Chiude “Come Don Chisciotte”

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Chiude uno dei primi siti italiani di informazione indipendente.

Un momento triste. Grazie Davide.

 

Solo poche righe per comunicarvi quanto ho deciso.
Sono passati più di 10 anni da quando ho iniziato a gestire comedonchisciotte.
Tranne che per brevissismi periodi ho dovuto accollarmi da solo il 90% di tutto il lavoro del sito.
Mi dispiace ma sono logorato e non ci sono più le condizioni necessarie per poter continuare con passione, entusiasmo e serenità.
Il mio tempo qui si è esaurito.

 

Ringrazio TUTTI I TRADUTTORI, tantissimi, che si sono avvicendati in questi anni.
E’ soprattutto grazie a loro che comedonchisciotte è stato ed è ancora oggi il sito di “controinformazione” più letto in rete.

Ringrazio Truman, un grande amico che mi ha supportato e sopportato sempre, e senza il quale, questo sito non sarebbe potuto essere, nel bene e nel male, quello che è stato.

Grazie a tutti.

Davide/Tao

Come queste parole il 18 aprile scorso Davide, il responsabile del sito Come Don Chisciotte ne ha annunciato la chiusura.

Come Don Chisciotte è stato uno dei primi siti d’informazione indipendente, primo cronologicamente e primo per numero di lettori, un sito di raccolta e selezione di notizie provenienti da altri siti in tutto il mondo, alcune volte anche degli articoli di CS sono apparsi sulle sue pagine. Articoli con i quali si poteva essere o no d’accordo ma che comunque erano utilissime fonti con le quali confrontare le notizie mainstream, e importanti erano i commenti, spesso ben fatti, che fornivano ulteriori spunti. Il motivo della chiusura è l’usura che un lavoro come questo comporta, dieci anno di lavoro continuo e pressoché solitario si fanno sentire e Davide (non lo conosco personalmente) ha esaurito le energie. Non ci sono mai state ricompense economiche per il suo lavoro, nessuna fama o gratificazioni di altro genere se non quella di aver lavorato e lottato per l’informazione contro la disinformazione e le manovre degli spin doctors.

In in 48 ore (al momento in cui scrivo) la notizia è stata commentata in circa 250 interventi, tutti di rammarico e spesso con offerte di collaborazione e aiuto, se la decisione non verrà cambiata sarà davvero una perdita, anche da un punto di visto simbolico, sarà un po’ l’avverarsi della prevedibile sconfitta di Davide contro Golia.

Un Golia non amato da nessuno ma che da gigante impone la sua legge. Che differenza tra i 250 commenti ricevuti da Davide e i 600 che hanno accompagnato il 25 gennaio scorso l’annuncio che la lettura del Corriere della Sera online sarebbe divenuta a pagamento. Per il Corriere solo messaggi di addio, nessuno sembra disposto a pagare per quell’informazione, e neanche la rimpiange, tanto più per il fatto che è fotocopia si altre, “passerò a leggere Repubblica che è gratis” affermano in molti. Passeranno a Repubblica, che poi da poco è come dire anche La Stampa, giornali che nell’indifferenza generale sono destinati ad essere sempre più fotocopie l’uno dell’altro.

Se come è prevedibile i commenti aumenteranno ancora il confronto tra Corriere e CDC sarà di 600 contro 300 e soprattutto di 600 negativi contro 300 positivi, cifre che dicono qualcosa sulla percezione della disinformazione presente nei grandi media.

Purtroppo da ieri saranno contenti gli alfieri dell’informazione d’ufficio che come Gianni Riotta pensano da sempre che il web sia in definitiva un pericolo:

Dai risultati, purtroppo, si evince che l’attenzione pubblica è scarsa e la disinformazione potente al punto che spesso è considerata dai cittadini pari all’informazione classica. Per molti utenti della Rete il tempo dedicato ai miti e quello speso analizzando i fatti si equivalgono.

