Blocco del sito CS: resoconto e considerazioni sulla libertà della rete

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Agli amici utenti del sito la questione è nota,  nella giornata di ieri da parte di Google è stato operato un blocco sul sito Critica Sientifica per via di una dichiarata pericolosità dovuta  ad un virus presente sullo stesso.

Veniva quindi effettuata una immediata scansione del sito, ma non risultavano però dei virus presenti.

Nel frattempo provvedevo a segnalare agli utenti su Facebook le difficoltà di entrata nel sito alle quali si aggiungeva una perdita di indicizzazione dello stesso sul motore di ricerca di Google.

Una segnalazione che non rimandava ad  alcuna conclusione sull’origine del problema ma era di fatto un suggerimento per aggirare il problema stesso ed entrare sul sito.

In seguito ad una tempestiva segnalazione a Google della assenza di virus o di malware  sul sito di Critica Scientifica veniva detto da parte di Google che constatato il fatto che era stata fatta pulizia sul sito il blocco poteva essere rimosso.  Ma va detto che nessuna pulizia è stata fatta sul sito proprio perché dalla scansione non risultava alcun virus presente.  Nel giro di qualche ora è stata comunque rimossa la  schermata che bloccava l’accesso al sito che ha recuperato la sua normale funzionalità così come normali sono tornate le indicizzazioni sul motore di ricerca.

Non è al momento ancora possibile stabilire se il problema che ha portato al blocco sia stato causato da una generica  operazione di hackeraggio o se sia stata deliberatamente disturbata la pagina del sito,  sembra in ogni caso emergere una certa vulnerabilità del provider da noi utilizzato, cosa che ha facilitato l’azione di disturbo,  questo fatto però non cambia i termini della questione sulla intenzionalità o meno di danneggiare il nostro sito.

Ci sono comunque delle considerazioni che è possibile fare anche in assenza di dati definitivi sulla intenzionalità o meno dell’azione.

In primo luogo questa esperienza ha messo in evidenza le conseguenze della posizione dominante di Google in quanto la segnalazione del sito come pericoloso è partita dalla  stessa Google ed è stata recepita su browser di altre software house come ad esempio Mozilla.

Se è ben chiara la differenza tra browser e motori di ricerca nel caso di Google le due realtà sono così integrate da rendere difficile operare tale distinzione in più, come si è detto, le conseguenze  dell’azione di Google sì sono trasmesse ad altri browser e motori di ricerca.  Emerge dunque il problema derivante dalla posizione di dominante  del motore di ricerca di Mountain View che solo formalmente non può essere definita di monopolio.

Emerge dunque la vulnerabilità di un sistema di scambio di informazioni che per l’intervento di un singolo operatore può vedere la scomparsa di un sito mediante la semplice rimozione dai motori di ricerca e/o con la sua catalogazione come tecnicamente pericoloso perché infettato da un virus o, come si sta sempre più dicendo in questi giorni, perché segnalato come fonte di notizie dichiarate false da un ente privato e non sottoposto  a controlli sul suo operato.

Ma se da un versante è emersa la fragilità o se vogliamo la pericolosità di un sistema troppo vincolato alle decisioni di pochi soggetti, dall’altra è emersa una pronta ed attiva reazione da parte di chi sensibilizzato sulle minacce alla libertà di espressione sulla rete ha contribuito attivamente alla soluzione del problema o semplicemente ha sostenuto il nostro lavoro manifestando amicizia e attenzione.

Riassumendo, il problema di un blocco del sito da parte di diversi motori di ricerca derivante da un allarme malware, giustificato o meno, è stato possibile solo per via della posizione dominante di Google che è in grado di condizionare altri fornitori di servizi.  

Quella libertà propria del web che noi tutti abbiamo ritenuto essere una conquista fuori discussione è in realtà nelle mani di pochi cosiddetti gatekeepers che possono, con azioni unilaterali, determinare la rapida scomparsa di un qualsiasi sito dai motori di ricerca e bloccarne l’accesso a chi volesse accedere direttamente digitando l’indirizzo.

