’idea di “liberalizzare le canne”, a mio parere, é da contrastare; non solo perché si va a introdurre ulteriore “benzina” dove la benzina andrebbe invece eliminata ma soprattutto per il quasi ineludibile rapporto eziologico che collega temporalmente droghe leggere e pesanti.

    • Per quanto riguarda l’ineludibile rapporto fra droghe leggere e pesanti la invito ad aprire l’enciclopedia Wikipedia alla voce “Teoria del Passaggio” per scoprire che tale rapporto non solo è stato da anni escluso e tacciato come una teoria ridicola, ma che anche quando era in auge (decenni orsono) non era mai stato dimostrato e si basava solo sulla constatazione alquanto naìf del fatto che chi arrivava a bucarsi aera prima passato dallo spinello…. come se non fosse anche passato da alcool, tabacco, biscotti e latte materno. Inoltre l’olanda è lo stato europeo con meno eroinami. Legalizzando inoltre non si introduce nulla, la canapa già c’è e viene consumata in italia in 3mila tonnellate ogni anno, bisogna solo decidere che la mafia non ne debba detenere il monopolio

      • Legalizzando passiamo il messaggio alle nove generazioni che fumare è ok, quindi dalle sue 3 mila tonnellate poi passiamo alle 300 mila.

        • L’Olanda, dopo la legalizzazione, a parte un primo momento di aumento fisiologico, ha visto dimunuire il consumo di cannabis. Oggi in Italia, il paese con le leggi più ristrettive, vi è un consumo percentuale tre volte maggiore di quello olandese. Come vede, il suo discorso si smonta da solo.

          • Quanto era il consumo in Olanda prima della legalizzazione?
            Senza questo dato il fatto che adesso se ne usi meno che da noi non è significativo.
            Inoltre l’utilizzo in Italia stava calando fini al 2011, e poiché non mi sembra che le politiche restrittive siano cominciate in quell’anno le cause del forte utilizzo in Italia vanno cercate altrove e non nella legge restrittiva.
            Come vede i suoi argomenti sono viziati da un’analisi superficiale,

          • @Luigi
            il consumo di cannabis in Colorado era in diminuzione da molto tempo prima, se fossi malizioso penserei che si è scelto di cominciare a legalizzare da lì proprio per mostrare questa statistica favorevole:

          • OK alla legge sulle droghe del Colorado se approviamo pure la legge del Colorado che vieta di vendere nei negozi come supermercati birre superiori a 3.2 gradi, vieta di vendere birre, vino e alcool in genere a minori di 21 anni con pene sia a chi vende che a chi compra (es: ritiro patente) e che permette il consumo solo a casa o in luoghi privati con il permesso e soprattutto la presenza dei genitori.
            Ci state al cambio o no?

          • Caro Domenico, nella mezza paginetta che ha presentato (e che Enzo ha preso ovviamente per oro colato), proprio alla voce “Italia” ed “Olanda” c’è scritto che i dati vanno presi con precauzione perchè non recenti. La verità è che l’Italia, pur avendo la legislazione più restrittiva, si alterna con la Spagna nei primi due posti per consumo, quantità e frequenza. Ora anche un cieco vedrebbe che il proibizionismo non è la risposta per ridurre il consumo, ma voi, obbligati dalla vostra posizione ideologica, dovete difenderlo a tutti i costi, con i risultati che abbiamo visto.
            Parlando di numeri, la stessa fonte citata da lei (EMCDDA) riporta questi, che come vedrà sono decisamente più esaustivi e completi dei suoi: http://it.wikipedia.org/wiki/Diffusione_delle_droghe_nell%27Unione_europea

          • Flavio, i dati di wikipedia sono aggiornati al 2008, quelli segnalati da Domenico del 2014.
            Il divario di comparabilità è tutto nella direzione di un’Olanda che vede aumentare drasticamente il consumo di cannabis rispetto all’Italia, quindi lei anziché vederci un fallimento della legalizzazione ci vede dati che non vanno bene.
            Per favore, se vuole usare la cannabis lo faccia pure, ma non cerchi giustificazioni scientifiche che non ci sono.

          • Mi sembrava di aver già fatto notare che quei dati si riferivano a un periodo precedente, andando a spulciare la cosa si scopre infatti che è che lo stesso European Drug Report 2014 che dice che il dato italiano non è nell’attualità raffrontabile, perché la nostra ultima indagine epidemiologica risale al 2008. Cioè la data dello studio comparato citato da me. Mi dispiace deluderla anche questa volta, ma gli italiani detengono tuttora il triste primato di essere tra i più “fattoni” d’Europa. I più religiosi, i più individualisti e i più fattoni. Siamo un paese di gente peculiare, non c’è che dire.

