Brexit: i giovani e la politica

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brexitvideo

Davvero i giovani sono stati penalizzati dal voto sulla Brexit?

E veramente i giovani hanno strumenti per un’analisi politica migliori dei ‘vecchi’?

Lo abbiamo domandato a loro.

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Per la prima volta proponiamo come documento video, una produzione originale di CS che non vuole certamente assumere una valenza statistica ma che vuole essere uno spunto di riflessione.

Al tempo stesso con questo video CS si apre proprio ad una collaborazione con la fascia di età interessata dalla polemica sulla Brexit perché i nostri argomenti riguardano molto le nuove generazioni e tra esse riscuotono interesse.

Per questo documento video si ringraziano i tre autori: Federico, Gabriele e Mario.


 

 

 

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131 commenti

  1. massimo ippolito on

    Mitico il Trio! Bravissimi ragazzi. Aspettiamo con entusiasmo il prossimo contributo!!!
    E grazie anche ai giovani che hanno risposto.
    Che aggiungere? Hanno detto tutto gli intervistati. Il messaggio che hanno mandato è molto chiaro.

    • Colgo l’occasione per ringraziare anch’io i nostri reporter e mi unisco anche al ringraziamento degli intervistati per la loro disponibilità e, lo dico francamente, per la loro immediata simpatia.

  2. Buon inizio per “Critica Channel”!
    Aó! Il film nuovo! Il concerto! Non si può votare in queste condizioni! Tanto non era nemmeno una questione importante, o sbaglio?

  3. Sarei curioso di vedere il “making of” del video, con annessi i filtri adottati per selezionare il campione più confacente all’intento propagandistico che si voleva perseguire…

    • E bravo Giuseppe che è convinto che ci divertiamo a falsificare le cose per aggiustarcele come ci pare!
      Ma l’ha visto davvero il video?
      E non ha visto che qualcuno che risponde in modo informato c’è?
      Facciamo una cosa, se le vada fare lui le domande e vediamo se trova una realtà diversa da quella riportata.

      • Professore, non mi metta parole in bocca che non ho detto. Non ho parlato di falsificazione. Il compianto Bohr sosteneva che i fisici scoprono quello che vogliono scoprire, e se questo è vero nelle scienze naturali, figuriamoci in quelle cosiddette sociali. Al netto dei vari processi alle intenzioni, chi ha confezionato il video ha voluto veicolare un messaggio ben preciso (che peraltro potrei anche condividere), e coloro che avrebbero dato risposte informate, comunque non sembravano essere esenti da superficialità e pressapochismo. Dal mio punto di vista, dubito che l’età sia un fattore discriminante per circoscrivere gli istinti che abbiano guidato il voto, quindi rigetto sia la narrazione che vorrebbe i giovani inglesi, colti e raffinati, vittime dell’ottusità dei più anziani, sia quella speculare. Buone vacanze.

        • Resta il fatto oggettivo, Giuseppe, che i più giovani sono quelli che hanno votato di meno, quindi ignoranti o meno hanno reputato la cosa poco importante ma non lo è affatto.
          Se l’indifferenza non è dovuta alla superficialità, mi dica come la possiamo spiegare.

        • Unendomi all’esortazione di Nanni Moretti ritengo che le parole siano importanti, per cui Giuseppe se volevi dire quello che hai scritto nel secondo intervento è già diverso da quello che hai detto nel primo.
          Personalmente sono convinto che un generale livello di impreparazione sia presente in tutte le fasce di età ma quello che si voleva evidenziare è la falsa narrazione di un voto giovanile più informato e generalmente migliore di quello maturo/anziano.

          • Infatti, lo ripeto, rigetto entrambe le narrazioni. Mi permetta di essere franco: sarà la mia deformazione da scienziato naturale, come lo è lei del resto, ma ogni qualvolta mi imbatto nel tentativo di ricondurre un fenomeno sociale complesso a qualche paradigma, sospetto sempre che alla base vi sia una qualche motivazione ideologica…

        • Ovviamente l’argomentazione di Bohr che lei ha citato, non vale per le ricerche volte a dimostrare che i bambini crescerebbero meglio nellle cosidette ‘famiglie arcobaleno’, vero ?

          • Siccome tendo a ‘restituire a Cesare ciò che è suo’, devo essere grato all’amico GIUSEPPE per la citazione di Bohr…. me la sono segnata e la sbandiererò a chiunque in futuro mi sbandiererà qualche studio ‘gender’.
            Thanks GIUSEPPE.

  4. Ma a parte il fatto che il voto è segreto e quindi non si capisce da dove sia venuta fuori la storia dei giovani che hanno votato in massa il remain e i vecchi che hanno votato il leave. E’ chiaramente una bufala che si sono inventati in nome del solito divide et impera.
    Inoltre il fatto che i giovani si siano recati alle urne in percentuale minore rispetto ad adulti ed anziani dimostra che purtroppo il lavaggio del cervello su di loro sta funzionando molto bene…

    • Quest’ultima considerazione mi da molto da pensare, ci sono due lavaggi del cervello, quello che indottrina e quello che rende gregge passivo, mi sembra che siano in atto entrambi.

      • Beh sicuramente sono collegati e in entrambi c’è di mezzo anche la responsabilità della scuola. Io ho una nonna di quasi 90 e ti assicuro che è molto più sveglia di un ventenne!
        Poi è interessante anche quello che dice la ragazza con gli occhiali da sole (che mi pare tutto sommato la più preparata) sul festival di Glastonbury fatto proprio il giorno del referendum. Ho controllato le date e in effetti si è svolto dal 22 al 26 giugno, che è più o meno il periodo in cui si è sempre svolto, fin dall’inizio. Il referendum non potevano farlo prima o dopo (le date del festival si sanno in anticipo)?

    • Sono d’accordo con lei, Emanuela, l’unico dato oggettivo (insieme al risultato di un voto) è l’affluenza: se qualcuno ha spiegazioni più moderate del riuscito lavaggio del cervello ai giovani sono tutto orecchi.
      P.S.: i due dati oggettivi citati possono sempre in modo inequivocabile essere valutati regione per regione, quartiere per quartiere, come notò qualcuno giorni fa (evidenziando un poveri contro ricchi anziché giovani contro anziani, con i più poveri favorevoli al Brexit).

  5. Giuseppe Cipriani on

    Intanto quelli che in Inghilterra sono scesi in piazza per comunicare il loro disagio nei confronti della brexit sono stati i giovani, o no?

    • Se anche fosse, potevano pensarci prima invece di andare alle urne solo uno su quattro.
      Pessimisticamente parlando, sono pecoroni che dopo il voto hanno solo cambiato pastore (o forse no, ancora più pessimisticamente).
      Ottimisticamente, sono i tipici giovani che si accorgono tardi delle conseguenze delle loro azioni.

      • Giuseppe Cipriani on

        Mi confermi, allora, che la tendenza del voto “giovane” sarebbe stata per rimanere in Europa? Chiaro che chi non vota ha sempre torto, ma da lì a parlare di pecoroni ne corre.

        • Come fai a valutare le intenzioni di voto degli astenuti, con un sondaggio? In democrazia il sondaggio ha un valore incommensurabilmente inferiore rispetto al voto, e direi anche per fortuna; tu forse pensi diversamente? o vogliamo prendere delle decisioni tramite campionamenti?
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          Basterebbe pensare al fatto che il sondaggio e` tanto piu` indicativo, quanto piu` effettuato vicino alla data del voto: ma questo non accade perche` l`opinione dell`elettore si forma quasi magicamente proprio in quel giorno, ma perche` in democrazia e` efficace solo l`opinione raccolta per chiamata alle urne.

          • Giuseppe Cipriani on

            Mi basavo sui molti giovani inglesi (votanti o meno) scesi in piazza contro il brexit. Tutto lì.

          • Se sono scesi in piazza gli astenuti, direi con Byron:
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            ‘It is too late — is this fidelity?’ (alle istituzioni democratiche)

        • Dovrei confermare il voto dei giovani che al 74% non c’è stato? Inoltre basato su un piccolo sondaggio?
          Chi non vota non dice né SÌ né NO, ma “boh, non mi interessa”.
          Se quindi solo adesso tutti i giovani, anche i tre quarti che si sono astenuti, sono scesi in piazza, probabilmente è successo perché hanno subito anche loro il tartassamento mediatico che c’è stato da noi sulle (presunte) tragiche conseguenze del Brexit.
          Ribadisco che tale sequenza di fatti fa apparire i giovani come pecoroni.

          • Giuseppe Cipriani on

            Dunque non contempli una presa di coscienza, sia pure tardiva? Solo pecoroni sono per te? Diciamo che sei inclemente verso una generazione che ti appartiene e giudizi netti come i tuoi sono più tipicamente quelli della generazione mia.
            Io sono invece per un risveglio di coscienza sopita, anche se ciò non scusa gli astenuti.

          • @Cipriani: protestare per il risultato di una QUALSIASI votazione regolarmente svoltasi è sempre e comunque un abuso di democrazia.
            A me, per esempio, non piace per nulla che Beppe Sala sarà il mio sindaco per i prox. cinque anni, quindi seguendo la logica di questi scapestrati dovrei organizzare un sit-in permanente di protesta in P.zza Duomo solo perché il vincitore non mi aggrada ?
            Magari altri milanesi non la pensano come me, magari loro Beppe Sala lo gradiscono, e visto che sono risultati essere in maggioranza non posso far altro che accettare, seppur di malavoglia, il responso (regolare) delle urne —> si chiama democrazia, gentile sig, Cipriani, nel caso non l’avesse ancora compreso.
            E poi ha anche il coraggio di lamentarsi perché continuo a darle del troll….