Aldilà delle dinamiche ancora non del tutto chiarite di questo singolo episodio emerge dunque con sempre maggiore evidenza la vulnerabilità di un sistema, quello di Internet, che in questo momento sembra essere l’unico in grado di garantire una pluralità di pensiero e una informazione veramente libera e indipendente le cui potenzialità sono emerse inaspettatamente determinando esiti imprevisti di due consultazioni elettorali come quella della Brexit e le elezioni presidenziali negli USA.

Un sistema che non può essere nelle mani di poche persone a Mountain View o di un capriccioso Zuckerberg che tra l’altro sembra meditare di entrare in politica.

Se tecnicamente la rete è indipendente è neutra, la presenza di questi gatekeepers rappresenta una reale minaccia alla sua libertà e indipendenza e al momento non si vede alcuna forza politica intenzionata a porre fine a questa posizione dominante e monopolista.

La sensazione e che è proprio alla politica stessa che i gatekeepers facciano molto comodo per cui è meglio non aspettarsi né adesso né in futuro alcuna azione a tutela della vera libertà della rete, sarebbe quindi opportuno pensare sistemi per aggirare le azioni di tali monopolisti.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

47 commenti

  1. Caro Enzo da Laico convinto e come sai da Credente(del tutto fuori delle Religioni) mi tengo costantemente informato su le opinioni degli “altri”,verso cui sento rispetto,propio in nome della Libertà(massima espressione dell’autentica Laicità).Ebbene oggi,ricevendo notizie “anche” da Alleanza Cattolica mi ha colpito il loro messaggio:” Carissimi,il gruppo facebook di Allenza Cattolica è stato violato e non è più sotto il nostro controllo.Abbiamo già fatto il possibile…….”continua. Non ho altre parole.

  2. Ciao Enzo!
    Vorrei, prima di esporti una richiesta, chiederti come mai i commenti adesso vengono filtrati con Disqus quu?
    In secondo luogo, vorrei sapere di più riguardo la tua affiliazione con UCCR, visto che sei un amministratore (così almeno vedo dal sito nella loro pagina suddetta) e anche perché fino a poco tempo fa pubblicavi articoli da loro. Te lo chiedo pacatamente eh, vorrei capire quanto tu sia informato del loro nuovo modo di agire (linea editoriale e condotta del dibattito) e quanto tu condivida. In ultimo, è qui che la mia richiesta rientra nel merito da quest’ultimo mio punto della frase precedente, potresti dare un’occhiata alla situazione?
    L’ultimo articolo pubblicato, quello su Socci, è stato molto contestato; perché le posizioni critiche sull’attuale corso bergogliano vengono “bollate” come antisedevantiste, quando non è assolutamente così. Io, ma anche altri, sostengo papa Francesco, non è questo il punto; ho voluto solamente esprimere dei dubbi sullo stato dell’arte della sua politica attuale in tema di immigrazione, dottrina e caso ordine di Malta. Per cui, non condivido molto quanto accade ultimamente ad essere sincero. La mia preoccupazione è il modo con cui il sito ha deciso di silenziare questa dissidenza. Perchè la risposta di UCCR a tante voci critiche (ma in buona fede) a quell’articolo è stato quella di bannare ferocemente e di non permettere il confronto. Solamente tra i commenti su Facebook è possibile vedere qualcosa fino ad ora, probabile censurino anche lì. Ora, addirittura ad un troll è stato permesso di intervenire con il mio stesso nome per scrivere cavolate e infangare quanto da me sostenuto. (In chiara strategia di delegittimazione).
    Adesso, molto pacatamente ripeto, chiedo: è possibile un tuo intervento in merito?
    Molte persone, che da molti anni seguono UCCR, sono rimaste schifate da questa condotta del dibattito pubblico e dal tono di molti articoli recenti (in linea con il politically correct).
    Grazie Enzo per avermi letto. Un saluto.

