Il sesso dei Pokémon alla luce dell’evoluzione

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Un biologo evoluzionista spiega come potrebbe funzionare la riproduzione dei pokémon.

Fantasie infondate e non verificabili, ma gli argomenti sono quelli usati per ricostruire le specie del passato. 

E se troppe ricostruzioni evolutive fossero come il sesso dei Pokémon?

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…per il sesso tra i Pokèmon esiste un inizio di approccio che sembra basarsi sulla rigorosa osservanza delle evidenze scientifiche. Tenta di scalare il muro del pregiudizio e dare risposte coerenti Drew Millard, che in un breve saggio pubblicato su “Vice” tenta di dare qualche risposta esauriente al dilemma di come lo facciano i Pokèmon.

 

Di fronte al dilagare della moda di Pokémon go un giornalista propone un pezzo certamente scherzoso nel quale si impegna a capire la loro vita sessuale. L’articolo, che viene ripreso su La Stampa,  e fermo restando il fatto che si tratti di un gioco fornisce alcuni spunti di riflessione legati al fatto che per risalire alla fisiologia dei mostriciattoli si usano le stesse deduzioni impiegate in biologia evolutiva. Questi i risultati:

 

Dal punto di vista evolutivo, Gregory deduce che, visto che i Pokèmon sono impegnati in continui combattimenti, è più probabile che depongano uova all’esterno, non potendo permettersi un periodo lungo di gestazione.
Il fatto che siano accomunati dal nascere da un uovo farebbe pensare che nella fase iniziale siano simili, le differenze si manifesterebbero nel successivo sviluppo. Questo porterebbe a azzardare l’ipotesi che il sesso tra i Pokèmon possa avvenire essenzialmente secondo due diverse maniere. I Pokèmon con simmetria bilaterale, cioè con una testa da una parte e un’appendice di vario tipo dall’altra è probabile che abbiano organi genitali e praticano come molte specie animali sesso attraverso pene-vagina. Quindi si deduce che tutti i Pokèmon con braccia-gambe o quattro zampe sono dotati di organi sessuali.
Più difficile capire come facciano a farlo ad esempio Cloyster che è un’ostrica o Bellisprout che è un fiore. La femmina in questo caso potrebbe deporre le uova e il maschio passare poi a fecondarle, come faccia è abbastanza controverso. L’aspetto interessante è che alla fine anche i Pokèmon di questi due differenti filoni riescano comunque a produrre progenie tra loro, attraverso un meccanismo complicato che in natura si chiama “Specie ad anello”.

Davvero sorprendente la quantità di informazioni che è stato possibile ricavare da disegni di pura fantasia, ma a ben vedere questa capacità diventa un elemento a sfavore delle innumerevoli ricostruzioni fatte sulle specie del passato e sulla loro biologia, al riguardo basti pensare alla cantonata presa riguardo al celacanto, un pesce dato per estinto e considerato un anello di congiunzione tra pesci e animali terrestri e poi pescato nel ‘900 e rivelatosi un animale che vive in acque profonde (al riguardo esistono delle notevoli arrampicate sugli specchi per dimostrare che non si era trattato di un errore ndr).

Ma la ricostruzione dello scienziato raggiunge vette sorprendenti giungendo ad ipotizzare davvero i dettagli più impensabili:

La dissertazione del genetista alla fine entra in particolari riferibili solo in nome della divulgazione scientifica, la morfologia del pene dei diversi Pokèmon riserva comunque particolari troppo scabrosi per essere rappresentati. Basti sapere che il prof Gregory, per corroborare le sue ipotesi, inizia a descrivere il fallo ricurvo dell’anatra, quello appuntito del micio, o quello con arpioni di molti insetti.
Lo scenario che ne consegue è l’indicibile fallo spiralimorfo di Psyduck o, ancora peggio, quello ricoperto di spine che potrebbe nascondere Mewtwo. Per fortuna Drew Millard qui si ferma è fa calare un velo pudibondo su quello che mai vorremmo scoprire dei Pokèmon, in cui continueremo a doverci imbattere lungo le nostre passeggiate notturne.

E così personaggi di pura fantasia ricevono a posteriori una spiegazione della loro evoluzione e fisiologia riproduttiva che fa passare logico e coerente con i principi dell’evoluzione ciò che di fatto non lo è.

Ma se possiamo far passare come coerente con la teoria neodarwiniana l’esistenza di personaggi immaginari e inventati di sana pianta allora è possibile far sembrare coerente e vera qualsiasi ricostruzione anche riguardo alle vere vicende dell’evoluzione.

Se l’articolo pubblicato su “Vice” era scherzoso queste considerazioni lo sono meno e pongono una seria riflessione: e se troppe ricostruzioni evolutive fossero come il sesso dei Pokémon?