          • Davide in parte mi ha anticipato, Cipriani: i giovani inglesi contro chi sono scesi in piazza? Contro gli altri elettori? Contro sé stessi che avevo troppe distrazioni il giorno di quel voto così importante?
            Per questo rispetto alla presa di coscienza reputo più probabile il “copia copiarella”: si è sparsa la voce che gli anziani hanno “deciso il futuro dei giovani”, e qualcuno avrà pensato “eh? Cosa? No! No!”…
            Mi dispiace andare contro quelli della mia generazione, ma qual è il ruolo dei giovani?
            Secondo me, rompere quegli schemi e cambiare quelle cose che i più vecchi non hanno il coroggio di fare in nome del Bene vero e non del bene secondo la moda dei tempi.

          • ma dai su’, che si sono passati su twitter la cacarella che non avrebbero piu’ potuto “andare in Erasmus” e fare le vacanze a scrocco dell’Universita’ e di papi.
            Che ne devono capire del mondo del lavoro e della concorrenza bambocci che hanno avuto un’infanzia dorata alle spalle dei genitori?

  6. Penalizzazione dei giovani sul voto della Brexit… humm… non so.
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    Ma di sicuro una cosa so; la vera penalizzazione l’hanno fatta le generazioni precedenti (tra cui quella del sottoscritto 🙁 ) e specialmente i politici partoriti dalle generazioni precedenti che dal 1985-90 in poi (c’era un certo Craxi al governo…) hanno continuato a “risolvere” i problemi italici aumentando a dismisura il debito pubblico. Debito pubblico attualmente NON controllabile e che difficilmente potrà essere controllato finchè a Roma avremo quei 4 cialtroni di politici (dal centro destra alla sinistra passando per 5 stelle, centristi e amenità varie) e finchè avremo la spina sul fianco di una Germania troppo grossa per non aiutare i deboli (quindi senza aver l’obbligo “morale” di dover aiutare noi) e troppo piccola per non continuare a vederci come il pollo da spennare (ne sa qualcosa la Grecia).
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    Penso che sia chiaro a CHI viene scaricato (e continuerà ad essere scaricato…) questo problema.
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    Secondo me i ragazzi dai 20-30 anni in giù dovrebbero bastonarci tutti.
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    • Beppino, il debito pubblico lasciato dai tempi della lira è un espediente per non far vedere che l’impoverimento c’è stato con l’Euro.
      1- il debito pubblico di uno stato a moneta sovrana è sempre ripagabile, se si esagera l’unica conseguenza è un’inflazione alta (che non ci hai impedito di prosperare).
      2- l’avanzo primario (le entrate da tassazione al netto delle spese) negli ultimi anni è sempre stato positivo e il debito è dovuto agli interessi sulla moneta che lo stato assurdamente prende in prestito.
      3- il cambio Lira Euro fu un suicidio e di questo nonché dei meccanismi dell’EU che chiederei ragione ai politici degli anni ’90.
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      E per gli ostinati ecco un grafico che non lascia moti dubbi:

      • muggeridge on

        1)Il debito pubblico di una moneta sovrana è sempre ripagabile ? In realtà non sempre e non subito come mostrano i default dei vari stati ad economia fragile che si sono susseguiti nella storia e negli ultimi decenni. Poi possiamo anche concordare che alla fine sia aggiustabile, ma a che prezzo ?
        Il grafico di cui sopra è interpretabile anche in altro modo, che per me è più corretto, la crescita si è bloccata con l’aumento esponenziale del nostro debito e quando c’era ancora la lira. E’ notorio che l’esplosione del debito c’è stata negli anni ’90.
        2) Per gli interessi non c’è invece alcun dubbio, con una moneta forte o molto forte potrebbero essere analoghi a quelli dovuti con l’euro, ma la nostra non è mai stata una moneta di questo tipo, per questo avrebbe subito interessi da strozzinaggio e il “game over” ci sarebbe stato forse un decennio fa.
        3) Il cambio lira-euro, fu l’ultimo tentativo di svalutare la nostra moneta per renderci artificiosamente concorrenziali, si poteva fare meglio, ma non molto meglio, i partner europei erano stufi di subire una concorrenza artificiosa e sleale dai ribassi delle monete deboli, non è che gli altri possono sempre accettare tutto da un partner. Peraltro con le svalutazioni l’economia non cresce certo in modo sano e lungimirante e l’inflazione è a danno di chi percepisce un reddito fisso, ossia i dipendenti, la maggioranza della popolazione. E’ un modello di non sviluppo e soprattutto iniquo, perché sfavorisce i più deboli, ossia i lavoratori dipendenti, mentre per commercianti, speculatori e rentiers è la manna dal cielo.
        Gli avanzi primari sono arrivati a tempo scaduto e a danno fatto (da noi, non da altri) e sono un cucchiaino per svuotare il mare (se rendo l’idea).
        Ci sono in pratica due modi per estinguere il debito, uno è quello su cui forse contano alla lunga i partner europei: attingere ai beni in conto capitale che in Italia superano di gran lunga il debito pubblico, questo vuol dire un intervento con patrimoniali che ci è ovviamente poco gradito. L’altro è appunto quello auspicato da chi pensa di tornare alla moneta debole e svalutata, in pratica si svende il Paese ai creditori senza che ce ne si accorga più di tanto. Nel primo caso li si paga con la tassazione, nel secondo vengono a comprarsi il Paese e possono scegliere i pezzi migliori, i costi per la collettività dovrebbero anche essere maggiori, ma sopratutto ci sarebbe la perdita effettiva di sovranità, oltre a un impoverimento più accentuato e più che prolungato, direi, definitivo.

        • Alla fine di tutto questo discorso la domanda è questa: con chi avevano il debito pubblico con la lira e con chi ce l’abbiamo adesso?
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          E comunque vedo troppa teoria non confermata dai fatti, la nostra economia non è stata mai così male come da quando abbiamo accettato le imposizioni esterne, tu dici che venivano sfavoriti i più deboli, ti chiedo di guardarti intorno adesso e dirmi cosa vedi.
          Che da una semplice oscillazione il PIL sia letteralmente crollato dal 2002, anno dell’introduzione della nefasta moneta, il grafico non lascia dubbi.
          Non abbiamo tutte e colpe che vorrebbero farci credere come non ce l’hanno i greci (ricordo il video di D’Alema), anche con tutti i clientelismi e la corruzione eravamo molto più ricchi e vitali prima.

          • Giuseppe Cipriani on

            Ai tempi per te d’oro della lira svalutata e dell’inflazione galoppante c’erano famiglie di operai che da un mese all’altro, pur non perdendo il salario, perdevano una consistente fetta di potere d’acquisto.

          • Per il prof. Pennetta:

            al momento (2016) il 7% del PIL costituisce “spesa sanitaria” (un vero pozzo senza fondo…), circa il 6% spesa per interessi (la “rogna” in continua crescita, quella oggettivamente “trasferita” ai giovani… per capirci) e ben il 16% circa la spesa pensionistica (un infernale calderone dove non si riesce a capire quale é la parte di pensione meritata perchè “matematicamente” ricondicibile ai contributi versati e quale é dalla parte “assistenziale” dove cioé l’italiano medio “imboscato” é riuscito ad “arrotondare” quello che gli spettava oggettivamente come nel caso delle baby-pensioni o dell’80% dell’ultimo stipendio a prescindere).
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            Tra il 1950 e il 1960 ci fu forte crecita, basso rapporto debito/PIL pari a circa il 20% e bassa inflazione (governavano i democristiani). Tra il 1960 e il 1980 crescita limitata, raddoppio del rapporto debito/PIL (40%) e forte inflazione per la stampa smodata di moneta (governavano ancora i democristiani). Tra il 1980 e il 1990 i politici decidono di non stampare più moneta (nasce il centro sinistra con l’arrivo di Craxi and company), l’inflazione abbassa la cresta e c’é un aumento spropositato del rapporto debito/PIL (120%). Tra il 1990 e il 2008 arriva l’euro (nessuno si accorge che una “unità” di Stati se é governata dal denaro invece che dalla politica comporta che il forte si mangia il debole… ma questa é storia risaputa), l’inflazione é bassa (così vogliono i tedeschi e non solo perché i santoni dell’economia affermano che é cosa buona e giusta ma soprattutto perché “congeniale” all’economia tedesca stessa), c’é una piccola riduzione del rapporto debito/PIL al 100% circa. Negli ultimi anni (dal 2008 ad oggi) rimane la bassa inflazione (anche se l’Unione di Stati non é politica ma, come detto, nel momento in cui comanda la “moneta” comanda il più forte…), aumenta a dismisura il rapporto debito/PIL (135%) e aumenta a dismisura il debito soprattutto nella componente pubblica riconducibile ad esigenze “elettorali”.
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            Ripeto: i nati dal 1980-90 in poi (e quei pochi che riusciranno a nascere in futuro…) dovrebbero semplicemente prenderci a pedale sulle parti molli. Direi che dal 1980 in poi la soluzione dei problemi é sempre stata quella di crear debito e rinviare il saldo dei debiti a futura memoria; direi che dal 1980 in poi la politica tutto ha pensato ma nulla in rapporto alle generazioni future (particolarmente i politici eredi dei sessantottini secondo me…); direi che dal 1990 in poi la vecchia idea di una Europa unita e solidale ha effettivamente cominciato a concretizzarsi, ma solo per impoverire sempre di più le aree povere a discapito di quelle più strutturate e organizzate; direi che dal 1990 in poi hanno prevalso le leggi dell’economia edonistica ineluttabilmente figlia del contingente e, ripeto, con sguardo anche al futuro ma solo per trasferire i conti da pagare. Direi che noi nati prima del 1980 dovremo tutti fare un sano e onesto esame di coscienza.