    • Enzo Pennetta on

      Ciao Dom, siamo passati a Disqus sia perché è più facile commentare e ha una grafica migliore, sia perché il sistema di commenti di WordPress stava dando dei problemi.
      Riguardo ad UCCR in realtà la nostra collaborazione è stata interrotta unilateralmente da loro dopo che il sito rimase chiuso alcuni mesi.
      Da quel momento in realtà hanno chiuso con tutte le firme che avevano raccolto intorno a sé e hanno scelto di pubblicare a nome de “La redazione”.
      La cosa mi è dispiaciuta perché a mio parere invece avere dei “volti” a cui riferirsi quando si legge un articolo è magli oche pensare ad una generica e impersonale redazione.
      Sulla linea da loro seguita non posso dire molto perché seguo saltuariamente e non ho elementi per esprimere un giudizio.

    • Ottavio Farnese on

      Posso assicurarti che lo stesso modo di fare di UCCR è presente anche su FB ed è inqualificabile. Sono diventati la faccia complementare di quelli che loro chiamano ‘i socciani’ : violenti, irridenti, maleducati

  3. E’ capitato anche a me, a volte si tratta di un falso positivo oppure si condivide il server su cui il sito è ospitato con altri siti che effettivamente danno problemi, finendo per andarci di mezzo.
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    Rimane il serio problema della posizione dominante di Google, volendo può fare il bello e il cattivo tempo.

  4. Gestisco professionalmente alcuni siti Web e la stessa cosa accadde, due anni fa, anche ad un mio cliente, piccolo costruttore di impianti per l’industria alimentare, e quindi non contenete certo materiale non conforme ai dettami del politicamente corretto.
    Con un paio di mail e in una decina di minuti, risolsi il tutto.
    Mi scusi Prof. Pennetta ma non credo sia il caso di fare inutili allarmismi, per quello che ritengo essere un falso positivo.
    Cordiali saluti.

    • Giorgio Masiero on

      Il problema nel caso di CS, TheoGattler, è che non siamo al primo caso di attacco e poi che, comunque, nessun danno ne sarebbe derivato se Google non avesse la posizione dominante in Europa che essa occupa. Russi e cinesi hanno i loro motori di ricerca esclusivi, controllati dallo stato: mi chiedo se, in questo caso, non sia meno peggio, per la libertà di opinione, avere un monopolio pubblico o un monopolio privato.

      • Buongiorno Prof. Masiero….
        Io credo che sia necessario scindere il problema della posizione monopolista di Google (e FB) , come giustamente lei sottolinea; dal far passare un semplice atto di vandalismo, come quello di cui è stato oggetto recentemente il Prof. Pennetta, come un attacco alla libertà di informazione.
        Alla fine anche il mio cliente venne danneggiato da quell’attacco, visto che per un paio di giorni non fu in grado di pubblicizzare sul Web le sue macchine.
        Saluti

        • Giorgio Masiero on

          Anch’io “scindo”, TheoGattler, la questione: l’ho fatto specificatamente in 4 punti. Però, Lei ammetterà che nel caso di CS, e anche in quello del Suo cliente, i danni dell’attacco alla libertà d’informazione e di vendita sarebbero stati estremamente più ridotti se Google (e FB) non occupassero posizioni di monopolio. È qui che può e deve intervenire l’autorità pubblica, prima ancora che nella (più difficile) lotta a 4 hacker disgraziati.

      • Il problema prof. MAsiero non è sulla natura pubblica o privata, il privato vince a mani basse, il problema è sul COME si sia instaurato il monopolio “privato” (si fa per dire chi ha conoscenza l’azionariato di Google può capire…) che mi creda di privato ha ben poco, con tutto il danno che deriva da un esercente dominante.

        • Giorgio Masiero on

          Come sarebbe a dire, AndreaAX, che Google non è privato? chi sono gli azionisti di controllo secondo Lei?

          • Qui forse si rischia di uscire (troppo) dal seminato….. dico solo che il povero John Kleeves (al secolo Ing. Stefano Anelli), ha sempre definito il governo americano come una ‘dittatura dell’imprenditoria’.

          • Prof. Masiero Google ha dietro gli illimitati foraggiamenti della FED che per chi come me è un LIBERTARIO è un peccato che grida vendetta agli occhi di Dio. Sulla natura ambigua di una banca centrale ce ne sarebbe da dire… soggetto privato ma è come il gatto e la volpe con lo stato.