Perdiamo il contributo di Davide e ci teniamo quello dei vari Riotta, ma nel frattempo, anche grazie all’esempio di CDC, i siti di informazione indipendente sono aumentati e molti non sono la parodia che vorrebbe quest’ultimo nel suo articolo.

Grazie a Davide per quello che ha dato in questi dieci anni, ma da domani il web sarà un posto più vuoto.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

36 commenti

  1. valentino Zoldan on

    E’ stato un brutto colpo per chi lo ha frequentato a lungo e assiduamente.
    Ne sentiremo sicuramente la mancanza, la perdita è davveo importante.
    Non solo si perde un punto di concentrazione di notizie alle volte quasi impossibili da raggiungere per noi comuni mortali ma si perde anche un patrimonio di commentatori che partecipavano con assidua passione al sito.
    Gente di tutti i tipi era abbastanza facile individuare la provenienza ideologica di alcuni di loro,dalla destra ai veterocomunisti ai novofedeli (vegani animalisti ecc.) agli ortotteri michelin ma tutti scrivevano e dicevano la loro; gli sfottò non mancavano ma tuttosommato, esclusi rari casi tutto si manteneva in un solco civile, cosa non da poco di questi tempi.
    Il lavoro di Davide e Truman è stato sicuramente grande e tutti, indipendemente dall’impostazione ideologica hanno apprezzato, giustamente il loro impegno ed equilibro.

    Gli articoli erano vari, da CS, a Sputnik, da Giulietto Chiesa, a Ron Paul, Da Barnard a Pepe Escobar, quasi sempre molto ben tradotti.

    Non si può che ringraziare queste persone, oltre a Davide e Truman tutti coloro che si sono dedicati senza alcun compenso alle traduzioni, quasi sempre di ottima qualità.

    Come tutte le cose anche CDC è finito e forse è un bene, la morte è necessaria alla vita e chissà che questo fatto non produca qualcos’altro di buono, anche migliore e con un impegno e un carico di lavoro più equilibrato.

    • Sottolineo quello che dici, soprattutto il fatto che non era necessario condividere tutto quanto letto sul sito, anche negli interessanti e civili commenti, per apprezzarlo, la pretesa di approvare tutto riguarda chi ama ilpensiero unico.
      CDC era una vetrina di articoli selezionati che fornivano visioni alternative sempre interessanti, anche se si poteva pensarla divesamente.
      E’ stata una realtà che ha fatto la storia dell’informazione sul web in Italia.
      Se c’è una lezione da imparare è che non si può fare tutto da soli o prima o poi la fatica diventa insostenibile.

      • Di sicuro CDC era pieno di boiate, e questo è un fatto. Certo, non era imbarazzante come Losai o irritante come Luogocomune, ma la cosiddetta “controinformazione” spesso ha pochi anticorpi contro la cialtroneria. Ovviamente sono considerazioni che prescindono dall’impegno del fondatore del sito, visto che questo sostanzialmente fungeva da collettore…

        • E’ la seconda volta che do’ ragione al prof. Giuseppe, e comincio a preoccuparmi… 😀
          Ma scusate, ma non e’ andata mica la polizia a chiudere il sito (come in altre occasioni ), mica il server gli rifiuta spazio.
          Semplicemente il titolare ha altre cose da fare e non vuole “vivere su internet” come un nerd brufoloso sfigato.
          Esiste la vita reale…
          Vi dispiace che abbia chiuso? Non vi resta che caricarvi di un po’ del lavoro che prima si sobbarcava interamente il titolare e CDC ritornera’ vivo come prima.
          E devo convenire anche sul primo punto. Quel poco che ho frequentato quel sito, ho letto articoli davvero imbarazzanti, poco documentati, che se non possono essere accomunati agli articoli degli altri siti citati, appertengono pero’ allo stesso filone…
          Tutti hanno diritto di parola, ci mancherebbe, ma non esiste il DOVERE di ascoltarla da parte degli altri.
          E’ un probelma finanziario? Si chiede UN EURO su paypal e credo che tutti i frequentatori del suddetto sito sarebbero felici di rinunciare ad un caffe’ per continuare a leggere i loro articoli preferiti.
          Dov’e’ il problema?