          • Riguardo al nostro sistema sanitario basta sparargli addosso, abbiamo avuto una perla rara e ne abbiamo solo evidenziato i difetti legittimandone i tagli, adesso che moriremo per mancanza di fondi saremo allineati agli altri e qualcuno qui sarà contento…
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            Prof. Pennetta… mi moglie é dirigente in una ULSS, penso di conoscere bene (pur se indirettamente…) i meccanismi e le modalità di come “lavora” quel mastodontico apparato pubblico (e privato ma sempre pubblico-dipendente) che garantisce la sanità in Italia. Il problema della sanità italiana sono le disparità regionali ed i centri di spesa (cosa nota), l’enorme quantità di soldi necessaria, anche adesso, a fornire un servizio (anche di livello adeguato in certe Regioni… ma sempre con cifre “importanti” in rapporto ad altri paesi “civili”), la completa sudditanza ai potentati politici locali nella scelta di primari, funzionari, … fino all’ultimo usciere. Non tocchiamo poi il “tasto” delle pensioni e delle “tecniche” da imboscati su come il personale (specialmente apicale) alla fine del periodo lavorativo arrivi a massimizzare la somma futura da percepire ben oltre le possibilità offerte dal legame matematico fra contributi e assegno pensionistico.
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            Mi creda, il problema non é essere soddisfatti del servizio (in certe Regioni, tra cui la mia, sicuramente adeguato… e posso essere anche orgoglioso…) quanto l’enorme quantità di denaro che serve per arrivare a questi risultati. E ancora, in certe parti d’Italia, l’enorme quantità di denaro che “comunque” NON porta a risultati decenti.

          • Beppino, senza negare i problemi da te evidenziati che sono reali, le cifre ci parlano di un SSN che a parità di costi in % di PIL è migliore degli altri.

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            Però ci hanno detto che bisognava fare la “spending review” e così, ad esempio, l’esame per il colesterolo adesso te lo puoi fare mutuabile solo ogni 5 anni.
            Le critiche anziché a migliorare servono a smantellare, che concorderai, non è esattamente la stessa cosa.

          • Il problema dell’inefficienza e’ “facilmente” risolvibile: si dice al tizio a capo di un reparto: “Ti do’ 100 e mi aspetto questo livello di servizi, che verro’ a controllare. Se non sono all’altezza me la prendo con te togliendoti lo stipendio” e vedrai come tutto fila liscio. E invece no, in Italia tutte le responsabilita’ sono condivise, per cui ognuno fa lo scarica barile.
            Solo per aver Bossi e la Lega parlato di “Costi standard” alla Sanita’, Fini comincio’ a dare di matto con tutto il catafascio che ne derivo’ poi…
            Mi chiedo: se una TAC costa alla Regione Lombardia 500 euro, perche’ in Calabria deve costare 1500?

          • Le critiche anziché a migliorare servono a smantellare, che concorderai, non è esattamente la stessa cosa
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            Non fa una grinza il suo ragionamento basato sul valore nudo e crudo della % di PIL spesa per la Sanità. Pur tuttavia la situazione italiana non é completamente “omogenea” a paesi come USA, Francia, Germania, ecc… dove di primo acchito sembrano più spendaccioni per la sanità. Bisognerebbe ad esempio “omogeneizzare” la valutazione della spesa (dividendo la spesa per investimenti dalla spesa corrente e dividendo la spesa in rapporto a persone residenti e persone assicurate come del resto indica il grafico da lei esposto).
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            Ma quel che conta secondo me, avendo in mano una contabilità industriale…, é SE la spesa per le singole prestazioni sono coerenti con i risultati. Rimango dell’idea che la sanità italiana va tenuta al livello in cui é, e possibilmente migliorata, ma non aumentando l’incidenza sul PIL ma piuttosto ottimizzando la spesa, ottimizzando i servizi e le modalità stesse per offrire l’assistenza e il servizio.
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            Comunque le mie non posso considerarle critiche, al limite sono preoccupate considerazioni (proprio in quanto non adeguatamente contestualizzate). E le assicuro che le preoccupazioni non scemano se confronto cosa si spende (in conto corrente) per l’assicurato degli Stati Uniti in rapporto al PIL rispetto all’utente italiano del servizio sanitario.

          • @Cipriani: ma lo sa che ai tempi della lira, quella dell’inflazione galoppante, mio padre piccolo imprenditore con nemmeno la licenzia media e mia madre casalinga, é stato in grado di assicurare l’università a me e ai due miei fratelli ?
            Ci siamo permessi un’abitazione, cinque anni di vacanze estive a Madonna di Campiglio (sempre tutto il mese di Agosto) e un anno a Insbruck (Schemgen era di la da venire).
            Secondo lei adesso con l’€ l’italiano appartenente alla classe medio piccola (come apparteneva mio padre e io) si può permettere tutto ciò?

          • muggeridge on

            Il debito pubblico italiano è detenuto notoriamente per il 70% da italiani o enti e istituzioni italiane, anche per questo ogni paragone con la Grecia non ha senso.
            Abbiamo quindi in gran parte un debito con noi stessi, per questo abbiamo ancora credito e per questo molti sono convinti che dobbiamo giusto ripagarci i nostri debiti.
            Ci sono due modi di pagarli e sono entrambi antipatici, in un caso si accettano perdite patrimoniali, nell’altro si svaluta la moneta (ossia si torna alla lira), la seconda soluzione piace alla speculazione e a chi non ha capito che può essere anche peggiore della prima, sopratutto per gli effetti prolungati, ma possiamo dire anche definitivi sull’impoverimento della popolazione. Ovviamente la soluzione per evitare queste cose antipatiche e ripagare il debito in modo più graduale e indolore è la crescita del PIL, ma queste è frenata dal debito, il cosiddetto cane che si morde la coda. Alla base della crescita c’è la produttività questa è la resa dei fattori di produzione, capitale e lavoro, migliorando il sistema e rendendolo più efficiente si hanno aumenti di produttività, altrimenti c’è il vecchio metodo, ossia la svalutazione, si svende il lavoro, i redditi fissi si abbassano e quindi la produttività cresce perché il lavoro costa meno, si impoveriscono i percettori di salari e stipendi, si accrescono i profitti, chi spinge per il ritorno della lira mira a questo, ma la vera crescita virtuosa di un Paese con la redistribuzione equa dei redditi si ottiene solo nell’altro modo.

          • in un caso si accettano perdite patrimoniali,
            Cioe’, ANCORA TASSE? Ma voi siete matti!!!
            Mi vuoi dire, con la tassazione sopra al 60% (in alcuni casi supera il 75%), pure la patrimoniale?
            Cioe’, non solo ti ho prestato i miei soldi, non solo ho lavorato e guadagnato NONOSTANTE tutti gli ostacoli che mi hai messo in mezzo, ma adesso, perche’ tu stato hai fatto schifo nella gestione dei MIEI soldi, tu mi rubi il MIO patrimonio?
            Per poi essere libero di ricominciare allegramente a fare debito, vero?

            nell’altro si svaluta la moneta (ossia si torna alla lira), la seconda soluzione piace alla speculazione e a chi non ha capito che può essere anche peggiore della prima,
            http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/12/la-svalutazione-ci-ha-fatto-bene.html

            Alla base della crescita c’è la produttività questa è la resa dei fattori di produzione, capitale e lavoro, migliorando il sistema e rendendolo più efficiente si hanno aumenti di produttività
            Cioe’ lavorare di piu’ allo stesso stipendio (se non minore)!
            Moderno SCHIAVISMO.

            si svende il lavoro, i redditi fissi si abbassano e quindi la produttività cresce perché il lavoro costa meno, si impoveriscono i percettori di salari e stipendi, si accrescono i profitti, chi spinge per il ritorno della lira mira a questo,
            Cioe’ proprio quello che ha fatto il professorone Monti.
            Tassazione alle stelle, compresa patrimoniale IMU (per ripianare i debiti dei compagni dell’MPS, altrimenti come avrebbero fatto a dichiararsi puri e dalle “mani pulite” alle successive elezioni?), distruzione del mercato del lavoro, cosi’ si accettano i lavori peggiori con paghe da fame, paralizzare gli investimenti
            (per far paura). Bene, i Bocconiani hanno fatto il PEGGIO dei due metodi.
            Il realta’ si voleva, e si vuole ancora, rendere l’Italia il mulo da soma dei paesi piu’ “virtuosi” (in realta’ piu’ ammanicati al potere e che bypassano le regole, costruendosele apposta per gli altri) e il resort delle vacanze dei ricconi.
            E noi poi che facciamo? Spendiamo almeno 3 MILIARDI L’ANNO soltanto di operazione militare per raccattare, novelle dame di carita’ del mondo, in giro per il Mediterraneo tutti gli straccioni e i derelitti del mondo, e altri 9 MILIARDI L’ANNO per vitto e alloggio degli stessi, nonche’ poi gli oneri connessi per ricongiungimenti familiari e assistenza sanitaria. Senza contare le spese per l’apparato di polizia e le carceri. Naturalmente vita naturaldurante, poiche’ se non c’e’ lavoro per italiani laureati e diplomati, figuriamoci per codesti che non conoscono manco la lingua.
            Somme che per i giovani italiani desiderosi di farsi una famiglia, in passato, e NEPPURE ADESSO, non ci si e’ mai sognati di stanziare.
            Per non parlare degli assurdi crediti in giro per il mondo per “insegnare” a fare la raccolta differenziata in Ruanda, o distruggere consapevolmente i prodotti di eccellenza italiani per favorire merce scadente dall’estero.
            E il problema sarebbero gli italiani?

          • Alla base della crescita c’è la produttività questa è la resa dei fattori di produzione, capitale e lavoro, migliorando il sistema e rendendolo più efficiente si hanno aumenti di produttività
            E chi la dovrebbe comprare tutta ‘sta roba, di grazia, che non c’e’ piu’ un euro in giro?

