Informazione asimmetrica

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Come le guerre per via dei mezzi moderni sono diventate asimmetriche, così anche l’informazione ha i suoi scontri asimmetrici.

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L’informazione in passato era unica, da una parte chi la faceva dall’altra chi ne era destinatario, poi è arrivata la “rete” e i destinatari hanno cominciato a comunicare, da quel momento le cose sono cambiate un po’.

L’informazione da quel momento da monolitica è diventata asimmetrica, molto asimmetrica se vogliamo, ma comunque la differenza è sostanziale. I casi in cui questa asimmetria si manifesta sono molti e profondamente diversi, prendiamone tra ad esempio.

Un caso tradizionale di informazione asimmetrica è quello visto in occasione del recente referendum in Slovenia sui matrimoni gay che il 19 dicembre scorso ha bocciato la legge che li istituiva, la percentuale contraria è stata del  63%, come riferisce un articolo su Repubblica. Da notare che solo pochi mesi prima, il 22 maggio, l’Irlanda aveva fatto un passo opposto scegliendo il sì ai matrimoni gay, la percentuale in quel caso era stata leggermente inferiore raggiungendo il 62,1%, sempre dati di Repubblica, eppure in quell’occasione si era parlato entusiasticamente di “valanga” di voti.

Ma il fatto che su Repubblica siano state date entrambe le notizie, non significa che sia stato dato loro lo stesso spazio, ancor peggio sulle TV dove praticamente non se ne è parlato. A fare informazione asimmetrica poche voci, come quella satirica di Berlicche. Siamo qui alla prima generazione di mezzi di controinformazione, come la quasi totalità dei siti, CS incluso.

Ma l’asimmetria ha assunto recentemente forme più penetranti, un eclatante caso è stato quello che il 13 dicembre ha visto contrapporsi la trasmissione Report e l’ENI, rispettivamente nelle persone di Milena Gabanelli e Marco Bardazzi, ex vicedirettore della Stampa. Durante la trasmissione televisiva, che pure ha dei meriti per importanti inchieste, non prevede repliche di ospiti in studio e le eventuali successive  smentite in genere non sono in grado di avere effetti significativi. Un caso grave era stata la messa in onda di un servizio ad inizio novembre in cui la casa produttrice di piumini Moncler veniva accusata di usare metodi brutali nei confronti delle oche. Il giorno dopo, nonostante le smentite della Moncler le vendite subivano uno stop e le azioni crollavano in borsa danneggiando l’azienda nelle componenti degli azionisti e dei lavoratori.

Per evitare un secondo caso Moncler, Bardazzi divenuto responsabile della comunicazione dell’ENI nello scorso febbraio, ha evitato un secondo caso Moncler inventando una strategia innovativa che ha spiazzato la Gabanelli. Non potendo avere dei rappresentanti in studio ha predisposto una serie di messaggi su Twittwer che hanno ribattuto in diretta punto su punto le accuse formulate nel programma:

Certamente ENI non è esattamente un Davide contro Golia, ma si tratta di uno scontro tra un organo d’informazione e un società che di organi d’informazione non ne possiede. Geniale la tattica di Bardazzi. Un caso che comunque  mostra come i nuovi mezzi possano rendere vincente l’informazione asimmetrica.

Terzo caso è quello della chiamata alla collaborazione tra ogni fonte di informazione libera effettuata da Claudio Messora di Byoblu,  uno dei blog più seguiti del panorama italiano. Il caso in questione sono le dichiarazioni scottanti fatte nel libro Colonia Italia, di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella, nel quale i due autori rivelano gravi responsabilità dei nostri “alleati” inglesi nella destabilizzazione subita dall’Italia negli anni ’70. In un articolo dal titolo “#DesecretateloAdesso: ecco il file UK che svela tutto sugli anni di piombo“, Messora rilancia la denuncia del libro e invita altre fonti di informazione a fare altrettanto:

Visto il silenzio vergognoso della stampa italiana, io mi rivolgo anche ai blogger, all’informazione della rete che può fare davvero molto, perché a sua volta faccia circolare questo documento e eserciti la sua pressione perché questa parte della storia italiana non può davvero continuare a rimanere oscura.

Diffondete questo post sui social media con l’hashtag #DesecretateloAdesso.

Oltre ad accogliere in questa sede l’appello di Claudio Messora e ad associarci alle sue richieste, si fa notare che se davvero la costellazione di siti, più o meno grandi che siano, si unisse in una campagna comune saremmo di fronte ad un modo di fare informazione indipendente nuovo e dalle potenzialità di molto superiori a quanto sinora visto.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

24 commenti

  1. Non riesco mai a ricordare se la professione piu’ antica del mondo sia quella del giornalista o quell’altra…

      • Il mio voleva essere un umorismo molto “british”, vedo che non ci sono riuscito, ma il senso che volevo dare era quello! 😀
        Buon Natale!

        • Hai ragione Piero, ho finito per fare la parte di quello che spiega le battute! 😀
          Colgo l’occasione per augurare un buon Natale anche a te e a tutti gli amici di CS!