          • Fabio,
            quello che emerge non è quello che dici tu, i più ”fattoni” sono francesi e spagnoli, certo che però se tutti la pensano come te e Civati tra un po’ ci rifacciamo.

  8. @ Lillo.
    Con tutto rispetto della presunta “scientificità” di wikipedia, e relativi riferimenti bibliografici ivi citati, l’unica cosa inequivocabile, nel mondo della tossicodipendenza, é il fatto che chi arriva alle droghe “impegnative”, in gran percentuale, é passato attraverso le canne giovanili…. Ora, non sono in grado di affermare se questa percentuale sia del 98,27346% o del 94,46345% o del 96,232321% ma direi che nel marasma delle opinioni, dei “sentito dire” e delle prese di posizione acriticamente a favore della legalizzazione di qualsiasi “cosaillegatesentitacomebisogno” di pannelliana memoria, unica cosa certa é che detta percentuale é ELEVATISSIMA (informarsi presso le comunità di recupero…). Come altra cosa certa é che negli ultimi tempi i ricoveri per intossicazioni correlate alla assunzione di cannabis é in aumento.
    .
    Lei continui pure a pensare che la legalizzazione é “cosa migliore” ovvero il “male minore”. Da parte mia sono e sarò sempre più dell’idea che tabagismo (e fumo in generale) devono sparire nel tempo; ci sarebbero meno problemi ambientali, sanitari e anche molta meno “cattiva educazione” in giro per le strade e le spiagge.

    • Il 100% beveva acqua, per dire. Io la vieterei.
      .
      P.S. La percentuale che indichi è inutile, è l’altra (quante persone che si fumano una canna poi si perdono nelle droghe pesanti) che è quella che occorre guardare…

      • In età scolastica negli ultimi anni la cannabis ha interessato il 22% circa di ragazzi (consumo in ripresa per inciso dal 2010 in avanti), altri tipi di droghe coprono circa l’11% (cocaina 3,5%, allucinogeni 3%, eroina 1,5%, stimolanti vari 2,5%, ecc.). Il policonsumo é imperante e presenta sempre la cannabis come droga primaria o secondaria (con percentuali sempre molto elevate). Nella fascia che comprende tutte le persone fino a 65 anni i dati non sono molto diversi. Evidenziare che la percentuale da me indicata é inutile (ancorchè con fondo di verità perché comunque non esaustiva del problema ovviamente) sa tanto di toccata e fuga; resta il fatto che chi “arriva” alle pesanti é quasi sempre “partito” con le canne e continua ad utllizzare la cannabis in modo massiccio anche se sostanza secondaria.
        .
        Ben altri sono i “dati” ineludibili: 1) le persone non sono tutte uguali (non ha senso evidenziare, come qualcuno afferma per esperienza diretta, che la cannabis non crea dipendenza o non crea grandi problemi, fatto che, anche se vero, non sminuisce la pericolosità della sostanza inalata a scopi ludici); 2) le modalità di assunzione, oltre che le conseguenze, sono culturalmente fuori dal tempo (per inciso non c’é il filtro,,,); 3) legalizzare la cannabis porta ad una ulteriore legittimazione indiretta del fumare convenzionale (come non ricordare che il fumare non ha MAI valenza solo personale in quanto peggiora comunque l’ambiente e qualora assorbito in presenza o collateralmente al passaggio di altre persone crea un danno verso queste ultime); 4) continuare ad affermare che la cannabis assimilata fumando non fa male é una balla (se per qualcuno non crea dipendenza o non crea problemi fisici secondari non é assolutamente vero che la constatazione valga per la globalità delle persone); 5) le statistiche, specialmente quelle degli stati esteri, sono sempre molto opinabili (soprattutto per non essere mai contestualizzate su periodo storico, sulla sociologia e psicologia locale…); ecc…

        • Beppino riguardo al punto 1) è semplice statistica il motivo per cui non puoi prendere semplicemente le percentuali di assunzione.
          Come ha fatto notare GVDR, il 100% di chi assume cannabis e peggio assume prima, durante e dopo acqua. L’acqua è una droga ponte?
          .
          Per dimostrare questo tipo di cose devi prendere correlazioni triple, oppure più semplicemente e con sicurezza prendere il consumo di droghe pesanti in quei paesi in cui è stata legalizzata prima e dopo la legalizzazione.
          .
          Così facendo si dimostra che la legalizzazione diminuisce il consumo di droghe più pesanti.
          .
          Riguardo ai danni hai certamente ragione, ma l’alcool non è che non sia pericoloso: anzi, la dipendenza dall’alcool ha conseguenze fisiologiche devastanti. Interrompere l’assunzione bruscmente può portare alla morte in altissima percentuale, impossibile per la maggioranza delle droghe perfino pesanti!
          E anche una semplice “sbronza” da alcool ha effetti neurologici pesanti.

