Vaccini: il complottismo di comodo

63

vaccinitalia

Da qualche tempo è scoppiata una polemica sulla vaccinazione obbligatoria, sono state create nuove categorie di pària sociali, i nuovi ‘untori’.

Ma la verità è che la principale responsabilità della ‘fuga dai vaccini’ è delle autorità sanitarie e delle case farmaceutiche. 

 

Il Corriere della Sera in un reportage definisce un “covo” di complottisti il Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni ( Nel «covo» tra ansie e complottismo Obiettori in crociata contro i pediatri ), l’impiego del termine “complottista” chiude ogni possibilità di confronto, le motivazioni da questo momento non vanno neanche più vagliate, e infatti nell’articolo non vengono analizzate ma solo stigmatizzate.

Ecco il grafico che appare nell’articolo e che tanto preoccupa:

Analizzando il grafico si possono ottenere informazioni interessanti:

1- il dato riguardante la Poliomielite è sostanzialmente invariato, dal 2007 ha perso solo l’1,1%.

2- lo stesso si può dire per Difterite, Tetano e Pertosse, la cui vaccinazione dal 2007 è scesa dell’1%

3- stessa cosa per l’Epatite B la cui copertura è calata dell’1%

Sin qui siamo dunque in presenza di allarmismi largamente ingiustificati.

4- il dato per Morbillo, Parotite e Rosolia ha subito un incremento dell’1% dal 2007 fino al 201o per poi calare sensibilmente del 2,3% fino al 2013. Questo andamento pone intorno al 2010 un punto di discontinuità che andrà analizzato.

5- la vaccinazione contro l’influenza è stata stabile fino al 2009 per poi subire un calo dell’1% nel 2010, riprendersi e ricominciare un trend negativo dell’1% fino al 2013.

Questi dati segnalano che le percentuali erano in crescita in tre casi su cinque fino al 2010, e in generale hanno fluttuato intorno agli stessi valori con variazioni più accentuate per Morbillo Parotite e Rosolia che sono particolarmente aumentate nel 2010, mentre nello stesso anno il contrario accadeva per la vaccinazione antinfluenzale. Analizzando i diversi andamenti come parti di un unico sistema che possiamo chiamare “vaccinazione”, notiamo che una di queste componenti, quella relativa alla vaccinazione antinfluenzale, ha subito una perturbazione in negativo nel 2010. Tale perturbazione, seguita da un “rimbalzo”, sembra aver preceduto e trascinato in basso le altre che da quel momento sono uscite da una zona di fluttuazione per prendere la strada di un leggero ma costante calo.

Se dovessimo individuare una causa scatenante della, comunque leggera, tendenza alla diminuzione delle vaccinazioni dovremmo cercare un evento accaduto tra il 2009 e il 2010 riguardo le vaccinazioni antinfluenzali. Facilmente si risale alla “pandemia” dell’influenza suina H1N1 che proprio nel 2009 diffuse un forte allarme in tutto il mondo salvo poi risultare una forte esagerazione, un allarmismo che fruttò però grosse cifre alle case produttrici di vaccini, vedi notizia ANSA: H1N1, epidemia mancata costata milioni. Quella vicenda diffuse un forte senso di sfiducia verso le autorità sanitarie e le industrie farmaceutiche, non sembra che la causa della sfiducia sia quindi da attribuire all’attività dei “covi di complottisti”.

Ma intanto avanza la proposta di negare l’accesso alla scuola ai bambini delle famiglie che decidessero di non effettuare i vaccini “Obbligo vaccino per chi va scuola Ok da Regioni ma ‘serve legge ad hoc’“, obbligo accompagnato dalla punizione dei medici che avessero dei pareri diversi:

Il Piano nazionale sulla possibilità di sanzioni disciplinari o contrattuali nei confronti dei medici che non supportassero l’immunizzazione prevede un monitoraggio dei dottori in accordo con l’Ordine.

Fine dunque della libertà di coscienza e del riconoscimento della professionalità dei medici che si vedrebbero ridotti ad essere dei meri esecutori di direttive, e fine della libertà di decidere del proprio corpo.

Premettendo che i vaccini quando ben sviluppati, prodotti e somministrati sono un efficace metodo di prevenzione di molte patologie, va detto che il punto centrale della questione, ancor prima che sanitario, è sociale e politico: può lo Stato imporre per legge di immettere una qualsiasi sostanza nel corpo di un cittadino? La risposta non può che essere un netto no.

Sin dal 1679, con la promulgazione in Inghilterra dell’  “habeas corpus“, ha iniziato ad affermarso il principio che lo Stato non può disporre del corpo dei cittadini se non per motivi giudiziari, diritto riconfermato anche nella  la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, nella quale si parla sempre di detenzione, ma il cui principio ispiratore è proprio la indisponibilità da parte dello Stato del corpo dei cittadini.

A maggior ragione, la libertà di decidere cosa immettere nel proprio corpo è sovrana, e quindi va al di là della questione sanitaria, lo Stato non può obbligare un cittadino a subire una manipolazione sul proprio corpo. Pensare quindi di infrangere questo diritto con la minaccia dell’esclusione sociale, o dalla scuola o dal proprio lavoro, è una conseguenza più grave di quelle indotte da una qualsiasi eventuale malattia che si voglia prevenire.

Ma invece che cercare di capire quanto accaduto si è scelto di demonizzare chi solleva dubbi, e in questo agiscono in modo professionale al CICAP che per mezzo della rivista Query (quella che indaga i mysteri), denuncia in un articolo la disinformazione:

In seguito alla disinformazione sui vaccini, in Italia la copertura vaccinale è scesa sotto la soglia critica del 95% per malattie come poliomielite, tetano, difterite ed epatite B. Questa situazione può avere gravi conseguenze, sia per la salute dei bambini non vaccinati sia per quella di chi li circonda e non si può vaccinare per età o per patologie che lo impediscano (per esempio, immunodeficienze).

Un articolo che almeno in parte ha un merito, quello di evidenziare che, salvo rari casi, la mancata vaccinazione è un problema che riguarda solo il soggetto interessato non essendo gli altri a rischio proprio in quanto vaccinati. Qundi perché vietare l’accesso alla scuola ad un non vaccinato se nella stessa classe gli altri lo sono e non rischiano nulla?

Quello che non viene detto da nessuno, e che come abbiamo visto si può ricostruire proprio dai grafici pubblicati, è che la principale causa della sfiducia verso i vaccini è proprio nelle politiche sbagliate, quando non volutamente fraudolente, attuate negli ultimi anni dalle autorità competenti e dalle case farmaceutiche. Su CS che ne siamo occupati più volte, un articolo riassuntivo della questione è stato quello intitolato “Scandalo H1N1: battaglia a colpi di paper“.