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

18 commenti

  1. Premesso che lo scienziato ha voluto giocare e mi sta bene, gli spunti di riflessione ci sono: si inizia l’analisi con un “Dal punto di vista evolutivo…” ma cosa si intende, a giudicare dal testo che segue, con tale espressione?
    Sembra che si voglia usare un principio più finalistico che darwiniano, del tipo “ogni comportamento e funzione biologica del pokémon ha una sua ragione d’essere, cioè se esiste, ha superato una selezione naturale”. Ora, nella vita reale, è ovvio che tutto ciò che esiste biologicamente esiste perché ha superato una selezione naturale, ma torniamo alle osservazioni sollevate nei commenti dell’ultimo articolo su CS dedicato all’evoluzione: qual è la domanda a cui stiamo rispondendo dicendo “dal punto di vista evolutivo…”?
    Stiamo rispondendo NON a “come si è evoluto” ma “perché poi un tale carattere si è affermato”.
    Il problema non è che si sta sbagliando, ma che si vuole vincere facile. Mi viene in mente un aneddoto che mi raccontò un mio amico universitario: un prof. chiese ai suoi studenti (credo di biologia) perché il sale nell’acqua si sciogliesse e dopo vari tentativi di risposta disse “perché aumenta l’entropia”. Di nuovo, non posso dire che abbia avuto torto, ma ha detto una cosa vera ma che non spiega niente, non spiega quello che uno si aspetta di sapere.

    • Esattamente, di narrazioni più o meno convincenti ne possiamo trovare più d’una, il vero problema del darwinismo è che non affronta mai seriamente il “come”.

    • viaNegativa on

      Del resto mi pare che, legando il neodarwinismo il sorgere del carattere alla totale impredicibilità di quel medesimo processo fisico, ci si ponga da soli nell’impossibilità pratica di fornire una spiegazione scientifica di quel “come si è evoluto”, sbaglio? Ma se è così, allora è chiaro che il romanzo evolutivo coinciderà pressoché in toto con il “come si è affermato”…

  2. Cacciatrice di stelle on

    Non aveva certo bisogno di dedurlo dalle dinamiche evoluzionistiche, Il signor genetista, che i pokemon depongano uova…
    Ignorante lui e il giornalista de la stampa ;-P

    • Ciao Cacciatrice, che vuoi farci, c’è gente che campa così, scoprendo l’acqua calda e aggiungendoci delle teorie indimostrabili.
      E se ci si rimediano posti universitari ben retribuiti fanno bene, la selezione naturale li premia così!

  3. A mio avviso come gli afidi i pokemon si riproducono per partenogenesi, di questi tempi mi sembra molto più politicamente corretto.

    • Caro Aléudin, la tua ricostruzione ha pari dignità di quelle riportate, e allo stesso modo è indimostrabile.
      Secondo me invece si riproducono per talea…

      • Noto con piacere che la si butta in caciara…
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        Non poteva essere altrimenti, dato il caldo estivo (che stimola articoli profondi sulla grande calura o sulle zanzare), che in questo caso in tema di antidarwinismo produce le più improbabili obiezioni a partire da un divertissement.
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        E la moltiplicazione per talea, caro prof. di biologia, si presta solo al mondo vegetale.

        • Nessuno nega che sia un divertissement, ma almeno uno spunto di riflessione c’è: per lei, Gondrano, cos’è una “spiegazione evolutiva”?
          Glielo chiedo perché a me sembra una specie di frase fatta che va sempre bene, per cose reali oppure no (qui stanno le perplessità di Pennetta).

          • Allora teniamo conto anche dell’evoluzione dei caratteri mobili di stampa a piombo fuso prodotti dai linotipisti.
            Come spunto di riflessione direi che è notevole anche quello… Ci sta il caso, la selezione naturale, la contingenza e forse anche il perché e il come. Non mancherebbe nulla insomma, e come divertissement è anche più azzeccato, trattandosi di caratteri di stampa che usiamo tutti quotidianamente.

          • Non ha risposto alla mia domanda. Se oggi non ha voglia di affrontare un discorso serio mi sta bene (è estate), ma non può aspettarsi che restiamo del tutto indifferenti ad una critica.
            Ripeto: cos’è per lei una “spiegazione evolutiva”? (A me sembra soprattutto una frase fatta).

          • Gondrano, non trovi che l’unica cosa sensata che doveva dire lo scienziato è che per i Pokémon vale il più assoluto creazionismo?
            PS riguardo l’argomento poco serio, rispondo riferendomi a Gregory con le parole del comico Maurizio Battista, “guarda che hai cominciato tu!”.

        • @Gondrano
          Io a dire il vero ero quasi serio, i miei figli guardano ogni tanto il cartone dei pokemon e di poke-organi-genitali non se ne vede, per cui: partogenesi.
          .
          Non le sembra una teoria valida? Come altre, ovviamente.

          • Infatti… Si montano “casi” a partire da cazzatine da ombrellone. E il risultato non può che essere un echeggiare la cazzatina di turno di cui anche io sono ormai responsabile.

          • Il problema è quando questi casi o teorie montati da osservazioni reali vengono spacciati per scienza.
            Penso fosse questo il senso dell’articolo.

  4. I pokemon sono “creazionisti”, non “evoluzionisti”, vengono fuori direttamente dalle mente dei loro creatori che però credono nel “disegno intelligente”, per deformazione professionale 🙂

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