            Questa e’ una crisi DI DOMANDA, non di OFFERTA, lo volete capire?
            Abbiamo gia’ comprato tutto il comprabile, cambiamo cellulare (oggetto asssolutamente INUTILE) ogni tre mesi, al costo di uno stipendio medio, ci esaltiamo con applicazioncine del cappero come adolescenti con la paghetta di papa’, ci indebitiamo con le banche per comprare beni voluttuari e andare in vacanza in posti esotici, che altro dobbiamo fare ancora?

        • Io vorrei fare qualche domanda agli economisti presenti “in sala”:

          1) all’epoca si parlava di debito della Grecia di 127 miliardi di euro. Come mai finora ne abbiamo dati 250 miliardi e ancora non bastano? E in che modo ridurre alla fame i greci contribuira’ a far aumentare il PIL?
          2) da dove li prende i 10.000 miliardi di euro Draghi per il “pacchetto di aiuti”? Tassa i marziani?
          3) come mai il Giappone ha il 230% di debito e non vediamo giapponesi agli angoli delle strade a chiedere l’elemosina? (e qui l’economista si scatena: tirera’ sicuramente fuori che l’esportazione di cucchiaini di caffe’ dal Giappone verso il Botswana ha avuto un CROLLO del 94% *E QUINDI* e’ tutto in malora, trovando un appiglio per il suo “scenario”). Sono anni che gli economisti predicano la fine del Giappone eppure e’ ancora li’ (pur pagando il problema di Fukushima).

          Aggiungo che la Germania deve ancora pagare i danni di Guerra e gli indennizzi per ben 3 guerre che essa stessa ha scatenato.
          La Francia due. L’Italia nessuna.

          • Queste sono le considerazioni a cui mi riferisco quando parlo di fatti e non di speculazioni teoriche.
            Pur apprezzando l’analisi di Beppino io, da persona che ama il metodo scientifico sperimentale, non posso che attenermi ai risultati finali.

        • Poche settimane fa si è festeggiato in tutta Europa, in particolare in Germania, il 25esimo anniversario del crollo del Muro di Berlino. L’evento storico è stato analizzato sotto molteplici chiavi di lettura,storico, politico, geo-strategico, sociale ecc…

          Il punto su cui sembra esserci l’unanime consenso è che la caduta del Muro di Berlino ha favorito ed accelerato l’unificazione della Germania. Ma è stata davvero un’unificazione? A guardare i dati economici delle due Germanie, pre e post unificazione, si dovrebbe più parlare di un’annessione della Germania Est da parte dell’Ovest. Un’annessione che mostra le sue cicatrici tutt’oggi.

          Il do ut des della Germania Ovest

          La vulgata comune del racconto economico dell’unificazione tende sempre a sottolineare il grande sforzo della Germania Ovest che praticamente regalò ai cugini dell’Est il marco tedesco, l’allora moneta più forte del mondo. Il tasso di cambio estremamente conveniente di 1 a 1, per capirci al momento dell’unificazione monetaria un marco tedesco dell’est avrebbe avuto lo stesso valore di uno dell’ovest, garantì ai cittadini dell’Est un enorme vantaggio e grande potere d’acquisto.

          Questo dono non arrivò dall’Ovest in cambio di nulla. Come sottolinea Vladimiro Giacchè nel suo libro Anschluss, la clausola per l’adozione del marco fu una cosa apparentemente banale: l’adozione di un’economia di mercato. Questa proposta divenne una realtà dal primo luglio del 1990 in automatico con l’unione monetaria che si rivelò un’arma straordinaria per l’assunzione in blocco del sistema economico della Germania Ovest. L’Unione monetaria fu lo strumento che rese possibile la rapida annessione della Rdt alla Germania Ovest, tanto che tra le due cose passarono pochi mesi.
          onsumatori ma anche produttori

          Naturalmente il vantaggioso tasso di cambio fece felici molti tedeschi della Germania Est che si ritrovarono in tasca dalla sera alla mattina il marco tedesco. Questa felicità però svanì presto, quando i cittadini dell’Est si ricordarono che oltre ad essere dei consumatori erano anche dei produttori.

          Quello che pochi sanno infatti è che un cambio tra marco Ovest e quello Est esisteva già, un rapporto ufficioso certo, ma che veniva utilizzato negli scambi commerciali tra Ovest ed Est, scambi che pesavano per il 30% dell’export dell’Est. Questo cambio non era di 1 a 1, come il cambio appena inserito, ma di 1 a 4,44. In soldoni significa semplicemente che in una notte, tra il 30 giugno e il primo luglio 1990, i prodotti della Germania est subiscono una rivalutazione del 350% diventando immediatamente fuori mercato. Davanti ad una commissione d’inchiesta sulla riunificazione delle Germanie, l’allora presidente della BundesBank, Karl Otto Pöhl, disse: “in questo modo l’economia della Rdt fu sottoposta ad una cura da cavallo che nessuna economia potrebbe mai sostenere.” In una notte i produttori della Germania Est persero tre mercati, i mercati occidentali compreso quello tedesco, i mercati dell’est Europa con cui prima commerciavano attraverso il Rublo convertibile e il mercato interno letteralmente invaso dai prodotti della Germania Ovest diventati estremamente convenienti.

          Gli effetti furono devastanti:

          7.600 grandi imprese rischiarono l’insolvenza, molte chiusero;
          il Pil della Germania Est perde dal 1989 al 1991 il 44%;
          la produzione industriale crollò del 65%;
          in due anni si persero circa 2,5 milioni di posti di lavoro;

          Privatizzazioni selvagge

          In seguito all’unificazione monetaria venne dato avvio alla fase due, quella delle privatizzazioni delle “proprietà del popolo” che caratterizzavano la Germania Est. Venne creata apposta una società fiduciaria pubblica, la Treuhandanstalt, in realtà controllata dall’establishment dell’Ovest, a cui si affidò la privatizzazione della maggior parte delle imprese della Ddr.

          A queste privatizzazioni fu data priorità assoluta e dal luglio 1990 alla fine del 1994 venne privatizzato tutto l’apparato industriale tedesco, dalle grandi aziende alle librerie. Naturalmente in queste condizioni il prezzo lo fece il compratore e non ci volle molto a capire che da vendita si passò a una vera e propria svendita di un intero Paese. Tante imprese non vennero messe in asta ma vendute tramite trattativa privata, molte società furono comprate per 1 solo marco. L’87% delle aziende privatizzate vennero comprate da imprese della Germania Ovest che inoltre ricevettero alcune centinaia di milioni di marchi pubblici per garantirne l’avviamento.

          Tutta l’operazione provocò un disastro economico di dimensioni abnormi. Lo stesso presidente della società fiduciaria, calcolò ad ottobre del 1990 un valore del patrimonio controllato intorno ai 600 miliardi di marchi Ovest, tutta l’operazione si chiuse con una perdita dello Stato di 250 miliardi di marchi.
          danni economici provocati ai Lander della Germania Est sono tuttora estremamente evidenti. Il tasso di disoccupazione, per quanto quello complessivo tedesco sia basso, se diviso per Lander appare chiaramente, nella cartina sotto, come i Lander della ex Germania Est registrino tassi di disoccupazione di gran lunga più alti di quelli dell’Ovest.

          Unemployment in Germany Map

          Un altro dato molto significativo è quello dell’emigrazione dei cittadini del Est verso l’Ovest. Dall’unificazione delle due Germanie questo ha interessato 4,1 milioni di persone. A tutt’oggi infatti lo spopolamento di molte zone rurali e città della Germania Est è un fenomeno molto forte, tant’è che per sopperire al conseguente crollo del mercato immobiliare per tenere in piedi i prezzi delle case hanno buttato giù tantissimi palazzi.

          Il Pil pro capite, la ricchezza prodotta da ogni persona, nei Lander dell’est è il 67% di quelli dell’Ovest. Per farvi capire la profondità di questa divisione, un recente articolo dell’Economist sull’argomento non si risparmia a paragonare il gap esistente tra l’Est e l’Ovest della Germania, al gap tra il sud e il nord del nostro Paese.

          L’unificazione delle due Germanie ha innegabilmente cambiato la vita, migliorandola, di molte persone. Da molti utilizzata come immagine della fine della Guerra Fredda, la caduta del muro di Berlino fu molto di più: fu la schiacciante vittoria del capitalismo occidentale su qualsiasi altra forma di economia. Secondo uno studioso tedesco occidentale le conseguenze sulla Germania Est che vediamo ancora oggi sono “dovute all’annessione non preparata di un territorio economico a bassa produttività del lavoro a un territorio molto sviluppato.” Se guardiamo le quotidiane cronache dell’area euro con questi occhi dovremmo preoccuparci molto.

          http://www.smartweek.it/crollo-del-muro-di-berlino-unificazione-o-annessione-economica/4/

          Gli idioti dei “neo-turbo-liberisti” non hanno ancora capito che ognuno di noi, di tutte le “classi” sociali, e’ sia consumatore che produttore…

          • ah naturalmente manca l’altro pilastro del “neo-turbo-liberista”:
            Piu’ lavoro, piu’ produttivita’
            come se produrre 15milioni di automobili anziche’ 10milioni, che nessuno comprera’ perche’ sono alla fame, contribuira’ a far riprendere l’economia…

          • Concludo dicendo che se anche un investimento e’ un’operazione a rischio (come i tango bond, Banche Etrurie, MPS insegnano, e anche mettere i soldi sotto la mattonella lo e’ ), non si vede perche’ concedere un prestito (che poi alla fine e’ la stessa cosa) non debba esserlo. Altrimenti, se la restituzione del debito fosse una cosa SICURA, non ci sarebbe interesse da corrispondere. Le banche tedesche hanno prestato (ad alto interesse!) ai greci e non se lo sono visti restituire? che si fottano!
            Diciamolo chiaro: questa storia della Grecia in continuo fallimento va avanti perche’ la Germania comanda politicamente tutto il carrozzone e vuole farsi restituire tutto.
            Non si capisce perche’ noi abbiamo dovuto “cancellare il debito” e la Germania no. Forse che i greci valgono meno degli africani (e qui il solito autorazzismo cattolico ed europeo).