Per chi volesse esiste anche un bel servizio di vero giornalismo effettuato da LA1, Radio Televisione Svizzera con il titolo H1N1: la falsa pandemia. Se ne raccomanda la visione.

 

https://www.youtube.com/watch?v=_c1YKpsz7m4

Se i provvedimenti reclamati a gran voce in questi giorni fossero stati in vigore nel 2009, l’anno della falsa pandemia, i medici non avrebbero potuto obiettare sulla vaccinazione contro l’H1N1, che abbiamo visto si è dimostrata solo una truffa commerciale a danno di governi e cittadini, tutti avrebbero dovuto quindi immettere nel proprio corpo una sostanza che, nella migliore delle ipotesi, era inutile.

Alla luce di tutti gli scandali sulle false pandemie che abbiamo visto, il fatto che solamente il 5% dei cittadini non si sottoponga a vaccinazione non può essere visto come l’effetto dei sempre comodi “complottisti” del momento, ma come una naturale e giustificata reazione alla scorrettezza di autorità come l’OMS e delle case farmaceutiche.

Quindi nessun pericolo dalla informazione alternativa, semmai il fatto che sia solamente aumentato dell’ 1% il margine dei diffidenti, testimonia che l’informazione politically correct è ancora molto efficace e in grado di condizionare largamente l’opinione pubblica.

 

 

 

.

.

.

Share.

Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

63 commenti

  1. Questo qui è un articolo che fa capire tante cose… Grazie Enzo!
    Mi manda in bestia tutta questa ipocrisia mainstream e questo “silenzio” innocente.
    A me, personalmente, manco una settimana fa, è capitato di venirne a conoscenza. Mia sorella ha vaccinato la bambina, di 4 mesi.
    E mi parlava dell’obbligatorietà di questi vaccini. Addirittura ti recapitano un foglio a casa, mi diceva. Ad ogni vaccino ci mettono un bollo.
    Comunque, ne ha fatto 1, e ancora ne deve fare un bel po’, perché mi sembra sia in funzione dell’età.
    A me, sinceramente, sembra business allo stato puro.
    Non ho competenze mediche, però sono un cittadino pensante. Perché una volta un medico mi disse che quando sovviene una malattia, se non erro, il vaccino lo si può fare all’istante. Quindi, uno domanda: perché farlo prima?
    Non solo, tutta questa frenesia del “è per la salute!”, perché non si applica quando la gente non hai soldi per pagare i ticket all’ospedale o ha una malattia grave, ma deve aspettare mesi e mesi prima di poter fare una visita????
    Ecco come si smonta un ragionamento…
    Ci stanno prendendo in giro, è chiaro.
    Questo Stato cialtrone, ancora una volta, pretende di poter disporre della vita dei cittadini. Questa è la Verità…

    PS: Spero che i “benpensanti” ragionino un po’ prima di buttarsi…

    • Enzo Pennetta on

      Buongiorno Dom, il libretto con le vaccinazioni lo conosco bene perché i miei figli le hanno fatte, non ci sono problemi finché è solo un registro e non una schedatura coercitiva.
      Il vaccino non può essere fatto quando la malattia si manifesta, quindi o molto prima o niente. Semmai possiamo considerare il fatto che malattie come morbillo e parotite ce le prendevamo senza tante conseguenze e quindi non si tratta di scongiurare gravi epidemie. Una differenziazione tra malattie gravi come l’epatite, e non sarebbe utile.
      D’accordo sul fatto che le risorse messe in campo per certe vaccinazioni (una per tutte l’H1N1) potrebbero essere impiegati per altri scopi.

      • Prof., scusi l’ignoranza in materia da parte mia, ma è vero che i vaccini riducono le difese immunitarie e, a causa di ciò, spesso sale la febbre dopo?

        • Non è proprio così, le difese immunitarie vengono sollecitate a reagire quindi può venire la febbre proprio come nel corso di un’infezione.
          In quel momento di grande sforzo del sistema immunitario impegnato sul fronte degli antigeni del vaccino si può essere più vulnerabili ad altre malattie.
          Come saprai infatti è vero anche il contrario, non ci si vaccina se si raffreddati o cose del genere.

          • Quando il professor Pennetta parla di Scienza, cosa che evidentemente conosce bene, lasciando da parte le sovrastrutture ideologiche (da cui peraltro sono affetto anch’io, come tutti del resto) è sempre un piacere leggerlo…

  2. Non sono pratico di questo campo e vorrei chieder un chiarimento. Si parla di effetto gregge per indicare la maggior probabilità di protezione dei vaccini su una popolazione (se la maggior parte di persone appartenenti ad un gruppo sociale si vaccina, aumenta l’incidenza protettiva sull’intero gruppo sociale), giusto?
    Quindi da questo si dovrebbe dedurre che:
    i vaccini non abbiano una percentuale di protezione del 100% (in quanto più persone si vaccinano, meno probabilità ci sono di ammalarsi)?
    E, in base all’effetto gregge, è comunque sempre auspicabile vaccinare tutti?

    • Enzo Pennetta on

      Buongiorno Potclean, la copertura fornita e il successo del vaccino può variare caso per caso, non ho i dati ma credo comunque che siano pochi i casi in cui fallisca.

      Chiaramente più sono i vaccinati più e completa la copertura, però è anche vero che sopra una certa soglia di vaccinati i non vaccinati sono protetti dal contagio per via dell’alta percentuale di vaccinati, ecco come viene fuori quel 5% critico di cui si parla.

    • Ho visto per intero i due video e le considerazioni che mi vengono in mente sono almeno tre:
      1- perché le analisi sui residui metallici non sono state subito affidate ad un ente di controllo come l’Istituto Superiore della Sanità? Il laboratorio da cui parte la denuncia sembra essere affidabile, ma purtroppo non si vuole andare a fondo e così ciascuno si farà necessariamente un’opinione parziale su una denuncia molto grave.

      2- concordo con l’affermazione che alcuni dei vaccini indicato per il primo anno si potrebbero tranquillamente evitare perché il bambino, se non viene messo ad esempi in un nido, non è esposto a situazioni di rischio. Ad esempio l’epatite B, la polio, difterite, pertosse, tetano.

      3- ho sempre diffidato delle sostanze “adiuvanti” inserite al fine di potenziare la risposta immunitaria, se infatti la risposta viene potenziata cosa impedisce di sviluppare anticorpi anche verso altre sostanze accidentalmente presenti nell’ambiente in quel momento, cioè cosa impedisce di sviluppare allergie?
      .
      Insomma, specie nel primo anno di vita qualche vaccinazione dovrebbe essere valutata secondo la situazione dei singoli.