    • Enzo Pennetta on

      Buonasera Theo, concordo sulla necessità di non fare inutili allarmismi e proprio per questo se si legge il mio articolo non se ne fanno ma si è proceduto ad una asettica esposizione dei fatti.
      Le considerazioni sulla posizione monopolista di Google sono poi una altro discorso, qualcosa su cui riflettere, ma purtroppo non è allarmismo.

      • Già Adam Smith, il più importante fautore dell’economia di mercato, sosteneva l’assoluta necessità dell’evitare nella maniera più assoluta la formazione di monopolio….. alla fine è proprio per questo che in Italia, ed in EU, ci sono le autorità preposte all’antitrust, che teoricamente le loro funzioni sarebbero proprio quella evitare che qualcuno assuma una posizione dominante…..

  5. Giorgio Masiero on

    Dunque, secondo gli elementi di cui al momento l’amministratore dispone, sarebbe accaduto quanto segue:
    1) alcuni hackers avrebbero preso di mira (per l’ennesima volta) CS;
    2) questa volta, invece di attaccare direttamente il sito, i vigliacchi avrebbero attaccato il server dove CS è fisicamente salvato, con il messaggio di falso allarme da trasferire ai browser;
    3) Chrome ci sarebbe cascata (ma non Edge, né Explorer), e la proprietaria Google anziché riconoscere l’errore del suo browser, si è inventata prima l’esistenza di malware in CS e poi la sua rimozione;
    4) Sull’onda dell’allarme di Google, sarebbero seguiti in scia Firefox e altri browser secondari, ma non Edge, né Explorer.
    Che ricavare da tutto ciò? Che, se la suddetta ricostruzione è vera, il danno a CS (e alla libertà di opinione nella rete) è effetto della combinazione di 4 elementi:
    1) il dolo di hackers vigliacchi e antidemocratici;
    2) la fragilità di Google/Chrome (altro che l’intelligenza di cui si vantano);
    3) la situazione di monopolio di Google;
    4) l’inerzia delle autorità italiane ed europee contro questo monopolio, come già denunciavo in un articolo di due anni fa (http://www.enzopennetta.it/2014/12/laltra-faccia-della-luna/ ).

    • Giorgio Masiero on

      Davanti a persone tanto intelligenti e sottili, jonioblu1, io mi ritiro.

      • … già … avessero almeno il coraggio di interloquire sul blog senza insultare … :-O

    • Sì, ok ma penso che al giorno d’oggi trovare un utente serio su yahoo answers sia qualcosa di eccezionale. E’ un covo di persone che difficilmente riuscirebbe a raggiungere il diploma di terza media e che sanno di non poter esprimere la propria ignoranza al di fuori di un sito divenuto ormai una discarica priva di moderazione in cui si sentono soddisfatti e superiori a darsi inutili punti a vicenda.

    • Enzo Pennetta on

      Grazie Jonioblu, mi sono fatto due risate, se questi sono gli avversari non c’è manco gusto… 🙂

  6. C’è una crisi mentale profonda in questo paese,oramai schiavo del Grande Capitale e delle istituzioni europee indegne a rappresentare i cittadini.
    Si nota nel caos imperante tutti i giorni,con una gioventù senza una bussola capace di indirizzarli verso una vita normale.
    Una corruzione indegna che va dal piccolo amministratore comunale fino alle cime della politica.
    Una depenalizzazione idiota delle leggi che spinge una debolissima generazione all’ebrezza del “ex”proibito.
    Per quanto riguarda questo particolare fatto scommetterei che i sabotatori(non posso chiamarli hacher) colpendo questo sito intendevono colpire chi ancora ha il coraggio di criticare tutto il mondo gender e compagnia bella….

    • Almeno questa volta, credo sia un caso di falso positivo… credo che se Google avesse voluto veramente colpire il blog del blog Pennetta, avrebbe trovato molto facilmente un pretesto legale per toglierlo, definitivamente, dalla sua indicizzazione; sopratutto adesso in pieno clima orwelliano di post-verità.
      Per quanto riguarda gli hacker, ricordiamoci che spesso e volentieri le devastazioni degli ultras del calcio vengono fatte per puro vandalismo; non per colpire bersagli precisi.