          • Scusa. ma il muro di Berlino non cadde nell’autunno 1989 ?
            Me lo ricordo ancora perché furono i miei primi mesi da universitario.

          • Si certo. Qual è il problema? Qualche data sbagliata? Ho copiaincollato dal link può darsi che qualche data sia sbagliata ab origine

          • A proposito di DDR e di popoli che non si comportano come dovrebbero, cito Bertolt Brecht:
            .
            “Nach dem Aufstand des 17. Juni /
            Ließ der Sekretär des Schriftstellerverbands / In der Stalinallee Flugblätter verteilen / Auf denen zu lesen war, dass das Volk / Das Vertrauen der Regierung verscherzt habe / Und es nur durch verdoppelte Arbeit / Zurückerobern könne. Wäre es da / Nicht doch einfacher, die Regierung / Löste das Volk auf und / Wählte ein anderes?“
            .
            “Dopo la sollevazione del 17 giugno il segretario dell’associazione degli scrittori
            ordino` di distribuire nella Stalinallee dei volantini sui quali stava scritto che il popolo aveva perso la fiducia dei governanti e la poteva riottenere solamente
            raddoppiando il lavoro . Ma non sarebbe piu` semplice invece, per i governanti, destituire il popolo e scegliersene un altro?”

            Bertolt Brecht, La soluzione, (1953)

  7. muggeridge on

    Da cattolico nel vero senso del termine (ossia “universale”) non amo le divisioni e chi le cerca di continuo come ragione di vita. Restando sui referendum UK, ammiro gli scozzesi, hanno prima votato per restare nell’UK, hanno votato ora per restare nell’EU, sono perlomeno stati coerenti nel pensare che le divisioni alla fine si rivelano rimedi peggiori dei mali che si crede di poter curare separandosi.

    • Sarà perché non mi reputo nè cattolico, né tantomeno credente, ma non condivido affatto.
      Se una società non funziona più perchè viene a mancare l’accordo tra i soci, per esempio; andarsene ognuno per la propria strada credo sia la cosa più intelligente e ragionevole.
      Saluti

      • E’ esattissimo.
        E’ ridicolo, specialmente da parte dei cattolici, questo continuo e stucchevole invito all’ “unita’” quando il tuo “partner” fa di tutto per fotterti. Perche’ devo stare in una unione che non fa nulla per difendere l’originalita’ dei miei prodotti, e anzi, promuove i tarocchi all’interno della stessa unione (il famoso “parmesan” germanico)?
        Perche’ devo pagare piu’ di quanto ricevo e sentirmi dire che sono un PIIGS?
        E la Corea in che unione asiatica e’? E il Giappone?
        Gli scozzesi hanno votato per rimanere innanzitutto per il terrore propagandato dalla UE in tutte le sue forme di propaganda, e poi perche’ ricevono dalla UK e dalla UE molto di piu’ di quanto diano.
        E’ come chiedere al Meridione di staccarsi (a parte i sogni dei presunti “neo-borbonici”) oppure all’Alto Adige (che se tornasse all’Austria diventerebbe la Terronia dell’Austria, e soprattutto non avrebbe quella barca di soldi che prende ogni anno dalla stato italiano)

        • muggeridge on

          A me quello che pare ridicolo è chi sosteneva la “Scottex” 😉 da UK e quindi la Brexit da EU e ora dovrebbe quindi essere contro la Scottex a causa della Brexit…insomma pare che l’importante sia dividere.
          MI ricorda uno sketch di Bramieri degli anni ’70 in cui dichiarava di sentirsi europeo, poi ragionando iniziava a togliere questo e quel popolo dalla sua nozione di Europa, quindi questa e quella regione italiana dalla nozione stessa, alla fine si riduceva al proprio quartiere, alla propria abitazione e concludeva dicendo che se il vicino gli avesse bussato alla porta lo avrebbe preso a pugni.
          In pratica ci sono politici che hanno come unico programma la divisione da tutto e da tutti, a tutti i costi, questo davvero fa ridere.

          • A me quello che pare ridicolo è chi sosteneva la “Scottex” da UK e quindi la Brexit da EU e ora dovrebbe quindi essere contro la Scottex a causa della Brexit…insomma pare che l’importante sia dividere.
            A me frega poco di chi vuole uscire da cosa.
            Purche’ la cosa valga per tutti, e non soltanto se conviene contingentemente a quelli della NATO.
            Per esempio, non si capisce perche’ la Crimea no e il Kossovo si’.
            Oppure la cosiddetta Padania…
            Come? la Padania non e’ mai esistita? Puo’ darsi, ma neppure lo stato unitario italiano, prima del 1860.
            Come ci si dovrebbe regolare?
            Perche’ non so se poi ve la prendeste con quei casi che non vi vanno a genio.
            La Padania non sara’ mai esistita, ma non si puo’ certo dire lo stesso della Serenissima Repubblica di Venezia, che e’ durata 800 anni.
            Che facciamo? Facciamo una pernacchia pure a questi?
            E lo Stato Pontificio?
            E il Regno delle Due Sicilie?
            Il Kossovo e’ esistito si’ (ma fino a che epoca dobbiamo spingerci? E la Libera Repubblica di Soverato la possiamo considerare?), ma era cristiano, non musulmano.
            Tanto che adesso il contingente NATO deve difendere i cristiani dagli assalti dei musulmani.
            E il Texas? E gli Stati Confederati degli Stati Uniti d’America?
            Danzica era al 95% tedesca. E i Sudeti erano tedeschi.

            MI ricorda uno sketch di Bramieri degli anni ’70 in cui dichiarava di sentirsi europeo, poi ragionando iniziava a togliere questo e quel popolo dalla sua nozione di Europa,

            Perche’, cosa avrebbero in comune un olandese e un calabrese?
            800 anni fa il Cristianesimo, forse, ma oggi?

          • Mi risponda a questa domanda: io e lei siamo soci per lo svolgimento di una attività commerciale o industriale…. i primi anni tutto d’amore e d’accordo, poi ad un certo punto cominciamo ad avere l’impressione crhe nella gestione dell’attività aziendale anteponga il mio interesse rispetto a quello comune (senza necessariamente interessare il piano legale), lei cosa farebbe ?
            Non cercherebbe qualche chiarimento ?
            In nome dell’unità rimarrebbe in società con me o sbatterebbe dignitosamente la porta ?
            Gli scozzesi se ne vogliono andare ?
            Che ritornino nella UE se vogliono (anche se adesso la stessa Sturgeon che faceva tanto la spavalda adesso frena anche lei), indicano un altro referendum e se lo vincono meglio per loro.

          • @Davide:
            I cattolici moderni(-sti) hanno ormai scambiato la UE per il matrimonio cattolico, e il matrimonio cattolico per un contratto a tempo determinato…

            P.S.: prof., informazione di servizio: non azzecca piu’ il “reply”, mette sotto le risposte a caso

          • Infatti il sito è meraviglioso ma il sistema dei commenti davvero no; lo leggo sempre ma intervengo di rado il sistema mi disincentiva totalmente; rinnovo l’invito a passare a piattaforma più performante tipo Disquus ma ne esisteranno altre io ho fatto esperienza di questa e mi è parsa performante

          • muggeridge on

            Gli staterelli italiani sono stati alla fine la causa della perdita dell’indipendenza del nostro popolo, allo stesso modo gli stati europei isolati non reggerebbero all’urto dei colossi mondiali e delle problematiche globali. Quando si ricorre a protezionismo e isolazionismo non si avanza mai, tanto che alla fine ci si torna a unire perché prevale la ragione sull’emotività.

  8. bel video 🙂 complimenti al trio.

    sul contenuto.
    fintanto che non si lavora e non si guadagna la pagnotta ogni santo giorno, ma si passano le giornate tra i banchi di scuola e le belle piazze romane col cavolo che ci si interessa alla politica..
    però castel madama proprio non si può sentire..
    e io sono cresciuto montanaro.

  9. Io ritengo che per poter votare si dovrebbe avere una patente per votare…

      • Era il 1987 e frequentavo la IV superiore…. durante una lezione di educazione civica, alla domanda dell’insegnante quale fosse la coalizione al governo qualche mio compagno rispose l’MSI…. forse questa persona voleva schrzare, ma se ne era veramente convinto credo che forse sarebbe stato meglio aspettare un altro paio di anni prima che gli fosse concesso il diritto di voto.
        Se tu vuoi partecipare alla vita politica mediante il voto credo sia obbligo che tu conosca chi governa, chi è all’opposizione e i vari leaders.
        Poi a pensar male si fa peccato, ma spesso e volentieri ci si indovina, il rischio che un tale test sia venga strutturato in modo da far emergere l’orientamento politico di chi lo compila è altissimo….
        No, meglio lasciare tutto come è adesso, almeno si eviterebbero abusi.

    • Io ritengo che per poter votare si dovrebbe avere una patente per votare…
      .
      E’ chiaro che la discriminante non sarebbe più l’essere umano in se ma una sua condizione (ottenuta non si sa come… ovvero si sa eccome!) che permette allo stesso essere umano di prevaricare e discriminare gli altri esseri umani. Una vera e propria conquista culturale e sociale questa idea! Le esperienze di iperliberismo, iperlaicismo, comunismo, nazismo, fascismo e altri amenicoli vari servono o sono serviti a poco (ovvero, in alternativa, si conoscono poco).

    • E sarebbe chiamato lei a rilasciare questa patente ?
      E come verrebbe ottenuta ?
      Non so se ne rende conto, ma il rischio di abusi è elevatissimo, stante sopratutto la natura umana (e quindi facilmente corruttubile) dell’esaminatore.