      • Perché sopra al 3° mese e al 13° mese c’è un pedice?

        PS: A mia nipote il primo è stato fatto a 4 mesi, perché?

  3. Giuseppe Cipriani on

    Per la chiarezza… Sarebbe impensabile tornare indietro quando le vaccinazione su larga scala si sono rivelate il viatico verso la prevenzione delle malattie più subdole e pericolose. Spero che questo sia chiaro, com’è chiaro che i pochi che rifiutano le vaccinazioni beneficiano delle vaccinazioni dei più, in quanto vivono in una società umana coperta dai vaccini per oltre il 95%… Vorrei vederli, questi paladini del non-vaccino, ai tempi del vaiolo e della poliomielite imperanti. Altro discorso, forse, riguarda le vaccinazioni stagionali contro le influenze che dovrebbero primariamente riguardare le categorie a rischio, anche se in questi casi la copertura non è mai troppo alta, mi pare.

    • « Vorrei vederli, questi paladini del non-vaccino, ai tempi del vaiolo e della poliomielite imperanti. »
      Eh, magari lo dica a chi, oggi, si ritrova un figlio autistico, o con altre patologie, come conseguenza di alcune vaccinazioni.

      Ricordo il molto discusso caso del genitore, intervistato da Le iene tempo fa, che attribuiva la causa di autismo del figlio proprio a seguito di vaccinazioni. E come questo molti altri casi simili.

  4. Come sempre le cose vanno proposte e non imposte; è una violazione delle libertà personali bella e buona quella di costringere alle vaccinazioni pena l’esclusione dalla vita sociale con retrocessione a paria, ma questo lo stato lo sa bene. Quello dell’influenza poi è il vaccino più inutile della storia, visto che viene costruito sui genotipo/i della stagione precedente, non potendosi fare altrimenti visto che ricombina di continuo in vettori animali, e si spera in una resistenza per quella a venire bah…. è meglio di niente non che voglia negarlo ma sull’utilità effettiva forse negli anziani, ma non oltre.

    • Giuseppe Cipriani on

      Beh, la vaccinazione antinfluenzale non è imposta… Per le altre, io dico che per il bene comune alcune andrebbero “imposte” convincendo sui benefici che apportano, anche se delle volte la voce di popolo le osteggia, e si sa che spesso è l’ignoranza qui a farla da padrona, purtroppo.

      • La sua Imposizione se ho ben capito essere una ferrea proposizione mi sta bene, io quando sento di madri che pensano di non vaccinare il proprio figlio le sconsiglio vivamente e faccio sempre l’esempio della complicazione cerebrale del morbillo che è devastante molto rara anche ma devastante; però l’imposizione mai no non serve manco come strategia c’è una minor compliance.

        • Che dire, quando ero bambino mia madre mi mandava a giocare a casa di altri bambini proprio perché sapeva che avevano qualche malattia esantematica, lo ho prese tutte!
          E non mi hanno fatto male, come alla grande maggioranza dei bambini dell’epoca, era il nostro modo di immunizzarci…
          Bisognerebbe limitare il numero delle vaccinazioni a quelle veramente necessarie, nel filmato si parlava di ben 26 vaccinazioni nei primissimi anni di vita. Mi sembra troppo, un bombardamento del sistema immunitario che eviterei.

          • Prof., allora è lecito pensare che dietro vi sia davvero solo business…
            Però mi chiedo, ancor più insistentemente, perché le case farmaceutiche non fanno pressioni sul SSN affinché curi i malati quelli davvero gravi?
            Voglio dire, se proprio vogliono farlo per soldi, non è meglio lucrare, da parte loro, a fin di bene?
            E’ meglio lasciare gli anziani o i disabili o i degenerativi senza cure e piuttosto spargere vaccini inutili a destra e a manca?
            Lei davvero che pensa?

          • L’eccessiva dipendenza delle politiche sanitarie da motivazioni economiche è una realtà, e il mercato migliore dal punto di vista della redditività è quello delle cure croniche su patologie lievi come colesterolemia e ipertensione di vario livello.
            Altri trattamenti aprono a bacini di utenza più piccoli e quindi meno redditizi.
            La vaccinazione rientra tra le fette di mercato più grandi, le cifre del 95% parlano chiaro, ed è per questo a rischio speculazione.

  5. “A maggior ragione, la libertà di decidere cosa immettere nel proprio corpo è sovrana, e quindi va al di là della questione sanitaria, lo Stato non può obbligare un cittadino a subire una manipolazione sul proprio corpo. Pensare quindi di infrangere questo diritto con la minaccia dell’esclusione sociale, o dalla scuola o dal proprio lavoro, è una conseguenza più grave di quelle indotte da una qualsiasi eventuale malattia che si voglia prevenire.”

    Solo un paio di obiezioni.
    Innanzi tutto mi sembra un’interpretazione molto discutibile dell’ “habeas corpus”, portando all’estremo il principio secondo cui “la libertà di decidere cosa immettere nel proprio corpo è sovrana”, lo stato non dovrebbe nemmeno vietare l’uso di alcune sostanze stupefacenti, o per estensione obbligare all’uso del casco(la testa è mia, e devo essere libero di rompermela come preferisco), vietare la libera vendita di molti farmaci potenzialmente dannosi, ecc…

    I bambini molto piccoli, quelli che dovrebbero decidere se vaccinarsi o meno, non sono in grado di farlo autonomamente, quindi non hanno la “sovranità” del proprio corpo, ma dipendono dai genitori. Ergo la questione non è la “sovranità” di scegliere cosa immettere nel proprio corpo, ma semmai la “sovranità” dei genitori di prendere decisioni importanti sul corpo dei figli, che potrebbero condizionare pesantemente la salute di questi ultimi!
    Per quanto concerne la salute dei figli, deve prevalere la volontà dei genitori, o le linee guida del ministero della salute? questo è il problema, non la sovranità sul proprio corpo, che si può esercitare solo dopo aver raggiunto una certa consapevolezza di sé (quindi di sicuro molto dopo l’età delle vaccinazioni obbligatorie).

    Considerando l’ignoranza in materia e l’imbecillità di molti genitori, io propendo per la “sovranità” statale!