        • Bravi! Ecco che finalmente arriva qualcuno a dire che su CDC c’erano articoli di ogni genere, anche discutibili, come se non l’avessi già detto io sia nell’articolo che negli interventi.
          Bene, la sezione disfattista ha detto la sua.
          .
          Ma quelle che voi chiamate “boiate”, con una boria fastidiosa, erano comunque un utile strumento per capire quali argomenti circolavano in rete.
          Andate a vedere l’ultima home page che è ancora online e ditemi se le vostre critiche non sono gratuite.
          E poi non dimenticate qualcosa? Non avete fatto una sola parola di innumerevoli traduzioni di articoli di Pepe Escobar, di The Saker, Paul Craig Roberts, la selezione di pezzi di Foa e Manlio Dinucci, Fedrico Dezzani, Fulvio Grimaldi, Claudio Messora, Massimo Fini, Alberto bagnai…
          .
          Carissimi, sapete che vi dico, andatevi a legger Repubblica, ve lo meritate il pensiero unico.

          • Giuseppe Cipriani on

            Perché, Enzo, non hai usato lo stesso metro di giudizio anche per Le Scienze? Che per aver riportato una stronzata (con tutti i crismi del giornalismo di cronaca, altroché) hai fustigato per tre giorni? Solo perché non è del tuo giro, del giro di quelli che ti gratificano per dar corda ai tuoi pregiudizi? Al tuo spirito critico (scientifico) che vale solo per certe questioni? Amen

          • E secondo te il ruolo di Le Scienze, che poi è Scientific American, e quello di un sito collettore di articoli in rete gestito da un singolo individuo è lo stesso?
            Ma stiamo scherzando?!?

          • prego, non sono un disfattista (termine che, peraltro, evoca ventenni passati).

            come se non l’avessi già detto io sia nell’articolo che negli interventi.
            Bene, allora concordiamo… Qual e’ il problema?

            voi chiamate “boiate”,
            Io personalmente non le ho chiamate boiate, ma articoli imbarazzanti, e credo rientri nella mia liberta’ di espressione definirli tali, no?

            con una boria fastidiosa, erano comunque un utile strumento per capire quali argomenti circolavano in rete.
            Oh per quello non c’e’ certo bisogno di CDC, ci sono altri strumenti…

            E poi non dimenticate qualcosa? Non avete fatto una sola parola di innumerevoli traduzioni di articoli di…
            infatti ho detto di averlo letto poco. Quello che penso di Massimo Fini e di altri qui credo sia stato l’argomento di qualche mio post passato e non sto qui a riperterlo . L’averli riportati in quel sito non credo aumenti il livello di credibilita’ o la ragionevolezza dell’articolo dei suddetti, cosi’ il resto…

            Il non meritarsi il pensiero unico non credo che coincida con il doversi sorbire articoli (malamente) complottisti che, tutto sommato, credo di poterli associare con quelli di Repubblica…

          • Solo perché non è del tuo giro, del giro di quelli che ti gratificano per dar corda ai tuoi pregiudizi?

            E dàlli cco’ ‘sto giro…
            Il post piu’ sopra ti smentisce (ancora una volta).

          • Concordo col prof. Pennetta, non so con che coraggio si possa fare un paragone simile…

          • Giuseppe Cipriani on

            Enzo, a me l’articolo è servito per focalizzare la questione per bene, contestualizzarla.
            Il giornalista che ha scritto il pezzo ha fatto un ottimo lavoro di cronaca.
            Se tu volevi l’opinione, la presa di posizione, una carezza al tuo sentire, beh, non fa parte dei compiti/possibilità di Le Scienze accontentare tutti gli interlocutori/lettori.
            A me pare chiarissimo, ma mi rendo conto che per te è vero il contrario.
            Tu dici che serve lo stesso confrontarci sugli opposti fronti, anche se non cambiamo di una virgola il nostro rispettivo parere, per chi ci legge.
            Ci spero anch’io, in fondo, perché mi pare di affermare cose normali per persone normali. E con questo rispondo anche a Fefaz qui sopra.