  2. Cipolla Friendly on

    Io descriverei il fenomeno come una simmetrizzazione dell’informazione.
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    Si passa dai giornali che ospitavano una versione dei fatti (o a volte più di una per essere onesti), a una informazione in cui tutte le opinioni, anche le più massimaliste e radicali, sono rappresentate grazie all’aumentata dimensionalità dell’informazione.
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    L’asimmetria casomai risiede nell’utilizzo di canali diversi per diversi tipi di informazione.
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    L’informazione ufficiale passa nei giornali, nelle TV, nei programmi di approfondimento e di istruzione mentre la galassia contro-informativa (complottista e di debunking) soprattutto nei nuovi media. Analisi, approfondimenti, tesi, antitesi si trovano in rete oramai su qualsiasi argomento anche ben assodato.
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    Il risultato è che contrapponendo due informazioni che giocoforza sono parziali (non esiste mai informazione completa) e contrapposte non si arrivi alla fine a capire nulla.
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    Come nel caso dell’ENI e Report. Chi vuole buttarla in caciara l’ha vinta. Chi vuole che il pensiero scientifico si indebolisca a favore del “senso comune” l’ha vinta. Chi vede nell'”uomo qualunque” la soluzione politica ai problemi l’ha vinta.
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    La sintesi è scomparsa. La sintesi è odiata. La sintesi è il male.
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    Abbiamo forse scoperto che il patto fra generazioni del passaggio della conoscenza può venire meno (e che quindi non esista un darwinismo culturale)?

    • Credo che la molteplicità delle vedute sia sempre positiva, non la chiamerei “buttare in caciara”, semmai il vero problema è l’analfabetismo di ritorno che non consente a chi legge e ascolta di comprendere e quindi discernere tra le cose che gli vengono proposte.
      Se la tradizione della conoscenza viene meno, più che darwinismo culturale direi che la direzione è quella dell’estinzione culturale.

  3. Inquietante il terzo esempio (Byoblu) da lei proposto, Professore.
    A quanto pare finirà che i miei figli studieranno una Storia (contemporanea) diversa da quella che ho studiato io.

    • Me lo auguro Paolos, perché nella storia che abbiamo studiato noi troppi capitoli sono stati scritti dai vincitori, che a quanto pare si comportano da tali anche quando dovrebbero essere alleati.

  4. Giuseppe Cipriani on

    Perché meravigliarsi? E quanto allarmismo…
    Anche CS, se vogliamo, produce informazione… asimmetrica.
    La regola, a impegnarsi e a metterci un po’ di spirito critico, è fare un bel mix delle asimmetrie e ricavarne una linea guida, sia pure, inevitabilmente, incanalata dal proprio sentire. Ma è sempre meglio di niente.

      • Giuseppe Cipriani on

        Semplicemente al fatto che mai come in questi tempi l’informazione ufficiale e la controinformazione si trovano in rete quasi sullo stesso livello, oserei dire che non si nota quasi la differenza tra ciò che è pensiero dominante e pensiero minoritario. Tutti intervengono a dire tutto. Il problema, semmai, non è che esista un’informazione squilibrata, ma che esista ogni tipo di versione su qualsiasi fatto… E sta tutta lì la difficoltà a esprimere il senso critico, in quanto molti se lo formano su controinformazione che vale meno di zero.

  5. Grande dibattito.
    Quando una società, come quella attuale, non garantisce un sistema di “check, balance and control” dell’informazione e che si impongono quelle del PUPO (Pensiero Unico Pastorizzato ed Omogeneizzato), è perfettamente normale che si creino informazioni asimmetriche per contro-bilanciare l’errore/ l’ideologia ufficiale: purtroppo, anche qui, ci potrà essere da bere e da mangiare, in mezzo a tante verità che il PUPO non permette più di affermare liberamente.
    La soluzione risiede in due dimensioni da sviluppare con tanto più ardore che il PUPO si mostra dittatoriale: uno strenuo sviluppo delle virtù umane individuali ( prudenza, temperanza, coraggio e giustizia) da parte di chi crea informazione e da parte di chi la “consuma” ; la seconda dimensione è creare un network tra queste persone. La seconda parte grazie ad internet si sviluppa già bene e offre già un vero contro-potere all’oppressione del PUPO: purtroppo non sempre chi è in questi networks vive di grandi virtù umane.
    Resta ad ognuno di noi nel nostro piccolo, come CS, di continuare ad offrire isole di riflessione capaci di connettersi ad arcipelaghi e poi a continenti che hanno l’umano, la verità e la carità al centro delle loro preoccupazioni e intenzioni.

    • Giuseppe Cipriani on

      Ricordiamoci, per l’appunto, che nessun uomo è un’isola… E che nessun approdo può essere ritenuto a priori come il più sicuro. Ergo: sviluppare spirito critico, tutti quanti!

    • Concordo sul fatto che l ‘alternativa al PUPO può nascere da singole iniziative, come i tanti siti CS incluso, ma poi deve proseguire come rete di soggetti che concorrono allo stesso fine.
      Inoltre nella pluralità di soggetti collegati penso che nasca una sorta di controllo incrociato delle affermazioni.

      • Vincent Vega on

        Enzo, grazie per il lavoro quotidiano che fai. Io e molti altri ti siamo molto grati.

        • Ciao Vincent, grazie per l’apprezzamento.
          Aggiungo che all’interno di uno stesso sito il controllo incrociato delle affermazioni già esiste e siete proprio voi a farlo con i vostri interventi.

  6. Buongiorno.
    Completamente d’accordo con quanto detto, anche se devo dire di preferire anch’io la dizione di “simmetrizzazione della/e informazione/i”, come notato dall’utente Cipolla Friendly.
    Molto inquietante quel fatto sugli anni di piombo; penso proprio che lo condividerò sul Fessobucco…

      • Grazie professore. Auguro buone festività natalizie a Lei e a tutti gli utenti ed autori di CS.

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