  6. Sul punto “lo stato non dovrebbe nemmeno vietare l’uso di alcune sostanze stupefacenti, o per estensione obbligare all’uso del casco(la testa è mia, e devo essere libero di rompermela come preferisco), vietare la libera vendita di molti farmaci potenzialmente dannosi, ecc…” dobbiamo distinguere tra il vietare l’assunzione di una sostanza e l’imporre l’assunzione, così come un conto è vietare pratiche pericolose, altro sarebbe imporle.
    .
    Riguardo l’autorità genitoriale penso che, per quanto imperfetta, non può comunque essere esautorata dallo Stato, salvo code gaussiane di persone inadatte (sulle quali non si prendono decisioni che riguardano la media) un genitore in genere si farà consigliare dal medico di base che è quindi la vera alternativa ai decreti statali.

    • Tra il vietare una sostanza, farmaco, o comportamento potenzialmente pericoloso, e imporre un comportamento benefico(benefico non solo per il singolo, ma per l’intera comunità) non ci vedo una grande differenza.

      Così come mi impongono il casco per il bene mio e soprattutto per il bene degli altri (se mi rompo la testa vado a gravare sul sistema sanitario pubblico), non ci vedo niente di male nel rendere obbligatoria una vaccinazione, una volta dimostrato che sia vantaggiosa per il singolo(quindi non tutte le vaccinazioni in commercio, ma soltanto quelle poche che contribuiscono davvero a salvare tante vite), e soprattutto per gli altri (ci sono bambini che per motivi di salute NON POSSONO VACCINARSI, e non è giusto che questi corrano dei rischi evitabili per colpa delle fissazioni di genitori che non vogliono vaccinare bambini sani, che non hanno controindicazioni alla vaccinazione)

      Un’alternativa liberale potrebbe essere l’assicurazione privata: non vuoi vaccinare tuo figlio? per iscriverlo a scuola devi pagare un’assicurazione in grado di risarcire i danni di un’eventuale epidemia diffusa da tuo figlio!

      • Andrea-c, restiamo sulle nostre posizioni:
        io tra il vietare di fare una cosa, come drogarsi, (mettere un recinto intorno ad una cosa affinché il tuo corpo non la tocchi), e l’imporre un’iniezione (infilare con la forza quella cosa nel tuo corpo), ci vedo un bella differenza!
        .
        Poi le vaccinazioni serie le facciamo tutti ai nostri figli. Parafrasando qualcuno direi che i vaccini sono una cosa troppo seria per farli fare alle case farmaceutiche… 😀

        • Infatti quali sono le vaccinazioni obbligatorie( al momento solo Poliomielite, difterite, tetano ed epatite B), lo decide il ministero della salute, non BIG PHARMA.
          Sanzionare in qualche modo quei genitori che rifiutano(senza giustificato motivo medico) di sottoporre i propri figli a quelle “vaccinazioni serie” (non è vero che le fanno tutti, il numero delle famiglie che rifiutano anche quelle obbligatorie è in aumento ) non sarebbe certo una tragedia, né tanto meno una violazione dei diritti umani.

          Diverso il discorso per le vaccinazioni influenzali, che sono sempre state facoltative e nessuno vuole renderle obbligatorie(la frode del vaccino H1N1 è fuori tema, il motivo del rifiuto dei vaccini è dovuto alla leggenda metropolitana secondo cui le vaccinazioni causerebbero l’autismo e altre malattie neurologiche)

        • Aggiungo che oltretutto il caso H1N1 dimostra che per quanto possano essere economicamente influenti le industrie farmaceutiche, non possono corrompere le istituzioni sanitarie di mezzo mondo, se c’è una vera e propria frode si viene a scoprire anche in tempi relativamente brevi. Se non ricordo male, ai tempi dell’H1N1 diversi ministri della salute europei(tranne l’Italia) hanno espresso un certo scetticismo sull’acquisto di grandi scorte di vaccino

  7. E si.. vaccinarsi é il male minore e tutti lo dobbiamo fare … altrimenti…
    E poi, dice mamma Stato, la Sanità costa meno se preveniamo l’insorgenza delle malattie; come del resto l’incidentabilità automobilistica “incide” meno se tutti abbiamo la cintura, ecc… Che sia poi proprio vera sta cosa? Non é che tra stipendi in ogni caso da pagare, costi fissi in ogni caso da saldare, manutenzioni in ogni caso da fare, aggiornamenti in ogni caso da sviluppare, ecc… questa arci decantata convenienza economica per l’apparato sanitario pubblico forse potrebbe anche essere non del tutto scontata. Mah…
    Inoltre che bravi…. riescono a “far tornare i conti” anche quando il consuntivo positivo potrebbe non essere sicuramente scontato. Vedere, ad esempio, il gioco d’azzardo; chissà perché ma su questo mondo “deve” calare il sipario del dimenticatoio… allo Stato evidentemente limitarsi a simulare il crudo “ragioniere” conviene paradossalmente assai poco.

    • Beppino, il confine tra il condivisibile buon senso e l’abuso è davvero sottile.
      Chi terrebbe l’automobile in una condizione inefficiente rischiando così un incidente? Nessuno, si pensava una ventina di anni fa.
      Poi è arrivata la revisione biennale obbligatoria, un bel giro d’affari per lo Stato che riscuote il pagamento di un’imposta, e per i meccanici che comunque poi ci pagano l’IVA.
      Che il provvedimento sia stato fatto principalmente per la nostra sicurezza?
      Sarà, io non ci metterei la mano sul fuoco.

      • Giuseppe Cipriani on

        Nello stesso novero rientrerebbero anche gli pneumatici invernali (da montare a novembre) e le revisioni (annuali o biennali) delle caldaie murali domestiche, ma anche se vogliamo l’obbligo di tenere accesi i fari dell’auto in pieno giorno… La società va avanti, nel senso che le modalità di ricercare la ns. sicurezza si evolvono. Chi non ricorda i vecchi tubi del gas di gomma cotta che nessuno cambiava mai? E se ora sono stati imposti tubi più sicuri è un beneficio per tutti… Se poi lo Stato ci fa anche tanti bei dindini diretti e indiretti mi pare anche un metodo intelligente di farli, considerato che molti spendono per farsi del male, qualche soldo per la sicurezza non dobbiamo rimpiangerlo, né pensare che sempre ci sia un intento (solo) “disonesto” da parte di chi ci guida politicamente e fa queste scelte.