          • Non giriamoci intorno, il punto è che si è voluta concentrare l’attenzione solo sui difetti ignorando il ruolo positivo svolto da CDC.
            Non vogliamo chiamarlo disfattismo? Chiamiamolo lamentela a tutti i costi.
            E’ vero, tu non hai usato il termine ‘boiate’.
            Dici che per avere una panoramica del “sentiment” dell’informazione indipendente ci sono atri strumenti?
            Fammeli conoscere che mi interessano, e comunque adesso ce ne è uno in meno, e per me era il migliore.
            Quello che tu pensi di Massimo Fini non ne fa un cialtrone, è un intellettuale, giornalista e scrittore che non dovrebbe essere riportato solo perché tu non lo apprezzi?
            Ma che argomento è?
            La parte finale poi mi sembra detta tanto per dire.

          • Non giriamoci intorno, il punto è che si è voluta concentrare l’attenzione solo sui difetti ignorando il ruolo positivo svolto da CDC.

            Non vogliamo girarci intorno? Allora diciamolo chiaramente…
            CDC non ha chiuso perche’ la polizia l’ha arrestato, o il server gli negava lo spazio per motivi politici, l’ha fatto perche’ si era stancato di fare il nerd tutto il giorno su internet a “combbbattere il systema“,
            Vi dispiace? Rivolete il sito?
            Prendetene il posto. Chi ve lo impedisce? Date il vostro aiuto materiale (e mi sembra che lei ha pubblicato qualche articolo, non so se direttamente da li’ o per altre vie).

            Dici che per avere una panoramica del “sentiment” dell’informazione indipendente ci sono atri strumenti?
            Prego, lei ha detto testualmente “erano comunque un utile strumento per capire quali argomenti circolavano in rete.
            Per questo ci sono le statistiche di google, e mi dispiace, ma in cima alla classifica c’e’ sempre quella parolina di tre letter di cui le ho parlato nel mio primo post qui su CS.

            Quello che tu pensi di Massimo Fini non ne fa un cialtrone, è un intellettuale,

            Con tutto il rispetto, ma quello che dice lei non lo rende necessariamente tale, e comunque avro’ anche il diritto di non starlo a sentire, o cmq pensare quello che mi pare di Massimo Fini, o no? Altrimenti il “pensiero unico” non e’ solo su Repubblica no?

            giornalista e scrittore che non dovrebbe essere riportato solo perché tu non lo apprezzi?
            E chi si e’ permesso di dire che non dovrebbe essere riportato? Ho solo confutato razionalmente il pensiero di Fini.
            E se tutti i giornalisti e scrittori automaticamente acquisissero l’appellativo di “intellettuali” verrebbe a cadere tutto quello che dice su Riotta, o no?

            La parte finale poi mi sembra detta tanto per dire.
            Sono stato criptico, e’ vero, ma temevo che nel poco spazio di un commento di un blog si potesse fraintendere e quindi ho misurato le parole.

          • Piero, mi sembra un dialogo fra sordi.
            Ho fatto un articolo per parlare di un pezzo di controinformazione in rete che se ne va, per dire cosa si perde e per esprimere dispiacere.
            Nessuno ha mai detto di volerlo rimpiazzare, sarebbe un’opera meritoria ma non si può fare tutto da soli, e il caso di Davide è esemplare da questo punto di vista.
            E colgo l’occasione per ringraziarlo ancora per questi 10 anni che ha speso per gli altri.
            Cosa c’è che non va?
            .
            Mettersi poi a fare un polverone su un autore come Fini, comunque noto e stimato da molti, mi sembra un modo per sviare il discorso da un’uscita che si poteva evitare.