    • viaNegativa on

      La “patente per il voto”, nell’ordine pratico, non sarà una grande idea, ma il “suffragio universale”, nell’ordine teorico, è un principio nefasto che con la democrazia classica, quella sana, non ha nulla a che fare.

  10. Il risultato di una qualsiasi votazione lo si contesta se è stato inficiato da brogli (che nel caso specifico non credo affatto avrebbero favorito il ‘leave’ e comunque non risulta ce ne siano stati) oppure perché il voto viene annullato dal tiranno di turno perché il risultato è a lui sfavorevole (come fece Milosevic con le presidenziali jugoslave nell’estate del 2000); in tutti gli altri casi semplicemente LO SI ACCETTA, anche se non piace.
    La democrazia aveva dato a quei perdigiorno la possibilità legittima di esprimersi segretamente a favore del ‘rremain’; non hanno voluto approfittarne per cui è solo una motivazione in più perché restino in silenzio.

  11. Sarei curioso di sapere quanti anziani sanno davvero come funziona il parlamento europeo.
    Probabilmente quelli che hanno una minima cognizione su come è strutturata la democrazia nell’Unione Europea sono pochissimi(a prescindere dall’età)
    Per dirne una in questo giorni ho sentito ripetere un’infinità di volte, da persone di tutte le età, che Jean Claude Juncker sarebbe un non eletto, quando in verità è stato eletto solo 2 anni fa tramite le europee del 2014, e curiosamente quasi nessuno pare che si sia reso conto che anche il proprio voto ha indirettamente determinato l’ascesa di Junker a Presidente della Commissione Ue.

    Direi che in Europa più che una carenza di democrazia c’è un gravissimo vuoto di informazione, la gente ha votato alle Europee come se fossero le elezioni politiche nazionali, senza capirci niente!

    Una tale percentuale di ignoranza sulla politica europea(riscontrabile anche tra persone di livello culturale superiore alla media) non può certo essere imputata soltanto alla pigrizia intellettiva dei cittadini, ma dipende in larga parte dagli organi di informazione(che in Italia sono quasi tutti partitici, e quindi hanno interesse a fare campagna elettorale per l’uno o per l’altro partito nazionale, piuttosto che informare onestamente sull’Unione Europea), e dalla mancanza di un serio programma educativo(educazione alla politica) finanziato dall’Europa!

    • Per dirne una in questo giorni ho sentito ripetere un’infinità di volte, da persone di tutte le età, che Jean Claude Juncker sarebbe un non eletto, quando in verità è stato eletto solo 2 anni fa tramite le europee del 2014, e curiosamente quasi nessuno pare che si sia reso conto che anche il proprio voto ha indirettamente determinato l’ascesa di Junker a Presidente della Commissione Ue.

      BASTA pero’ con ‘sta PALLA del “…in realta’ e’ stato eletto indirettamente…“.
      Allora quando votavamo i governi democristiani e socialisti, abbiamo votato, seppure “indirettamente” Romano Prodi all’IRI e la spartizione ai Lavori Pubblici tra DC, PSI, PCI, PSDI, PLI e compagnia varia?
      E adesso, che esprimiamo direttamente il sindaco delle nostre citta’, eleggiamo “indirettamente” i parassiti delle municipalizzate, i trombati che trovano sempre una poltrona?

      • Diciamo che ciò che ha scritto Andrea non è del tutto sbagliato, sarebbe obbligo da parte di ognuno di noi (io per primo) sul funzionamento delle varie istituzioni politiche, europee e non, per le quali siamo chiamti al voto.
        Il problema è che tale un eventuale meccanismo di accertamento delle conoscenze indispensabili, presterebbe molto facilmente ad abusi di ogni sorta….. meglio lasciare perdere.

        • Quando la c.d. “costituzione europea” ha qualche centinaio d pagine e le c.d. istituzioni europee hanno una miriade di organismi con funzioni sovrapponibili tra di loro ognuna emanazione di un potere diverso e si arroga il diritto di sovrapporsi e sovrastare il potere dello stato sovrano c’è qualcosa che non va

          • Pensa che alle primarie del PD, a parte i cinesi, “votano” i 16enni…
            PS sbagliato rispondeva a Emanuela qui sotto

        • Davide, in che senso “un eventuale meccanismo di accertamento delle conoscenze indispensabili, presterebbe molto facilmente ad abusi di ogni sorta” ?
          io non credo che ci voglia una “patente elettorale”, basterebbe semplicemente informare i cittadini tramite una campagna elettorale onesta e comprensibile(oltre all’educazione civica nelle scuole).
          Sarebbe sufficiente abolire quei pollai di talk show politici dalla TV di stato, e sostituirli con trasmissioni che invece di fare intrattenimento di infimo livello, informano davvero i cittadini!

          • Domanda da un milione di €: con quali strumenti e, soprattutto, CHI accerterebbe l’idoneità di Tizio, Caio e Sempronio per votare ?
            Beppe Severgnini, Saviano, Ezio Mauro ?
            A mio avviso la seconda parte presenterebbe un punto debolissimo: chi condurrebbe questi programmi di approfondimento?
            Gad Lerner, Luca Telese ?
            Buona serata.

          • Devon poter votare tutti!

            I programmi di approfondimento non importa chi li conduce, l’importante è che non siano talk show progettati appositamente per far litigare tutti contro tutti. E soprattutto che non vengano usati come strumento di propaganda a favore di un partito!

          • Concordo anche io che devono poter votare TUTTI…
            Sui programmi di approfondimento posso concordare appieno anche qui, solo a chi li faresti condurre ?
            Oggigiorno sono progettati apposta per essere dibattiti politici come dici tu.

          • E soprattutto che non vengano usati come strumento di propaganda a favore di un partito!

            Questo ESCLUDE automaticamente TUTTI i programmi di informazione (compresi quotidiani, riviste e libri di “inchiesta”).
            Solo due esempi:
            http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/mucchetti-rivela-cosa-era-dietro-casta-stella-amp-rizzo-53967.htm
            http://www.ilcorsaro.info/nel-palazzo/operazione-casta-volevano-montezemolo-si-ritrovarono-grillo.html

            Quelle inchieste si accompagnavano a una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo. Una grande idea giornalistica, una piccola idea politica. E alla fine, complice una politica cieca, la guerra alla Casta senza la capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 Stelle. Che ora attacca politici e giornalisti”.

      • Piero, mettiamo che alle Europee 2014 hai votato per il Forza Italia. Si sapeva benissimo che Forza Italia al parlamento europeo faceva parte della coalizione PPE(Partito Popolare Europeo), ed era altrettanto risaputo che il PPE sosteneva la candidatura di Jean Claude Juncker.
        Dunque tutto perfettamente trasparente, se eri contrario a Juncker presidente(che come gli altri candidati alla presidenza della Commissione ha fatto una campagna elettorale per far conoscere le proprie idee) , avresti dovuto votare un partito diverso da Forza Italia. Ad esempio se ti fosse piaciuto Tsipras, avresti dovuto votare la coalizione di Barbara Spinelli. Oppure se avessi voluto mandare gli euroscettici al parlamento, e sostenere le idee di Nigel Farage, avresti dovuto votare M5S.

        In conclusione delle elezioni 2014, la maggioranza relativa dei seggi è andata al PPE, e dunque Juncker è diventato automaticamente presidente. Se avesse vinto la coalizione dei Socialisti Democratici avremmo come presidente della Commissione Martin Schulz.

        NON SI PUO’ CERTO DIRE CHE NON SIA UN MECCANISMO DEMOCRATICO(anche se come tutti i sistemi elettorali ha i suoi difetti, non esiste una democrazia perfetta)

        Se poi molti cittadini europei hanno votato in maniera inconsapevole, senza rendersi conto di contribuire ad eleggere Jean Claude Juncker, è soprattutto colpa della disinformazione(di cui in parte sono responsabili le stesse istituzioni europee, oltre ai giornali nazionali), non è che Juncker è stato messo al potere da oscuri burocrati senza volto e senza nome!

        • Quale sarebbe, nella pratica, la differenza tra Juncker e Martin Schultz ?
          Quale sarebbe nella pratica la differenza tra PPE e i Socialisti Democratici…. (politica econimica, sicurezza, politica estera, immigrazione etc.) ?
          La stessa che intercorre tra la zuppa ed il pan bagnato….

        • Allora non cominciamo piu’ a parlare di “parlamento di nominati” riferito al parlamento italiano perche’ quelli c’erano in lista PRIMA che tu votassi. Punto primo.
          Se non li volevi, bastava non votarli.
          Punto secondo, allora dai conferma della mia interpretazione: gli italiani negli anni 70-80 hanno votato per gli intrallazzi di Prodi con l’IRI e la svendita del patrimonio pubblico ai privati, per le tangenti e le corruzioni varie, per i posti pubblici ai raccomandati, ecc..
          Punto terzo: ti pare che Juncker & co. abbiano fatto campagna elettorale promuovendo il proprio “programma” (che non puo’ esistere) e facendo riferimento ai propri “poteri”?
          A te l’ardua risposta

  12. Ma infatti una volta la maggiore età era a 21 anni, ed era l’età corretta perché è quell’età che lo sviluppo cerebrale (e anche “interiore”, per così dire) si conclude e quindi il giovane può prendere le decisioni in piena coscienza.
    Poi c’è anche da dire che se nelle scuole si facesse educazione civica (o come si chiama oggi) come si deve i ragazzi sarebbero più preparati.

    • E invece si sente solo la Sinistra richiedere educazione sessuale. Per degli animali in stalla in effetti è più consono conoscere come riprodursi (ed arricchire il contadino orwelliano) piuttosto ché conoscere i propri diritti. E continuano a chiamarla Sinistra…

      • Anche perché ormai gli unici “diritti” che contano sono quelli sessuali. Pensa che c’è persino chi parla dei “diritti sessuali del bambno”, per cui…

        • Lo spostamento dello Stato dalla tutela dei bisogni a quella dei diritti è stata la fine della politica del bene comune e l’inizio di quella del panem et circenses, anzi, solo del circenses.