        • **** Se poi lo Stato ci fa anche tanti bei dindini diretti e indiretti mi pare anche un metodo intelligente di farli, considerato che molti spendono per farsi del male, qualche soldo per la sicurezza non dobbiamo rimpiangerlo, né pensare che sempre ci sia un intento (solo) “disonesto” da parte di chi ci guida politicamente e fa queste scelte ****
          .
          La cosa non é così semplice: 1) si fa una gran confusione fra rischio/sicurezza (cosa buona e giusta…) e decisioni umorali degli apicali statali e relativo codazzo di politici melliflui; 2) i problemi della sicurezza sono prima di tutto “culturali” (su cui si può lavorare… come si fa accettabilmente nei paesi anglosassoni per esempio) ed economici (su cui, guarda caso, ci lavora “alacremente” il nostro caro Stato per il quale non é gran che lo sforzo di tirar fuori qualche normativa spannometrica e leggina vessatoria ogni tanto).
          In realtà, molto semplicemente, ogni norma introdotta, dovrebbe essere accompagnata da un minimo di studio (statisticamente fondato) in grado di avvalorare la necessità/convenienza di introdurre la stessa norma… cosa che in Italia (ma anche in Europa in tanti casi) non si fa; tanto poi il “pantalone” di turno paga le conseguenze ed in genere la presunta maggior sicurezza viene annullata a seguito dell’impazzimento dell’utente ad applicare le norme o a subirne le immancabili conseguenze sul portafoglio. Quanto ai politici (e per chi vota il politico che introduce insensate norme e leggi…) é meglio stendere un velo pietoso. Comunque l’esempio del tubo della bombola del gas forse può essere anche emblematico: prima c’era solo il buon senso (e comunque l’odorante, ovvero il mercaptano, spesso bastava – e forse basta – a fare la differenza per ridurre la rischiosità…) ora bisogna cambiarlo ogni 2 anni; intervallo ridicolmente ridotto a sola garanzia dell’apicale di turno (autore della norma) che implicitamente si doveva parare il deretano per difendere la sua onorata ma grezza professionalità. Cambio del tubo che immancabilmente nessuno fa alla scadenza del ridicolo periodo di validità… ma intanto il deretano dell’autore della norma é in “sicurezza”.

  8. Ottimo articolo che spiega rapidamente il quadro del problema.
    Vorrei portare qualche osservazione supplementare.
    (A) Bisogna distinguere il vaccino in quanto tale dal supporto del vaccino: la problematica che si pongono, secondo me con giusta preoccupazione, coloro che tendono a rifiutare un vaccino, non si riferisce tanto alla qualità profilattica/medicinale del vaccino in quanto tale, ma agli effetti secondari, spesso non minimi, dei supporti utilizzati che non sono “neutri”. Ci sono ad esempio sostrati di embrioni di pulcini, solfati di ammonio, idrossidi di alluminio, fosfati di alluminio, formaldeide, e ne dimentico qualche altra decina. Sono questi luoghi di cultura, questi conservatori , stabilizzanti e altri adiuvanti che sono spesso criticati, più che il vaccino stesso.
    (B) La percentuale della popolazione che deve essere vaccinata per garantire la non proliferazione di un’epidemia, dipende dal metodo di contagione: se il veicolo è l’aria chiaramente si dovrà andare a parare sui 90% e più ; se è per scambio di umori e contatto o per atti sessuali ovviamente molto di meno focalizzandosi sui gruppi a rischio. Li dove sorge il problema che crea sfiducia è quando, ad esempio, come qualche anno fa dalle mie parti, tutti i pediatri hanno fatto campagna affinché si vaccinassero tutte le ragazze dai 12 anni in sù contro i papillovirus per evitare decenni più tardi cancri all’utero. Chiaramente qui la motivazione era puramente economica, in quanto (a) si può benissimo spiegare ad una ragazza di quell’età che il sesso si fa solo con il suo futuro marito, (b) non tutte le ragazze sono obbligate di cambiare partner sessuale frequentemente, (c) ad ognuno la gestione della propria salute, (d) i medici hanno guardato a questo vaccino come se fosse un vaccino anti-tetanico senza neanche sapere quale ne sarebbero le implicazioni a lungo termine. Risultato di questo flop: nessuno ne parla più e deve essere fatta una richiesta ad hoc (come si dovrebbe sempre fare)
    (C) Mentre il costo per il caso di pandemie mortali deve essere supportato dalla società in quanto tale ( gratuità) in tutti gli altri casi deve essere preso in carica solamente da chi desidera beneficiarne: non c’è nessuna ragione perché chi non è parte di un gruppo a rischio qualunque debba sopportarne il peso economico, fatti salvi, ovviamente, i casi di povertà avverata o di interesse superiore (medici, infermiere, etc)

    • “12 anni in sù contro i papillovirus per evitare decenni più tardi cancri all’utero. Chiaramente qui la motivazione era puramente economica, in quanto (a) si può benissimo spiegare ad una ragazza di quell’età che il sesso si fa solo con il suo futuro marito”

      Si certo, sicuramente tua figlia rimarrà vergine solo perché glielo dici tu, come no…povero illuso!

      • Non perché glielo dico io, ma perché è una cosa logica e moralmente corretta.
        Detto ciò, non hai capito una mazza Andrea-C, infatti il punto che ho sottolineato è la pressione che si è fatta per qualche anno per tentare di obbligare chi ha 12-14 anni a subire questo vaccino contro il dovuto rispetto della persona umana.
        Se una ragazza decide di avare una vita sessuale sconclusionata e al contempo decide di farsi vaccinare, questa ultima decisione è normale perché presa da una persona che volendo vivere nella promiscuità prende qualche misura profilattica ai suoi occhi necessaria.
        Quello che non va è inoculare nel corpo di una giovane, quasi d’obbligo, prodotti estranei, comunque sempre pericolosi in quanto, per definizione, invasivi, anche quando non ce n’è bisogno.
        Comunque una ragazza dovrebbe restar vergine non per obbedienza al padre ma per amore del suo futuro marito, anche se ancora sconosciuto ma già bello vivo e vegeto da qualche parte, e al quale fa fin da adesso dono del suo corpo.Cioè parliamo di amore, qui. ( E questo vale anche per i ragazzi rispetto alla futura moglie, by the way)

        • Giuseppe Cipriani on

          A me non risulta affatto che fosse obbligatoria quella vaccinazione… Si poteva farla come no.

          • È vero quel che dici.
            Ma dalle parti nostre ci fu una fortissima pressione morale sui genitori: di che farti perdere fiducia nel sistema medicale stesso e la “meccanica” socio-economica legata alla vaccinazione che è il topic di questo post di Pennetta.

          • Giuseppe Cipriani on

            L’importante è essere in grado di decidere liberamente, magari dopo essersi informati, che non fa mai male.
            Non è che uno vive in un sacco e sente le voci.