      • Infatti ci sono hackers e vandali.Il livello di intelligenza cambia in modo notevolissimo ma i sabotatori-vandali rompendo vetrine oggetti pubblici-privati,siti internet ,possono fare danni fastidiosi e in un paese allo sbando questo hobby può persino far divertire(leggi in Italia uguale a zero).

  7. La differenza potremmo farla noi utenti. Io, per esempio, sto prendendo l’abitudine di entrare sul sito con Bing, che al momento “dell’incidente” volli provare e non mi segnalò proprio niente. Non sono molto bravo sui protocolli informatici, quindi se dico una fesseria scusatemi e spiegatemi.

    • Per entrare nel sito le consiglio di non utilizzare nessuno motore di ricerca bensì digiti direttamente “enzopennetta.it” nella barra degli indirizzi in alto a sx, il suo browser (Explorer, Edge, Chrome, Firefox o altro) lo memorizzerà e da quella volta le basterà scrivere “enz…” le verrà suggerito “www.enzopennetta.it” quindi batta Invio sulla tastiera e si ritroverà nel sito. Questo vale per qualsiasi sito internet.
      I motori di ricerca li usi appunto per cercare.

      • A me Chrome digitando sulla barra “e…” da subito “enzopennetta.it” ma mi portava inesorabilmente alla pagina bloccata da Google, forse perché Chrome è Google e io sono anche utente di Google. Non ho provato su Explorer pur potendolo fare, non mi è venuto in mente.

  8. Beppino Beppino on

    Mi pare di capire che la pagina rossa é comparsa poco dopo il passaggio del dott. Pennetta all’utilizzo di Disquse e ad una diversa gestione dell’accesso ai commenti. Probabilmente sta in questo passaggio la “molla” che ha attivato sistemi automatici di allerta da parte di Google. Del resto quando capitano pagine “rosse” del genere nel 99,99999% dei casi l’utente dichiara la volontà di procedere e si può procedere. E’ certo che, qualora la cosa succeda ancora e accada durante un periodo di utilizzo di CS in cui non ci siano modificazioni al software o all’hardware di riferimento, ci sarebbe da essere preoccupati.

    Del resto internet é un luogo in cui converrebbe “muoversi” con software e hardware proprietari; cosa economicamente impossibile e non resta che avere molta pazienza.

  9. Io penso che la pagina “rossa” apparsa giorni fa é collegata al recente cambiamento del modo di gestire utenti e commenti da parte del dott. Pennetta. Se quanto accaduto avviene nuovamente in un periodo in cui la gestione del blog non subisce modificazioni all’hardware e al software, la cosa avrebbe ben altra conseguenza e significato. Personalmente, se posso esprimere la mia opinione, ritengo non sia stata una buona idea attivare Disqus.

    • Giorgio Masiero on

      Disqus può essere una buona o una cattiva idea, ma non spetta a Google di decidere il sistema di gestione dei commenti in CS. È d’accordo, Bep Pino?

      • Certamente non spetta a Google decidere il sistema di gestione dei commenti dott. Masiero. Ma cambiando la configurazione e il tipo di software gestionale di un blog può succedere quanto é successo. Ripeto: bisogna preoccuparsi se Google and company bloccano le indicizzazioni o gli accessi in condizioni routinarie e/o in base ai “contenuti” del blog.

        • Giorgio Masiero on

          Per me, Bep Pino, quanto è successo su Google/Chrome (ma non su Bingo/Edge, per es.) è un’indecenza che non ha giustificazione. Punto.

          • Non per fare l’avvocato del diavolo ma quanto accaduto potrebbe essere visto anche in un’ottica diversa: Chrome ha attivato con eccesso di zelo il sistema di sicurezza, segnalando automaticamente ed erroneamente come pericolosa una attività “anomala” sul sito.
            A volte è meglio un falso allarme che un sistema di sicurezza troppo permissivo.
            Ovviamente nel caso dovesse ripetersi saranno da fare altre considerazioni.