  2. Interessante il commento di Gianni Riotta… ‘Per molti utenti della Rete il tempo dedicato ai miti e quello speso analizzando i fatti si equivalgono.’.
    Ovviamente sul ‘Corriere’, ‘La Repubblica’ e ‘La Stampa’ non sono mai comparsi miti, spacciati (imposti) per verità assoluta, no mai.
    Sempre informazione ‘libera ed indipendente’; altro ché CDC.
    Sono sempre più disgustato.

    • Certo, per quelli come lui i fatti sono definiti come ciò che viene pubblicato su Corriere e Repubblica, quello che resta fuori sono “miti”.
      Del resto sono ben pagati per dirlo.

  3. Enzo, condivido tutto quanto hai scritto, così pure i commenti che fanno centro nella questione della perdita, ergo l’ulteriore mancanza di contrappesi che, anche con la chiusura di CDC, lasciano mano libera ai vari pseudo-schienadrittisti e drittoni del giornalismo manipolatorio. Detto questo, però , ti chiedo e chiedo ai tuoi lettori quanto segue. Pur empatizzando con lo stato d’animo “logorato” dalla solitudine dichiarata nel messaggio choc di commiato di Davide, può un singolo che si trova nella sua situazione chiudere baracca e burattini , tanto più laddove sono diversi dai soliti cantastorie?
    Io nel mio infinitesimo angolino invisibile del web, sono entrata sempre più spesso in crisi in questi ultimi anni ( misuriamoli in 3) e ovviamente occorre fare la tara su questo infinitesimo rispetto al lavorone tecnico e psichico richiesto a Davide o qualsiasi altro ben più visibile e carico di impegni su questo fronte della controcultura, ma a mio avviso deve valere lo stesso principio, che è il seguente. Quando ti (es)poni in uno spazio “pubblico”, puoi modulare il tuo impegno a seconda delle energie /risorse (mentali, di tempo, economiche etc etc) ma una volta avviata la relazione con questo spazio, non puoi cancellare tutto. Non hai questo potere. Se te ne avvali, in un modo o in un altro, rientri per quanto riguarda il nostro paese, nella mancanza di senso di collettività/ comunità (volgarmente chiamato anche bene comune) e nel caso specifico in questione anche nella mancanza di rispetto (amore?) incondizionato nei confronti di chi si è messo in relazione con te. Ovviamente, ciò non esclude ogni considerazione “amara” sul fatto che più dai, più corri il rischio di non ricevere per ricaricarti di tutto ciò che hai dato e che renderebbe possibile il fluido necessario per continuare a dare. Tuttavia, il caso amaro di TAO o lo spieghiamo con una logica orientale (CDC=MANDALA), rischiando l’alibi, umano, ma alibi, o rientra nella mancanza patologica che la nostra terra e i suoi uomini hanno sempre dimostrato ( sia nei polli, sia in chi ha cercato di non esserlo) di essere , dalla notte dei tempi senza mai un’eccezione anche in chi ha realizzato un’eccezione (come Davide) antropologicamente individualisti persi.
    ps se puoi dimmi(ditemi) con durezza ma dolcemente, dove sbaglio

    • Io tuttosommato lo capisco, quando dedichi tanta parte delle tua vita e tante energie ad un sogno che poi si tramuta in cosa vieni preso dalla “sindrome di Geppetto” e cominci a considerare la cosa come tua, anzi come parte di te.
      Vale per lo scrittore come per l’imprenditore e un po’ per tutti.

      E’ molto difficile liberarsi da questo stato d’animo e sei disposto anche a morire per la tua cosa.
      Quando però le forze ti mancano e sei costretto a mollare, vuoi morire insieme alla tua cosa e non permetteresti mai che passasse ad altri, semplicemente chiudi la cosa e sparisci nella nebbia dei ricordi altrui che si fanno di giorno in giorno più vaghi ed imprecisi.
      E’ proprio questo che desideri e lo vuoi con tutto il cuore anche se ti rendi conto che è un atto d’orgoglio e di egoismo, ormai ti rendi conto che la cosa è arrivata ad un livello ben più alto dell’appartenenza a te stesso, in effetti sei tu che appartieni alla cosa e se essa non muore tu non sarai mai libero.