          • Infatti non è obbligatorio!
            Se avessi una figlia non sarei sicuro nemmeno io se farlo o meno, ma non perché mi illudo che possa arrivare vergine al matrimonio, semplicemente perché il rischio di tumore dell’utero è comunque molto basso, e sull’efficacia preventiva del vaccino ci sono dei dubbi.

            Mentre SIMON DE CYRENE è contrario per puro bigottismo cattolico!

          • ***Mentre SIMON DE CYRENE è contrario per puro bigottismo cattolico!***
            .
            Diciamo per rispetto della MORALE cattolica. “Bigotto cattolico”, ovvero “devoto”, é persona che osserva con molta pignoleria il “culto” cattolico; negli ultimi tempi sta forse assumendo connotati vagamenti dispregiativi.. ma solo per ignoranza circa l’origine del termine da parte di chi lo usa.

          • Giuseppe Cipriani on

            OT doveroso… Nessuno impedisce a chi vuol rimanere vergine (maschio o femmina che sia) fino al matrimonio di rimanerlo.
            L’è solo che chi, invece, libero di intendere e volere preferisce esercitare legittimamente la sua sessualità con partner (anche) occasionali (o della sua cerchia di amicizie, che magari diventeranno i compagni di una vita, come tante volte sarà capitato) lo possa fare.

        • “Non perché glielo dico io, ma perché è una cosa logica e moralmente corretta.”

          Secondo te, ma è molto probabile che una tua eventuale figlia adolescente la pensi diversamente, anche se non te lo verrebbe certo a dire!

          Oltretutto non consideri che potrebbe anche arrivare vergine al matrimonio, e sposarsi con un uomo portatore del ceppo di HPV potenzialmente cancerogeno(del resto l’HPV è un virus diffusissimo, secondo le stime almeno il 70% della popolazione è venuta a contatto con questo virus, quindi non è un virus che riguarda solo le “troie”, ma chiunque abbia una vita sessuale normale)

          Inoltre che io sappia il vaccino dell’HPV non è mai stato obbligatorio, ognuno è libero di scegliere, quindi di cosa stiamo parlando?

          • Comunque mi sembra un dovere morale, prima di convolare a giuste nozze, di farsi fare un check-up esaustivo e di comunicarne onestamente l’esito al futuro congiunto e discuterne apertamente gli eventuali problemi e come indirizzarli.

        • « Comunque una ragazza dovrebbe restar vergine non per obbedienza al padre ma per amore del suo futuro marito, anche se ancora sconosciuto ma già bello vivo e vegeto da qualche parte, e al quale fa fin da adesso dono del suo corpo.Cioè parliamo di amore, qui. ( E questo vale anche per i ragazzi rispetto alla futura moglie, by the way) »
          Concordo, Simon 🙂

          Edit: Prof. Pennetta, ho sbagliato nel precedente commento.
          Può anche rimuoverlo. Grazie.

  9. Il tema vaccini è molto intricato e spinoso ed ha delle implicazioni non soltanto a livello sanitario ma anche di tipo sociale e politico; essendo un medico mi interessano di più quelle sanitarie che vengono spesso e volentieri, dagli addetti ai lavori, tralasciate o trattate con spaventosa superficialità. Non metto in dubbio il contributo che i vaccini hanno dato in campo medico, migliorando la salute pubblica e privata di intere generazioni, ma mi pare che oggi si stia esagerando col caricare di responsabilità un sistema che dovrebbe essere invece a contorno di una più vasta operazione di igiene e salute pubblica che dovrebbe mirare soprattutto ad un programma serio ed intelligente di prevenzione e di cura dei cittadini in altri termini e con altri mezzi. Il vaccino non può diventare la risposta a tutte le malattie contagiose! Questo perché un governo non può costringere i suoi cittadini a farsi trattare (parliamo di trattamento invasivo!) come un animale d’allevamento, contro la sua volontà, solo perché vaccinare diventa un modo sbrigativo e semplice per non avere rogne politiche e sanitarie, ma soprattutto perchè, tornando alle implicazioni mediche, è estremamente necessario che si valutino con serietà e professionalità i risvolti che le troppe vaccinazioni hanno sul sistema immunitario; un dato importantissimo che purtroppo si tende a non affrontare nel modo giusto. Troppi vaccini ‘disturbano’ il sistema immunitario e un sistema immunitario ‘disturbato’ che reagisce in modo anomale è causa di malattie auto-immuni ed allergiche. A questo punto non sarebbe meglio prendersi il morbillo?

      • Dopo esperienze in medicina generale ed ospedaliera ora mi occupo di omeopatia ed agopuntura.

    • Giuseppe Cipriani on

      Non capisco, Martina… Da medico, sei pro o contro le vaccinazioni? E il morbillo preso da una donna in gravidanza non è rischiosissimo… Dunque, meglio rischiare?

      • Sono pro ma non in modo indiscriminato e proteggersi in gravidanza è possibile anche senza vaccini.

  10. Buongiorno,
    articolo interessante, prof. Pennetta, su un argomento in cui, in vero, non ho alcuna competenza.
    Condivido in larga parte tutto quanto scritto. Un unico dubbio mi viene pensando se veramente gli individui debbano avere una totale libertà di scelta in merito alla prevenzione di sé e della propria prole (si parlava sopra di rischi per persone allergiche, e viceversa di effetto gregge).
    In attesa di copiosi contributi alla discussione da parte di utenti esperti in campo medico-sanitario.

    • Molto divertente: peccato che non si riesca a rintracciare la fonte per veramente valutare quel che l’articolo originale dei ricercatori ha detto e su quale paper è stato pubblicato.
      Ad esempio il grafico “Children’s sensitivity to injustice” è dichiarato essere “il giudizio dei genitori in merito al senso di giustizia dei propri figli”, ma se fosse il caso il titolo del grafico avrebbe dovuto essere “Parents’ perception of children’s injustice’s sensitivity”: quindi l’interpretazione sarebbe totalmente differente perché vedremmo che sono proprio i bambini cristiani i più sensibili rispetto alle ingiustizie.
      A comprova di questa interpretazione ci sarebbe poi l’ultimo grafico che mostra in effetti l’insofferenza alla cattiveria più grande presso chi è religioso che chi non lo è, il che è quello che uno si aspetterebbe da chi ha una formazione morale più acuta.
      Comunque anche prendendo per buona l’accettazione data dall’articolista quanto al significato del primo grafico, non ci sarebbe nessuna contraddizione con il secondo, se intendiamo la generosità nel senso cristiano di virtù: sperperare non è generosità, essere avaro non è generosità, ed è il senso della giustizia che dà l’esatta posizione della lancetta tra questi due estremi. Quindi bambini percepiti come sensibili alle ingiustizie, saranno più sensibili al come valutare con giustizia quale sia il giusto grado di generosità. per i cristiani la virtù si trova tra lo sperperare degli “atei” e l’avarizia degli “islamici”, come nel grafico.
      Comunque lo si rigira, l’interpretazione degli articolisti mostra solo la loro prevenzione e poca comprensione di cosa siano queste virtù.