          • Infatti, probabilmente solo un caso di falso positivo… almeno questa volta.
            Alla fine non sempre il diavolo è così brutto come lo si dipinge.
            🙂

          • Come continuo a ripetere, il servizio di indicizzazione è stato regolarmente ripristinato, presumibilmente dopo che l’amministratore ha compiuto la stessa procedura che feci io per conto di un sito che gestisco professionalmente la scorsa primavera……
            Sarebbe completamente diverso il discorso se Google avesse rimosso definitivamente l’indicizzazione; accampando un qualsiasi pretesto legale, facilissimo da trovare specialmente in questa atmosfera orwelliana di fake-news.
            Ovviamente l’hackeraggio di un sito è sempre e comunque un atto condannabile, senza nessun sé e ma; ma credo si sia trattato di un semplice atto di vandalismo al quale Google ha risposto in maniera automatica per garantire la sicurezza degli altri utenti del Web.
            Saluti

          • Enzo Pennetta on

            Concordo. Ferme restando le considerazioni sulla posizione monopolista di Google, si può aggiungere che dei malintenzionati possono sfruttare il meccanismo di blocco infettando un sito che intendono ostacolare sapendo proprio che sarà la reazione di Google a fare il resto del lavoro.
            E questo, scusate se mi ripeto, è consentito dalla posizione monopolista della società di Mountain View.

          • Giorgio Masiero on

            “… al quale Google ha risposto in maniera automatica per garantire la sicurezza …”: certo, TheoGattler, ma sarebbe stato più onesto se Google avesse riconosciuto l’errore dei suoi “automatismi”, cioè nel suo software, piuttosto che inventarsi la storiella che CS ha rimosso del malware!
            Così come sarebbe ora che le agenzie strapagate antitrust europee intervenissero per non affidare la “sicurezza” a quello che è di fatto un monopolio privato (estero).

          • Comprende che scansionare miliardi e miliardi di siti ogni giorno è una procedura che non può essere certo affidata a nessun team di esseri umani e commettere, di tanto in tanto, dei ‘falsi positivi’ ci può benissimo stare….
            L’importante è che questi ‘falsi positivi’ non siano frequenti, e che Google non abbia posto nessun ostacolo all’immediato ripristino; cose che a quanto pare sono avvenute.
            Relativamente alla posizione monopolistica di Google, invece non posso invece che darle ragione appieno; ma ammetterà che questo alla fine è un’altro paio di maniche rispetto a questa disdicevole vicenda che comunque si è risolta rapidamente e nel migliore dei modi.

          • Giorgio Masiero on

            Io non ho criticato, TheoGattler, l’errore di Google, né tantomeno ho auspicato che i controlli siano manuali. Sono stato per anni a capo di un gruppo di società operanti nell’informatica e nella telematica e non mi faccio nessuna illusione sull’infallibilità del software, e nemmeno sulla sua sostituibilità nella gestione di grandi masse di dati.
            Io ho criticato la disonestà intellettuale di Google a non riconoscere che l’errore era suo e ad inventarsi invece un malware di CS, che poi sarebbe stato rimosso!

  10. Enzo Pennetta on

    A proposito di censura denuncio l’ennesimo blocco dell’account Facebook di Alessandro Benigni accusato di psicoreato per questo post che invito a riprodurre e diffondere come forma di protesta:
    “Rivendico per me il diritto di pensare quello che voglio. E pretendo di essere rispettato, come io rispetto le convinzioni altrui, finché il mio pensiero libero non si trasforma in atti – ovvero in fatti – che infrangono la legge. Siamo già nel divieto del pensiero? Siamo già nell’epoca della libertà di pensiero e di parola e di espressione? Se sì, allora io sono omofobo, razzista, xenofobo, antidemocratico e pure maschilista, antimodernista, retrogrado e medievale, anti animalista, anti vegano, bigotto, integralista, anti-comunista (qualsiasi cosa voglia dire oggi), e tante altre cose. Soprattutto, sono incazzato nero. #Sapevatelo. – Alessandro Benigni”

    • Invece di scrivere tutta questa ‘pappardella’ (oramai il 90% degli utenti della rete legge solo i primi 140 caratteri), stavo pensando di mettere un link in calce.

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