          • Riguardo all’aumento di incidenti causato dalla legalizzazione della cannabis i dati sono drammatici, altro che storie:
            “The proportion of marijuana-positive drivers involved in fatal motor vehicle crashes in Colorado has increased dramatically since the commercialization of medical marijuana in the middle of 2009, according to a study. The study raises important concerns about the increase in the proportion of drivers in a fatal motor vehicle crash who were marijuana-positive since the commercialization of medical marijuana in Colorado, particularly in comparison to the 34 non-medical marijuana states.”
            Da Science Daily

          • Ma questo studio ha evidenziato sul lungo periodo un aumento secco del conusmo tra la popolazione residente? Perchè a me i dati presentati in questo modo mi sembra che non tengano in conto di diversi fattori, ad esempio della questione del “turismo da cannabis” e della metodologia adottata per confrontare gli esami effettuati a seguito di incidenti automobilistici prima del periodo oggetto di studio.

          • C’è un dato incontestabile, la cannabis fa aumentare gli incidenti stradali, i dubbi sollevati sullo studio sono un tentativo di negare questa evidenza che l’esperienza di tutti noi (non ci voleva uno studio per affermarlo!) già conosce.
            Se lo faccia lei un giro in macchina come quello descritto da stò.

          • @ Luigi
            Mi pare di aver già scritto che affermare che “la percentuale di persone che arriva alle ‘pesanti’ iniziando con le canne é elevata” evidentemente non é argomento esaustivo per concludere definitivamente sulla accettabilità o meno dei cannabinoidi assimilati attraverso il fumo. Resta il fatto che i dati, in particolare quelli relativi al policonsumo e le informazioni ricavabili dall’esperienza delle comunità di recupero, dovrebbero far riflettere sulla pericolosità oggettiva ed ineludibile della cannabis utilizzata per scopi ludici.
            .
            Circa le statistiche di “altri paesi” rimango dell’idea che le tendenze devono essere viste ‘anche’ in base a considerazioni di altro tipo (non é detto che l’utilizzo acritico delle stesse porti a concludere che é un bene in se liberalizzare le canne…).
            .
            Quanto all’alcool, unica cosa certa (e spero indiscutibile) é il fatto che preso in ‘giusta misura’ non comporta scompensi all’individuo mentre il fumare anche poco (le canne non hanno filtro …) sicuramente peggiora la salute, non rispetta le esigenze di altri che non fumano, da ‘il la’ a reiterati comportamenti di maleducazione congenita circa lo smaltimento dei residui del vizio (basta fare un giro per le città, i parchi, le spiagge, ecc.).
            .
            Evidentemente é chiaro che l’assimilazione dell’alcool oltre certi limite é altrettanto pericolosita se rapportata all’assimilazione di sostanze da sballo ma resta il fatto che “le piccole dosi” sono intrinsecamente accettabili e ‘sicure’ solo per l’alcool e non per il fumo.

  9. alessandro giuliani on

    Il punto è la cultura dello sballo. L’uomo è la specie simbolica e il bere il mangiare l’attività sessuale le distrazioni non vanno giudicate tanto per il loro aspetto materiale (fa bene fa male) ma per il loro significato culturale.
    Legalizzare la cannabis vuol dire promuovere la cultura dello sballo (non esiste da noi un uso differente dallo sballo della canapa) per affossare ulteriormente una generazione che i vecchi di questo mondo invidiano e disprezzano dopo averla tradita rinunciando a fare i padri.

    • Hanno cominciato i primati prediligendo frutta fermentata a quella fresca. Colpa dell’evoluzione quindi, secondo me anche in questo c’è lo zampino dei darwinisti… 😉

  10. Ma i tifosi del Feyenoord a Roma erano più bevuti o più fumati ? (o entrambe le cose ?) 🙂

    • stò cò frati e zappo l'orto on

      E le Autorità Politiche preposte al controllo di questi signori ?

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