    • E’ stata valutata la sensibilità morale attraverso il gioco del dittatore applicato a bambini (lo scopo dichiarato é determinare l’influenza della religione sulla espressione di altruismo… fin qui niente da dire…).
      .
      Dall’idea che mi sono fatto nello studio c’é però una grande “pecca”: secondo me non é sufficientemente approfondita l’estrazione “ambientale” (cioé DOVE vivono i bambini) dal punto di vista del BENESSERE economico e sociale.
      .
      Dalla letteratura specialistica (articoli che trattano del gioco del dittatore applicato a bambini…) emerge che bambini di età maggiore e PROVENIENTI DA AMBIENTI MENO DISAGIATI soprattutto dal punto di vista economico si comportano SEMPRE in modo più altruistico.
      .
      Quindi il “rilascio” delle figurine prospettate dai ricercatori deve essere pesato anche in ragione delle difficoltà ambientali presenti dove vivono i bambini. E’ MOLTO discutibile quindi dimostrare la presenza di un link affidabile, perchè palesemente non circostanziato, fra religione-cultura acquisita e disponibilità/altruismo.
      .
      Senza poi contare la “dispersione” statistica dei dati (la correlazione é rinvenibile ma appare anche molto “spinta” ancorchè acquisita dalla bonta dei parametri statistici, come lo é anche la statistica del pollo di Trilussa comunque 🙂 ).
      .
      Che poi una “presunta” (tutta da dimostrare anche questa) educazione “religiosa” (dove, chi, come, quanto, in che modo, ecc… tutto da dimostrare….) possa inculcare su bambini di 6-10 anni una efficace maggior disponibilità ad essere implicitamente generosi al la delle proprie indole naturali… Mah, sarebbe il caso forse di aspettare l’adolescenza (almeno) o meglio ancora l’età della presa di consapevolezza…

  11. “Diciamo per rispetto della MORALE cattolica. “Bigotto cattolico”, ovvero “devoto”, é persona che osserva con molta pignoleria il “culto” cattolico; negli ultimi tempi sta forse assumendo connotati vagamenti dispregiativi.. ma solo per ignoranza circa l’origine del termine da parte di chi lo usa.”

    Ok, ma nel discorso non c’entrava niente l’osservanza del culto.
    Sull’efficacia e sull’utilità del vaccino per l’HPV se ne può discutere, ma se mi dici che non faresti mai vaccinare tua figlia perché deve rimanere vergine fino al matrimonio, siamo in un campo che non c’entra niente con l’osservanza dei precetti religiosi.
    Innanzitutto perché c’è una bella differenza tra volere e potere, è comprensibile che un cattolico desideri che la figlia arrivi vergine al matrimonio, ma (a meno di non metterle una cintura di castità) la scelta spetta alla figlia, e i genitori non possono farci un bel niente se la figlia sceglie diversamente.
    Poi perché i virus non sono moralisti, non scelgono le ragazze sessualmente più vivaci per punirle, non fanno distinzioni tra “sante” e “puttane”, ergo anche ammesso che la figlia arrivi vergine al matrimonio, se si sposa uno che prima di conoscerla s’è dato un minimo da fare(potrebbe anche spergiurare di essere vergine, le persone mentono!) il rischio di contrarre un ceppo di HPV potenzialmente cancerogeno rimane invariato.

    Quindi ammesso e non concesso che il vaccino per l’HPV sia efficace nel ridurre il rischio di cancro alla cervice uterina, razionalmente per il bene della figlia bisognerebbe vaccinare( o non vaccinare, se si ritiene che il vaccino sia inutile o abbia effetti collaterali che superano i potenziali benefici) indipendentemente dal credo religioso dei genitori.

    Insomma la dottrina della Chiesa cattolica non proibisce in alcun modo di vaccinarsi dalle malattie sessualmente trasmissibili, è un’interpretazione personale “bigotta” di SIMON, che probabilmente è convinto che le malattie a trasmissione sessuale siano la giusta punizione divina per i lussuriosi, e nel caso in cui un’eventuale figlia diventi un po’ troppo vivace sessualmente, non vuole sottrarla a questa punizione con un vaccino. (questa è una mia deduzione logica a quello che ha scritto SIMON, mi scuso se ho interpretato male)

    • ***Insomma la dottrina della Chiesa cattolica non proibisce in alcun modo di vaccinarsi dalle malattie sessualmente trasmissibili***
      .
      La dottrina della Chiesa di sicuro affronta il problema in senso più “generale”, guardando cioé non solo l’aspetto sanitario. Il vaccino che lei cita presuppone una visione della sessualità che NON é della Chiesa; NON é collegato in alcun modo ai valori che PER la Chiesa sono fondanti nella vita sessuale (unicamente di coppia e per coppia nella fase indissolubile…); presuppone un modo di affrontare le malattie che manca di una visione “valoriale” che non può essere racchiudibile entro un unico e semplificante recinto a valenza, ripeto, univocamente “sanitaria”. Una cattolica non ha motivo di assumere il vaccino e se non maggiorenne i genitori, se vogliono, potranno discernere in base “anche” a proprie convinzioni di etica cattolica; lo facciano ovviamente quante non si riconoscono nei valori della Chiesa. Mi pare non ci sia altro da dire.

      • Come dicevo i virus NON SONO MORALISTI, chi ha una vita sessuale molto promiscua rischia di più, ma anche chi ha una vita sessuale monogama può ammalarsi(anche perché la fedeltà del partner non è garantita) , ergo se il vaccino è efficace, se davvero previene i tumori, lo è per tutti, anche per i cattolici osservanti.
        Oltretutto la dottrina della Chiesa insegna anche che la carne è debole, che il “peccato originale” è sempre in agguato, e che basta il pentimento e la confessione per mettersi apposto la coscienza. Insomma i cattolici nella realtà hanno una vita sessuale non molto diversa da quella dei non credenti, l’unica differenza è che i propri “peccati”(avventure extraconiugali) li vanno a confessare al prete!

        Bisogna essere realisti, non illudersi che gli esseri umani possano vivere come “santi”.
        Un conto sono gli ideali religiosi, un conto è la realtà, un uomo saggio è consapevole che con tutta probabilità la propria figlia non diventerà una “santa Maria Goretti”, è più facile che diventi una Valentina Nappi!

