Global warming: qualcosa di inaspettato accade a Roma

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La cosa inaspettata è che si possa dibattere in modo critico sul tema dell’AGW con nomi importanti e in luoghi rappresentativi senza che questo debba essere ritenuto scandaloso.

Tesi contrastanti con pari dignità e diritto di cittadinanza, ma da molto tempo non ci siamo abituati. Si chiama scienza.

Non ne sapevo niente fino a ieri quando un amico giornalista di Milano me lo ha segnalato, si tratta di un interessantissima conferenza e di una presentazione di un libro che si svolgeranno a Roma il giorno 13 novembre.

La conferenza si terrà la mattina del giorno 13 novembre 2018 presso una sala del Senato con il seguente programma:

La presentazione del libro si terrà nel pomeriggio dello stesso giorno presso l’Università degli studi La Sapienza replicando gli interventi della mattina:

Le premesse per un incontro interessante ci sono, chi potrà andare troverà certamente informazioni utili per avere un’opinione istruita sull’argomento.

Gli argomenti e le posizioni che verranno espresse si possono capire dalle presentazioni di due libri scritti dai vari partecipanti. il primo dal titolo “Clima, basta catastrofismi”

Il secondo dal titolo: “L’ABC della scienza del clima”

La notizia più importante però è che a quanto pare viene restituita la possibilità di un sano e libero dibattito con l’intervento di esponenti non allineati su argomenti controversi, qualcosa alla quale non siamo più abituati ma che una volta si chiamava scienza.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

4 commenti

  1. Francesco Mandaglio on

    per chi non è di Roma é prevista anche una registrazione video o uno streaming?

    • Enzo Pennetta on

      Non saprei, Byoblu è impegnato con il Goofy7 e non si sa se riusciranno a organizzarsi per questo evento, ovviamente spero di sì. Staremo a vedere.

  2. Fabio Vomiero on

    Grazie della segnalazione, non ne ero al corrente nemmeno io, il primo dei due testi lo leggerò senz’altro, così come ho già letto il testo di Battaglia con gli altri soliti esponenti dell’N-IPCC (tra i quali Singer), gli articoli di Scafetta, e il libro di Giaccio “climatismo”. Mi permetta però la battuta prof. Pennetta, mancano Zichichi, Rubbia, Guido Guidi e Mazzarella e poi il manipolo rimasto degli scettici-negazionisti climatici d’Italia è tutto qui, altro che scienza divisa, mi pare che questo sia giusto ricordarlo, come è giusto anche ricordare che al senato si è parlato anche di scie chimiche e antivaccinismo. La scienza specialistica sarebbe un pò un’altra cosa e si basa, giustamente, sulle pubblicazioni scientifiche di settore opportunamente revisionate da altri esperti dello stesso settore; ricordo che sul clima ha scritto un libro persino Cecchi Paone. Detto questo, anch’io in ogni caso sono molto curioso di vedere se saranno dette delle cose nuove e interessanti, ma occupandomi personalmente da tanti anni della questione, temo però che il Battaglia continuerà a parlare come sempre di presunta origine solare dei cambiamenti climatici, Scafetta continuerà a illustrare l’influenza indimostrata dei cicli planetari, Crescenti e Ortolani continueranno a dimostrare (correttamente) a suon di dati paleoclimatici che il clima del pianeta è sempre cambiato per cause naturali. Tutto anche parzialmente vero, ma tutto di solito anche contestualmente poco utile al progresso vero delle conoscenze concrete in materia in merito all’attuale riscaldamento globale. Ma spero naturalmente di sbagliarmi.

  3. Dewid Trojan on

    Non comprendo perché i commenti si chiudano alle volte nei vari blocchi adibiti…

    Grazie della segnalazione dottor Pennetta. Scrivo per dirle che è veramente un pugno allo stomaco continuare a leggere del suo allineamento alla vulgata del “neo-liberalismo”. Scusi se magari esco dal seminato.
    Non mi preme dimostrare che siamo in un mondo ipe-socialista. Sarebbe invece curioso e forse doveroso analizzare la realtà: liberismo e “collettivismo” sono necessari l’un l’altro cercando di scafare perché certuni continuino a parlare criticamente solo e soltanto da una sola prospettiva ignorando i due limiti di riferimento.

    La stessa questione welfare a mio dire è mal posta visto che di solito sia i critici che i fautori dello stesso abusano di una sua iperconsolidazione od una drastica menomazione. E’ un po’ ingenuo credere che il welfare si sia sviluppato così tanto perché le cose funzionavano, è molto più congruo reputare che volesse portare mollezza. Ugualmente è incauto reputare l’assottigliamento dello stesso se non per portare disagi e rabbia.
    Scrivo da pagatore di decime.
    Ora io non sono certo malthusiano e cercando una risposta sono capitato qui. Sarebbe buono potessi partecipare a tale conferenza. Quello che mi chiedo io però è forse banale ma serio: perché in nome della tecnologia devo mangiare male, bere male, respirare male, probabilmente anche ascoltare male e toccare male?

    Se non ci fosse stata l’usura, la scienza come la conosciamo oggi non ci sarebbe stata. Ugualmente se i grandi luminari non avessero avuto i loro schiavi e via via fino al peccato originale si potrebbe dire.

    E’ solo per esprimere che io, sinceramente non mi fido.

    Saluti

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