Elezioni 2019: così i sorosiani si apprestano a sabotare l’informazione

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Si avvicinano le elezioni europee e l’Open Society Foundation tramite AVAAZ lancia un’operazione per disturbare e possibilmente silenziare, la libera informazione.

Così come era avvenuto nelle ultime elezioni politiche dello scorso marzo, nuovamente la società nata grazie a cospicui finanziamenti di George Soros e che ufficialmente promuove petizioni online ma che di fatto si appropria di innumerevoli indirizzi email per condizionare gli utenti, si appresta a schierarsi per spingere le candidature globaliste e in questo caso specifico filo establishment, in vista delle elezioni UE.

La mail che ha ricevuto o riceverà chiunque abbia in passato firmato anche solo una petizione online a favore di una causa come quella contro l’inquinamento, contiene un messaggio di propaganda da ex Germania dell’Est con il quale si chiede di diventare delatori contro i presunti inventori di fake news che ormai sembrerebbero dominare incontrastati le elezioni.

Ebbene sì, a detta di Avaaz sembra che oggi sia estremamente facile vincere le elezioni, basta scrivere un po’ di tweet e di post su Facebook e il gioco è fatto, chissà com’è che organizzazioni miliardarie in dollari come le Open Society non riesca a fare altrettanto. Ma per comprendere di cosa stiamo parlando ecco il testo della mail:

Cari avaaziani,

Ci hanno fregato.

Internet doveva connettere l’umanità come mai prima, oltre ogni frontiera, etnia, religione.

E invece è diventato l’arma più potente dei nuovi fascismi, che 80 anni dopo averci trascinato in una delle stagioni più oscure dell’umanità, oggi spargono disinformazione con armate di falsi profili per farci perdere la fiducia negli altri, per farceli odiare, e in alcuni casi perfino uccidere!

In India uomini e donne innocenti sono stati linciati dopo che notizie false che li accusavano di rapire bambini sono arrivate ovunque via Whatsapp. In Germania hanno scoperto che le aggressioni contro i rifugiati aumentano dove si usa di più Facebook. E in Brasile un neo-fascista è diventato presidente grazie a notizie completamente inventate sui suoi avversari a cui ha creduto l’89% dei suoi elettori!

È una vera e propria guerra di propaganda. Solo che prima la facevano con le radio. Ora la fanno con gli smartphone.

Ma c’è un modo per fermare tutto questo.

Durante le elezioni brasiliane, Avaaz ha lanciato un esperimento: 6 di noi si sono infiltrati nelle reti della propaganda e abbiamo fatto chiudere una rete di diffusione di fake news che raggiungeva *16 milioni* di persone. Immagina cosa potremmo fare con molte più persone e più tempo!

Con le Europee alle porte e altre elezioni chiave in Canada e India, dobbiamo agire in fretta. Dona ora e potremo formare e mettere al lavoro una squadra con i migliori professionisti per difendere la democrazia. Nel 1945 i nostri nonni dissero “Mai più” e oggi sta a noi essere all’altezza di quella loro promessa. Se non ci battiamo per difendere la verità, la perderemo.

Paura e rabbia hanno sempre tirato fuori il peggio dell’umanità. E chi vuole dividerci ha trovato nei social network uno strumento potente, in cui ormai storie completamente false hanno più visibilità di una inchiesta giornalistica della BBC.

Gli avaaziani sono stati in prima linea da subito. Abbiamo fatto pressione sui capi di Facebook e Twitter, scritto a ogni legislatore dall’Europa al Brasile, denunciato le più grandi reti di disinformazione. Ma non è abbastanza. L’Unione Europea e il Canada sono riuscite fino ad ora a resistere alle ondate dell’estrema destra, ma le elezioni di quest’anno potrebbero cambiare anche questo.

Il nostro esperimento in Brasile ha dimostrato come fermarli — individuando le bufale appena cominciano a girare e segnalando chi le ha create e diffuse. Ma perché questa cosa funzioni ci servono molte più persone capaci di indagare, infiltrarsi e spezzare queste reti di propaganda, e dobbiamo farlo ora!

Il movimento di Avaaz si basa su una verità: ci sono più cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Questa idea di umanità è la più grande paura dei troll — quindi dona ora per darle forza, e difendiamo la verità tutti insieme prima che sia troppo tardi.

Questa email è di fatto una chiamata all’azione. Per tutti noi. A combattere per un mondo che è semplicemente troppo bello per essere lasciato in mano al terrore dei nuovi fascismi. E le reti sociali, una specie di sistema nervoso centrale che connette tutta l’umanità, sono il luogo in cui vincere questa sfida.

Con speranza e determinazione,

Christoph, Bert, Marigona, Allison, Camille, Jenny, Rosa, Ricken e tutto il team di Avaaz

Dopo la vittoria della Brexit e di Trump, stavolta dunque è stato il Brasile ad essere ingannato e a votare sotto l’influenza dei truffatori delle fake news. Ma quali sarebbero gli insidiosi inganni che avrebbero fuorviato l’elettorato brasiliano? Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, ad esempio sul The Guardian, il candidato Haddad sarebbe stato indicato come proprietario di una Ferrari (cosa il cui impatto elettorale negativo è tutto da verificare) in base ad un video che lo ritrae sul circuito automobilistico di Interlagos mentre scende da una vettura gialla del cavallino rampante. Il fatto è che scende dal lato del passeggero e appare subito inverosimile che la vettura sia la sua. Quindi un fatto irrilevante e anche poco credibile.

Seconda ‘fake news’ che avrebbe fatto perdere le elezioni a Haddad, quella secondo la quale avrebbe fatto distribuire biberon con la tettarella a forma di pene per condizionare i bambini all’omosessualità fin dalla culla. Anche qui il filmato non è molto credibile, non si vede nessuna scuola e nessuna scolaresca, anzi a dire il vero non si vede proprio nessuno, solo il biberon incriminato con un’anonima voce narrante:

Quello che emerge da questi due esempi, che si possono facilmente verificare in rete, è l’estrema debolezza degli argomenti di chi vorrebbe indicare nelle ‘fake news’ la causa dell’esito elettorale.

Ma basandosi su questi pretesti i sorosiani chiedono a migliaia e migliaia di persone di trasformarsi in delatori e ridurre al silenzio chi la pensa differentemente, ricordiamo che come scritto nella mail infatti:

Ci hanno fregato.

Internet doveva connettere l’umanità come mai prima, oltre ogni frontiera, etnia, religione.

E invece è diventato l’arma più potente dei nuovi fascismi…

Durante le elezioni brasiliane, Avaaz ha lanciato un esperimento: 6 di noi si sono infiltrati nelle reti della propaganda e abbiamo fatto chiudere una rete di diffusione di fake news…

…perché questa cosa funzioni ci servono molte più persone capaci di indagare, infiltrarsi e spezzare queste reti di propaganda, e dobbiamo farlo ora!

Ecco quindi l’incitamento ad “infiltrarsi” nei social e stabilire arbitrariamente cosa si propaganda, cosa sia ‘fascismo’ e cosa semplicemente pensiero libero e informazione non assoggettata ai Gatekeeper. Cercheranno con argomenti pretestuosi di far chiudere profili Facebook, account twitter e probabilmente anche siti e blog. E ce lo dicono apertamente. Ma finora hanno perso e a meno di un colpo di mano su temi come quello della finta legge sul copyright, continueranno a perdere.

Perderanno perché la battaglia sull’informazione è davvero una battaglia sulle fake news, però la maggioranza ormai ha capito che le vere fake news non arrivano dalla rete ma dai grandi media.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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