      Pur essendo estremamente dispiaciuto capisco e rispetto quello che ritengo essere un travaglio molto doloroso.

      I concetti di pubblico e privato sono pericolosamente scivolosi e se usati male possono diventare armi contundenti e credo che la loro considerazione sia parte del travaglio suddetto.

      La perdita come ho detto è grande ma credo che più grande ancora sia la sofferenza personale di chi è costretto da forza maggiore, probabilmente per esaurimento della propria, a cedere.

      Io non so se si tratta di questo o se, come qualche complottista ha insinuato fra i commenti su CDC, ci sono state minacce.
      Chi ha fatto la scelta conosce le ragioni ed è bene che rimangano sue se è così che vuole.

    • Ciao Rosanna,
      innanzitutto grazie per questo tuo intervento che ho molto apprezzato sia nei contenuti che nell’esposizione.
      Comprendo le motivazioni di Davide, anzi aggiungo che secondo me tutti quelli che iniziano un impegno di questo tipo prima o poi, anzi, più di una volta, prendono in considerazione l’idea di lasciar perdere, da quanto ho letto in giro questi giorni sembra che anche un numero uno come Messora sia in un momento di stanchezza.
      Detto questo sono d’accordo sul fatto che anche se si ferma l’attività tutto il materiale prodotto debba restare disponibile altrimenti tutto il lavoro fatto non ha senso, se davvero uno ha a cuore la diffusione di analisi e informazioni originali uno degli obiettivi principali è lasciare una biblioteca online. Eliminare tutto sarebbe come per uno scrittore bruciare i propri libri quando si ritira.
      .
      Come ho già accennato prima, credo che Davide avrebbe dovuto in questi anni aggregare persone per dare una mano e alleggerire il carico su di sé, in questi casi vale il detto “if you want go fast go alone if you want go far go together”.
      .
      C’è da riflettere infine sulle tue considerazioni finali, cioè sul rischio dell’individualismo, di un rapporto personale che chiama ad una responsabilità ma che può essere rescisso in qualsiasi momento.
      Anche questo credo che sia ben presente nella mente di chi questo rapporto inizia, ed è anche per questo che a mio parere in genere poi si superano le crisi e si tira dritto.
      Ma non so quale sia il caso specifico di Davide e non mi sento di dire nulla al riguardo. Spero solo che possa tornare sui suoi passi o quantomeno non rimuovere tutto l’immenso materiale accumulato in questi anni.
      .
      PS Huxley è anche per me un autore fondamentale, ti auguro buon lavoro.

  4. Alessandro Giuliani on

    Caspita se ne sentiremo la mancanze, tra l’altro il 23 Aprile ricorre il 400 esimo anniversario della morte di Cervantes e il suo Don Chisciotte verrà letto (da stasera e per 48 ore di seguito) al Centro Sperimentale di Cinematografia a Cinecittà (sul sito del CSC la diretta streaming) ricordiamo sempre però che il messaggio di Cervantes è che don Chisciotte (il vero cavaliere cristiano) è un vincente, a dispetto dalle apparenze, dove arriva lui la realtà si trasforma e un gruppo di prostitute scoprono nel loro cuore la dignità di principesse, dei pastori ignoranti si trasformano in poeti…. e quando Don Chisciotte è sul letto di morte i suoi amici capiscono che la ‘vera ragione’ la aveva lui ma questo Davide probabilmente lo sa, ecco allora un compendio per la nostra vita che ci lascia l’hidalgo della Mancha:

    Noi però cristiani, cattolici ed erranti cavalieri dobbiamo anelare più alla gloria delle vegnenti età (che eterna vive nell’eteree celesti regioni) che alla vanità della rinomanza che acquistasi nel presente transitorio mondo: rinomanza che per molto che duri va a perire colla distruzione del mondo medesimo, il quale ha il prestabilito suo fine; ed è per questo, o Sancio, che noi non dobbiamo operare se non secondo i dettami della cristiana religione che da noi si professa. Nella morte dei giganti punire intendiamo la superbia; nella generosità e cuor forte ha il suo castigo l’invidia; nella compostezza e tranquillità dell’animo l’ira; nella parsimonia dei cibi e nella veglia la gola e il sonno; nella lealtà che serbiamo a quelle da noi costituite arbitre dei nostri pensieri, trovano punizione la ingiuria e la disonestà; e lo ha la infingardaggine nel peregrinare per lo mondo cercando le occasioni che ci possono far essere non solo veri cristiani, ma anche celebri cavalieri. Questi, o Sancio, sono i mezzi pei quali si giunge all’apice della gloria che seco si trae la buona fama.

    …e sia così per tutti noi….

    • Le coincidenze a volte sono davvero bizzarre.
      Mi piace molto la descrizione che fai dell’opera di Cervantes, c’è tuttavia nella sfida contro i mulini a vento l’immagine di una battaglia non solo persa ma anche combattuta contro un falso bersaglio.
      Ci penso solo adesso, ma Chisciotte è un nome che porta in sé il germe della sconfitta, come simbolo continuo a preferire Davide.

  5. Alessandro Giuliani on

    per qualche motivo manca un pezzo all’inizio:Caspita se ne sentiremo la mancanza, tra l’altro il 23 aprile cade il 400 esimo anniversario della morte di Cervantes e da stasera (ore 21) al 23 ci sarà la lettura ininterrotta di Don Chisciotte al centro sperimentale di Cinematrografia

  6. Giuseppe Cipriani on

    Ci sta che uno ricarichi le pile staccando la spina… E scusate l’apparente contraddizione nel gioco di parole.
    La vita non è solo in rete, la vita è anche vita in diretta… Aria pura, vento nei capelli, una corsa su un prato e la pioggia che ti bagna… Anche, magari, andare a pescare. O mettersi in pace a leggere un libro di carta sotto un noce. O solo guardare la luna. O, se proprio, non fare niente di niente per un bel po’, se non lasciarsi cullare dalla vita stessa che è l’unica che abbiamo e non possiamo consumare al fuoco lento dell’online che ci annichilisce a ogni pie’ sospinto creando un mondo virtuale di viventi che nulla o quasi avrebbero da invidiare alla combriccola di Matrix.
    .
    Staccare la spina significa anche liberarsi e magari stare meglio, sapendo che quel che si è seminato resterà e quel che si è raccolto rimarrà nel cuore per sempre, perché nessun uomo è un’isola, ma per non esserlo bisogna che i ponti siano virtuali qualche volta e meno virtuali qualche volta di più…
    Io non conosco il sito in questione se non marginalmente, ma all’autore do tutta la mia comprensione e solidarietà.
    E sono convinto che si ritroverà di certo in quanto ho scritto qui sopra.
    .
    Un abbraccio lungo amico che hai saputo darti un limite per non morire di stanchezza e crescere. Amen

    • Per una volta non posso che condividere appieno il suo pensiero al 100% gentile Sig. Cipriani…..

  7. La ringrazio Piero, ma non sono professore, e non lo diventerò mai. Ma in fondo, chi se ne frega! Per il resto, sarò borioso, saccente, arrogante, irriverente, ecc. ecc., però gli articoli su CS li leggo tutti, specialmente quelli del prof. Masiero. Quindi attenzione, avete una quinta colonna…

    • Io non sono della redazione, sono solo un commentatore come lei, peraltro alquanto sporadico ormai.
      Vedo che siamo accomunati dalla stima che abbiamo per il prof. Masiero.
      Bene.
      per darle un’idea della gente che commenta ormai su UCCR c’era un tizio, che affermava di essere laureato in matematica, che non conosceva la “logica del primo ordine”, negava che l’implicazione logica F → V potesse essere vera, diceva che i complessi sono ordinabili e che non credeva che il prof. Masiero potesse essere laureato in Fisica. Ma vida tu…

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