        Ergo non mi sembra corretto tirare in ballo la religione a sproposito, il cattolicesimo non è contrario alla tutela della salute propria e altrui, indipendentemente dal rispetto o meno della morale sessuale. E per quanto ne so io(non sono un esperto di religione) il cattolicesimo dovrebbe anche essere una religione improntata al perdono e alla comprensione delle umane debolezze, e quindi non così inflessibile come dite voi. Insomma non c’è la lapidazione per chi non riesce(o non vuole) rispettare i precetti sessuali della Chiesa!

        Le vostre eventuali figlie, potranno essere considerate brave cattoliche, pur avendo una vita sessuale molto vivace(a patto che siano disposte a raccontare tutto, nei minimi dettagli, al prete)! 😉

        • Non capisco sta filippica. Per una cattolica non ha senso, come propugna lei ipotizzandola cosa buona e giusta, vaccinarsi nel senso accennato. Non ci sono i requisiti culturali e/o per modello di vita per anche solo considerare questa scelta (non obbligatoria, del resto, ad originem). Chi non é cattolica, chi propende per la promisquità, chi vuole farsi una assicurazione sul probabile/possibile/potenziale/sicuro/dubbioso/quelchevuole comportamento amorale del marito-amante-ecc. , proceda alla vaccinazione. Amen.
          .
          Se poi deve fare interventi solo per lanciare frecciatine velatamente giudicatrici (secondo me anche culturalmente incoerenti… ma é un altro discorso) basate acriticamente sulla maggioritaria etica laica permissiva ma anche deduttivamente “illuminata” perchè-così-va-il-mondo… contento lei (mi pare si accontenta di poco comunque 🙂 ).

    • Utente Andrea-C sei nel fantasma il più completo e ti stai facendo un delirio tremens: leggiti bene la risposta di Beppino e smettila di fare processi di intenzione come panna su cose che non ho mai scritto, né pensato manco da lontano.
      Di certo, in quanto padre non farò subire vaccinazioni di questo tipo, che sono sempre invasive, ai miei figli e figlie fintanto sono sotto la mia responsabilità: a questo preferisco una sana educazione ai valori veri di amore e dono di sé e farli crescere nelle virtù della temperanza, della prudenza, del coraggio e della giustizia, sole abitudini che garantiscono la felicità umana.
      Se, poi, da adulti desiderano comportarsi altrimenti, si facciano pure tutti i vaccini che vogliono: purtroppo questo non cambierà la valutazione morale della situazione umana e morale nella quale si troverebbero e questo è ben più grave di qualunque altra considerazione.

    • Informazionediservizio on

      Guardate che il Papilloma Virus non ha nulla a che vedere con l’infedelta’ o il libertinaggio.

      Il Tipo 1 del Papilloma Virus e’ ubiquo e quasi tutti gli uomini e donne, anche i piu’ probi di questo mondo, ce l’hanno e lo trasmettono ai figli.

      Gli altri tipi si contraggono anche col solo contatto, e’ proprio per questo che si trasmette per via sessuale non attraverso lo sperma, ergo i bagni pubblici e luoghi simili sono sufficienti, oltre che petting o perfino contatto cutaneo nei pressi delle zone intime (che si fa anche con un abbraccio in costume).

      Inoltre anche il tipo 1, che quasi tutti hanno dalla nascita, puo’ mutare piuttosto facilmente in tipi piu’ pericolosi: spesso la differenza fra ceppi consiste in un singolo aminoacido!

      A me hanno suggerito di farlo a 20 anni e sfortunatamente si era gia’ manifestato con condilomi, e ho avuto un solo partner molto fedele.

      Dato che e’ molto pericoloso nel caso l’infezione esploda in gravidanza (anche quella non cancerogena di tipo 1!), e’ comunque generalmente consigliato farlo prima di desiderare una gravidanza.

      Informatevi dal ginecologo se e’ necessario il vaccino o meno, a seconda della locazione geografica e dell’eta’ vi dara’ un consiglio un po’ piu’ adeguato di quello di Simon.

      I medici non lavorano per imporre la degenerazione dei costumi e l’ideologia schiavizzante, ma per la nostra salute.

      • http://www.informasalus.it/it/articoli/sos-genitori-papilloma.php#

        1) diffidate di chi banalizza i tanti lati positivi nel consigliare attenzione ai possibili problemi di infedeltà e libertinaggio (difficilmente fanno i vostri interessi…);

        2) é vero che i medici non lavorano per imporre degenerazione dei costumi e ideologie schiavizzanti, ma solo perché in genere i protocolli che si ritrovano pian piano a “dover” utilizzare conseguono spesso al lavorio “ai fianchi” (molto più subdolo) di altri soggetti. Tra questi, oltre ai consueti soggetti che puntano soprattutto al denaro (come le società farmaceutiche), metterei tutte le persone chiuse in una visione ideologica della vita che pensa soprattutto in termini di soddisfacimento incondizionato dei desideri e non a comportamenti etici correlati ad un bilanciato e meditato mix di diritti e doveri.

        • INFORMAZIONEDISERVIZIO on

          Chissà in che facoltà di Medicina e Chirurgia si studia:
          http://www.informasalus.it/it/articoli/lezioni-omeopatia-classica.php

          Perchè gira che ti rigira quando si parla male dei vaccini si arriva a fonti spazzatura?

          Basta parlarne col ginecologo, poi dirà lui.

          A me ha spiegato molto bene, e mi sembra strano consiglino di effettuare il vaccino ai 12 anni, in quanto l’efficacia si attenua.
          A me hanno suggerito di farlo qualche anno dopo i primi rapporti e in ogni caso qualche anno prima di una possibile gravidanza e c’entra poco con la fedeltà dei rapporti.
          Quest’ultima diminuisce il fattore di rischio ma è ben lungi dall’annullarlo!

  12. 1) diffidare di chi parla di spazzatura cambiando di riferimenti del discorso;
    .
    2) diffidare di chi parla di efficacia nel tempo di un vaccino che ha ancora poca storia nel tempo;
    .
    3) diffidare di chi banalizza modi di intendere la sessualità ineluttabilmente destinati a priori, per necessità, a non poter essere banali. “Coloro che cercano di assegnare al sesso il ruolo di puro godimento casuale pagano un dazio: diventano superficiali… Essi svalutano il proprio stesso corpo, proponendo a basso costo ciò che é per natura connesso con l’origine della vita umana” (E. Anscombe, 1975).
    .
    Diffidare, diffidare sempre.
    .

Exit mobile version