  13. Giuseppe Cipriani on

    Poco prima dell’avvento del benemeriti euro la nostra liretta era impazzita, come del resto palesava da un ventennio… Ricordo benissimo, per esempio, che il mercato immobiliare lievitava da un’ora all’altra e chi di sera aveva i danè per comprarsi un bilocale il giorno dopo doveva fare il mutuo per comprare un garage… So che col senno di poi tutti sparano a zero contro il cambio scellerato lira euro e sono coloro che dimenticano che l’inflazione di Stato, peggio dei ratti, rosicchiava il potere di acquisto delle famiglie monoreddito al punto di mettere in ginocchio chi solo pochi anni prima aveva un salario appena dignitoso per sbarcare il lunario.
    Nessun rinnovo contrattuale stava dietro alla piovra che avevamo in casa, e mi chiedo quanti dei baldi giovani che qui sopra discutono hanno memoria storica di ciò.

    • Cipria’, che la tua memoria facesse cilecca, come quando hai OSTINATAMENTE NEGATO che i tuoi companeros si lamentassero che con l’euro i prezzi erano raddoppiati (nonostante gli articoli della Pravd…ehm… di Repubblica e Corriere), lo sapevamo…
      Quindi non arrivare agli anni ’70 che, non so se ci fai o ci sei, ma non sei proprio titolato a parlare di “ricordi”…
      Rammento a tutti gli altri che proprio negli anni ’60 e ’70 i nostri padri hanno posto le basi, risparmiando e lavorando sodo, perche’ noi ci ritrovassimo con un futuro davanti.
      E oggi, dalla sera alla mattina, te puoi comprare casa? Ma se le banche non fanno credito! DUE stipendi interi non bastano per campare un figlio (con tutte le conseguenze da sfasciafamiglie del caso)…

      • Giuseppe Cipriani on

        Non so che stipendi consideri Piero… Facciamo 1200 euro? Reddito familiare 2400 euro al mese per tredici mensilità? E non ci campi in tre? Ma dai!

        • Non credo che con 2400€/mese in tre ci si possa permettere l’intero mese di Agosto in vacanza a Madonna di Campiglio, come faceva la mia famiglia (in 5 dei quali solo mio padre lavorava) ai tempi della vituperata lira.
          Ma adesso con l’€ si guadagna come se si lavorasse un giorno in più lavorandone uno di meno, (Prodi dixit) vero ?

          • Giuseppe Cipriani on

            Ci si può accontentare di una settimana? O destinare i danè a priorità diverse…

          • @Cipriani: Ah certo… da un mese ad una settimana, oppure rinunciare del tutto alle vacanze estive (come molti oramai fanno) —> e quindi sarebbe questa uno dei cosidetti ‘innumerevoli vantaggi apportati dall’€ ?
            Mi risponda a questa domanda per cortesia: lo è o ci fà ?
            Non mi lasci con questo amletico dubbio, per favore.

          • Niente da fare Davide, da quello che scrive Cipriani è un entusiasta dell’impoverimento, quindi tutti i problemi che gente come me sta vivendo (ricordando perfettamnte che nei vergognosi e corrottissimi anni ’80 e ’90 le cose andavano molto meglio per il ceto medio basso) sono invenzioni e lagne immotivate, e se non l’hai capito tutto quello che non va è colpa nostra mentre politica e finanza cercano di fare il nostro bene.

          • Negli anni ’70 un operaio con il suo stipendio manteveva moglie casalinga e 3-4 figli.
            Certo, non c’erano a tavola aragoste e champagne, ma fagioli, cipolle, pane e companatico il piu’ delle volte, non mancava.

          • E’ proprio il caso di dirlo:
            Un paio di ani dopo è iniziato
            l’impoverimento nazionale

            Ci hanno fatto proprio il c… 😉

          • Cipriani,
            nel 1981 ci fu la separazione tra la Banca d’Italia e il Tesoro.
            Da quel momento in poi invece di pensare al “benessere comune tra gli italiani” si fecero soltanto gli interessi degli speculatori.
            Leggiiti un po’ chi era Paolo Baffi.

    • Caro Cipriani quelloc he dici è in parte vero ma l’euro non era e non è la soluzione ai problemi l’euro ha solo permesso alla cialtronaggine dei nostri politicanti di calciare il barattolo dell’inevitabile fallimento un 20 anni più in là. Abbiamo preso tempo e forse qualcosa si sarebbe potuta e dovuta fare ma ripeto non è la soluzione anzi amplifica i problemi; il bubbone bancario più grande in Europa non ce l’ha nè l’Italia nè la Grecia ma ce l’ha proprio la Germania Deutsche Bank è una bomba atomica, roba che Unicredit al confronto è sana!

    • Riporto questo passaggio dell’articolo:
      ” …la “vibrata indignazione” nei confronti del populismo, ci si esime dal capire perché in Francia i comuni delle banlieues rouges siano passati da giunte di sinistra a giunte lepeniste, perché a Roma le borgate e le roccaforti del Pci siano tutti passate ai 5 Stelle.

      Questa narrazione ci fa dimenticare che a votare per la Brexit è stato il proletariato inglese in massa, sono state le aree del declino industriale, mentre a votare per l’Europa sono stati i quartieri bene, i centri finanziari, i suburbi residenziali delle classi agiate. E ci fa regalare la Brexit alla destra. Mentre è vero l’inverso (non il contrario) e cioè che è l’involuzione autoritaria della politica continentale, lo svuotamento progressivo della democrazia sia a livello nazionale, sia a livello europeo ad aver spinto gli inglesi fuori dall’Europa.

      Non è la Brexit che mette in crisi l’Unione europea, ma è la crisi dell’Unione europea a provocare le spinte all’uscita. Come ha scritto prima del voto un lettore della (assai di sinistra) London Review of Books,[4] “La Ue di cui la Gran Bretagna è membro, è la stessa Ue che ha brutalizzato il popolo greco.”
      .
      Hai ragione Alessandro, questa convergenza con Micro Mega sull’argomento è interessante.

  14. Giuseppe Cipriani on

    Nel 1970 i miei hanno acquistato un piccolo appartamento che valeva 7 milioni di lire. Lo stesso è stato rivenduto nel 1983 al prezzo di 41 milioni di lire. Fate voi i conti tra inflazione e mercato di quanto si parla in termini di crescita dei prezzi.
    Poco prima dell’avvento dell’euro, nel 1999, un appartamento normalissimo in periferia da me acquistato è costato 211 milioni… Oggi, anno 2016, lo stesso, volessi rivenderlo, non spunta più di 150.000 euro. Fate anche in questo caso i conti.

    • Negli anni ’70 mio padre, con una moglie casalinga e tre figli piccoli, riuscì a costruire ed arredare una villetta per tutti noi.
      Negli anni ’80 avevamo in affitto, per tutto il mese di Agosto, un appartamento a Madonna di Campiglio, questo per cinque anni consecutivi, il sesto (1985) ci stancammo e decidemmo di andare ad Innsbruck (allora non c’era Schenghen e l’Austria non era nemmeno nella UE)….
      Negli anni ’90 riusci a mentenere me ed i miei due fratelli fino al compimento degli studi universitari.
      Adesso con l’€ si guadagna come se si lavorasse un giorno in più lavorandone uno di meno, come disse il mortadellone nel 1999.
      Faccia lei….
      PS: mio padre non ha nemmeno preso la licenza di terza media.

        • Il punto è che lei ragiona in termini assoluti ed io in quelli relativi; se a Paperopoli gli stipendi fossero nominalmente il doppio di quelli italiani lei, avendone la concreta possibilità, si trasferirebbe lì se poi viene a conoscenza che Donald Duck per mantenre il suo stesso tenore di vita spende cinque volte ciò che lei spende rimanendosene a casa propria ?
          Se comprende questo, capirà anche come questa deflazione sia la causa prima della stagnazione economica che ci sta mettendo tutti in ginocchio.
          Buona serata.

  15. La verità è che la semi totalità dei giovani, come me, non ha cultura economica prima ancora che politica, se no avrebbero votato per il Brexit anche loro! Invece ci hanno dovuto pensare i vecchi; infatti chi per esperienza diretta, chi per i racconti del padre, quando vedono all’orizzonte una dittatura e la meravigliosa e progressiva economia di stato che si porta dietro come la lebbra, sanno scansarla.

    • Gli inglesi hanno già salvato due volte l’europa dallla tirannia…. prima da quella di Napoleone e poi da quella di Hitler; speriamo che ancora una volta non ci sia il classico due senza tre !!!

      • Ciao Davide, io sugli inglesi salvatori ho dei dubbi.
        Nessuno gli aveva chiesto di “salvare” il Regno delle due Sicile finanziando e sostenendo l’annessione sabauda.
        Nessuno gli aveva chiesto di umiliare la Germania dopo la I Guerra Mondiale con il vergognoso trattato di Versailles crendo i presupposti per la II.
        Insomma, gli inglesi si sono sempre guardati il proprio tornaconto infischiandosene, e in genre a spese, degli altri.

        • E chissa’ se, stavolta, pur facendo i propri interessi, gli Inglesi non abbiano salvato la ghirba pure agli altri…

    • Magari fosse economia di stato, quella con l’IRI è stata il motore del boom del dopo guerra, questa è l’economia della finanza e delle multinazionali che ormai comandano sugli stati.

      • E qui emerge un insanabile iato metodologico tra me e voi; non vogliatemene ma mi apparite socialisti nei metodi, magari socialisti di un altro colore ma pur sempre collettivisti, io invece sono per il primato dell’individuo come elemento fondante le relazioni umane comprese quelle economiche che tutti noi usualmente diciamo mercato.

        • Ne riparliamo se e quando dovrai sottoporti ad una operazione chirurgica al cuore e non hai gli 80.000 euro necessari (e magari la banca non te li presta perche’ sei in la’ con gli anni), oppure quando non potrai mandare tuo figlio ad una buona Universita’ perche’ ti costa 50.000 euro di tasse all’anno.

          • Questo denota quanto poco ne sappia della materia; il sistema americano che ha tacitamente citato infatti lungi dall’essere un sistema di libero mercato come erroneamente si crede è un ibrido e come tutti gli ibridi è sterile. I prezzi esorbitanti in materia dii sanità derivano dal fatto che IN FORZA DI UNA LEGGE STATALE (NB S-T-A-T-A-L-E) non esiste un massimo per i rimborsi che si decidono in tribunale; sicchè le assicurazioni si proteggono con premi esorbitanti eccola qua la causa del tuo problema se vogliamo fare una diagnosi seria. E’ la “mediazione” dello stato che con una stupida legge che vorrebbe emendare un pericolo che non esiste, sortisce il nefasto effetto di emendare il buonsenso dalla mente e dal cuore degli uomini.

          • Non ho fatto ALCUN RIFERIMENTO, ne’ tacito, ne’ palese, alla situazione statunitense (almeno per quanto riguarda la sanita’).
            Mi riferisco semplicemente alla realta’ italiana, ATTUALE, per come sta diventando, e per le proposte che vengono presentate.

            prezzi esorbitanti in materia dii sanità derivano dal fatto che IN FORZA DI UNA LEGGE STATALE (NB S-T-A-T-A-L-E)

            E che tipo di legge vorresti?
            Stai a vede’ mo’ che le leggi le debba fare un privato, magari una multinazionale…

            non esiste un massimo per i rimborsi che si decidono in tribunale;

            Beh, quando ti muore un parente perche’ quello si grattava invece di operare, magari ti girano un po’ che dici…

            sicchè le assicurazioni si proteggono con premi esorbitanti eccola qua la causa del tuo problema se vogliamo fare una diagnosi seria.
            Resta il fatto che sei alla merce’ del “mercato” (quanto poi, anche in teoria, possa essere effettivamente “libero”, ci sarebbe da parlare per giorni… Sai come ha conquistato le sue ricchezze Rockfeller?) e quindi la tua vita diventa semplicemente una merce, conveniente o no, dipende dal potente o multinazionale di turno.
            Quando poi non potrai piu’ lavorare perche’ c’e’ un immigrato clandestino che fa il doppio del tuo lavoro ad un ottavo del tuo stipendio, vedrai che le “assicurazioni” ti verranno “incontro”… Si con una pala…

            P.S.: per la cronaca non sono mai stato socialista, ma sono per un sistema di “sussidiarieta’” cosi’ come indica la Chiesa Cattolica (quella originale, non quella terzomondista catto-comunista).
            AD oGGI, grazie anche alla UE, il sistema socialista e capitalista si sono fusi insieme per dare il peggio di una e dell’altra ideologia, creando il social-capitalismo (lo stesso che impera in Cina, tanto per fare un esempio).

          • La legge che vorrei sarebbe una legge di Common Law una legge nata dal basso, dalle esigenze di chi di una regolamentazione ha bisogno, e prima che parta il coro dei difensori del Diritto Romano vi prego di notare che il Diritto Romano era in origine una Common Law; poi con la progressiva crescita dell’apparato burocratico, con la trasformazione in Impero, con il culto divino all’imperatore, si è progressivamente andati verso la Civil Law. Il superficiale parallelismo con le multinazionali proprio non mi tange; anche perchè suddette multinazionali sono divenute multi- spesso e volentieri all’ombra di finanziamenti statali e non per scelta del libero mercato, cioè dei consumatori che premiano l’efficienza nel servizio/bene offerto. La tua sfiducia nel libero mercato è sfiducia verso l’uomo stesso, non contro Rockfeller, che si è semplicemente approfittato della cecità dei più dell’assoluta mancanza di una cultura economica, infatti se ti chiedo cos’è il denaro? O cos’è l’inflazione? Sono sicuro che inanelli una serie di errori, e non puoi dire “non è mia competenza” capisci? Perchè tu li usi e se non capisci quello che fai o ti rifiuti di capirlo fai come quel tale che consegnando la propria figlia a un malfattore si stupisce che non gliela renda vergine!
            Sul socialismo nella Chiesa ce ne sarebbe da dire, premetto che sono cattolico e non catto-comunista, se vuoi una buona lettura sull’argomento leggiti LA CHIESA E IL MERCATO di Tom Woods Jr. ne puoi trovare una buona parte qui:

            http://vonmises.it/2014/01/03/la-chiesa-e-il-mercato-introduzione-parte-i/

            La sola prefazione di Carlo Lottieri vale tutto il libro quasi. Questo libro l’ho segnalato più volte vuoi per la stupenda argomentazione tomista, vuoi perchè l’autore è un cattolico tradizionale (non scismatico) da prima del motu propriu di B.XVI, se questo può essere garanzia della “buona fede” dell’autore… ma niente c’è un pregiudizio da parte cattolica che non muore, eppure c’è tanto di Cristo nella libera cooperazione mi chiedo come si faccia a non vedere.

          • Giuseppe Cipriani on

            Piero, dove vivi? Conosci qualcuno che ha pagato cifre simili per un’operazione a cuore aperto? Suvvia, non raccontiamo palle!

          • Giuseppe Cipriani on

            Conosco due persone che hanno subito interventi importanti senza sborsare un euro, avvalendosi del servizio sanitario nazionale.

          • AndreaX:
            insomma un pischello che vuole insegnare come campare a quelli piu’ grandi di lui!

            La legge che vorrei sarebbe una legge di Common Law una legge nata dal basso, dalle esigenze di chi di una regolamentazione ha bisogno,

            Insomma, tu vorresti sforacchiare qualche indiano per il possesso della terra e impiccare il primo sospettato di abigeato, ho capito!
            Forse hai visto troppi Western.
            Eggia’ perche’ quelli sono il tuo esempio di “uomo che si fa da se'” e “individuo come elemento fondante le relazioni umane “.
            Tralascio le scempiaggini sui sistemi giuridici che ci sarebbe troppo da parlare.

            La tua sfiducia nel libero mercato è sfiducia verso l’uomo stesso, non contro Rockfeller, che si è semplicemente approfittato della cecità dei più dell’assoluta mancanza di una cultura economica
            No, semplicemente Rockfeller, come Vanderbilt e tanti altri tuoi “miti” della “frontiera” hanno fatto come tanti MAFIOSI intimorendo i concorrenti, o approfittando dei suoi agganci con gli apparati del potere per togliere il terreno sotto i piedi a chiunque potesse contrastarlo.

            premetto che sono cattolico e non catto-comunista
            Questo lo sentirei dire pure dal diavolo in persona, ormai e’ diventata una frase inflazionata, e poi dai tuoi interventi precedenti non direi proprio…

            Sul socialismo nella Chiesa ce ne sarebbe da dire,
            il “socialismo” nella Chiesa NON PUO’ ESISTERE perche’ esso e’ l’ennesima eresia del Cristianesimo stesso, e chiunque lo professi all’interno della Chiesa e’ esso stesso eretico.
            eppure c’è tanto di Cristo nella libera cooperazione mi chiedo come si faccia a non vedere.
            Il problema e’ proprio in quel “libera”, quanto lo sia, quanto lo appaia, quanto debba essere necessaria…

  16. ormai un po’ fuori tempo. vorrei solo dire che non solo l’euro ha più o meno coinciso con lo scivolamento verso il basso di fasce sempre più ampie di popolazione (il che non vuol dire che non ci sia chi sta bene e anche meglio di prima), che saranno sempre più ampie, ma ne è stato proprio la causa, perché non ci sono alternative alla svalutazione interna (ovverosia all’austerità, cioè al taglio dei servizi sociali e degli stipendi), non potendo più ricorrere alla svalutazione esterna, che non hanno per nulla gli stessi effetti sui redditi fissi, incisi direttamente nel primo caso, solo indierettamente e in rapporto ai beni nel secondo. avendo noi un’inflazione strutturalmente più alta dei tedeschi (e l’inflazione, la comprensione delle sue cause, è tuttora il centro del dibattito economico) l’esito era inevitabile. per non accumulare squilibri a lungo andare insostenibili nella bilancia dei pagamenti si deve progressivamente ridurre la domanda interna. ma siccome i tassi di inflazione saranno divergenti anche nel prossimo futuro, accumuleremo altro deficit commerciale a meno che non continuiamo a ridurre la domanda interna. insomma, non è che ci stabilizzeremo su questi (mediocri) livelli, pesanti per tanta povera gente. andrà sempre peggio. poveri più poveri, salari più magri, media borghesia che scende verso il basso ecc. i rentier si illudono di tutelare i loro risparmi, euro-denominati, ma a lungo andare è la produzione che garantisce il capitale e gli interessi. uno può anche avere 1 milione in banca, ma se poi la banca salta, il milione resta un concetto giuridico. ma non c’è dubbio che i rentier saranno gli ultimi a soffrire. vi assicuro che su questo tutta la letteratura scientifica seria concorda, il resto è solo propaganda o romanticherie sulla bellezza dell’unione monetaria, sui voli low cost, sul “niente cambio” quando vado a Parigi e altre quisquilie del genere. l’europa non era e non è un’area monetaria ottimale: si sapeva che sarebbe finita così. l’unica possibilità è uscire dall’euro. se avete interesse ad aprire gli occhi, perché non vi chiedo di fidarvi, informatevi alle fonti, leggete i dati, cercate letteratura economica (non politica, non giornalistica!!) sui pro e i contro. Sui pro non ne troverete, a parte lo studio che diceva che si risparmia sui costi di transazione (le commissioni di cambio, in sostanza, e poco altro)

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